Attività per il modulo 3 – testo scelto “GLI ESCHIMESI” PRE-LETTURA 1 - COPERTINA DI APERTURA DELL’ATTIVITÀ DA COLORARE E COMPLETARE A PROPRIO PIACIMENTO (ad esempio col proprio nome, la classe, la data e il titolo del testo di riferimento) Esempio: 2 - Nella fase di pre-lettura attiverei un processo di brainstorming fornendo a ciascuno un foglio da riempire con le parole o le frasi che emergono da questa attività fatta oralmente insieme. Il foglio può essere costruito in maniera da fornire ulteriori stimoli per fare emergere l’eventuale pregresso degli studenti. Dico “eschimesi” e penso a… DURANTE LA LETTURA 1 - Innanzitutto correderei il testo di più immagini, per renderlo più accattivante fin dal primo approccio con la pagina scritta. 2 - Sarebbe interessante per ogni immagine inserire una didascalia in corso di lettura, inserendola negli appositi spazi. Esempio: GLI ESCHIMESI L’inverno e il freddo sono dominanti. Le temperature raggiungono sovente, e a volte oltrepassano, i 50°C e il vento fischia oltre i 150 km orari. La vegetazione è quasi inesistente. La notte dura parecchi mesi, l’estate è brevissima e giunge improvvisamente, non è preceduta dalla primavera e non è seguita dall’autunno. Eppure alcune popolazioni nomadi si sono adattate alle regioni fredde e inospitali dell’Artico: la loro civiltà, elaborata lungo i secoli, ha consentito di trovare soluzione ai molti problemi della loro esistenza, della loro sopravvivenza. Gli eschimesi sono mongoloidi, genti asiatiche che nel corso dei millenni emigrarono dapprima nella parte settentrionale del loro continente, per giungere poi, attraverso lo stretto di Bering, in America. Si può supporre che queste popolazioni, seguendo i pascoli e cacciando, si sarebbero spostate sempre più a sud (come avevano fatto le prime popolazioni provenienti dall’Asia) se avessero trovato un passaggio praticabile. Ma furono bloccate da una barriera di ghiaccio insuperabile, una cappa di spessa migliaia e migliaia di metri che si spingeva probabilmente dall’Alaska fino alla Groenlandia: e proprio attraverso questi ghiacci esse migrarono in Groenlandia, diventando definitivamente “popoli polari”. I sistemi che gli eschimesi, in migliaia di anni, hanno messo a punto per sopravvivere sono in qualche caso più efficaci di quelli offerti dalla più sofisticata tecnologia occidentale. Le case di pietra e terra delle regioni occidentali e orientali della Groenlandia e l’iglù (casa di neve) della regione centrale, sostituito d’estate dalla tenda, sono senz’altro più semplici e funzionali, rispetto all’ambiente, delle case dell’uomo occidentale, anche se sembrano a prima vista assai più precari. Il terreno ghiacciato, duro come il marmo, ostacola ogni scavo, e le case in muratura, magari a più piani, hanno bisogno di fondamenta piuttosto profonde. Succede poi, quando a fatica si siano scavate le fondamenta, che la casa si inclini: la casa riscaldata infatti, trasmette il calore alle fondamenta facendo scongelare il terreno sottostante. E’ possibile superare questa difficoltà, ma solo ricorrendo a sistemi assai costosi. Un altro esempio è quello dei trasporti: la slitta è “nata” al freddo, i motori no. I moderni mezzi di trasporto, nei climi polari, accusano gravi inconvenienti, per fare un esempio, l’acciaio sotto -58°C diventa fragile come il vetro. Ma allora perché l’uomo occidentale vuole insediarsi in una regione dove vivere è per lui difficile e assai costoso? Innanzitutto, con lo sviluppo dell’aviazione si è reso necessario avere delle basi militari sulla rotta più breve tra occidente e oriente, quella artica appunto. Poi, in queste regioni sono sorte importanti stazioni di osservazione meteorologica. Infine, elemento decisivo, si è scoperto che i ghiacci celano favolose ricchezze: uranio, oro, argento, rame, cadmio, nichel, zinco, piombo. E gli eschimesi? Il loro incontro con l’uomo occidentale ha avuto conseguenze diverse. Da un lato ha ridotto le difficoltà della loro esistenza. Dall’altro però, ha contribuito a modificare profondamente la loro società e la loro cultura. La lotta che gli eschimesi hanno condotto per millenni per sopravvivere alla morsa del gelo li ha anche spinti verso una vita comunitaria del tutto particolare, fondata sull’aiuto, sulla lealtà, sulle attenzioni reciproche: tutta la struttura sociale era infatti in funzione della sopravvivenza del gruppo. Ora questa concezione della vita comune si sta rapidamente cancellando sotto la spinta dell’individualismo occidentale, particolarmente radicato proprio in quella cultura anglosassone che ha messo radici nell’America del Nord. 3 - Cadenzerei la lettura secondo i paragrafi. Ogni paragrafo si occupa di un aspetto riguardante il popolo eschimese e quindi su ciascuno cercherei di soffermarmi in corso di lettura. Si può proporre di dare un TITOLO A CIASCUN PARAGRAFO CON UN “CONCORSO DI IDEE” e si può favorire la comprensione di ciascun micro-argomento con alcune attività o schede, come esemplificato nei punti seguenti. 