I pianeti extrasolari Mauro Dolci INAF – OATe / SAIt VIII Scuola Estiva di Astronomia Saltara (PU), 16 – 18 luglio 2013 …a pale blue dot… Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. È qui. È casa. È noi. Su di esso, ogni essere umano che sia mai esistito ha vissuto la propria vita. Gioie e dolori, religioni e ideologie, eroi e codardi, creatori e distruttori di civiltà, madri e padri, santi e peccatori sono vissute lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. L'astronomia è un'esperienza di umiltà che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto. Carl Sagan (1934 - 1996) …sì che io ho dechiarato infiniti mondi particulari simili a questo della terra, la quale intendo un astro, simile alla quale è la luna, altri pianeti et altre stelle, le qual sono infinite; et che tutti questi corpi sono mondi et senza numero, li quali constituiscono poi la università infinita in uno spatio infinito; et questo se chiama universo infinito, nel qual sono mondi innumerabili Giordano Bruno, 1548 – 1600 MATERIALE IN ORBITA INTORNO ALLE STELLE: UNA «VERITÀ DA SEMPRE»… Sistemi stellari doppi e multipli 1 Epsilon Lyrae: un sistema doppio-doppio 2.3’’ 2 Sistemi stellari doppi e multipli Solo dopo l’invenzione del telescopio si cominciano a scoprire sistemi stellari binari e multipli. 1779 – 1803 William Herschel Primo catalogo di circa 700 sistemi 9 luglio 2013 - Il Washington Double Star Catalog (USNO) annovera 126.211 sistemi (fonte: USNO – United States Naval Observatory) Dischi protoplanetari Grazie alla disponibilità di immagini ottiche e infrarosse ad alta risoluzione prodotte dal satellite IRAS e dal Telescopio Spaziale Hubble, si cominciano a scoprire dischi e anelli di materia prima intorno a Vega e Fomalhaut e poi intorno ad un numero sempre più grande di stelle. Dischi protoplanetari Giove: la “stella mancata” LA RIVOLUZIONE DEGLI ANNI ‘90 IL CAMMINO VERSO LA SCOPERTA DEI PIANETI EXTRASOLARI 1984 Pictoris (disco di materia) 1989 HD114762 (nana bruna compagna) 1991 PSR 1257+12 (due pianeti) 1992 Cephei (oscillazioni stellari) 1995 51 Pegasi ! M. Mayor & D. Queloz, A Jupiter-mass companion to a solar-type star, Nature 378, 355-359 (23 Nov 1995) Il cammino verso la scoperta dei pianeti extrasolari 27 Giugno 2013 906 pianeti identificati in 700 sistemi planetari (di cui 134 con più di un pianeta) + 192 in corso di studio in 168 sistemi (di cui 18 multipli) (fonte: Extrasolar Planets Encyclopedia -EPE) Il cammino verso la scoperta dei pianeti extrasolari 27 Giugno 2013 906 pianeti identificati in 700 sistemi planetari + 192 in corso di studio in 168 sistemi (di cui 18 multipli) (di cui 134 con più di un pianeta) (fonte: Extrasolar Planets Encyclopedia -EPE) + > 3200 candidati dalla Missione Spaziale Kepler ! KEPLER (2009 – 2016 2013?) KEPLER - Telescopio spaziale con specchio primario da 1.4 m - Fotometro per la ricerca di transiti extrasolari da pianeti di tipo terrestre intorno a stelle di sequenza principale - Ricerca nel piano galattico, nelle regioni del Cigno, della Lira e del Drago - Lanciato nel 2009, missione prolungata fino al 2016 - Guasto ad un giroscopio (maggio 2013): fine missione ? - Oltre 3400 transiti candidati in una piccola regione di cielo Proiezioni statistiche: 1) almeno 1/3 delle stelle della Via Lattea -circa 80 miliardipotrebbero avere sistemi planetari; 2) nella Via Lattea potrebbero esistere oltre 15 miliardi di pianeti di tipo terrestre. Declinazione (gradi) Un cielo pieno di sistemi planetari Orione Ascensione retta (ore) Triangolo Estivo GrandeKEPLER Carro Stelle «famose» con pianeti… Stella RA DEC D (pc) M (MJ) T (d) a (UA) Anno Ari (Hamal) 02h 07m 