A Alberto Pagliarino Teatro, comunità e capitale sociale Alla ricerca dei luoghi del teatro Copyright © MMXI ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ISBN –––– I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: settembre Indice Introduzione al Teatro Sociale e di Comunità Premessa Capitolo I Costruire le basi per un lavoro di comunità: dono e capitale sociale .. Comunità ed Empowerment, – .. Dono, socialità e azione simbolica, – .. Empowerment territoriale: capitale sociale, lavoro di rete e sostenibilità economica, – .. Teoria delle reti, . Capitolo II Ricostruire significati condivisi per la comunità: il teatro .. Il teatro come azione di trasformazione, – .. L’intervista e la presenza, – .. L’evento rituale di comunità: format festivo e drammaturgia di comunità. La performance Porte, Soglie, Passaggi, – .. Il Pupazzo di Paglia e il minestrone, . Conclusioni: guardare alle origini Bibliografia Introduzione al Teatro Sociale e di Comunità Il Teatro Sociale e di Comunità ha come obiettivo fondamentale l’empowerment degli individui, dei gruppi e delle comunità. Questo modello di teatro si fonda sul presupposto che l’azione performativa ritrova il proprio senso originario e la propria autenticità in un contesto sociale, a diretto contatto con le persone, allo scopo di promuovere relazioni umane dense di significati, attraverso un lavoro artistico e progettuale condiviso. Un tale teatro si colloca spesso al di fuori dell’edificio deputato, in occasioni differenti rispetto ai normali tempi e spazi dello spettacolo ed è difficile da catalogare sul piano teorico, per la pluralità delle forme e dei linguaggi e per l’enorme numero di esperienze sul campo degli ultimi trent’anni, ciascuna con proprie prerogative e specificità. Una efficace proposta teorica nell’ambito del Teatro Sociale si può attribuire a Sisto Dalla Palma , in particolare per quanto riguarda le riflessioni sulla drammaturgia di comunità, che si sviluppano a partire dai principi teatrali enunciati dal drammaturgo e storico del teatro Mario Apollonio. Un teatro, dunque, che si genera dal basso e . Cfr. nel presente saggio parag. ., p. . . Cfr. S D P, La scena dei mutamenti, Vita e Pensiero, Milano, ; I., Il teatro e gli orizzonti del sacro, Vita e Pensiero, Milano ; I., Introduzione, in Claudio Bernardi, Benvenuto Cuminetti, Sisto Dalla Palma (a cura di) I fuoriscena, Euresis, Milano . Teatro, comunità e capitale sociale che coinvolge un pubblico (inteso come coro), che è anche gruppo attivo nell’evento performativo. L’obiettivo è quello di un ritorno a un teatro di matrice popolare, come espressione di civiltà. La riflessione teorica, metodologica e delle prassi prosegue nei lavori di Claudio Bernardi, Il teatro sociale, Roma, Carocci, e di Alessandro Pontremoli, Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale, Torino, Utet, , che descrivono con precisione la storia del Teatro Sociale, definendone le radici, l’evoluzione storica, i punti teorici di metodo e collocandolo all’interno di un sistema di metodologie ed esperienze che ne definiscono i confini, quali la teatro terapia, il teatro di partecipazione politica e il teatro dei gruppi di base. Il lavoro di Teatro Sociale e di Comunità si basa sul progetto e ha per protagonista la comunità: il progetto viene generalmente realizzato da un’équipe interdisciplinare con competenze sia in ambito teatrale che psico–sociale e prevede tempi lunghi di realizzazione — in media dai tre ai cinque anni — e un’articolazione complessa di azioni, . Tra le pubblicazione fondamentali nel campo della teoria del Teatro Sociale, oltre quelle citate, cfr.: C B, B C, S D P (a cura di) I fuoriscena... cit; C B, M D, G S (a cura di), Teatri di guerra e azioni di pace, Euresis, Milano . Per un contributo fondamentale sulla drammaturgia dell'esperienza e sulla drammaturgia di comunità cfr. A R G, Drammaturgia e teatro sociale. Fondamenti storici e linee metodologiche della scrittura scenica nel lavoro teatrale di comunità, in Alessandro Pontremoli (a cura di), Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale... cit., pp. –. Per un contributo sul metodo e le tecniche del Teatro Sociale Cfr. A P, A R G (a cura di), Fare Teatro Sociale, Dino Audino, Roma . Per una bibliografia ricca e puntuale sul Teatro Sociale cfr. G Z, L'altro sguardo del teatro. Il teatro educativo e sociale, in «Il castello di Elsinore», anno XX, n. , , pp. –, la ricerca dell'autrice è un importante e accurato studio sullo stato dell'arte del Teatro Sociale fino al . Introduzione al Teatro Sociale