Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria D.I.B.E. Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Relatore: Chiar.mo Prof. Massimo Grattarola Correlatore: Dott. Ing. Marco Bove Allievo: Michele Giugliano Ad Arcangelo e Teresa… ..le persone più importanti della mia vita Be careful… …be cautious… …but be adventurous… …‘cause it pays off! Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Indice • Introduzione • Capitolo 1: Meccanismi di Trasporto Attraverso una Membrana Biologica 1.1 Elettrochimica delle Membrane Biologiche 1.2 Energia Libera di Gibbs 1.3 Potenziale Elettrochimico di una Sostanza 1.4 Modello Circuitale Equivalente di Membrana 1.5 Equazione del Potenziale Elettrico di Membrana 1.6 Dinamica delle Conduttanze di Membrana e Modello di HodgkinHuxley 1.7 Descrizione Discreta di un Canale Ionico 1.8 Cinetica Stocastica 1.9 Tempo di Vita di uno Stato 1.10 Variabile di Attivazione del Gate 1.11 Canale Ionico Multi-Stato DIBE - Università degli Studi di Genova a Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.12 Confronto con il Modello Deterministico 1.13 Convergenza in Probabilità 1.14 Rumore di Membrana e Attività Spontanea 1.15 Algoritmi di Simulazione al Calcolatore della Cinetica Stocastica 1.16 Analogia con l’Equazione di Langevin 1.17 Formula di Kramers • Capitolo 2: Modello di Neurone Integra-e-Spara 2.1 Riduzione della Complessità 2.2 Analisi del Modello Biofisico Deterministico 2.3 Analisi nel Piano delle Conduttanze Massime di Membrana 2.4 Derivazione del Modello Integra-e-Spara 2.5 Introduzione delle Non-Linearità 2.6 Analisi del Modello Integra-e-Spara 2.7 Stimolazione Tempo-Variante 2.8 Modello Integra-e-Spara Stocastico 2.9 Formula di Kramers e Attività Spontanea 2.10 Previsione dell’Intervallo inter-spike • Capitolo 3: Processi Dipendenti dall’Attività Elettrica: la Sintesi Proteica 3.1 Espressione Proteica e Conduttanze di Membrana 3.2 La Dinamica del Calcio Intracellulare 3.3 Introduzione della Regolazione Dinamica 3.4 Proprietà del Modello Regolato 3.5 Analisi della Regolazione Dinamica 3.6 Robustezza del Modello Regolato Dinamicamente DIBE - Università degli Studi di Genova b Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 3.7 Dinamica del Calcio Approssimata 3.8 Introduzione della Regolazione Dinamica nel Modello Integra-e-Spara 3.9 Attività Elettrica Strutturata e Robustezza • Capitolo 4: Modello Matematico di una Rete di Neuroni 4.1 La Sinapsi 4.2 Cinetica Stocastica per una Sinapsi Chimica 4.3 Dinamica Deterministica per la Sinapsi Chimica 4.4 Il Fenomeno della Sincronizzazione dell’Attività 4.5 Simulazione di Reti Estese 4.6 Sintesi Proteica e Sinapsi Eccitatoria 4.7 Sintesi Proteica nel Modello Integra-e-Spara 4.8 Integratore o Rilevatore di Coincidenze? • Capitolo 5: Crescita Cellulare e Auto-organizzazione 5.1 Sviluppo del Sistema Nervoso 5.2 Il Modello di Crescita 5.3 Evoluzione dell’Efficacia Sinaptica 5.4 Simulazione del Modello di Crescita 5.5 Risultati delle Simulazioni 5.6 Auto-organizzazione della Topologia • Conclusioni e Prospettive Future • Appendice A DIBE - Università degli Studi di Genova c Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica • Appendice B • Riferimenti Bibliografici DIBE - Università degli Studi di Genova d I miei ringraziamenti vanno al Prof. Massimo Grattarola, per avermi dato la possibilità di approfondire questi argomenti, tracciando la strada… e permettendomi di trovarla anche dentro di me. Senza la sua guida avrei sicuramente smarrito la rotta, perdendomi nei miei slanci meno intelligenti. Al Dott. Marco Bove, il cui inestinguibile entusiasmo e la brillante curiosità sono state per me vero motivo di crescita. Quelle conversazioni ..improvvise, ..sincopate.. e così emozionanti hanno arricchito e stimolato la mia mente. alla mia famiglia , perché ha creduto nei miei interessi e mi ha consentito di svilupparli, “sopportando” il mio freddo nervosismo per trasformarlo in meraviglioso affetto. al Prof. Mauro Parodi, Ing. Martinoia, Walter, e ancora Ivano, Roberto, Davide, Marco, Simona, Fabia, e ..in particolare a Laura.. piacevolissima compagna di ..nuotata! In questi mesi moltissime altre persone mi hanno dato conforto e aiuto, anche solo regalandomi un sorriso in una giornata di pioggia: se ho dimenticato di citare qualche nome, la colpa è della mia testa.. non del mio cuore. Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Introduzione Lo studio della dinamica di una rete di neuroni è un problema fondamentale di ricerca nelle neuroscienze. Questa disciplina di recente definizione, tende ad unire aree scientifiche dalle tradizioni assai differenti, come la neurofisiologia e la neuroanatomia, la biochimica e la genetica, la psicologia cognitiva, l’intelligenza artificiale e la teoria formale delle reti neurali, nel tentativo di elaborare una rappresentazione completa e soddisfacente della fisiologia del sistema nervoso di un essere vivente, di modificare situazioni patologiche oltreché di progettare sistemi artificiali forniti di comportamenti ispirati dalla neurobiologia. Figura I.1: Confronto fra le dimensioni di un neurone piramidale e un microelettrodo, per misurazioni elettrofisiologiche. DIBE – Università degli Studi di Genova i Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Lo scopo di questa tesi è stato quello di indagare le proprietà di autoorganizzazione e di differenziamento funzionale del sistema nervoso di un essere vivente, tipiche dell’embriogenesi. Attraverso la semplificazione della descrizione matematica di alcuni fenomeni bioelettrochimici dipendenti dall’attività elettrica, quali la sintesi proteica, l’elongazione neuritica e la sinaptogenesi, sono stati ridotti drasticamente i tempi richiesti per la simulazione al calcolatore della dinamica di una rete di neuroni in fase di organizzazione, con la prospettiva di mantenere un’elevata corrispondenza e consistenza con i risultati sperimentali. Con il progredire delle tecniche di misura elettrofisiologica (Neher et al., ’83) e con le recenti scoperte sull’elaborazione dell’informazione per alcune modalità sensoriali (Hubel, ‘89), si stanno delineando sempre più chiaramente i contorni di una caratterizzazione delle proprietà di autoorganizzazione delle popolazioni di neuroni, e delle basi cellulari di forme elementari di comportamento, quali la generazione di attività ritmica per il controllo motorio, e semplici forme di apprendimento. Gli aspetti formali di questi studi hanno contribuito a delineare una nuova area di ricerca identificata come neuroscienza computazionale, il cui scopo è quello di riconoscere, attraverso la modellistica matematica e la simulazione al calcolatore del sistema nervoso, il contenuto di informazione dei segnali biologici a differenti livelli. Il comportamento estremamente ricco e complesso manifestato dalle cellule nervose reali, rende molto complessa la formulazione di descrizioni dettagliate e precise del funzionamento anche di un singolo neurone, e in questi ultimi anni vari modelli sono stati sviluppati, dei quali un’ampia classe gode delle stesse caratteristiche qualitative. Esistono due approcci per lo studio dei fenomeni dell’eccitabilità e dell’elaborazione neuronale dell’informazione afferente: il primo descrive con precisione i fenomeni di trasporto ionico attraverso una membrana biologica, mentre il secondo individua relazioni fra ingresso e uscita, per un insieme arbitrario di grandezze misurabili. Con riferimento al primo dei due, la maggior parte dei DIBE – Università degli Studi di Genova ii Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica modelli descritti in letteratura (Morris et al., ’81; Chay, ’90; Buchholtz et al., ‘92) mantiene lo stesso formalismo originalmente proposto da Hodgkin e Huxley (Hodgkin et al., ’52), premi Nobel per la fisiologia negli anni '50: il repertorio comune a molti fenomeni eccitabili o oscillatori viene brillantemente descritto dall’ipotesi di una dipendenza non lineare delle caratteristiche di permeabilità ionica di membrana, dal potenziale elettrico ai capi della stessa (si veda il primo capitolo). Esistono naturalmente moltissimi livelli intermedi di descrizione: quando lo scopo è ottenere una più approfondita comprensione delle strategie usate dal sistema nervoso per elaborare l’informazione afferente ed efferente, la scelta del modello è fortemente condizionata dalla disponibilità di dati sperimentali neurobiologici, dal momento che non tutte le caratteristiche e le grandezze fisiche di interesse sono direttamente accessibili macroscopicamente. In questa tesi sono state ignorate le fenomenologie spazio-varianti e la propagazione dei segnali nervosi e i meccanismi di trasduzione, elaborazione e trasmissione dell’informazione associata ai segnali biologici sono stati riguardati come fenomeni puntuali e localizzati. Nel primo capitolo, è stata approfondita la natura stocastica e discreta dei processi che governano il trasporto ionico, la generazione e la propagazione del segnale nervoso (DeFelice et al., ’83). La ricchezza di questa descrizione consente di giustificare in modo molto semplice alcune proprietà e fenomenologie di ordine superiore, quale l’attività elettrica spontanea (DeFelice et al., ’93; Chow et al., ’96). Tale caratteristica emerge naturalmente dalla dinamica collettiva e dalle fluttuazioni spontanee dello stato conformazionale dei canali ionici, e se in un sistema sensoriale quasi certamente potrebbe risultare dannosa, il suo ruolo in altre parti di un sistema nervoso preposte alla pianificazione, alla coordinazione e al controllo motorio potrebbe addirittura essere indispensabile, in vista di una inibizione di comportamenti riflessi non appropriati o la generazione di risposte di tipo completamente nuovo. DIBE – Università degli Studi di Genova iii Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Nel secondo capitolo è stata esaminata una procedura matematica formalmente giustificata, di riduzione dei modelli biofisici verso un modello semplificato noto in letteratura come modello integra-e-spara (Destexhe, '97; Amit et al., '96; Hopfield et al., '95; Abbott et al., '90). Questo procedimento ha permesso di mantenere una stretta correlazione con i parametri e con i comportamenti previsti dalle descrizioni più dettagliate, guadagnando diversi ordini di grandezza relativamente ai tempi richiesti per la simulazione al calcolatore, specie nel caso di reti estese e densamente interconnesse. La stessa attività spontanea è stata recuperata in questa descrizione ridotta, insieme agli strumenti di analisi sviluppati per i modelli completi, e nella maggior parte dei casi si è potuto giungere alla derivazione di risultati significativi in forma chiusa. Esiste però, una vasta evidenza sperimentale che l’interpretazione comune a questi modelli matematici sia imprecisa, quando si consideri una scala temporale caratteristica dei processi metabolici, quali l’espressione genetica e la sintesi proteica (Abbott et al., ’93). I neuroni biologici mantengono le proprie caratteristiche elettriche in una varietà di condizioni diverse, nonostante la crescita cellulare, la rimozione proteica dei canali di membrana e la variabilità della composizione ionica extracellulare. Pertanto sembra pertinente l’estensione dei modelli di membrana eccitabile verso una comprensione più dettagliata dei processi metabolici che caratterizzano l’evoluzione di una singola cellula nervosa. Dai punti di vista embriogenetico e ontogenetico, la sintesi proteica e quindi il meccanismo di controllo della distribuzione dei recettori di membrana e dei canali ionici, deve per esempio garantire una stazionarietà di comportamento, in condizioni di grande variabilità. Queste proprietà sono state analizzate e trasposte nel modello ridotto, completando la sua descrizione con le stesse equazioni approssimate, descriventi i fenomeni di sintesi proteica. Nel quarto e nel quinto capitolo vengono poste le basi per lo sviluppo di simulazioni di reti estese, e di modelli complessi di descrizione della connettività tempo-variante delle stesse. La maggior parte delle cellule DIBE – Università degli Studi di Genova iv Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica nervose di un essere vivente si organizza in reti neuronali funzionalizzate nel corso dell’embriogenesi. Fra gli innumerevoli fattori che influenzano la struttura definitiva, è ormai chiaro che l’attività elettrica gioca un ruolo predominante (Nelson et al., ’89; Fields et al., ’92). Molti meccanismi che determinano la connettività sinaptica, come la crescita neuritica, il comportamento del cono di crescita (struttura progenitrice delle sinapsi), la morte cellulare, la sinaptogenesi e le variazioni dell’efficacia sinaptica sono processi modulati dall’attività elettrica. Questa per esempio, è in grado di arrestare la crescita delle arborizzazioni neuritiche, e di generare delle retrazioni o delle alterazioni morfologiche nel cono di crescita (Fields et al., ’92; van Ooyen et al., ’94). Il risultato di questi processi è una reciproca influenza fra lo sviluppo della struttura, della funzione e della connettività e l’attività della rete stessa, caratteristica dei sistemi auto-organizzanti. La particolare forma delle equazioni che descrivono il modello integra-e-spara consente l’impiego dello stesso schema di connettività utilizzato nei modelli complessi, garantendo l’ottimizzazione delle procedure di simulazione e rendendo possibile lo studio di reti dinamiche auto-organizzanti. In tale prospettiva, appare delinearsi più chiaramente l’idea che in condizioni diverse, una cellula nervosa possa modificare le proprie caratteristiche intrinseche, al fine di mantenere un particolare programma di attività elettrica. Sperimentalmente, è stata data dimostrazione di una quantità di meccanismi dipendenti dall’attività elettrica, quali plasticità sinaptica (Nelson et al., ’89), meccanismi dipendenti dalla concentrazione di calcio intracellulare (Fields et al., ‘92; van Ooyen, ’94), l’attivazione neuronale di geni regolatori, variazioni strutturali (Turrigiano et al., ’95) e reattività ai fattori neurotrofici durante la sinaptogenesi (Barinaga, ’95), e la simulazione di questi processi al calcolatore, permette di giungere ad una comprensione più profonda delle relazioni e dipendenze causali fra le varie grandezze elettriche e biochimiche. DIBE – Università degli Studi di Genova v Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Capitolo 1 Meccanismi di Trasporto Attraverso una Membrana Biologica 1.1 Elettrochimica delle Membrane Biologiche Come ogni altra cellula di un organismo vivente, un neurone è dotato di una membrana plasmatica. Negli anni ‘70, fu avanzata l’ipotesi che i due strati costituenti tale membrana fossero formati dalla giustapposizione di molecole fosfolipidiche orientate in senso opposto. E’ infatti proprietà di tali sostanze assumere in soluzione acquosa, un’organizzazione tridimensionale di questo tipo, in virtù delle caratteristiche idrofobiche e idrofiliche delle code lipidiche e delle teste fosforilate, rispettivamente, che le compongono. Di notevole rilevanza, è la capacità di questa struttura di ostacolare il passaggio di sostanze elettricamente cariche. Mentre i dipoli di acqua, dotati di piccole dimensioni e privi di carica elettrica netta, possono attraversare DIBE – Università degli Studi di Genova 1 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica facilmente tale barriera, così non avviene per i sali e per i composti insolubili in acqua. Se da un lato l’insorgenza di questa proprietà garantisce la segregazione spaziale del citoplasma della cellula dall’ambiente esterno, dall’altro richiede opportuni meccanismi funzionali per il trasporto dei vari tipi di ioni e molecole, indispensabili per il metabolismo cellulare. In generale, questi meccanismi possono essere classificati in due famiglie: meccanismi di trasporto attivo e passivo. Nei primi è indispensabile la presenza di reazioni chimiche esoergoniche, ovvero è necessaria una spesa energetica per mantenere un flusso di materia da un estremità all’altra della membrana. Al contrario, il trasporto passivo non richiede spesa energetica alcuna, e lo scambio avviene in virtù di gradienti elettrochimici indotti dalla particolare composizione chimica del citoplasma e del fluido intercellulare. L’instaurarsi di una differenza di potenziale elettrico fra l’interno e l’esterno della membrana, così importante per la trasduzione, l’elaborazione e la trasmissione dell’informazione nervosa, è riconducibile proprio ai sistemi di trasporto. E’ importante allora caratterizzare quantitativamente la dinamica del potenziale elettrico, attraverso lo studio delle caratteristiche di permeabilità della membrana e dei gradienti di concentrazione degli ioni, unici portatori di carica elettrica in ambiente liquido. 1.2 Energia Libera di Gibbs Per studiare più in dettaglio gli scambi ionici che avvengono attraverso una membrana biologica, è necessario fare alcune semplificazioni e assunzioni. E’ possibile riguardare la soluzione interna alla membrana plasmatica come un sistema termodinamico aperto, ossia una parte di spazio soggetta a scambi di energia e materia con l’ambiente circostante. In prima approssimazione, l'interno e l'esterno della membrana cellulare sono assimilabili a due compartimenti semi-infiniti, costituiti da soluzioni ioniche DIBE – Università degli Studi di Genova 2 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica variamente concentrate. Si definisce energia libera di Gibbs la seguente funzione di stato per tale sistema: (1.1) G = E tot + p ⋅ V − T ⋅ S dove Etot è l’energia totale (inclusa l’energia interna U e tutti i termini energetici di tipo macroscopico), p è la pressione del soluto nella soluzione, V è il volume totale disponibile, T è la temperatura assoluta e S l’entropia. Attraverso il primo e il secondo principio della termodinamica, può essere dimostrato che una variazione isoterma e isobara di G, equivale ad uno scambio energetico di tipo lavoro, a meno di una generazione di entropia δSgen (eq. 1.2). (1.2) − (dG ) T,p = dL e + T ⋅ δS gen δS gen ≥ 0 Se il soluto esercita un lavoro positivo sull’ambiente esterno, secondo la convenzione classica, l’energia libera di Gibbs decresce, mentre aumenta in conseguenza di una somministrazione energetica dall’esterno sul sistema (metabolismo cellulare). Tale grandezza rappresenta quindi la potenzialità del sistema a compiere lavoro, benché data la inevitabile generazione entropica delle trasformazioni reali, una sua variazione è sempre maggiore della quantità di lavoro effettivamente compiuto. 1.3 Potenziale Elettrochimico di una Sostanza Un tipico esempio di scambio energetico di tipo lavoro dLe è il lavoro speso per spostare una mole di uno ione generico, attraverso la membrana. Un fenomeno di questo tipo richiede l’instaurarsi di una driving-force, ossia un campo di forze agente sulle molecole, in generale dotate di carica elettrica. Si definisce ψ il potenziale elettrico in un punto e µh il potenziale chimico DIBE – Università degli Studi di Genova 3 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica per la specie chimica h-esima nello stesso punto. Intendendo con de, la carica infinitesima associata ad una quantità di moli infinitesima dnh della sostanza di tipo h-esimo, il lavoro dLe assume la forma indicata dall’equazione 1.3: (1.3) dL e = ψ ⋅ de + ∑µ h ⋅ dn h h Questa espressione può ovviamente essere riscritta (eq. 1.5), ricordando che se zh è la valenza chimica della specie h-esima, allora la carica elementare associata ad una quantità dnh di sostanza è proporzionale a dnh e a zh. In totale vale che: (1.4) de = ∑ z h ⋅ F ⋅ dn h , dove F è la costante di Faraday h (1.5) dL e = ∑( µ h + z h ⋅ F ⋅ ψ) ⋅ dn h h Sostituendo l’equazione 1.5 nella 1.2, risulta che una variazione di G = G(T, p, n1, n2, ...) è pari a (1.6) dG = −S ⋅ dT + V ⋅ dp − ∑( µ h + z h ⋅ F ⋅ ψ) ⋅ dn h h ovvero risulta, per il teorema di derivazione delle funzioni composte, che la componente del gradiente di G, relativa a nh , fissate temperatura assoluta, entropia, pressione e concentrazione di ogni altra nk con k ≠ h, è il coefficiente che moltiplica dnh nella 1.6. Formalmente, si può allora definire: (1.7) ∂G = µh ∂n h T , S , p , n µh = µh + zh ⋅ F ⋅ ψ k DIBE – Università degli Studi di Genova 4 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Questa quantità prende il nome di energia libera molare parziale o potenziale elettrochimico, e rappresenta la variazione dell’energia libera del sistema, a seguito dello scambio di una mole di sostanza di tipo h-esimo, quando T, S, p e la composizione di ogni altra sostanza sono fissate. Sarà chiaro inoltre che un gradiente d µ h fra due punti qualsiasi dello spazio, induce un flusso netto della sostanza h-esima, dal momento che a parità di ogni altra quantità del sistema, G non può che variare a spese di uno scambio di materia, cioè una variazione dnh. Allora l’energia libera molare è il descrittore termodinamico a cui riferire i fenomeni di diffusione in soluzione, sia nel caso di composti elettroneutri, sia nel caso di cationi e anioni. Esplicitando le dipendenze funzionali di tale grandezza, in un sistema ideale infinitamente diluito, la variazione di energia libera molare parziale può pure essere espressa come (1.8) dµ h = z h ⋅ F ⋅ dψ + R ⋅ T ⋅ d( ln c h ) ch = nh V dove ch è per definizione, la concentrazione molare della specie ionica hesima, R è la costante dei gas perfetti e T la temperatura assoluta. Un tale gradiente elettrochimico induce quindi un campo di forze conservativo che per mole di sostanza h-esima assume, nel caso monodimensionale, la forma dell’equazione 1.9. (1.9) fx = − ∂µ h ∂x DIBE – Università degli Studi di Genova 5 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.4 Modello Circuitale Equivalente di Membrana Numerosi studiosi di biofisica delle membrane cellulari, fra cui i premi Nobel Hodgkin e Huxley, hanno basato la formulazione dei modelli di descrizione del potenziale elettrico di membrana, essenzialmente sull’assunzione che i processi di permeazione ionica possano essere approssimati da fenomeni di tipo continuo e deterministico (Hodgkin et al., ‘52). In altri termini, se consideriamo un problema monodimensionale di attraversamento di una membrana di spessore ∆x in una direzione, e di estensione infinita in tutte le altre direzioni, possiamo assumere che le proprietà di permeabilità ionica siano uniformemente distribuite su tutta la superficie, e definire il flusso molare monodimensionale per unità di superficie, nel modo seguente: (1.10) J h = 1 ⋅ A ∫∫ c h ⋅ w h ⋅ dA A Nella definizione 1.10, la doppia integrazione è estesa ad una generica superficie di area A. Se la superficie è sufficientemente piccola, tale da poter considerare la velocità di attraversamento wh di uno ione uniforme in ogni punto, si può scrivere la seguente equazione: (1.11) J h ≅ 1 ⋅ c ⋅ w h ⋅ A = ch ⋅ w h A h wh ∝ − ∂µ h ∂x dove si è assunta l’esistenza di attriti viscosi, nell’esprimere la velocità di uno ione generico wh proporzionale all’intensità del campo di forze e quindi al gradiente di potenziale, in condizioni isotermobariche. Le condizioni necessarie per il trasporto di massa attraverso una membrana quindi, sono una differenza di potenziale elettrico dψ e/o una differenza di concentrazione di una stessa specie ionica, ai capi opposti della membrana. DIBE – Università degli Studi di Genova 6 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Sotto l’ipotesi che le proprietà di permeabilità della membrana plasmatica siano uniformi, possiamo integrare ai capi della membrana l’equazione 1.12, che rappresenta il flusso ionico totale, ottenendo l’equazione 1.13. (1.12) ∑J h (1.13) h = ∑u h ⋅ ch ⋅ h d ( R ⋅ T ⋅ ln c h + z h ⋅ F ⋅ ψ) dx ∑ z h ⋅ F ⋅ J h = ∑ ∫0 h h ∆x −1 c h IN R ⋅T ⋅ ⋅ ln EXT − ∆ψ 2 ch u h ⋅ c h ⋅ ( z h ⋅ F) z h ⋅ F dx Nell’ultima equazione, si è indicata con uh la mobilità della specie chimica h-esima attraverso un punto generico della membrana. L’equazione 1.13 identifica un circuito elettrico equivalente, dal momento che formalmente, essa può essere riguardata come la condizione di solenoidalità dei flussi di densità di corrente di conduzione, attraverso la membrana. In altri termini, essa corrisponde all’equazione di Kirchoff ad un nodo di un circuito, nella topologia indicata in figura 1.1. ∆ψ IN EXT Fig. 1.1: Trasporto ionico e circuito elettrico equivalente. DIBE – Università degli Studi di Genova 7 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica I generatori indipendenti di tensione rappresentano il potenziale di equilibrio c h IN R ⋅T di Nernst, ossia il termine ⋅ ln EXT coincidente con quel valore di zh ⋅ F ch ∆ψ per il quale non si ha alcun flusso netto della specie ionica h-esima. Le conduttanze ∫0 ∆x (per unità di superficie) di valore pari a −1 dx 2 per ogni h, poste in serie a ciascun generatore di u h ⋅ c h ⋅ ( z h ⋅ F) tensione, dipendono in prima approssimazione dal termine di mobilità uh attraverso la membrana, per ciascuno ione. Se da un lato l’approccio modellistico elettrico ha il pregio di rappresentare in modo immediato i contributi al potenziale di membrana dovuti alle singole specie ioniche, dall’altro deve essere adoperata molta cautela nell’interpretazione di alcuni risultati. A rigore infatti i formalismi elettrotecnici e le equazioni fondamentali di Kirchoff non fanno alcuna distinzione fra le diverse specie ioniche. Queste leggi non discriminano fra un elettrone trasportato da uno ione Cl- e un elettrone trasportato da HCO3-, come pure non possono distinguere fra la corrente elettrica dovuta ad un flusso di un anione monovalente in una direzione o la corrente dovuta ad un flusso di un catione monovalente nella direzione opposta (Schultz). Riassumendo, il circuito equivalente schematizzato in figura 1.1, rappresenta l’equivalente di un patch di membrana di estensione A, dotata di proprietà di permeabilità spazialmente uniformi, che separa due compartimenti semi-infiniti in cui le concentrazioni molari delle specie ioniche sono ch IN e ch EXT , per ogni h-specie. Molto interessante è la forma matematica di queste correnti ioniche: queste sono ohmiche, ovvero proporzionali alla differenza di potenziale, attraverso un termine di conducibilità elettrica equivalente. Questa descrizione costituisce un’approssimazione particolarmente accurata, quando la concentrazione degli ioni in soluzione non sia troppo elevata. DIBE – Università degli Studi di Genova 8 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dal punto di vista sperimentale comunque, anche nel caso di una membrana completamente impermeabile al passaggio di ioni può essere rilevata una corrente elettrica, a seguito di una variazione del potenziale elettrico. L’effetto di una variazione della carica, accumulata ai capi della membrana, è quello di generare una corrente di spostamento, dovuta essenzialmente alle caratteristiche strutturali del doppio strato lipidico. La regione idrofoba, come già osservato, può essere pensata con ottima approssimazione come un dielettrico ideale, interposto a due strati conduttori. Sotto l’ipotesi di sovrapposizione lineare di tale corrente di spostamento, alle correnti ioniche ohmiche definite prima, la distribuzione di carica elettrica è la medesima che si instaura sulle armature di un condensatore posto in parallelo al circuito elettrico precedente (figura 1.2). ∆ψ IN EXT Fig. 1.2: Modello circuitale equivalente completo di effetti capacitivi. 1.5 Equazione del Potenziale Elettrico di Membrana Sono state chiarite le modalità con le quali è possibile un flusso di corrente ionica attraverso una membrana, quando esistano condizioni di permeabilità DIBE – Università degli Studi di Genova 9 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica per quella specie ionica. E’ allora possibile analizzare la dinamica temporale e spaziale del potenziale elettrico ai capi della membrana plasmatica di una cellula nervosa e studiarne le proprietà di eccitabilità. Consideriamo ancora l’equazione 1.13. Questa equazione può essere completata dal principio di conservazione della carica elettrica, partendo dalle equazioni fondamentali dell’elettromagnetismo. Si scriva la prima equazione di Maxwell: (1.14) ∇ ∧ H = J + ε ⋅ ∂E ∂t Al primo membro compare il rotore di H , vettore campo magnetico, mentre al secondo membro, J rappresenta il vettore densità di corrente di conduzione, E il vettore campo elettrico e ε la permettività elettrica del mezzo. Per le proprietà dell’operatore rotore, applicando la divergenza ad ambo i membri si ottiene la seguente: ∂E (1.15) 0 = ∇ ⋅ ( ∇ ∧ H ) = ∇ ⋅ J + ε ⋅ ∂t Infine per il teorema di Gauss in forma locale, ∇ ⋅ E = ρ , con ρ la densità di ε carica volumetrica, e per la linearità dell'operatore divergenza, segue che la variazione temporale della carica libera contenuta in una qualunque superficie chiusa è la risultante algebrica delle correnti che la attraversano (eq. 1.16): (1.16) dQ = dt ∫∫ J ⋅ ds = I tot Il secondo membro di tale equazione, coincide con il primo termine della 1.13. Vengono così inclusi gli effetti capacitivi del doppio strato DIBE – Università degli Studi di Genova 10 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica fosfolipidico, in prima approssimazione modellati da un condensatore a facce piane parallele, di capacità C. Si può allora scrivere un’equazione differenziale per il potenziale di membrana del tipo seguente, essendo Q = C ⋅ ∆ψ per definizione di capacità elettrica: (1.17) dC ⋅ ∆ψ = dt ∑z h ⋅F⋅Jh = h ∑g ⋅(E h h − ∆ψ) h c IN R⋅T (1.17a) E h = ⋅ ln hEXT zh ⋅ F ch g h = ∫0 ∆x 2 u h ⋅ c h ⋅ ( z h ⋅ F) −1 dx Per come è stato definito, ∆ψ è pari alla differenza del potenziale elettrico intracellulare e di quello extracellulare, ossia ∆ψ = ψ IN - ψ EXT, in accordo con la convenzione biofisica, e d’ora in avanti si chiamerà V = ∆ψ. Giacché la struttura del doppio strato fosfolipidico è stabile nel tempo, alla superficie della membrana le caratteristiche geometriche dell’equivalente chimico delle armature di un condensatore sono tempo-invarianti e di conseguenza pure il valore della capacità C. Riscriviamo allora l’equazione 1.17, portando C fuori dal segno di derivata temporale: (1.18) C dV = dt ∑g ⋅(E h h − V) h Occorre chiarire che V è il valore del potenziale ai capi della membrana cellulare all’istante t, posseduto da ogni punto del patch di membrana. In altri termini, l’equazione 1.18 vale solo nell’ipotesi in cui tutti i punti in esame siano caratterizzati dallo stesso valore di V (ipotesi di space clamp). Una formulazione più generale dell’equazione 1.18, che tenga conto delle disomogeneità della distribuzione del potenziale, oltreché degli eventuali fenomeni di propagazione, è formalizzabile come un’equazione alle derivate DIBE – Università degli Studi di Genova 11 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica parziali in cui si includono i termini di permeabilità ionica citoplasmatica (rint-1) e le dipendenze spaziali dei parametri (1.19). (1.19) 1 ∂ 2 V( x , t ) ∂V( x, t) ⋅ = C(x) ⋅ − 2 rint (x) ∂t ∂x ∑g h ( x) ⋅ ( E h ( x ) − V ( x , t )) h Questa rappresenta l’evoluzione dinamica di un circuito elettrico a parametri distribuiti e deve essere impiegata quando siano rilevanti gli effetti propagativi e le disomogeneità spaziali. La determinazione del valore della velocità di propagazione di una perturbazione di V(x,t), fu condotta per la prima volta nelle fibre nervose di rana, da Helmholtz, personalità centrale nello sviluppo dell'elettromagnetismo. Non a caso, dunque, l’equazione 1.19 discende direttamente dalla teoria elettromagnetica delle linee di trasmissione che riesce a descrivere con successo, la trasmissione nervosa anche in configurazioni geometriche complesse dei processi neuritici. Per semplicità, verranno trascurati fenomeni di questo tipo, e sarà presa in considerazione soltanto l’ipotesi di space clamp. Dal punto di vista della consistenza con la realtà, molti processi naturali di interesse neurobiologico sono caratterizzati dalle condizione di space clamp: varie strutture dell’anatomia di una cellula nervosa, come la parte iniziale dell’assone (hillock) e i nodi di Ranvier, sono di piccole dimensioni e approssimativamente isopotenziali (Strassberg et al., ‘93). Si inizia la caratterizzazione dei parametri che compaiono nella 1.18: si osserva sperimentalmente che le specie ioniche tipiche sono il cloro, il potassio, il sodio, il calcio e il magnesio, anche se il ruolo preponderante viene unanimemente attribuito alle prime tre. La tabella 1.1 riporta i valori indicativi delle concentrazioni di queste specie ioniche all’interno e all’esterno della membrana citoplasmatica. DIBE – Università degli Studi di Genova 12 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Ione Interno Esterno K+ 400mM (10)mM 50mM 460mM Ca (.4)mM 10mM Mg2+ 10mM 54mM Cl- 40 - 150mM 560mM Na+ 2+ Tabella 1.1: Concentrazioni saline per l’assone gigante di calamaro (Shepard, ‘88) . Per definizione, il potenziale di equilibrio per ciascuna delle specie ioniche è calcolabile secondo la 1.17a, e i valori indicativi sono riportati di seguito. Ione Eh K+ 96mV Na+ 58mV Ca2+ 84mV Mg2+ 44mV Cl- 46mV Tabella 1.2: Valori dei potenziali di equilibrio ionico. Questi valori sono tutti diversi da zero, dal momento che esistono gradienti di concentrazione fra l’interno e l’esterno della membrana. Se il sistema si portasse all’equilibrio con il suo ambiente esterno, in un tempo più o meno lungo (tempo di rilassamento) i valori delle concentrazioni si eguaglierebbero annullando il rispettivo potenziale d’equilibrio. Questo non DIBE – Università degli Studi di Genova 13 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica avviene essenzialmente per due ragioni: in condizioni normali la membrana è impermeabile al passaggio di ioni sodio, mentre ammette il trasporto di ioni potassio dall’interno all’esterno, in accordo con il potenziale elettrochimico presente. Questa condizione di stazionarietà si oppone alla naturale tendenza all'equilibrio termodinamico, e non è chiaramente deducibile dall’analisi svolta fino a questo momento. E’ indispensabile, per completare la trattazione, includere quei meccanismi di trasporto attivo, capaci di mantenere lontano dall’equilibrio il sistema, a spese di energia metabolica. Più in dettaglio, fra questi meccanismi deve esistere un processo di trasporto ionico, contro i gradienti elettrochimici, ovvero un meccanismo di pompa metabolica. Nell’equazione 1.13, dovrebbero allora comparire nuovi termini al secondo membro, elettricamente equivalenti a dei generatori indipendenti di corrente. Secondo questo schema, la condizione di sbilanciamento nelle concentrazioni ioniche può essere mantenuta indefinitamente. Tipicamente comunque, i fenomeni di quest’ultimo tipo, interessano una scala temporale più lenta rispetto alle costanti di tempo elettriche e chimiche dell’equazione 1.13. Sotto questa ipotesi è possibile, assumere assente, sul breve termine, l'effetto delle variazioni nella concentrazione intracellulare ed extracellulare, assumendo il valore dei potenziali nernstiani come fissato nel tempo. 1.6 Dinamica delle Conduttanze di Membrana e Modello di Hodgkin-Huxley Fino a questo punto le proprietà di una cellula nervosa sono le stesse di una qualunque altra cellula di un organismo vivente. Infatti, la quasi totalità delle membrane cellulari prevede i meccanismi di trasporto citati, ed è soggetta a gradienti ionici del tipo descritto. La caratteristica essenziale che distingue un neurone dalle altre cellule, è la capacità di variare transitoriamente il potenziale di membrana, in risposta ad un’alterazione DIBE – Università degli Studi di Genova 14 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica nelle concentrazioni o ad uno stimolo esterno. Si dirà allora che un neurone è una cellula eccitabile, ovvero il potenziale di membrana non resta fissato nel tempo. Altri esempi di cellule eccitabili sono dati dalle fibre muscolari e dalle cellule pancreatiche β. La proprietà di eccitabilità fu studiata nel dettaglio da Hodgkin e Huxley attorno agli anni '50, e per primi compresero che l’insorgenza di una rapida depolarizzazione della membrana, seguita da una immediata iperpolarizzazione, era consistentemente riconducibile ad una variazione nel tempo dei valori di conduttanza elettrica: le permeabilità ioniche indicate nella 1.18 dovevano essere necessariamente tempo-varianti. Essi ipotizzarono che il campo elettrico indotto dal potenziale di membrana, dovesse avere un qualche effetto sulla distribuzione superficiale o sulla struttura interna di molecole cariche, o dotate almeno di un momento di dipolo elettrico, e che queste fossero responsabili del passaggio degli ioni attraverso la membrana: i canali ionici. Il sistema di equazioni differenziali proposto per descrivere V(t), considera ogni gh, come una quantità proporzionale alla frazione dei canali permeabili in un dato istante. Hodgkin e Huxley supposero che a regime, la popolazione di tali canali dovesse trovarsi all’equilibrio termodinamico, ovvero seguire la distribuzione di Boltzmann (1.20). Se indichiamo a regime con n d ∞ , la frazione deterministica di canali nello stato permeabile, e quindi con (1- n d ∞ ) la frazione di essi nello stato che rende impossibile il passaggio ionico, possiamo scrivere che: (1.20) n d ∞ = (1 − n d ∞ ) ⋅ e − ∆G KT all’equilibrio termodinamico. A meno di una costante arbitraria, ∆G rappresenta l’energia libera di Gibbs, che può essere pensata funzionalmente dipendente dal potenziale V, attraverso la dipendenza dal lavoro compiuto dalle forze del campo elettrico. In altri termini possiamo scrivere la seguente equazione. DIBE – Università degli Studi di Genova 15 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.21) ∆G = − ∆L e + T ⋅ ∆S gen ≅ − ∆L e ∆L e = z ⋅ q ⋅ V + ∆W Questa equazione segue dalla 1.2, trascurando i processi dissipativi e gli attriti (∆Sgen = 0), che comunque spostano solo l’efficienza del sistema e non ne modificano la dinamica. ∆W < 0 è il lavoro speso quando V = 0, q è la carica elementare dell’elettrone e z la valenza chimica equivalente delle molecole ipotizzate da Hodgkin e Huxley. Se z < 0 e V è sufficientemente grande, si può considerare ∆G ≈ z ⋅ q ⋅ V , e riscrivendo la 1.20, si ottiene una nota dipendenza sigmoidale (1.22) dal potenziale di membrana, rappresentata in figura 1.3. (1.22) n d ∞ = (1 − n d ∞ ) ⋅ e − z⋅q⋅ V K⋅T 1 ⇒ nd∞ = 1+ e − z⋅q ⋅V K⋅T In queste ipotesi si è pertanto dimostrato che a regime, per ogni h-specie ionica g ∞ è proporzionale a n d ∞ , ovvero ad una quantità che dipende dal tempo attraverso V(t). 0.8 0.4 0.0 -4 0 4 V Fig. 1.3: Dipendenza sigmoidale dal potenziale elettrico, delle conduttanze di membrana a regime. DIBE – Università degli Studi di Genova 16 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Questa particolare dipendenza, dedotta con considerazioni termodinamiche, chiarisce come la permeabilità della membrana ad una data specie ionica possa essere elevata ad un dato valore del potenziale di membrana, e trascurabile per un altro valore, rendendo verosimile l'ipotesi di Hodgkin e Huxley, che le transizioni di V(t) siano il risultato di fenomeni autorigeneranti e legati solo alle proprietà di permeabilità ionica. Comunque, si comprende presto che una dipendenza funzionale istantanea dal potenziale di questo tipo non è sufficiente a modellare il fenomeno transitorio che si osserva sperimentalmente a seguito di una stimolazione in corrente del patch di membrana: il potenziale d’azione (fig. 1.4). 40 20 0 -20 V (mV) -40 -60 -80 0 10 20 t (msec) Fig. 1.4: Potenziale d’azione. Ipotizzando uno schema cinetico del primo ordine per l’evoluzione temporale della frazione di canali ionici permeabili, e mediante tecniche di interpolazione numerica dei dati sperimentali ottenuti nel caso dell'assone DIBE – Università degli Studi di Genova 17 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica gigante del calamaro, Hodgkin e Huxley derivarono il primo modello matematico di eccitabilità nervosa (Hodgkin et al., ‘52) (eq. 1.23 - 1.26). (1.23) C dV = g l ⋅ ( E l − V) + g K ⋅ n d 4 ⋅ ( E K − V) + g Na ⋅ m d 3 ⋅ h d ⋅ ( E Na − V) + I ext dt L'ultima equazione discende dalla 1.18 e dalle ipotesi e assunzioni sulla dipendenza delle conduttanze di membrana. Vi figurano i valori massimi delle stesse, insieme con opportune variabili di attivazione e inattivazione deterministica (nd, md, hd), che riassumono il concetto di frazione di elementi di una popolazione di canali ionici nello stato permeabile. Queste compaiono elevate alla terza e quarta potenza, per ragioni di interpolazione dei risultati sperimentali, anche se sussistono motivazioni più profonde che verranno esaminate nel paragrafo 1.13 (si veda l'equazione 1.89). Lo schema cinetico del prim’ordine citato (eq. 1.24 - 1.26) dispone di coefficienti di reazione dipendenti dal potenziale V (eq. 1.27 - 1.29). (1.24) dn d = α n ( V) ⋅ ( 1 − n d ) − β n ( V) ⋅ n d dt (1.25) dm d = α m ( V) ⋅ ( 1 − m d ) − β m ( V) ⋅ m d dt (1.26) dh d = α h ( V) ⋅ ( 1 − h d ) − β h ( V) ⋅ h d dt (1.27) α n (V) = 0.01 ⋅ ( V + 55) 1− e (1.28) α m (V) = − V+55 10 01 . ⋅ (V + 40) 1− e − V+40 10 β n (V) = 0125 . ⋅e β m ( V) = 4 ⋅ e − − V+65 80 V+65 18 DIBE – Università degli Studi di Genova 18 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.29) α h ( V) = 0.07 ⋅ e − V+65 20 1 β h ( V) = 1− e − V+35 10 Nella 1.23, compare inoltre una conduttanza identicamente costante nel tempo. Tale è la conduttanza di perdita (leakage), e rappresenta il flusso attraverso la membrana, di ioni Cl- e di altre specie ioniche di minore importanza. I valori dei parametri non ancora esplicitati sono infine i seguenti: Parametro Valore 1µF/cm2 C Capacità di membrana El Potenziale di eq. di perdita -54.4mV + ENa Potenziale di eq. per Na 50mV EK Potenziale di eq. per K+ -77mV gl Conduttanza di perdita 0.3mS/cm2 g Na Conduttanza massima per Na+ 120mS/cm2 gK Conduttanza massima per K+ 36mS/cm2 Tabella 1.3: Valore dei parametri del modello di Hodgkin-Huxley. Si osserva, come era stato anticipato, che i valori di regime di nd, md, e hd hanno dipendenza sigmoidale dal potenziale di membrana, dal momento che annullando il primo membro delle equazioni 1.24 - 1.26, si ottiene rispettivamente: (1.30) n d ∞ = αn αn + βn md ∞ = αm αm + βm hd ∞ = DIBE – Università degli Studi di Genova αm α m + β mg 19 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Il formalismo dalle equazioni 1.18 e 1.23 - 1.26 definisce una classe molto ampia di modelli biofisici di membrana eccitabile (Morris et al., ‘81; Chay, ‘90; Buchholtz et al., ‘92; Turrigiano et al. ‘95). Caratteristica comune è la dinamica associata alle variabili che controllano l’attivazione e l’inattivazione eventuale delle conduttanze ioniche. I vari modelli proposti per numerosi tipi di membrana eccitabile (fibre muscolari, neuroni del ganglio stomatogastrico, neuroni di sanguisuga, neuroni piramidali, cellule pancreatiche β, eccetera) si distinguono dal numero di correnti ioniche che vengono incluse, oppure dalla descrizione di fenomeni di ordine superiore (Rinzel et al.) come il bursting, i fenomeni di accumulo, la sintesi proteica, di cui si può tenere conto complicando le dipendenze dei coefficienti di reazione α e β e la forma delle conduttanze massime di membrana (si veda il capitolo 3). 