BAROCCO – PITTURA FIAMMINGA
Pieter Paul Rubens
Rembrandt Harmenszoon van Rijn
Jan Vermeer
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WZ1wV-YXc
Prof. Rosaria Di Leva
Il mondo culturale dell’Olanda del 600, ha
generato alcuni artisti di grandissimo
spessore. Rubens, Rembrandt e Veermer, tre
artisti per tre generazioni in successione, che
esplicano alla perfezione le turbolente vicende
storiche dei Paesi Bassi di quegli anni. Vicende
storiche che hanno il loro preambolo nella
divisione del regno di Carlo V del 1556, che
assegna a Filippo II il dominio sulle Fiandre.
Proprio Filippo II incarica nel 1568 un poderoso
esercito condotto dal Duca d’Alba di reprimere il
dilagare in questi territori della religione
protestante. Ne scaturì una lunga guerra civile,
durata circa 80 anni, risolta nel 1648, con la
divisione delle Fiandre in quelli che sono gli attuali
stati del Belgio e dell’Olanda.
Ad un sud, quindi, tendenzialmente ispanico,
quindi cattolico e aristocratico si contrapponeva
un nord calvinista, interprete di una ricca severa
borghesia mercantile.
CORSO DI DISEGNO E STORIA DELL’ ARTE
IV
PIETER PAUL RUBENS – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Pieter Paul Rubens
Siegen 1577 – Anversa 1640.
Figlio d’avvocato fiammingo calvinista, Jan Rubens
Pittore ritrattista
Formazione Sappiamo che nel 1596 Rubens
eseguì alcuni dipinti, tra cui un
perduto Parnaso insieme al maestro Otto van
Veen (1558 -1629) e Jan Brueghel il Vecchio. Di
questo primo periodo sono sia il Peccato originale,
in cui i personaggi sono resi con proporzioni
classicheggianti, che la Battaglia delle amazzoni,
ove le piccole figure sono inserite in un paesaggio
realizzato da Jan Brueghel, secondo la tradizione
anversana della divisione dei compiti nei paesaggi
con figure. Nel 1598 venne iscritto come maestro
alla corporazione dei pittori della gilda
Committenti : Rubens fu uno degli artisti più
contesi dalle corti europee e affiancò alla sua
attività di pittore quella di diplomatico.
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IV
PIETER PAUL RUBENS – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Elementi Artistici
Il celebre artista fiammingo compie lunghi soggiorni in Italia e in Spagna,
influenzando gli artisti locali con il suo stile magniloquente.
Elementi di gusto barocco si ritrovano anche nella sua pittura, basata
sull’estrema ricchezza dei colori e delle forme sul gusto per la meraviglia
che caratterizza le arti visive e che si ritrova negli elementi allegorici ,
simbolici e fantastici.
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IV
PIETER PAUL RUBENS La Vergine e il bambino adorati dagli angeli (Madonna della
Vallicella) 1608 – Olio su lastra d’ardesia
Si tratta della seconda e definitiva versione della
grande pala d’altare della chiesa romana degli
Oratoriani, un testo fondamentale per i futuri sviluppi
della pittura barocca romana. Il primo soggetto del
dipinto, che doveva contenere al proprio interno
l’antica icona miracolosa della Vergine, fu
probabilmente suggerito al pittore da Flaminio Ricci,
rettore della chiesa. Non essendo possibile celebrare
Filippo Neri, non ancora canonizzato, viene scelto
san Gregorio Magno, che, secondo la tradizione,
aveva fondato la prima chiesa dedicata alla Vergine
nella medesima area. La prima pala, terminata nel
1607, è rifiutata dai padri Oratoriani, e Rubens
propone una seconda pala, da dipingere direttamente
sul luogo, su lastre di ardesia. Nella pala principale,
Rubens sceglie di dipingere solo la Vergine in gloria,
circondata da cherubini e adorata dagli angeli a cui
affiancò altre due composizioni con i santi, che
occupano tutto il coro della chiesa.