e di Comunità che sono già azioni di rappresentazione, in quanto caratterizzate da una modalità specifica di comunicazione, da un complesso di relazioni e da una costruzione simbolica della realtà. Dove si incontrano gli interlocutori, come ci si presenta ad essi, che domande si pongono loro, quali domande vengono da loro poste, che cosa viene chiesto loro di fare, dove avvengono questi incontri non sono mai elementi casuali, ma scelte coscienti del professionista con la finalità di riconoscere e valorizzare in ogni passaggio progettuale la varietà del sistema relazionale. In un processo di Teatro Sociale si lavora sempre con il contesto in cui i destinatari sono inseriti, ponendo la persona al centro di una complessità di relazioni, ruoli e spazi del vivere . In biologia, come osserva Alberto Magnaghi, la complessità misura la capacità di conservazione e di adattamento di un ecosistema: tanto più alto è il livello di complessità, tanto più alta è la sua possibilità di sopravvivenza. La capacità di conservazione all’interno di un lavoro di comunità è strettamente legata al tempo di realizzazione e alla costruzione di memoria e identità del territorio . Lavorare con il Teatro Sociale, ad esempio in una casa di riposo, significa lavorare con il contesto sociale che circonda gli ospiti che partecipano ai laboratori di teatro e del quale fanno parte gli operatori, animatori, direttori della struttura, ma anche familiari, cittadini che abitano il quartiere, negozianti, istituzioni. È possibile lavorare per ottenere una modificazione delle condizioni di vita, se nel contempo si opera sul contesto, valorizzandone la molteplicità di . Cfr. A R G, Fare un progetto di teatro sociale, in Alberto Pagliarino, Alessandra Rossi Ghiglione (a cura di), Fare Teatro Sociale... cit., pp. –. . Cfr. A M, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino , p. . Teatro, comunità e capitale sociale risorse, vale a dire quella rete di sinergie che esplicitamente o implicitamente determina lo stato di benessere dell’individuo. Nel corso degli ultimi vent’anni, a partire dal lavoro dei grandi maestri della scena del Novecento e in particolare dalla ricerca di Jerzy Grotowski , si è sviluppata una pratica privilegiata di lavoro con i gruppi: il laboratorio di teatro sociale, che viene utilizzato come processo di lavoro con un gruppo, spesso all’interno di un percorso progettuale più esteso. Si tratta di un setting di azioni caratterizzato da principi che organizzano il tempo, la relazione tra le persone e ciò che accade. Il laboratorio si articola su più incontri e ha una struttura spaziale e temporale volontariamente separata dalla quotidianità . Il conduttore è la figura professionale che guida il laboratorio e ha competenze specifiche nell’ambito teatrale e psicosociale. La conduzione di un gruppo è un processo di lavoro complesso, che non può essere determinato totalmente a priori; un buon conduttore propone degli stimoli continui e sa seguire i rimandi e le piste di lavoro che il gruppo stesso gli restituisce, in un progressivo processo di scoperta . . J G, Per un teatro povero, Bulzoni, Roma ; I., Holiday e Teatro delle Fonti, La Casa Husher, Firenze ; J D, G Z (a cura di), Essere un uomo totale. Autori polacchi su Grotowski. L'ultimo decennio, Titivillus, Corazzano . . Cfr. A P, Il laboratorio di teatro sociale: struttura ed esercizi, in Alberto Pagliarino, Alessandra Rossi Ghiglione (a cura di), Fare teatro sociale... cit., pp. –, e C B, Il teatro sociale... cit., pp. –. . Con–durre: che viene “mosso insieme”. Cfr. G I M, Come un seme. La conduzione del gruppo nel laboratorio di teatro sociale, A P, A R G (a cura di), Fare teatro sociale... cit., pp. –. Introduzione al Teatro Sociale e di Comunità In passato si è confuso l’elemento etico che dà origine al Teatro Sociale e che lo differenzia dal così detto “teatro tradizionale” con una mancanza di attenzione nei confronti del dato estetico dell’azione performativa. Questo ragionamento, unito alla necessità di distinguere il teatro in differenti categorie, ha generato, negli ultimi tempi, dei facili distinguo fra Teatro Sociale, Teatro d’Arte e Teatro di Ricerca. Le questioni cruciali della ricerca, dell’arte, dell’etica e dell’estetica riguardano ciascun genere teatrale e non solo il Teatro Sociale: se esistono oggi delle settorializzazioni tra tipologie di teatro, non sono da individuare utilizzando categorie che discendono dalle prassi, ma piuttosto analizzando il sistema di mercato, del reperimento di finanziamenti, della circuitazione degli