quaderno operativo INTRODUZIONE IL LEONE EMIL CARIÈ (Prendersi cura) DENTRO UNA BOCCA (Entriamo in una bocca) DENTI BESTIALI (Denti, bocche, ventose) CON UNO SPAZZOLINO TRA I DENTI SOGNI DOLCI (Basta un poco di zucchero) PAROLE IN VIAGGIO (Divertischeda) CHE GUSTO IL DENTIFRICIO! (Spremi informazioni dal tubetto) RITRATTI ANIMATI (Sorrisi dipinti) Fra parentesi i capitoli del libretto Volersi bene e voler bene, cui fanno riferimento le schede. Legenda ATTIVITÀ DA SVOLGERE A SCUOLA ATTIVITÀ DA SVOLGERE A CASA 3 4 6 8 10 12 14 16 18 Il Quaderno operativo è uno strumento per continuare la riflessione sul prendersi cura del sé e degli altri in modo ludico e interattivo, all’interno di un contesto educativo scolastico e famigliare. Si rivolge ai bambini dai 5 anni in su, ed è pensato per essere utilizzato anche insieme agli adulti. Le schede e le attività proposte infatti possono essere usate sia dai genitori che dagli insegnanti per accompagnare il bambino in questo percorso di conoscenza. La finalità del quaderno è quella di aiutare il bambino a imparare a volersi bene e a voler bene dando spunti e suggerimenti per il confronto in classe e a casa. Rapportarsi con i pari infatti è importante quanto con la propria famiglia, che da sempre costituisce lo specchio dal quale attingere le conoscenze del proprio “io”. Quante volte i bambini si saranno sentiti dire che assomigliano al papà piuttosto che alla nonna, quante espressioni riflesse avranno percepito e quanti piccoli gesti del prendersi cura quotidiano avranno interiorizzato. È in ambito famigliare che i bambini si riconoscono nelle fasi evolutive della propria crescita condividendo i gesti quotidiani della cura e il nostro quaderno non poteva certo esimersi dall’includere anche la casa, “oltre la scuola”, in questo cammino di conoscenza. 3 C’era una volta un leone di nome Emil. Viveva in una bellissima caverna, circondata da una natura straordinaria. Era il primogenito del Re ed era destinato a governare, un giorno, su tutti gli animali della foresta. Aveva numerosi servitori: iene di compagnia, pinguini camerieri (arrivati direttamente dal Polo come regalo di compleanno), elefanti giocolieri, scimmie e babbuini come buffoni e saltimbanchi, tutti pronti a eseguire ogni suo comando. Quando Emil diceva “Voglio che tutte le mie iene di compagnia si mettano a ridere!”, tutte le iene ridevano e quando diceva “Voglio che tutti i miei elefanti saltino, le mie scimmie si abbraccino e i miei babbuini urlino!”, gli elefanti saltavano, le scimmie si abbracciavano strette strette e i babbuini urlavano forte. Abituato a comandare e troppo viziato, Emil era diventato capriccioso, sempre di cattivo umore e a niente servivano gli sforzi dei suoi servitori per farlo diventare più allegro. Con quel suo modo di fare, non aveva amici: i principi e le principesse leoni e i duchi e le duchesse leopardo dei regni vicini si stancavano della sua triste compagnia. Emil, poi, faceva infuriare il Re e la Regina perché non voleva mai fare il bagno, non si spazzolava il pelo, mangiava assai poco e non gli piaceva niente. Apprezzava solo le buone torte che il cuoco Ippo gli preparava ogni giorno per metterlo di buon umore: 100 bignè di banana, 15 torte al cioccolato e 150 gelatine di frutta non mancavano mai sulla tavola di Emil, accompagnate da bibite dolci. Un giorno il nostro principe si alzò con una grande stanchezza addosso e, soprattutto, con un gran mal di denti. Il Re e la Regina fecero chiamare i dottori animali più bravi di tutti i regni per capire che cosa avesse. In tanti arrivarono alla grotta: l’infermiera Giraffa e il Dott. Formichiere, il Dott. Rinoceronte e la Dott.ssa Zebra. Dopo averlo visitato, all’unisono comunicarono il loro responso: “Il Principe è stanco perché non assume abbastanza minerali