4 - USO DI UNA CARTA GEOGRAFICA O TEMATICA - Si fornisce una cartina climatica per fissare le conoscenze sul clima e/o una carta geografica per individuare in essa i luoghi citati nel paragrafo riguardante il percorso fatto dalle “popolazioni polari”. Esempi: . CHE CLIMA C’È? Usa questa carta climatica e la legenda per verificare dove vivono gli eschimesi e quale clima caratterizza il loro territorio. America settentrionale e centrale: mappa climatica La Groenlandia e due terzi del territorio settentrionale del Canada e dell'Alaska presentano un clima artico o subartico. Gli inverni lunghi e rigidi e le estati fresche di queste regioni contrastano fortemente con il clima dell'area meridionale del subcontinente: il sud del Messico e l'America centrale, ad esempio, hanno un clima subtropicale, con temperature elevate per quasi tutta la durata dell'anno. TROVA NELLA CARTINA I NOMI GEOGRAFICI PRESENTI NEL TESTO 5 – LE ABITAZIONI: per la parte riguardante le case propongo una scheda di associazione. Esempio: IGLOO GRATTACIELI VILLA CAPANNA TENDA RICONOSCI LA BAMBINA ESCHIMESE? 6 - La scheda “RICONOSCI LA BAMBINA ESCHIMESE?” fa da supporto all’analisi del breve paragrafo sulle origini del popolo eschimese e può essere uno stimolo, attraverso il confronto tra le immagini, per operare anche un tentativo di descrizione orale di quanto si vede. Lavorando invece nell’ambito della transcodificazione, si potrebbe dare come consegna una descrizione dei volti nelle foto sotto forma di elaborato scritto, magari scegliendo di confrontare la bambina eschimese con un altro bambino. 7 – Un’altra attività che mi sembra utile è la parafrasi dei paragrafi, magari quelli più lunghi e articolati o concettualmente più complicati, ad esempio la parte finale sull’arrivo dell’uomo occidentale. POST-LETTURA 1 - Proporrei un’attività di cambiamento del genere testuale, in cui l’allievo elabora un testo in prima persona, raccontando quanto compreso del testo come se a narrarlo fosse un ragazzo eschimese (Io sono Nanuk e vivo in un villaggio della Groenlandia. Nel mio paese fa molto freddo, il vento soffia velocissimo…). 2 - RIORDINO DI SEQUENZE Si fornisce il testo senza foto e con le sequenze sfasate da riordinare. GLI ESCHIMESI Gli eschimesi sono mongoloidi, genti asiatiche che nel corso dei millenni emigrarono dapprima nella parte settentrionale del loro continente, per giungere poi, attraverso lo stretto di Bering, in America. L’inverno e il freddo sono dominanti. Le temperature raggiungono sovente, e a volte oltrepassano, i 50°C e il vento fischia oltre i 150 km orari. La vegetazione è quasi inesistente. La notte dura parecchi mesi, l’estate è brevissima e giunge improvvisamente, non è preceduta dalla primavera e non è seguita dall’autunno. Eppure alcune popolazioni nomadi si sono adattate alle regioni fredde e inospitali dell’Artico: la loro civiltà, elaborata lungo i secoli, ha consentito di trovare soluzione ai molti problemi della loro esistenza, della loro sopravvivenza. Si può supporre che queste popolazioni, seguendo i pascoli e cacciando, si sarebbero spostate sempre più a sud (come avevano fatto le prime popolazioni provenienti dall’Asia) se avessero trovato un passaggio praticabile. Ma furono bloccate da una barriera di ghiaccio insuperabile, una cappa di spessa migliaia e migliaia di metri che si spingeva probabilmente dall’Alaska fino alla Groenlandia: e proprio attraverso questi ghiacci esse migrarono in Groenlandia, diventando definitivamente “popoli polari”. I sistemi che gli eschimesi, in migliaia di anni, hanno messo a punto per sopravvivere sono in qualche caso più efficaci di quelli offerti dalla più sofisticata tecnologia occidentale. Un altro esempio è quello dei trasporti: la slitta è “nata” al freddo, i motori no. I moderni mezzi di trasporto, nei climi polari, accusano gravi inconvenienti, per fare un esempio, l’acciaio sotto -58°C diventa fragile come il vetro. Le case di