spettacoli. Nel Teatro Sociale la bellezza è un dato fondamentale per creare empowerment e per fare cultura. Lo sviluppo di comunità, la costruzione di relazioni virtuose e la realizzazione della persona sono possibili se ciò che si produce in termini teatrali e performativi viene valorizzato anche dall’estetica della forma. In Piemonte un forte contributo di metodo e intervento nell’ambito dello sviluppo teatrale di comunità è dovuto alla nascita nell’anno a Torino del primo Master di Teatro Sociale e di Comunità , Facoltà di Scienze della Formazione Università di Torino. Il Master ha contribuito in questi anni a far crescere una ricca molteplicità di interventi sul territorio regionale, strettamente legati tra loro perché nati da un medesimo approccio teorico e metodologico e organicamente inseriti in un sistema fatto di realtà territoriali, professionisti, associazioni e for. Il Master è ideato e diretto da Alessandro Pontremoli (direttore scientifico) e Alessandra Rossi Ghiglione (direttore progettuale). Teatro, comunità e capitale sociale matori. Sono così attualmente attivi progetti in numerosi ambiti propri del Teatro Sociale e di Comunità, tra i quali ricordiamo il lavoro con abitanti delle periferie, ospedali, disabili, carcerati, adolescenti. Premessa Lo splendore delle età è un progetto teatrale e di comunità che nasce nell’ottobre da un’idea del Prof. Franco Perrelli dell’Università di Torino . Promosso dal CRUT — Centro Regionale Universitario per il Teatro — in collaborazione con la cattedra di Teatro Educativo e Sociale della Facoltà di Scienze della Formazione (Prof. Alessandro Pontremoli), il progetto è rivolto ad anziani, operatori sociali e delle RSA — Residenze Sanitarie per Anziani —, studenti universitari e cittadini; a oggi è alla sua quinta edizione. Il lavoro si sviluppa grazie a una collaborazione con la compagnia Odin Teatret di Eugenio Barba , con l’intento preciso di coniugare, all’interno della metodologia del Teatro Sociale, i modi e le tecniche approfondite negli anni di ricerca teatrale dalla compagnia storica (quali gli interventi di scambi culturali e baratto teatrale sperimentati nel Salento nel bienno ’–’) con la modalità di lavoro incentrata sulla piccola storia individuale che ricostruisce la grande storia collettiva. . La direzione progettuale e il coordinamento degli interventi sono rispettivamente a cura di Alberto Pagliarino e Michele Santoro. . Cfr. F T (a cura di), Il libro dell'Odin. Il teatro–laboratorio di Eugenio Barba, Feltrinelli, Milano ; T D'U, F T, Lo straniero che danza. Album dell'Odin Teatret –, Studioforma, Torino ; E B, Al di là delle isole galleggianti, Ubulibri, Milano ; I., La canoa di carta. Trattato di antropologia teatrale, il Mulino, Bologna ; F P, Gli spettacoli di Odino. La storia di Eugenio Barba e dell'Odin Teatret, Edizioni di Pagina, Bari . Teatro, comunità e capitale sociale La presente ricerca nasce non solo per costruire e comunicare la memoria del progetto, ma anche per contribuire su un piano teorico alla definizione di un metodo di Teatro e Comunità, àmbito di lavoro che sul piano delle prassi è già molto avanzato e ricco di interventi. Si seguirà un’ottica interdisciplinare, muovendo dalla pratica di progettazione e attivazione del progetto Lo splendore delle età, al quale si farà riferimento nel corso di questa analisi, in relazione anche alla rete di progetti ideati e realizzati dal Master di Teatro Sociale e di Comunità dell’Università di Torino. Ci si soffermerà inoltre, con particolare attenzione, sul progetto San Giovanni Antica Sede – Sotto il Segno del Cancro, esemplare per l’innovazione e i risultati, ideato e diretto da Alessandra Rossi Ghiglione e Teatro Popolare Europeo . Obiettivo alla base del progetto Lo splendore delle età è il superamento dello sguardo che legge la vecchiaia come una malattia da contenere, separare e intrattenere con attività e passatempi occupazionali, collocando invece la condizione dell’anziano all’interno di un contesto sociale — familiare, territoriale e istituzionale — e leggendola come possibilità profonda di costruzione, affermazione e comunicazione di sé e interazione con altri individui, grup. Il progetto teatrale San Giovanni Antica Sede è stato realizzato con il sostegno, oltre che del CRUT, di Aress — Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari —, ASO San Giovanni Battista, Regione Piemonte (Assessorato alla Cultura, Assessorato alla Salute), Aso Molinette, Università di Torino, Teatro Stabile di Torino, Fondazione Fabretti, Rete Mediterranea