1.7 Descrizione Discreta di un Canale Ionico E’ già stato sottolineato che le assunzioni di base della trattazione biofisica esaminata sono l’uniformità, la continuità ed il determinismo delle proprietà di permeabilità ionica del patch di membrana. Oggi è noto che la vera natura delle membrane biologiche è tutt’altro che continua, dal momento che i siti di permeabilità ionica sono concentrati e localizzati entro strutture proteiche intercalate al doppio strato fosfolipidico. Tali siti, in grado di modulare nell’intensità le correnti ioniche, sono intrinsecamente governati da una cinetica stocastica e non deterministica. Tale ipotesi fu avanzata fin dalla prima metà degli anni ‘70 (Conti et al., ‘75) sulla base di osservazioni indirette delle fluttuazioni del potenziale di membrana, e poi nel 1980 fu verificata sperimentalmente da Conti, Neher e Sackmann, grazie allo sviluppo di una nuova tecnica di rilevazione elettrofisiologica delle singole correnti di canale: la tecnica del patch clamp. Fu possibile accertare definitivamente che i siti di attraversamento della membrana, per un tipo di DIBE – Università degli Studi di Genova 20 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ione soltanto, sono entità discrete, localizzate e soggette a fluttuazioni statistiche nella conformazione tridimensionale che induce le proprietà di permeabilità. Il contributo al potenziale di membrana è quindi di tipo aleatorio, ed è pensabile come il risultato di una fluttuazione delle proprietà di permeabilità di ciascun canale, amplificata dai gradienti ionici presenti ai capi della membrana cellulare. Infatti, il rumore termico fornisce a questi complessi proteici sufficiente energia da variare temporaneamente la propria conformazione interna, così che essi fluttuano casualmente entro un numero finito di stati discreti stabili (DeFelice et al., ‘93). Storicamente, l’identificazione di questi stati interni, è stata condotta analizzando e interpretando le correnti ioniche rilevate dal singolo canale, e le probabilità di transizione fra questi stati viene assunta dipendente, in modo istantaneo, dal potenziale di membrana e dallo stato stabile attuale, ossia l’intero processo è assunto markoviano. Il risultato netto di questa conversione dell’energia termica in un segnale macroscopico significativo, è la complessa cinetica tempo-variante e dipendente dal potenziale, capace di prevedere tutte le proprietà elettriche macroscopiche. Fig. 1.4a: Rappresentazione schematica della natura discreta del fenomeno di permeabilità ionica. DIBE – Università degli Studi di Genova 21 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dal punto di vista modellistico, può essere data una versione più accurata dell’equazione che descrive l’andamento del potenziale di membrana V(t): (1.31) C dV = g l ⋅ ( E l − V) + dt ∑g h n E V ⋅ ⋅ − ( ) + I ext h h h Ogni conduttanza ionica viene ancora descritta come prodotto fra la conduttanza massima, corrispondente al caso in cui tutti i canali proteici di quel tipo sono nello stato aperto, e la frazione totale di canali in tale stato. Ciascun canale è riguardato come un dispositivo discreto, funzionalmente bistabile fra uno stato aperto e uno stato chiuso. A ciascuno di questi canali è associata una variabile ξh i , dove il primo pedice indica il tipo di ione che viene fatto transitare, e il secondo identifica l’indice del canale proteico. Questa variabile assume il valore 1 quando lo stato funzionale del canale è aperto, e altrimenti il valore 0. Con le definizioni date, si può essere più precisi nell'affermare che per ogni h-specie chimica: (1.32) n h = 1 Nh ⋅ max N h max ∑ξ i =1 hi Nel paragrafo seguente si studierà la natura stocastica di questa variabile aleatoria, definita come somma di variabili aleatorie. Si considererà inoltre una varietà di modelli stocastici di canale proteico, nei quali vale che: kh (1.32a) ξ h = Π γ h jh jh =1 DIBE – Università degli Studi di Genova 22 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica E’ possibile esprimere la variabile associata al canale generico, come prodotto di variabili elementari, che esprimono lo stato conformazionale di singole strutture interne. Nella 1.32, si è indicato con Nh max il numero massimo di canali proteici selettivi al passaggio della specie ionica h-esima, in generale esprimibile in termini di densità superficiale di canali ρh, e di estensione del patch di membrana in esame S. (1.33) N h max = ρh ⋅ S Si vuole subito eliminare un’ambiguità in riferimento alle dimensioni di ciascun termine della 1.31. Se V e Eh sono misurati in mV e t in msec, C viene misurata in µF/cm2, gh in mS/cm2. La corrente esterna Iext viene misurata in µA/cm2, la superficie S in cm2 e la densità ρh in cm-2. Anche se dimensionalmente la capacità, i valori delle conduttanze e la corrente esterna sono relativi all’unità di superficie, nel considerare il numero totale di canali proteici indicato dalla 1.32, si ha comunque una dipendenza dal valore di S. Indicando con I$ ext in µA la corrente esterna assoluta di stimolazione, moltiplicando per S ambo i membri della 1.31 si ottiene: N h max (1.34) ( C ⋅ S) dV = ( g ⋅ S) ⋅ ( E l − V) + ∑ ( g ⋅ S) ⋅ 1 ⋅ ∑ ξ ⋅ ( E h − V) + I$ ext l h h i ρ ⋅S dt Nh max h h i =1 è pur sempre relativo alla dimensione del patch, come si vede raccogliendo una quantità adimensionale, pari a S: la sola differenza formale è il fattore di scalamento della corrente: dV (1.35) C = g l ⋅ ( E l − V) + dt ∑ h N max I$ 1 h ext ξ h i ⋅ ( E h − V) + gh ⋅ ⋅ ρ h ⋅ S i =1 S ∑ DIBE – Università degli Studi di Genova 23 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Fig. 1.5: Particolare del dominio di formazione di un poro proteico: rappresentazione grafica al calcolatore. 1.8 Cinetica Stocastica Riprendendo la 1.32, si osserva che la quantità ξh i associata a ciascun canale è una variabile aleatoria, come pure nh che ne è la sommatoria estesa a tutti i canali del tipo h. In vista di una determinazione formale di alcune proprietà dell’approccio stocastico alla descrizione del fenomeno dell’eccitabilità, è possibile studiare le proprietà statistiche delle variabili citate. Il modello più semplice di un canale proteico voltage-gated, ossia controllato nella permeabilità dalla differenza di potenziale ai capi della membrana, è quello di un dispositivo a due stati conformazionali stabili, per il quale le transizioni da uno stato all'altro siano indipendenti dalla storia precedente, e legate solo allo stato e al potenziale di membrana attuali. Possiamo visualizzare schematicamente questo dispositivo in fig. 1.6, pensando che esso sia completamente caratterizzato dallo stato di una singola struttura molecolare al suo interno, funzionalmente sensibile al DIBE – Università degli Studi di Genova 24 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica potenziale di membrana. Tale struttura può trovarsi in due stati, e d'ora in avanti verrà chiamata gate. CANALE CHIUSO CANALE APERTO gate nello stato chiuso gate nello stato aperto Fig. 1.6: Modello di canale ionico bistabile, ad unico gate indipendente. Noto deterministicamente lo stato occupato inizialmente, introduciamo la seguente notazione per riferirci alla probabilità condizionale di trovare il gate in un certo stato, all'istante attuale. D’ora in avanti si farà riferimento allo stato aperto del gate con la lettera A, e allo stato chiuso con la lettera C. (1.36) dove gate APERTO a t = t ’ PA , K ( t ’) = Pr gate nello stato K a t = 0 gate CHIUSO a t = t ’ PC , K ( t ’) = Pr gate nello stato K a t = 0 K ∈ {A , C} è lo stato posseduto ad un istante iniziale, convenzionalmente fissato a t = 0 e noto. Per la natura non lineare delle interazioni fra campi elettrici e conformazione tridimensionale dei complessi proteici che compongono un canale ionico, introduciamo la probabilità di transizione del gate da uno DIBE – Università degli Studi di Genova 25 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica stato all’altro, dipendente dal valore istantaneo del potenziale di membrana. Per i transitori che stiamo studiando, il potenziale di membrana V(t) può essere considerato costante rispetto al tempo, giacché le sue variazioni temporali dipendono solo dai flussi ionici attraverso i canali aperti. La scala temporale dei fenomeni di attraversamento della membrana attraverso essi, è sicuramente molto maggiore di quella coinvolta nell’apertura e nella chiusura degli stessi, dato l’ordine di grandezza della mobilità di uno ione in soluzione. { } Pr{CHIUSO → APERTO in [ t ; t + ∆t ] } = α( V) ⋅ ∆t Pr APERTO → CHIUSO in [ t ; t + ∆t ] = β( V) ⋅ ∆t (1.37) Le probabilità di transizione 1.37, fissano la probabilità che si abbia una transizione da uno stato all’altro, in un certo intervallo temporale, proporzionalmente alla durata di tale intervallo e ad una funzione del potenziale di membrana V. Questa funzione verrà nel seguito determinata, in base a procedure di fitting delle misure elettrofisiologiche. Dalle 1.36 e 1.37, risulta possibile determinare l’espressione analitica delle probabilità condizionali PI, J (t), per ogni I e J stato possibile. Infatti, fissato un intervallo temporale infinitesimo ∆t, si può esprimere ad esempio la probabilità di trovare all’istante t+∆t il gate nello stato A, come probabilità dell’evento: “gate nello stato A all’istante t e nessuna transizione in ∆t, oppure gate nello stato C all’istante t e transizione da C a A”. Dal momento che la probabilità dell’unione di eventi disgiunti è la somma delle probabilità dei singoli eventi, e che la probabilità della congiunzione di eventi indipendenti è il prodotto delle probabilità dei singoli eventi, si trova: PA , K ( t + ∆t ) = α ⋅ ∆t ⋅ PC , K ( t ) + ( 1 − β ⋅ ∆t ) ⋅ PA , K ( t ) (1.38) PC, K ( t + ∆t ) = β ⋅ ∆t ⋅ PA , K ( t ) + ( 1 − α ⋅ ∆t ) ⋅ PC , K ( t ) DIBE – Università degli Studi di Genova 26 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Analogo ragionamento è stato condotto per la probabilità di trovare il gate nello stato chiuso al tempo t + ∆t. Se si fa tendere a zero ∆t, e si rammenta che per il secondo assioma della teoria delle probabilità si può scrivere (1.39) ∀ K, t: PA , K ( t ) + PC, K ( t ) = 1, si ottiene il seguente sistema differenziale lineare omogeneo: (1.40) d PA , K ( t ) − β α PA , K ( t ) ⋅ = dt PC, K ( t ) β −α PC, K ( t ) per definizione caratterizzato dalla seguente condizione iniziale PA , K (0) δA , K (1.41) = , PC , K (0) δC, K 1 I = J dove δI , J = è detto delta di Kroneker 0 I ≠ J Tale sistema differenziale (1.40 – 1.41) può essere risolto in forma chiusa, pur di considerare costanti rispetto al tempo le quantità α(V) e β(V). Questa è una buona approssimazione poiché tali grandezze dipendono da V ma come si è già detto, la dinamica ad esso associata è molto più lenta. Il sistema 1.40 è allora lineare a coefficienti costanti e porta ai seguenti risultati: ( ) (1.42) PA , K ( t ) = PA + δA , K − PA ⋅ e−( α + β) ⋅ t ( ) (1.43) PC ,K ( t ) = 1 − PA ,K ( t ) = PC + δ C ,K − PC ⋅ e −( α+β) ⋅t (1.43a) PA = lim PA ,K ( t ) = t →+∞ α α+β PC = lim PC,K ( t ) = t →+∞ DIBE – Università degli Studi di Genova β α+β 27 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Le probabilità definite dalla 1.43a sono le probabilità condizionali a regime, che non dipendono più dalla condizione iniziale, e quindi vi si può fare riferimento omettendo il pedice K. 1.9 Tempo di Vita di uno Stato Date queste probabilità non stazionarie, è possibile conoscere il tempo di permanenza in uno stato assunto dal gate, ovvero l'intervallo temporale in cui lo stato viene mantenuto senza che occorrano transizioni ? Tale intervallo temporale è ovviamente una variabile aleatoria, la cui densità di distribuzione di probabilità è determinabile analiticamente. Questa grandezza è di fondamentale importanza nell’implementazione al calcolatore di un algoritmo per la simulazione di processi markoviani. Si definiscono per comodità gli intervalli temporali TA : in cui lo stato del gate permane continuativamente in A TC : in cui lo stato del gate permane continuativamente in C dove si usa il termine continuativamente per indicare l’assenza di transizioni da uno stato all’altro, entro quell’intervallo temporale. Se si considera una discretizzazione dell'asse dei tempi in passi di ∆t, per esempio per lo stato aperto, possiamo determinare la probabilità che tale stato venga mantenuto di seguito per n passi temporali: gate nello stato APERTO NON accada " A → C in ∆t", per n volte = Pr Pr per n ⋅ ∆t e accada una sola volta " A → C in ∆t’= n ⋅ ∆t" Per l'ipotesi di markovianità delle transizioni, questa probabilità può essere riscritta equivalentemente secondo la definizione: DIBE – Università degli Studi di Genova 28 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Pr{ NON " A → C in ∆t" per n volte} ⋅ Pr{" A → C in ∆t ’= n ⋅ ∆t"} = = ( 1 − β ⋅ ∆t ) ⋅ ( β ⋅ n ⋅ ∆t ) n Passando dal discreto al continuo, e chiamando f TA (T) e f TC (T) la densità di distribuzione di probabilità rispettivamente di TA e TC, si fa tendere a zero l'intervallo temporale di discretizzazione. Dal momento che n= T per definizione, si deduce che per TA : ∆t f TA ( T) ⋅ dT = Pr{ T < TA ≤ T + dT} = (1.44) T = lim ( 1 − β ⋅ ∆t ) ∆t ⋅ ( β ⋅ ( T + dT − T) ) = e − β⋅T ⋅ β ⋅ dT ∆t → 0 T T Questa derivazione è possibile per il fatto che ( 1 − β ⋅ ∆t ) ∆t = e ∆t ⋅ln(1− β⋅ ∆t ) ,e che per ∆t molto piccolo ln(1− β ⋅ ∆t ) ≅ − β ⋅ ∆t , sviluppando il logaritmo in serie di Taylor arrestata ai primi due termini. Seguendo calcoli analoghi anche per l'altra densità di distribuzione, è dividendo ambo i membri della 1.44 per il differenziale dT, si ottengono alla fine le 1.45 e 1.46. (1.45) f TA (T) = β ⋅ e − β⋅T (1.46) f TC (T) = α ⋅ e −α⋅T Si possono eventualmente calcolare tutti i momenti di queste variabili aleatorie: per il valore atteso e la varianza di TA e TC vale che: DIBE – Università degli Studi di Genova 29 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica T A = E{TA } = +∞ ∫ T ⋅β ⋅ e 0 (1.47) T C = E{TC } = 1 α − β⋅T dT = { 1 β { σ2 TA = E ( TA − T A ) σ2 TC = E ( TC − T C ) 2 2 } = β1 2 } = α1 DIBE – Università degli Studi di Genova 2 30 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.10 Variabile di Attivazione del Gate E’ stato fin qui studiato un processo stocastico markoviano, in generale non stazionario, che definisce la probabilità di due eventi semplici riguardanti lo stato del gate. Da considerazioni che appariranno motivate nel seguito (eq. 1.54), associamo allo stato del gate una variabile binaria γ ∈ {0;1} che assume i valori del proprio insieme di definizione con le probabilità a regime PA e PC: 0 con PC (1.48) γ = 1 con PA Tale variabile, detta variabile di attivazione del gate, è una variabile aleatoria per ogni istante t, ovvero è un processo stocastico di cui è opportuno calcolare il valore atteso (1.49), la varianza (1.50) e la covarianza (1.53): (1.49) γ = E{ γ } = 0 ⋅ PC + 1 ⋅ PA = PA = { (1.50) E ( γ − γ ) 2 α α+β } = P ⋅ (1 − P ) = αα+⋅ ββ A A Il calcolo della covarianza, richiede un passaggio intermedio. Calcoliamo la funzione di autocorrelazione del processo stocastico (1.52), che differisce formalmente dalla definizione di covarianza (1.51) solo per una costante additiva. (1.51) E{( γ ( t ) − γ ) ⋅ ( γ ( t + τ ) − γ ) } = E{ γ ( t ) ⋅ γ ( t + τ )} − γ 2 Calcoliamo per esteso la funzione di autocorrelazione: DIBE – Università degli Studi di Genova 31 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.52) E{γ ( t ) ⋅ γ ( t + τ )} = 0 ⋅ 0 ⋅ PC ⋅ PC ,C (τ ) + 0 ⋅ 1 ⋅ PC ⋅ PA ,C (τ ) + + 1 ⋅ 0 ⋅ PA ⋅ PC ,A (τ ) + 1 ⋅ 1 ⋅ PA ⋅ PA ,A (τ ) e sostituiamo le quantità indicate, usando le 1.42 - 1.43a: (1.53) E{( γ ( t ) − γ ) ⋅ ( γ ( t + τ ) − γ ) } = PA ⋅ ( 1 − PA ) ⋅ e −( α+ β) ⋅ τ ∀τ Fig. 1.7: Schema di una popolazione di canali bistabili, inseriti nella membrana fosfolipidica. Ricapitolando, nel modello elementare di canale ionico markoviano indipendente appena esemplificato, lo stato del canale (aperto o chiuso) coincide con lo stato dell'unica struttura funzionalmente attiva, il gate. In base a questa osservazione si può definire una nuova variabile aleatoria a stati finiti N ∈ {0,1,2,3,..., N max } per rappresentare il numero totale di canali ionici elementari aperti, dove Nmax è il numero totale di canali fissato nel tempo e noto (figura 1.7). Benché, date le ipotesi di indipendenza dei fenomeni elementari che regolano i gate, si possa scrivere la densità di DIBE – Università degli Studi di Genova 32 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica distribuzione di probabilità di N sotto forma di una distribuzione binomiale (1.63), risulta assai più semplice dedurre le stesse proprietà osservando che: (1.54) N ( t ) = N max ∑ γ (t) i =1 i γ i ( t ) è la variabile di attivazione del gate relativo al canale i-esimo precedentemente definita, che come si è detto viene supposta identicamente e indipendentemente distribuita (IID), rispetto alle altre. Questa definizione è consistente e sperimentalmente giustificata, nel caso di numero piccolo di canali per unità di superficie di membrana, cioè quando i canali possono essere riguardati come complessi molecolari chimicamente stabili, seppure in equilibrio per svariate condizioni di conformazione interna (Conti et al., ‘75). A questo punto si possono conoscere le proprietà statistiche della frazione di canali ionici aperti n(t ) = N( t) , che figura a N max modulare la conduttanza di ciascuna corrente ionica, nelle ipotesi che i canali ionici siano del tipo elementare descritto. Si voglia calcolare il valore atteso di n(t): (1.55) n = E{ n(t )} = 1 N max ⋅ E{ N ( t )} = 1 N max N max ⋅ E γ i (t) i=1 ∑ da cui si deduce, usando la proprietà di indipendenza, quella di linearità dell’operatore E{⋅} , e la 1.49: (1.56) n = 1 N max ⋅ N max 1 ∑ E{ γ } = N i =1 i (t) max ⋅ N max ⋅ α α = α+β α+β DIBE – Università degli Studi di Genova 33 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Per la varianza, con passaggi simili a quelli appena descritti si deriva la 1.60, attraverso la 1.50. { (1.57) E ( n − n) }= N1 2 2 ({ } ) ⋅ E N 2 − E{N} = 2 { ⋅ E ( N − E{N }) max 1 (1.58) N max 2 2 } = N 1 ⋅ ( E{N } − E{N} ) 2 2 2 max N max ⋅ E ∑ i =1 1 N max 2 N max j=1, j ≠ i ∑ γi ⋅ γ j + N max + E ∑ γ i 2 − N max 2 ⋅ PA 2 i =1 1 (1.59) N max 2 ({ } ) ⋅ E N 2 − E{N} = 2 1 N max 2 + N max { (1.60) E ( n − n) 2 }= PA ⋅ ( 1 − PA ) N max (( ⋅ (P ) ⋅ N max − N max ⋅ PA ⋅ PA + = A 2 ) ⋅ (1 − PA ) + PA − N max ⋅ PA 1 N max 2 ⋅ 2 2 ) α⋅β ( α + β) 2 Si dimostra che per la covarianza di n(t), processo somma di Nmax processi, ancora in virtù delle ipotesi di indipendenza e di identità di distribuzione di probabilità , utilizzando la 1.53 vale: E{( N ( t ) − N ) ⋅ ( N ( t + τ ) − N ) } = = N max ⋅ E{( γ ( t ) − γ ) ⋅ ( γ ( t + τ ) − γ ) } = (1.61) = N max ⋅ PA ⋅ ( 1 − PA ) ⋅ e −( α+ β) ⋅ τ e quindi per definizione DIBE – Università degli Studi di Genova 34 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.62) E{( n( t ) − n) ⋅ ( n( t + τ ) − n) } = PA ⋅ ( 1 − PA ) ⋅ e − ( α+ β) ⋅ τ N max Sono state così dedotte alcune proprietà del processo n(t), frazione dei canali ionici ad un solo gate indipendente, nello stato aperto. Per ultimo, si può affermare che sotto certe ipotesi, la densità di distribuzione di probabilità del processo stocastico n(t) può essere approssimata con la distribuzione normale. Dal teorema del limite centrale, ciò segue nel caso in cui Nmax sia estremamente grande, essendo n(t), a parte un fattore moltiplicativo deterministico, somma di molte variabili aleatorie. Questa riflessione può essere fatta, anche osservando che la densità binomiale (1.63) che descrive per ogni t N(t), e quindi n(t), tende a diventare normale nelle ipotesi del teorema di DeMoivre-Laplace. N max N (1.63) p N max ( N ) = ⋅ p ⋅ (1 − p) N max − N , N dove p =PA Il teorema di DeMoivre-Laplace afferma che per N max ⋅ p ⋅ ( 1 − p) >> 1, verificato per Nmax sufficientemente grande, in virtù della formula di Stirling (1.64), (1.64) n ! ≅ n n ⋅ e − n ⋅ 2π ⋅ n quando n → ∞ vale che ( N− N ⋅p )2 max − N max N 1 N max − N 2⋅N max ⋅ p⋅(1− p ) (1.65) ≅ ⋅e ⋅ p ⋅ (1 − p) 2π ⋅ N max ⋅ p ⋅ (1 − p) N L’equazione 1.65 fornisce la forma della densità di distribuzione di probabilità della variabile aleatoria n(t), espressa nella forma classica di gaussiana normalizzata. DIBE – Università degli Studi di Genova 35 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica A conclusione di questo paragrafo, riassumiamo di aver dedotto completamente le proprietà statistiche del processo n(t), poiché conosciamo la densità di distribuzione di probabilità normale, il valore atteso, la varianza e la covarianza del processo. 1.11 Canale Ionico Multi-Stato Il modello elementare di canale ionico ad unico gate può essere generalizzato al caso di un canale con k gate indipendenti. Si consideri ad esempio il caso k = 3, schematizzato nella figura seguente: questo canale può trovarsi in 23 stati diversi, di cui per definizione soltanto uno corrisponde alla condizione funzionale di canale aperto, in grado di consentire il passaggio di un flusso ionico attraverso la membrana cellulare. CANALE APERTO Fig. 1.8: Stati stabili e transizioni ammesse in un modello di canale ionico multi-stato. DIBE – Università degli Studi di Genova 36 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica E’ ancora possibile associare a ciascuno dei k gate una variabile binaria di attivazione γ, come nel caso di canale a due stati (1.48). Per definizione, solo uno dei 2k stati possibili corrisponde alla condizione in cui il canale è aperto e può consentire il passaggio di un flusso ionico. Definiamo quindi una nuova variabile binaria di attivazione per il canale, ξ ∈ {0;1} . (1.66) ξ = k Πγ j=1 j Data la definizione 1.66, solo se lo stato di ciascuno dei k gate è aperto (γi = 1 ∀ i ) il canale sarà nello stato aperto (ξ = 1). Quindi per la variabile aleatoria ξ, appena definita come il prodotto di k variabili indipendenti e identicamente distribuite, caratterizzate dalla stessa covarianza, possono essere dimostrate le seguenti relazioni: (1.67) ξ = E{ξ} = γ = PA k {( E ξ−ξ k α = α+ β ) }= E{(γ − γ ) }+ γ 2 (1.68) ( = PA ⋅ 1 − PA k (1.69) {( 2 k 2 )( k ) k −γ 2⋅k k k α α ⋅ 1 − = α + β α + β )} E ξ( t ) − ξ ⋅ ξ( t + τ) − ξ = [ = = PA ⋅ (1 − PA ) ⋅ e − (α + β )⋅ τ ] k + PA 2 − PA 2⋅k Dalle 1.67 - 1.69, è ancora possibile definire la frazione di canali multi-stato aperti, se Nmax è il numero totale di canali di questo tipo, quantità deterministica e fissata nel tempo. In analogia con quanto fatto nel paragrafo precedente, possiamo definire N ∈ {0,1,2,3,..., N max } e n(t): DIBE – Università degli Studi di Genova 36 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.70) N ( t ) = N max ∑ξ i i =1 (1.71) n( t ) = N( t) N max e infine dedurre tutte le proprietà statistiche di n(t), che è ancora dotato di densità di distribuzione normale nelle stesse ipotesi considerate prima: n = E{n ( t )} = (1.72) 1 N max {( E n−n (1.73) ) }= {( N max 1 2 ( N max P ⋅ 1 − PA = A N max k k 1 = k )= ⋅ E{N( t )} = 2 α α = ⋅ N max ⋅ α +β α +β { [P = } ⋅ E (N − E{N}) = 1 N max )( 2 k k α α ⋅ 1 − ⋅ α + β α + β )} E n ( t ) − n ⋅ n ( t + τ) − n = (1.74) k A ⋅ (1 − PA ) ⋅ e − (α + β )⋅ τ ] k + PA 2 − PA 2⋅k N max 1.12 Confronto con il Modello Deterministico Si è dimostrato che le caratteristiche di permeabilità ionica di una membrana eccitabile possono essere riguardate come l'effetto collettivo dell’attività di un gran numero di unità microscopiche, soggette a fluttuazioni stocastiche e dipendenti dal potenziale di membrana, nelle probabilità di transizione da uno stato all’altro. DIBE – Università degli Studi di Genova 37 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Si consideri nuovamente l’equazione 1.34: per il modello di membrana eccitabile descritto da Hodgkin e Huxley, possiamo considerare il caso particolare in cui i contributi delle correnti ioniche di interesse siano quelli dovuti al potassio K+ e al sodio Na+. L’equazione differenziale stocastica che descrive la dinamica del potenziale di membrana in queste ipotesi è la seguente: (1.75) C dV dt = g l ⋅ (E l − V ) + g K ⋅ n ⋅ (E K − V ) + g Na ⋅ m ⋅ (E Na − V ) + I ext Le variabili aleatorie n e m rappresentano la frazione di canali proteici potassio e sodio rispettivamente, funzionalmente nello stato aperto. In base ai formalismi introdotti nel paragrafo precedente, sappiamo definire tali variabili in funzione dello stato dei singoli canali proteici, secondo la definizione data più volte, noti NK max e NNa max quantità totale di canali potassio e sodio. (1.76) n = (1.77) m = N 1 NK ⋅ i=1 max N 1 N Na ∑ξK i K max ⋅ max ∑ξNa i Na max i=1 Le variabili ξK i e ξNa i si riferiscono all’attivazione dei canali, in generale multi-stato, selettivi al passaggio di ioni K+ e Na+. Si è detto che la natura degli stati interni stabili dei canali proteici è identificabile attraverso misure elettrofisiologiche di patch clamp, in uno schema cinetico markoviano. Questo viene descritto estesamente in letteratura proprio nel caso particolare dei canali potassio e sodio dell’assone gigante del calamaro (Strassberg et al., ‘93; DeFelice et al., ‘93; Chow et al., ‘96). Per il canale selettivo al potassio, il comportamento microscopico osservabile sperimentalmente è ben rappresentato da un modello multi-stato DIBE – Università degli Studi di Genova 38 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica a 4 gate indipendenti e identici, che può essere riassunto dallo schema cinetico che segue. βn n0 → ← 4⋅αn 2⋅β n n1 → ← 3⋅αn 3⋅β n n2 → ← 2⋅αn 4⋅β n n3 → ← n4 αn Sono stati rappresentati quattro distinti insiemi di configurazioni, equivalenti nel numero di gate aperti in totale, 0, 1, 2, 3 oppure 4 a cui il pedice fa riferimento (si veda ad esempio la figura 1.8). Le configurazioni contenute in tali insiemi sono equivalenti dal punto di vista funzionale, così che è più semplice riferirsi ad essi, piuttosto che a ciascuno fra i 16 stati stabili possibili. Viene allora indicato il macro-stato attuale ∈ { n 0 , n 1 , n 2 , n 3 , n 4 } , e la probabilità di transizione per unità di tempo da uno ad un altro. Tale probabilità è la somma delle probabilità di transizione fra i singoli stati del canale, vista l’indipendenza dei gate elementari. Questo spiega i coefficienti 1, 2, 3, 4 a moltiplicare αn e βn per rappresentare le probabilità composite di transizione. Per esempio n4 corrisponde alla situazione in cui tutti i 4 gate del canale potassio, sono nello stato aperto, ed è la sola situazione in cui il canale permette il passaggio di ioni potassio al proprio interno. Anche il canale sodio è descritto da 4 gate indipendenti, seppure mostri una peculiarità. Nel caso del canale proteico potassio, ognuno dei 4 gate è identico all’altro ed è soggetto in probabilità, agli stessi effetti di una variazione del potenziale di membrana, condividendo la stessa dipendenza da V date le probabilità di transizione elementari αn e βn, uguali per tutti. Per replicare il comportamento microscopico osservato, deve essere inclusa la presenza di un gate diverso dagli altri tre, che differisce nella dipendenza dal potenziale di membrana per le probabilità di transizione. Lo schema markoviano che riassume tutte le configurazioni differenti è in questo caso: DIBE – Università degli Studi di Genova 39 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica βm m0 h 1 β h ↑↓ αh m0 h 0 → ← 3⋅αm βm → ← 3⋅αm 2⋅β m m1 h 1 β h ↑↓ αh m1 h 0 → ← 2⋅α m 2⋅β m → ← 2⋅α m 3⋅β m m2 h1 β h ↑↓ αh m2 h 0 → ← αm 3⋅β m → ← m3 h 1 β h ↑↓ αh m3 h 0 αm Lo stato m3h1 corrisponde alla situazione in cui tutti i quattro gate sono aperti, ed è l’unica situazione in cui il canale sodio è funzionalmente attivo. Negli schemi cinetici riportati e nelle considerazioni del paragrafo precedente, si sono più volte citate le probabilità di transizione nell’unità di tempo αn(V), βn(V), αm(V), βm(V), αh(V) e βh(V), dipendenti dal potenziale di membrana V. La scelta di queste funzioni è operata sulla base di procedure di interpolazione di dati sperimentali. Non è un caso se queste funzioni sono le stesse che definiscono i coefficienti proposti da Hodgkin e Huxley per il modello deterministico. Si riporta di seguito in figura 1.9 il grafico delle 1.27 - 1.29, un opportuno range di variazione di V. DIBE – Università degli Studi di Genova 40 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica α (V) 1.5 m β (V) m 1.0 msec -1 0.5 0.0 -100 -75 -50 -25 0 25 50 75 100 V (mV) α (V) 1.5 α (V) 1.5 h n β (V) β (V) h 1.0 n 1.0 msec -1 msec -1 0.5 0.5 0.0 -100 -75 -50 -25 0 V (mV) 25 50 75 100 0.0 -100 -75 -50 -25 0 25 50 75 100 V (mV) Fig. 1.9: Rappresentazione grafica delle probabilità di transizione per unità di tempo, per un gate. Si nota innanzitutto la presenza di alcuni valori di V, per i quali fissato un intervallo temporale ∆t, la probabilità per un gate di effettuare una transizione in tale intervallo, da chiuso ad aperto oppure da aperto a chiuso è la stessa. Questa situazione corrisponde, per il canale multi-stato, alla permanenza in senso medio nel macro-stato occupato. Inoltre, come verrà meglio illustrato nel paragrafo seguente, non è un caso se la forma dei coefficienti del modello deterministico proposto da Hodgkin e Huxley, sia la medesima di quella utilizzata per tali probabilità di transizione nell’unità di tempo.1.23 - 1.29 Se si utilizzano i parametri indicati nella tabella 1.3, gli stessi del modello deterministico descritto dalle equazioni 1.23 - 1.29, l’andamento temporale del potenziale di membrana previsto dall’equazione differenziale stocastica 1.75 può essere confrontato con quello previsto dal modello di Hodgkin Huxley, a parità di stimolazione in corrente costante, di intensità pari a 8 µA/cm2, con inizio temporale per t = 50 msec. Fissata la dimensione S in DIBE – Università degli Studi di Genova 41 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica µm2 del patch di membrana in esame, NK max e NNa max vengono calcolati, usando i seguenti valori per le densità superficiali di canali proteici: ρK = 18 µm −2 e ρNa = 60 µm −2 . Modello deterministico 40 20 0 -20 V (mV) -40 -60 -80 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.10: Andamento temporale deterministico del potenziale di membrana (eq. 1.23 - 1.29). 100 µm 2 40 20 0 -20 V (mV) -40 -60 -80 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.11: Realizzazione temporale del potenziale di membrana stocastico, quando NK max = 1800 e NNa max = 6000 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). DIBE – Università degli Studi di Genova 42 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica S = 50 µm 2 40 20 0 -20 V (mV) -40 -60 -80 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.12: Realizzazione temporale del potenziale di membrana stocastico, quando NK max = 900 e NNa max = 3000 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). S = 25 µm 2 40 20 0 -20 V (mV) -40 -60 -80 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.13: Realizzazione temporale del potenziale di membrana stocastico, quando NK max = 450 e NNa max = 1500 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). Le figure 1.11 - 1.13 rappresentano l’andamento temporale del potenziale di membrana del modello stocastico, a confronto con quello previsto dal modello deterministico. Entrambi i modelli prevedono una successione regolare di potenziali d’azione in risposta ad una iniezione di corrente costante, seppure al decrescere dell’estensione della superficie di membrana, DIBE – Università degli Studi di Genova 43 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica la regolarità del treno di impulsi generato dal modello a canali discreti tende a divergere da quella deterministica. Al decrescere del numero di canali, si assiste ad un aumento della sensibilità alle fluttuazioni aleatorie spontanee di ciascun canale. DIBE – Università degli Studi di Genova 44 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.13 Convergenza in Probabilità Verrà ora dimostrato formalmente che i risultati previsti dalla modellistica deterministica coincidono essenzialmente con il valore medio dei risultati delle equazioni differenziali stocastiche. Per semplicità e senza perdita alcuna di generalità, introduciamo un altro modello di membrana eccitabile, proposto da Morris e Lecar (Morris et al., ‘83) per la dinamica del potenziale di membrana della fibra muscolare gigante di un comune mollusco (il cirripede). Questa descrizione può essere usata come modello generale, appropriato entro certi limiti anche per le cellule pancreatiche di tipo β e alcuni tipi di neuroni piramidali. Nell’esaminare questo modello di eccitabilità, si inizierà direttamente dalla descrizione stocastica per poi verificare analiticamente che il valore medio di questa coincide con le equazioni deterministiche proposte originariamente dagli autori. Vengono presi in considerazione esclusivamente i contributi degli ioni Ca2+ e K+, istanziando a questo caso particolare l’equazione 1.34. (1.78) C dV = g l ⋅ ( E l − V) + g K ⋅ n ⋅ ( E K − V) + g Ca ⋅ m ⋅ ( E Ca − V) + I ext dt (1.79) n = (1.80) m = N 1 NK ⋅ i=1 max N 1 N Ca ∑ξK i K max ⋅ max ∑ξCa i Ca max i=1 Le variabili ξK i e ξCa i si riferiscono all’attivazione dei canali selettivi al passaggio di ioni K+ e Ca+, e attraverso le 1.79 e 1.80 definiscono n, DIBE - Università degli Studi di Genova 45 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica frazione di canali proteici potassio aperti, e m la frazione di canali calcio aperti. Il valore dei parametri utilizzati nelle simulazioni riportate, è indicato nella tabella 1.4. Parametro Valore C Capacità di membrana 1µF/cm2 El Potenziale inverso di perdita -50mV ECa Potenziale inverso per Ca+ 100mV EK Potenziale inverso per K+ -70mV gl Conduttanza di perdita 0.5mS/cm2 g Ca Conduttanza massima per Ca+ 0.7529mS/cm2 gK Conduttanza massima per K+ 1.4948mS/cm2 ρK Densità superficiale canali K+ 18cm-2 ρCa Densità superficiale canali Ca+ 60cm-2 Tabella 1.4: Valore dei parametri usati per il modello di Morris-Lecar. Per entrambi i tipi di canali proteici, il comportamento microscopico osservato sperimentalmente è ben rappresentato da un modello di canale ad unico gate indipendente, e viene riassunto dagli schemi cinetici seguenti, dove lo stato funzionalmente aperto coincide per ciascun canale con lo stato in cui il gate è nello stato aperto (n1 e m1). βn n0 → n1 ← βm m0 αn DIBE - Università degli Studi di Genova → m1 ← αm 46 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Consideriamo la frazione di canali potassio nello stato aperto: è possibile generalizzare ai transitori la definizione 1.48 di variabile binaria γ ∈ {0;1} associata allo stato di un gate, utilizzando le 1.42 e 1.43 anziché le probabilità di transizione a regime (1.43a). Per ipotesi, si sceglie di imporre come condizione iniziale che all’istante iniziale t = 0 la probabilità di trovare il gate aperto su ciascun canale potassio sia pari a 1. Segue allora immediatamente la definizione 1.81. 0 con PC , A (1.81) γ = 1 con PA , A Si valuti adesso il valore atteso della quantità n, quando ξK i = γ K i , essendo n= N 1 NK ⋅ max ∑γ K i . K max i=1 n( t ) = E{n ( t )} = (1.82) = 1 N max 1 N max N max ⋅ ∑ E{γ i ( t )} = i =1 ⋅ N max ⋅ (0 ⋅ PC, A ( t ) + 1 ⋅ PA , A ( t )) Utilizzando le 1.42 e 1.43 si può definitivamente concludere con la 1.83. α n − ( α n + βn ) ⋅t αn (1.83) n( t ) = 1 − + ⋅ e αn + βn αn + βn Si è già discussa la dipendenza dal potenziale di membrana per le funzioni αn(V) e βn(V), ovvero si assume di poter considerare fissato il valore di V al variare di t, almeno in una scala temporale dell’ordine di 1 (αn + βn ) . Per questa ragione la 1.83 potrebbe anche essere riguardata come DIBE - Università degli Studi di Genova 47 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica la soluzione completa di un’equazione differenziale a coefficienti costanti, del tipo: (1.84) dn = − β n ( V) ⋅ n + α n ( V) ⋅ ( 1 − n ) dt con condizione iniziale n(0) = 1. Questa equazione differenziale è assolutamente identica alla 1.24, ovvero all’equazione dinamica a cui soddisfa la variabile deterministica nd per i modelli biofisici di membrana eccitabile del tipo descritto da Hodgkin e Huxley. La descrizione originale proposta da Morris e Lecar utilizza proprio la 1.84 per definire l’andamento temporale della conduttanza potassio. Imporre la condizione iniziale n(0) = 1 nella 1.84 è concettualmente la stessa cosa dell’utilizzare l’ipotesi, per le probabilità di transizione dei gate, impiegata nella definizione 1.82. L’effetto medio di una popolazione di canali stocastici pertanto, coincide con quanto previsto deterministicamente dal modello macroscopico deterministico, a parità di condizione iniziale per n, m, nd, md e per V, che all’istante iniziale è posto al valore di riposo -50mV. Lo schema cinetico del prim’ordine che accompagna la descrizione macroscopica della frazione di canali proteici di una membrana eccitabile, e l’equazione differenziale ad esso equivalente in virtù della legge dell’azione di massa, rappresentano chiaramente i valori medi del comportamento microscopico dei canali, che non può essere trascurato quando il loro numero è non troppo grande, come si dimostrerà di seguito. βn → (1.85) n d 1 − n d ← αn dn d = −β n ⋅ n d + α n ⋅ ( 1 − n d ) dt Come già osservato la soluzione della 1.86 con la stessa condizione iniziale porta semplicemente alla stessa soluzione DIBE - Università degli Studi di Genova 48 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ( ) ( ) − + ⋅t − + ⋅t (1.86) n d ( t ) = n d (0) − n d ∞ ⋅ e ( α n β n ) + n d ∞ = 1 − n d ∞ ⋅ e ( α n β n ) + n d ∞ dove n d ∞ = αn . αn + βn Resta cioè dimostrato che la legge di azione di massa non è che una descrizione dell'evoluzione temporale del valore medio di un processo stocastico, e che i coefficienti αn e βn nel modello deterministico andrebbero a rigore interpretati come delle probabilità di transizione per unità di tempo (1.37) e non dei tassi di transizione. Infine, l’equazione deterministica che descrive l’andamento del potenziale di membrana è la 1.87, per cui può essere concluso che deve senz’altro valere E{ n( t )} = n( t ) = n d ( t ) . (1.87) C dV = g l ⋅ ( E l − V) + g K ⋅ n d ⋅ ( E K − V) + g Ca ⋅ m d ⋅ ( E Ca − V) + I ext dt Nelle figure seguenti vengono confrontati gli andamenti temporali previsti dal modello stocastico e dal modello deterministico, a parità di condizioni iniziali e in condizioni di stimolazione in corrente costante di intensità pari a 7µA/cm2 e 9.6µA/cm2. 40 S = 50 µm 40 2 20 S = 50 µm 2 20 0 0 V (mV) V (mV) -20 -20 -40 -40 -60 -60 0 200 400 600 800 1000 0 200 time (msec) DIBE - Università degli Studi di Genova 400 600 800 1000 time (msec) 49 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica S = 10 µm 2 40 40 S = 10 µm 2 20 20 0 0 V (mV) V (mV) -20 -20 -40 -40 -60 -60 0 200 400 600 800 0 1000 200 400 time (msec) 600 800 1000 time (msec) Fig. 1.14: Comportamento passivo sotto-soglia ( parte sinistra) per Iext = 7 µA/cm2, e comportamento periodico (parte destra) per Iext = 9.6 µA/cm2, per diversi valori di S (eq. ). 40 Modello determ inistico Modello deterministico 40 20 20 0 0 V (mV) V (mV) -20 -20 -40 -40 -60 0 200 400 600 800 1000 -60 0 200 tim e (m sec) 400 600 800 1000 time (msec) Fig. 1.15: Comportamento passivo sotto-soglia ( parte sinistra) per Iext = 7 µA/cm2, e comportamento periodico (parte destra) per Iext = 9.6 µA/cm2, nel modello deterministico (eq. ). Se consideriamo invece il modello originale di Hodgkin e Huxley (1.75 1.77), possiamo fare un ragionamento simile. Si calcoli il valore atteso di n, secondo la definizione 1.75, nelle stesse ipotesi di condizioni iniziali e probabilità di transizione per unità di tempo per il singolo gate, come per la 1.81. Per questo conto vanno utilizzate e modificate le 1.66 -1.67 e la 1.76, ottenendo che DIBE - Università degli Studi di Genova 50 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica n ( t ) = E{n ( t )} = (1.88) = 1 N max N K max ⋅ ∑ i =1 { } E ξK i = ( 1 ⋅ N max ⋅ 0 ⋅ PC, A ( t ) 4 + 1 ⋅ PA , A ( t ) 4 N max α n − ( α n + β n ) ⋅t αn (1.89) n( t ) = 1 − + ⋅ e αn + βn α n + β n ) 4 Analogamente a quanto osservato per la 1.83, n( t ) è la quarta potenza della soluzione dell’equazione deterministica 1.24. Con le stesse riflessioni fatte per il modello di Morris e Lecar, si comprende allora la ragione dell’esponente 4 di nd nell’equazione del potenziale di membrana deterministica 1.23, ovvero ancora la dinamica prevista dal modello deterministico è soltanto il comportamento medio delle grandezze microscopiche importanti. Considerazioni molto simili consentono di giustificare anche la forma md3hd come un valore medio, ricordando la particolarità del canale sodio ad avere un gate governato da probabilità di transizione differenti rispetto agli altri tre. Per tutti questi casi, si confrontano gli andamenti temporali delle variabili stocastiche e dei rispettivi valori attesi, nelle stesse condizioni usate per le figure 1.10 - 1.13. DIBE - Università degli Studi di Genova 51 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0.30 0.4 4 n 3 m h d d d 0.25 0.3 0.20 0.15 0.2 0.10 0.1 0.05 0.00 0.0 50 60 70 80 90 50 time (msec) 60 70 80 90 Fig. 1.16: Andamento temporale delle quantità (nd4) e (md3hd) nel modello deterministico (eq. 1.23 - 1.29). 0.4 n 0.30 m 0.25 0.3 0.20 0.15 0.2 0.10 0.1 0.05 0.0 0.00 50 60 70 80 time (msec) 90 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.17: Realizzazione temporale delle variabili stocastiche n e m, quando NK max = 1800 e NNa max = 6000 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). DIBE - Università degli Studi di Genova 52 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0.4 0.30 n m 0.25 0.3 0.20 0.15 0.2 0.10 0.1 0.05 0.0 0.00 50 60 70 80 90 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.18: Realizzazione temporale delle variabili stocastiche n e m, quando NK max = 900 e NNa max = 3000 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). n 0.4 m 0.30 0.25 0.3 0.20 0.2 0.15 0.10 0.1 0.05 0.0 0.00 50 60 70 80 90 50 60 70 80 90 time (msec) Fig. 1.19: Realizzazione temporale delle variabili stocastiche n e m, quando NK max = 450 e DIBE - Università degli Studi di Genova 53 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica NNa max = 1500 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). Fig. 1.20: Evidenza della natura discreta nella dinamica di n (destra) e m (sinistra), quando NK max = 9 e NNa max = 30 (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). Le equazioni 1.83 e 1.89 consentono di generalizzare questa procedura di identificazione fra modello deterministico e stocastico, ad una classe intera di modelli biofisici di membrana, quelli riassunti dalle equazioni 1.90 e 1.91. (1.90) C dV = − F( V) + I ext dt nd h , hd h (1.92) F( V) = ∑g h ⋅ ( n d h p h ∈ [ 0 ;1] ph , qh [ ] dz d = λ z ( V) ⋅ Z d ∞ ( V) − z d dt h ) ⋅ h d h qh ⋅ ( V − E h ) ∈ {0,1,2 ,3,...