e vitamine”. “Vitamine e minerali? Ma che cosa sono?”, chiesero il Re e la Regina. “Sono delle sostanze presenti nella frutta e nella verdura che aiutano il nostro corpo a funzionare bene!”, risposero i dottori. Ma nessuno riusciva ad avvicinarsi a Emil per esplorare la sua bocca dolorante. Intervenne prontamente il Dott. Filli, un saggio dentista specializzato nella cura dei denti dei coccodrilli che abitavano il fiume. Si introdusse nella bocca del leoncino, cominciò l’esplorazione e dopo vari “Ohh”, “Ma guarda”, “Non è possibile”, Filli comunicò il suo verdetto: “Emil ha dei denti cariati, le gengive tutte arrossate e anche l’alito è sgradevole!” e scherzosamente lo soprannominò Emil Cariè. Furono 4 così portati alla caverna enormi cesti di frutti buonissimi e ortaggi colorati, per combattere la stanchezza, e fu spiegato ad Emil Cariè e ai suoi genitori che, se voleva stare bene, doveva mangiarne un po’ ogni giorno. Il Dott. Filli diede poi le sue indicazioni per migliorare l’igiene della bocca. Messi in pratica tutti i preziosi consigli degli animali dottori nel giro di pochi giorni la stanchezza e il mal di denti passarono e tornò sul suo musetto il buon umore. Con il buon umore tornarono a trovarlo anche i principini e le principesse leone e i duchi e le duchesse leopardo dei regni vicini, e insieme si divertirono un mondo a preparare merende di frutta e a prendersi cura del proprio pelo e della propria bocca. E le iene dame di compagnia, i pinguini camerieri, le scimmie giocoliere, i babbuini saltimbanchi, che fine avevano fatto? Quando tornarono alla caverna a lavorare, dopo una settimana di ferie al mare, furono coinvolti nei nuovi giochi e attività di Emil. Perché Emil fu soprannominato Cariè? Secondo voi, quali sono le regole che il Dott. Filli diede a Emil? Disegna il leone Emil Cariè! Commenta la fiaba e fai un disegno con le azioni che Emil deve compiere per stare meglio. 5 La bocca è formata da una grande cavità chiusa sul davanti dalle labbra. Dietro le labbra ci sono i denti che servono per masticare i cibi. Sul pavimento della bocca c’è la lingua, un organo formato da un muscolo dotato di grande mobilità, che prende parte sia alla digestione dei cibi sia all’articolazione della parola. Il soffitto della bocca è formato dal palato, davanti si trova il palato duro contro il quale si appoggia la lingua per articolare le parole e rimescolare i pezzetti di cibo, dietro vi è il palato molle. Se spalanchi la bocca, nella zona del palato molle, puoi vedere il velopendulo, una parte molle e rosea. Ovunque vediamo la saliva, prodotta dalle ghiandole salivari, che lubrifica e protegge la bocca da corpuscoli abrasivi e da eccessi di batteri e di acidità. La bocca si utilizza per masticare i cibi, per percepire i sapori, per parlare e per respirare. Nella bocca comincia la digestione e risiede anche il senso del gusto che ci permette di distinguere i sapori. Le labbra, i denti, il palato duro e la lingua prendono parte a un’altra importante funzione, l’articolazione delle parole e dei suoni. I muscoli facciali sono i responsabili di tutte le espressioni che facciamo con il nostro volto. Sono inseriti nella pelle e la loro funzione è di consentire alla bocca svariati movimenti ed espressioni: ci sono muscoli che aiutano a masticare e a soffiare, altri che permettono di suonare il flauto o di emettere le consonanti, altri ancora permettono di sorridere. All’interno della bocca puoi osservare i denti, ognuno dei quali ha una sua forma e una sua specifica funzione. Gli uomini sono onnivori e per questo hanno bisogno di diversi tipi di denti. I carnivori hanno bisogno di denti affilati per infilzare e strappare il cibo, mentre gli erbivori hanno bisogno di denti più piatti per sminuzzare e macinare. Per tagliare e strappare gli alimenti ti servono i denti davanti, incisivi e canini, mentre per triturare il cibo durante la masticazione intervengono i denti posteriori come i molari. Attività • Puoi giocare in coppia al MIMO. Scegli un cartoncino e leggi l’espressione indicata. Prova a riprodurla e fai indovinare al compagno. • Emettidelleparoleeosservaqualipartidellaboccasonocoinvolte. • Osservaisorrisidichitistavicino.Possiamosorrideresenzamostrareinostri denti? Cosa succede? 