di Medical Humanities, Progetto Salute Donna, Scuola di Umanizzazione della Medicina, Slow Food Condotta Torino Città, Slow Food Educazione al Gusto. A questo proposito cfr. A P, La drammaturgia di comunità. L'esperienza dell'ospedale San Giovanni Antica Sede di Torino, in Comunità in atto, a cura di Claudio Bernardi, numero monografico di «Comunicazioni Sociali» XXIX, , . Premessa pi e con la propria comunità. La condizione dell’anziano, in particolare all’interno di una struttura di accoglienza o di una RSA, si colloca al di fuori di un’ottica feriale, quella dell’impiego lavorativo quotidiano, lasciando alla persona un ampio spazio di libertà e di tempo. Il progetto di teatro e comunità riconosce e valorizza questo tempo, per la possibilità umana che quella condizione di fragilità, tipica della vecchiaia rivitalizzata, attraverso l’azione performativa, da un nuovo vigore fisico e mentale, rappresenta e tematizza il potenziale vitale che essa può portare alla comunità. È necessario che esistano strutture dove accogliere anziani non autosufficienti che non sono accolti in casa da familiari, così come è opportuno che ci siano scuole a tempo pieno, reparti ospedalieri per malati terminali, case di cura per pazienti psichiatrici, ecc. Ciò che non si spiega è perché questi contesti portino spesso con sé una condizione di separazione, caratterizzata da muri materiali, sociali, psicologici e simbolici (vita/morte, vecchiaia/giovinezza) e da una netta divisione tra interno ed esterno. Strutture per anziani e ospedali pur essendo istituzioni sociali, non sono a tutt’oggi, in Italia, realtà che promuovono socialità, cultura e comunità; oggi è il malato che va dove può essere curato. Si delegano interamente la funzione e la cultura della cura alle istituzioni specialistiche, in un movimento unidirezionale che va dal cittadino all’istituzione. Tale “delega all’esperto” ha come conseguenza la perdita della competenza di cura familiare, delle relazioni di aiuto di vicinato e l’indebolimento della rete territoriale come risorsa di sostegno per la persona . Non esiste più . Si potrebbe allargare questo pensiero anche a quelle istituzioni che sono delegate alla funzione pedagogica e all'istruzione dei cittadini, quali scuole e università. Teatro, comunità e capitale sociale una cultura diffusa del curare e del prendersi cura, una pedagogia quotidiana del buon vivere, una pratica familiare di accompagnamento alla morte, una valorizzazione di un fare cultura, che non sia solo dimensione del pensiero intellettuale o artistico, ma sia anche dimensione dell’attivazione e della partecipazione sociale. Il metodo di Teatro Sociale e di Comunità prende vita anche dalla riflessione su questi luoghi, sulla loro valenza simbolica, teatrale e vitale, perché divengano opportunità di trasformazione per la comunità, capaci di un grande potere comunicativo. Il Teatro Sociale e di Comunità opera in un’ottica di intervento sistemico, ricollocando la realtà incontrata, come ad esempio una struttura per anziani, al centro di un tessuto comunitario; ogni disagio come ogni risorsa da valorizzare sono fortemente dipendenti — o hanno direttamente origine — dal contesto al quale fa riferimento ciascun individuo. Procederemo quindi per induzione rispetto all’esperienza vissuta sul campo, riconducendo il lavoro concreto ad alcuni principi e teorie fondamentali nell’area delle scienze della sociologia economica e dell’antropologia: i concetti di dono e statuto simbolico della comunità, di capitale sociale e valore di legame, di reti piccolo mondo, di legami deboli e di ponti sociali. Queste ricerche — sostenute nei rispettivi ambiti scientifici non solo da ragionamenti di ordine logico, ma anche tramite tecniche di inferenza statistica — sono assai interessanti e assumono un aspetto concreto se applicate all’interno del sistema territoriale locale tipico dei progetti di Teatro di Comunità. In particolare ci aiutano a interpretare un sistema di relazioni sociali costituito da persone, associazioni, cooperative, istituzioni, nuclei familiari, con i quali il Teatro di Comunità si confronta quotidianamente e che hanno in sé un ampio potenziale Premessa di risorse, competenze ed economie da valorizzare, sviluppare e sostenere. Passare attraverso questi principi della sociologia economica contribuisce a costruire un metodo applicativo di intervento che viene realizzato attraverso i termini propri del teatro, del rito e del festivo tra cui i concetti di livello simbolico, ruolo, come se, rappresentazione e trasformazione formale.