La mostra Ritratti e volti dal passato nello show

La mostra Ritratti e volti dal passato nello show room Il tarlo
antico a Montaletto di Cervia
Venerdì 2 Ottobre 2015
L'esposizione avrà carattere permanente e va ad affiancare una collezione di mobili di
antiquariato
Oltre sessanta dipinti, a partire dalla seconda metà XV secolo fino al XIX secolo, vanno in mostra a Montaletto di Cervia per
l’esposizione dal titolo; “Ritratti e volti dal passato” a cura di Silvana Costa.
La mostra, che inaugura oggi venerdì 2 ottobre alle 18, è ospitata in modo permanente negli ampi spazi dello showroom “Il
tarlo antico” insieme alla collezione di mobili di antiquariato già esposti in questa sede. Durante l’inaugurazione si
potranno visitare le preziose antichità esposte nello showroom.
I dipinti in mostra svelano l’operato di artisti durante un arco vastissimo di tempo, circa 400 anni, ricco di conflitti ma anche di
dibattiti e cambiamenti. Un’interessantissima indagine sul “ritratto”, o meglio sulla “cultura” del ritrarre, che si è evoluta
raggiungendo una sua dignità trasformandosi in un genere le cui radici risalgono agli egiziani.
La pregiata collezione, sessantasei opere, si occupa della pittura così detta “minore”, dove la tensione è riconoscere le
influenze dei grandi maestri della pittura italiana ed europea - le opere, infatti, denunciano sempre chiari segni di un legame al
periodo pittorico in cui sono state generate - ma l’interesse istintivamente si sposta sulla bellezza dei quadri e dei
soggetti. Scene di vita quotidiana e ambientazioni classiche con chiari riferimenti alla mitologia, sono gli scenari in cui
s’inseriscono ritratti di nobili e borghesi. Ed è in questo contesto che si riconoscono e si ritrovano anche le immagini a
carattere religioso, dove la morbidezza dei volti accentuata da ambienti spogli di elementi architettonici ci riporta alla mente le
opere dei maestri della pittura italiana e anche oltralpe.
Cervianotizie.it
Lo spazio “Il tarlo antico” è un ambiente di grandissime dimensioni, una sorta di polo dell’antiquariato che ospita circa 4500 tra
mobili e arredi dal 1400 al 1800, tra cui 33 canterani del 1.600. Un luogo unico in Italia e sicuramente di grande suggestione
per il numero e per l’originalità dei pezzi.
Tra le altre anchità accoglierà dal 2 ottobre capolavori come il quadro “Testa di Vecchio” di Cailot, pittore francese del XIX
secolo abile e incline a una pittura intima e raffinatissima, anacronistica eppure carica di naturalismo. La barba canuta, gli
occhi chiusi dell’uomo in età avanzata, riconducibile simbolicamente al tempo che passa, all’ultima stagione della
vita; “Ritratto di giovane dama” direttamente associabile alla pittura del maestro di Vittore Ghislandi detto Fra Galgario; il
dipinto “La disputa” di artista chiaramente influenzato dalla pittura caravaggesca e riconducibile a quella fiamminga.
Nella collezione anche opere che dichiarano l’omaggio ai grandi maestri: Il “Ritratto di Re Edoardo V e il Duca di York nella
torre di Londra”, attribuito a pittore francese, è un tentativo di riproduzione di Paul Delaroche che produsse l’originale in
dimensioni molto maggiori. La riflessione sul “ritratto” è anche nel confronto con altri soggetti come nel caso della “Veduta
costiera con veliero olandese”, opera francese del XVIII secolo della Scuola di Lacroix de Marseille, tipico soggetto
richiestissimo alla fine del Settecento.
Pregevole la sezione dedicata alla pittura italiana
Tra gli altri il Maestro Francesco Altamura, considerato il più illustre pittore dell’Ottocento pugliese, (Foggia 1826 - Napoli
1897) che produsse un vasto numero di opere e fu a Roma e poi a Firenze nel circolo artistico del Caffè Michelangelo, culla
dei Macchiaioli. E Gaspare Traversi (Napoli 1722-1770) straordinario ritrattista, dipingeva scene di genere rappresentative
della società borghese del tempo come autentiche indagini sociali, contrapposizione delle classi alte a quelle popolari.
Un’altra porzione di opere racconta il soggetto religioso
In mostra capolavori come “Madonna con bambino, Santa Caterina D’Alessandria, San Giovanni Battista”, opera attribuita a
Bernardino Licinio (e bottega) veneziano, (ca 1495-1549) tra i pittori più attivi e ricercati dal mercato privato della Serenissima
tra il terzo e il quinto decennio del Cinquecento, in modo particolare nelle vesti di ritrattista; notevole anche il dipinto
“Sposalizio mistico”, che reca sul retro l’iscrizione: “Antonio Biagio Da Firenze 1450 - Prof. G. Fiocco” da cui se ne deduce
l’attribuzione a questo grande pittore per molto tempo dimenticato e attivo in Romagna a più riprese, in particolare a Faenza,
dove ha lasciato ampia testimonianza del suo lavoro. E ancora: l’influenza Raffaellesca nella Scuola Romana del XVIII secolo,
di Cignani sulla Scuola emiliana del XVIII secolo, l’influenza di Rubens sulla pittura del XIX secolo, di Tiziano, ecc.
La mostra, organizzata dall'associazione Il Cerbero, è stata realizzata con il contributo di: Club Del Sole, Copura, Moviter
Strade Cervia, Nadep.
Cultura
Cervianotizie.it