6 SORRISO BRONCIO FELICITÀ PAURA RIDERE DISGUSTO NOIA DERIDERE TRISTEZZA RABBIA SORPRESA CATTIVERIA Gli animali, come tutti gli esseri viventi, hanno bisogno di alimentarsi per vivere. Si possono distinguere tre tipi di animali, a seconda della loro alimentazione: erbivori, carnivori e onnivori. Gli animali che mangiano soltanto vegetali si chiamano erbivori. Alcuni mammiferi, come le giraffe, gli elefanti, le zebre, l’orso panda, le mucche, i cavalli, i conigli, i cervi e le pecore, sono erbivori. Alcuni insetti, come le termiti, si nutrono solo di vegetali. Le api, le farfalle, i pipistrelli e i colibrì succhiano il nettare dei fiori. Gli erbivori hanno denti o becchi robusti per strappare e triturare foglie ed erbe, sminuzzare radici e rami, rompere gusci e semi. 8 Gli animali che si nutrono di carne si chiamano carnivori. Molti carnivori sono predatori; cioè vanno a caccia delle prede di cui si cibano. I leoni, i leopardi, le tigri, i lupi, i pescecani, le aquile e i ragni sono animali carnivori. I carnivori hanno denti o becchi appuntiti, taglianti e lunghi per strappare la carne; molti carnivori sono dotati di artigli per ferire e uccidere la preda. Gli animali che si nutrono sia di piante sia di altri animali si chiamano onnivori. I topi, l’orso bruno, l’orso grigio e le formiche sono animali onnivori. Gli onnivori hanno denti o becchi di vario tipo, adatti a mordere, strappare, rompere, masticare. Gli uccelli si sono adattati ai cibi più disparati: ci sono uccelli carnivori, uccelli granivori e uccelli con alimentazione mista. Ma anche all’interno di queste tre grandi categorie esiste un’incredibile varietà di regimi. Ci sono varie tipologie di becco, che mostrano diversi adattamenti da parte dei pennuti, avvenuti soprattutto per potersi procurare il cibo in base alle proprie abitudini alimentari. Per questo motivo, per esempio, i predatori hanno becchi ricurvi per strappare la carne delle carcasse delle loro prede, i colibrì hanno becchi lunghi e affusolati per arrivare al nettare presente nella parte più nascosta dei fiori, mentre le spatole hanno un becco con una forma che permette di filtrare l’acqua, procurandosi cibo. Collega ogni specie all’immagine giusta I rapaci notturni e diurni hanno un becco adunco per cacciare piccole prede. I passeriformi insettivori hanno un becco sottile e appuntito per catturare larve e insetti. I passeriformi granivori hanno un becco grande e massiccio per spezzare i semi. Identifica gli animali in base alla loro dentatura. Cerca altre immagini di animali che conosci: ritaglia o disegna le loro dentature. 9 Un salto nel tempo Avere denti bianchi che diano luce al sorriso è stata quasi sempre l’aspirazione di tutti, fin dall’antichità. Gli archeologi hanno trovato tracce dell’antenato dello spazzolino da denti addirittura tremila anni prima di Cristo. Un bastoncino da masticare, ridotto in sottili fibre, serviva bene per asportare i resti di cibo tra dente e dente. Un oggetto semplice ed efficace, tanto che ancor oggi si trovano in commercio ramoscelli di Salvadora Persica, quali sostituti dello spazzolino. Il primo spazzolino come lo conosciamo noi fece la sua comparsa alla corte di Francia circa 400 anni fa, riscuotendo da subito un enorme successo. Molte persone appartenenti ai ceti più ricchi iniziarono a portarlo appeso al collo come un