} { } z d ∈ n d h , h d h : h = 1,2,.. Anche in questo caso è stata indicata la dinamica del valore medio del numero di canali aperti e il corrispondente modello stocastico prevede una descrizione multi-stato per il singolo canale, caratterizzato da due insiemi di DIBE - Università degli Studi di Genova 54 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica gate identici in numero di ph e qh rispettivamente, per ogni h-specie ionica a cui la membrana è permeabile attraverso canali proteici . In generale, i risultati del modello e dell'interpretazione microscopica convergono in probabilità a quelli deterministici come il numero totale di canali ionici Nmax tende a infinito, nel senso definito dalla disuguaglianza di Tchebyceff, valida per una qualunque variabile aleatoria x, a valore atteso x e varianza σ2 : (1.93) Pr{ x − ε ≤ x ≤ x + ε} ≥ 1 − σ2 ε2 Per esempio, applicando la disuguaglianza 1.93 a n E{ n} = n d , si può affermare che a regime e nel caso peggiore (worst-case analysis): n d = n ± 20 ⋅ α⋅β ( α + β) 2 ⋅ 1 N max al 95% Questa scrittura significa che 95 volte su 100 (confidenza) la stima deterministica della frazione di canali aperti si discosta da quanto predetto dal modello stocastico, non più di Ω( V) ⋅ 1 (accuratezza), dove Ω(V) N max è un coefficiente dipendente dal potenziale di membrana attraverso α(V) e β(V) ed è comunque sempre limitato superiormente e inferiormente, per ogni valore reale di V. Si sottolinea la classica dipendenza dall'inverso di N max che racchiude il significato di convergenza in probabilità al crescere di Nmax, e dalla 1.93 si conclude finalmente che (1.94) ∀ε > 0 { } lim Pr n d − n s ≤ ε = 1 N max →+∞ DIBE - Università degli Studi di Genova 55 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Questo dimostra che esiste un valore di S e quindi di Nmax, per il quale la probabilità di fluttuazione spontanea diventa definitamente infinitesima, ossia per ogni S maggiore di tale valore il comportamento del modello stocastico è molto prossimo a quello descritto deterministicamente. Con la stessa tecnica si può anche calcolare l’errore in probabilità che si commette ad approssimare con l’inverso di α(V) e β(V) i tempi di permanenza continuata in uno stato, per il singolo gate. Ricordando la 1.47, il valore medio del tempo di vita nello stato chiuso e nello stato aperto coincide con l’inverso di β e α rispettivamente, e quindi per esempio per TA vale che 1 1 = TA ± 20 ⋅ β β ⇒ β− al 95% 1 20 = TA TA al 95% Quanto più è rara una transizione per un gate, tanto minore è l’errore in probabilità, com’è evidente dalla dipendenza dall’inverso di TA. In queste condizioni può essere concluso sicuramente che la frequenza di oscillazione del potenziale di membrana (firing rate) sarà molto bassa, ma il viceversa non vale assolutamente, dal momento che potrebbero sussistere continue transizioni di stato senza avere cambiamento della proprietà di permeabilità del canale, supposto in questo caso multi-stato. DIBE - Università degli Studi di Genova 56 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.14 Rumore di Membrana e Attività Spontanea Fin dagli anni ‘60, venne postulata l'esistenza di una sorgente di rumore ad energia un ordine di grandezza maggiore di quanto non potesse essere attribuito al rumore termico. Furono l’esistenza delle fluttuazioni spontanee e la natura intrinsecamente aleatoria dei processi di apertura e chiusura dei canali, a consentire una corretta interpretazione di tale sorgente. Grazie alle possibilità fornite dagli esperimenti di patch clamp, è stata inoltre possibile l’identificazione funzionale degli stati stabili che caratterizzano un canale proteico, sulla base dei modelli descritti nei paragrafi 1.8 e seguenti, e per mezzo della caratterizzazione delle proprietà statistiche del rumore di membrana rilevato nella misura elettrofisiologica di variabili macroscopiche come il potenziale di membrana, i potenziali di equilibrio ionico, i tempi di latenza e refrattarietà relativa e assoluta, eccetera (Conti et al., ‘75). Anche dal punto di vista neurofisiologico è possibile riconsiderare il ruolo delle fluttuazioni spontanee nella dinamica dei canali ionici. Se in un sistema sensoriale l’effetto del rumore è quasi certamente dannoso, il suo ruolo in parti del sistema nervoso preposte alla pianificazione, alla coordinazione e al controllo motorio potrebbe addirittura essere indispensabile. Per esempio, il risultato di un’attivazione spontanea di popolazioni di cellule nervose potrebbe inibire la ripetizione di comportamenti riflessi non appropriati o anche consentire la generazione di risposte di tipo completamente nuovo. Dal punto di vista dello sviluppo, si sta delineando sempre meglio il ruolo dell’attività spontanea nella coordinazione, correlazione e regolazione efficace dei campi recettivi sensoriali (Strassberg et al., ‘93) e nella eliminazione delle connessioni sinaptiche ridondanti (Fields et al., ‘92). Nelle fasi iniziali dello sviluppo, nel sistema nervoso di molti esseri viventi, viene stabilita una grande quantità di interconnessioni sinaptiche diffuse e non localizzate, probabilmente sulla base di una pre-determinazione genetica, per mezzo di fenomeni di chemo-affinità che governano in questa fase la crescita delle arborizzazioni neuritiche (si veda il capitolo 5). Da questa fase iniziale, DIBE – Università degli Studi di Genova 57 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica caratterizzata dall’abbondanza di connessioni in competizione, durante un periodo critico dell’ontogenesi, si passa ad una fase di segregazione spaziale e specializzazione funzionale delle connessioni dipendente dall’attività elettrica. Questa dipendenza è stata dimostrata utilizzando speciali tossine (tetrodotossine, TTX) capaci di impedire il passaggio di ioni attraverso un canale. In queste condizioni, si osserva l’assenza di una significativa plasticità delle connessioni, osservata invece in condizioni normali. L’attività elettrica da cui in modo così cruciale dipende la ridefinizione della topologia delle connessioni nervose, non è strettamente legata alle sollecitazioni dell’ambiente esterno. Infatti, anche quando l’organo di senso non è ancora completamente funzionante, esiste una considerevole attività elettrica spontanea nelle vie nervose che caratterizzano quella data modalità sensoriale. In letteratura è stato descritto questo tipo di sviluppo nel caso di strutture funzionali, come le colonne di dominanza oculare nella corteccia visiva di alcuni primati, e l’alternanza delle connessioni binoculari nel corpo genicolato laterale, seppure durante il periodo di vita intra-uterina. In questa fase, i neuroni sensoriali primari contenuti nella retina sono ancora parzialmente inattivi e comunque privi di stimolazioni sensoriali visive strutturate (Fields et al., ‘92). In questo contesto, nasce allora la concreta possibilità di modellare fenomeni di attività spontanea di una cellula nervosa, in assenza di qualunque stimolazione fisiologica o artificiale. Dal punto di vista dei modelli matematici infatti, si verifica l’insorgenza di attività elettrica spontanea in assenza di alcuna stimolazione esterna. Si consideri il modello stocastico di Hodgkin-Huxley (1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29): nelle figure seguenti è riportato l’andamento temporale del potenziale di membrana, in assenza di alcun segnale esterno, ovvero quando sia imposto Iext = 0µm2. Si confrontano le risposte di questo modello con quelle previste dal modello deterministico (1.23 – 1.29), che per definizione non può generare alcuna attività elettrica spontanea. DIBE – Università degli Studi di Genova 58 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 60 Modello deterministico 40 20 0 V (mV) -20 -40 -60 -80 0 50 100 time (msec) Fig. 1.21: Potenziale di membrana per Iext = 0µm2, nel modello di HodgkinHuxley deterministico (eq. 1.23 - 1.29). 60 S = 100 µm 2 60 40 40 20 20 0 V (mV) S = 50 µm 2 0 -20 V (m V) -40 -20 -40 -60 -60 -80 -80 0 20 40 60 80 100 0 20 time (msec) 40 60 80 100 time (msec) 60 S = 25 µm 60 2 40 40 20 20 0 0 V (mV) -20 V (mV) -20 -40 -40 S = 1 µm 2 -60 -60 -80 -80 0 20 40 60 80 100 0 20 40 60 80 100 time (msec) time (msec) Fig. 1.22: Attività spontanea, per valori decrescenti di S in assenza di stimolazione in corrente, nel modello di Hodgkin-Huxley (eq. 1.75 - 1.77 e 1.27 - 1.29). DIBE – Università degli Studi di Genova 59 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Fig. 1.23: Altri esempi di attività spontanea, per valori decrescenti dell’area del patch di membrana, nelle stesse ipotesi della figura precedente. DIBE – Università degli Studi di Genova 60 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.15 Algoritmi di Simulazione al Calcolatore della Cinetica Stocastica Si è visto come per una classe molto ampia di modelli matematici che descrivono l'evoluzione del potenziale di membrana di una cellula eccitabile si possa scrivere un'equazione differenziale stocastica che, a meno del numero di contributi alla corrente che fluisce attraverso la membrana e dei parametri numerici, ammette una stessa forma. (1.95) C dove dV = g l ⋅ ( E l − V) + dt nh = 1 Nh ⋅ max N h max ∑ξ i =1 ∑g h n E V ⋅ ⋅ − ( ) + I ext h h h kh h i ξ h = Π γ h jh . jh =1 Il numero massimo di canali proteici selettivi al passaggio della specie ionica h-esima Nh max, è in generale determinato dalla superficie del patch di membrana che viene considerato, ed è esprimibile in termini della densità superficiale di canali ρh. In base alle riflessioni finali del paragrafo 1.13, si comprende che le fluttuazioni e l’attività spontanea siano fenomeni tanto più evidenti quanto minore è l'estensione superficiale della membrana che si considera. Viceversa tale attività spontanea viene soppressa quando il numero di canali sia estremamente elevato, in modo simile a quanto succede in un coro molto numeroso, per una voce stonata. Anatomicamente, tale soppressione potrebbe essere particolarmente favorevole in alcuni punti della membrana plasmatica, come è probabilmente il caso per il tratto iniziale dell’assone (hillock), e dei nodi di Ranvier, piccole aree di membrana a diretto contatto con l'ambiente extracellulare che restano scoperte dalla ricopertura mielinica fornita dalle cellule di Schwann (cellule della glia). Gli esempi appena fatti costituiscono un caso di densità di canali proteici insolitamente elevata (Strassberg et al., ‘93), contribuendo DIBE – Università degli Studi di Genova 61 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica all’attenuazione del rumore, in modo da minimizzare la distorsione del segnale da propagare, e da non alterarne il contenuto informativo. Un possibile algoritmo di simulazione dell’equazione 1.93, note le proprietà statistiche dei processi aleatori che caratterizzano i canali ionici, è quello di memorizzare lo stato, fra i 2k possibili, di ciascuno degli Nh max canali per ogni h, e di calcolare per ciascuno di essi il tempo di permanenza continuativa in uno stato. Si è già dimostrato che questo è una variabile aleatoria distribuita secondo la seguente densità di distribuzione di probabilità 1.45 e 1.46. (1.96) FTA (T) = Pr{TA ≤ T} = ∫ T 0 β ⋅ e − β⋅x dx = 1 − e − β⋅T Sia la 1.96 la cumulativa o distribuzione di probabilità del generico tempo di permanenza nello stato aperto di un gate, si cerca una funzione opportuna di una variabile aleatoria uniforme u fra 0 e 1 risulta essere distribuita con FTA (T) . Si dimostra che g( u)= FTA −1 ( u) è la funzione di variabile aleatoria cercata (Papoulis, ‘91). Ciò implica che se è possibile generare un numero pseudocasuale u, uniformemente distribuito fra 0 e 1, si può ottenere il tempo di vita dello stato per un gate, applicando la trasformazione 1.97: (1.97) T = 1 −1 ⋅ ln( 1 − u) β o equivalentemente T = 1 −1 ⋅ ln( u) , dal momento che u e (1-u) sono β entrambe variabili distribuite uniformemente fra 0 e 1. Una volta generati tutti gli intervalli di permanenza in un certo stato, si scelga il minimo e si aggiorni il potenziale di membrana attraverso la 1.95, considerando che in tale intervallo, nh per ogni h sia pressoché costante. L’equazione differenziale 1.95 può essere risolta in forma chiusa (1.98). DIBE – Università degli Studi di Genova 62 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica A A (1.98) V( t + Tmin ) = V( t ) − ⋅ e − B⋅Tmin + B B dove I$ A = + gl ⋅ El + S ∑ h gh ⋅ nh ⋅ Eh B = g l + ∑ h gh ⋅ nh Infine si aggiorni lo stato del canale a cui corrisponde Tmin (se il canale è di tipo elementare a due stati, semplicemente γ j* new = 1 − γ j* old ). Questo algoritmo può essere inizializzato, ad esempio imponendo ciascun canale nello stato aperto con probabilità n d ∞ ( V0 ) (valore a regime della cinetica deterministica corrispondente, calcolato in inizializzazione del potenziale di membrana), in V0 valore analogia di con l’inizializzazione del modello deterministico. In questo modo resta verificato che per Nh max >> 1, all'istante iniziale la frazione di canali aperti coincide con la probabilità di tale evento, ricordando che la frequenza relativa di un fenomeno e probabilità convergono in probabilità al crescere del numero di eventi considerati. L'algoritmo appena descritto ha numerosi svantaggi in termini di velocità e di memoria richieste (Chow et al., ‘96). Innanzitutto è necessario mantenere lo stato di tutti i canali presenti e aggiornarlo di continuo: le simulazioni che coinvolgono un gran numero di canali richiedono notevole dispendio di memoria e complicazioni nell’implementazione al calcolatore. Il lato peggiore di questo algoritmo è la necessità di generare una grande quantità di numeri pseudocasuali a ogni transizione. Anche il migliore algoritmo di generazione di numeri pseudocasuali ha caratteristiche di periodicità nella sequenza di numeri prodotta. Segue una peggiore prestazione della simulazione in termini statistici, soprattutto se di lunga durata temporale (tempo di modello). Una proposta migliore sfrutta l'indipendenza, il parallelismo e l'assenza di memoria di ciascun canale. E' possibile tenere memoria solo del numero totale di canali ionici in un certo stato, piuttosto che dello stato di ciascun canale. Il numero di variabili da memorizzare diminuisce così drasticamente DIBE – Università degli Studi di Genova 63 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica e non dipende più dalle dimensioni della superficie della membrana: esso è pari a ∑2 kh , con kh numero dei gate del canale selettivo alla specie ionica h h-esima. Consideriamo per semplicità, nuovamente il modello di Morris e Lecar. L'intervallo di tempo fra due transizioni successive, esaminando tutti i canali nello stesso istante e supponendo l’indipendenza fra di essi, è una variabile aleatoria con la seguente densità di distribuzione di probabilità: (1.99) f (T) = λ ⋅ e − λ⋅T In questa espressione λ è la somma dei prodotti fra numero di canali in un certo stato per la probabilità (per unità di tempo) di compiere una transizione da tale stato, e si è indicato con Nk e NCa il numero di canali potassio e calcio aperti rispettivamente. (1.100) λ = N k ⋅ β n + ( N k max − N k ) ⋅ α n + N Ca ⋅ β m + ( N Ca max − N Ca ) ⋅ α m E’ evidente che basta generare un solo numero pseudocasuale r uniforme fra 0 e 1, e applicare ad esso la trasformazione già vista per ottenere T: T= 1 ⋅ ln( r ) −1. λ Aggiornato il potenziale di membrana con la 1.98 nelle stesse ipotesi, si aggiorna il numero totale di canali in ciascuno degli stati ammessi: nel modello di Morris e Lecar Nk, (Nk max - Nk), Nca, (Nk max - NCa ). Questo aggiornamento deve essere fatto generando eventi a probabilità N k ⋅ βn , (N k max ) − N k ⋅ α n , N Ca ⋅ β m , (N Ca max ) − N Ca ⋅ α m e rispettivamente decrementando Nk, incrementando Nk, decrementando Nca o incrementando Nca. Il passo precedente richiede come ovvio la generazione di un solo numero pseudocasuale uniforme fra 0 e λ, ed il confronto dello stesso con le DIBE – Università degli Studi di Genova 64 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica probabilità pi: in queste ipotesi se x è una variabile aleatoria uniforme fra 0 e 1, la probabilità che x<pi è proprio pi, per definizione di distribuzione uniforme. L’inizializzazione è equivalente a quella dell’algoritmo precedente, ovvero si impone che: Nh = Nh max ⋅ n d ∞ (V0 ) per ogni h. Tutte le simulazioni relative alla dinamica stocastica dei canali proteici riportate in questo capitolo, sono state realizzate con tale algoritmo, ed il vantaggio in termini di velocità e di occupazione di memoria è stato sensibile, verificando soprattutto un incremento dell'efficienza per le simulazioni a limitato numero di canali totali. 1.16 Analogia con l’Equazione di Langevin Si consideri nuovamente per semplicità il modello di Morris e Lecar. Si può dimostrare che le scale temporali associate ai valori attesi delle variabili m e n, attivazione dei canali calcio e potassio rispettivamente, sono notevolmente separate come viene indicato in figura 1.24. Dalla 1.83 si osserva che la costante di tempo che caratterizza l’andamento temporale del valore atteso della frazione n di canali potassio aperti, è data dalla somma αn + βn. In particolare, valgono le 1.101 e 1.102: (1.101) τ n (V) −1 = (α n + β n ) = 1 V − 10 ⋅ cosh 15 29 V + 1 (1.102) τ m (V) −1 = (α m + β m ) = cosh 30 DIBE – Università degli Studi di Genova 65 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Viene indicato di seguito anche i valori di regime per i valori attesi di n e m (si veda anche 1.83 e 1.86): αn (1.103) n d ∞ = α n + βn 1 V − 10 = ⋅ 1 + tanh 14.5 2 αm (1.104) m d ∞ = α m + βm 1 V + 1 = ⋅ 1 + tanh 15 2 14 (αn+βn)-1 -1 (αm+βm) 12 10 8 msec 6 4 2 0 - 90 -6 0 -3 0 0 30 60 90 V (mV) Figura 1.24: La cinetica dei canali Ca2+ è in valore atteso più rapida di quella dei canali K+. Si osserva immediatamente che ( α m + β m ) >> ( α n + β n ) da cui si deduce che l’inverso delle 1.101 e 1.102 stano fra di loro nella seguente relazione di disuguaglianza: (1.105) (α m + β m )−1 << (α n + β n )−1 Tale osservazione è di notevolissima importanza e verrà richiamata anche nel capitolo successivo (vedi paragrafo 2.1). Utilizzando un modello deterministico infatti, è possibile approssimare la dinamica associata ai canali calcio, considerando la loro evoluzione temporale come istantanea, rispetto a quella associata ai canali potassio (Abbott et al., ‘90). E’ possibile cioè imporre la variabile deterministica md identicamente uguale al proprio valore di regime, nei casi in cui si è interessati ad analizzare la dinamica neuronale su scale temporali molto maggiori di quella associata al potenziale d’azione, per esempio nel contesto di esaminare il comportamento collettivo di un insieme di cellule nervose interconnesse, e le modalità attraverso cui tale insieme di unità elabora informazioni e DIBE – Università degli Studi di Genova 66 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica segnali provenienti dalle afferenze sensoriali. Tale approssimazione è lecita quando la scala temporale di interesse sia molto più lenta dei fenomeni che portano a regime le grandezze considerate. Dal punto di vista dello studio della cinetica dei canali ionici, risulta però più corretto interpretare la 1.105 in modo diverso: la variazione di n è molto lenta rispetto a quella associata a m. Si sceglie di imporre n ≅ nr, costante rispetto al tempo, con nr valore di riposo della variabile deterministica corrispondente (Chow et al., ‘96). Dalle 1.83 e 1.86 segue che per definizione (1.106) n ( t ) ≡ n r = α n (Vrest ) = n d ∞ (Vrest ) ∀ t α n (Vrest ) + β n (Vrest ) Possiamo adesso riscrivere il secondo membro dell'equazione differenziale stocastica 1.78, in cui l'unico processo aleatorio del tempo è la frazione dei canali calcio aperti m, oltre naturalmente a V: (1.107) C dV = g l ⋅ (E l − V ) + g K ⋅ n r ⋅ (E K − V ) + g Ca ⋅ m ⋅ (E Ca − V ) + I ext dt Al termine del paragrafo 1.10 e seguenti, è già stato messo in evidenza che per il teorema di DeMoivre-Laplace per ogni istante t la variabile aleatoria m(t) è caratterizzata da una densità di distribuzione di probabilità normale. Dal momento che la natura dei canali ionici Ca2+ in esame è quella elementare ad unico gate indipendente, sono immediatamente note le proprietà statistiche del processo m(t). m = E{ m} = { E ( m − m) 2 αm α m + βm }= N 1 Ca max α m α m ⋅ ⋅ 1 − α m + β m α m + β m DIBE – Università degli Studi di Genova 67 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica E{( m( t ) − m) ⋅ ( m( t + τ ) − m) } = 1 N Ca max α m α m − ( α + β ) ⋅ τ ⋅ ⋅ 1 − ⋅ e m m α m + β m α m + β m Per convenienza formale, si introduce adesso la variabile δm, dove si sta considerando m = m + δm , cioè somma del valore atteso e di una variabile aleatoria a valore medio nullo, si ottiene un'espressione equivalente. Riscrivendo la 1.107 si ottiene (1.108) C { } dV = g l ⋅ (E l − V ) + g K ⋅ n r ⋅ (E K − V ) + g Ca ⋅ m ⋅ (E Ca − V ) + I ext + g Ca ⋅ δm ⋅ (E Ca − V ) dt (1.109) E{δm} = 0 (1.110) E{δm 2 } = 1 N Ca max (1.111) E{δm( t ) ⋅ δm( t + τ )} = α m α m ⋅ ⋅ 1 − α m + β m α m + β m 1 N Ca max α m α m − ( α + β ) ⋅ τ ⋅ ⋅ 1 − ⋅ e m m α m + β m α m + β m La funzione di autocorrelazione 1.111 può inoltre essere approssimata con una funzione delta di Dirac, essendo il tempo di decadimento dell'esponenziale (αm + βm)-1 molto più piccolo della scala temporale dei fenomeni di variazione del potenziale di membrana in risposta alle variazioni del numero di canali calcio aperti. Allora la funzione di autocorrelazione assume la forma indicata nella 1.112. (1.112) E{δm( t ) ⋅ δm( t + τ)} ≈ 2⋅D N Ca ⋅ δ(τ ) D opportuno max DIBE – Università degli Studi di Genova 68 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Autocorrelazione Delta di Dirac 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 -30 -20 0 -10 10 20 30 τ Fig. 1.25: Funzione di autocorrelazione del processo stocastico δm, e approssimazione con una delta di Dirac: rumore bianco. Fissare il coefficiente D implica scegliere un criterio di equivalenza fra la 1.111 e la 1.112. D determina l’area della delta, quindi si può imporre la seguente condizione: ∫ +∞ -∞ E{δm(t) ⋅ δm(t + τ )}dτ = ∫ +∞ -∞ 2⋅D 2⋅D ⋅ δ (τ )dτ = N Ca max N Ca max Da questa condizione, approssimativamente equivalente ad imporre la parità di densità spettrale di potenza dei due processi, si ottiene l’espressione analitica del coefficiente D che ovviamente è funzione del potenziale di membrana, attraverso la dipendenza funzionale delle probabilità di transizione per unità di tempo αm(V) e βm(V): (1.113) D = D( V ) = α m ( V) ⋅ β m ( V ) (α m (V) + β m (V) )3 . I termini nell'equazione differenziale 1.108 possono allora essere riorganizzati in modo da ricondurre il formalismo alla forma esaminata nella appendice A (a.27): DIBE – Università degli Studi di Genova 69 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica dV dt = h( V) + g( V) ⋅ η( t ) (1.114) E{η( t )} = 0 E{η( t ) ⋅ η( t + τ )} = 2 ⋅ δ (τ ) gaussiano W( V,0) = 1 ⋅ δ ( V − V0 ) L’equazione 1.108 è dunque un’equazione monodimensionale non lineare di Langevin, soggetta ad un rumore bianco dipendente dal potenziale di membrana V. Tale dinamica può anche essere confrontata con il moto di una particella soggetta ad un campo di forze (conservativo), soggetta a fluttuazioni indotte dall’agitazione termica. In questa analogia, V corrisponde alla posizione della particella, la capacità C gioca il ruolo di un coefficiente di attrito e l’inverso di NCa, contenuto nella definizione di δm, quello della temperatura esterna. Questo parallelo consentirebbe di spiegare la soppressione di fluttuazioni spontanee quando il numero totale di canali calcio cresca sufficientemente, allo stesso modo in cui l’agitazione termica a cui è soggetta la particella tende a scomparire al decrescere della temperatura fino allo zero assoluto. Nella 1.114 compare anche la funzione W(V,t), densità di distribuzione di probabilità, in generale non stazionaria, di V che è ovviamente un processo aleatorio. La condizione iniziale W( V,0) = 1 ⋅ δ ( V − V0 ) rappresenta la posizione "V(t=0) = V0 a probabilità unitaria", ed è importante per l'esistenza e l'unicità della soluzione di tale equazione stocastica. Le funzioni h(V) e g(V) sono combinazioni dei parametri del modello e hanno la seguente forma: h ( V) = α m( V ) 1 ⋅ g l ⋅ ( E l − V) + g k ⋅ n r ⋅ ( E k − V) + g Ca ⋅ ⋅ ( E Ca − V) + I ext C α m ( V) + β m ( V) dove si è già sostituita l'espressione analitica del valore atteso di m, e g ( V) = g Ca D( V ) ⋅ ⋅ ( E Ca − V) C N Ca max DIBE – Università degli Studi di Genova 70 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Attraverso un opportuno cambio di variabile, una forma più agevole per la 1.114 può essere derivata, e precisamente in modo tale che il coefficiente moltiplicativo del processo stocastico η(t), η(t) = δm(t), sia indipendente da V. Si definisce una nuova variabile y nel modo seguente: y = w (V) = ∫ Per il V dx g(x ) teorema di derivazione dy dy dV [h (V) + g(V) ⋅ η( t )] = ⋅ = , e quindi dt dV dt g(V) delle funzioni composte dy = H( y) + η( t ) , dove dt h( w −1 ( y)) per definizione H ( y) = . g( w −1 ( y)) Questo tipo di cambiamento di variabile può sempre essere applicato con ipotesi di generale regolarità della funzione g(x) e di consistenza della definizione di y. Si dimostra, in virtù della δ-correlazione e di gaussianità del processo stocastico η(t), che y(t) deve essere un processo markoviano e per le considerazioni fatte nella appendice A, si sa che l'espansione di KramersMoyal per tale processo si arresta ai primi due termini. L'equazione di Fokker-Plank per W(y,t) può essere immediatamente scritta: ∂2 ∂ ∂W ( y, t ) (1.115) = − [H( y) ⋅ W ( y, t )] + 2 W ( y, t ) ∂y ∂t ∂y (1.116) W ( y,0) = 1 ⋅ δ(y − y 0 ) Nella condizione iniziale 1.116 compare la quantità y0 = w(V0), in virtù della monotonia della funzione w(V). Un'equazione differenziale lineare di tipo parabolico come la 1.115 può essere ricondotta all'equazione di Smoluchowski 1.118, nelle ipotesi molto DIBE – Università degli Studi di Genova 71 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica generali di integrabilità di H(y). Si definisce Φ(y) funzione potenziale per la dinamica del processo y(t), dove: y (1.117) Φ( y) = − ∫ H( x )dx ⇒ − dΦ ( y) = H ( y) dy ∂W ( y, t ) ∂ ∂2 = − (− Φ ’( y) ) + 2 W ( y, t ) (1.118) ∂t ∂y ∂y Come si è già osservato si verifica che y = w(V) è una funzione monotona h( V ) è monotona, allora anche la funzione g ( V) non decrescente. Poiché composta h o w −1, cioè H(y), è una funzione monotona e quindi invertibile. g Si voglia calcolare minimi e massimi di tale funzione potenziale Φ(y): questo può essere fatto determinando i passaggi per lo zero della funzione H(y), dal momento che − dΦ( y) = H( y) , e per la condizione necessaria di dy esistenza di un estremante locale per una funzione di una variabile. Tali valori possono essere poi riportati ai corrispondenti valori di V, attraverso la definizione di y, invertendo la relazione: V = w-1 (y). In particolare i valori di y tali che H(y) = 0, sono quelli che corrispondono ai valori V = w-1 (y), per i quali H ( y) = h( w −1 ( y)) . g( w −1 ( y)) Questo dimostra che i valori di V per i quali si annulla la funzione h(V) precedentemente definita, sono gli stessi per i quali si annulla la funzione potenziale per la dinamica della variabile y. Il ruolo di Φ(y) è quello di generare una dinamica attrattiva verso i propri punti di minimo, per y e quindi per V, attraverso w-1. DIBE – Università degli Studi di Genova 72 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica g = 9 mS/cm2 g = 30 mS/cm2 40 g =7 g k k g = 1 mS/cm2 mS/cm2 = 7 mS/cm2 Ca 4 Ca Ca 30 g 2 = 1 mS/cm2 Ca 0 20 g = 1.4849 mS/cm2 h(V) k -2 = .7529 mS/cm2 g 10 Ca h(V) -4 0 -6 -10 -8 -60 -40 -20 0 20 40 g 60 V (mV) = 0.7529 mS/cm2 Ca -10 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 V (mV) Fig. 1.26: (sinistra) Grafico della funzione h(V) nel modello di MorrisLecar, per alcune scelte dei parametri di conduttanza massima; (destra) dettaglio dei punti di attraversamento dello zero. La funzione h(V) si annulla per tre soli valori di V, come indicato in figura 1.25. Se si chiama Vmin il più piccolo di essi, si verifica facilmente che Vmin corrisponde al valore di riposo del potenziale di membrana, ovvero il valore medio di regime a cui tende la dinamica descritta dalla 1.78, in assenza di qualsiasi stimolazione in corrente. Esso è pertanto un punto di equilibrio stabile, dal momento che per valori iniziali prossimi ad esso, al passare del tempo V tende asintoticamente ad esso. Il più grande valore di V per cui h(V) = 0 corrisponde invece ad un punto di equilibrio instabile, dal momento che V raggiunge tale valore durante il potenziale d’azione, e se ne discosta immediatamente durante la fase di iperpolarizzazione che segue nel modello completo, dovuta all’apertura di un gran numero di canali potassio. Il punto intermedio di attraversamento dello zero Vmax, individua in modo univoco il valore della soglia di eccitabilità, nell’approssimazione 1.105; la distanza fra Vmin e Vmax determina così la distanza fra il valore di riposo del potenziale e il valore di soglia, superato il quale le non linearità dei processi di eccitabilità inducono in probabilità, un cambiamento significativo di stato nella maggior parte dei canali, che può risultare nella generazione di un potenziale d’azione. DIBE – Università degli Studi di Genova 73 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Queste considerazioni non valgono soltanto per il modello di Morris e Lecar, ma per una classe molto ampia di modelli biofisici, del tipo già descritto. Per il modello stocastico di Hodgkin-Huxley, con considerazioni molto simili si individua l’andamento riportato nella figura seguente. 4000 1,0 3000 0,5 2000 h(V) h(V) 1000 0,0 -0,5 0 -1000 -700 -600 -500 -400 -300 -200 -100 0 100 -1,0 -67 -66 V (mV) -65 -64 -63 -62 -61 -60 V (mV) Fig. 1.27: (sinistra) Grafico della funzione h(V) nel modello di HodgkinHuxley e (destra) dettaglio dei punti di attraversamento dello zero Vmin=-65 mV e Vmax=-62.4mV. L'analisi del profilo di h(V) risulta quindi cruciale per comprendere quali siano i valori di equilibrio (Vmin punto di equilibrio stabile, Vmax punto di equilibrio instabile) per una classe molto ampia di modelli di membrana nervosa. DIBE – Università degli Studi di Genova 74 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1.17 Formula di Kramers E’ già stato osservato che il fenomeno della fluttuazione del potenziale di membrana V, e l’attraversamento della soglia di eccitabilità per valori sottosoglia della corrente esterna di stimolazione, siano paragonabili al movimento di una particella in una buca di potenziale Φ(V) soggetta a urti casuali con le particelle della soluzione, in virtù dell’agitazione termica. Quello che è stato chiamato rumore di membrana agisce in modo simile al rumore termico, spingendo per così dire, occasionalmente V oltre Vmax. Una volta superato tale valore e generato un potenziale d’azione, i meccanismi non-lineari che abbiamo approssimato molto lenti tendono a riportare V al valore di riposo Vmin. Si è già notato che, quanto maggiore è la distanza fra Vmin e Vmax, tanto minore sarà la probabilità che in media le fluttuazioni della cinetica stocastica dei canali ionici riescano a fare oltrepassare la soglia di eccitabilità e quindi indurre attività spontanea sostenuta. La frequenza media di oscillazione per il potenziale di membrana, ovvero il numero di potenziali d’azione generati nell’unità di tempo in modo spontaneo, può allora essere approssimato dal tasso medio di fuga da una barriera di potenziale Φ(V). Si tratta di un problema classico nella meccanica statistica (Kramers, ’40; Hanggi et al., ’90), affrontato per la prima volta da Kramers negli anni ’40 e successivamente riesaminato innumerevoli volte in letteratura (Amit et al., ’96). Si dimostrerà adesso che, seppure in via numerica, tale tasso di fuga può essere valutato, nelle ipotesi di stazionarietà approssimata che richiede un’equivalente bassa temperatura a confronto con l’altezza della barriera di potenziale. L’analisi teorica che viene condotta diventa perciò meno accurata al decrescere del numero di canali, e inoltre in questa trattazione è stata ignorata del tutto la fenomenologia in grado di produrre l’intervallo di refrattarietà e i meccanismi di innesco della iperpolarizzazione di V. Si valuti il salto sul profilo della funzione potenziale (ampiezza della barriera), ∆Φ corrispondente ai valori di Vmin e Vmax: DIBE – Università degli Studi di Genova 75 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ∆Φ = Φ (y max ) − Φ(y min ) = y max ∫ Φ’( y)dy = y min (1.119) =−∫ Vmax Vmin Vmin h ( V ) h (V) dy ⋅ dV = ∫ dV Vmax g ( V ) 2 g (V) dV Si è già osservato che la formula di Kramers (1.120) vale nelle condizioni in cui ∆Φ >> 1. Questo è immediatamente posto in relazione alla potenza del rumore termico equivalente, giacché intuitivamente si può notare che quella condizione è garantita qualora il rapporto che figura sotto il segno di integrale nella definizione1.119 sia molto grande, su tutto l’intervallo di valori compresi fra Vmin e Vmax. Dal momento che g(V) è in prima approssimazione proporzionale alla densità spettrale di potenza del processo δm, per definizione pari all’area della delta di Dirac legata direttamente al coefficiente D definito nella 1.113 e inversamente a NCa, il rapporto che compare nella 1.119 sarà grande quando g(V) è piccolo, cioè quando Nca è grande. In queste ipotesi il tasso di fuga dalla barriera è dato dalla seguente equazione: (1.120) R k ≈ 1 ⋅ Φ’’( y min ) ⋅ Φ’’( y max ) ⋅ e − ∆Φ 2π La derivata seconda del potenziale è quando si consideri che, per il teorema di derivazione di funzioni composte, vale: d d dV h’( V) ⋅ g( V) − h( V) ⋅ g’( V) g ( V) (1.121)Φ’’( y) = − dy H ( V( y)) = − dV H ( V( y)) ⋅ dy = − Ma allora si può sfruttare la 1.121 per concludere che nel caso particolare di ymin e ymax corrispondenti come si è già discusso a Vmin e Vmax rispettivamente, le quantità sotto integrale nella 1.120 possono essere valutate dalla sola conoscenza della derivata prima di h(V). DIBE – Università degli Studi di Genova 76 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (1.122) Φ’’( y) = −h ’(V) y ∈ {y min ; y max } V ∈ {Vmin ; Vmax } Completando la valutazione del tasso di fuga medio dalla barriera di potenziale, mediante integrazione numerica della 1.119, si arriva alla forma finale. Tale espressione può essere resa dipendente dal numero totale di canali proteici calcio oppure dalle dimensioni complessive del patch di membrana, attraverso la specificazione della densità di canali ρCa. (1.123) R k ≈ C1 ⋅ e − N Ca max C2 = C1 ⋅ e − S C3 (quindi C 3 = C 2 ⋅ 1 ). ρ Ca 0,6 0,5 C1 0,4 Rk 0,3 0,2 0,1 0,0 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 S Fig. 1.28: Andamento generale previsto dalla formula di Kramers per il tasso medio di fuga dalla buca di potenziale in funzione del numero di canali calcio, ovvero di S. La teoria appena sviluppata per la previsione della frequenza media di oscillazione del potenziale di membrana fornisce una spiegazione all’evidenza fornita dalla simulazione del modello di Morris-Lecar non DIBE – Università degli Studi di Genova 77 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica deterministico. Infatti, per valori biologicamente consistenti della dimensione del patch di membrana, non si assiste ad alcuna attività spontanea. La 1.23 infatti prevede una frequenza media di attività statisticamente rilevante solo per valori molto piccoli di A, non ragionevoli dal punto di vista biologico (si vedano le figure 1.29 – 1.30), anche al variare dei valori di conduttanza massima. In modo euristico si potrebbe affermare che l’assenza di attività spontanea nel modello di Morris-Lecar sia imputabile alla particolare cinetica dei canali ionici e non ai valori numerici considerati. Dal punto di vista della filogenesi, potrebbe infatti essere importante sfavorire l’insorgenza di qualunque attività spontanea, anche in condizioni di densità di canali proteici relativamente bassa. Ontogeneticamente, la differenziazione delle cellule nervose potrebbe avvenire anche al livello di sintesi proteica, per esempio nella maggiore o minore facilità all’espressione di opportuni geni che codificano canali proteici di tipo simile a quanto descritto, piuttosto che ad un altro. 15 14.9 exp(-S/3.56µm2) Hz 10 R k 5 0 0 5 10 15 20 S 25 30 35 40 (µm2) Fig. 1.29: Frequenza media di attività spontanea nel modello di MorrisLecar, per g Ca = 7mS/cm2 e g K =30mS/cm2. DIBE – Università degli Studi di Genova 78 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 120 129 exp(-S/1.15 10-3µm2) Hz 100 80 R 60 k 40 20 0 0.000 0.002 0.004 0.006 0.008 0.010 S (µm2) Fig. 1.30: Frequenza media di attività spontanea nel modello di MorrisLecar, per g Ca = 1mS/cm2 e g K =9mS/cm2. Al contrario, come mostrato nelle figure 1.22 – 1.23, per il modello di Hodgkin-Huxley esiste una rilevante attività spontanea la cui previsione risulta in ottimo accordo con le simulazioni al calcolatore, e di seguito riportiamo l’andamento della frequenza media di attività. 50 45 40 45 exp(-S/74µm2) Hz 35 30 R k 25 20 15 10 5 0 0 100 200 300 S (µm2) Fig. 1.31: Frequenza media di attività spontanea nel modello di HodgkinHuxley. DIBE – Università degli Studi di Genova 79 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Figura 1.32: Confronto fra la previsione teorica e la simulazione a calcolatore, per la frequenza media di attività elettrica nel modello di Hodgkin-Huxley. DIBE – Università degli Studi di Genova 80 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Capitolo 2 Modello di Neurone Integra-e-Spara 2.1 Riduzione della Complessità Nel capitolo 1 è stata approfondita la natura stocastica e discreta dei processi che governano la generazione e la propagazione del segnale nervoso. La modellistica matematica esaminata impiega uno schema cinetico markoviano per la descrizione degli stati interni dei canali proteici, e si rivela in grado di prevedere con ottima precisione gli stessi comportamenti normalmente descritti in modo deterministico e continuo. Inoltre, la ricchezza di questa descrizione consente di giustificare in modo molto semplice, proprietà e fenomenologie di ordine superiore, come l'attività spontanea, che emergono naturalmente dalla dinamica collettiva dei canali ionici. L'approccio stocastico alla descrizione di una membrana eccitabile è storicamente molto recente, e la ragione principale del successo dei precedenti modelli biofisici deterministici (1.23 – 1.29 e analoghi), risiede DIBE – Università degli Studi di Genova 81 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica nel fatto che l'insieme dei valori numerici dei parametri di tali modelli è facilmente identificabile, mediante semplici procedure di interpolazione, partendo dalle misurazioni elettrofisiologiche a potenziale di membrana costante (tecnica del voltage-clamp). Oltre alla indicata incapacità di descrizione dei comportamenti statisticamente significativi quando il numero totale di canali proteici sia molto ridotto, lo svantaggio principale dei modelli deterministici è dato dalla difficoltà della loro risoluzione numerica. Quasi sempre infatti, vengono considerati sistemi differenziali del prim'ordine, per i quali non è possibile trovare una soluzione in forma chiusa, e nei quali esiste una evidente separazione delle scale temporali che regolano le variabili di stato (si veda il paragrafo 2.3). Adottando un algoritmo di integrazione numerica a passo di integrazione fisso, questa situazione forza la scelta dell'intervallo di quantizzazione ad un valore molto piccolo a causa della elevata rapidità di variazione delle variabili più veloci, a discapito delle altre componenti dello stato che non richiederebbero una discretizzazione dell'asse dei tempi così accurata. Il passo di integrazione scelto è così imposto all'intero sistema di equazioni differenziali accoppiate, ed eventualmente a ciascun sistema di equazioni per ogni neurone costituente una rete di cui interessa conoscere l'evoluzione (Destexhe, '97), oppure ad ogni compartimento isopotenziale di uno stesso neurone, nella modellistica a parametri distribuiti (eq. 1.19). Un rimedio a tali limitazioni di ordine pratico nella simulazione al calcolatore di grandi reti di neuroni densamente interconnessi, ovvero nello studio di geometrie complicate per i processi neuritici di una singola cellula, è la formulazione di modelli computazionalmente meno onerosi, in grado tuttavia di mantenere proprietà e caratteristiche rilevanti per la consistenza con la realtà biologica e per il confronto con i dati sperimentali (Rinzel et al.). In questo capitolo verrà esaminata una procedura matematica di riduzione del modello di Morris e Lecar formalmente giustificata (Morris et al., '81), a cui seguirà un'ulteriore riduzione delle equazioni. Il modello finale, noto in DIBE – Università degli Studi di Genova 82 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica letteratura come integra-e-spara (Destexhe, ’97; Amit et al., ’96; Hopfield et al., '95; Abbott et al., '90;), costituirà un approccio incapace di prevedere la descrizione delle singole correnti ioniche, ma presumibilmente ancora in grado di cogliere i medesimi comportamenti dei modelli completi, soprattutto nello studio delle interazioni fra un numero molto grande di unità mutuamente connesse. 2.2 Analisi del Modello Biofisico Deterministico Si consideri il modello deterministico di Morris e Lecar, in parte esaminato nel capitolo precedente, la cui espressione matematica è data dal seguente sistema di tre equazioni differenziali non lineari. dV = g l ⋅ (E l − V ) + g Ca ⋅ m d ⋅ (E Ca − V ) + g K ⋅ n d ⋅ (E K − V ) + I ext dt (2.1) C (2.2) dn d 1 = ⋅ n d ∞ (V) − n d τ n (V) dt (2.3) dm d 1 = ⋅ m d ∞ (V) − m d τ m (V) dt ( ( ) ) Come già osservato, l'integrazione numerica delle equazioni 2.1 – 2.3 mostra che per valori piccoli dell'ampiezza della corrente di stimolazione Iext costante nel tempo, l'andamento temporale del potenziale di membrana V è quello tipico a costante di tempo, simile all'evoluzione delle grandezze elettriche in un circuito passivo RC. Nel caso in cui l’ampiezza dello stimolo di corrente sia sufficientemente elevata da fare oltrepassare a V un particolare intervallo di valori, sotto certe ipotesi la soluzione V(t) delle 2.1 – 2.3 è periodica di periodo costante, se la stimolazione di corrente è costante nel tempo. Altra caratteristica interessante è la presenza di un intervallo temporale di insensibilità o refrattarietà nei confronti di un DIBE – Università degli Studi di Genova 83 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ulteriore stimolo in corrente, per circa 2 millisecondi dopo la depolarizzazione: una variazione di qualsiasi entità in Iext(t) non produce alcun effetto nell’evoluzione delle grandezze considerate (Morris et al., '81). Nella figura 2.1 è rappresentata l'evoluzione temporale di V, per stimolazioni transitorie e di diversa intensità, utilizzando i parametri della tabella 2.1 e g Ca = 1mS / cm 2 g K = 3mS / cm 2 ; il profilo di Iext(t) è sovrapposto al grafico del potenziale di membrana. 