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IV
PIETER PAUL RUBENS – Autoritratto con la moglie Isabella Brant (1609-1610)
In questo dipinto, il pittore rinnova la tipologia,
tipicamente nordica, del doppio ritratto nuziale a
figura intera posizionando la coppia sotto un
augurale caprifoglio fiorito, in una ricca
composizione di particolari minuziosamente
realistici da far risaltare la materialità dei tessuti,
dei fiori, dei pizzi e dei gioielli. Le due figure hanno
dimensioni monumentali e invadono quasi tutta la
superficie del quadro: Rubens, appena rientrato
dal lungo viaggio in Italia, dimostra di aver fatto
propria la lezione del Rinascimento italiano.
Le espressioni dei due sposi sono dolci, le loro
mani intrecciate in un gesto affettuoso.
Entrambi vestono abiti preziosi, all'ultima moda, e
indossano alti copricapo.
Il ruolo dei due personaggi è definito dalle loro
posizioni: Isabella è accoccolata sul prato e ha
un'aria remissiva; il pittore è seduto in posizione
più elevata e tiene la mano sinistra sull'elsa di una
spada.
Il paesaggio che si apre intorno a loro potrebbe
assumere il significato di "giardino d'amore"
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IV
PIETER PAUL RUBENS - I miracoli di sant’Ignazio di Loyola 1618-1619
L’opera appartiene alla maturità di Rubens,
e fu dipinto per la chiesa di Sant’Ignazio di
Loyola di Anversa. Il dipinto era esposto
alternativamente a un’altra pala di
Rubens, I miracoli di san Francesco
Saverio. Appartenenti all’ordine dei Gesuiti,
uno dei più importanti ordini di clero
secolare fondati nel periodo della
Controriforma, sant’Ignazio di Loyola e san
Francesco Saverio furono canonizzati solo
nel 1622. Le pale di Rubens rivestono
dunque una particolare importanza per la
diffusione dell’iconografia dei santi
fondatori dell’ordine, esse precedono infatti
la data di canonizzazione, e sono
parzialmente ispirati alle incisioni che
illustrano la Vita beati Ignatii
Loyolae pubblicata a Roma nel 1609 e alla
cui decorazione partecipò lo stesso
Rubens.
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IV
PIETER PAUL RUBENS Il matrimonio di Maria de’ Medici (1622-1625)
La composizione è costruita in modo da mettere in
evidenza che Maria è stata scelta dal Re per la
sua bellezza: il suo volto esprime tutta la regalità
che si addice ad una sovrana, ma non nasconde in
fondo la felicità di essere la prescelta.
Le immagini dell'Olimpo presenti nelle altre scene
del ciclo, sono state qui sostituite dal cerimoniale
della pompa cattolica.
Tutto il dipinto ruota intorno alla figura di Maria,
che risulta la più illuminata, anche se non in
posizione centrale.
Le architetture che si vedono alle spalle della
Sovrana spingono l'occhio dello spettatore ancora
una volta sulla scena dello scambio dell'anello.
Gli altri personaggi sono solo di contorno, ma
questo non impedisce che tutti siano descritti nei
minimi particolari, con una attenzione anche per i
dettagli dei tessuti, che porta quasi a percepirne il
fruscio.
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IV
REMBRANDT VAN RIJN – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Il fiammingo Rembrandt van Rijn (Leida16061669) figlio di un mugnaio
Pittore e incisore
Formazione: Molto dotato per il disegno, si forma
nella città natale per poi compiere un apprendistato
presso l’importante bottega del pittore Pieter
Lastman, ad Amsterdam.
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IV
REMBRANDT VAN RIJN – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Elementi Artistici
Ha realizzato, attraverso la sua pittura, una ricerca
naturalistica, valorizzando in particolare gli effetti di colore e di
luce. Dell’ arte del passato, egli ha apprezzato soprattutto la
pittura del Rinascimento italiano e quella tedesca e fiamminga
del Seicento. Si dedicò sia a soggetti sacri, caratterizzati da
forte intensità espressiva, sia alla rappresentazione degli
uomini del suo tempo, di cui seppe cogliere anche gli aspetti
psicologici.
Cristo nella
tempesta sul
mare di
Galilea, 1633.
Olio su tela
Ritratto di Saskia
con
cappello 1633.
