Large Animals Review, Anno 8, n. 5, Ottobre 2002
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GRAVIDANZA MOLARE
PIERANGELO CATTANEO
Medico Veterinario - Libero Professionista - Mantova
Riassunto
La gravidanza molare ha ancora molti aspetti da chiarire nella sua patogenesi, nel presente lavoro vengono presi in esame
quattro casi di tale alterazione. Le gravidanze prodotte in tre dei quattro casi erano gemellari di vitelli vivi e vitali. La classificazione e i riscontri oggettivi fanno presupporre ad agenti oncogeni o mutanti.
Summary
The pathogenesis of molar pregnancy has many uncleared aspects. With the present work it’s taken under examination,
four clinical presentations of molar pregnancy. Three of these were twins, of calves that born alive. The classification and studies suggests the existence of oncogenes o mutant agents.
DEFINIZIONE
Per definizione la mola consiste nella morte embrionale in uno stadio generalmente precoce dello sviluppo,
con invogli fetali che mantengono una crescita, senza
peraltro una struttura ordinata, ne risulta una massa
informe di tessuto in fasi diverse di accrescimento, in
parte degenerato o comunque alterato.
La mola fetale o acardio (amorfus globosus) 1-4-6 si distingue in diverse tipologie:
Mola Cistica, si definisce tale quando lo strato di epitelio embrionale che contrae rapporti con la mucosa
uterina (trofoblasto), per permetterne la nutrizione nonostante la morte dell’embrione, continua a svilupparsi
fino a riempirne la cavità uterina.
Mola Idatidea, prende origine da una degenerazione
dei villi coriali, dovuta a sua volta al foglietto parietale del mesoderma laterale e all’ectoderma della parete
della blastocisti. Tali villi coriali vanno incontro a degenerazione cistico-vescicolare e sono più o meno peduncolati. Questo tipo di mola si suddivide in parziale o totale a seconda che i villi coriali subiscano, completamente o parzialmente, un processo di alterazione. Possono rilevasi o meno all’interno abbozzi embrionali.
Mola Villosa, avente origine da una iperplasia ed ipertrofia fibrosa dei villi coriali.
Mola Emorragica, origina da alterazione delle membrane ovulari o traumatismi a livello uterino, con emorragia e conseguente morte precoce dell’embrione.
Mola Carnosa, deriva dalla forma emorragica e la persistenza dell’embrione in via di sviluppo ne fa derivare
una massa informe dalla consistenza gommosa.
OSSERVAZIONI PERSONALI
La mia esperienza di buiatra mi ha portato a prendere
in esame una sola mola idatidea, sfortunatamente non documentabile da riproduzione fotografica, e quattro casi di
mola carnosa, ma sono peraltro convinto che qualche altro
evento sia sfuggito all’attenzione perché non sempre l’allevatore porta a conoscenza di questo fenomeno il veterinario, se in quel momento non è presente o non vi sono particolari necessità per un suo intervento.
La mia personale stima del fenomeno comunque si attesta a circa 1 caso ogni 10.000 parti.
L’evento della mola cistica si è manifestato in conseguenza di una gravidanza dove al momento della data presunta del parto, l’allevatore non vedeva un aumento della
mammella, pur essendo certo della data della fecondazione e osservando un aumento notevole della massa addomi nale della vaccina.
L’esplorazione rettale non evidenziava il fremito dell’arteria uterina media, né parti anatomiche del feto, ma comunque un considerevole aumento del volume uterino.
Né una successiva indagine ecografica ha dato esito certo,
se non quello di evidenziare una grande massa anecogena.
Una volta indotto il parto con prostaglandina, si è presentato un ammasso di vescicole ripiene di liquido inco-
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Gravidanza molare
lore, inodore e di consistenza molto fluida e null’altro.
Gli episodi di mola carnosa sono da ascriversi a 3 vacche frisone una di 5 e due di 6 anni a stabulazione fissa,
alimentate secondo il disciplinare del Consorzio del Parmigiano-Reggiano5, che hanno condotto una gravidanza in
termini temporali regolari, e che hanno prodotto una gravidanza “gemellare”, frutto di inseminazione artificiale,
due con un riproduttore di razza frisona nazionale e l’altra
con razza blu belga.