20 I 20 I ext 40 ext 40 V V 10 10 20 20 -20 -10 -40 (mV) (µA/cm 2 ) ( µA/cm 2) 0 0 (mV) 0 0 -20 -10 -40 0 50 100 -20 150 0 time (msec) 50 100 -20 150 time (msec) Fig. 2.1: Andamento temporale del potenziale di membrana V(t), per Iext=6µA/cm2 (sinistra) e Iext=13µA/cm2 (destra), rispettivamente. Come già notato nel paragrafo 1.16 (si veda fig. 1.24 e equazione 1.105), τm(V) / τn(V) << 1, per ogni valore di V. Questo significa che è possibile ridurre il sistema 2.1 – 2.3 a sole due equazioni differenziali, in cui si considera la dinamica dei canali Ca2+ molto più rapida di quella relativa ai canali K+, ponendo istantaneamente md al proprio valore di regime m d ∞ . Con tale sostituzione si ottiene un modello ridotto, indicato dalle 2.4 e 2.5, equivalente con ottima approssimazione al modello completo (2.1 – 2.3). (2.4) C dV ≅ g l ⋅ (E l − V ) + g Ca ⋅ m d ∞ (V ) ⋅ (E Ca − V ) + g K ⋅ n d ⋅ (E K − V ) + I ext dt DIBE – Università degli Studi di Genova 84 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (2.5) ( dn d 1 = ⋅ n d ∞ (V) − n d τ n (V) dt ) Una giustificazione più rigorosa del fatto che utilizzando questa approssimazione, l'andamento del potenziale di membrana continui ad essere descritto in modo preciso, è fornita dal teorema di Thikonov. Siamo infatti nelle ipotesi di poter ridurre lo spazio degli stati da ℜ 3 a ℜ 2, senza alterare le caratteristiche dei punti singolari. Esiste egualmente un ciclo limite, cioè una soluzione periodica stabile per il potenziale di membrana, come segue dal teorema di Poincarè-Bendixon. Questo teorema può essere enunciato nel modo seguente: se una traiettoria di un sistema dinamico rimane in un dominio finito dello spazio delle fasi per tutto il tempo, senza raggiungere alcun punto di equilibrio, allora essa è una traiettoria chiusa (periodica) o tende asintoticamente a diventarlo (Morris et al., '81). E' possibile verificare le ipotesi di questo teorema, verificando che V e nd sono quantità sempre limitate superiormente e inferiormente: per nd ciò segue dalla definizione di valore atteso della frazione di canali potassio aperti, rispetto al numero totale degli stessi, e quindi vale che 0 < n d < 1 . Per V, si può dimostrare che dalla 2.1 segue la seguente condizione: (2.6) Vmin = g l ⋅ E l + g K ⋅ E k + Iext gl + gK < V < g l ⋅ E l + g Ca ⋅ E Ca + Iext g l + g Ca = Vmax Da un esame approfondito del significato delle equazioni 2.4 e 2.5, si può intuire che due è il numero minimo di equazioni differenziali in grado di descrivere le caratteristiche qualitative di processi eccitabili/oscillatori di questo tipo. Esistono fondamentalmente due proprietà rilevanti, che devono essere incluse in ogni descrizione matematica di una membrana eccitabile: il comportamento capacitivo, responsabile delle proprietà integrative della membrana (2.4 o 2.7), e la dipendenza temporale delle conduttanze di DIBE – Università degli Studi di Genova 85 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica membrana (2.5 o 2.8), responsabile delle non linearità che generano l'eccitabilità e la refrattarietà (Abbott et al., ’90). Si riporta di seguito il modello di Morris e Lecar ridotto, specificando la forma definitiva delle equazioni. (2.7) C dV = g l ⋅ (E l − V) + g Ca ⋅ 1 ⋅ 1 + tanh V + 1 ⋅ (E Ca − V) + g K ⋅ n d ⋅ (E K − V) + I ext dt (2.8) 2 15 dn d 1 V − 10 1 V − 10 = ⋅ cosh ⋅ ⋅ 1 + tanh − n d dt 15 29 2 14.5 Ove non si faccia esplicito riferimento, si assume d’ora in avanti che le condizioni iniziali per V e per nd, insieme agli altri parametri del modello, siano quelli indicati nella tabella 2.1. Parametro Valore C Capacità di membrana 1µF/cm2 El Potenziale inverso di perdita -50mV ECa Potenziale inverso per Na+ 100mV EK Potenziale inverso per K+ -70mV gl Conduttanza di perdita 0.5mS/cm2 V(0) Condizione iniziale per V -50mV nd(0) Condizione iniziale per nd n d ∞ (V(0)) Tabella 2.1: Alcuni parametri utilizzati per le simulazioni del modello di Morris e Lecar ridotto. DIBE – Università degli Studi di Genova 86 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 2.3 Analisi nel Piano delle Conduttanze Massime di Membrana Sebbene l’ampiezza e la frequenza dei potenziali d’azione che caratterizzano il regime periodico del modello esaminato, siano dipendenti dall'intensità della corrente di stimolazione, la relazione matematica che lega una variazione di quest'ultima ai cambiamenti nelle due quantità precedenti, non è di tipo monotono (vedi figure 2.2 – 2.8). La figura 2.2 è stata ottenuta riportando il valore minimo e massimo di V(t) a transitori esauriti, al variare dell'ampiezza della corrente di stimolazione, mantenuta costante nel tempo. Questo tipo di comportamento è usuale nella dinamica dei sistemi non lineari: esiste un valore minimo del parametro Iext (circa 8µA/cm2), al di sotto del quale nessuna oscillazione persistente è prodotta. Il punto corrispondente a tale valore dell'intensità di stimolazione è detto biforcazione di Hopf. Superata tale soglia infatti, si ha generazione di potenziali d’azione a frequenza costante e, al crescere del valore della corrente, l'ampiezza delle oscillazioni decresce fino ad annullarsi. Questo significa che per valori di corrente superiori ad un valore detto di saturazione (circa 48µA/cm2), il regime periodico in V(t) scompare. 50 0 (mV) -50 -100 -150 -60 -40 -20 0 20 I stim 40 60 80 100 120 ( µA/cm 2) Fig. 2.2: Diagramma di biforcazione per V a regime, al variare della corrente di stimolo. DIBE – Università degli Studi di Genova 87 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0,08 0,06 0,04 (kHz) 0,02 0,00 -60 -50 -40 -30 -20 -10 I stim 0 10 20 30 40 (µA/cm 2) Fig. 2.3: Andamento della frequenza media del treno di potenziali d’azione a regime, al variare dell'intensità della corrente di stimolo costante. La figura 2.3 riporta invece la dipendenza dall'intensità di corrente, per la frequenza media di oscillazione di V(t), calcolata come numero di potenziali d'azione nell'unità di tempo. Per questo calcolo, si è atteso l'esaurimento dei transitori e si è osservato l'andamento di V(t) per 10 secondi, per poi valutare il rapporto fra la metà del numero di attraversamenti di V per 0mV, valore scelto convenzionalmente, e l’ampiezza dell’intervallo temporale, pari a 10 secondi. Come per la figura 2.2, anche in questo caso la relazione di dipendenza dalla corrente è profondamente non lineare: la frequenza media di oscillazione è diversa da zero solo nell'intervallo compreso fra i valori critici già indicati nella figura 2.2. Fuori da tale intervallo, l'assenza di oscillazione permanente implica una frequenza di oscillazione pari a zero. Oltre alla corrente esterna, anche i valori di conduttanza massima, che figurano in ciascuna delle correnti ioniche, hanno un ruolo importante. Si può assistere ad una variazione anche notevole delle caratteristiche della soluzione V(t) delle 2.7 – 2.8, al variare di tali valori, fissata l'ampiezza di stimolazione in corrente costante. Le modalità stesse del regime periodico permanente sono profondamente influenzate da tali variabili. Se si rappresenta nel piano, per ogni valore della coppia g K - g Ca, entro un certo DIBE – Università degli Studi di Genova 88 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica intervallo di ammissibilità, la frequenza dell'oscillazione del potenziale di membrana, una volta raggiunto il regime periodico ove questo esista, si possono indicare con lo stesso tono di grigio (vedi figure 2.4 e 2.5) le zone del piano caratterizzate dalla stessa frequenza di attività regolare. 10 10 gk gk 10 10 gk gk 0 0 0 1 2 3 4 gCa 5 6 7 8 9 10 10 0 0 1 2 3 4 gCa 5 6 7 8 9 10 10 0 0 1 2 3 4 gCa 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 gCa 5 6 7 8 9 10 10 10 10 Fig. 2.4: Regioni iso-frequenza al crescere di Iext=2, 3, 4, 5 µA/cm2 da sinistra a destra, nel piano delle conduttanze massime di membrana. 10 0,0525-0,06 0,045-0,0525 0,0375-0,045 0,03-0,0375 0,0225-0,03 0,015-0,0225 0,0075-0,015 0-0,0075 kHz gK 0 g Ca 10 Fig. 2.5: Regioni iso-frequenza nel caso Iext = 13 µA/cm2, per il modello ridotto. Dalla figura 2.5, risulta evidente l'esistenza di una penisola di comportamento oscillatorio (Morris et al., '81) che si estende verso la parte DIBE – Università degli Studi di Genova 89 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica alta del grafico, per grandi valori di g K e valori relativamente piccoli di g Ca. Questa regione separa una zona di risposta passiva, in basso a destra, da una regione di saturazione, all’estrema sinistra del grafico e per valori non troppo piccoli di g K . Per valori delle conduttanze massime nella regione di saturazione, il potenziale di membrana permane in uno stato di depolarizzazione (figura 2.6) eventualmente caratterizzato da oscillazioni smorzate, in risposta a uno stimolo di corrente. 60 (mV) 0 -60 0 40 80 time (msec) Fig. 2.6: Saturazione e assenza di potenziali d’azione per il potenziale di membrana. Nella penisola di ammissibilità delle oscillazioni periodiche, non solo varia la frequenza del treno di potenziali d’azione, ma per alcune combinazioni ( ) dei valori g Ca ; g K possono variare anche forma e ampiezza degli stessi, come esemplificato in figura 2.7. DIBE – Università degli Studi di Genova 90 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica g Ca = 1 mS/cm2 g K = 3 mS/cm2 40 g Ca = 1 mS/cm2 g K = 9 mS/cm2 (mV) 0 -40 0 10 20 30 40 50 time (msec) Fig. 2.7: Fissata la corrente ( Iext=13 µA/cm2 ), ampiezza e forma del potenziale d'azione possono variare, anche a parità di frequenza. DIBE – Università degli Studi di Genova 91 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 2.4 Derivazione del Modello Integra-e-Spara Nel paragrafo 2.2, è stato dimostrato come ridurre la dimensione del sistema differenziale studiato da 3 a 2 (eq. 2.7 – 2.8), partendo dal modello completo proposto da Morris e Lecar. Dal momento che non è possibile ottenere la soluzione del sistema ridotto 2.7 – 2.8 in forma chiusa, è impossibile determinare analiticamente la relazione fra un generico segnale in ingresso Iext(t) e V(t), né può essere trovata analiticamente alcuna condizione necessaria o sufficiente per il regime periodico permanente, fuorché nel caso di stimolazione costante nel tempo. In altre parole, senza aver compreso completamente la generazione del potenziale d’azione in risposta ad un generico segnale Iext(t), il problema di individuare la trasformazione e l'elaborazione di informazioni contenute nel segnale in ingresso ad una cellula nervosa, non può neppure essere preso in considerazione. Il problema non è affatto astratto, dal momento che come verrà detto nel quarto capitolo, l'interazione più comune fra neuroni può essere sempre ricondotta ad un termine di corrente di stimolazione esterna, tempo-variante e piuttosto complesso. In letteratura, esistono svariate descrizioni della dinamica del potenziale di membrana, meno dettagliate di quelle esaminate, e l'introduzione di questi modelli è spesso motivata dalla necessità di condurre studi approfonditi sul comportamento di reti estese. Ma se da un lato, utilizzando una descrizione molto semplice per ciascuna delle unità della rete si riducono drasticamente i tempi richiesti dalle simulazioni, e sono possibili considerazioni di carattere teorico per i comportamenti collettivi emergenti (Hopfield, '84; Hopfield, '82), dall’altro viene smarrita gran parte della complessità biologica (Abbott et al., '90), e le considerazioni che possono essere tratte, non sono confrontabili con i risultati sperimentali. Questo compromesso non può essere evitato, e va accettato nella prospettiva di costruire modelli neuronali semplici ma abbastanza realistici, conservando per quanto è possibile la corrispondenza con le descrizioni complete. DIBE – Università degli Studi di Genova 91 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Le equazioni trovate in base alle semplificazioni del paragrafo precedente, possono essere ulteriormente ridotte al fine di ottenere una descrizione tale da permettere la derivazione di relazioni analitiche generali, e da richiedere un minor onere computazionale per la risoluzione. Si dimostra che è possibile seguire una procedura analitica di approssimazione delle equazioni 2.7 – 2.8, in modo da ottenere un modello semplificato i cui parametri numerici siano direttamente legati alle grandezze caratteristiche del modello di partenza, e non imposti arbitrariamente. Una qualunque riduzione del sistema differenziale 2.7 – 2.8 corrisponde inevitabilmente ad ignorare una delle due equazioni. Si è già sottolineato il ruolo preciso assunto da ciascuna delle due: la 2.7 riflette le proprietà capacitive della membrana fosfolipidica, ovvero le proprietà di tipo integrativo di una cellula nervosa, mentre la 2.8 riproduce la dipendenza temporale della conduttanza di membrana, da cui prendono origine i fenomeni della refrattarietà relativa e assoluta, e della generazione del potenziale d'azione. Ridurre il sistema differenziale significa considerare la dinamica associata ad una delle due variabili di stato istantanea rispetto all’altra, o in altri termini imporre a zero una delle due derivate. Nella considerazioni generali esposte nel paragrafo 2.1, è stata già citata l'esistenza di una separazione delle scale temporali associate alle variabili di stato. Alcune di esse variano molto più lentamente di altre, come è il caso del potenziale di membrana descritto dalla 2.7, che per la maggior parte del tempo resta prossimo al valore di equilibrio, tranne in corrispondenza del potenziale d’azione. Tale evento è però di breve durata, e costituisce una frazione molto piccola di un intervallo di osservazione sufficientemente lungo. In questi termini, si riconosce che la dinamica delle variabili di stato del modello di Morris e Lecar ridotto è assimilabile a quella di un oscillatore a rilassamento generalizzato, ovvero un sistema in grado di produrre spontaneamente o forzatamente, variazioni molto rapide in una o più grandezze, seguite da intervalli di relativa quiescenza. Formalizzando questo DIBE – Università degli Studi di Genova 92 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ragionamento, si può concludere che in un sistema fuori equilibrio di questo tipo, esistono due o più scale temporali, la cui individuazione consente di suddividere il vettore di stato in variabili veloci e lente (Gross et al., 'XX). (2.9) ε ⋅ x& = f ( x , y) y& = g ( x , y) dove 0 < ε << 1 La dinamica di n è molto più rapida di quella associata a V, tanto che le variazioni più significative del potenziale di membrana sono conseguenza delle veloci transizioni della cinetica chimica dei canali proteici, che n rappresenta. Si assume allora istantaneo il comportamento della seconda variabile di stato, che raggiunge in tempo nullo il proprio valore di regime: (2.10) nd = n d ∞ (V) L'equazione precedente porta alla perdita di ogni manifestazione non lineare, quali la capacità di generazione del potenziale d’azione ed il periodo di refrattarietà. Infatti l’apertura dei canali calcio e quella dei canali potassio è adesso contemporanea, e in prima approssimazione si può affermare che inizio e conclusione del potenziale d’azione occorono nello stesso istante. Questa approssimazione può essere considerata ragionevole, sotto certe considerazioni: il potenziale d’azione è un evento assolutamente trascurabile rispetto al tempo totale di osservazione, e inoltre è sempre uguale a se stesso, ovvero è un fenomeno altamente stereotipato. Ciò significa che molto probabilmente l'informazione associata ad un treno di potenziali d’azione successivi è contenuta nella variabilità dell'intervallo fra potenziali d'azione successivi piuttosto che nell'ampiezza e nella forma dell'impulso. E’ ragionevole dunque tollerare la mancanza di una descrizione per il potenziale d’azione. Sostituendo la 2.10 nella 2.7, allora si ottiene DIBE – Università degli Studi di Genova 93 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica [ dV 1 ≈ g l ⋅ (E l − V ) + g Ca ⋅ m d ∞ (V) ⋅ (E Ca − V ) + (2.11) dt C ~ + g K ⋅ n d ∞ (V) ⋅ (E K − V ) + I ext = f (V, I ext ) ] ovvero equivalentemente, dalle 2.7 - 2.8: C (2.11a) 1 dV V + 1 ≈ g l ⋅ (E l − V ) + g Ca ⋅ ⋅ 1 + tanh ⋅ (E Ca − V) + dt 15 2 1 V − 10 + g K ⋅ ⋅ 1 + tanh ⋅ (E K − V) + Iext 14.5 2 Secondo la definizione di potenziale di riposo Vrest, valore di regime a cui tende V(t) nella 2.7 in condizioni di assenza di stimolazione (con i soliti parametri, Vrest = −49, 67mV ), il secondo membro dell’equazione 2.11 diventa in valore assoluto molto piccolo, per valori di V prossimi a Vrest quando Iext = 0 µA/cm2 . E’ allora possibile sviluppare il secondo membro della 2.11 in un intorno di Vo=Vrest e Iext=0 µA/cm2, in serie di Taylor estesa ai primi due termini, linearizzando in tal modo la 2.11 in un intorno di un punto di equilibrio. (2.12) dV ≅ 1 ⋅ ~f (Vo ,0 ) + (V − Vo )⋅ ∂ f ~ dt (2.13) C ∂V C + (I ext − 0 ) ⋅ V = Vo I ext = 0 ~ ∂f ∂I ext V = Vo I ext =0 dV ≅ g ⋅ (Vo − V ) + I ext dt Evidentemente, la nuova equazione 2.13 descrive ancora bene il comportamento del sistema per valori di V prossimi a Vrest e per correnti di stimolazione molto piccole. Questo significa che è stato mantenuto il caratteristico comportamento passivo della membrana, ovvero la 2.13 è in prima approssimazione in grado di descrivere l'andamento del potenziale di membrana sotto la soglia di eccitabilità. E' più corretto dunque riscrivere la DIBE – Università degli Studi di Genova 94 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 2.13, specificando l’intervallo di variazione del potenziale V, introducendo il valore Vth corrispondente alla soglia appena citata. (2.14) C dV = g ⋅ (Vo − V ) + Iext dt per V < Vth Vth è un parametro di fitting, dal momento che la tensione di soglia non è esplicitamente contenuta nel modello di Morris & Lecar. Si può aggiungere che nei modelli biofisici come quello di Morris e Lecar e quello di Hodgkin e Huxley, il valore del potenziale di membrana corrispondente a Vth non è costante, ma dipende in modo complesso dalla depolarizzazione attuale, dallo stimolo esterno e dalle proprietà elettriche della membrana. Nella 2.14, la tensione di soglia stabilisce in modo che verrà definito nel paragrafo seguente, le caratteristiche del regime periodico del potenziale, e andrà opportunamente scelta per garantire entro certi limiti, l’equivalenza con il modello completo nella frequenza media di oscillazione, a parità di Iext. Nella figura 2.8, è rappresentato il profilo del secondo membro della 2.11 e la relativa approssimazione lineare, nell'intorno del punto di equilibrio descritto. Utilizzando il solito insieme di parametri, oltre a g Ca = 0.7529 mS/cm2 e g K =1.4948 mS/cm2, si ottiene g = 0.4799 mS/cm2. DIBE – Università degli Studi di Genova 95 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 40 (mV/msec) 20 0 -20 -40 -60 -100 -80 -60 -40 -20 0 20 (mV) ~ Fig. 2.8: Rappresentazione di f (V, I ext ) al variare di V, quando Iext = 0µA/cm2. La retta passante per il punto di equilibrio indicato (V=Vrest), rappresenta l’approssimazione lineare cercata. 2.5 Introduzione delle Non-Linearità L'equazione appena ricavata dalla 2.11, esclude ogni tipo di non linearità presente nel modello completo. Si è scelto infatti di mantenere le proprietà integrative, eliminando la seconda equazione differenziale, ma nulla impedisce a questo punto di recuperare artificialmente alcune proprietà fondamentali. Per mimare il comportamento fenomenologico delle 2.7 – 2.8, si vorrebbe una fase di iperpolarizzazione in tempo molto breve, non appena V superi la soglia Vth. Nelle ipotesi fatte nel paragrafo precedente, fissato numericamente un valore per la soglia (Vth = -22.586 mV), occorre soltanto che V venga riportato al valore di riposo Vo in tempo nullo. Si è dedotto così il comportamento generale di un nuovo oscillatore a rilassamento. Questo genere di modello è noto in letteratura, con il nome di integra-e-spara, data l’espressione dell’equazione che governa il potenziale DIBE – Università degli Studi di Genova 96 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica sotto-soglia, simile a quella di un circuito integratore con perdita (leaky integrator). dV C = g ⋅ (Vo − V ) + I ext (2.15) dt V( t o + ) = Vo per V( t ) < Vth − se V( t o ) = Vth Nell'equazione 2.15, si è indicato con to l’istante generico in cui il potenziale d’azione attraversa il valore di soglia. Subito dopo questo evento, V assume il valore di riposo Vo (rilassamento) imitando la fase successiva alla depolarizzazione della membrana, conseguenza dell’apertura dei canali potassio nel modello completo, in modo analogo a quanto descritto dalle equazioni 2.7 – 2.8. Poiché si è supposto che la durata del potenziale d’azione sia trascurabile rispetto alla normale scala dei tempi di osservazione, risulta lecito approssimarne la durata a zero. Le ipotesi sotto cui è stata operata la riduzione, a rigore però non sono più rispettate, dal momento che è descritta la variazione del potenziale anche per valori lontani dal valore di riposo. A partire dai risultati delle simulazioni a calcolatore, si osserva comunque che, seppure la 2.15 risenta di una notevolissima sensibilità per il valore della soglia, la dinamica per valori di V<Vth è sorprendentemente irrilevante per la generazione ad un dato istante di un potenziale d’azione (Destexhe, '97). DIBE – Università degli Studi di Genova 97 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Modello Completo Modello Integra e spara 40 20 0 (mV) -20 -40 -60 0 10 20 30 40 50 60 time (msec) Fig. 2.9: Confronto fra l’evoluzione nel tempo del potenziale di membrana descritto dalle equazioni 2.7 – 2.8 e 2.15 , utilizzando lo stesso valore di stimolazione in corrente Iext = 13 µA/cm2 e le medesime condizioni iniziali per il potenziale di membrana. Nella figura 2.9 è stato confrontato l’andamento temporale di V con quello previsto dalla 2.15, nelle stesse condizioni di stimolazione e a parità di condizione iniziale per V. E' evidente che durante i primissimi istanti, il comportamento sotto-soglia dei due modelli è pressoché coincidente, dimostrando la validità della linearizzazione. Si dimostra che per il modello individuato dalla 2.15, il comportamento oscillatorio del potenziale di membrana in risposta ad uno stimolo di ampiezza sufficiente, non ammette limite superiore per la frequenza di oscillazione. Questa non è una situazione desiderabile, visto l'andamento di figura 2.3 per il modello completo. La ragione principale di questa incongruenza rispetto al modello biofisico, è la mancanza di qualunque refrattarietà, inevitabilmente smarrita avendo soppresso l’equazione 2.8. Nuovamente tale caratteristica può essere reintrodotta, ripristinando un DIBE – Università degli Studi di Genova 98 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica intervallo temporale τref durante il quale ogni stimolazione di corrente successiva ad un potenziale d’azione viene ignorata, secondo la definizione già data per periodo di refrattarietà. Si determina così l’espressione definitiva (2.16) del modello integra-espara, comprendente la generazione del potenziale d’azione e il tempo di refrattarietà. dV per V( t ) < Vth C dt = g ⋅ ( Vo − V) + I ext (2.16) V( ξ ) = V ξ ∈[ t o + ; t o + + τ ref ] se V( t o − ) = Vth o La figura successiva riporta l’andamento di V secondo la 2.16, utilizzando i seguenti parametri: Vo = −49.67 mV Vth = −22.586mV I ext = 13µA/cm 2 V(0) = Vo C = 1µF/cm 2 g = 0.4799mS / cm 2 τ ref = 2m sec DIBE – Università degli Studi di Genova 99 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Modello Completo Modello Integra e spara con τ 40 = 2 msec ref 20 0 (mV) -20 -40 -60 0 10 20 30 40 50 60 time (msec) Fig. 2.10: Confronto fra l’evoluzione nel tempo del potenziale di membrana descritto dalle equazioni 2.7 – 2.8 e 2.16, utilizzando lo stesso valore di stimolazione in corrente Iext = 13 µA/cm2 e le medesime condizioni iniziali per il potenziale di membrana. 2.6 Analisi del Modello Integra-e-Spara La convenienza di utilizzare la 2.16 invece del sistema differenziale 2.7 – 2.8, risiede nella possibilità di condurre un’analisi approfondita del comportamento, e almeno in alcune situazioni consente di determinare analiticamente alcuni risultati. L’equazione differenziale che descrive il comportamento del potenziale di membrana per valori inferiori alla soglia nella 2.16, può essere integrata in forma chiusa, per istanti compresi fra due attraversamenti successivi della tensione di soglia. Se si considera un intervallo temporale in cui V(t) < Vth , si ottiene per Iext costante nel tempo la seguente equazione. DIBE – Università degli Studi di Genova 100 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica g − ⋅( t − t o ) I ext C ⋅ 1− e (2.17) V( t ) = Vo + g ∀t : V( t ) < Vth essendo V( t o + ) = Vo . L’equazione 2.17 descrive una semplice risposta passiva, di tipo RC: il potenziale di membrana raggiunge un valore asintotico, esauriti i transitori di tipo esponenziale decrescente. In formule, lim V( t ) = Vo + t →∞ 3.0 I ext g . Risposta di tipo RC Iext 2.5 2.0 V 1.5 Vo+Iext/ g 1.0 0.5 Iext 0.0 -5 0 5 10 15 20 t Fig. 2.11: Andamento temporale generico del potenziale di membrana, nel caso in cui Iext sia costante e I ext < g ⋅ (Vth − Vo ) , da confrontarsi con la figura 2.1 (sinistra). Se il valore di regime non supera Vth, allora la soluzione della 2.16 non è periodica, in modo analogo a quanto avviene per le 2.7 – 2.8. Viceversa, sempre in condizioni di corrente costante, in virtù della monotonia crescente di V(t) (2.17), se esiste almeno un istante t tale che V(t) > Vth, allora per DIBE – Università degli Studi di Genova 101 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica quel valore di corrente possono esistere oscillazioni permanenti ed è possibile determinare analiticamente la frequenza di tali oscillazioni. Infatti sotto l’ipotesi I ext > g ⋅ (Vth − Vo ) , che assicura l’esistenza di una soluzione periodica, possiamo scrivere la frequenza come inverso del periodo di V(t), tenendo conto del periodo di refrattarietà introdotto. ν= 1 (T + τ ref ) T : V( t o + T) = Vth g − ⋅T I ext =V C ⇔ Vo + ⋅ 1− e th g Si può invertire questa relazione, esplicitando T in funzione degli altri parametri: si ottiene un’espressione per la frequenza di attività, valida se la corrente di stimolazione è costante nel tempo e tale che I ext > g ⋅ ( Vth − Vo ) : (2.18) −1 C I ext + τ ref (T + τ ref )-1 = ⋅ ln I − g ⋅ (V − V ) ν= th o ext g 0 I ext > g ⋅ (Vth − Vo ) I ext ≤ g ⋅ (Vth − Vo ) La forma di questa espressione conferma il comportamento altamente non lineare del sistema e indica un’intrinseca sensibilità alle piccole variazioni dei parametri, soprattutto per I ext ≈ g ⋅ (Vth − Vo ) . Esiste una soglia a gradino nel valore di corrente in grado di indurre oscillazioni, ed in un intorno piccolo di questo valore, si possono avere ampie variazioni della frequenza corrispondente, come indicato in figura 2.12. Al variare dell’ampiezza della corrente di stimolazione, per valori piccoli di Iext, prossimi alla transizione, l'effetto del periodo di refrattarietà è praticamente assente, mentre per valori molto grandi, l’argomento del logaritmo della 2.18 tende a diventare prossimo all’unità. In questo caso particolare, sostituendo all’espressione della frequenza il suo sviluppo in serie di Taylor, si ottiene: DIBE – Università degli Studi di Genova 102 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (2.19) (T + τ ref ) ≅ C ⋅ g I ext − 1 + τ ref ≈ τ ref − g ⋅ (Vth − Vo ) I ext In altri termini, per grandi valori di Iext, la frequenza di oscillazione tende asintoticamente ad un limite superiore fissato da τref-1. 0.30 τ = 1 msec ref τ 0.25 = 2 msec ref 0.20 τ 0.15 τ = 3 msec ref = 4 msec ref (kHz) 0.10 0.05 0.00 9 12 15 18 21 ( µA/cm 2 ) I ext Fig. 2.12: Frequenza delle oscillazioni in funzione dell’ampiezza di corrente di stimolo, nel modello integra-e-spara (2.16) per diversi valori del periodo refrattarietà. Esaminando ancora l’equazione 2.18, il valore della conduttanza g , a parità degli altri parametri determina la costante di tempo g /C dell’esponenziale, e quindi la frequenza d’oscillazione. Nella figura 2.13 è stato riportato il comportamento della frequenza dell’oscillazione del potenziale V al variare della corrente di stimolo, per tre valori di g . DIBE – Università degli Studi di Genova 103 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0.25 0.20 0.15 (kHz) = 0,5 mS/cm2 0.10 = 0,55 mS/cm2 0.05 = 0,6 mS/cm2 0.00 12 14 16 18 20 (µA/cm2) I ext Fig. 2.13: Andamento della frequenza al variare di Iext , per differenti valori della conduttanza g , nel modello integra-e-spara (2.16). Esaminando l'andamento di figura 2.13, si può concludere che uno stesso regime di attività elettrica sia ottenibile per differenti valori di corrente di stimolazione, purché vari opportunamente g . Tale osservazione verrà ripresa nel capitolo successivo, parlando di fenomeni di ordine superiore come quello della sintesi proteica. Esiste un comportamento analogo, fissata la corrente Iext = 13µA/cm2 e variando il valore di soglia Vth, nella 2.18 (figura 2.14). 0.20 0.15 0.10 (kHz) 0.05 0.00 -28 -26 -24 -22 -20 V (mV) th DIBE – Università degli Studi di Genova 104 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Fig. 2.14: Andamento della frequenza al variare della tensione di soglia, fissata la corrente, nel modello integra-e-spara (2.16). Per ultimo si osserva che nella 2.18, quello che conta non è il valore assoluto di Vth bensì la distanza (Vth - Vo) dal valore di riposo. Da questo segue che, a meno di un opportuno cambio di variabile, si può ricondurre la dinamica della 2.16 a quella di un oscillatore a rilassamento in cui la nuova variabile di stato sia sempre compresa fra 0 e 1, per il quale la soglia valga 1 e il valore di riposo 0 (Hopfield et al., '95). Questa possibilità verrà trascurata, dal momento che essa esclude ogni confronto quantitativo con le considerazioni fatte per il modello completo. 2.7 Stimolazione Tempo-Variante Si è detto che la formulazione di modelli semplici di eccitabilità per una memebrana biologica, offre la possibilità di un'analisi teorica delle condizioni e delle relazioni fra le grandezze del modello. Nel paragrafo precedente si è studiato il comportamento della 2.16, nel caso di una stimolazione di corrente costante nel tempo. Nel caso generico, la forma delle equazioni e l'utilizzo dell'analisi spettrale permette di ricavare numerose informazioni, in forma quantitativa. Si consideri a tale proposito, l’equazione del potenziale di membrana sottosoglia 2.20: si suppone noto il valore di V a to, istante che può essere riguardato come l’ultimo attraversamento della soglia. Si sceglie V(to) = Vo senza ledere la generalità della trattazione e si riassume nella 2.20 l'equazione in esame. dV C = g ⋅ (Vo − V ) + I( t ) (2.20) dt V( t o ) = Vo V < Vth DIBE – Università degli Studi di Genova 105 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La corrente esterna I(t), che figura nella precedente equazione differenziale, sia per ipotesi una funzione del tempo, appartenente alla classe delle funzioni integrabili su ogni intervallo chiuso di estremi to e t, e sempre limitata fra due valori reali Imin e Imax, con Imin < Imax. Per comodità può essere scelto un cambiamento di variabile per rendere più chiara la natura del ragionamento che si intende affrontare: si pone W = V − Vo e ∆ = Vth − Vo , e si riscrive l’equazione differenziale. dW C = −g ⋅ W + I ( t ) (2.21) dt W ( t o ) = 0 W<∆ Questa è un’equazione differenziale del prim’ordine a coefficienti costanti, la cui soluzione può essere scomposta in un termine di risposta nello stato zero e in un termine di risposta forzata. La stessa indagine verrebbe affrontata nell’analisi di un circuito elettrico equivalente, composto da un generatore indipendente di corrente I(t) applicato al parallelo di un condensatore di capacità C e di un resistore di conduttanza g . Indicando con W la caduta di potenziale ai capi del condensatore, si può scrivere l’espressione di W(t) come somma dell’integrale di convoluzione fra il segnale di ingresso I(t), e la soluzione dell’equazione omogenea associata alla 2.21. Si sceglie convenzionalmente l’asse dei tempi in modo tale che to = 0, così che l’andamento temporale di W(t) è dato dalla 2.22. g t − ⋅( t − τ ) C 0 (2.22) W ( t ) = ∫ e Dal momento ∀t > 0 che ⋅ I(τ) ⋅ dτ C g − ⋅( t − τ ) C e W<∆ ≥0 e ∀t > 0 nelle ipotesi in cui I min ≤ I( t ) ≤ I max , per la proprietà di monotonia dell’operatore DIBE – Università degli Studi di Genova 106 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica di integrazione che figura nella 2.22, la funzione W(t) risulta sempre limitata fra due funzioni del tempo: (2.23) g t − ⋅( t − τ ) C e 0 t − ⋅( t − τ ) I max I ⋅ min ⋅ dτ ≤ W ( t ) ≤ ∫ e C ⋅ ⋅ dτ 0 C C g ∫ ∀t > 0 In questo modo resta dimostrato che Vmin ( t ) ≤ V( t ) ≤ Vmax ( t ) , dove per ogni istante Vmin(t) < Vmax(t) essendo Imin < Imax. g − ⋅t I min C ⋅ 1− e (2.24) Vmin ( t ) = Vo + g g − ⋅t I max C (2.25) Vmax ( t ) = Vo + ⋅ 1− e g Graficamente tale situazione è rappresentata in figura 2.15. 3 V (mV) Vth Vmax(t) 2 1 Vmin(t) Vo 0 0t 1 2 3 4 5 6 7 o 8 9 10 t+to Fig. 2.15: Limiti superiore e inferiore, al variare del tempo, per V(t) nelle ipotesi di corrente di stimolazione I(t) limitata. DIBE – Università degli Studi di Genova 107 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Può essere così dedotta una condizione necessaria per la presenza di un regime periodico di V(t), in ipotesi molto generali. Nel caso in cui sia verificata la disuguaglianza I max g < ∆ , segue dalla 2.23 che (2.26) V( t ) − Vo < Vmax ( t ) − Vo < I max g < Vth − Vo ∀t > to Formalmente ciò equivale ad dire che: ¬∃ t * : V( t * ) = ∆ , il che implica l’assenza di comportamento oscillatorio, quale che sia l’andamento temporale della corrente di stimolazione I(t), purché nel rispetto dell'ipotesi indicata. Nel caso in cui non valga I max g < ∆ , in generale nulla può essere concluso a priori, dal momento che l’andamento di V(t) è strettamente dipendente dalle variazioni di I(t) e dalla non-linearità intrinseca della 2.16. Posto che esista comportamento oscillatorio, l’unica conclusione che può essere tratta è che esso è caratterizzato da una frequenza ν ≤ ν max , con (2.27) ν max C I max + τ ref = ⋅ ln g I max − g ⋅ ∆ Sarà chiaro che I max g −1 > ∆ è soltanto una condizione necessaria, ma non sufficiente alla generazione di potenziali d’azione nel modello integra-espara. A conferma di quanto detto, possono essere riportati alcuni esempi di andamento temporale di V(t), per particolari I(t). Per verificare ad esempio, che la disuguaglianza indicata rappresenta solo una condizione necessaria ma non sufficiente, si consideri il seguente andamento per I(t): I( t ) = (α ⋅ C ) ⋅ δ(t ) α<∆ DIBE – Università degli Studi di Genova 108 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Sebbene tale funzione sia addirittura non limitata superiormente ossia ,in termini matematicamente non strettamente corretti, vale che I max ≈ +∞ ⇒ I max > g ⋅ ∆ , ma il potenziale di membrana non oltrepassa la soglia Vth e decade al valore di riposo Vo, con un andamento del tipo esponenziale decrescente: V( t ) = Vo + g − ⋅t C α⋅e Se invece si considera una segnale a rettangolo per I(t), il potenziale di membrana potrà superare la soglia di eccitabilità in alcuni casi e mantenersi sotto-soglia in altri, a parità ampiezza Imax nel caso di diversa durata della stimolazione (vedi figura 2.16). 10 2.0 10 2.0 V V I 8 8 I 1.5 max 1.5 max 6 6 I(t) 1.0 V 4 th I(t) 1.0 V 4 th 0.5 0.5 2 2 0 0.0 0 t o 2 4 6 t 8 10 12 0 0.0 t0 2 o 4 6 8 10 12 t Fig. 2.16: A parità di Imax, il potenziale di membrana può o meno attraversare la soglia. Dagli esempi fatti si capisce che è il contenuto frequenziale del segnale I(t) ad essere significativo, più che l'intensità assoluta della stimolazione. D'altronde, per il modello integra-e-spara il comportamento sotto-soglia del potenziale di membrana rappresenta l'operatore di integrazione con perdita che in termini di teoria dei segnali, costituisce un filtro passa-basso in DIBE – Università degli Studi di Genova 109 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica grado di manifestare inerzia alle rapide variazioni delle grandezze temporali in ingresso. E’ possibile rendere quantitativa tale osservazione, ricorrendo all'analisi di Fourier, nel dominio delle frequenze. Si può verificare approssimativamente che, nel caso in cui il segnale in ingresso abbia un contenuto energetico significativo entro l'intervallo di frequenze che l'integra-e-spara lascia passare, a meno di una costante moltiplicativa il segnale V(t) in uscita avrà andamento temporale molto simile a quello di I(t), almeno finché V(t) < Vth. La situazione è opposta, nel caso in cui I(t) abbia contenuto energetico concentrato significativamente per frequenze superiori alla frequenza di taglio del sistema, definita convenzionalmente a ω = 2π ⋅ g radianti al C secondo. In questo caso il potenziale di membrana risentirà in maniera poco evidente della stimolazione in corrente. Si definisca infatti la 2.28, trasformata di Fourier del potenziale V(t), di cui ammettiamo l'esistenza nelle ipotesi solite di regolarità e integrabilità delle funzioni considerate. (2.28) V(ω) = ℑ{V ( t )} Dalla 2.22 e per le proprietà della trasformazione, è possibile esprimere la convoluzione di I(t) con la soluzione dell'equazione omogenea associata alla 2.20, come prodotto delle rispettive trasformate di Fourier (2.29). I(ω) (2.29) V(ω) = H(ω) ⋅ C dove − g ⋅t H(ω) = ℑe C ⋅ u ( t ) Si consideri la situazione in cui il limite superiore di I(t) sia I max > g ⋅ ∆ : si chiede se esiste almeno un istante successivo al riferimento convenzionale DIBE – Università degli Studi di Genova 110 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica dell’asse dei tempi, in cui si abbia attraversamento della soglia di ( ) eccitabilità; formalmente ∃ ? t * : V t * = Vth . Per definizione di antitrasformata di Fourier, tale proposizione può essere riscritta in funzione delle antitrasformate, ossia { } (2.29) Vth = ℑ −1 V(ω) t = t* Dalla 2.2, segue allora (2.31) Vth = 1 +∞ ⋅ 2π ∫−∞ H(ω) ⋅ I(ω) ⋅ e j⋅ω⋅t* ⋅ dω C Se per esempio consideriamo un segnale sinusoidale come sollecitazione della 2.20, del tipo I( t ) = I max ⋅ cos(ωo ⋅ t + ϕ) ⇒ I(ω) ∝ δ(ω + ωo ) + δ(ω − ωo ) si può concludere che, solo se la frequenza della sinusoide in ingresso è più piccola della frequenza di taglio del sistema può esistere un valore di t per il quale possa verificarsi un attraversamento della soglia; questo non può accadere, sebbene ωo < ω ω > ω o I max g ( ) >∆. ( V t * ∝ cos ωo ⋅ t * + φ ( ) V t* ≈ 0 ) ∀ t* E' possibile una conclusione ancora più generale, partendo dalle considerazioni di tipo energetico citate in precedenza. Si consideri la DIBE – Università degli Studi di Genova 111 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica trasformata H(ω) della risposta all’impulso del sistema 2.20: in prima approssimazione, essa può essere sostituita da quella corrispondente ad un filtro passa-basso ideale. Allora, a meno di una costante moltiplicativa, la 2.31 prende la forma seguente : (2.32) Vth ≈ ∫ ω I(ω) ⋅ e j⋅ω⋅t ⋅ dω * −ω Maggiorando opportunamente il modulo del secondo membro della 2.32 si ottiene: (2.33) dove ω j⋅ω⋅t ∫−ω I(ω) ⋅ e M= * ⋅ dω ≤ ∫ max ( ω∈ − ω ; ω ω −ω I(ω) ⋅ e j⋅ω⋅t ⋅ dω ≤ ∫ * ω −ω M ⋅ e j⋅ω⋅t ⋅ dω = M ⋅ 2ω * ) I(ω) . Questa quantità allora rappresenta una misura dell'energia del segnale I(t), nell'intervallo di frequenze ammissibile. Soltanto se M è sufficientemente grande la 2.32 è verificata, ovvero esiste un valore di t, in corrispondenza del quale il potenziale di membrana oltrepassa il valore di soglia Vth. DIBE – Università degli Studi di Genova 112 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 2.8 Modello Integra-e-Spara Stocastico A confronto con la trattazione non deterministica affrontata nel primo capitolo, il modello integra-e-spara non può essere descritto in termini stocastici, dal momento che nel procedimento di semplificazione e riduzione formale sono state perdute le caratteristiche della modellistica discreta. Al secondo membro della 2.16, figura adesso un unico tipo di corrente ionica, a descrivere la proprietà passive di permeabilità alle varie specie ioniche senza alcuna distinzione, ed il potenziale di equilibrio nernstiano equivalente Vo, non è più esprimibile in forma chiusa come funzione delle concentrazioni ioniche interne ed esterne. Inoltre, la forma matematica di tale corrente ionica è priva della caratteristica dipendenza dal potenziale e dal tempo, nel valore della conduttanza globale, che è identicamente costante. Allo stesso modo in cui sono state reintrodotte le proprietà stereotipate dei modelli complessi, i fenomeni di fluttuazione casuale del potenziale di membrana a seguito dell'effetto macroscopico del cosiddetto rumore di membrana, possono essere recuperati e analizzati con gli stessi strumenti matematici della meccanica statistica, già descritti nel primo capitolo. Il comportamento sotto-soglia del potenziale di membrana V(t) nella 2.16, obbedisce ad un'equazione differenziale lineare a coefficienti costanti i cui parametri fondamentali sono rappresentati dalle grandezze elettriche come la capacità C per unità di superficie e la conduttanza g per unità di superficie, e dalla forma generica della corrente esterna. Ripetendo le considerazioni fatte nel primo capitolo per le 1.34 - 1.35, si può descrivere per V < Vth l'andamento di potenziale per un patch di membrana di estensione S, nella solita ipotesi di space clamp. (2.34) (C ⋅ S) ( ) dV = g ⋅ S ⋅ (Vo − V ) + I( t ) dt DIBE – Università degli Studi di Genova 113 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dividendo ambo della 2.34 per S, si ottiene (2.35) C dV I( t ) = g ⋅ (Vo − V ) + dt S dove V è in mV, t in millisecondi e la corrente esterna in µA. Se si considera il cambiamento di variabile 2.36, e si impone che la corrente sia un processo stocastico gaussiano δ-correlato, si può ricondurre la 2.35 ad un'equazione lineare monodimensionale di Langevin (2.37). (2.36) U = V − Vo (2.37) C U ( t o ) = 0 ⇒ U th = Vth − Vo dU I( t ) = −g ⋅ U + dt S E{I( t )} = 0 2 E{I( t ) ⋅ I( t + τ)} = σ ⋅ δ(τ) Per la precisione, rinominando alcune costanti e mettendo in evidenza la densità spettrale di potenza σ2 del rumore, si può riferire l'evoluzione di U(t), e quindi di V(t), al processo stocastico noto come processo di Ornstein-Uhlenbeck. In questo caso particolare, la densità di distribuzione di probabilità del processo stocastico U(t) è nota, attraverso la soluzione in forma chiusa dell'equazione di Fokker-Plank associata alla 2.38. (2.38) dU σ = −α ⋅ U + ⋅ η( t ) dt 2 ⋅ C ⋅S dove α = E{η( t )} = 0 E{η( t ) ⋅ η( t + τ)} = 2 ⋅ δ(τ) g C L'equazione di Fokker-Plank per W(U,t), densità di distribuzione di probabilità del processo markoviano U(t), è riportata di seguito sulla base delle considerazioni svolte nell'appendice A. DIBE – Università degli Studi di Genova 114 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (2.39) 2 ∂ ∂ (− α ⋅ U ⋅ W ) + ∂ 2 (D ⋅ U ) W=− ∂t ∂U ∂U Il primo coefficiente −α⋅U D= σ2 2 ⋅ C 2 ⋅ S2 dell’espansione di Kramers-Moyal, o coefficiente di drift, ammette in questo caso una funzione potenziale analiticamente determinabile (si veda la figura 2.17), che porta alla definizione dell’equazione di Smoluchowski per W(U,t). U (2.40) f ( U) = ∫ α ⋅ x dx = 1 ⋅ α ⋅ U2 2 ∂ ∂ ∂2 W = − ( − f ’( U) ) − D ⋅ W 2 (2.41) ∂t U ∂ ∂ U W ( U,0) = 1 ⋅ δ( U − 0) dove si è indicato con f ', la derivata prima della funzione f rispetto all'argomento U. La soluzione della 2.41 è nota: il processo U è caratterizzato dalla densità di distribuzione Maxwelliana (2.42), distribuzione non stazionaria che a regime tende a diventare normale. (2.42) W ( U, t ) = α 2π ⋅ D ⋅ (1 − e −2⋅α⋅( t − t o ) ) ⋅e − α⋅ U 2 2⋅D⋅(1−e − 2⋅α ⋅( t − t o ) ) Invertendo la trasformazione 2.36, allora si ricava la densità di distribuzione di probabilità per V(t) sotto-soglia. ~ (2.43) W (V, t ) = W (V − Vo , t ) = g ⋅ C ⋅S ⋅ e g − 2⋅ ⋅( t − t o ) π ⋅ σ 2 ⋅ 1 − e C 2 DIBE – Università degli Studi di Genova − g⋅C⋅S2 g − 2⋅ ⋅( t − t o ) (1− e C ) ⋅ ( V −Vo )2 σ2 115 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 2.9 Formula di Kramers e Attività Spontanea La 2.43 costituisce un risultato molto interessante. Come poteva anche essere dimostrato in altri modi, il valore atteso di V(t) quando I(t) sia un processo gaussiano bianco e a media nulla, coincide a regime con il potenziale Vo di riposo, ovvero soddisfa l’equazione deterministica che si trova applicando l’operatore di valore atteso ad ambo i membri della 2.35. Inoltre la varianza di V(t), ovvero misura dell’incertezza del valore V(t), è una funzione del tempo che parte da zero all'istante iniziale, nel quale per definizione è noto il valore di V con probabilità unitaria, per poi raggiungere asintoticamente un valore di regime dipendente dai parametri elettrici, geometrici e dalla potenza del rumore I(t), secondo un andamento a costante di tempo C / g . Il potenziale di membrana è quindi soggetto a fluttuazioni statisticamente significative quanto maggiore è la varianza. In assenza di qualunque altro termine deterministico di stimolazione, V(t) può attraversare la soglia di eccitabilità Vth generando un potenziale d’azione, con probabilità non nulla. Questo tipo di attività elettrica può essere riguardata come attività spontanea, nelle stesse ipotesi esaminate per il modello biofisico complesso, e la frequenza media di oscillazione del potenziale V(t) può essere nuovamente paragonata ad un problema di fuga da una buca di potenziale. Nel caso dell'integra-e-spara, diventa più intuitivo l'utilizzo della formula di Kramers per la determinazione del tempo medio di fuga di una particella, soggetta ad un campo di forze. Per come è stata dedotta la 2.43, è evidente che l'istante iniziale to, può assumere il significato più generale di istante in cui deterministicamente sia noto il valore del potenziale di membrana. Dal momento che la condizione di attraversamento della soglia dà luogo ad un'immediata iperpolarizzazione e quindi ad un reset deterministico di V al valore Vo, si può considerare to come coincidente con un qualunque istante di attraversamento di Vth. In media, la frequenza di occorrenza di questo evento, coincide su un tempo di osservazione molto elevato, con la probabilità del primo attraversamento DIBE – Università degli Studi di Genova 116 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica di Vth. Questa prospettiva discende direttamente dall’interpretazione frequenziale del concetto di probabilità di un evento, ed è tanto più realistica (si veda la disuguaglianza 1.93) quanto più lungo è il tempo di osservazione della dinamica descritta dalla 2.35. 