Olio su tela
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IV
REMBRANDT, La ronda di notte (1642)
Prof. Rosaria Di Leva
Alle spalle del gruppo si intravede il
volto di Rembrandt, che spunta dietro
la testa del capitano Cocq
Rembrandt dipinge con
pennellate larghe che
sfumano i contorni delle
figure, e utilizza gli effetti
luminosi per fare emergere
dalla penombra solo alcuni
particolari della scena,
come, per esempio, la
presenza tra gli archibugieri
della bambina con un pollo
legato alla cintura
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IV
JAN VERMEER – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Jan Vermeer (1632-1675) operò a Delft, in
Olanda.
Il padre Reynier era un tessitore di seta
della classe media, che si occupava anche
di commercio di opere d'arte.
Pittore
Formazione: Il suo apprendistato cominciò
nel 1647, forse presso Carel Fabritius. Il 29
dicembre 1653, divenne membro della
Gilda di San Luca.
Successivamente Pieter Van Ruijven, uno
dei più ricchi cittadini, divenne il suo
mecenate e acquistò suoi numerosi dipinti.
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IV
JAN VERMEER – Pittura fiamminga
Prof. Rosaria Di Leva
Elementi Artistici
Della sua vita si sa poco, tanto che non più di 40 opere gli sono attribuite
con certezza. Egli ha descritto, in delicate scene d’interni, la vita quotidiana
della borghesia olandese del suo tempo.
Anche la pittura di Vermeer è realista, attenta ai dettagli e alla materia di cui
sono fatte le cose; suo principale strumento di analisi è la luce: una luce
proveniente dall’esterno, che si diffonde nell’ambiente e scivola sulle cose,
evidenziando con gradualità i diversi piani dello spazio.
L’artista ha descritto la realtà di ogni giorno, gli oggetti ordinari, con una
grande sensibilità, al punto da trasformare scene usuali in atmosfere rarefatte
e sospese, intrise di poesia.
La cura dedicata anche agli aspetti apparentemente marginali della realtà lo
ha portato a realizzare effetti di straordinaria verosimiglianza: nei suoi dipinti
possiamo percepire il pulviscolo sospeso nell’aria, fatto risaltare da un fascio
di luce diurna, o le pieghe delle carte geografiche appese alle pareti, messe in
rilievo dalla luce radente.
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IV
JAN VERMEER, Donna che legge una lettera (1660-1665) Prof. Rosaria Di Leva
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IV
JAN VERMEER, La lattaia (1657-1658)
Prof. Rosaria Di Leva
La lattaia è colta mentre fa un gesto quotidiano, eseguito
quasi con sacralità silenziosa. Nella stanza, illuminata da
una finestra sulla sinistra e caratterizzata da una parete
spoglia come sfondo,gli oggetti immobili rifrangono la luce
svelando le loro diverse caratteristiche materiche: in primo
piano, sul tavolo, una brocca con coperchio appare lucida
e smaltata, mentre il pane sembra croccante e il cestino di
vimini assorbe la luce con maggiore opacità. Questi effetti
sono ottenuti variando sapientemente la tecnica pittorica,
ora liscia e velata, ora ruvida e fatta di piccoli puntini.. Ad
accrescere il senso di modestia di questo angolo di cucina,
un vetro della finestra è rotto.
Protagonista resta comunque la donna, forte e robusta,
leggermente inclinata per bilanciare il peso del contenitore
e controllare, con espressione concentrata, la sua azione.
Il volto appare inondato di luce e incorniciato dalla cuffia
bianca. Il suo busto giallo, il grembiule blu, la gonna rossa,
assieme ai colori della brocca e del bacile della terracotta,
del bianco del latte, del verdognolo della tovaglia e del
drappo azzurro sul tavolo, compongono un mirabile
concerto cromatico, in cui le varie note sono fuse senza
prevalere l'una sull'altra. Vermeer ha infatti il dono
rarissimo di far nascere la pittura, nello stesso istante,
come luce e come colore.
Non è da escludere che l'artista abbia nascosto dei
messaggi simbolici attraverso alcuni oggetti: lo scaldino,
per il calore che emana, può essere letto come un simbolo
amoroso, metafora possibilmente confermata sulle
piastrelle dello zoccolo.
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IV