10s +23° 27′ 44″ 20,2 1,8 380,8 1,2 2011 Cen B 14h 39m 35s -60° 50′ 15″ 1,3 0,0036 3,2357 0,04 2012 PsA (Fomalhaut) 22h 57m 39s -29° 37′ 20″ 7,704 2 320000 115 2008 Gem (Polluce) 07h 45m 18s +28° 01′ 34″ 10,34 2,9 589,64 1,69 2006 Pic 05h 47m 17s -51° 03′ 59″ 19,3 7,0 7300 8,5 2008 Leo A (Algieba) 10h 19m 58s +19° 50′ 29″ 38,5 8,78 428,5 1,19 2009 Cep A (Alrai) 23h 39m 20s +77° 37′ 56″ 13,79 1,85 903,3 2,05 2003 CrB 15h 57m 35s +26° 52′ 40″ 67,9 6,7 417,9 1,3 2012 Eri 03h 32m 55s -09° 27′ 29″ 3,2 1,55 2502 3,39 2000 La stragrande maggioranza dei pianeti finora scoperti si trova entro 100 anni-luce dal Sole SOLE ALFA-CEN 4,3 a.-l. SIRIO 8,6 a.-l. 70 anni-luce I METODI DI RICERCA 1) Il metodo delle velocità radiali STELLA Baricentro del sistema Il moto del Sole intorno al baricentro, causato da Giove, ha una velocità di circa 6.5 m/sec pianeta 1) Il metodo delle velocità radiali 1) Il metodo delle velocità radiali 1) Il metodo delle velocità radiali 2) Il metodo astrometrico STELLA Baricentro del sistema Lo spostamento del Sole intorno al baricentro, causato da Giove, ha un’ampiezza, vista da 10 pc, di circa 1 mas pianeta 3) Il metodo dei transiti Si va ad osservare e misurare la diminuzione temporanea di luminosità della stella dovuta al passaggio di un pianeta dinanzi ad essa. 3) Il metodo dei transiti 3) Il metodo dei transiti 3) Velocità radiali durante un transito (effetto Rossiter-MacLaughlin, 1924) 4) L’imaging diretto È il metodo più difficile, ma anche quello più sicuro. Grazie ai grandi telescopi muniti di ottiche adattive, a tecniche coronografiche, di nulling interferometry e di sottrazione del segnale della stella centrale sempre più raffinate, si stanno cominciando ad osservare veri e propri sistemi esoplanetari. 4) L’imaging diretto 4) L’imaging diretto La risoluzione spaziale con le ottiche adattive si spinge fino a 0.04 arcsec La visibilità con imaging diretto 𝒓 𝒇= 𝑫𝝑 r = distanza pianeta – stella (AU) D = distanza stella – Sole (pc) = risoluzione spaziale (arcsec) = 0.04 Distanza pianeta – stella (AU) Distanza stella – Sole (pc) 1.3 3 10 30 100 0.5 9 4 1.25 0.4 0.125 1 19 8 2.5 0.8 0.25 5 96 42 12 4 1.25 10 192 83 25 8 2.5 La complementarità dei vari metodi di ricerca Porb d m R Tsurf e oth orb atm chi str VEL RAD TRA AST IMG DIR L’efficienza dei vari metodi di ricerca L’efficienza dei vari metodi di ricerca 𝐺𝑚𝑝 2 𝑀𝑆 𝑑 Velocità radiale della stella: 𝑣𝑆 ≅ Probabilità di transito: 𝑅𝑆 𝑝= 𝑑 Spostamento astrometrico: 𝑚𝑝 2𝑑 𝛼≅ ∙ 𝐷 𝑚𝑝 + 𝑀𝑆 Visibilità direct imaging: 𝒅 𝒇= ∙ 𝝋𝒍𝒖𝒎 𝑫𝝑𝒓𝒆𝒔 L’efficienza dei vari metodi di ricerca ESOPIANETI E SISTEMI ESOPLANETARI: CARATTERISTICHE Lo stato della situazione Pianeti extrasolari 1. Il numero di pianeti extrasolari scoperti annualmente è in continua crescita. 2. Sembra che tutti possano rientrare in quattro ipotetiche classi: • Hot Jupiters, pianeti giganti molto vicini alla stella madre; • Earth-like (pianeti rocciosi di tipo terrestre); • Super-Terre, pianeti di tipo roccioso aventi massa compresa tra quella terrestre e quella di Nettuno; • Pianeti-oceano, con grande prevalenza di acqua allo stato liquido (profondità centinaia di Km). Lo stato della situazione Sistemi esoplanetari 1. Il numero di SISTEMI PLANETARI intorno a stelle diverse da Sole è in crescita. 2. Sostanziale assenza di pianeti giganti intorno stelle con sistemi. 3. Super-Terre presenti pressoché in tutti i sistemi, con percentuale tra 30% ed il 100% , e maggiore nei sistemi compatti. GLIESE 581 – Un caso davvero interessante Gliese 581 (distanza 20 anni-luce) 6 pianeti ? Nome Gliese 581 e T (giorni) 3.15 d (UA) Note 0.03 (massa terrestre) Gliese 581 b 5.4 0.04 Gliese 581 c 13 0.07 (roccioso ?) Gliese 581 g 36.6 0.14 (terrestre abitabile ?) Gliese 581 d 66.8 0.21 (abitabile ?) Gliese 581 f 433 0.74 Lo stato della situazione al 2012 Sistemi esoplanetari 1. Il numero di SISTEMI PLANETARI intorno a stelle diverse da Sole è in crescita. 