15 f(V) f(V) 10 5 0.5 α V 2 th 00 ∆f η(t) 0 -5 -10 0 -15 -2 Vth -1 0 V 1 V th 2 V Fig. 2.17: Profilo della funzione potenziale per il processo V(t) per I(t) a valore medio nullo (sinistra), e per valori positivi crescenti dello stesso (destra), nel modello integra-e-spara. Come indicato nell'appendice A, l'ipotesi fondamentale di applicazione della formula di Kramers è la seguente: ∆f >> 1 (2.44) D dove g ⋅ (Vth − Vo ) ∆f = 2⋅C 2 σ2 D= 2 ⋅ C 2 ⋅ S2 Imporre la condizione 2.44, equivale a studiare il caso g ⋅ (Vth − Vo ) σ2 (2.45) >> 2⋅C 2 ⋅ C 2 ⋅ S2 2 quindi σ 2 << g ⋅ C ⋅ S 2 ⋅ (Vth − Vo )2 DIBE – Università degli Studi di Genova 117 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La 2.45 stabilisce quindi un limite superiore alla potenza associata alla corrente stocastica I(t), per la quale sia possibile prevedere la frequenza media di oscillazione nel modello stocastico di integra-e-spara (2.35). In queste ipotesi, specializzando la formula di Kramers per le 2.40 – 2.41, si dimostra la 2.46. − g (2.46) R k ≈ ⋅e 2π ⋅ C g⋅C⋅S2 ⋅(Vth − Vo )2 σ2 Dalla 2.46 è evidente che esiste un limite superiore anche per la frequenza di fuga Rk, in virtù della 2.44: (2.47) R k << g 2π ⋅ C ⋅ e L'espressione definitiva per la frequenza media di attività spontanea nel modello integra-e-spara non deterministico deve comunque tenere conto della refrattarietà introdotta nella 2.16, e in analogia con quanto fatto per il caso deterministico, vale che 1 (2.48) ν = τ ref + R k −1 e 2π ⋅ C ⋅ e ν << τ ref + g −1 Dal momento che nella 2.48 compare una dipendenza dai molti parametri elettrici e geometrici del modello, il confronto della previsione teorica con le simulazioni al calcolatore dell'equazione differenziale stocastica 2.35 (si veda l'appendice B) è stato effettuato in condizioni particolari. Innanzitutto, il processo aleatorio I(t) è stato realizzato a calcolatore tramite un algoritmo di generazione di un rumore gaussiano e bianco n(t), a valore medio nullo e varianza unitaria: per definizione di varianza di una variabile aleatoria, allora I(t) = σ n(t) ha varianza σ2. DIBE – Università degli Studi di Genova 118 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica I( t ) dV C = g ⋅ (Vo − V ) + (2.49) dt S I( t ) = σ ⋅ n ( t ) Per comodità si riscrive l'equazione stocastica precedente, mediante il cambiamento di variabile già definito, ottenendo (2.50) dU σ = −α ⋅ U + ⋅ n (t ) dt C ⋅S E{n ( t )} = 0 E{n ( t ) ⋅ n ( t + τ)} = 1 ⋅ δ(τ) In modo equivalente, vale allora anche che (2.51) dU = −α ⋅ U + ξ ⋅ n dt ξ= σ S⋅C ∆ = Vth − Vo In questa formulazione la 2.48 può essere scritta come 1 ν= τ ref C + 2π ⋅ ⋅ e g g⋅C⋅S2 ⋅∆2 σ 1 oppure ν = α⋅∆2 τ ref + 2π ⋅ α −1 ⋅ e 2 ξ2 Ricorrendo alle tecniche dell'analisi dimensionale, è stato individuato un gruppo di coefficienti, complessivamente privo di dimensioni fisiche, a cui può essere riferita la verifica dell'accuratezza della 2.48. Per semplicità si è scelto α = 1msec-1. (2.52) ν = 1 τ ref + 2π ⋅ e ξ ∆ −2 Le simulazioni al calcolatore dell'equazione 2.51, con α = 1msec-1 e τref = 2msec, sono state eseguite per sei volte inizializzando con semi diversi DIBE – Università degli Studi di Genova 119 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica l’algoritmo di generazione dei numeri pseudocasuali, valutando la frequenza di oscillazione di U su di un intervallo di osservazione temporale di 10 secondi, per ciascun valore di (ξ / ∆). Nella figura seguente vengono riportati i risultati, insieme al grafico della 2.52. 300 200 Hz 100 0 0 1 2 3 4 5 ξ/∆ Fig. 2.18: Confronto fra la previsione teorica e la simulazione a calcolatore, per la frequenza media di attività elettrica nel modello integrae-spara stocastico. E’ importante osservare che la condizione 2.45 diventa (ξ / ∆)2 <<1, da cui (ξ / ∆) <<1, per la positività di ξ e di ∆: solo per valori inferiori all'unità, i risultati delle simulazioni sono in accordo con la previsione teorica. In generale poi, si può affermare che il comportamento effettivo del sistema, per valori di (ξ / ∆) molto grandi, è superiormente limitato, dal momento che è stato incluso il periodo di refrattarietà. Nella figura 2.19, si riporta un dettaglio dello stesso grafico, insieme all'andamento (2.53) del limite superiore stabilito dalla 2.47, rappresentato con un tratteggio. DIBE – Università degli Studi di Genova 120 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (2.53) ν max = (ξ / ∆ ) 2 2 ⋅ e + (ξ / ∆ ) 2 ⋅ τ ref 140 120 100 80 Hz 60 40 20 0 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 ξ/∆ Fig. 2.19: Dettaglio della figura 2.18, per valori dell’ascissa entro l'intervallo di ammissibilità della formula di Kramers. Ancora riguardo la 2.53, si osserva che per (ξ / ∆) >>1 esiste un asintoto orizzontale a τref-1. L’andamento della 2.52 per valori di α qualunque è riportato nella figura seguente, in cui a partire dalle stesse ipotesi sulla validità della formula di Kramers si conclude che, a parità di (ξ / ∆), l'approssimazione teorica è tanto migliore, quanto più è grande α, ovvero quanto più è piccola la costante di tempo del sistema. In altre parole, questa situazione si verifica quanto più il processo V(t) tende a diventare un processo di Wiener, ovvero il processo in uscita da un integratore ideale alimentato da un rumore gaussiano e bianco. Inoltre si può osservare anche che, fissando α l'approssimazione è migliore quanto più piccolo è (ξ / ∆) , ossia quanto più è grande ∆. Questo significa allontanare il valore di riposo da quello di soglia, in modo tale che sia richiesto più tempo per raggiungere quest'ultimo: DIBE – Università degli Studi di Genova 121 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica matematicamente questo corrisponde a verificare tanto meglio la stazionarietà delle proprietà statistiche di V. 300 ν 250 max 200 Hz 150 100 α 50 0 0.00 0.25 0.50 0.75 1.00 1.25 1.50 1.75 2.00 ξ/∆ Fig. 2.20: Andamento delle curve teoriche al variare di α. Per quanto riguarda invece la dipendenza della 2.48 dall'estensione del patch di membrana plasmatica in esame, si dimostra facilmente che è dello stesso tipo di quella ricavata per i modelli stocastici complessi, nel primo capitolo. Si può infatti riscrivere la 2.52 nel modo seguente: 1 (2.54) ν = −1 τ ref + 2π ⋅ α ⋅ e S θ 2 dove θ= σ α ⋅C⋅∆ Nelle solite ipotesi, la 2.54 vale quando S / θ >> 1, e per tale condizione si può trascurare τref rispetto all'esponenziale, al denominatore: (2.55) ν ≅ α ⋅e 2π S − θ 2 DIBE – Università degli Studi di Genova 122 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Quest’ultima equazione stabilisce la dipendenza, monotona decrescente, della frequenza di attività spontanea in funzione dell'estensione del patch di superficie. 2.10 Previsione dell’Intervallo inter-spike Si definisce inter-spike interval (ISI) l'intervallo di tempo durante il quale il potenziale di membrana permane sotto soglia, senza cioè generare alcun potenziale d’azione. Questa grandezza è probabilmente un indicatore notevole dello stato di attività di un neurone, e della codifica dell'informazione nervosa. Nel contesto del paragrafo precedente, è possibile caratterizzare le proprietà statistiche di tale grandezza, determinarne la densità di distribuzione di probabilità, e confrontare le previsioni teoriche con le simulazioni al calcolatore. L'equazione 2.46, derivata direttamente dalla formula di Kramers per descrivere la frequenza media di attività spontanea, andrebbe a rigore interpretata in modo differente da una frequenza media di fuga. Quella formula fornisce una stima della probabilità di unico attraversamento della soglia Vth per unità di tempo, per il modello integra-e-spara, esprimendo il fatto che (2.56) Pr{unico attravers. in [t ; t + ∆t ]} = R k ⋅ ∆t Per semplicità si consideri il caso in cui τref = 0 msec; in questo caso, e in maniera analoga a quanto osservato per il tempo di vita medio, nel paragrafo 1.9, possiamo ricavare la seguente quantità, passando dal discreto al continuo. T (2.57) Pr{T < TISI ≤ T + dT} = lim (1 − R k ⋅ ∆t ) ∆t ⋅ R k ⋅ (T + ∆t − T ) ∆t →0 DIBE – Università degli Studi di Genova 123 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La 2.57 rappresenta la distribuzione di probabilità, o cumulativa, della variabile aleatoria TISI. La derivata rispetto a T della 2.57 è per definizione la densità di distribuzione di probabilità 2.58: (2.58) p ISI (T) = d Pr{T < TISI ≤ T + dT} = R k ⋅ e − R k ⋅T dT Coerentemente con lo schema di interpretazione adottato, e in modo simile al caso del tempo medio di vita dello stato interno di un canale proteico, l'inverso del valore atteso di TISI esprime proprio il tasso medio di generazione di un potenziale d'azione. Infatti, (2.59) E{TISI } = ∫ +∞ 0 TISI ⋅ p ISI (T) dT = 1 Rk Nel caso generale in cui il periodo di refrattarietà τref sia non nullo, dal momento che esso è una quantità deterministica, la 2.58 può essere generalizzata, osservando che sicuramente TISI ≥ τ ref e quindi la probabilità che TISI assuma valori inferiori all'intervallo di refrattarietà è nulla. In generale vale che 0 (2.60) p ISI ( T) = − R k ⋅( T− τ ref ) ⋅ u( T − τ ref ) R k ⋅ e T < τ ref T ≥ τ ref La validità di questa espressione, dove U rappresenta la funzione gradino unitario, è la medesima della formula di Kramers (2.44). Nella figura seguente viene confrontato l'andamento della 2.60, con i risultati delle simulazioni a calcolatore: la densità di distribuzione di probabilità è approssimata dall'istogramma delle frequenze relative, utilizzando un periodo di osservazione pari a 10 secondi, α = 1, (ξ / ∆) = 1 e τ = 2msec. DIBE – Università degli Studi di Genova 124 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Rk e 0,15 R k (T ISI - τ ref) U(T ISI - τ ref) 0,10 0,05 0,00 0 2 5 10 15 20 25 30 35 40 T ISI (msec) Fig. 2.21: Istogramma dell’inter-spike interval (valore medio di TISI = 7.06msec) per il modello integra-e-spara, a confronto con la previsione della 2.60. DIBE – Università degli Studi di Genova 125 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Capitolo 3 Processi Dipendenti dall’Attività Elettrica: la Sintesi Proteica 3.1 Espressione Proteica e Conduttanze di Membrana Nel primo capitolo è stato introdotto il concetto di canale proteico, come dispositivo molecolare capace di modulare le caratteristiche di permeabilità ionica della membrana, variando il proprio stato conformazionale. Per ipotesi, il numero totale di canali ionici Nmax h è stato sempre assunto costante nel tempo, o in altri termini si è supposto sempre che una variazione della densità superficiale delle proteine di membrana fosse trascurabile nella scala temporale di interesse (millisecondo). L’analisi dettagliata delle relazioni e dipendenze funzionali delle grandezze elettriche, condotta nel capitolo 2, ha chiarito il repertorio di comportamenti che i modelli deterministici e stocastici sono in grado di prevedere, insieme con la sostanziale tempo-invaranza degli stessi e la accentuata sensibilità alle variazioni di alcuni parametri (si vedano le figure 2.3 e 2.5). DIBE - Università degli Studi di Genova 126 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Esiste in verità, una vasta evidenza sperimentale che tale interpretazione dei fenomeni neuronali sia errata, quando si consideri una scala temporale più lenta, comune ai processi metabolici come l’espressione genetica e la sintesi proteica. Inoltre, i neuroni biologici mantengono stabilmente le proprie caratteristiche elettriche in una varietà di condizioni diverse, nonostante la crescita cellulare, la rimozione proteica dei canali di membrana e la variabilità della composizione ionica extracellulare. La sintesi dei canali ionici e il successivo trasporto in zone appropriate, deve essere un processo che avviene continuamente dal momento che, nella maggior parte dei casi una cellula nervosa accompagna la vita dell'animale per tutto il suo corso (LeMasson et al., ’93). Questo significa che nell'ottica embriogenetica come in quella ontogenetica, il meccanismo di controllo della distribuzione dei recettori di membrana e dei canali ionici, deve comunque garantire una stazionarietà di comportamento, in condizioni qualsiasi. In tale prospettiva, appare delinearsi più chiaramente l’idea che una cellula nervosa possa modificare le proprie caratteristiche intrinseche, al fine di mantenere un particolare programma di attività elettrica, indotto dal differenziamento cellulare. Sperimentalmente, è stata data dimostrazione di una quantità di meccanismi dipendenti dall’attività elettrica, quali la plasticità sinaptica (Nelson et al., ’89), i meccanismi dipendenti dalla concentrazione di calcio intracellulare (Fields et al., ‘92; van Ooyen, ’94), l’attivazione neuronale di geni regolatori, le variazioni strutturali (Turrigiano et al., ’95) e la reattività ai fattori neurotrofici durante la sinaptogenesi (Barinaga, ’95). Recentemente, diversi autori hanno proposto alternative al modello biofisico di membrana eccitabile, originariamente formulato da Hodgkin e Huxley, con lo scopo di definire il ruolo di nuove dipendenze funzionali, e di studiare l’impatto dei fenomeni che avvengono nell’arco dei secondi e delle ore. In particolare, in questo capitolo sarà esaminato il ruolo della sintesi proteica nella modulazione delle proprietà elettriche di una cellula nervosa. DIBE - Università degli Studi di Genova 127 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dal punto di vista della robustezza, ovvero la capacità di mantenere un’attività stabile anche in condizioni di generale disturbo esogeno o endogeno, si comprende come i processi biochimici che presiedono alla sintesi delle strutture proteiche costituenti i canali di membrana, debbano essere coinvolti in un sofisticato meccanismo di stabilizzazione e regolazione dinamica. In altre parole, viene escluso il vincolo iniziale di considerare tempoinvariante il numero massimo di canali proteici in un patch di membrana cellulare. Per i modelli deterministici di membrana eccitabile, questo equivale a considerare le conduttanze massime di membrana, funzioni del tempo. Poichè i processi di sintesi e degradazione proteica sono stati spesso correlati con la presenza o la variazione temporale di opportuni composti chimici, fra cui il calcio intracellulare, appare motivata la scelta di considerare la sua concentrazione, come un indicatore dell’attività elettrica (LeMasson et al., ’93; Abbott et al., ‘93). Per esempio, l'espressione di particolari geni e l’attivazione di numerose fasi del ciclo cellulare sono fenomeni che risentono in modo sensibile di un’aumento nei livelli della concentrazione di tale ione. Questa oltre ad essere influenzata dall’apertura di opportuni canali, attivati dai recettori di membrana (chemical gated), può variare sensibilmente in base al succedersi della fase di depolarizzazione del potenziale d’azione, per via dell’apertura dei canali calcio (voltage-gated). 3.2 La Dinamica del Calcio Intracellulare Si vuole studiare l’evoluzione temporale della concentrazione intracellulare di ioni Ca2+. Per semplicità, continueranno ad essere trascurati i meccanismi proteici di trasporto attivo (pompe ioniche), e l’influenza dei meccanismi di sintesi e rimozione che li riguardano. Come è stato già discusso all’inizio del primo capitolo, in prima approssimazione, i meccanismi di trasporto DIBE - Università degli Studi di Genova 128 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica attivo contribuiscono solo a mantenere costante nel tempo il rapporto fra le concentrazioni ioniche ai capi della membrana, e di conseguenza i potenziali di equilibrio nernstiano. Una trattazione matematica più precisa dovrebbe almeno considerare il fatto che durante ogni potenziale d’azione, viene scambiata attraverso la membrana una certa quantità di ioni Na+, K+, Cl-, e Ca2+. Per definizione di capacità elettrica di una membrana, è possibile mettere in relazione una variazione di potenziale elettrico con la variazione indotta nella quantità di carica presente. (3.1) C= ∆Q ∆V Nella definizione precedente, ∆V rappresenta la variazione complessiva del potenziale elettrico durante un potenziale d’azione, approssimativamente pari a 100mV. Sapendo che C = 1µF/cm2 per la maggior parte delle cellule nervose, la variazione complessiva della carica elettrica, associata alle specie ioniche in transito attraverso la membrana, è calcolabile come: (3.2) ∆Q = 100 nC cm 2 ⋅ potenziale d’azione Ricordando che la carica elementare dell’elettrone vale 16 . ⋅ 10 −10 nC , e indicando con zh la valenza della specie h-esima, il numero totale di ioni scambiati con l’esterno durante un potenziale d’azione è dato dal conto riportato nelle 3.3 e 3.3a. (3.3) ∆Q = ∑ n h ⋅ z h ⋅16 . ⋅10 −10 nC = 100nC h (3.3a) ∑n h h ⋅ z h = 6250 cm 2 ⋅ AP µm 2 ⋅ AP DIBE - Università degli Studi di Genova 129 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Resta allora dimostrato che, nel caso in cui vi sia una sola specie chimica monovalente, il numero di ioni scambiati durante un potenziale d’azione è pari circa a 6000, per µm2 di membrana cellulare. Questo ordine di grandezza è indicativo del fatto che le concentrazioni intracellulare e extracellulare non subiscono alterazioni significative, almeno per quanto riguarda gli ioni sodio, cloro e potassio. Ma nel caso di altre specie chimiche, presenti in concentrazioni molto basse all’interno della cellula come il calcio, l’influsso ionico conseguente ad un potenziale d’azione potrebbe indurne una variazione più consistente. Si è detto comunque che viene trascurato l’effetto delle pompe ioniche, mantenendo ad un valore fissato il rapporto delle concentrazioni fra interno ed esterno. Questo non impedisce che localmente, la concentrazione intracellulare di ioni Ca2+ possa subire significative variazioni e fungere così da meccanismo di trasduzione di informazione all’interno della cellula. Fra l’altro, nella descrizione di fenomeni di diverso tipo, quali il bursting e l’abituazione sensoriale, molte proprietà elettriche vengono fatte dipendere da tale ione che appare un intermediario quasi onnipresente, nei processi di regolazione cellulare. Per studiare questi effetti, si vuole formulare un modello generale, capace di mettere in relazione l’attività elettrica di un neurone con l’evoluzione temporale della concentrazione di calcio. Una trattazione ridotta dello stesso sistema dinamico consentirà sotto certe approssimazioni, di dimostrare che il valore della concentrazione intracellulare di ioni Ca2+ è proporzionale alla frequenza media di attività elettrica di un neurone. A questo proposito, si consideri un volume Ω racchiuso da una superficie qualunque, di estensione Σtot e uniformemente permeabile al passaggio di ioni Ca2+: sia [ Ca] IN la concentrazione volumetrica di tale specie ionica all’interno del volume. Nel caso di concentrazione volumetrica uniforme, il numero totale di ioni calcio interni alla superficie indicata, all’istante t, è espresso dalla 3.4. DIBE - Università degli Studi di Genova 130 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (3.4) N o ( t ) = ([Ca]IN ⋅ Ω) t Con questa definizione, fissato un intervallo temporale infinitesimo ∆t, la variazione del numero di ioni calcio interni alla superficie descritta, risulta necessariamente pari al flusso ionico netto entrante nel volume Ω, nell’unità di tempo (3.6), in virtù della legge di bilancio di massa. Il flusso ionico citato è in generale somma di due contributi: un termine dovuto alla corrente ionica calcio (ΦCa), e l’altro dovuto al decadimento spontaneo, connesso ai fenomeni di diffusione passiva e ai meccanismi di trasporto attivo. Quest’ultimo contributo è formalizzabile da uno schema cinetico del prim’ordine, tempo-invarante. [ Ca] IN →[ Ca]OUT ⇔ − k ⋅ ∆t ⋅ ([ Ca] IN ⋅ Ω) k (3.5) (3.6) ([Ca] IN ⋅ Ω) t + ∆t − ([Ca]IN ⋅ Ω) t ∆t = Φ Ca − k ⋅ ∆t ⋅ ([Ca ]IN ⋅ Ω) t ∆t Per quanto concerne il termine ΦCa, esistono due metodi di descrizione: il primo si basa sul modello continuo e uniforme di membrana permeabile, nel quale la densità di corrente di conduzione ionica viene supposta uniforme in ogni punto della superficie. Alternativa a questo, è il modello discreto, in cui l’entrata di molecole è localizzata attraverso i canali ionici, distribuiti uniformemente con densità ρCa. Si esamini il primo approccio: dalla definizione di corrente ionica calcio, segue che (3.7) Φ Ca = ∫∫ Σ tot ( − I ) ⋅ ∆t ⋅ dS Ca z Ca ⋅ e ∆t DIBE - Università degli Studi di Genova 131 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica dove e è la carica elementare dell’elettrone e zCa la valenza dello ione Ca2+. Si nota la presenza del segno meno, davanti al valore assoluto dell’intensità della corrente ionica calcio: in accordo con i gradienti chimici discussi nei primi paragrafi del capitolo 1 e riportati nella tabella 1.1, il verso della ICa è convenzionalmente scelto diretto all’esterno del soma cellulare, mentre per definizione il flusso che qui si vuole determinare è entrante. La 3.7 può essere riscritta in modo equivalente, utilizzando l’ipotesi che la densità di corrente sia la stessa in ogni punto della membrana, e che possa così essere portata fuori dal segno di doppia integrazione. Φ Ca = (3.8) ( − I ) ⋅ ∆t ⋅ Σ Ca z Ca ⋅ e ⋅ ∆t tot = (− I ) ⋅ Σ Ca z Ca ⋅ e tot Facendo tendere a zero l’intervallo temporale ∆t, la 3.6 assume la forma di una equazione differenziale. d ([Ca]IN ⋅ Ω) t (3.9) dt =− I Ca ⋅ Σ − k ⋅ ([Ca]IN ⋅ Ω) t z Ca ⋅ e tot Dividendo ambo i membri per il volume Ω, la 3.9 diventa l’equazione finale, che descrive la dinamica del calcio intracellulare: (3.10) d[Ca]IN = − k ⋅ ( A ⋅ I Ca + [Ca]IN ) dt La costante A rappresenta un fattore geometrico, che nel caso di una superficie sferica, è inversamente proporzionale al raggio r: A∝ 3 r mentre nel caso generale, A è data dalla 3.11. DIBE - Università degli Studi di Genova 132 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (3.11) A = Σ 1 ⋅ tot z Ca ⋅ e ⋅ k Ω Considerando il secondo metodo per la determinazione della forma del flusso ionico ΦCa, si scriva il contributo totale al flusso di materia entrante come composizione dei flussi elementari attraverso gli Nmax Ca canali ionici, selettivi al calcio: (3.12) Φ Ca = ( − I i ) ⋅ dS N max Ca ∑ ∫∫ z i =1 Σi Ca ⋅e i Nella 3.12, si è già semplificata la quantità ∆t, e con Σi si è intesa la sezione di passaggio del canale generico. Nell’ipotesi che tale sezione sia sufficientemente piccola da indurre un flusso uniforme di corrente, e che questo sia pari a I per tutti i canali, tutti di eguale sezione Σ, si può portare fuori dalla sommatoria l’integrale doppio, e fuori dall’integrale la corrente I. Esprimendo infine Nmax Ca = ρCa Σtot, si conclude che (3.13) Φ Ca = ρ Ca ⋅ Σ tot ⋅ ( − I) ⋅ Σ z Ca ⋅ e Al variare di t, la quantità Ψ ( t ) = ( − I) ⋅ Σ z Ca ⋅ e rappresenta dimensionalmente il numero totale di ioni entranti nell’unità di tempo, attraverso un singolo canale ionico nello stato aperto. Per le considerazioni già fatte sulla cinetica di apertura e chiusura dei canali proteici, intesi come unità discrete e funzionalmente bistabili fra uno stato attivo e diversi stati di inattività, trascurando le fluttuazioni spontanee è possibile approssimare il comportamento intrinsecamente stocastico di quel termine (figura 3.2), con quello medio deterministico riportato nella figura seguente. DIBE - Università degli Studi di Genova 133 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Figura 3.1: Andamento medio della corrente ionica, attraverso un singolo canale ionico, nell’ipotesi di ergodicità dei processi stocastici della membrana. Figura 3.2: Andamento temporale simulato, della corrente ionica reale attraverso un singolo canale. Nelle stesse condizioni di prima, facendo tendere a zero l’intervallo temporale ∆t, si giunge alla 3.14 e quindi alla 3.15. (3.14) (3.15) d([Ca]IN ⋅ Ω) t dt = −ρ Ca ⋅ Σ tot ⋅ Ψ − k ⋅ ([Ca]IN ⋅ Ω) t d[Ca]IN ρ Σ = − k ⋅ Ca ⋅ tot ⋅ Ψ + [Ca ]IN k Ω dt Dal punto di vista dimensionale, qualora si desideri riformulare la 3.10 o la 3.15 in funzione della concentrazione molare anziché volumetrica, occorre notare l’equivalenza che segue: DIBE - Università degli Studi di Genova 134 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1. N No µMole = 10 − 6 ⋅ − 3 o 3 = 10 − 6 ⋅ −3 = 6.02 ⋅ 1014 cm −3 litro 10 m 10 ⋅ 10 − 6 cm 3 Sia allora f = (6.02 ⋅ 1014 ) ⋅ −1 µM , il fattore di conversione dimensionale: cm − 3 considerando per esempio la 3.10, è sufficiente moltiplicare ambo i membri per f, chiamando con lo stesso simbolo [Ca ]IN la concentrazione molare di calcio intracellulare, all’istante t, per ottenere l’equazione cercata. (3.16) d[Ca]IN = − k ⋅ ( A ⋅ f ⋅ I Ca + [Ca]IN ) dt Si nota che formalmente le 3.16 e 3.10 differiscono soltanto per il valore del coefficiente geometrico che moltiplica il contributo dato dalla corrente calcio. 3.3 Introduzione della Regolazione Dinamica Riassumendo quanto detto nei paragrafi precedenti, le proprietà elettriche dei neuroni biologici appaiono come il risultato di processi dinamici, dipendenti dall’attività elettrica. Attraverso le vie biochimiche comprendenti la fosforilazione proteica e l’espressione genetica, durante le fasi di differenziamento cellulare, di crescita e di variazione morfologica di una cellula nervosa, sono possibili modificazioni nella struttura e nella densità dei canali di membrana. Il fatto che un neurone biologico sia in grado di mantenere un'attività elettrica stabile al variare di innumerevoli fattori esterni, è probabilmente il risultato di questo equilibrio dinamico, dato il continuo ricambio dei canali proteici. Questi fenomeni biochimici sono dipendenti dall’attività elettrica, presumibilmente attraverso un indicatore microscopico della stessa: la concentrazione intracellulare di calcio. DIBE - Università degli Studi di Genova 135 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Si osserva che la modellistica che verrà introdotta, è generalizzabile alla classe intera di modelli biofisici continui, definita nel primo capitolo (equazioni 1.90 - 1.92), ed è omogenea con la descrizione deterministica adottata. Ma dal punto di vista concettuale, l’estensione di questa trattazione alla versione discreta del modello di membrana cellulare è immediata, ed un suo esame approfondito potrebbe consentire una nuova interpretazione dei fenomeni di attività spontanea, che come già detto, dipendono in modo critico dal numero di canali proteici presenti. L’influenza che potrebbe esercitare la sintesi proteica sulla soppressione o sull’amplificazione dell’attività spontanea, dovrebbe essere riguardata anche alla luce dell’effetto che la stessa attività spontanea induce nei meccanismi di sintesi proteica, probabilmente garantendo una attività basale spontanea più regolare, e una maggiore stabilità delle caratteristiche elettriche intrinseche. Nel seguito comunque, verrà considerato un modello deterministico di sintesi proteica, in cui viene definito Sh, tasso di sintesi proteica relativo alle proteine che contribuiscono alla conduttanza di tipo h-esimo, e Rh tasso di rimozione delle stesse dalla membrana plasmatica. Il bilancio che è possibile formalizzare matematicamente assume la forma indicata nella 3.17, dove il valore massimo della conduttanza per lo ione h-esimo è indicato con g h. (3.17) dg h ∝ Sh − R h dt Dal momento che non vi è evidenza sperimentale che anche il processo di rimozione proteica sia dipendente dall'attività, si assume solo Sh([Ca2+]IN) dipendente dal calcio. L’equazione 3.18 esprime proprio la presenza di un meccanismo di degradazione spontanea, capace di fare decrescere il numero totale di canali proteici a zero, in assenza di alcuna sintesi degli stessi e in un intervallo temporale dell’ordine di τh, costante di tempo del processo. DIBE - Università degli Studi di Genova 136 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (3.18) τ h ⋅ dg h = Wh ([Ca ]IN ) − g h dt Trascurando i contributi di accumulo di Ca2+ in forma legata entro il citoplasma, viene assunta come unica sorgente di calcio intracellulare, il flusso generato dalla corrente calcio ICa . Consistentemente con il modello proposto nel paragrafo precedente, si sceglie di modellare la dinamica di [Ca]IN secondo l’equazione 3.10. Per la descrizione del potenziale elettrico di membrana, si impiega nuovamente il modello di Morris e Lecar, che prevede proprio un termine di corrente calcio, espresso da: 1 V + 1 (3.19) I Ca = g Ca ⋅ ⋅ 1 + tanh ⋅ ( V − E Ca ) 15 2 Si considera [Ca]IN in µM e k in msec-1: Per convenienza, e senza alcuna perdita di generalità, è possibile un’altra scelta delle unità di misura in modo da rendere unitario il valore di A: d'ora in poi [Ca]IN sarà espresso in (µM / A) unità. Per quanto concerne la dipendenza funzionale del tasso di sintesi proteica, ragioni di semplicità e trattabilità analitica, guidano la scelta delle funzioni Wh verso la famiglia delle sigmoidi. Riscrivendo la 3.18, si ottiene così (3.20) τ h dg h C − [Ca ]IN = G h ⋅ σ ± T − gh d ∆ dove σ( z ) = 1 1 + e−z Qualitativamente, la tendenza imposta dalla 3.20 consiste nel far raggiungere e mantenere, alla concentrazione intracellulare di calcio, il valore target CT, imponendo un certo andamento temporale per le conduttanze g h. Da questo punto di vista, esiste quindi un livello di attività ideale corrispondente al valore di CT, che deve essere garantito dai DIBE - Università degli Studi di Genova 137 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica meccanismi biochimici, attraverso una complessa dinamica risultante nei valori delle conduttanze massime di membrana. Gh C − [Ca ]IN G h ⋅ σ ± T ∆ ∆ Gh / 2 CT 0 [Ca]IN Figura 3.3: La sigmoide è una scelta possibile per il tasso di sintesi proteica, Ca2+-dipendente. Nell’equazione 3.20, è stata lasciata intenzionalmente un’ambiguità sul segno dell’argomento delle sigmoidi: la scelta è legata a considerazioni di stabilità del sistema, poiché deve essere escluso ogni fenomeno di autoamplificazione delle oscillazioni e si desidera un feedback negativo sull’attività elettrica. Supponiamo che un certo insieme di conduttanze { } massime g h : h = 1, 2, 3,... sia stato fissato, e ad esso corrisponda un dato livello di attività elettrica (frequenza media di oscillazione). Se il neurone diviene maggiormente attivo rispetto a tale livello di attività, per l’equazione 3.10, gli ioni Ca2+ in entrata contribuiranno ad un aumento di [Ca]IN. In tale caso, le correnti ioniche uscenti dovrebbero diminuire in intensità e quelle entranti dovrebbero crescere, in modo da ridurre l'attività del neurone verso il livello di attività originale. Al contrario quando l'attività decresce, prevale il decadimento spontaneo della concentrazione di calcio, e per quanto DIBE - Università degli Studi di Genova 138 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica riguarda l’entità delle correnti ioniche, dovrebbe avvenire esattamente l'opposto di quanto descritto prima. Per ottenere una dinamica attrattiva del tipo indicato, deve essere scelto il segno meno nell'equazione relativa ad ogni corrente uscente (conduttanza potassio), e il segno più per ogni corrente entrante (conduttanza calcio) (Abbott et al., ’93). Una scelta alternativa per la funzione Wh ( ) potrebbe considerare i processi di sintesi e rimozione come dipendenti dalla concentrazione del calcio intracellulare in modo uguale e opposto (3.21). Questa ipotesi non verrà presa in considerazione nel seguito dal momento che, come ha evidenziato un’analisi preliminare, l’equazione di regolazione 3.21 non ammette limite inferiore o superiore per il valore delle conduttanze massime, che dovrebbe invece restare sempre positivo, per definizione. (3.21) τ h ⋅ 3.4 C − [Ca]IN 1 = 2 ⋅ G h ⋅ σ ± T − 2 ∆ dt dg h Proprietà del Modello Regolato Istanziando la 3.20 per i due tipi di correnti del modello deterministico di Morris e Lecar, si ottiene un sistema di cinque equazioni differenziali, in cui la variabile [Ca]IN agisce come elemento di retroazione nei confronti dei processi di sintesi proteica. 1 dV V + 1 = g l ⋅ ( E l − V ) + g Ca ⋅ ⋅ 1 + tanh ⋅ ( E Ca − V ) + g K ⋅ n ⋅ ( E K − V ) + I ext 15 dt 2 (3.22) C (3.23) dn 1 V − 10 1 V − 10 = ⋅ cosh ⋅ ⋅ 1 + tanh − n 29 2 14.5 dt 15 DIBE - Università degli Studi di Genova 139 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (3.24) d[Ca]in = − k ⋅ ( I Ca + [Ca ]in ) dt (3.25) τ ⋅ (3.26) τ ⋅ dg Ca d C − [Ca]in = G Ca ⋅ σ T − g Ca ∆ dg K [Ca]in − C T = G K ⋅ σ − gK ∆ d Se concentriamo l’attenzione sulle equazioni di regolazione (3.25 - 3.26), si può osservare che GCa e GK rappresentano i valori massimi che g Ca e g K possono assumere rispettivamente, a regime ( dg Ca dt = dg K dt = 0 ), essendo il codominio della sigmoide l’intervallo compreso fra 0 e 1. All’argomento della sigmoide, figura il termine di distanza fra valore attuale e valore desiderato di concentrazione intracellulare di ioni Ca2+. Questo termine è molto significativo, dal momento che se la concentrazione attuale fosse inferiore a quella rappresentata da CT, l'esaltazione delle correnti entranti e la depressione delle correnti uscenti porterebbe [Ca]IN nuovamente vicino a CT, in conseguenza dell’aumento di attività elettrica. Viceversa, se [Ca]IN fosse maggiore di CT, avverrebbe un effetto opposto sulle correnti entranti e uscenti, con una conseguente diminuzione dell’attività elettrica e quindi di [Ca]IN. Le simulazioni al calcolatore sono in accordo con questa interpretazione qualitativa, e dimostrano che la precisione del tracking rispetto al valore di [Ca]IN desiderato è migliore in un intorno piccolo di CT = 20 unità. DIBE - Università degli Studi di Genova 140 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 40 40 30 30 20 20 [Ca] [Ca] in in 10 10 0 0 0 2000 4000 6000 0 8000 2000 4000 6000 8000 time (msec) time (msec) 40 40 30 30 20 20 [Ca] [Ca] in in 10 10 0 0 0 2000 4000 6000 0 8000 2000 4000 6000 8000 6000 8000 time (msec) time (msec) 40 40 30 30 20 20 [Ca] [Ca] in in 10 10 0 0 0 2000 4000 6000 time (msec) 8000 0 2000 4000 time (msec) Figura 3.4: Andamento temporale della concentrazione intracellulare di ioni Ca2+, al variare del valore di concentrazione desiderato (CT). Le simulazioni riportate in figura 3.4, sono state ottenute utilizzando valori crescenti di CT da 10 a 35 unità, e i parametri numerici indicati nella tabella 3.1. Tali valori verranno utilizzati anche nella maggior parte delle simulazioni numeriche che seguiranno, a meno che non venga indicato diversamente. DIBE - Università degli Studi di Genova 141 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica C = 1 µF/cm2 τ = 1000 msec g l = 0.5 mS/cm2 k = 1 / 100 msec-1 El = -50 mV CT = 20 unità ECa = 100 mV ∆ = 5 unità EK = -70 mV [Ca]IN(0) = 0 unità V(0) = -50 mV GCa = 1.5 mS/cm2 n( 0) = 1 V( 0) − 10 ⋅ 1 + tanh 14.5 2 GK = 3 mS/cm2 Iext = 13 µA/cm2 g Ca(0) = 1mS/cm2 g K(0) = 2.5 mS/cm2 Tabella 3.1: Valori dei parametri, per il modello deterministico regolato 3.22 - 3.26. Come si è detto, [Ca]IN è un indicatore, dell'attività elettrica media nel tempo: infatti il legame funzionale fra [Ca]IN e V(t) è di tipo integrativo, su di una scala temporale data dall'inverso di k. Il raggiungimento o il mantenimento di un certo livello di concentrazione è realizzato a spese di una variazione del valore istantaneo delle correnti ioniche, attraverso una variazione delle conduttanze massime di membrana. Considerando nuovamente il piano dei valori di tali conduttanze (figura 2.5), è possibile verificare che per ogni valore iniziale di g Ca e g K, esiste un unico punto di equilibrio asintoticamente stabile, dipendente in modo complesso da Iext, Gca , GK , CT insieme ai valori di EK e ECa. Alcune traiettorie, ottenute per GCa = 3 mS/cm2 e GK = 6 mS/cm2, sono rappresentate nella figura seguente. DIBE - Università degli Studi di Genova 142 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 11 10 9 + K 2 (mS/cm ) 8 7 6 5 4 3 2 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2+ 2,0 2,2 2 Conduttanza massima Ca (mS/cm ) Figura 3.5: Alcune traiettorie nel piano delle conduttanze massime, usando GK = 6mS/cm2 e GC a= 3mS/cm2. Per un insieme di valori iniziali corrispondente alla parte in basso a sinistra della figura 3.5, nell’evoluzione temporale delle conduttanze massime di membrana si verifica la convergenza allo stesso punto di equilibro, sebbene caratterizzata da oscillazioni (si veda la figura 3.13). Alcune proprietà caratteristiche di questo modello sono qualitativamente prevedibili. Per esempio, è plausibile aspettarsi per la frequenza di oscillazione del potenziale V(t), un’evoluzione temporale a rilassamento. Poichè la dinamica attrattiva nel piano delle conduttanze massime genera al variare del tempo, una traiettoria da una particolare coppia g Ca g K verso il punto di equilibrio, si può passare, da un’alta frequenza di oscillazione ad una bassa attività oscillatoria o viceversa (si vedano le figure 3.6 e 3.8), in un intervallo temporale dell’ordine di τ. DIBE - Università degli Studi di Genova 143 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 40 0 (mV) -40 -80 0 40 80 7920 7960 8000 time (msec) Figura 3.6: Diminuzione della frequenza delle oscillazioni del potenziale di membrana, a regime. I valori impiegati nella simulazione di figura 3.6 sono quelli indicati nella tabella 3.1, utilizzando g Ca(0) = 5mS/cm2 e g K(0) = 50mS/cm2 quali condizioni iniziali. La traiettoria (figura 3.7) converge verso il punto di equilibrio, a cui corrispondono valori significativamente meno elevati per g Ca e g K, e una corrispondente attività elettrica ridotta. DIBE - Università degli Studi di Genova 144 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica t = 0 msec 40 K+ (mS/cm 2 ) 20 0 0 1 2 3 4 5 Conduttanza massima Ca 2+ (mS/cm 2 ) Figura 3.7: Evoluzione della traiettoria nel piano delle conduttanze, per le stesse condizioni della figura 3.6. Una proprietà notevole si manifesta imponendo g Ca(0)=0mS/cm2 e g K(0)=0mS/cm2, cioè una totale assenza iniziale di canali proteici distribuiti sulla membrana cellulare, e quindi completa assenza di permeabilità ionica. La sintesi proteica è in grado di sintetizzare i canali ionici del tipo opportuno, in quantità necessaria al raggiungimento dell'attività elettrica ideale. DIBE - Università degli Studi di Genova 145 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 40 0 (mV) -40 0 50 100 150 7800 7850 7900 7950 8000 time (msec) Figura 3.8: Sintesi delle conduttanze di membrana, partendo da una condizione di totale assenza di canali proteici. 30 25 20 [Ca] 15 in 10 5 0 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 time (msec) Figura 3.9: Andamento della concentrazione di calcio intracellulare, nelle stesse condizioni della figura 3.8. DIBE - Università degli Studi di Genova 146 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1,6 1,2 K+ 0,8 (mS/cm 2 ) 0,4 t = 0 msec 0,0 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 Conduttanza massima Ca 2+ (mS/cm 2 ) Figura 3.10: Traiettoria del sistema nel piano delle conduttanze massime, nelle stesse condizioni della figura 3.8. Il comportamento rappresentato nelle figure 3.8 - 3.10, può essere interpretato alla luce di alcuni risultati sperimentali (Turrigiano et al., ’95): i neuroni del ganglio stomatogastrico (STG) di aragosta adulta, appena dissociati e piastrati in vitro, mostrano assenza di attività periodica nel potenziale elettrico, anche se stimolati da una corrente depolarizzante. Dopo 3-4 giorni di coltura, tali cellule sono in grado di manifestare un'attività sostenuta, anche di tipo strutturato, in risposta a stimolazioni esterne. La variazione delle proprietà intrinseche è accompagnata quindi da una variazione nelle densità di correnti ioniche, indicando che in coltura, i neuroni di STG isolati sono in grado di regolare selettivamente il valore delle loro conduttanze ioniche in modo strettamente dipendente dall’attività elettrica presente. Per valori sufficientemente elevati del parametro CT (per esempio CT = 35 unità), il modello regolato riesce a riprodurre un’attività periodica strutturata. Tale tendenza è però conseguenza delle non linearità coinvolte nelle equazioni di regolazione, e legata alla scelta dei valori di Iext, τ e Gh. A rigore quindi, il fenomeno indicato nelle figure 3.11 e seguenti, non va DIBE - Università degli Studi di Genova 147 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica riguardato come un vero e proprio bursting, fenomeno di tipo diverso del quale sono responsabili altri meccanismi molecolari calcio - dipendenti. 40 0 (mV) -40 0 1000 2000 3000 4000 time (msec) Figura 3.11: Potenziale di membrana, nelle stesse condizioni della figura (mS/cm 2 ) 1,00 Conduttanza massima Ca 1,05 2+ 3.8, utilizzando CT = 35 unità. 0,95 0,90 0,85 0,80 6000 6400 6800 7200 7600 8000 time (msec) Figura 3.12: Oscillazioni di elevata ampiezza nell’evoluzione temporale delle conduttanze massime di membrana, nelle stesse condizioni di figura 3.11 . DIBE - Università degli Studi di Genova 148 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica In condizioni normali, l’ampiezza delle oscillazioni per le conduttanze massime è molto piccola, e la traiettoria nel piano delle conduttanze si mantiene entro un intorno piccolo del punto di equilibrio. Viceversa, se la traiettoria del sistema ha caratteristiche oscillatorie (si veda figura 3.13), può determinarsi una condizione di intermittenza, nell’oscillazione del potenziale di membrana, in virtù di una temporanea uscita dalla penisola oscillatoria, introdotta nel capitolo precedente. Al crescere di CT il periodo di tale intermittenza decresce, rendendo più rapida la successione di pacchetti di attività oscillatoria. t = 0 msec 1,6 1,5 K+ 1,4 (mS/cm 2 ) 1,3 1,2 1,1 0,80 0,85 0,90 0,95 1,00 1,05 Conduttanza massima Ca 2+ (mS/cm 2 ) Figura 3.13: Traiettoria nel piano delle conduttanze massime, per valori critici di CT. DIBE - Università degli Studi di Genova 149 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (mV) 60 60 40 40 20 20 0 0 (mV) -20 -20 -40 -40 -60 7200 7600 -60 6000 8000 6400 6800 time (msec) 7200 7600 8000 time (msec) Figura 3.14: Altri esempi di oscillazione strutturata, nel potenziale di membrana. Dal punto di vista analitico, la presenza di oscillazioni non smorzate per le conduttanze massime di membrana (figura 3.12) è conseguenza di una intensa variazione imposta al secondo membro delle 3.25 - 3.26, quando la differenza C T − Ca sia elevata. Intuitivamente, è più difficile annullare l’errore sulla concentrazione del calcio intracellulare rispetto al valore target, quanto più è grande è CT e più piccolo τ ,intervallo temporale della regolazione. 