pendaglio di collana. Naturalmente, essendo diventato un oggetto di gran lusso, aveva il manico d’oro e d’argento ornato da pietre preziose. Da circa 80 anni gli spazzolini vengono invece realizzati in plastica con setole sintetiche, di nylon e questo ne ha fatto per nostra fortuna degli oggetti economici, accessibili a tutte le tasche. Non abbiamo davvero più scuse per non usarli dopo ogni pasto! Strategie per un buon spazzolamento Lo spazzolino, con la sua azione di strofinamento, toglie la placca diventando così il principale strumento per la prevenzione della carie, una degenerazione della superficie dei denti causata dai batteri presenti nella bocca. Ritaglia le tessere del Memory e gioca. 10 RITAGLIA LE TESSERE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA E GIOCA CON IL TUO MEMORY PER UN’ACCURATA IGIENE ORALE LE 11 REGOLE PER I DENTI SANI SPAZZOLA ACCURATAMENTE LA TUA LINGUA NON DIMENTICARE FILO INTERDENTALE LIMITA CARAMELLE E DOLCI COME FINE PASTO O SPUNTINI E LAVA I DENTI ACCURATAMENTE DOPO AVERLI CONSUMATI LATTE E LATTICINI SONO UN TOCCASANA SCEGLIERE ALIMENTI FRESCHI FA BENE ALLA SALUTE ANCHE DEI DENTI È OPPORTUNA UNA VISITA DAL DENTISTA LAVA I DENTI ALMENO DUE VOLTE AL GIORNO FATTI CONSIGLIARE UN BUON DENTIFRICIO DAL TUO DENTISTA E COLLUTTORIO BEVI MOLTA ACQUA AIUTA LA PULIZIA DI BOCCA E DENTI PER I DENTI IN OGNI FASE DELLA VITA LA GOMMA DA MASTICARE VA USATA IN EMERGENZA E NON SOSTITUISCE SPAZZOLINO E DENTIFRICIO ALMENO UNA VOLTA L’ANNO LO SPAZZOLINO VA CAMBIATO OGNI 2 MESI O SE SI PRESENTA MOLTO USURATO O EG N SA LE Le 11 regole per i denti sani Limita caramelle e dolci come fine pasto o spuntini e lava i denti accuratamente dopo averli consumati. Per un’accurata igiene orale lava i denti almeno due volte al giorno. Latte e latticini sono un toccasana per i denti in ogni fase della vita. Fatti consigliare un buon dentifricio dal tuo dentista. La gomma da masticare va usata in emergenza e non sostituisce spazzolino e dentifricio. Spazzola accuratamente la tua lingua. Scegliere alimenti freschi fa bene alla salute anche dei denti. Non dimenticare filo interdentale e colluttorio. È opportuna una visita dal dentista almeno una volta l’anno. Bevi molta acqua aiuta la pulizia di bocca e denti. Lo spazzolino va cambiato ogni 2 mesi o se si presenta molto usurato. 1 NT DE ER EP GO RE N SA LE 1 N DE Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” non significa solo saziarsi. Consumare cibi buoni e di qualità in un ambiente amichevole, mangiare un po’ di tutto ma in quantità adeguate è infatti altrettanto importante. Non esistono cibi “proibiti” e neppure cibi “miracolosi”: una dieta bilanciata, combinata a uno stile di vita attivo che preveda la pratica quotidiana di attività fisica, aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato, permettendo una crescita più armoniosa da un punto di vista fisico e più serena da un punto di vista psicologico. Per la nostra salute una regola fondamentale è quella di avere una dieta variata, una buona igiene e una corretta cura dei denti. Non tutti i cibi sono adatti alla salute dei denti, ma con qualche accortezza possiamo consumarli ugualmente. Pulirsi regolarmente e correttamente i denti ogni giorno è l’unico modo per mantenere la bocca in buona salute. I denti andrebbero lavati dopo ogni pasto: con lo spazzolamento dei denti si asporta la placca batterica, responsabile dell’insorgere della carie. Se non si può procedere a una pulizia adeguata (per esempio quando si mangia fuori casa) può essere sufficiente rimuovere i grossi residui alimentari e masticare un chewing-gum senza zucchero. La pulizia dei denti prima di coricarsi alla sera è uno dei capisaldi dell’igiene orale: durante la notte, infatti, la riduzione della secrezione salivare e dei movimenti di guance e lingua favoriscono lo sviluppo dei batteri e l’accumulo della placca. Fai il Memory. 