pietra e terra delle regioni occidentali e orientali della Groenlandia e l’iglù (casa di neve) della regione centrale, sostituito d’estate dalla tenda, sono senz’altro più semplici e funzionali, rispetto all’ambiente, delle case dell’uomo occidentale, anche se sembrano a prima vista assai più precari. Il terreno ghiacciato, duro come il marmo, ostacola ogni scavo, e le case in muratura, magari a più piani, hanno bisogno di fondamenta piuttosto profonde. Succede poi, quando a fatica si siano scavate le fondamenta, che la casa si inclini: la casa riscaldata infatti, trasmette il calore alle fondamenta facendo scongelare il terreno sottostante. E’ possibile superare questa difficoltà, ma solo ricorrendo a sistemi assai costosi. Ora questa concezione della vita comune si sta rapidamente cancellando sotto la spinta dell’individualismo occidentale, particolarmente radicato proprio in quella cultura anglosassone che ha messo radici nell’America del Nord. E gli eschimesi? Il loro incontro con l’uomo occidentale ha avuto conseguenze diverse. Da un lato ha ridotto le difficoltà della loro esistenza. Dall’altro però, ha contribuito a modificare profondamente la loro società e la loro cultura. La lotta che gli eschimesi hanno condotto per millenni per sopravvivere alla morsa del gelo li ha anche spinti verso una vita comunitaria del tutto particolare, fondata sull’aiuto, sulla lealtà, sulle attenzioni reciproche: tutta la struttura sociale era infatti in funzione della sopravvivenza del gruppo. Ma allora perché l’uomo occidentale vuole insediarsi in una regione dove vivere è per lui difficile e assai costoso? Innanzitutto, con lo sviluppo dell’aviazione si è reso necessario avere delle basi militari sulla rotta più breve tra occidente e oriente, quella artica appunto. Poi, in queste regioni sono sorte importanti stazioni di osservazione meteorologica. Infine, elemento decisivo, si è scoperto che i ghiacci celano favolose ricchezze: uranio, oro, argento, rame, cadmio, nichel, zinco, piombo. 3 e 4 - CLOZE E CRUCIVERBA li userei per verificare la comprensione del testo. GLI ESCHIMESI – cloze realizzato solo con parti del testo originale L'inverno e il freddo sono dominanti. Le temperature raggiungono sovente, e a volte oltrepassano, i (1)_________ e il vento fischia oltre i 150 (2)_________ orari. (...) Gli eschimesi sono mongoloidi, genti (3)_________ che nel corso dei millenni emigrarono dapprima nella parte settentrionale del loro continente, per giungere poi, attraverso lo (4)_________ di Bering, in America.(...). Le case di (5)_________ e terra delle regioni occidentali e orientali della Groenlandia (...) Un'altro esempio è quello dei trasporti: la (6)_______ è nata al freddo, i motori no. I moderni mezzi di trasporto, nei climi polari, accusano gravi inconvenienti, per fare un esempio, l'(7)_______ sotto -58 C° diventa fragile come il (8)_______ . (...) Infine, elemento decisivo, si è scoperto che i ghiacci celano favolose ricchezze: uranio, (9)_______ , argento, (10)_______ , cadmio, nichel, zinco, piombo. ----------Risposte----------50 C° asiatiche km pietra stretto acciaio oro rame slitta vetro GLI ESCHIMESI L'inverno e il freddo sono dominanti. Le temperature raggiungono sovente, e a volte oltrepassano, i -50 C° e il vento fischia oltre i 150 km orari. (...) Gli eschimesi sono mongoloidi, genti asiatiche che nel corso dei millenni emigrarono dapprima nella parte settentrionale del loro continente, per giungere poi, attraverso lo stretto di Bering, in America.(...). Le case di pietra e terra delle regioni occidentali e orientali della Groenlandia(…) Un'altro esempio è quello dei trasporti: la slitta è nata al freddo, i motori no. I moderni mezzi di trasporto, nei climi polari, accusano gravi inconvenienti, per fare un esempio, l'acciaio sotto -58 C° diventa fragile come il vetro . (...) Infine, elemento decisivo, si è scoperto che i ghiacci celano favolose ricchezze: uranio, oro , argento, rame , cadmio, nichel, zinco, piombo. 