3.5 Analisi della Regolazione Dinamica E’ possibile caratterizzare analiticamente il comportamento del modello regolato descritto nel paragrafo precedente, in virtù della forma delle funzioni Wh([Ca]IN). Si consideri la somma e la differenza delle equazioni di regolazione (3.25 - 3.26): se si indica con y= g Ca G Ca + gK GK e z= g Ca G Ca − gK GK , si ottiene che DIBE - Università degli Studi di Genova 150 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (3.27) τ ⋅ dy =1− y dt (3.28) τ ⋅ dz C − [Ca ] = tanh T −z 2⋅∆ dt La prima equazione ottenuta (3.27) è un’equazione differenziale del prim'ordine a coefficienti costanti, la cui soluzione in forma chiusa è la seguente: (3.29) y( t ) = [ y( 0 ) − 1] ⋅ e − t τ +1 Questo significa che la nuova variabile y, somma delle conduttanze massime di membrana normalizzate opportunamente, tende asintoticamente al valore di regime y( t ) = 1 , con andamento esponenziale decrescente. A regime, esiste pertanto nel piano delle conduttanze massime, una retta di equazione g Ca g + k = 1 , a cui appartiene il punto di equilibrio. G Ca G k L’equazione 3.28 invece non è integrabile in forma chiusa. Nelle ipotesi di comportamento oscillatorio per il potenziale di membrana, si può asserire che anche [Ca]IN (t) avrà andamento oscillatorio di stesso periodo. Quindi non esiste un valore costante di regime per la variabile ausiliaria z. Se si considera però il processo di regolazione dinamica caratterizzato da una scala temporale molto maggiore di quella relativa a V(t), τ >> 1 millisecondo, si può supporre che le oscillazioni di z attorno al proprio valore medio temporale siano molto lente. C − [Ca]IN A regime pertanto, si scriverà z ≅ tanh T , intendendo la 2⋅∆ media temporale su numerosi cicli di oscillazione del potenziale di membrana. Questa espressione individua un’altra retta, nel piano delle conduttanze. Con una certa approssimazione, l'intersezione di queste rette, DIBE - Università degli Studi di Genova 151 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica fornisce il punto di equilibrio, la cui esistenza è stata discussa nel paragrafo precedente. In modo più rigoroso, può pure essere data dimostrazione dell’asintotica stabilità della regolazione dinamica: sommando e sottraendo le espressioni che definiscono y e z si ottiene il seguente sistema lineare. g Ca y + z = 2 ⋅ G Ca (3.30) y − z = 2 ⋅ gK GK Risolvendo rispetto a y e a z, si può giungere alle seguenti relazioni generali: (3.31) g Ca t G Ca − τ = ⋅ ( y( 0) − 1) ⋅ e + 1 + z 2 (3.32) g K = GK 2 t − ⋅ ( y( 0) − 1) ⋅ e τ + 1 − z In questo modo, è stata dedotta l’espressione analitica della dipendenza dal tempo e da [Ca]IN per le due conduttanze massime. Risulta esplicito il feedback dall'attività elettrica, realizzato attraverso la concentrazione intracellulare di calcio. Qualitativamente si osserva la sovrapposizione di un comportamento esponenziale decrescente e di un andamento oscillatorio. Questi andamenti agiscono su diverse scale temporali: il primo sulla scala caratteristica della regolazione dinamica τ, mentre il secondo sulla scala più rapida legata alle oscillazioni del potenziale di membrana (millisecondi), ordini di grandezza inferiore. Questo è ben confermato dalle simulazioni al calcolatore, riportate nella figura 3.15. DIBE - Università degli Studi di Genova 152 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (mS/cm 2) 0,760 0,85 0,755 2+ 0,80 0,75 0,70 2000 4000 6000 8000 Conduttanza massima Ca Conduttanza massima Ca 2+ (m S/cm 2) 0,90 0,750 0,745 0,740 7200 time (msec) 7600 8000 time (msec) Figura 3.15: Due dettagli dello stesso andamento temporale per la conduttanza massima relativa al calcio, g Ca(t). I processi biochimici che si intendono modellare con la sintesi delle conduttanze, sono caratterizzati da una scala temporale probabilmente molto lunghe (ore - giorni). Nelle simulazioni, la scelta del valore di τ, a cui tale scala temporale è legata, non è particolarmente critica purché sia molto maggiore rispetto alla costante di tempo equivalente della membrana cellulare. Utilizzando per τ, valori da 1 a 1000 secondi, si è potuta confermare una sostanziale equivalenza dei risultati, a meno di un fattore di Conduttanza massima Ca 2+ (mS/cm 2 ) scala per l'asse dei tempi (figura 3.16). 1,05 τ = 1 sec 1,00 0,95 τ = 5 sec 0,90 τ = 10 sec 0,85 0,80 0,75 0 20000 40000 60000 80000 time (msec) Figura 3.16: Influenza del parametro τ, sulla dinamica di regolazione. DIBE - Università degli Studi di Genova 153 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 3.6 Robustezza del Modello Regolato Dinamicamente Il modello di Morris e Lecar (equazioni 2.1 - 2.3) è una buona approssimazione del comportamento istantaneo per il potenziale ai capi di una membrana di un neurone. Come già sottolineato, esistono relazioni profondamente non lineari che legano fra loro le variabili elettriche. Fra queste si verifica una spiccata sensibilità alle piccole variazioni di alcuni parametri, per esempio EK e ECa, non ragionevole dal punto di vista biologico. E’ possibile studiare il comportamento della frequenza di V(t) nel piano delle conduttanze massime di membrana, similmente a quanto fatto nel capitolo 2 (si vedano le figure 2.4 - 2.5), al variare dei potenziali di equilibrio ionico: si riscontra una spiccata sensibilità nella topologia delle zone iso-frequenza, a seguito di piccole variazioni nei potenziali di equilibrio, e in alcuni casi una drastica alterazione del pattern di attività elettrica. La regolazione dinamica introdotta in questo capitolo è stata inizialmente descritta come un sistema in grado di mantenere un certo pattern di attività elettrica anche sotto una varietà di condizioni esterne. Questa caratteristica è realizzata attraverso la modulazione delle correnti ioniche di membrana, e se si confronta la frequenza media delle oscillazioni del potenziale di membrana al variare di EK e ECa, nel modello regolato con quella del modello non regolato, si osserva un significativo aumento della robustezza. Per poter effettuare dei confronti significativi, i valori delle conduttanze massime del modello non regolato sono stati posti ai valori di regime delle conduttanze massime tempovarianti del modello regolato: non si ha una esatta coincidenza fra modello non regolato e il regime del modello regolato, poiché a rigore viene raggiunto sempre un regime oscillatorio permanente (si veda la figura 3.15). Si è prestata attenzione affinché per ogni valore dei potenziali di equilibrio, vi fosse sempre un comportamento oscillatorio e non una saturazione o DIBE - Università degli Studi di Genova 154 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica un’assenza di oscillazione. Per ogni valore dei potenziali di equilibrio, sono stati scelti di valori delle conduttanze massime appartenenti alla penisola di oscillazione: nel caso della variazione di ECa si è scelto g Ca = 0,98 mS/cm2 e g K = 2,47 mS/cm2, mentre per EK si è scelto g Ca = 1,03 mS/cm2 e g K = 2,96 mS/cm2. Affinché il valore medio delle conduttanze massime nel modello regolato, sia prossimo ai valori riportati sopra, è necessario imporre che GCa = 2,4 mS/cm2 e GK = 5,2mS/cm2 per EK, mentre GCa = 2,6 mS/cm2 e GK = 4 mS/cm2 per ECa. Il passo di incremento per EK e ECa è stato scelto di 1 mV, la corrente di stimolazione Iext=13mA/cm2, mentre la frequenza media è stata misurata su un intervallo di osservazione di 16 secondi, dopo il raggiungimento del regime, atteso per 10 secondi usando τ = 1 secondo. 0,042 regolato 0,040 0,038 0,036 (kHz) 0,034 0,032 non regolato 0,030 40 60 80 100 120 140 160 ECa (mV) Figura 3.17: Andamento della frequenza di attività al variare del potenziale di equilibrio della corrente calcio. DIBE - Università degli Studi di Genova 155 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0,05 0,04 regolato 0,03 (kHz) 0,02 0,01 non regolato 0,00 -100 -90 -80 -70 -60 -50 -40 EK Figura 3.18: Andamento della frequenza di attività al variare del potenziale di equilibrio della corrente potassio. Il modello regolato manifesta attività oscillatoria quasi per ogni valore dell’intervallo di variazione dei potenziali di equilibrio, e risente in maniera molto meno evidente del valore di EK e ECa. Resta dimostrato che a lungo termine, piccole fluttuazioni nelle concentrazioni ioniche non sono in grado di modificare in modo apprezzabile la frequenza media di attività del neurone. DIBE - Università degli Studi di Genova 156 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 3.7 Dinamica del Calcio Approssimata Nel paragrafo 3.2 sono stati sviluppati due modelli matematici per la descrizione della concentrazione intracellulare di calcio: uno di essi si presta particolarmente bene per definire un modello ridotto di regolazione dinamica, da utilizzarsi insieme all’equazione del modello integra-e-spara (2.16) per la descrizione del potenziale elettrico di membrana. Utilizzando l’integra-e-spara, non è infatti più possibile introdurre l’equazione 3.24 per descrivere la dinamica del calcio, esistendo un unico tipo di corrente ionica a riassumere le correnti K+, Ca2+ e la corrente di perdita: non si può identificare alcun termine specifico, equivalente alla ICa della 3.22. Assumendo che le proprietà di permeabilità ionica della membrana siano discrete e localizzate, si è derivata l’espressione media 3.15, nelle condizioni di generale ergodicità della cinetica stocastica di apertura e chiusura dei canali. Secondo l’approssimazione indicata in figura 3.1, durante un potenziale d’azione, l’influsso di calcio può essere riguardato come una transizione temporanea ad un valore costante, per tutto il tempo di apertura dei canali ionici. Tale ipotesi si rivela sufficientemente adeguata, studiando nel modello deterministico (equazioni 2.1 - 2.3) l’evoluzione temporale della corrente calcio, normalizzata al valore della conduttanza massima g Ca. DIBE - Università degli Studi di Genova 157 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0 150 (mV) 50 200 (mV) -50 100 -100 50 -150 0 0 50 100 150 200 250 300 350 -200 400 time (msec) Figura 3.19: Al succedersi delle corrispondenti fasi del potenziale d’azione (parte alta del grafico), è riportato l’andamento temporale di − I Ca g Ca 1 V + 1 = ⋅ 1 + tanh ⋅ ( V − E Ca ) . 2 15 Dalla 3.19, si nota che in regime periodico per il potenziale V(t), quale che sia Iext, il termine rappresentato è sempre assimilabile ad una sequenza di gradini di durata circa uguale a 10msec e ampiezza pari a 76mV. Si può d’ora in poi assumere che in conseguenza dell’apertura dei canali ionici specifici per Ca2+, esista una corrente calcio simile ad un’onda quadra, il cui duty cycle sia costante e dell’ordine della durata del potenziale d’azione. In questi termini, il contributo alla variazione della concentrazione intracellulare di calcio che figura al secondo membro della 3.15 è proprio una successione di transizioni a gradino, di valore costante e proporzionale al valore istantaneo della conduttanza massima g Ca. DIBE - Università degli Studi di Genova 158 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 120 100 80 60 (mV) 40 20 0 300 320 340 360 380 400 time (msec) Figura 3.20: Approssimazione con un’onda quadra in corrispondenza di ciascun potenziale d’azione. Con queste considerazioni, si giunge alla forma finale per la descrizione della dinamica del calcio: ( k ⋅ g ( t o ) ⋅ 76 − [Ca ]IN Ca d[Ca ]IN (3.33) ≈ dt − k ⋅ [Ca] IN Nell’equazione 3.33, si è indicato ) t ∈[ t o ; t o + 10] t > t o + 10 con to l’istante dell’ultimo attraversamento della soglia da parte del potenziale di membrana V, e si è assunta la durata totale dell’influsso pari a 10 msec. Date le caratteristiche di tale equazione, può essere dedotta la soluzione in forma chiusa. ( ) [Ca ]IN ( t o ) − g ( t o ) ⋅ 76 ⋅ e − k ⋅( t − t o ) + g ( t o ) ⋅ 76 Ca Ca t ∈ [ t o , t o + 10] [Ca ] ( t + 10) ⋅ e − k ⋅[ t − ( t o +10) ] IN o t > t o + 10 (3.34) [Ca] ( t ) = IN DIBE - Università degli Studi di Genova 159 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Nelle ipotesi fatte Per le proprietà dell’equazione 3.31, è possibile dedurre analiticamente, seppure, alcune proprietà interessanti. Per esempio è possibile chiarire il ruolo di [Ca]IN nei confronti della frequenza di oscillazione di V(t). Si definisca infatti la frequenza media di oscillazione, per il modello integra-e-spara: (3.35) ν = (t p 2 − t1 ) dove ( t 2 − t 1 ) è l’intervallo temporale a cui viene riferito p, numero totale di potenziali d’azione. Un modo analogo per scrivere 3.33, è il seguente: (3.36) ∞ d[Ca]IN = − k ⋅ [Ca ]IN + ∑ H ⋅ Π ∆t ( t − t i ) dt i =1 H = costante dove la funzione che compare sotto il segno di sommatoria, è la funzione rettangolo, di supporto pari a ∆t e ampiezza unitaria, simmetrica rispetto l’asse t = ∆t / 2 (si veda la figura 3.21a). DIBE - Università degli Studi di Genova 160 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 50 (b) 25 (a) 40 20 1 30 15 Ca in 20 10 10 5 0 0 01,0 ∆t 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 0 x 2 x t x 4 6 x 8 10 t Figura 3.21: (a) Influsso di calcio, modellato dalla funzione rettangolo; (b) andamento della concentrazione [Ca] IN secondo l’equazione 3.37. Se si suppone di far tendere a zero la durata dell’influsso di calcio, e si sceglie di trascurare il decadimento spontaneo, l’equazione 3.37 continua a descrivere approssimativamente la dinamica della 3.36. (3.37) ∞ d[Ca]IN = ∑ H ⋅ δ( t − t i ) dt i =1 Per definizione di delta di Dirac, integrando la 3.37 su di un intervallo temporale compreso fra due potenziali d’azione successivi, si può esprimere la concentrazione di ioni calcio nel modo seguente: (3.38) [ Ca] IN ( t i+1 ) = [ Ca] IN ( t i ) + H DIBE - Università degli Studi di Genova 161 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La 3.38 è equivalente ad un’equazione lineare alle differenze finite, dove la discretizzazione dell’asse temporale è stata scelta in corrispondenza degli istanti di attraversamento della soglia di eccitabilità da parte del potenziale V(t), ed è non uniforme. Nonostante questo, quando [Ca]IN(0) = 0 unità, l’espressione ricorrente appena ricavata permette di concludere che (3.39) [Ca] IN ( t ) = p ⋅ H [ t ∈ t p ; t p +1 ) Dalla 3.35 allora segue che (3.40) [Ca]IN ( t ) = H ⋅ ( t − t o ) ⇒ [Ca]IN ( t ) ∝ ν ovvero la concentrazione intracellulare di calcio ad un certo istante è approssimativamente proporzionale alla frequenza media di attività e all’intervallo temporale su cui questa viene calcolata. 3.8 Introduzione della Regolazione Dinamica nel Modello Integra-e-Spara Nel paragrafo precedente è stato dimostrato come sia possibile legare l’attività elettrica del modello integra-e-spara, alla concentrazione del calcio intracellulare, anche in assenza di un termine equivalente alla corrente ionica calcio. A questo punto, introducendo la stessa equazione di regolazione del modello completo, per la sola conduttanza massima presente g , è possibile trovare la forma definitiva del modello integra-e-spara regolato dinamicamente: DIBE - Università degli Studi di Genova 162 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica dV V( t ) < Vth C dt = g ⋅ (Vo − V ) + I ext (3.41) V(ξ ) = V ξ ∈ t o + ; t o + + τ ref se V( t o − ) ≥ Vth o [ (3.42) ( ] ) [Ca ]IN ( t o ) − g ( t o ) ⋅ 76 ⋅ e − k ⋅( t − t o ) + g ( t o ) ⋅ 76 Ca Ca [Ca ]IN ( t ) = [Ca ] ( t + 10) ⋅ e − k ⋅[ t − ( t o +10) ] IN o (3.43) τ t ∈ [ t o , t o + 10] t > t o + 10 dg [Ca ]IN − C T = G ⋅σ −g ∆ dt Nell’ultima equazione, la scelta per il segno dell’argomento della sigmoide è stata operata secondo gli stessi criteri di stabilità discussi per il modello completo (equazione 3.20). I valori dei parametri restano sostanzialmente immutati rispetto alla versione completa (equazioni 3.22 - 3.26, tabella 3.1) e vengono elencati di seguito. Vo = -49.67 mV G = 1mS/cm2 Vth = -22.586 mV CT = 20 unità V(0) = Vo ∆ = 5 unità C = 1 µF/cm2 τ = 1000 msec τref = 2 msec k = 1 / 100 msec-1 Iext = 13 µA/cm2 [Ca]IN (0) = 0 unità Tabella 3.2: Valori dei parametri, per il modello integra-e-spara regolato 3.41 - 3.43. Confrontando la capacità di tale modello ridotto, rispetto alle caratteristiche di tracking del valore desiderato di concentrazione intracellulare CT (si veda la figura 3.4), l’equazione di regolazione 3.43 è ancora in grado di modulare l’unica conduttanza massima equivalente, per raggiungere e mantenere il valore desiderato per [Ca]IN, seppure a spese di una minore precisione al di DIBE - Università degli Studi di Genova 163 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica fuori dell’intervallo [26 ; 32.2). Per valori di CT inferiori a 26 unità, la concentrazione mostra delle sovraelongazioni attorno al valore target, mentre per valori superiori a 32.2 unità non si ha raggiungimento del valore desiderato, e [Ca]IN tende a zero al variare del tempo, conseguentemente all’interruzione dell’attività periodica nel potenziale di membrana. La figura 3.22 riporta le simulazioni relative a questi casi: DIBE - Università degli Studi di Genova 164 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 40 40 35 35 30 30 25 25 20 20 [Ca]in [Ca]in 15 15 10 10 5 5 0 0 0 2000 4000 6000 0 8000 2000 4000 40 40 35 35 30 30 25 25 20 [Ca] IN IN 15 10 10 5 5 0 0 2000 4000 6000 8000 0 2000 time (msec) 40 40 35 35 30 30 8000 20 [Ca] IN 15 15 10 10 5 5 0 0 -5 -5 0 2000 4000 6000 0 8000 2000 4000 6000 8000 6000 8000 time (msec) time (msec) 40 40 35 35 30 30 25 25 20 IN 6000 25 20 [Ca] 4000 time (msec) 25 IN 8000 20 [Ca] 15 0 [Ca] 6000 time (msec) time (msec) [Ca] 15 IN 20 15 10 10 5 5 0 0 -5 0 2000 4000 6000 8000 0 2000 time (msec) 4000 time (msec) Figura 3.22: Concentrazione intracellulare di ioni Ca2+ al variare di CT, concentrazione target. Paragonando il modello completo regolato con questo modello ridotto, si osserva la stessa tendenza verso una dinamica attrattiva stabile (figura 3.24). DIBE - Università degli Studi di Genova 165 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Il valore dell’unica conduttanza disponibile nel modello 3.41 - 3.43 tende asintoticamente ad un valore di equilibrio, attraverso la coesistenza di due DIBE - Università degli Studi di Genova 166 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica comportamenti: uno essenzialmente esponenziale e l’altro oscillatorio (si veda la figura 3.23 a confronto con la 3.15). 0,482 2,0 (mS/cm2) (mS/cm2) 0,481 1,5 1,0 0,480 0,479 0,5 0 2000 4000 6000 8000 0,478 7000 7200 time (msec) 7400 7600 7800 8000 time (msec) Figura 3.23: Due dettagli del comportamento di g (t) al variare del tempo, per il modello ridotto, nelle usuali condizioni di simulazione. L’esistenza di un valore di equilibrio stabile per g (t), dipendente in maniera complessa da Iext, G, CT e dagli altri parametri del modello non regolato (tabella 3.2), è esemplificata dalla figura seguente in cui vengono tracciate alcune evoluzioni temporali, per diverse condizioni iniziali. 0,8 (mS/cm2) 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0 1000 2000 3000 time (msec) Figura 3.24: Per ogni valore iniziale g (0), esiste uno stesso regime per la conduttanza massima di membrana. DIBE - Università degli Studi di Genova 166 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Le proprietà già esaminate nel paragrafo 3.6 per il modello completo vengono interamente mantenute. Per esempio, si verifica l’esistenza di un comportamento di rilassamento della frequenza di oscillazione del potenziale V(t) (da confrontarsi con la figura 3.6). 0 -10 -20 (mV) -30 -40 -50 0 30 60 90 7920 7950 7980 time (msec) Figura 3.25: Diminuzione della frequenza delle oscillazioni del potenziale di membrana, a regime ( g (0) = 0.45 mS/cm2). 35 (a) 0,48 25 (mS/cm2) 0,47 20 [Ca] (b) 0,49 30 15 in 0,46 0,45 10 0,44 5 0,43 0 0,42 0 0 2000 4000 6000 2000 8000 time (msec) 4000 6000 8000 time (msec) Figura 3.26: (a) Andamento della concentrazione intracellulare di calcio, e (b) della conduttanza massima di membrana, nelle stesse condizioni della figura 3.25. DIBE - Università degli Studi di Genova 167 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Il comportamento già esemplificato per il modello completo in figura 3.8, viene mantenuto, e imponendo g (0) = 1 mS/cm2, il modello 3.41 - 3.43 è in grado di sintetizzare la propria conduttanza, in modo da costituire l’attività elettrica ideale, a partire da una situazione silente. 0 -10 -20 (mV) -30 -40 -50 0 50 100 150 7800 7850 7900 7950 8000 time (msec) Figura 3.27: La sintesi proteica è in grado di ripristinare le condizioni per cui si ha comportamento oscillatorio ( g (0) = 1 mS/cm2). (a) 30 1,0 25 20 [Ca] (b) 0,9 0,8 g (mS/cm2) 15 0,7 in 10 0,6 5 0,5 0 0,4 0 2000 4000 6000 8000 0 2000 time (msec) 4000 6000 8000 time (msec) Figura 3.28: (a) Andamento della concentrazione intracellulare di calcio, e (b) della conduttanza massima di membrana, nelle stesse condizioni della figura 3.27. DIBE - Università degli Studi di Genova 168 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Analogamente a quanto notato alla fine del paragrafo 3.5, la dipendenza da τ è legata ad un fattore di scala per l’asse dei tempi, come si osserva dalla figura 3.29 a confronto con la 3.16. τ = 10 sec τ = 25 sec τ = 50 sec (mS/cm2) 2,0 1,5 1,0 0,5 0 20000 40000 60000 80000 time (msec) Figura 3.29: Influenza del parametro τ sulla dinamica di regolazione. DIBE - Università degli Studi di Genova 169 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 3.9 Attività Elettrica Strutturata e Robustezza A conclusione di questo capitolo, si riportano le evidenze di comportamento elettrico strutturato, simile a quanto indicato nelle figure 3.11 e seguenti. Nelle stesse condizioni di stimolazione in corrente impiegate per il modello completo, si verifica che per un ben preciso intervallo di valori di CT, [6 ; 19.1] unità, le oscillazioni nell’evoluzione temporale di g( t ) sono tali da indurre nel potenziale di membrana V(t) un’attività periodica intermittente. 0 -10 -20 (mV) -30 -40 -50 7000 7250 7500 7750 8000 time (msec) Figura 3.30: Potenziale di membrana, quando CT = 10 unità. DIBE - Università degli Studi di Genova 170 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 20 (a) (b) 0,495 0,490 (mS/cm2) 15 10 [Ca] 0,485 0,480 IN 5 0,475 0,470 0 7000 7000 7250 7500 7750 7250 7500 7750 8000 time (msec) 8000 time (msec) Figura 3.31: (a) Andamento temporale della concentrazione intracellulare di calcio, e (b) della conduttanza massima di membrana, nelle stesse condizioni della figura 3.30. 0 -10 -20 (mV) -30 -40 -50 7000 7250 7500 7750 8000 time (msec) Figura 3.32: Potenziale di membrana, quando CT = 18 unità. DIBE - Università degli Studi di Genova 171 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 30 0,485 (mS/cm2) 20 15 [Ca] in (b) 0,490 (a) 25 10 0,480 0,475 0,470 0,465 0,460 5 0,455 0 7000 7000 7200 7400 7600 7800 7250 8000 7500 7750 8000 time (msec) time (msec) Figura 3.33: (a) Andamento temporale della concentrazione intracellulare di calcio, e (b) della conduttanza massima di membrana, nelle stesse condizioni della figura 3.32. Per verificare la robustezza del modello regolato, si è scelto di considerare la frequenza di oscillazione del potenziale di membrana, rispetto al valore della tensione di soglia Vth. Dal punto di vista biofisico, è interessante considerare l’attività elettrica del neurone in condizioni di distribuzione qualsiasi di ioni all’esterno della membrana. E’ stato infatti sperimentalmente dimostrato, che l’effetto di un accumulo di carica sullo strato esterno della membrana fosfolipidica di un neurone, ne sposta le proprietà di eccitabilità, modificando il valore del potenziale per cui si passa da una risposta passiva, alla generazione di un potenziale d’azione. In figura 3.34 viene confrontato l’andamento del modello regolato con quello non regolato, ed è stato indicato con il tratteggio, l’intervallo di valori della tensione di soglia, per il quale il potenziale elettrico V(t) è soggetto ad un’oscillazione intermittente e non uniforme. DIBE - Università degli Studi di Genova 172 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0,20 Regolato (TONICO) Regolato (NON-TONICO) Non Regolato 0,15 0,10 (kHz) 0,05 0,00 -28 -26 -24 -22 -20 -18 -16 V (mV) th Figura 3.34: Frequenza media di attività elettrica, al variare del valore di soglia di eccitabiltà. Altra caratteristica di rilievo, è stata messa in evidenza dall’esame della relazione frequenza - corrente esterna, per il modello regolato. Regolato (TONICO) Regolato (NON - TONICO) Non Regolato 0,15 0,10 (kHz) 0,05 0,00 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Iext (µA/cm ) 2 Figura 3.35: Frequenza media di attività elettrica, al variare dell’intensità della stimolazione esterna costante. DIBE - Università degli Studi di Genova 173 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Rispetto al modello non regolato, la caratteristica frequenza media verso corrente di stimolazione, presenta un caratteristico picco di risonanza per un determinato valore della corrente di stimolazione, ma soprattutto una zona a derivata prima molto piccola, in corrispondenza della brusca transizione mostrata dal modello non regolato (zona critica). Utilizzando una corrente esterna stocastica a valore medio pari a 13µΑ/cm2, e varianza crescente, è stata messa in evidenza l’intrinseca robustezza del modello regolato nei confronti di una stimolazione nell’intorno della zona critica. 14.0 14.0 13.6 13.5 2 I EXT ( µ A/cm ) 12.8 ext I (µA/cm2) 13.2 13.0 12.5 12.4 12.0 0 200 400 600 time (msec) 800 1000 12.0 0 200 400 600 800 1000 time (msec) Figura 3.36: Realizzazioni temporali della corrente stocastica a valore medio pari a 13µΑ/cm2,e varianza crescente. DIBE - Università degli Studi di Genova 174 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 0.06 σ crescente 0,06 0,05 0,04 0,03 0.05 0.04 (kHz) (kHz) 0,02 0.03 σ = 0,1 µ A/cm 0.02 non regolato 2 σ = 0,01 µ A/cm 0,01 2 0.01 σ = 0,001 µ A/cm 0,00 0.00 0 10000 20000 30000 2 σ = 0,0001 µ A/cm 0 time (msec) 10000 20000 2 30000 time (msec) Figura 3.37: Frequenza media nel modello non regolato e nel modello regolato, calcolata utilizzando un intervallo temporale di osservazione di 1 secondo, al variare del tempo. DIBE - Università degli Studi di Genova 175 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Capitolo 4 Modello matematico di una Rete di Neuroni 4.1 La Sinapsi La complessità di un sistema nervoso è così elevata da rendere inaccessibile, nella pratica, una qualsiasi descrizione globale e completa. La difficoltà principale di trovare un giusto mezzo fra realismo biologico e trattabilità matematica si rileva già a livello del meccanismo elementare di sinapsi (: dal greco connessione). L’idea di una interconnessione localizzata e non continua delle cellule in un tessuto nervoso, è comunemente attribuita a Charles Sherrington, fisiologo inglese di fine secolo scorso, e rappresenta uno dei concetti più importanti della moderna neurobiologia. Lo studio delle reti di neuroni biologici è principalmente incentrato sulla caratterizzazione delle proprietà collettive, emergenti da vasti insiemi di DIBE - Università degli Studi di Genova 176 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica unità interagenti (Chapeau-Blondeau et al., ’95), e affinché le modalità di interazione di tali unità possano essere analizzate in modo sufficientemente preciso, è indispensabile disporre di una descrizione dettagliata della dinamica della sinapsi. Essa è responsabile della connessione funzionale di due neuroni e della trasduzione di segnali specifici fra di essi, per mezzo di una mediazione di tipo prevalentemente chimico. In questo caso le proprietà peculiari della connessione sono l’esistenza di un’orientazione, ovvero la presenza di una direzione preferenziale per il flusso dell’informazione, e l’impiego di un intermediario chimico per realizzare la propagazione del potenziale d’azione dalla cellula presinaptica a quella postsinaptica. Esiste comunque un altro tipo di connessione, bidirezionale e simmetrica, realizzata attraverso la giustapposizione delle membrane plasmatiche, nella quale la perturbazione locale indotta dal potenziale d’azione nelle concentrazioni ioniche, innesca una variazione di potenziale di membrana del neurone postsinaptico. Nel paragrafo seguente, verrà analizzata la prima modalità di trasduzione neuronale dell’informazione, utilizzando il formalismo già adottato nel primo capitolo, per la cinetica stocastica dei canali proteici sensibili al potenziale elettrico. Infatti, l’effetto complessivo del rilascio di molecole di neurotrasmettitore (intermediario chimico) nello spazio intersinaptico, è in prima analisi l’apertura di alcuni canali proteici sensibili alla presenza di tale soluto, e la conseguente modificazione transitoria delle proprietà di permeabilità della membrana cellulare del neurone postsinaptico. DIBE - Università degli Studi di Genova 177 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 4.2 Cinetica Stocastica per una Sinapsi Chimica Richiamando le definizioni e i modelli non deterministici di canale ionico, si prenderà in considerazione la dinamica dei canali proteici ad attivazione chimica (chemically-gated). Questi complessi macromolecolari sono equivalenti ai canali precedentemente esaminati, a meno della modalità di attivazione dello stato funzionalmente attivo: in questo caso si ha dipendenza dalla presenza di un particolare tipo di soluto in soluzione, e non dalla variazione del potenziale di membrana. Presenti nella membrana postsinaptica, tali canali possono indurre una variazione sensibile nel potenziale elettrico, in risposta al rilascio di molecole di neurotrasmettitore da parte del terminale assonico presinaptico, provocato da un potenziale d’azione. Sempre nelle ipotesi di markovianità dei processi aleatori che definiscono lo stato interno di un canale, si considera un modello elementare di canale proteico, ad unico gate, per il quale vale il seguente schema cinetico: α⋅T( t ) (4.1) C → A ← β Con questa scrittura si intende mettere in evidenza l’insieme delle configurazioni funzionali possibili (C: chiuso e A: aperto), e le probabilità di DIBE - Università degli Studi di Genova 178 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica transizione da una all’altra nell’unità di tempo. In tali probabilità di transizione, α e β sono costanti, mentre T(t) è una funzione del tempo, a rappresentare la concentrazione istantanea di molecole di neurotrasmettitore nello spazio intersinaptico. In altri termini, quando T(t) = 0 µM , la (4.1) si modifica come (4.2) C←A β e viceversa, se T(t) = Tmax µM, allora α ⋅Tmax (4.3) C → A ← β Vengono definite le probabilità marginali di trovare il canale nel particolare stato funzionale aperto o chiuso, ad un dato istante temporale (4.4) PA ( t ) = Pr{ stato aperto in t} PC ( t ) = Pr{ stato chiuso in t} , ed in analogia con quanto fatto nel primo capitolo, queste possono essere calcolate a partire dalle definizioni 4.5 e 4.6, ricordando che PA ( t ) + PC ( t ) = 1 ∀t , per definizione di probabilità. (4.5) PC , A ( t ) = Pr { (4.6) PA , C ( t ) = Pr { (4.7) PA ( t + ∆t ) = (1 − β ⋅ ∆t ) ⋅ PA ( t ) + α ⋅ T( t ) ⋅ ∆t ⋅ PC ( t ) A → C in [ t ; t +∆t ] C→ A in [ t ; t +∆t ] } = β ⋅ ∆t stato A a t } = α ⋅ T( t ) ⋅ ∆t statoC a t DIBE - Università degli Studi di Genova 179 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (4.8) PC ( t + ∆t ) = β ⋅ ∆t ⋅ PA ( t ) + (1 − α ⋅ T( t ) ⋅ ∆t ) ⋅ PC ( t ) Facendo al solito, tendere a zero l’intervallo di discretizzazione dell’asse dei tempi, si ottiene ad esempio nel caso di PA, l’equazione 4.9. (4.9) dPA ( t ) = −β ⋅ PA ( t ) + α ⋅ T( t ) ⋅ (1 − PA ( t )) dt Formalmente è stata dedotta l’equazione differenziale a cui soddisfa la probabilità di trovare un canale proteico chemically-gated, nello stato funzionale aperto, all’istante t. Quando il numero di tali canali diventa molto grande, la frequenza relativa converge alla probabilità definita dalla 4.9, per la disuguaglianza di Tchebyceff. Questo significa è possibile riguardare la 4.9 come l’equazione che definisce l’evoluzione temporale della frazione di popolazione di canali nello stato aperto, considerando un effetto medio deterministico equivalente. Come al solito, a questa conclusione si sarebbe potuto giungere, a partire dalla legge di azione di massa, applicata al seguente schema: (4.10) R + T ↔ TR * T continua ad essere la concentrazione di molecole di neurotrasmettitore nello spazio intersinaptico, mentre [R] e [TR*] rappresentano le concentrazioni dei recettori di membrana in forma libera e legata alle molecole di neurotrasmettitore rispettivamente, corrispondenti a ciascun canale proteico. Se definiamo r, la frazione di recettori in forma legata, (4.11) r = [TR*] [R ] + [TR*] possiamo ricavare la seguente equazione differenziale DIBE - Università degli Studi di Genova 180 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (4.12) dr = −β ⋅ r + α ⋅ T( t ) ⋅ (1 − r ) dt Utilizzando una notazione omogenea rispetto al formalismo introdotto nel primo capitolo, è possibile descrivere il contributo alla variazione del potenziale di membrana, in forma di corrente ionica: (4.13) I syn = ∑η i i N max ( ⋅ g syn ⋅ E syn − V ) La quantità ηi rappresenta la variabile di attivazione per il canale di tipo iesimo ed è definita dalla seguente relazione: (4.14) η ∈{ 0 ;1} 0 η= 1 con PC con PA DIBE - Università degli Studi di Genova 181 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica mentre g syn rappresenta la conduttanza elettrica equivalente, quando tutti i canali Nmax di questo tipo sono nello stato aperto. Nella 4.13 compare anche la differenza fra il potenziale elettrico di membrana e un termine, che formalmente rappresenta un potenziale di equilibrio: in realtà il valore numerico di Esyn determina il tipo di sinapsi, eccitatoria o inibitoria, se rispettivamente maggiore o minore del valore di riposo per V. Infatti, una sinapsi di tipo eccitatorio induce attraverso la corrente definita dalla 4.13, una depolarizzazione nella membrana postsinaptica (potenziale eccitatorio postsinaptico - EPSP), e viceversa una sinapsi inibitoria induce una iperpolarizzazione (potenziale inibitorio postsinaptico - IPSP). Dal punto di vista formale, si dimostra che l’espressione 4.13 e la 4.9 coincidono, nelle ipotesi già esaminate, ed è evidente la relazione seguente: ∑ ηi (4.15) r = E i N max DIBE - Università degli Studi di Genova 182 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 4.3 Dinamica Deterministica per la Sinapsi Chimica Il modello dedotto nel paragrafo precedente, e la sua equivalente descrizione deterministica, costituiscono un’alternativa biologicamente più realistica rispetto alle forme d’onda euristiche, proposte in letteratura per la descrizione dei potenziali postsinaptici. Fra queste, un approccio classico di cui si dà un breve cenno, è costituito dall’impiego dell’alpha function: (4.16) C dVpost dt = − F( Vpost ) + I ext (4.17) I ext = g syn ( t ) ⋅ ( E syn − Vpost ) (4.18) gsyn ( t ) = g ⋅ ∑ k (t − t ) ⋅ e k o τ - t-t o k τ ⋅ u( t − t o k ) Nell’espressione precedente τ è la costante di tempo con cui la funzione decade esponenzialmente, mentre u(t) è la funzione gradino ed è diversa da zero soltanto per t > 0. DIBE - Università degli Studi di Genova 183 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 1,0 g 0,8(t) syn 0,6 0,4 0,2 0,0 -5 t0 o t +τ o 5 10 t Figura 4.1: Evoluzione temporale della conduttanza sinaptica, utilizzando il modello di alpha-function, nel caso di singolo evento presinaptico. Nel caso di una successione di eventi presinaptici, come indicato dalla 4.18, l’evoluzione temporale della conduttanza sinaptica è la sovrapposizione della forma d’onda esemplificata nella figura precedente, ciascuna centrata in tok , istante del k-esimo potenziale d’azione presinaptico. Questo approccio è basato soltanto su di una somiglianza approssimativa fra andamento temporale e forma d’onda fisiologica misurata sperimentalmente. Il difetto maggiore di questa descrizione è l'assenza di qualunque meccanismo che possa tenere conto della saturazione della conduttanza sinaptica, cioè del fatto che esiste una quantità limitata di risorse di neurotrasmettitore nelle vescicole presinaptiche. Inoltre, dal punto di vista computazionale, la simulazione al calcolatore per una sinapsi di questo tipo comporta la memorizzazione di una coda per gli istanti tok, ed il calcolo di una funzione esponenziale aggiuntiva per ogni nuovo evento sinaptico. Il modello descritto nel paragrafo 4.2 permette invece di prevedere implicitamente i fenomeni di sovrapposizione e di saturazione, senza inutile dispendio di risorse di calcolo. La forma della conduttanza sinaptica è, in DIBE - Università degli Studi di Genova 184 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica questo caso, g syn ( t ) = gsyn ⋅ r ( t ) , e si ammette per ipotesi che l’arrivo di un potenziale d’azione al terminale presinaptico abbia come conseguenza il rilascio di molecole di neurotrasmettitore, secondo un’evoluzione temporale descritta da una funzione di tipo genericamente impulsivo. L’equazione differenziale 4.12 può allora essere integrata in forma chiusa. D’altronde, esistono numerose evidenze sperimentali del fatto che la concentrazione T(t) abbia un’evoluzione approssimativamente impulsiva, come nella giunzione neuro-muscolare, o nella sinapsi eccitatoria centrale (Destexhe et al., ’94). Per esempio, la durata della permanenza di glutammato (neurotrasmettitore eccitatorio) nella zona intersinaptica è stata stimata dell’ordine di 1 millisecondo alla concentrazione di 1mM circa (Destexhe et al., ’94) (si veda la figura 4.2). 1,0 [T] 0,8 T max 0,6 0,4 0,2 0,0 -5 t0 o t +t o 5 time10 1 Figura 4.2: Variazione approssimata della concentrazione di neurotrasmettitore nello spazio intersinaptico, indotta da un potenziale d’azione presinaptico. Se si assume, come in figura 4.2, che [T] = Tmax ( u( t - to ) - u ( t - to - t1 ) ), allora è possibile ottenere la soluzione in forma chiusa, per r(t): DIBE - Università degli Studi di Genova 185 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica t−to − τ [ r( t o ) − r∞ ] ⋅ e r + r∞ (4.19) r( t ) = r(t ) ⋅ e - β ⋅[ ( t − t o ) −τ ] 1 dove r∞ = α ⋅ Tmax α ⋅ Tmax + β e τr = 1 α ⋅ Tmax + β t o < t < t1 t > t1 . In questa equazione to è l'istante in cui si verifica l'evento sinaptico, corrispondente al rilascio di neurotrasmettitore in concentrazione istantanea pari a Tmax, fino all'istante t1. Una caratteristica importante delle descrizioni di interconnessione chimica esaminate in questo paragrafo, è l'assunzione esplicita (alpha function) o implicita (schema cinetico chimico) della sovrapposizione lineare degli effetti, in risposta ad un treno di potenziali d’azione presinaptici. Questo assunto è ovviamente solo una approssimazione, dato che l'equazione 4.12 ha in generale dipendenza non lineare dalle variazioni di T(t), e la sua validità inizia a venire meno, quando l'intervallo fra potenziali d'azione successivi è inferiore alla durata della funzione impulsiva che descrive T. Questa situazione si verifica a regimi di attività elettrica presinaptica relativamente elevata. La sovrapposizione lineare degli effetti tende artificialmente a sostenere tali regimi di attività, mentre la trattazione non lineare è efficiente nel frenare questa tendenza (Chapeau-Blondeau et al., ’95). Data comunque la presenza di un limite superiore alla frequenza di attività dei modelli di neurone, esaminati nel capitolo 2, si considera accettabile l'approssimazione di sovrapposizione lineare degli effetti. Si conclude questo paragrafo indicando i valori tipici per i parametri delle equazioni, impiegati nelle simulazioni riportate nel prosieguo di questo capitolo (tabella 4.1). DIBE - Università degli Studi di Genova 186 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Tmax = 1 mM (t1 - to ) = 1 msec α = 2 m sec −1 mM −1 sinapsi veloce −1 β = 1 m sec α = 0.5 m sec −1 mM −1 sinapsi lenta . m sec −1 β = 01 Esyn = Vrest + 70 mV Esyn = Vrest - 10 mV (eccitatoria) (inibitoria) Tabella 4.1: Parametri numerici impiegati nelle simulazioni del modello di sinapsi chimica. Il potenziale d’azione presinaptico è stato considerato un processo puntuale, corrispondente all'attraversamento di una soglia (0 mV nei modelli biofisici, Vth nell’integra-e-spara) da parte del potenziale di membrana del neurone presinaptico. Nelle figure 4.3 e 4.4 è riportato l’andamento temporale di alcune grandezze caratteristiche, nel caso di sinapsi eccitatoria veloce. r V 1,00 20 0,75 0 (mV) 0,50 -20 0,25 -40 110 120 130 140 150 160 170 0,00 180 time (msec) Figura 4.3: Andamento temporale della frazione di recettori legati a molecole di neurotrasmettitore, a confronto con l’attività presinaptica. DIBE - Università degli Studi di Genova 187 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica V pre 20 V post 0 (mV) -20 -40 1230 1240 1250 1260 1270 1280 1290 time (msec) Figura 4.4: Potenziale eccitatorio postsinaptico (EPSP), a confronto con l’attività presinaptica. Nei paragrafi successivi, sono riportati i risultati della simulazione al calcolatore dell’evoluzione dell’attività elettrica di una coppia di neuroni, connessi reciprocamente attraverso sinapsi chimiche e elettriche. Per la descrizione dei due potenziali di membrana, sono stati impiegati il modello deterministico di Morris e Lecar ed il modello ridotto integra-e-spara. Ad esempio, nel caso di connessione chimica, la forma delle correnti che figurano nelle equazioni del potenziale di membrana per i due neuroni sono rispettivamente: (4.20) I syn 1 = g syn ⋅ r1 ( t ) ⋅ ( E syn − V1 ) (4.21) I syn 2 = g syn ⋅ r2 ( t ) ⋅ ( E syn − V2 ) Nel caso della sinapsi elettrica, viene assunta l’esistenza di una conduttanza elettrica fra i due circuiti equivalenti che descrivono le membrane plasmatiche a contatto, e la forma della corrente è la seguente: DIBE - Università degli Studi di Genova 188 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ( (4.22) Iext = g gap ⋅ Vpre − Vpost ) dove Vpre e Vpost rappresentano rispettivamente i potenziali di membrana dei due neuroni connessi, e g gap il valore della conduttanza elettrica di connessione. Dalla 4.22 quindi, si deduce immediatamente lo schema di connessione (4.23) Isyn 1 = g gap ⋅ ( V2 − V1 ) (4.24) Isyn 2 = g gap ⋅ ( V1 − V2 ) 4.4 Il Fenomeno della Sincronizzazione dell’Attività Si consideri una coppia di neuroni identici, privi di regolazione dinamica, e soggetti alla stessa stimolazione in corrente costante Iext 1 = Iext 2 = 13 µA/cm2. Si fa in modo che le oscillazioni dei due potenziali d’azione non abbiano fase relativa nulla, imponendo valori diversi per le condizioni iniziali dei potenziali, o alternativamente tenendo fissate le variabili di stato di uno dei due neuroni, per un intervallo temporale inferiore al periodo di oscillazione: nelle simulazioni riportate si è scelto di bloccare V2 e n2 al valore iniziale, per i primi 130msec della simulazione. In figura 4.5 è tracciato l’andamento temporale dei potenziali di membrana V1 e V2 dei due neuroni, utilizzando una sinapsi chimica (4.20 - 4.21) simmetrica di tipo veloce, e il modello di Morris e Lecar. La connessione diventa attiva dall’istante t = 1 secondo in poi, e come si vede dal grafico inizialmente le oscillazioni non sono sincronizzate. DIBE - Università degli Studi di Genova 189 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica V V 1 40 2 20 0 (mV) -20 -40 -60 800 900 1000 1100 1200 1300 time (msec) Figura 4.5: Sincronizzazione dell’attività elettrica di una coppia di neuroni soggetti alla stessa stimolazione in corrente utilizzando g syn = 0,3mS/cm2. La connessione è attiva dall’istante indicato dalla freccia in poi. Si verifica che utilizzando qualunque valore positivo non nullo di g syn , si ottiene una sincronizzazione dell’attività elettrica in tempo più o meno lungo. Se i due neuroni vengono disaccoppiati, ad istanti successivi al raggiungimento della sincronizzazione, questa permane indefinitamente. La situazione indicata nelle figure 4.6 e 4.7 corrisponde alla connessione, nelle stesse condizioni di prima, di due neuroni identici ma soggetti ad una differente corrente di stimolazione: matematicamente si tratta dell'accoppiamento di due oscillatori dotati di frequenze libere diverse (Mirollo et al., ’90). DIBE - Università degli Studi di Genova 190 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica V V 1 40 V (a) 2 20 V 1 40 (b) 2 20 0 0 (mV) (mV) -20 -20 -40 -40 -60 800 850 900 950 -60 800 1000 850 900 950 1000 1050 1100 1150 1200 1250 1300 time (msec) time (msec) Figura 4.6: Sincronizzazione dell’attività elettrica di due neuroni, nelle stesse condizioni della figura 4.5, soggetti a correnti di stimolazione differente (Iext1=13µA/cm2, Iext2 = 10µA/cm2): (a) neuroni disaccoppiati, (b) neuroni connessi dall’istante indicato dalla freccia in poi. Si assiste ad una sincronizzazione delle oscillazioni del neurone più lento alla frequenza del più veloce, anche se tale sincronizzazione viene immediatamente perduta, qualora si sospenda l'accoppiamento (figura 4.7). V V 1 40 2 20 0 (mV) -20 -40 -60 1950 2000 2050 2100 2150 2200 2250 2300 time (msec) Figura 4.7: Perdita della sincronizzazione dell’attività elettrica, dopo la disconnessione dei neuroni, nelle stesse condizioni di figura 4.6. DIBE - Università degli Studi di Genova 191 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Di seguito sono riportati i circuiti equivalenti e l’accoppiamento impiegato, nel caso di sinapsi chimica (figura 4.8) e elettrica (figure 4.9). Figura 4.8: Circuito equivalente di membrana eccitabile e modello equivalente della connessione attraverso sinapsi chimica. g gap Figura 4.9: Circuito equivalente di membrana eccitabile e modello equivalente della connessione attraverso sinapsi elettrica. Le stesse simulazioni sono state ripetute anche nel caso di connessione elettrica, verificando gli stessi comportamenti di sincronizzazione e di comportamento successivo alla sospensione della interconnessione. DIBE - Università degli Studi di Genova 191 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica V V 1 40 2 20 0 (mV) -20 -40 -60 800 900 1000 1100 1200 1300 time (msec) Figura 4.10: Sincronizzazione dell’attività elettrica di una coppia di neuroni soggetti alla stessa stimolazione in corrente utilizzando g gap =0.3mS/cm2. La connessione è attiva dall’istante indicato dalla freccia in poi. V V 1 40 V (a) 2 20 2 20 0 0 (mV) (mV) -20 -20 -40 -40 -60 800 (b) V 1 40 850 900 950 1000 1050 1100 1150 1200 1250 1300 -60 1950 2000 time (msec) 2050 2100 2150 2200 2250 2300 time (msec) Figura 4.11: (a) Sincronizzazione dell’attività elettrica di due neuroni, nelle stesse condizioni della figura 4.10, soggetti a correnti di stimolazione differente (Iext1 = 13µA/cm2, Iext2 = 10µA/cm2); (b) perdita della sincronizzazione, come per la 4.7. DIBE - Università degli Studi di Genova 192 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 4.5 Simulazione di Reti Estese L’utilizzo del modello integra-e-spara, come si è detto, consente una notevole accelerazione dei tempi di simulazione, così da permettere l’analisi di vasti insiemi di unità interconnesse. Una delle caratteristiche più significative di questo approccio, è la possibilità di continuare ad impiegare il modello di sinapsi chimica descritto in precedenza, al posto degli irrealistici coefficienti moltiplicativi, comuni nella teoria formale delle reti neurali (Hopfield, ’82; Hopfield et al., ‘95). Il modello di sinapsi elettrica non è invece impiegabile, per il fatto che l’andamento del potenziale di membrana nella descrizione fornita dal modello integra-e-spara, giustifica solo il comportamento sotto-soglia, mentre lascia privo di descrizione il fenomeno del potenziale d’azione. Per questa ragione, l’intervallo di variabilità di V(t) è diverso da quello assunto nella descrizione biofisica completa, e l’interazione attraverso una sinapsi di tipo elettrico non sarebbe equivalente nei due casi. E’ stato possibile simulare l’evoluzione temporale di 100 neuroni identici, soggetti alla stessa stimolazione di corrente pari a 13µA/cm2, descritti dall’equazione dell’integra-e-spara (2.16). Tali unità sono state connesse secondo uno schema di interconnessione totale, ovvero ciascun neurone è connesso a tutti gli altri, per mezzo di una sinapsi eccitatoria uguale per tutti. Nella figura seguente è stato riportato, al variare del tempo, l’istante corrispondente per ciascuna unità ad un potenziale d’azione: un raster-scan. Tale rappresentazione, molto utilizzata per la rappresentazione di registrazioni elettrofisiologiche multi-sito, consente di contrassegnare per ogni neurone, l’istante temporale in cui si è avuto attraversamento della soglia di eccitabilità. DIBE - Università degli Studi di Genova 193 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 100 Indice unita’ 80 60 40 20 0 200 220 240 260 280 300 time (msec) Figura 4.12: Raster-scan dell’attività elettrica coordinata di 100 unità, dopo la disconnessione indicata dalla freccia. Nella figura 4.12, la freccia indica l’istante di disconnessione totale di ciascun neurone da tutti gli altri, ed il mantenimento della sincronizzazione. Questa si verifica per ogni valore positivo non nullo del parametro g syn , e in condizione di pari stimolazione in corrente costante, di ciascuna unità (da paragonare alle condizioni di figura 4.5). (a) (b) 80 80 Indice unita’ 100 Indice unita’ 100 60 40 20 0 60 40 20 0 80 90 100 110 120 180 190 time (msec) 200 210 220 time (msec) Figura 4.13: Raster-scan dell’attività elettrica di 100 unità, in condizione di stimolazione costante diversa per ciascuna unità: (a) sincronizzazione dell’attività a seguito della connessione, indicata dalla freccia, e (b) perdita della sincronizzazione a seguito della disconnessione, indicata dalla freccia. Viceversa nella 4.13, è rappresentata la sincronizzazione e la successiva perdita di sincronizzazione nelle stesse ipotesi del paragrafo precedente, DIBE - Università degli Studi di Genova 194 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica utilizzando valori differenti nella stimolazione in corrente costante dei neuroni (da confrontare con le figure 4.6 - 4.7). Per la precisione, ciascuna delle 100 unità è stata stimolata con un valore costante di corrente, scelto da una distribuzione normale di media 13µA/cm2, e deviazione standard 2µA/cm2. 