Lo sport è scritto nel Dna

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Investire nella Qualità della vita
n n Ricerca Uno studio del Galeazzi dimostra la presenza accentuata di un gene solo negli atleti
Lo sport è scritto nel Dna
Sotto osservazione anche i soggetti con patologie degenerative delle ossa
S
di Cristina Cimato
N
Stile
n
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on è scritto nel destino, bensì nei geni. Da uno studio
italiano è arrivata una conferma della predisposizione dei
singoli individui a diventare o meno atleti professionisti.
L’osservazione è stata effettuata su 458 persone per lo
più sedentarie e 205 sportivi, di cui 53 agonisti e 152 dilettanti. I
pi
ricercatori dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi, in collaboraziori
ne con un team di ricerca dell’Università di Udine, dell’ateneo di
Vanderbilt nell’Iowa e dell’Università del Tennessee, hanno veriV
ficato un’espressione accentuata di una
fic
variante del gene del recettore dell’inva
terleuchina 1. La molecola è responsate
bile dell’infiammazione dell’apparato
bi
muscolare conseguente allo sforzo fisico.
m
«Lo studio è stato svolto per verificare se
vi fosse una differenza nella gestione, a
livello metabolico, dell’interleuchina 1
negli atleti rispetto agli altri soggetti»,
ha spiegato Giuseppe Banfi, direttore
scientifico dell’ospedale milanese. Negli
ultimi anni numerosi lavori scientifici si
sono concentrati sui polimorfismi negli sportivi professionisti, come
quelli del gene Ace per esempio, dimostrando che ci sono atleti che
hanno geni che identificano la presenza di una particolare fibra
muscolare in grado di favorire l’esplosività oppure la resistenza.
musco
studio inglese ha per esempio selezionato 23 geni e ha veriUno st
ficato che
c tutti insieme sono presenti mediamente in 5 soggetti su
«Per lo più gli studi si sono concentrati nella genetica
100 mila.
m
relativa alla composizione del muscolo e alla predisposizione della
relativ
muscolatura a svolgere prestazioni di alto livello, mentre il nostro
musco
lavoro ha studiato un gene presente in tutti i soggetti che si associa
meccanismo di infiammazione che produce uno stress fisico
a un m
muscolo, determinando un incremento della struttura muscolare
sul mu
e quindi una prestazione atletica. In questa fase di infiammazione
l’interleuchia 1 viene prodotta in grande quantità», ha precisato
Banfi, «si è osservato quindi che negli atleti professionisti questo
gene si esprime in modo decisamente più accentuato rispetto ai
semplici sportivi o alle persone sedentarie. Ciò sta a indicare una
risposta infiammatoria maggiore, ma anche un recupero più veloce
dallo stress infiammatorio». Il fenomeno è indotto dal fatto che gli
stessi meccanismi di infiammazione sono legati anche a quelli della
riparazione che stanno alla base dell’allenamento e del recupero
dallo sforzo. La predisposizione da sola, ovviamente, non fa di un
soggetto un atleta di livello, ma questo
studio intende dare una spiegazione al
perché alcuni soggetti sono più adatti rispetto ad altri all’attività sportiva.
L’obiettivo della ricerca ora è quello
di far migrare queste evidenze in un
ambito più ampio, ossia quello delle persone che presentano alcune patologie.
Lo studio italiano, appena pubblicato
sulla rivista scientifica BMC Medical
genetics, è stato seguito a stretto giro
da una sperimentazione eseguita da un
team finlandese che ha dimostrato come i geni di questa molecola
siano coinvolti nello sviluppo dell’artrite delle mani. Se da una parte
l’espressione accentuata di questo gene può quindi indicare una
predisposizione all’attività atletica, potrebbe altresì intervenire in
questa patologia invalidante. «Partendo da questo studio sull’artrite,
che ha analizzato la stessa molecola, studieremo la relazione tra
l’espressione genica e il manifestarsi di questa, come di altre malattie degenerative dell’osso. Attualmente i farmaci anti infiammatori
vanno a bloccare il sistema delle interleuchine, che ne raggruppa
molte, inibendo l’attività cellulare che rilascia le molecole, ma si
potrebbe pensare a un bersaglio più mirato sull’interleuchina 1 e
sul suo recettore», ha concluso Banfi. (riproduzione riservata)
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nel buio
Anche questo è un vantaggio del correre rispetto
agli altri sport: ognuno va
per conto suo e non ha da
rendere conto agli altri
Italo Calvino