1 2 3 5 4 6 7 8 9 Orizzontale: Verticale: 1 Paese in cui migrarono gli eschimesi 2 Altro paese lungo il circolo polare artico 5 L'abitazione estiva 3 Casa di ghiaccio 6 Il mezzo di trasporto 4 Una ricchezza nel ghiaccio 8 È inesistente 7 Lo stretto 9 Lo sono gli eschimesi 5 - Esercizio di abbinamento, sempre per la comprensione del testo. GLI ESCHIMESI L'estate è quasi inesistente L'iglù ostacola ogni scavo La vegetazione è brevissima La slitta è "nata" dal freddo Il terreno ghiacciato è la casa della regione centrale furono bloccate da una barriera di ghiaccio ----------Risposte---------L'estate L'iglù è brevissima è la casa della regione centrale La vegetazione è quasi inesistente La slitta è "nata" dal freddo Il terreno ghiacciato ostacola ogni scavo 6 – Per approfondire l’argomento della parte finale del testo, quello riguardante l’arrivo dell’uomo occidentale, si potrebbe fornire un testo affine, che permetta di analizzare ulteriormente la tematica. Esempio: La guerra fredda diventa polare di Paolo Pontoniere da San Francisco L'effetto serra scioglie la calotta artica. Si scoprono giacimenti di idrocarburi, argento, nickel, titanio, diamanti e cromo. E si scatena una nuova corsa all'oro. Fra ricchi avventurieri e Stati ingordi. Ghiacciai in Groenlandia Eccolo là, il nuovo Eldorado fino a oggi, e da milioni di anni, coperto dai ghiacci del Polo Nord. Che viene alla luce giorno dopo giorno, man mano che il progressivo innalzarsi della temperatura della Terra scioglie la calotta polare. E rivela ricchezze naturali insospettabili. In gran parte si tratta di idrocarburi (petrolio, gas e idrati di metano), ma il suolo artico è ricco anche di metalli rari come il titanio, il cromo, il nickel, l'oro e l'argento, e di pietre preziose. Infatti è proprio grazie allo sfruttamento minerario dei territori del Circolo polare artico che il Canada è diventato il terzo produttore mondiale di diamanti. E il governo russo stima che, nel complesso, questi giacimenti valgano almeno 2 trilioni di dollari. Sarà che per l'intero pianeta l'effetto serra è una sciagura, ma agli abitanti di Churchill, un avamposto d'un migliaio d'anime sulle sponde occidentali della baia artica di Hudson, e agli Inuit di Nunavut, appare piuttosto una benedizione. Man mano che il ghiaccio libera appezzamenti di terra e specchi di mare che erano prima irraggiungibili, aziende petrominerarie, esploratori, ferrovieri, naviganti, esperti immobiliari e avventurieri ci si fiondano a capofitto, gettando le prime teste di ponte di quella che nei prossimi vent'anni diventerà una e vera invasione industriale. Niente a che fare, per impatto e dimensioni, con la corsa al petrolio artico, iniziata negli anni Sessanta, ma fino a oggi arginata dagli ambientalisti. La faccenda dell'oro nero tra i ghiacci era cominciata verso la fine degli anni '60, quando la Arco scoprì sul versante nord dell'Alaska, il North slope, dei giacimenti petroliferi di vaste dimensioni, e cominciò a trivellare territori che il governo Usa gli aveva concesso in usufrutto. Seguita a ruota dalle maggiori compagnie petrolifere del pianeta, aziende come la BP e la Chevron, che in zona vantavano concessioni che a tutt'oggi sono solo parzialmente sfruttate. Negli anni '90, poi, i petrolieri puntarono a espandere le trivellazioni nelle le riserve del Rifugio Naturale, ma, almeno fino a oggi, l'opposizione degli ambientalisti ha bloccato tutto. Con lo scioglimento dei ghiacci e l'espandersi del business, la pressione cresce, e fanno rotta verso il Polo avventurieri come Pat Broe, miliardario di Denver, fondatore della Broe Enterprise, una delle maggiori compagnie immobiliari del Colorado. Nel 1997 ha comprato il porto di Churchill dal governo canadese pagandolo meno di 7 dollari. Oggi l'approdo, diventato una delle porte dell'Artico, riceve le merci destinate allo sviluppo dei giacimenti della regione occidentale del continente e fattura decine di milioni di dollari l'anno. Milioni che, secondo Broe, nel giro di pochi anni potranno diventare centinaia. Mentre il miliardario di Denver occupava Churchill, la OmniTrax, una delle più grandi compagnie ferroviarie americane, specializzata nella realizzazione di progetti commerciali ad alto rischio, si affrettava a estendere il suo raggio d'azione verso l'isola di Baffin e la baia di Hudson: oggi sta costruendo linee ferroviarie sul suolo artico permanentemente ghiacciato, ma che ora è in via di scioglimento, impresa non solo ostica per il tipo di ecosistema che la ferrovia deve attraversare, ma anche assai complessa dal punto di vista ingegneristico. Perché costruire sul suolo ghiacciato che si scioglie è come costruire su un pezzo di gelatina la cui consistenza varia a secondo del clima e della posizione geografica. Si tratta di un suolo che, durissimo un giorno e acquitrinoso l'altro, può essere allo stesso tempo solido su un versante e soffice sull'altro. Articolo pubblicato il 6 novembre 2006 su “L’Espresso”