4.6 Sintesi Proteica e Sinapsi Eccitatoria Se adesso viene preso in considerazione il modello regolato, descritto dalle equazioni 3.22 - 3.26, impiegando i parametri usuali già adottati nelle simulazioni precedenti, può essere studiato l’effetto della regolazione dinamica sulla evoluzione temporale delle grandezze elettriche di due neuroni connessi, nelle stesse ipotesi precedenti. E' stato studiato il comportamento di una coppia di neuroni regolati dinamicamente, interconnessi per mezzo di sinapsi chimica veloce, come nei paragrafi precedenti. Precedentemente (si veda il capitolo 3) si è dimostrato come le caratteristiche intrinseche del modello regolato possano variare, modificando le condizioni esterne o la stimolazione in corrente. Secondo queste considerazioni, è ragionevole considerare nella stessa tipologia anche le interazioni di tipo sinaptico. Qualitativamente, è perciò possibile anticipare l'esistenza di fenomeni di alterazione delle caratteristiche intrinseche a seguito dell'accoppiamento di un neurone con un altro. Se la sincronizzazione delle oscillazioni del potenziale di membrana di una coppia di neuroni non regolati, dimostra l'esistenza di un’influenza reciproca, nel caso regolato esisterà certamente una corrispondente alterazione nella concentrazione del calcio intracellulare e una conseguente spinta alla variazione dei parametri intrinseci per riportare ai valori ideali l’attività del neurone. DIBE - Università degli Studi di Genova 195 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica g g Ca 1 0,76 Ca 2 0,75 (mS/cm2) 0,74 0,73 0,72 0,71 0,70 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 time (min) Figura 4.14: Evoluzione temporale delle conduttanze massime relative alla corrente calcio di due neuroni regolati, in corrispondenza di una connessione reciproca eccitatoria chimica, come in figura 4.5: le frecce indicano l’intervallo temporale in cui la connessione è attiva. Nella figura 4.14, è possibile osservare l'effetto della interconnessione, quando i due neuroni siano caratterizzati dai meccanismi di regolazione dinamica, utilizzando τ = 20 secondi. Le due frecce delimitano l'intervallo temporale durante il quale la connessione è attiva e dimostrano chiaramente l'esistenza di una modificazione dei valori delle conduttanze massime, in risposta alla connessione. Tale connessione viene stabilita a transitori di regolazione proteica esauriti, impiegando due neuroni soggetti alla stessa stimolazione in corrente e non inizialmente sincronizzati (in una delle due unità vengono tenute fissate tutte le variabili di stato per i primi 130 millisecondi). Oltre alla sincronizzazione dell’attività elettrica, nelle simulazioni si è osservato un fenomeno nuovo e interessante: un differenziamento cellulare temporaneo indotto dalla connessione. Se la durata della connessione non è sufficientemente lunga, una volta disaccoppiati, i potenziali di membrana saranno caratterizzati da evoluzione temporale transitoriamente differente, DIBE - Università degli Studi di Genova 196 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica con conseguente perdita del sincronismo. Questa situazione è ben individuata in figura 4.14a, dove i valori delle conduttanze massime di membrana relative alla corrente ionica calcio, seppure identici prima della connessione, sono soggetti ad un diverso andamento temporale transitorio, dell’ordine dei 10 secondi. 0,7528 0,7530 (a) g g g Ca 2 0,7522 0,7520 (b) Ca 2 0,7526 Ca 1 (mS/cm2) (mS/cm2) g 0,7524 0,7518 1,5 Ca 1 0,7528 0,7526 0,7524 0,7522 0,7520 1,6 1,7 1,8 1,9 2,0 0,7518 1,5 2,0 time (min) 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 time (min) Figura 4.15: (a) Differenziamento transitorio delle proprietà elettriche intrinseche, a seguito della connessione chimica; (b) l’effetto si esaurisce dopo un transitorio a costante di tempo τ. Per il solo fatto che le oscillazioni del potenziale di membrana di uno dei due neuroni sono inizialmente fuori fase rispetto l’altro, si assiste ad un diverso comportamento delle proprietà di permeabilità agli ioni Ca2+, in conseguenza dell’accoppiamento. Tale differenziamento ha durata limitata nel tempo, dell’ordine di una frazione della costante di tempo τ che regola il processo di regolazione dinamica. Con il passare del tempo, i due neuroni tendono ad assumere nuovamente lo stesso valore per le conduttanze massime e una volta disaccoppiati, ripristinano le loro caratteristiche originarie nello stesso modo, mantenendo la sincronizzazione. Come si è già notato, nel caso in cui il disaccoppiamento occorresse prima dell’esaurimento totale del transitorio indicato in fig. 4.15a, sarebbe possibile che ciascun neurone ripristinasse le proprie caratteristiche elettriche, muovendosi su di una traiettoria differente nel piano delle fasi e perdendo così la sincronizzazione rispetto l’altro. In altri termini, se le due DIBE - Università degli Studi di Genova 197 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica unità presentano appena disconnesse, valori diversi per le conduttanze massime di membrana, a parità di corrente di stimolazione esterna anche la frequenza di oscillazione del potenziale sarà differente, e per definizione, il sincronismo verrà perduto. Anche nel caso di interconnessione attraverso una sinapsi elettrica si verifica un fenomeno simile, per il quale valgono le medesime considerazioni. g 0,7530 (a) Ca 1 0,7532 g 0,7531 g (b) Ca 1 g Ca 2 Ca 2 0,7530 (mS/cm2) (mS/cm2) 0,7529 0,7528 0,7529 0,7528 0,7527 0,7526 0,7527 0,7525 0,7524 0,7526 1,5 2,0 1,6 1,7 1,8 1,9 2,0 2,5 2,1 time (min) 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 time (min) Figura 4.16: (a) Differenziamento transitorio delle proprietà elettriche intrinseche, nel caso di sinapsi elettrica; (b) l’effetto si esaurisce dopo un transitorio a costante di tempo τ. Per concludere, si è osservato che una volta che si sia stabilita una connessione fra due neuroni regolati, a regime, ovvero nei quali il tasso di sintesi proteica eguaglia il tasso di rimozione dei canali proteici dalla membrana, si verifica una variazione transitoria delle caratteristiche elettriche, insieme al fenomeno della sincronizzazione. Questi effetti possono permanere anche diversi minuti, regolando opportunamente le costanti di tempo, in vista di una descrizione più realistica di fenomeni biochimici che avvengono su scale temporali notevolmente più lente di quelle utilizzate nelle simulazioni. DIBE - Università degli Studi di Genova 198 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Sotto l’effetto della connessione reciproca, una volta esauriti i transitori, entrambi i neuroni riporteranno al nuovo valore di regime, comune ad entrambi, i valori delle proprie conduttanze massime di membrana. Qualora disaccoppiati in questa fase, essi mostrerebbero il medesimo comportamento e il mantenimento della sincronizzazione, riportando ai valori originali le proprie caratteristiche intrinseche. Se al contrario, il disaccoppiamento occorresse prima che sia stato raggiunto il nuovo regime, i due neuroni potrebbero manifestare un’attività differente, pur essendo descritti dal medesimo sistema di equazioni differenziali e soggetti alle stesse stimolazioni esterne. Con il passare del tempo, anche questo transitorio si esaurisce e i due neuroni raggiungono nuovamente lo stesso regime originale, ritornando identici seppure non più sincronizzati. 4.7 Sintesi Proteica nel Modello Integra-e-Spara Ancora limitatamente al caso della sola sinapsi chimica, vengono riportati i raster-scan dell’attività elettrica di 100 neuroni identici interconnessi totalmente, descritti dal modello integra-e-spara regolato dinamicamente. (a) (b) 100 100 80 Indice Unita’ Indice Unita’ 80 60 40 60 40 20 20 0 0 2000 0 200 400 600 2200 800 time (msec) 2400 2600 2800 3000 time (msec) Figura 4.17: (a) Andamento temporale di rilassamento, in assenza di accoppiamento chimico; (b) evoluzione temporale dell’attività della rete una volta interrotta la connessione. DIBE - Università degli Studi di Genova 199 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (b) (a) 100 100 80 Indice Unita’ Indice Unita’ 80 60 40 60 40 20 20 0 0 2000 0 250 500 750 2250 1000 time (msec) 2500 2750 3000 time (msec) Figura 4.18: Come in figura 4.17, ma ciascuna delle 100 unità è soggetta ad una corrente di stimolazione differente Le figure 4.17 e 4.18 illustrano in modo estremamente evidente la differenziazione dei neuroni della rete. In entrambi i casi, una volta raggiunto il regime e attivata la connessione totale per le 100 unità della rete, si assiste al fenomeno della sincronizzazione dell’attività elettrica, indotta dall’incremento della corrente totale che raggiunge ciascun neurone (correnti sinaptiche e corrente esterna costante). I parametri del modello variano, modificando le proprietà intrinseche della membrana di ciascuna unità, a tal punto da produrre un periodo silente, conseguenza della disconnessione. Dal momento che l’incremento dell’attività elettrica ha imposto alti livelli di concentrazione intracellulare di calcio, il meccanismo di rimozione di canali proteici è diventato preponderante sul tasso di sintesi proteica. Questo ha fatto decrescere notevolmente la quantità di canali proteici presenti su ciascuna membrana plasmatica, in modo da mantenere un’attività elettrica stabile. Ma a seguito della disconnessione, diminuito drasticamente il termine di corrente complessiva, le proprietà intrinseche di ciascuna unità sono cambiate rispetto all’inizio. Al passare del tempo, si ristabilisce la solita attività di regime, in un successivo assestamento dei fenomeni di sintesi proteica e regolazione dinamica. DIBE - Università degli Studi di Genova 200 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 4.8 Integratore o Rivelatore di Coincidenze ? A conclusione di questo capitolo, si vogliono prendere in considerazione alcune ipotesi su quello che potrebbe essere il ruolo funzionale di ciascuna unità in una rete nervosa. E’ opinione comune che il comportamento di un singolo neurone sia assimilabile a quello di un dispositivo di somma o integrazione dei potenziali sinaptici ad esso afferenti. D’altronde, la struttura del circuito elettrico equivalente (si vedano le figure 1.2, 4.8 e 4.9), insieme con le proprietà formali dedotte nel capitolo 2, rendono ragione di una dinamica integrativa (paragrafo 2.7, equazione 2.29) riconducibile a quella di un filtraggio passa-basso. Dal punto di vista sperimentale poi, sono innumerevoli le conferme per questa interpretazione, specie nel caso dei segnali sensoriali afferenti, a livello di midollo spinale. Una recente proposta suggerisce invece, che i neuroni corticali operino essenzialmente come rilevatori di coincidenze temporali degli ingressi sinaptici (Konig et al., ’96). Tale concetto è motivato dall’assunzione fondamentale che l’attività correlata delle unità di una popolazione di cellule nervose, sia di grande importanza per l’elaborazione dell’informazione. Inoltre, la struttura del codice neuronale, ovvero il modo in cui l’informazione afferente e efferente viene codificata in un treno di potenziali d’azione, costituisce un tema estremamente dibattuto che in questa prospettiva potrebbe tanto essere ricondotto alla frequenza istantanea di oscillazione del potenziale, quanto alla temporizzazione precisa di occorrenza di un potenziale d’azione. Per poter analizzare tali comportamenti, è stato impiegato il modello integra-e-spara non regolato, e il modello di sinapsi chimica (paragrafo 4.3): nelle simulazioni riportate di seguito, si è studiato l’andamento temporale del potenziale di membrana di un singolo neurone, raggiunto da 10 sinapsi chimiche eccitatorie, sollecitate in modo casuale. E’ stato però indispensabile utilizzare un accorgimento matematico, per la generazione di una sollecitazione, o bombardamento sinaptico, temporalmente strutturato. DIBE - Università degli Studi di Genova 201 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dei 10 ingressi sinaptici, quello corrispondente all’indice 0 è stato ripetutamente attivato secondo il processo impulsivo poissoniano (Papoulis, ’91): (4.25) x o ( t ) = ∑ δ( t − t k ) k k = 1, 2, 3,... sono distribuiti secondo una densità di dove gli istanti t k distribuzione di probabilità poissoniana. Per la generazione degli altri 9 segnali di stimolazione, è stata formulata la seguente definzione: ( (4.26) x i ( t ) = ∑ δ t − t j j ) i ∈{1, 2,..., 9} con tj = tk con probabilità Psync In altri termini, la probabilità che ad un certo istante temporale, il generico ingresso xi con i = 1..9 venga attivato, essendo attivato l’ingresso x o, è pari ad una funzione crescente, di un parametro deterministico. x ( t ) = δ( 0) (4.27) Pr i j x o ( t j ) = δ( 0) = Psync = sync + (1 − sync ) ⋅ p dove p è la probabilità di attivazione del segnale x o, entro un intervallo temporale definito. Da questo segue che, nei casi limite in cui la variabile deterministica sync sia pari a 0 oppure a 1, vale (4.28) Psync p = 1 sync = 0 sync = 1 Segue dalla definizione, anche la seguente proprietà DIBE - Università degli Studi di Genova 202 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica x ( t ) = δ( 0 ) (4.29) Pr i j =p x ( t ) = 0 o j Resta quindi dimostrato che per sync crescente, il segnale generico tenderà ad essere attivo nel medesimo istante temporale di attivazione del segnale xo, mentre ne sarà indipendente, quando non attivo. ν = 5 Hz 10 sync = 1 Ingresso Sinaptico 8 6 4 2 0 0 200 400 600 800 1000 tempo (msec) Figura 4.19: Generazione di un processo stocastico poissoniano impulsivo vettoriale, completamente sincronizzato. In figura 4.9, è stata riportata l’occorrenza di attivazione dei 10 ingressi sinaptici, nel caso di sincronizzazione deterministica, ovvero sync pari a 1. Altri esempi, per valori differenti di sync, sono riportati nella figura 4.20. DIBE - Università degli Studi di Genova 203 Ingresso Sinaptico Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 10 10 8 8 6 6 4 4 2 2 0 0 0 Ingresso Sinaptico sync = 0.2 sync = 0 200 400 600 800 1000 10 0 200 400 600 800 10 sync = 0.5 8 8 6 6 4 4 2 2 0 1000 sync = 0.8 0 0 200 400 600 tempo (msec) 800 1000 0 200 400 600 800 1000 tempo (msec) Figura 4.20: A rigore, solo la traccia corrispondente a xo è un processo poissoniano impulsivo di frequenza media pari a 5Hz. Il criterio che permette di distinguere fra il comportamento di tipo integrativo, e la rilevazione delle coincidenze temporali, è la relazione fra l’intervallo di tempo in cui i contributi sinaptici vengono integrati e l’interspike interval medio(paragrafo 2.10). Se l’intervallo di integrazione è breve, a confronto con l’inter-spike interval medio, prevale il comportamento di rilevazione delle coincidenze temporali, altrimenti le caratteristiche integrative. In altre parole, è soltanto la costante di tempo equivalente della membrana cellulare a definire le proprietà funzionali della singola cellula. Questa affermazione è stata verificata utilizzando per ciascuno degli ingressi, un tipo di sinapsi eccitatoria veloce e senza ritardi di propagazione, e per la descrizione del potenziale di membrana il modello integra-e-spara non regolato caratterizzato da una costante di tempo pari a 10 millisecondi: la scelta dei valori di capacità C e conduttanza massima g , tale che C / g = 10 msec. DIBE - Università degli Studi di Genova 204 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica -40 sync = 1 20 -60 (mV) 10 -80 0 0 200 400 600 800 1000 tempo (msec) Figura 4.21: Quando g syn= 0.03 mS/cm2 sono necessari 10 ingressi coincidenti temporalmente per fare oltrepassare la soglia di eccitabilità (basterebbero solo 5 coincidenze temporali, per g syn= 0.06 mS/cm2 ). Nella figura precedente è stato esemplificato il comportamento di un neurone, come rilevatore di almeno 10 coincidenze temporali nell’attivazione degli ingressi sinaptici, per la particolare scelta del valore di g syn. DIBE - Università degli Studi di Genova 205 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica τ = 1 sec τ = 0.01 sec -40 -50 (mV) -60 0 50 100 150 200 250 300 350 400 tempo (msec) Figura 4.22: Confronto fra l’evoluzione temporale del potenziale di membrana, al variare della costante di tempo. Nelle figure 4.23 - 4.24, si riportano le simulazioni relative al caso di rilevazione di coincidenze per C / g = 10 msec, e di integrazione per C / g = 1 sec, rispettivamente. In entrambi i casi si è scelto g syn= 0.06 mS/cm2, e sync = 0.2. DIBE - Università degli Studi di Genova 206 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica sync = 0.2 τ = 10msec -40 40 30 20 -60 (mV) 10 0 -80 0 200 400 600 800 1000 tempo (msec) Figura 4.23: Rilevazione di almeno 5 coincidenze temporali. sync = 0.2 40 τ = 1 sec -40 30 20 -60 (mV) 10 0 -80 0 200 400 600 800 1000 tempo (msec) Figura 4.24: Comportamento integrativo. Concludendo questo capitolo, anche alla luce dell’evidenza di un differenziamento delle proprietà elettriche intrinseche esaminato nel paragrafo 4.7, sembra probabile che il vero ruolo di un neurone corticale sia DIBE - Università degli Studi di Genova 207 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica allo stesso tempo quello di integratore e di rilevatore di coincidenze. Questa ipotesi potrebbe essere ragionevole sia dal punto di vista dell’embriogenesi, dove una modalità di funzionamento piuttosto che un’altra potrebbe contribuire meglio alla iniziale organizzazione della rete ma non al suo addestramento, sia dal punto di vista ontogenetico: in condizioni diverse di stimolazione sensoriale o di attivazione di vaste aree corticali, potrebbe risultare assai diverso l’impiego di una codifica in coincidenze temporali, al posto di una codifica in frequenza istantanea. La regolazione dinamica, potrebbe quindi costituire un meccanismo intrinseco dipendente dall’attività, di modifica delle proprietà funzionali di una rete complessa, variando in tempo reale le caratteristiche elettriche di ciascuna unità. DIBE - Università degli Studi di Genova 208 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Capitolo 5 Crescita Cellulare e Auto-organizzazione 5.1 Sviluppo del Sistema Nervoso La maggior parte delle cellule nervose di un essere vivente si organizza in reti neuronali funzionalizzate nel corso dell’embriogenesi. Fra gli innumerevoli fattori che influenzano la struttura definitiva, è ormai chiaro che l’attività elettrica gioca un ruolo predominante (Nelson et al., ’89; Fields et al., ’92). Come è già stato detto a proposito dell’attività spontanea, molti meccanismi che determinano la connettività sinaptica, come la crescita neuritica, il comportamento del cono di crescita, la morte cellulare, la sinaptogenesi e le variazioni dell’efficacia sinaptica sono processi modulati dall’attività elettrica. Questa per esempio, è in grado di arrestare la crescita delle arborizzazioni neuritiche, e di generare delle retrazioni o delle DIBE - Università degli Studi di Genova 209 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica alterazioni morfologiche nel cono di crescita (Filelds et al., ’92; van Ooyen et al., ’94). Il risultato di questi processi è una reciproca influenza fra lo sviluppo della struttura, della funzione e della connettività e l’attività della rete stessa, caratteristica dei sistemi auto-organizzanti. Un dato insieme di neuroni può generare un pattern di attività coordinata in grado di modificare l’organizzazione della rete, con conseguente evoluzione dell’attività elettrica stessa, e ulteriore modifica strutturale (van Ooyen, ’94). Nella fase di sviluppo quindi, una rete nervosa è un sistema dinamico in cui la struttura, il numero delle unità che la compongono e le proprie caratteristiche funzionali possono variare nel tempo, in parte sotto il controllo dell’attività del sistema stesso. Inoltre, la presenza di tali feedback potrebbe avere implicazioni significative non soltanto per l’emergenza dell’organizzazione e della funzione di una rete, ma anche per la continuità e la plasticità di funzionamento nell’organismo adulto, dal momento che molti dei fenomeni citati restano attivi anche nei sistemi maturi. In questo capitolo, verrà preso in considerazione l’aspetto di autoorganizzazione della connettività in una rete bidimensionale di cellule nervose, connesso all’effetto dell’attività elettrica, per il quale esiste una vasta evidenza sperimentale (Barinaga, ’95; van Ooyen et al., ’95). L’attività elettrica di un neurone in coltura è in grado di arrestare reversibilmente l’espansione delle arborizzazioni neuritiche, attraverso l’intermediazione della concentrazione intracellulare di ioni calcio (si veda anche il capitolo 3): un livello elevato di attività e di conseguenza in tale concentrazione, produce nella maggioranza dei casi una retrazione dei neuriti; viceversa un basso livello di ioni Ca2+ induce una crescita ulteriore. Il meccanismo descritto lega fra loro l’attività elettrica, la concentrazione intracellulare di calcio e la morfologia del citoscheletro, e probabilmente ha caratteristiche di universalità, per cellule di vario tipo, come un numero sempre maggiore di esperimenti sembra dimostrare. DIBE - Università degli Studi di Genova 210 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 5.2 Il Modello di Crescita Si considera un insieme di N neuroni, ciascuno dei quali collocato su di una superficie bidimensionale. Ad ogni unità, si associano convenzionalmente le coordinate (Xi ; Yi) di un punto nel piano, rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano. L’evoluzione temporale di queste cellule nervose, è descritta da 3 variabili di stato: • Vi il potenziale elettrico di membrana • [Ca]IN i la concentrazione intracellulare di ioni Ca2+ • Ri il raggio del campo neuritico Per la dinamica del potenziale di membrana viene utilizzato per semplicità, il modello integra-e-spara con refrattarietà, privo di regolazione dinamica. L’equazione fondamentale per tale modello è riassunta di seguito. (5.1) dVi per Vi ( t ) < Vth C i ⋅ dt = g i ⋅ ( Vo − Vi ) + I ext i + n i ( t ) V ( ξ ) = V ξ ∈[ t o + ; t o + + τ ref ] se Vi ( t o − ) = Vth o i Per semplicità si suppone che tutte le unità della rete siano caratterizzate dallo stesso insieme di parametri elettrici intrinseci, ovvero si impone che (Amit et al., ’96; Destexhe, ‘97) ∀ i ∈ { 0,1, 2,..., N − 1} C i = C = 1µF / cm 2 g i = g = 01 . mS / cm 2 Vo = −65 mV Vth = −50 mV τ ref = 2 m sec DIBE - Università degli Studi di Genova 211 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Il tipo di connessione fra due unità qualsiasi, è realizzato per mezzo di una sinapsi chimica veloce, per la quale viene impiegato il modello cinetico descritto nel capitolo precedente (equazioni 4.17, 4.19), scegliendo i parametri indicati nella tabella 4.1. La forma della corrente sinaptica totale per il neurone i-esimo, è data allora da ( N −1 (5.2) I ext i = ∑ g syn ( i, j) ⋅ r j ( t ) ⋅ E syn − Vi j= 0 ) g syn ( i, i ) = 0 mS / cm 2 Si suppone che tutte le sinapsi siano di tipo eccitatorio, anche in base al fatto che nelle fasi iniziali dello sviluppo, questa è la forma predominante di attività sinaptica. Viene così fissato il valore del potenziale di equilibrio sinaptico, equivalente a Esyn = Vo + 70 mV = 5 mV Nell’equazione 5.2, per il neurone i-esimo la sommatoria è estesa a tutte le unità della rete, ed è stata resa esplicita la dipendenza dalla coppia di indici i e j, per la conduttanza sinaptica massima. Quando tale conduttanza è nulla, i due neuroni corrispondenti non sono interconnessi. Nella 5.1, viene incluso anche un termine di stimolazione n i(t) di tipo stocastico, in modo da descrivere l’attività elettrica spontanea, precedentemente esaminata al termine del capitolo 2. Per ogni t, ni(t) è una variabile aleatoria distribuita secondo una densità di distribuzione di probabilità normale, ed è caratterizzata dalle seguenti proprietà statistiche: ∀ i ∈{ 0,1, 2,..., N − 1} (5.3) E{ n i ( t )} = 0 E{ n i ( t ) ⋅ n i ( t + τ )} = σ 2 ⋅ δ (τ ) DIBE - Università degli Studi di Genova 212 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Rispetto all’equazione 2.35, si osserva la mancanza di una dipendenza esplicita dall’estensione S della superficie della membrana, che in una descrizione dei fenomeni di crescita cellulare, sembrerebbe assai critica. A rigore, la quantità S introdotta nel capitolo 2 rappresenta la superficie di membrana cellulare caratterizzata da una stessa densità di canali proteici, intercalati al doppio strato fosfolipidico. In prima approssimazione, si può assumere che l’area del soma cellulare non sia soggetta ad alcuna variazione significativa: nel caso di una cellula sferica, ad esempio di raggio 5µm, tale estensione vale approssimativamente 300 µm2. Durante l’embriogenesi, ciò che risente maggiormente dei fenomeni di crescita cellulare è l’estensione dei processi neuritici: assone e dendriti. Per questi ultimi, non è generalmente prevista alcuna proprietà di eccitabilità, essendo strutture essenzialmente passive. L’assone invece ha proprietà eccitabili, ma le zone della sua membrana dotate di tali caratteristiche corrispondono ad aree (nodi di Ranvier) di piccola dimensione, in cui sono presenti canali ionici sensibili alle variazioni del potenziale elettrico. Con queste considerazioni, si vuole giustificare l’ipotesi che non vi sia un sostanziale cambiamento nell’attività elettrica endogena al crescere del campo neuritico associato alla cellula, essendo trascurabile la variazione dell’estensione della parte di membrana cellulare in cui sono presenti i canali proteici. Si impone quindi il livello di attività spontanea ad un valore costante rispetto S, e in accordo con l’ordine di grandezza riportato in letteratura (Hubel, ’89; Amit et al., ’96), per esempio nel caso delle cellule della corteccia visiva di alcuni mammiferi, si sceglie 4 Hz per la frequenza media. In conseguenza dell’inversione dell’espressione analitica derivata per l’integra-e-spara stocastico nel paragrafo 2.9, fissata tale frequenza media di attività spontanea, la densità spettrale di potenza σ2 del processo stocastico ni(t) è determinata nel valore di (2.8)2 µA2 Hz. DIBE - Università degli Studi di Genova 213 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Per la descrizione della concentrazione del calcio intracellulare, viene impiegato il modello semplificato, già introdotto nel capitolo 3 e riassunto dalla seguente espressione: (5.4) d[Ca ]IN i dt ∆ − k ⋅ [Ca ]IN i = − k ⋅ [Ca] IN i ( + + t ∈ t o ; t o + τ AP ] t > t o + τ AP In corrispondenza di ciascun potenziale d’azione, è previsto un influsso nell’unità di tempo pari a ∆ µM, durante un intervallo temporale di ampiezza τAP, durata approssimativa di un potenziale d’azione. Il valore di quest’ultima è stato scelto pari a 1 millisecondo (Destexhe, ’97), il valore di ∆ pari a 0.006 µM / msec (Neely et al., ‘93), e infine k è stato posto pari a 700-1 msec-1 (Jaffe et al., ’94). Per quanto riguarda la morfologia e la dinamica associata alla crescita di ciascun neurone della rete, si associa ad ogni unità un campo neuritico circolare bidimensionale. Il raggio Ri di tale campo viene considerato tempo-variante, e descritto dalla seguente equazione differenziale: (5.5) dR i C T − [Ca ]IN R i ∈( R MIN ; R MAX ) dt = ρ ⋅ tanh λ R ( t + ) = R se R i ( t − ) ≥ R MAX MAX i R ( 0) = R o i Inizialmente, questo coincide con il raggio equivalente del soma cellulare, uguale per tutti i neuroni e pari a R o = 5µm . In questa astrazione, nessuna distinzione fra dendriti e assoni è stata fatta, e la struttura circolare descritta dalla 5.5 vuole rappresentare l’estensione complessiva equivalente dell’arborizzazione di una cellula nervosa (si veda la figura 5.1). DIBE - Università degli Studi di Genova 214 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Figura 5.1: Modello di campo neuritico circolare. La forma del secondo membro dell’equazione differenziale che figura nella 5.5, è stata scelta in base alle considerazioni fatte nel precedente paragrafo e alle innumerevoli evidenze sperimentali che legano il tasso di elongazione delle arborizzazioni alla concentrazione di calcio intracellulare, e quindi all’attività elettrica del neurone (equazione 5.4). ρ ρ tanh (( CT - [Ca]IN) / λ ) 1,0 dR / dt 0,5 0,0 0 -0,5 --1,0 ρ-4 -2 0 2 CT 4 [Ca]IN Figura 5.2: Dipendenza dalla concentrazione intracellulare di calcio, per l’evoluzione temporale del raggio del campo neuritico. DIBE - Università degli Studi di Genova 215 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Come si evince dalla figura precedente, quando la concentrazione intracellulare di calcio è maggiore di un certo livello ideale, il segno della derivata temporale del raggio del campo neuritico diventa negativo, a rappresentare il fenomeno di retrazione delle arborizzazioni e del cono di crescita per le elevate concentrazioni di ioni Ca2+. Viceversa, la velocità di crescita del campo aumenta in presenza di bassi livelli di calcio intracellulare, fino ad un valore massimo. Per quanto riguarda il valore della concentrazione di [Ca]IN corrispondente ad una stazionarietà nell’evoluzione di Ri, è stato scelto un intorno di 0.05 µΜ. Il fattore costante ρ rappresenta invece il tasso di crescita del campo . ⋅ 10 −5 µm / m sec (Role et neuritico, ed è stato stimato intorno al valore 14 al., ’87; van Ooyen et al., ’94; Davis et al.). Per ridurre i tempi di simulazione, è stato scelto ρ = 10 −3 µm / m sec , ancora in grado di garantire la separazione fra i fenomeni di crescita cellulare e la scala temporale caratteristica delle variazioni del potenziale di membrana e di concentrazione di calcio intracellulare. Nella 5.5, è stato previsto un meccanismo di saturazione del valore del raggio Ri, in modo che questo non diventi arbitrariamente grande e che sia sempre limitato superiormente. Tale limite appare di notevole importanza nel condizionamento della topologia della rete neuronale risultante, e tale dipendenza verrà chiarita nel seguito. Anche il fenomeno della morte cellulare è stato incluso nel modello proposto. Durante lo sviluppo di un essere vivente, si assiste ad una sovrapproduzione di cellule nella maggior parte delle strutture del sistema nervoso centrale e periferico. La sopravvivenza di una di esse dipende dalla concomitanza di innumerevoli fenomeni, fra i quali quello di avere ricevuto sufficiente quantità di fattori neurotrofici (van Ooyen, ’94). Il ruolo di tali composti chimici sembra quello di interrompere l’intrinseca tendenza cellulare alla morte spontanea. La sintesi di questi fattori è regolata dall’attività elettrica, come per esempio la sintesi da parte delle cellule del sistema nervoso centrale delle neurotrofine, quali la NGF (nerve growth DIBE - Università degli Studi di Genova 216 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica factor) e la BDNF (brain derived neurotrophic factor). Tale produzione viene incrementata dalla presenza di un neurotrasmettitore eccitatorio, quale il glutammato, mentre viene depressa dalla presenza di un neurotrasmettitore inibitorio, quale il GABA. La sintesi stessa di recettori specifici a tali fattori risulta incrementata da una prolungata depolarizzazione della membrana, attraverso la modificazione indotta nei livelli di concentrazione di calcio intracellulare. Inoltre, l’attività elettrica nelle fibre afferenti è in grado di modulare il trasporto retrogrado dei fattori citati e può anche influire sulla loro stessa produzione e rilascio anterogrado, attraverso l’assone e le sinapsi. In questo schema, può essere qualitativamente giustificata la tendenza alla retrazione neuritica, in presenza di stimolazione esterna (sinaptica) o di elevata attività elettrica endogena. E’ ragionevole pensare che questo tipo di effetto possa condurre alla definitiva eliminazione dei processi neuritici della membrana, con conseguente assenza di ogni via di trasporto di segnali e molecole verso il nucleo, fondamentali per un ulteriore sviluppo cellulare. Nel modello proposto, quando il raggio Ri scende sotto la soglia RMIN = 4µm, l’unità corrispondente muore cessando di manifestare qualsiasi attività elettrica e di crescita: dal punto di vista della simulazione al calcolatore, tutte le variabili di stato vengono bloccate da un valore costante. 