12 La proposta di partenza è molto semplice. Si arricchirà strada facendo grazie al grado di coinvolgimento dei bambini e all’intervento dell’insegnante che guiderà il viaggio tra le parole facilitando e incoraggiando le domande (quelle impertinenti comprese) e favorendo ipotesi, ragionamenti, scoperte… L’obiettivo della proposta fatta ai ragazzi non è una sorta di verifica nascosta, perché si lavorerà sui vuoti e non sui pieni: si comincia dalle parole che si ricordano più facilmente, ma si procede proponendone e incontrandone altre che a queste possono essere collegate per diverse ragioni. La parola tridente non ha nulla a che vedere con i nomi dei nostri denti, con processi di masticazione o di cura della nostra dentatura. Si riferisce generalmente a un attrezzo d’uso comune, che ha però una forma caratteristica: tre punte, tre denti. Quindi è una parola che potremo tenere nella nostra lista più generale, mentre non la inseriremo in quella dove collochiamo le parole che hanno un riferimento esplicito e denotativamente preciso alla bocca e ai denti che contiene e alla loro funzione. Una parola come colorificio potrà invece essere collocata senza alcuna difficoltà nella lista delle parole non pertinenti pur avendo una certa assonanza con dentifricio. Per quello che ci proponiamo non è necessario entrare più in dettaglio sull’origine delle parole e sulla scienza che le studia, l’etimologia appunto. Come si può immaginare, il viaggio tra le parole potrà estendersi su una molteplicità di significati, più o meno collegati o collegabili. Si potranno anche scoprire parole che acquistano significati denotativi diversi a seconda dei contesti in cui vengono usate: es. colletto è il nome di una parte del dente ma può denotare anche una parte-componente specifica di una camicia. Per questa ragione si fornisce un semplice insieme di parole per dare inizio al gioco cominciando a raccogliere parole ascoltate, ricordate, intese solo in parte e a sceglierne altre per considerarne i collegamenti possibili o improbabili e a disporle opportunamente in liste che sceglieremo insieme ai ragazzi. La proposta può essere fatta dando una lista di tre parole, ciascuna delle quali si presta a essere collocata in una lista specifica (vedi pagina a fianco). Queste poche parole, messe in relazione per valutarne collegamenti possibili, alle quali si aggiungeranno quelle, pertinenti o meno, che l’insegnante riterrà di suggerire, di sollecitare o di raccogliere, verranno rapidamente moltiplicate anche perché entreranno in campo i comportamenti, le azioni, gli strumenti, consentendo di proseguire il gioco fino a quando lo si riterrà divertente. Del resto un bel gioco dura o può durare anche poco. 14 Sa di fragola o di che? Spesso i dentifrici per i bambini presenti sul mercato esagerano con dolcificanti e coloranti, puntando per la vendita sul gusto e l’aspetto. In realtà il dentifricio non deve essere confuso con una caramella o qualcosa di buono da mangiare. Il prodotto giusto deve essere scelto in maniera consapevole, leggendo con attenzione le informazioni riportate sulla confezione. Una cosa a cui prestare attenzione, per esempio, è il contenuto in fluoro, fondamentale per la salute dei denti. Altro elemento importante da tenere in considerazione sono i coloranti. Guardate in etichetta tra gli ingredienti, si riconoscono perché indicati con CI e un numero, un buon dentifricio non dovrebbe contenerne. Infine occhio alla scadenza, il dentifricio si conserva normalmente per 12 mesi dopo l’apertura. Di cosa è fatto? Generalmente un tubetto di dentifricio oggi è preparato principalmente con abrasivi, sostanze ad azione umettante, una piccola parte di detergenti e infine una lunga serie di ingredienti con proprietà varie: addensanti, coloranti e aromatizzanti. