UGIAT o UDJAT: ^jj,J^Q^ wd?t. L'occhio del Sole ha avuto nelle leggende egizie un ruolo considerevole, ma purtroppo non molto chiaro. Sembra che l'origine della personificazione dell'occhio del sole si debba cercare in un'antica leggenda astrale, che subì nel corso dei secoli numerose modifiche. Il dio Horo non era solamente un dio guerriero o un dio-re, ma era ritenuto un dio del ciclo, e a tale concetto molto antico alludono frequentemente i "Testi delle Piramidi". I due occhi di questo dio del ciclo erano il sole e la luna. Tali occhi erano anche considerati come le due barche sulle quali il dio sole doveva compiere ogni giorno il suo viaggio diurno e notturno. Questa immagine del mondo astrale non potava conservare a lungo la sua forma primitiva, così semplice, ingenua ed anche poetica. I sacerdoti di Eliopoli, non potendo sopportare che al primo posto nel pantheon ci fosse il dio del ciclo Horo e non il sole Ra, identificarono il primo con il secondo; l'occhio del sole appartenne a Ra, mentre ad Horo fu riservato l'occhio lunare. Questo concetto primitivo sussiste fino alla Bassa Epoca, e si ritrova in certi aspetti di Horo-Merti, il dio falco venerato a Sheden nel 9° distretto del Basso Egitto, e di Mekhenti-irti, il dio-falco venerato a Letopolis, 2° distretto del Basso Egitto, in particolare nel suo epiteto "colui che nella fronte ha due occhi", con allusione al mito primitivo. Si trovano riferimenti agli occhi del dio del ciclo nei testi del tempio di Edfu, santuario consacrato ad Horo, ma come regola generale l'occhio di Horo era divenuto occhio lunare. La luna, secondo la leggenda, sarebbe stata creata dal dio sole perché lo potesse sostituire durante la notte: Ra aveva incaricato Thot di esercitare questa alta funzione di supplenza. Un altro mito tenta di raccontare le vicissitudini della luna a causa di una furiosa lotta tra Horo e Seth, nella quale l'occhio di Horo venne strappato dall'altro contendente; in seguito il dio del male, vinto, fu