5.3 Evoluzione dell’Efficacia Sinaptica La connessione fra due neuroni viene stabilita in corrispondenza di una sovrapposizione dei relativi campi neuritici, e l’intensità della connessione è imposta proporzionale alla superficie di intersezione. Questa condizione può essere formalizzata, definendo l’insieme dei punti appartenenti alla sovrapposizione di due campi neuritici generici e la misura della sua area come integrale doppio della funzione unitaria, esteso a tale regione. DIBE - Università degli Studi di Genova 217 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica g syn ( i, j) = g syn ⋅ A i , j (5.6) (5.7) A i, j dΩ Ω∫∫i , j = 0 i≠ j i= j { } { ( Ω i , j = ( x, y) ∈ ℜ 2 : ( x − X i ) + ( y − Yi ) = R i 2 ∩ ( x, y) ∈ ℜ 2 : x − X j 2 2 ) + (y − Y ) 2 j 2 = R j2 Con tale schema di connessione, la connettività della rete può variare durante lo sviluppo e l’auto-organizzazione della stessa. Qualitativamente, la tendenza dei campi neuritici sarà quella di crescere fino a stabilire intersezioni con altri campi neuritici, in modo da incrementare il proprio livello di attività elettrica. Come conseguenza di tale evento, la concentrazione intracellulare [Ca]IN tenderà ad assumere il valore di equilibrio CT. Il termine Ai, j può essere in quest’ottica riguardato come la quantità totale di sinapsi stabilite fra l’unità i e l’unità j, anche se a rigore andrebbe utilizzata la definizione seguente, alternativa alla 5.6: g syn ( i, j) = g syn ⋅ A i, j (π ⋅ R ) 2 i In questo modo, il rapporto esemplificato nell’espressione precedente assume il significato di frazione della quantità totale di sinapsi, impiegato fra il neurone j e il neurone i. Per semplicità comunque, si sceglie di trascurare questa possibilità riguardando come illimitati i siti postsinaptici raggiungibili sulla membrana del neurone i-esimo. Come è già stato sottolineato, non è operata alcuna distinzione fra dendriti e assoni, e di conseguenza la matrice di connettività è simmetrica: infatti, per la 5.7, Ai, j = Aj, i. L’ordine temporale di variazione dell’intensità e del DIBE - Università degli Studi di Genova 218 } Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica numero di connessioni, è dello stesso ordine della crescita cellulare, dipendente dal tasso ρ. 5.4 Simulazione del Modello di Crescita Per la simulazione al calcolatore del modello proposto, è necessario sviluppare alcune relazioni di geometria analitica: la scelta dei campi neuritici a simmetria circolare presenta dei notevoli vantaggi al confronto con altre geometrie (ellittiche o circolari con eccentricità). Volendo stabilire un insieme di condizioni necessarie e sufficienti per la interconnessione di due unità della rete, oltre a derivare l’espressione della superficie di sovrapposizione fra due campi neuritici qualsiasi (figura 5.3a), conviene osservare che a meno di una rototraslazione degli assi di riferimento, si può sempre ricondurre la situazione a quella indicata nella figura 5.3b: 25 25 (a) Y (b) y 20 20 y R j j 15 15 d 10 θ 10 R y i i5 5 0 0 1,0 1,5 x i 2,0 2,5 3,0 x j 3,5 4,0 1,0 X 1,5 d 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 x Figura 5.3: Tramite una trasformazione lineare, la disposizione di due circonferenze qualsiasi nel piano (a) può essere riportata al caso (b). (5.8) x cos(θ ) sen(θ ) b1 X y = - sen(θ ) cos(θ ) b 2 ⋅ Y 0 1 1 1 0 DIBE - Università degli Studi di Genova 219 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La trasformazione 5.8 è lineare e rappresenta in coordinate omogenee, una rotazione di un angolo θ, e un spostamento dell’origine del sistema di coordinate, nel centro di una delle due circonferenze. (5.9) ( X − X ) 2 + ( Y − Y ) 2 = R 2 i i i 2 2 2 X − X j + Y − Yji = R j ( Nella 5.9, d i , j = ) ( (X i ) − Xj x 2 + y 2 = R 2 i ⇒ 2 2 2 x − d i, j + y = R j ( ) + (Y − Y ) 2 i j ) 2 , per definizione di distanza fra due punti nel piano. A partire da queste considerazioni iniziali, può essere dimostrato che la condizione necessaria e sufficiente affinché vi sia una sovrapposizione fra due campi neuritici arbitrari, caratterizzati dalle triple [X , Y , R ] i i i [X , Y , R ] j j j è data dalla seguente relazione: (5.10) R i + R j > d i , j La dimostrazione per tale espressione è immediata, quando si consideri la condizione di tangenza fra due circonferenze generiche, ovvero il caso in cui esistano due punti di intersezione fra di esse. La condizione 5.10 si ricava imponendo positivo il discriminante di un’equazione del second’ordine, la cui soluzione fornisce le coordinate dei punti di intersezione fra le due circonferenze. Riassumendo vale quindi che R i + R j ≤ d i, j ⇔ A i, j = 0 DIBE - Università degli Studi di Genova 220 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Si può anche esaminare un altro caso particolare di disposizione delle circonferenze, cioè il caso in cui una delle due sia interna all’altra. Nelle stesse ipotesi precedenti, questo corrisponde a non avere alcuna soluzione reale dell’equazione del second’ordine precedentemente citata. Questo significa imporre che (5.11) R i − R j > d i , j Sotto questa ipotesi, il calcolo della superficie di sovrapposizione coincide con il calcolo dell’area della circonferenza più piccola. In altri termini, posto che valga la 5.10 (5.12) R i − R j > d i , j [ ⇔ A i , j = min π ⋅ R i 2 ; π ⋅ R j 2 ] Infine, l’espressione generale dell’area di sovrapposizione fra due campi neuritici qualsiasi, descritti dalla posizione del proprio centro e del raggio ad un certo istante temporale, può essere ricavata attraverso un’integrazione monodimensionale, a partire dalla configurazione di figura 5.4. DIBE - Università degli Studi di Genova 221 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 25 y 20 15 10 5 yo 0 xo 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 x Figura 5.4: Esemplificazione della presenza di intersezione fra due campi neuritici. Si definiscono, nel nuovo sistema di riferimento, le coordinate dei due punti di intersezione xo (R = x1 (R = 2 i ) − R j 2 + d i, j 2 yo = R i 2 − xo 2 2 ⋅ d i, j 2 i ) − R j 2 + d i, j 2 y1 = − R i 2 − x o 2 2 ⋅ d i, j Sfruttando le simmetrie della regione di intersezione delle due circonferenze, l’integrazione da effettuare è la seguente xo (5.12) A i , j = 2 ⋅ ∫ d i, j −R j Ri R j − ( x − d ) dx + 2 ⋅ ∫ R i 2 − x 2 dx 2 2 xo DIBE - Università degli Studi di Genova 222 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica A i, j = (5.13) 5.5 x π ⋅ R i 2 + R j 2 − R i 2 ⋅ arcsen o + 2 Ri ( ) x o − d i, j − d ⋅ y o + R j 2 ⋅ arcsen Rj Risultati delle Simulazioni Preliminarmente, si è scelto di accelerare la scala temporale dei fenomeni di crescita per verificare l’esistenza dei fenomeni di sincronizzazione e dell’aumento nei livelli di calcio intracellulare, in una rete di tre neuroni. Inizialmente i tre neuroni, disposti a caso entro un’area quadrata di 50µm di lato, non sono connessi e il livello della concentrazione intracellulare di ioni Ca2+ è insufficiente rispetto a CT = 0.05 µM. Per i rimanenti parametri, sono stati usati i valori riportati nel primo paragrafo, con λ = 01 . µM ρ = 10-2 µm / msec Nella figura seguente è riportato l’andamento della connettività totale, ovvero l’evoluzione temporale della seguente quantità: 1 ⋅∑A 2 i, j i, j DIBE - Università degli Studi di Genova 223 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Connettivita’ 10 0,20 9 0,15 8 Indice dell’unita’ 7 0,10 6 5 0,05 4 3 0,00 2 1 -0,05 0 -0,10 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tempo (sec) Figura 5.5: Andamento temporale dell’estensione dell’area di sovrapposizione complessiva, confrontato con il raster-scan dell’attività elettrica. Si osservano due brusche transizioni a gradino, in corrispondenza degli istanti in cui vengono stabilite le connessioni fra le unità della rete. La figura 5.5 riporta anche l’occorrenza temporale dei potenziali d’azione dei tre neuroni, che tendono a sincronizzare la propria attività spontanea dopo 7 secondi dall’inizio della simulazione. Nella figura 5.6, viene riportato un dettaglio dello stesso raster-scan di figura 5.5: DIBE - Università degli Studi di Genova 224 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 8 7 6 Indice dell’unita’ 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 -5 7000 7500 8000 8500 tempo (msec) Figura 5.6: Particolare del raster-scan che evidenzia i pacchetti di attività coordinata. A seguito della crescita neuronale indotta dal basso livello di calcio intracellulare, rispetto a CT, i tre neuroni della rete hanno potuto stabilire spontaneamente delle connessioni sinaptiche eccitatorie, incrementando la propria attività elettrica e di conseguenza il livello di [Ca]IN. Tale situazione è ben evidenziata dal grafico 5.7, dove è stato riportato l’andamento temporale delle variabili di stato significative di ciascuna unità della rete. DIBE - Università degli Studi di Genova 225 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica V1 40 0,08 [Ca]IN 1 (mV) µM 20 0 -20 0,06 0,04 -40 0,02 -60 -80 0,00 -100 0 2000 4000 6000 8000 10000 60 2000 4000 6000 V2 40 µM 20 (mV) 0 8000 10000 8000 10000 8000 10000 0,08 0 [Ca]IN 2 0,06 0,04 -20 -40 0,02 -60 -80 0,00 -100 0 60 2000 4000 6000 8000 0 2000 4000 6000 0,08 V3 40 [Ca]IN 3 µM 0,06 20 (mV) 10000 0 0,04 -20 -40 0,02 -60 -80 0,00 -100 0 2000 4000 6000 8000 10000 0 2000 4000 6000 tempo (msec) tempo (msec) Figura 5.7: Evoluzione del potenziale di membrana e della concentrazione intracellulare di calcio, per i tre neuroni della rete. 5.6 Per Auto-organizzazione della Topologia verificare i cambiamenti strutturali e morfologici previsti qualitativamente, è stata studiata una situazione più realistica. I parametri utilizzati nel seguito sono quelli introdotti nel paragrafo 5.3, e si è scelto per RMAX il valore di 50µm. La prima situazione ad essere analizzata, riguarda la configurazione finale della topologia di una rete di 10 neuroni disposti in modo equispaziato su di un segmento rettilineo, di lunghezza pari a 200 µm. In questo caso è stato scelto C T = 0.05 µM e g syn = 0.3 nS / µm 2 : nella figura 5.8 è riportata la disposizione iniziale dei campi neuritici, e la configurazione degli stessi dopo 3 ore e 20 minuti di tempo di modello. DIBE - Università degli Studi di Genova 226 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Figura 5.8: Evoluzione dei campi neuritici e nella topologia delle connessioni, iniziale e dopo 3 ore e 20 minuti. La configurazione finale rappresenta uno schema di connessione locale, fra le unità vicine rimaste ancora in vita (unità 0, 1, 5, 6, 8, 9). Esaminando l’andamento temporale del raggio di ciascun campo neuritico, si osserva una caratteristica segregazione in cluster che diventa tanto più evidente quanto maggiore è il valore di CT (si vedano le figure 5.10 e 5.11) 30 (a) (b) 0 50 Raggio medio (µm) 25 9 Raggio (µm) 40 9 5 0 1 30 3 8 6 20 8 6 5 10 3 20 15 10 4 2 7 5 0,0 0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 0,5 3,5 ore 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 ore Figura 5.9: (a) Andamento temporale del raggio di ciascun campo neuritico, e del raggio medio (b) con evidente overshoot, nelle stesse condizioni di figura 5.8. DIBE - Università degli Studi di Genova 226 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Una caratteristica messa in evidenza dalla figura 5.9b è la presenza di un fenomeno di overshoot nella crescita cellulare. Esiste infatti, una vasta evidenza sperimentale della sovrapproduzione di connessioni sinaptiche e di arborizzazioni, nelle colture di cellule nervose dissociate, insieme ad un incremento dell’attività elettrica precedente una successiva retrazione dei neuriti. Entrambi questi fenomeni sono previsti dal modello, in conseguenza della dinamica attrattiva per la concentrazione [Ca]IN, e la maggior parte delle unità della rete, a seguito del tentativo di compensazione di tale overshoot, è soggetta a retrazione totale dei neuriti e a morte cellulare. Figura 5.10: Evoluzione dei campi neuritici e nella topologia delle connessioni, in condizioni simili a quelle di figura 5.8 tranne che per CT. Utilizzando C T = 0.09 µM , la rete si organizza secondo una configurazione simmetrica rispetto all’asse del segmento lungo cui sono disposti i neuroni, e rispetto al caso precedente, non esiste alcun fenomeno di overshoot nella crescita. DIBE - Università degli Studi di Genova 227 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica 30 (a) (b) 0, 9 50 25 Raggio (µm) Raggio Medio (µm) 0, 9 40 1, 8, 4, 5 30 3, 6 20 1, 8, 4, 5 15 10 3, 6 10 20 2, 7 5 0,0 0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 0,5 3,5 ore 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 ore Figura 5.11: (a) Andamento temporale del raggio di ciascun campo neuritico, e del raggio medio (b), nelle stesse condizioni di figura 5.10. Nel seguito vengono riportati i risultati di simulazione di una rete di 20 neuroni, inizialmente disposti causalmente secondo una densità di distribuzione uniforme, entro un quadrato di lato 200µm, utilizzando i soliti valori per i parametri oltre a C T = 0.09 µM R MAX = 100 µm . Dall’alto in basso, nella figura 5.12 sono state riportate la configurazione iniziale, la configurazione dopo 40 secondi e dopo 2.7 ore. DIBE - Università degli Studi di Genova 228 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Figura 5.12: Evoluzione della topologia della rete e della connettività, per 20 neuroni. DIBE - Università degli Studi di Genova 229 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica (a) 110 19 100 100 90 90 4 80 70 Raggio (µm) Raggio (µm) 80 0 60 50 12 40 30 (b) 110 3 14 15 1 17 18 16 20 10 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 60 50 40 30 20 10 3, 5, 6, 8, 10, 11, 13 0 70 0 2,50 0,00 3,00 3,00 6,00 9,00 12,00 15,00 minuti ore Figura 5.13: (a) Andamento temporale del raggio di ciascun campo neuritico; (b) particolare del differenziamento cellulare nei primi minuti di simulazione, nelle stesse condizioni di figura 5.12. Raggio medio ( µ m) 25 20 15 10 5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 ore Figura 5.14: Andamento del raggio medio, con evidenza dell’overshoot nella crescitae nella produzione sinaptica. DIBE - Università degli Studi di Genova 230 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Conclusioni e Prospettive Future Lo sviluppo di nuove tecniche di misura elettrofisiologica dell’attività elettrica della singola cellula o di una popolazione di cellule nervose in vitro, ha consentito l’identificazione di numerosi comportamenti e la formulazione di descrizioni matematiche sempre più accurate della fisiologia di una membrana eccitabile. I modelli matematici sviluppati ed esaminati in questa tesi hanno però chiarito la possibilità di sfruttare un livello di descrizione dei fenomeni neuronali, intermedio fra la previsione della dinamica di trasporto ionico ai capi della membrana, ed i modelli di neurone tipici delle teorie formali del calcolo neurale. Attraverso un procedimento ben definito e matematicamente consistente, a partire da un modello deterministico di descrizione del potenziale di membrana ai capi di una membrana eccitabile, è stato dedotto un modello semplificato. Sebbene numerose non-linearità siano inevitabilmente scomparse nel processo di riduzione, tale modello di neurone puntuale continua a descrivere sorprendentemente bene la dinamica sotto-soglia del potenziale elettrico di membrana. Naturalmente, non ci si è potuti sottrarre al compromesso fra dettaglio biologico e semplicità formale, ma è stato provato come sia DIBE – Università degli Studi di Genova 231 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica possibile mantenere la consistenza con i parametri delle descrizioni complete e conservare sotto certe ipotesi, un’equivalenza quantitativa. Nel primo capitolo, è stato dimostrato che una modellistica estremamente dettagliata dei fenomeni di apertura e chiusura dei canali proteici è in grado di spiegare una notevole quantità di comportamenti fra cui il potenziale di membrana a riposo, la generazione del potenziale d’azione e l’attività elettrica spontanea per il singolo neurone. E’ stato possibile in queste ipotesi, utilizzare alcuni strumenti matematici tipici della meccanica statistica, per la previsione teorica della frequenza media di oscillazione spontanea del potenziale di membrana, notando un’analogia formale fra l’equazione differenziale stocastica del potenziale di membrana e l’equazione monodimensionale non-lineare di Langevin. La stessa analogia è stata conservata nel modello ridotto, e proprietà simili sono state introdotte, insieme allo stesso insieme di tecniche matematiche per la descrizione quantitativa dell’attività elettrica endogena. Nel secondo capitolo è stato sviluppato un modello per la dinamica della concentrazione intracellulare di ioni Ca2+, giustificando il ruolo della dipendenza dall’attività elettrica dei fenomeni di sintesi e rimozione dei canali proteici dalla membrana, nel modello di regolazione dinamica introdotto. Attraverso i formalismi sviluppati, potrebbe essere ulteriormente approfondita l’evoluzione temporale della concentrazione degli altri ioni che caratterizzano la composizione del citoplasma, descrivendone l’evoluzione e verificando per esempio la tempo-invarianza dei potenziali di equilibrio nernstiani. L’introduzione della regolazione dinamica e la immediata trasposizione nel modello discreto hanno consentito la giustificazione approfondita di alcuni comportamenti e proprietà generali, osservate sia durante l’embriogenesi sia nel funzionamento di un sistema nervoso maturo. Grazie ai ridotti tempi di calcolo necessari all’integrazione numerica dell’equazione del modello integra-e-spara regolato, è stato possibile comprendere l’adeguatezza delle semplificazioni operate nel capitolo 2, almeno rispetto alla descrizione di DIBE – Università degli Studi di Genova 232 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica processi biochimici notevolmente più lenti, a confronto con la scala temporale tipica di un potenziale d’azione. Nel quarto capitolo è stata verificata l’esistenza del fenomeno della sincronizzazione delle oscillazioni del potenziale di membrana in ciascuna unità di una rete, caratterizzata solo da connessioni eccitatorie. E’ stata pure osservata una variazione dei parametri elettrici intrinseci, conseguente al differenziamento cellulare indotto dall’attività elettrica mutua, in presenza dei fenomeni di regolazione proteica. In questa prospettiva, le proprietà intrinseche di un singolo neurone come pure la natura di un codice neuronale, sono state messe in discussione disponendo di un insieme ridotto di dipendenze funzionali e di un modello analiticamente trattabile: uno stesso formalismo si rivela in grado di giustificare efficacemente un comportamento di tipo integrativo e un comportamento di tipo rilevazione di coincidenze temporali. Una delle caratteristiche più rilevanti nell’introduzione del modello integrae-spara è stata l’introduzione dello stesso meccanismo cinetico di sinapsi chimica deterministica, nella simulazione di reti estese. L’aver mantenuto la caratteristica di integrazione con perdita ha consentito l’introduzione del termine di corrente sinaptica esterna, identico a quello introdotto nei modelli biofisici completi. A parità di risorse di calcolo, un numero maggiore di unità possono essere incluse così in una rete da simulare al calcolatore, e possono essere evitati i tipici coefficienti moltiplicativi dei neuroni formali, mantenendo ad un livello notevolmente più elevato la corrispondenza con le descrizioni complesse. E’ stato infine proposto un modello di crescita cellulare ad autoorganizzazione della connettività sinaptica di una rete bidimensionale di neuroni in vitro. Utilizzando il modello semplificato dotato di attività spontanea e la descrizione sviluppata della dinamica della concentrazione intracellulare di calcio, è stato possibile simulare le fasi iniziali dello sviluppo di un sistema nervoso in organizzazione, in cui lo schema di interconnessione sia soltanto di tipo chimico eccitatorio, oltreché DIBE – Università degli Studi di Genova 233 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica intrinsecamente tempo-variante. Oltre ad una evidente tendenza al differenziamento di unità inizialmente identiche, il modello ha previsto fenomeni quali l’insorgenza spontanea della morte cellulare e l’overshoot nella elongazione neuritica, che pure si osservano sperimentalmente. Risultati preliminari suggeriscono che l’applicazione di una stimolazione esterna di alcune unità potrebbe avere come conseguenza la retrazione dei campi neuritici relativi e la variazione nell’organizzazione topologica funzionale della rete di neuroni. L’impiego di altre forme geometriche piane o tridimensionali nella descrizione dei campi neuritici, potrebbe essere impiegata alternativamente, anche in vista di una distinzione fra assone e dendriti: in questi termini la matrice di connettività non sarebbe più simmetrica. Fenomeni quali la diffusione di molecole di neurotrasmettitore o di fattore di crescita nello spazio intercellulare, potrebbero essere modellati attraverso l’equazione bidimensionale della diffusione: un meccanismo di orientazione dell’asse del campo neuritico, per esempio ellittico, potrebbe essere introdotto per descrivere le proprietà di chemo-affinità della direzionalità del cono di crescita di un neurone, oltreché le influenze viscoelastiche e meccaniche che potrebbero guidare artificialmente l’organizzazione spaziale della rete. Le implicazioni a lungo termine di quanto descritto sono molteplici: disporre di un modello quantitativo per la crescita e l’organizzazione neuritica potrebbe consentire la pianificazione di esperimenti in vitro, in cui studiare l’evoluzione di una popolazione di neuroni, cambiando arbitrariamente la topologia delle connessioni attraverso stimoli elettrici, chimici o meccanici. Una migliore comprensione dei fenomeni che caratterizzano la crescita cellulare e l’organizzazione della connettività dei tessuti nervosi, potrebbe portare allo sviluppo di tecniche per la rigenerazione guidata delle vie afferenti ed efferenti di un sistema nervoso maturo, in condizioni patologiche o in conseguenza di un trauma. In questa prospettiva, la formulazione di modelli matematici in grado di descrivere per la dinamica di una rete di neuroni, le dipendenze funzionali dall’attività DIBE – Università degli Studi di Genova 234 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica elettrica della rete stessa, possono costituire una solida base di partenza per l’indagine dei meccanismi di plasticità neuronale che rendono così unici l’organizzazione e il funzionamento del sistema nervoso di un essere vivente. DIBE – Università degli Studi di Genova 235 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Appendice A A.1 Preliminari alla Derivazione dell’Equazione di Fokker-Plank Sia x una variabile aleatoria, con W(X) densità di distribuzione di probabilità: (a.1) W( X ) = d Pr{ x ≤ X } dX Per una qualunque variabile aleatoria possono essere definiti i momenti di ordine 1..n: DIBE - Università degli Studi di Genova A1 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica +∞ (a.2) M1 = ∫ x ⋅ W( x)dx = E{x} = x −∞ +∞ (a.3) M2 = ∫x 2 ⋅ W( x)dx = E{ x 2 } = σ2 + x 2 −∞ +∞ (a.4) Mn = ∫x 2 ⋅ W( x)dx = E{ x n } −∞ Per definizione di densità di distribuzione di probabilità, il cui integrale esteso al campo di variazione di x deve essere unitario per il secondo assioma della teoria delle probabilità, M0 = 1. E' possibile definire la quantità nota come funzione caratteristica: (a.5) C(ω) = F{W( x)} = +∞ ∫ W( x ) ⋅ e j⋅ω⋅ x dx −∞ Formalmente la funzione definita dalla a.5 è la trasformata di Fourier della densità di distribuzione di probabilità ed per essa vale la proprietà: (a.6) { } F ( j ⋅ x ) ⋅ W( x ) = n dn F{W( x)} dω n Per il momento di ordine n, si può concludere allora che +∞ +∞ (a.7) Mn = ∫x n ⋅ W( x)dx = ∫x n −∞ −∞ = F{ x n ⋅ W( x)} ⋅ W( x) ⋅ e j⋅ω⋅x dx ω= 0 ω= 0 da cui per linearità si deduce immediatamente che (a.8) Mn = 1 d n C(ω) ⋅ jn dωn ω= 0 DIBE - Università degli Studi di Genova A2 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Usando le equazioni a.8 e a.5 può allora essere dimostrato che, conoscendo i momenti di ogni ordine è possibile giungere alla conoscenza di W(x), densità di distribuzione di probabilità della variabile aleatoria x. Dim Sviluppando in serie di Taylor nell’intorno del punto ω = 0 la funzione caratteristica si ottiene ∞ (a.9) ∞ ωn ωn dC(ω) dC(ω) C(ω) = C(0) + ⋅ = 1+ ⋅ n n n! n! n =1 dω n=1 dω ω= 0 ω= 0 ∑ ∑ che in altri termini può essere scritto come ∞ ωn (a.10) C(ω) = 1 + ( j ⋅ M n ) ⋅ n! n=1 ∑ n Dalla a.10, si dimostra l’asserto, antitrasformando secondo Fourier si ottiene finalmente +∞ ∫ 1 (a.11) W( x) = F {C(ω)} = ⋅ C(ω) ⋅ e − j⋅ω⋅x dω 2π −∞ −1 ---- Le definizioni a.2 - a.4 e la a.11 possono essere generalizzate nel caso di processi stocastici del tempo. Sia x(t) un processo stocastico, cioè una collezione di realizzazioni di una variabile aleatoria per ciascun istante t, e sia W(x,t) la densità di distribuzione di probabilità di campione x all’istante t: per generalità si considerano processi stocastici non stazionari. DIBE - Università degli Studi di Genova A3 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Per un processo stocastico qualunque si introduce anche la densità di distribuzione di probabilità di transizione , da x(t) = x’ a x(t+τ) = x: ( p x, t + τ x’, t ) Le definizioni di momento di ordine n e di funzione caratteristica possono essere così riprese e generalizzate dalle a.12 e a.13. ( +∞ ) { n (a.12) M n ( x’, t, τ ) = ∫ ( x − x’) n ⋅ p x, t + τ x’, t dx = E [ x( t + τ ) − x( t )] −∞ ( +∞ {( ) j⋅ω ⋅( x − x ’) (a.13) C(ω , x’, t, τ ) = p x, t + τ dx = F p x, t + τ x’, t ∫ x’, t ⋅ e −∞ )} } dove x ( t )= x ' con probabilità 1 trasformata rispetto x , con x ’ parametro Nuovamente resta verificato che dalla conoscenza dei momenti di ogni ordine è possibile ricondursi alla densità di distribuzione di probabilità di transizione ma anche alla W(x,t) in qualunque t, e possono essere dimostrate le due equazioni seguenti: ∞ ωn (a.14) C(ω, x’, t , τ ) = 1 + ( M n ( x’, t , τ ) ⋅ j ) ⋅ n! n =1 ∑ ( ) n +∞ ∞ ω n − j⋅ω⋅( x− x ’) 1 , + τ x t n ( ’, , τ ) = ⋅ + ⋅ ⋅ (a.15) p M x t j dω . 1 ( ) ⋅e x’, t n! 2π −∞ n=1 n ∫ ∑ Dim Dal teorema di Bayes: ∫ p( x, t + τ x’, t ) ⋅ W( x’, t ) +∞ (a.16) W( x, t + τ ) = dx’ −∞ DIBE - Università degli Studi di Genova A4 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica da cui segue immediatamente la tesi da dimostrare: +∞ +∞ ∞ n (a.17) W( x, t + τ) = ∫ 1 ⋅ ∫ 1 + ∑( M n ( x’, t , τ ) ⋅ j n ) ⋅ ω ⋅ e − j⋅ω⋅( x− x ’) dω ⋅ W( x’, t ) dx’ −∞ 2π −∞ n! n=1 ---+∞ ∫ 1 n ⋅ ( j ⋅ ω) ⋅ 2π −∞ A questo punto il termine ( ) ⋅ e − j⋅ω⋅ x− x’ dω può essere riguardato, per n > 0 come un operatore, corrispondente nel dominio n delle x a moltiplicare per ∂ − δ( x − x’) ⋅ ∂x . Inoltre, essendo δ( x − x’) ⋅ M n ( x’, t , τ ) = δ( x − x’) ⋅ M n ( x, t , τ ) vale che: (a.18) W( x, t + τ ) = 1 + +∞ n ∂ M n ( x, t , τ ) ( ) − ⋅ − ⋅ ’ ( ’, ) ’ = δ x x W x t dx ∂x n! n=1 ∞ ∫ ∑ = 1 + −∞ n ∂ M n ( x, t , τ ) − ⋅ W( x, t ) ∂x n! n=1 ∞ ∑ A.2 Espansione di Kramers-Moyal Si voglia valutare la quantità tende a zero vale W( x , t + τ ) − W ( x , t ) , che al limite per τ che τ ∂ W( x, t ) , secondo la definizione di rapporto ∂t incrementale. Dalle considerazioni precedenti, si può esprimere W(x,t+τ) in termini di W(x,t) e quel rapporto incrementale si può riscrivere come: DIBE - Università degli Studi di Genova A5 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica W( x , t + τ ) − W ( x , t ) 1 ∞ ∂ n M n ( x , t , τ ) = ⋅ − ⋅ (a.19) W( x, t ) τ τ n=1 ∂x n! ∑ Il termine M n ( x, t , τ ) può essere considerato funzione di τ e sviluppato n! attorno allo 0 in serie di Taylor, ottenendo la a.20: (a.20) M n ( x, t , τ ) = 0 + D ( n ) ( x, t ) ⋅ τ + O( τ 2 ) n! Nello sviluppo precedente, O(τ 2 ) è una funzione che tende a zero per τ che tende a zero, di ordine superiore a 2. Si noti che se il processo stocastico x(t) è un processo Markoviano, la quantità D(n) dipende solo da x al tempo t e non da valori di x ad istanti precedenti. Resta dimostrato che, essendo { n τ E x ( t + ) − x ( t ) [ ] 1 (a.21) D ( n ) ( x, t ) = lim ⋅ τ →0 τ n! } x ( t )= x ’ la derivata temporale parziale di W(x,t) è calcolabile nel modo seguente: ∞ ∂ (a.22) W( x , t ) = ∂t n ∂ − [ D ( n ) ( x, t ) ⋅ W( x, t )] ∂x n=1 ∑ L'ultima espressione prende il nome di espansione di Kramers-Moyal e vale per la densità di distribuzione di probabilità di un qualsiasi processo aleatorio del tempo. DIBE - Università degli Studi di Genova A6 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica A.3 Moto Browniano Monodimensionale ed Equazione di Langevin Si è visto che la densità di distribuzione di probabilità di un qualsiasi processo stocastico non stazionario soddisfa l'equazione differenziale alle derivate parziali (a.22) ottenuta con l'espansione di Kramers-Moyal. Sotto una serie di considerazioni molto generali è possibile determinare i coefficienti D(n) senza che sia richiesta la conoscenza di W(x,t). Si consideri il seguente problema: è data una particella di massa m immersa in un fluido viscoso. L'equazione del moto in una dimensione di tale particella è in prima approssimazione un'equazione differenziale del secondo ordine deterministica e soddisfa la legge di Stokes. (a.23) m ⋅ dV +α⋅V = 0 dt La soluzione di questa equazione differenziale fornisce un'indicazione della dipendenza dai parametri m e α dell'evoluzione temporale della velocità della particella. (a.23a) V( t ) = V( t o ) ⋅ e − α⋅( t − t o ) m . L’equazione a.23 descrive bene il moto della particella quando m sia sufficientemente grande. Nei casi in cui questa ipotesi non è più soddisfatta, ma la particella può ancora considerarsi di tipo classico e di dimensioni ancora molto maggiori rispetto a quelle delle molecole del fluido, è conveniente introdurre un termine stocastico di forza F f , uniforme e isotropo in ogni direzione, caratterizzato da un valore atteso nullo, per includere l’effetto dell’agitazione termica. Dalla legge di equipartizione DIBE - Università degli Studi di Genova A7 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica dell’energia, si può derivare il valore della velocità dovuta a fenomeni di agitazione termica: (a.24) m 2 1 V = ⋅ K ⋅ T ⇔ V* = 2 2 V2 = K⋅T m Se il termine di attrito viscoso modella gli urti nella direzione del moto della particella con le molecole del fluido in cui essa è immersa (più rilevanti e consistenti quanto più è grande la velocità in quella direzione), il termine stocastico tiene conto degli urti mediamente non significativi, presenti quando la particella è ferma, essendo la temperatura del sistema diversa dallo zero assoluto. L’equazione che governa la dinamica della velocità della particella in soluzione, nelle ipotesi già fatte è formalizzabile nel modo seguente: (a.25) m ⋅ dV + α ⋅ V = Ff dt Dividendo ambo i membri per m, si giunge alla seguente equazione differenziale stocastica, in cui il contributo aleatorio è noto con il nome di forza di Langevin e si assume di tipo δ-correlato data la diversa scala temporale dei fenomeni che generano le fluttuazioni stocastiche a paragone con m , costante di decadimento del valore atteso di V(t). α (a.26) dV +γ⋅V = Γ dt dove il processo stocastico Γ è caratterizzato dalle seguenti proprietà: E{Γ( t )} = 0, E{Γ( t 1 ) ⋅ Γ( t 2 )} = q ⋅ δ( t 1 − t 2 ) . Dal punto di vista matematico, la a.26 è nota come equazione lineare di Langevin e la velocità V(t) è DIBE - Università degli Studi di Genova A8 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica ovviamente un processo aleatorio markoviano detto processo di OrnsteinUhlenbeck monodimensionale. Questa trattazione può essere generalizzata al caso più generale possibile, non lineare monodimensionale (a.27). (a.27) dV = h ( V, t ) + g ( V , t ) ⋅ Γ( t ) dt dove il segnale aleatorio Γ(t) è gaussiano e ha le seguenti proprietà statistiche: E{Γ( t )} = 0 E{Γ( t ) ⋅ Γ( t + τ )} = 2 ⋅ δ(τ ) Si può dimostrare che in queste ipotesi, i coefficienti non nulli dell'espansione di Kramers-Moyal per la densità di distribuzione di probabilità del processo V(t), sono soltanto i primi due: Si consideri ad esempio la definizione del primo coefficiente dello sviluppo della a.22: 1 (a.28) D (1) ( V, t ) = lim ⋅ E{ V( t + τ ) − V’} v ( t )= V’ τ →0 τ Si esprima in modo equivalente, l'equazione differenziale (a.27) in termini di un'equazione integrale (a.29). t +τ (a.29) V( t + τ ) − V’= ∫ h( V(ξ), ξ) + g( V(ξ), ξ) ⋅ Γ(ξ) ⋅ dξ t V(t+τ) con τ > 0 è una soluzione dell'equazione differenziale di partenza, tale che V(t) = V' con probabilità unitaria. Adesso se si sviluppano in serie DIBE - Università degli Studi di Genova A9 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica di Taylor attorno a V(ξ) = V’, le funzioni h e g che compaiono sotto il segno di integrazione, si ottiene che: (a.30) h( V(ξ), ξ) = h( V’, ξ) + ∂ h( V(ξ), ξ) ⋅ ( V(ξ) − V’) +.... ∂V V ( ξ) = V ’ (a.31) g( V(ξ), ξ) = g( V’, ξ) + ∂ g( V(ξ), ξ) ⋅ ( V(ξ) − V’) +.... ∂V V ( ξ) = V ’ e sostituendo nell’equazione integrale a.28 si giunge alla (a.32) V( t + τ )− V’= + t+τ t +τ t t ∫ h( V’, ξ) ⋅ dξ + ∫ ∂∂V h( V(ξ), ξ) t+τ t+τ t t V ( ξ) = V ’ ∫ g( V’, ξ) ⋅ Γ(ξ) ⋅ dξ + ∫ ∂∂V g( V(ξ), ξ) ⋅ ( V(ξ) − V’) ⋅ dξ+....+ V (ξ) = V ’ ⋅ ( V(ξ) − V’) ⋅ Γ( t ) ⋅ dξ+.... Ma per ogni occorrenza del termine [ V(ξ) − V’] nella a.32, si può sostituire k la a.33 , elevata alla k-esima potenza, applicando ancora lo sviluppo in serie di Taylor alle funzioni h e g sotto integrale. ξ ∫ (a.33) V(ξ) − V’= V( t + (ξ − t )) − V’= h( V(η), η) ⋅ g( V(η), η) ⋅ Γ(η) ⋅ dη t Se a questo punto si applica l'operatore di valore atteso E{ } ad ambo i membri della a.33, assumendo inoltre che 1 ε t < δ( t ) = lim δε ( t ) = lim ε 2 ε→0 ε → 0 0 altrimenti ξ 0 ∫ δ (η − ξ) ⋅ dη = ∫ δ ( x) ⋅ dx → 21 ε t e quindi che ε ε→0 t −ξ si dimostra la seguente relazione per i coefficienti dell'espansione, in virtù delle proprietà della distribuzione gaussiana e della δ-correlazione di Γ: DIBE - Università degli Studi di Genova A 10 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica D (1) ( V, t ) = h( V, t ) + D ( 2 ) ( V, t ) = g 2 ( V, t ) ∂ g ( V, t ) ⋅ g ( V, t ) ∂V D ( n ) ( V, t ) = 0 n ≥ 3 L’equazione di Fokker-Plank è un caso particolare di espansione di Kramers-Moyal, quando D ( n ) ( x, t ) = 0 ∀ n ≥ 3, e prende la forma: ∂ ∂ ∂2 (1) (a.34) W( x, t ) = − [ D ( x, t ) ⋅ W( x, t )] + 2 [ D ( 2 ) ( x, t ) ⋅ W( x, t )] ∂t ∂x ∂x Si dimostra infatti che se lo sviluppo dei coefficienti D(n) si ferma al primo, oppure al secondo termine (nel senso che per n>1 D(n) = 0), allora tutti i termini successivi sono nulli. Se questo non succede, allora esistono infiniti coefficienti D(n) non nulli (teorema di Pawula). L’ipotesi di markovianità, non è fondamentale, e può essere discussa l’evenienza in cui il processo sia generalmente non markoviano. Nelle ipotesi più generali possibili, se viene considerato un processo stocastico che soddisfa l’equazione non lineare di Langevin: dV dt = h( V, t ) + g( V, t ) ⋅ Γ( t ) W( V, t o ) = 1 ⋅ δ( V − v o ) con Γ( t ) processo stocastico qualunque purché δ-correlato V(t) è allora un processo stocastico markoviano, ovvero la sua probabilità condizionale a t = tn dipende solo da V(tn-1). Se la funzione di autocorrelazione di Γ(t ) non rispetta l'ipotesi, ovvero Γ( t ) è un rumore colorato, sotto certe ipotesi di regolarità della sua funzione di autocorrelazione si può sempre ricondurre il problema a quello del seguente DIBE - Università degli Studi di Genova A 11 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica sistema di equazioni, in cui il processo stocastico vettoriale è markoviano (in senso vettoriale generalizzato): dV dt = h( V, t ) + g( V, t ) ⋅ Γ( t ) dΓ ~ ~ dt = (...) + Γ( t ) Γ(t ) δ-correlato W( V, t o ) = 1 ⋅ δ( V − v o ) W(Γ, t o ) = 1 ⋅ δ(Γ − Γo ) A.4 Operatore di Fokker-Plank E' possibile giungere ad una notazione operatoriale per l'equazione di Fokker-Plank (a.34) appena introdotta, particolarmente utile per definire e chiarire alcune proprietà. L'equazione di Fokker-Plank può essere formalmente riscritta come: L FP = − ∂ (1) ∂2 ( 2) D ( V, t ) + ( V, t ) 2 D ∂V ∂V ∂ W( V, t ) = L FP W( V, t ) ∂t oppure ancora come ∂ ∂ W( V, t ) = − S ∂t ∂V ∂ S = D (1) ( V, t ) − D ( 2 ) ( V, t ) W( V, t ) ∂t In quest’ultima forma, l’equazione ha la forma di un'equazione di continuità per W, in cui S assume il ruolo di una densità di corrente di probabilità. In altri termini, si sarebbe potuto scrivere, in analogia con la teoria dei campi elettromagnetici ∂ W( V, t ) = −∇ V ⋅ S ⇔ ∂t ∂ ρ = −∇ ⋅ J , dove ∂t DIBE - Università degli Studi di Genova ρ è una A 12 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica densità di carica elettrica volumetrica e J il vettore densità di corrente di conduzione elettrica. Nel caso particolare in cui nell'equazione non lineare di Langevin, le funzioni h e g non dipendano dal tempo, a meno di un cambio di variabile si può sempre ricondurre l'equazione di Fokker-Plank all'equazione di Smoluchowski, introducendo la funzione potenziale per la dinamica di V(t): (a.35) ∂ ∂ ∂ W( V , t ) = − S S = D (1) ( V, t ) − D ( 2 ) ( V, t ) W( V, t ) ∂t ∂V ∂t D = costante La soluzione stazionaria che si ottiene mettendo a zero il primo membro di questa equazione, diventa la soluzione di un'equazione differenziale lineare a coefficienti costanti con termine forzante: f ( x) (a.36) f ( V) f ( V) V ∂ − − e D D⋅ Wst ( V, t ) = − f ’⋅Wst ( V, t ) − S ⇒ Wst ( V, t ) = k ⋅ e D − S ⋅ e D ⋅ ∫ ⋅ dx ∂V D La costante k viene fissata dalla condizione imposta dal secondo assioma della teoria delle probabilità: ∫W st ( V, t ) ⋅ dV = 1 ∀t . A.5 Diffusione oltre Barriera e Tempo di Primo Attraversamento E' possibile considerare il caso di attraversamento di una barriera di potenziale, nel caso di soluzione stazionaria. La formula di Kramers per la determinazione della frequenza media di attraversamento della soglia, DIBE - Università degli Studi di Genova A 13 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica discende dall’osservazione del bilancio fra la densità di corrente di probabilità (S) e il prodotto fra la probabilità che V sia al minimo del potenziale (p) per la probabilità di fuga da esso (Rk). f(V) 100 S 50 0 ∆f -50 -100 -20 -15 -10 V min -5 V max 0 5 Fig. A.1: Profilo della funzione potenziale e fuga dalla buca per diffusione. V ∫ 1 p 1 2 − (a.37) = = ⋅ e Rk S D V 1 A f ( V) f ( V) D dV ⋅ e D dV ∫ Vmin Nella precedente equazione, V1 e V2 sono dei valori di V attorno al minimo Vmin, mentre A è un valore di V per il quale W(A,t) è infinitesima, ovvero A >> Vmax. La a.37 può essere valutata direttamente o approssimata, integrando per serie di potenze, ottenendo in questo caso: − 1 (a.38) R k ≈ f ’’( Vmin ) ⋅ f ’’( Vmax ) ⋅ e 2π ( f ( Vmax ) − f ( Vmin ) ) D DIBE - Università degli Studi di Genova A 14 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Appendice B B.1 Integrazione Numerica di Equazioni Differenziali Deterministiche Il caso più generale che si vuole esaminare è quello della soluzione numerica di un sistema di equazioni differenziali del prim’ordine, deterministiche. Può essere dimostrato che una equazione differenziale o un sistema di equazioni differenziali qualunque, possono essere trasformati in un sistema differenziale del prim’ordine che ammette le stesse soluzioni dell’equazione o sistema originari, nelle ipotesi di esistenza e unicità del teorema di Cauchy. Sia x( t ) il vettore di stato, e x( t o ) = x o la condizione iniziale del sistema: (b.1) dx = f ( x, t ) dt DIBE - Università degli Studi di Genova B1 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica L’equazione b.1 insieme con la condizione iniziale ammette unica soluzione in ipotesi di generale regolarità (lipschitzianità) della funzione vettoriale generatrice del sistema, f ( ⋅ , ⋅) . In questo caso, trovare numericamente la soluzione con un metodo numerico iterativo a passo fisso, significa generare una successione di vettori x1* , x 2 * , x 3* , x 4 * , x 5* ,... ciascuno corrispondente ad un istante temporale multiplo intero di h (passo di integrazione del metodo numerico). Tale sequenza può essere generata per esempio attraverso il metodo di Eulero, che approssima un’equazione differenziale con un’equazione alle differenze finite, sostituendo alla derivata temporale il rapporto incrementale corrispondente. Quello che si ottiene è la formula di definizione per ricorrenza di una successione numerica reale, per ogni componente del vettore di stato. Si consideri per semplicità il caso scalare: data la funzione x = g(t), si può verificare che calcolando in tk+1 lo sviluppo di g(t) in serie di Taylor (b.2), esteso ai primi due termini e centrato in tk, la sua derivata prima temporale può essere approssimata nel modo indicato dalla b.3. dg ⋅( t − t ) dt t k k +1 k (b.2) g( t k +1 ) ≅ g( t k ) + (b.3) g( t k +1 ) − g( t k ) g( t k +1 ) − g( t k ) dx ≅ = dt t k h ( t k+1 − t k ) ( t k+1 − t k ) =h per ogni k. L’equazione alle differenze finite ottenuta con il metodo di Eulero può essere scritta come segue: (b.4) x k +1 ≅ x k + f k ( x k ) = Fk ( x k ) dove x k = x( t k ) e Fk ( x k ) = h ⋅ f ( x k , t k ) DIBE - Università degli Studi di Genova B2 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Tale sequenza xk può essere calcolata mediante la definizione ricorrente b.4, quando sia nota la condizione iniziale xo. Il metodo di Eulero è solo uno di numerosi metodi numerici, che si distingue per il modo in cui viene approssimata la derivata prima del vettore di stato (b.3), e quindi nel modo in cui si approssima la soluzione reale con la soluzione lineare a tratti x1* , x 2 * , x 3* , x 4 * , x 5* ,... . Il significato di convergenza di tale sequenza di vettori alla soluzione reale è esemplificato dalla b.5, in cui si afferma che fissata una metrica opportuna nello spazio degli stati, l’errore commesso agli istanti multipli interi di h è maggiorato da una funzione di h, decrescente e positiva. (b.5) [ }] { Dist g( t ) ; x1* , x 2 * , x 3* , x 4 * , x 5* ,... ≤ Err( h ) dove lim Err( h ) = 0 h→0+ Il metodo numerico impiegato più frequente nei capitoli precedenti è quello di Runge-Kutta, i cui passi formali sono riportati di seguito, per il caso vettoriale. * =x * + h⋅ 1 ( k1n + 2 ⋅ k 2 n + 2 ⋅ k 3n + k 4 n ) 6 (b.6) x (b.7) k 1n = f ( t n , x n ) (b.8) h * h k 2 n = f ( t n + , x n + ⋅ k 1n ) 2 2 (b.9) h * h k 3n = f ( t n + , x n + ⋅ k 2 n ) 2 2 n +1 n * * (b.10) k 4 n = f ( t n + h, x n + h ⋅ k 3n ) B.2 Simulazione del Modello Integra-e-Spara DIBE - Università degli Studi di Genova B3 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Si consideri l’equazione che esprime l’evoluzione temporale del potenziale di membrana sotto-soglia, nel modello deterministico integra-e-spara. A meno del cambiamento di variabile citato più volte nel capitolo 2, senza alcuna perdita di generalità si prende in considerazione l’equazione: (b.11) dU = −α ⋅ U + n dt U≤∆ Nella b.11, α e n sono quantità costanti rispetto al tempo, così che tale equazione lineare e a coefficienti costanti, può essere risolta in forma chiusa: (b.12) U ( t ) = ( n ⋅ 1 − e −α ⋅( t− t o ) α ) dove U(t o ) = 0 Tale soluzione consente, in queste ipotesi, di conoscere il valore di U in un istante t qualunque, è quindi è semplice individuare la condizione di attraversamento della soglia, trovando l’istante t * : U ( t * ) = ∆ . Nel caso in cui n sia una funzione del tempo, anche se la forma generale della soluzione U(t) può essere determinata, il calcolo dell’istante di attraversamento della soglia non è generalizzabile. In questo caso, è richiesta l’inversione di una funzione integrale (equazione 2.22), in generale non valutabile analiticamente in forma chiusa. Esiste un metodo di soluzione di diverso tipo, generalizzabile ad una varietà di situazioni diverse. Si è già discusso, nel paragrafo precedente, della necessità di discretizzazione dell’asse dei tempi, e dell’impiego di tecniche di integrazione numerica, per la simulazione dei sistemi dinamici a tempo continuo. Si cercano, anche in questo caso, delle procedure di tipo iterativo, per l’integrazione di equazioni come la b.1. In alcuni casi molto semplici, come quello in cui n = costante, l’utilizzo di una metodologia iterativa DIBE - Università degli Studi di Genova B4 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica consente di ridurre computazionalmente la complessità dell’algoritmo di simulazione. Si voglia per esempio valutare la soluzione U(t) ad un istante generico tk, kesimo multiplo intero del passo di integrazione ∆t. Dalla b.12, segue direttamente che (b.13) U k = ( n ⋅ 1 − e −α ⋅( t k − t o ) α ) Questo calcolo richiede, in termini di operazioni in virgola mobile, almeno due prodotti, una somma e la valutazione dell’esponenziale. Per le proprietà di questa funzione però è possibile esprimere Uk come funzione del valore precedente di U, ovvero U(tk-1) = f(Uk), dal momento che ( t k − t k −1 ) = ∆t , essendo la funzione esponenziale una autofunzione della b.1. (b.14) U k = n n + U k −1 − ⋅ e −α ⋅∆t α α Uo = 0 Utilizzando la b.14, sono richieste soltanto due somme e un prodotto, seppure sia necessario disporre del valore di U all’iterazione precedente. Nel caso generico, in cui n = n(t), l’equazione precedente non è ovviamente utilizzabile e si ricorre per esempio, al metodo di Eulero. In queste ipotesi, l’equazione alle differenze finite che approssima, nel senso definito nel paragrafo B.1, l’equazione differenziale b.1 è la seguente dove nk = n(tk): (b.15) U k ≅ (1 − α ⋅ ∆t ) ⋅ U k + ∆t ⋅ n k Chiaramente, mentre per la b.14 poteva essere scelto un intervallo temporale ∆t qualsiasi per effettuare l’iterazione, in quest’ultima equazione il passo di integrazione deve essere fisso e sufficientemente piccolo. Il numero di operazioni richiesto è limitato: due prodotti e una somma. DIBE - Università degli Studi di Genova B5 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica La simulazione al calcolatore del modello stocastico di neurone integra-espara (2.51) richiede invece la generazione di un processo stocastico gaussiano bianco. Occorre però, fare molta attenzione alla tecnica di discretizzazione della b.1, che diventa adesso un’equazione differenziale stocastica. Le metodologie utilizzate nel caso deterministico, insieme con tutti i metodi numerici discussi nel primo paragrafo, non sono validi, ed è necessario approfondire il ragionamento. Il segnale n(t) è per definizione un segnale che non può essere campionato, in accordo con il teorema di Nyquist. Infatti, nel dominio delle frequenze non esiste una frequenza oltre la quale la densità spettrale di potenza del segnale è trascurabile: per definizione stessa di rumore bianco, il segnale n(t) gode delle stesse proprietà su tutto lo spettro delle frequenze. Si studi comunque la soluzione in forma chiusa, che si deriverebbe nel caso deterministico: (b.16) U( t ) = U o ⋅ e −α ⋅( t − t o ) + ∫ e −α ⋅( t − t o − x ) ⋅ n ( x ) ⋅ dx t to Pur utilizzando la stessa notazione, l’operatore di integrale della b.16 è da interpretarsi in modo diverso dal solito (nel senso di Ito) (Papoulis, ‘91). Si voglia valutare l’espressione di U, in funzione del valore al passo precedente. (b.17) U ( t + ∆t ) = e −α ⋅∆t ⋅ U ( t ) + ∫ t + ∆t t Poichè e −α ⋅( t − t o + ∆t − x ) ⋅ n( x ) ⋅ dx 0 < t + ∆t − x < ∆t ⇒ e −α ⋅( t− t o + ∆t − x ) ≅ 1 , e prendendo per convenzione to=0, t + ∆t (b.18) U ( t + ∆t ) = e −α ⋅∆t ⋅ U ( t ) + ∫ n( x ) ⋅ dx t DIBE - Università degli Studi di Genova B6 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Dal momento che n(t) è un processo stocastico stazionario, le proprietà statistiche dell’integrale su di un qualunque intervallo di tempo di dimensione ∆t, sono le stesse e la b.18 può essere riscritta nel modo seguente: (b.19) U( t + ∆t ) = e −α ⋅∆t ⋅ U( t ) + w( t ) ∆t w( t ) = ∫ n( x ) ⋅ dx 0 Da questo punto di vista, la quantità w(t) rappresenta un nuovo processo stocastico, precisamente l’uscita di un integratore alimentato da un rumore bianco. Tale processo è noto come processo di Wiener-Levy, e per le caratteristiche di linearità dell’operazione di integrazione, se n è gaussiano a valore medio nullo e varianza σ2, w(t) è ancora gaussiano a valore medio nullo, ma a varianza data da (b.20) E{ w 2 } = σ 2 ⋅ ∆t E’ chiaro che per la simulazione di una equazione differenziale stocastica come la b.1, soggetta ad un segnale n(t) gaussiano e bianco, è necessaria una procedura iterativa diversa dalla b.15, valida nel solo caso discreto: (b.21) U k = e − α⋅∆t ⋅ U k −1 + σ ⋅ ∆t ⋅ rnd k Nella precedente espressione, rnd k è un numero pseudocasuale generato ad ogni passo di iterazione, distribuito con una densità di distribuzione di probabilità normale, a valore medio nullo e varianza unitaria. Una formulazione equivalente alla b.21, quando il passo di integrazione sia molto piccolo, è ottenibile sostituendo all’esponenziale il suo sviluppo in serie di Taylor esteso ai primi due termini. (b.22) U k ≅ (1 − α ⋅ ∆t ) ⋅ U k + σ ⋅ ∆t ⋅ rnd k DIBE - Università degli Studi di Genova B7 Simulazione dello Sviluppo di una Rete di Neuroni Regolato da Processi Bioelettrochimici Dipendenti dall’Attività Elettrica Riferimenti Bibliografici 1. Abbott, L.F. and Kepler, T.B., Model Neurons: from Hodgkin-Huxley to Hopfield, in Statistical Mechanics of Neural Networks, 1990, L. Garrido ed. Springer Verlag, Barcelona. 2. Abbott,L.F. and LeMasson, G., Analysis of Neuron Models with Dynamically Regulated Conductances, 1993 Neural Computation 5, 823842. 3. Amit, A. and Brunel, N., Model of global spontaneous activity and local structured activity during delay periods in the cerebral cortex, 1996 Cerebral Cortex. 4. Barinaga, M., New Clue to Brain Wiring Mystery, 1995 Science, Vol. 270, 581. 5. Buchholtz, F., Golowasch, J., Epstein, I.R. and Marder, E., Mathematical Model of an Identified Stomatogastric Ganglion Neuron, 1992 J. of Neurophys., Vol. 67, No. 2, 332-349. 6. 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