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta. Abrasivi. La funzione degli abrasivi è quella di rimuovere macchie o particelle di cibo, non servono a sbiancare, ma aiutano a rimuovere le sostanze che causano l’ingiallimento dello smalto. Umettanti. Gli umettanti svolgono un ruolo centrale: non solo impediscono l’essiccazione del prodotto e contribuiscono a conservarlo, ma partecipano attivamente a renderlo gradevole. Detergenti. Queste sostanze sono necessarie nei dentifrici in quanto dotate di proprietà detergenti e schiumogene. Addensanti. Gli addensanti consentono una buona applicazione sullo spazzolino e una buona stendibilità. Conservanti. I conservanti sono una famiglia di sostanze che, come si indovina dal nome, garantiscono la conservazione del prodotto. Aromatizzanti. Si tratta di essenze che rendono gradevole il gusto del dentifricio. È grazie agli aromi che lavarsi i denti non è solo un dovere, ma diventa spesso un piacere. 16 Osserva il tubetto • Qualisonoicoloripredominanti? • Cisonodisegnioimmaginichetipiacciono? • Cisonodellescrittechetiincuriosiscono?Perché? Cerca l’etichetta del dentifricio che hai a casa e compila la scheda • Nomedelprodotto • Validitàsuccessivaall’apertura • Nomedelproduttore • Pesonetto • Quantisonogliingredienti • Qualèilprimoingredientechecompareinetichetta? • Dosiconsigliateoprecauzionid’uso 17 I sorrisi sono parte integrante della storia dell’arte, sorrisi di tutti i tipi sono stati impressi sulle tele o scolpiti nei visi delle statue. Ognuno diverso, con le proprie caratteristiche, ma tutti accomunati per essere non facilmente codificabili da chi li osserva. Ogni sorriso racchiude un’emozione o una peculiarità del personaggio: gioia, complicità, felicità, seduzione, astuzia… Il più famoso resta senz’altro il sorriso enigmatico della Gioconda, la Monna Lisa dipinta da Leonardo da Vinci che nei secoli ha affascinato appassionati d’arte e semplici turisti. Esso però non è certamente il primo. Alla fine del VI secolo a.C., lo scultore etrusco Vulca ci regala una scultura in terracotta dipinta che raffigura Apollo. La statua, collocata in un tempio presso Veio, raffigura un uomo, un dio, che sorride poco prima di andare in guerra, e dietro quell’espressione si cela il senso di invincibilità che spesso accompagna i giovani. A metà appare invece il sorriso realizzato da Adolfo Wildt nella Maschera dell’idiota, quasi una felicità rimasta sospesa. Nel Ritratto di fanciullo con pupazzetto, del pittore Giovanni Francesco Caroto, il ragazzo con i capelli rossi sorride e sembra burlarsi di noi, mentre mostra con fierezza il suo “autoritratto” che altro non è se non uno scarabocchio. Anche tu lo puoi fare Realizza un ritratto che comunichi con un sorriso uno stato d’animo, poi attribuiscigli un titolo. Creando più opere potrai disporre di una vera “galleria d’arte” con un ricco ventaglio di emozioni. Ecco come dare espressione ai visi: • sceglideiritrattisorridentichetipiacciono(puoiscaricareimmaginidainternet o prenderle da un giornale, attingere all’album di famiglia o usare riproduzioni di quadri; • fotocopialipiùvolteingrandendoli; • conunamatitatracciadellelineeverticalieorizzontalieottieniunagrigliache suddivide gli elementi del viso (fronte, occhi, naso, bocca e mento) in modo regolare; • ritagliaiparticolarichepreferisciecreaunnuovoritrattoperlatuagalleria. 18 Progettazione a cura di Luisella Michieli, Elisabetta Sarti, Piero Sacchetto In collaborazione con Anna Dondi Ideazione e coordinamento Marisa Strozzi Responsabile progetti educativi ed educazione al consumo consapevole Coop Adriatica Grafica Lizart comunicazione visiva Illustrazioni Ivana Stoyanova Stampa MIG – Moderna Industrie Grafiche, Bologna, ottobre 2015