Il parto è avvenuto per via naturale con redi vivi e vitali
per quanto riguarda i primi nascituri, due di sesso maschile ed uno di sesso femminile.
Successivamente, per la mola di maggiori dimensioni,
(Figg. 1-2) visto il persistere delle contrazioni si è appurata
la presenza di mola carnosa, estratta contestualmente alla
placenta, che appariva nella forma, colore, dimensioni ed
odore nella norma; mentre per i rimanenti due casi, di dimensioni medio-piccole, è stato un reperto contestuale al
secondamento (Figg. 3-4-5).
Le bovine in oggetto hanno poi prodotto una lattazione
nella media delle rispettive mandrie.
Non sono stati effettuati trattamenti terapeutici di particolare attenzione durante le precedenti lattazioni tali da
poter far ascrivere a qualche prodotto farmaceutico un effetto teratogeno.
FIGURA 3 - Mola di piccole dimensioni di un gemello maschio.
FIGURA 4 - Mola precedente in sezione, con interno non particolarmente vascolarizzato.
FIGURA 1 - Mola gemella di un vitello maschio, poggiante su di un reticolo di cm 2,5 × 1,25.
FIGURA 2 - Particolare della mola precedente con abbozzo embrionale
in maggior differenziazione.
FIGURA 5 - Mola per trequarti coperta da pelo, gemella di una femmina.
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Alla osservazione delle bovine interessate, sia in prossimità dell’evento, che in tempi più recenti, non è stato possibile verificare l’eventuale presenza di forme oncogene
che abbiano interessato, anche con metastasi altri distretti
dell’organismo delle vaccine.
Le mole si presentavano coperte di pelo di consistenza
gommosa, con abbozzo del funicolo ombelicale, il peso variava da circa 3 kg a 450 g; le dimensioni da circa 30 cm di
diametro a 10 cm di forma globosa.
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Nella mola di maggiori dimensioni era visibile un abbozzo embrionale maggiormente differenziato (Fig. 2).
Alla sezione si presentava una massa informe di tessuto
senza la minima organizzazione, con vasi sanguigni presenti ed irrorati, vista la fuoriuscita di sangue al sezionamento
(Fig. 6).
L’esame istologico metteva in evidenza la presenza di
tessuto fibro-adiposo con numerose ectasie rivestite da
cellule appiattite, presenza di vasi linfatici e arterie, ed
inoltre, si repertavano sporadicamente macrofagi e alcune
cavità necrotiche (Figg. 7-8).
CONSIDERAZIONI
FIGURA 6 - Mola precedente in sezione, si noti l’ampia vascolarizzazione.
In conclusione il capitolo mole rimane un punto interrogativo nella scienza buiatrica perché, in assenza di prove
sperimentali, in campo non si riesce a trovare un nesso di
casualità a tale evento.
Le ipotesi sono le più varie da elementi mutageni, chimici quali: micotossine, farmaci, metalli pesanti; biologici
quali i virus e fisici come: raggi ultravioletti e radioattività ed inoltre cause genetiche con presenza di geni recessivi letali espressi a causa di elevata consanguineità
(inbreeding).
Il tipo di mutazioni interessate potrebbero essere: aberrazioni cromosomiche, mutazioni germinali, ossia che interessano le cellule destinate a diventare gameti, mutazioni
pleiotropiche, ovvero che interessano diversi caratteri, ed
ancora mutazioni spontanee in assenza di mutageni7-8-9.
La causa probabilmente svolge la sua funzione sia sui derivati dell’endoderma che del mesoderma2-3, probabilmente
in misura variabile o incompleta, evidentemente l’alterazione genica primitiva influenza entrambe le formazioni
creando una disorganizzazione delle strutture ma non impedendo comunque l’attecchimento della blastocisti.
Il fatto certo rimane la morte embrionale senza espulsione con il mantenimento delle funzioni placentari.
Parole chiave
FIGURA 7 - Sezione istologica di tessuto, si notano la presenza di arterie e vasi linfatici. Colorazione ematossilina-eosina ingrandimento 180x.
Bovina, morte embrionale, gravidanza molare.
Key words
Cow, embryo death, molar pregnancy.
Bibliografia
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FIGURA 8 - Immagine istologica, con istiociti, fibroblasti e cellule perivascolari indifferenziate. Colorazione ematossilina-eosina ingrandimento 500x.
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