2. Sostanziale assenza di pianeti giganti intorno stelle con sistemi. 3. Super-Terre presenti pressoché in tutti i sistemi, con percentuale tra 30% ed il 100% , e maggiore nei sistemi compatti. 4. Nessuno dei Sistemi Esoplanetari appare tuttavia simile al Sistema Solare. 5. Si sta aprendo un nuovo paradigma per le teorie sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari (le nostre conoscenze, relativamente al Sistema Solare, sono probabilmente errate perché troppo specifiche). 6. Definitiva conferma (se ce ne fosse stato bisogno) che la legge di Titius-Bode non esiste. LA «HABITABLE ZONE» ABITABILITÀ PLANETARIA L’attitudine di un pianeta a sviluppare condizioni in grado di ospitare forme di vita. FASCIA DI ABITABILITÀ (definizione classica) L’intervallo di distanze da una stella, all’interno del quale un pianeta di tipo terrestre è caratterizzato da temperature superficiali tali da mantenere l’acqua allo stato liquido. ABITABILITÀ (classica) NEL SISTEMA SOLARE Mercurio -150 Venere +450 °C -110 °C Giove + 480 °C Terra + 15 °C Marte -50 +10 °C -160 °C Saturno < -200 °C Urano < -200 °C Nettuno Limiti della definizione classica 1) si riferisce solo a pianeti di tipo terrestre; 2) la relazione tra temperatura del pianeta Tp e distanza pianeta-stella d sembra dipendere solo dalle proprietà della stella centrale (raggio RS, temperatura superficiale TS), mentre dipende anche dall’albedo a e dall’emissività media del pianeta: 𝑻𝑷 = 𝟒 𝟏 − 𝒂 𝑹𝑺 ∙ ∙ 𝑻𝑺 𝜺 𝟐𝒅 ESEMPIO. Terra, senza atmosfera: a = 0.38 , = 0.96 TP 250 K = – 23 °C ! (eff = 0.615) Utilizzando i dati terrestri effettivi (a = 0.38, = 0.615), invertendo la relazione per isolare d 𝑹𝑺 𝟏 − 𝒂 𝑻𝑺 𝒅= ∙ 𝟐 𝜺 𝑻𝒑 𝟐 ed imponendo che la temperatura del pianeta sia compresa tra +5 °C (278 K) e +55 °C (328 K), otteniamo le espressioni per i limiti della fascia di abitabilità in funzione dei parametri stellari R e T: 𝑹 −𝟖 𝒅𝑰𝑵𝑭 = (𝟐. 𝟏𝟕 × 𝟏𝟎 ) ∙ ∙ 𝑻𝟐 𝑹𝑺𝑶𝑳𝑬 𝒅𝑺𝑼𝑷 = (𝟑. 𝟎𝟐 × 𝟏𝟎 −𝟖 )∙ espressi in Unità Astronomiche (AU). 𝑹 𝑹𝑺𝑶𝑳𝑬 ∙ 𝑻𝟐 Tipi di stelle: 1) il colore (temperatura) O B A F G K 30000 10000 7500 6000 5000 3500 60000 °C 30000 °C 10000 °C 7500 °C 6000 °C 5000 °C M < 3500 °C Tipi di stelle: 2) la luminosità (raggio) giganti subgiganti subnane supergiganti nane Classe spettrale O5 R / RSOLE T (K) dINF (AU) dSUP (AU) 18 38000 564 785 B0 7.5 30000 146 204 B5 3.8 16400 22 31 A0 2.5 10800 6.3 8.8 F0 1.4 7200 1.57 2.19 G2 1 5777 0.72 1.00 K0 0.85 5150 0.49 0.68 M0 0.63 3920 0.21 0.29 Limiti della definizione classica 3) il criterio di base è legato all’acqua. Ma acqua pura o acqua come solvente di soluzioni saline ? 4) non tiene conto della distribuzione spettrale dell’energia che arriva sui pianeti della zona di abitabilità; 5) non tiene conto dell’evoluzione della stella centrale, rapportata ai tempi necessarie per lo sviluppo della vita; 6) non tiene conto della stabilità della stella centrale; 7) non tiene conto di fattori esterni che possono compromettere lo sviluppo della vita pur in una zona abitabile circumstellare (zone di abitabilità galattica). Le (strane) proprietà dell’acqua solida Flusso di potenza (W m-2) Conseguenze sulla fascia di abitabilità 40000 °C 20000 °C 6000 °C 3000 °C Lunghezza d’onda (Angstrom) UV Vis IR La relazione massa-luminosità ed il tempo di vita di una stella (in sequenza principale) L M , >0 EM T = E/L M1 – FASCIA DI ABITABILITÀ…? 1) Stelle blu = intense radiazioni ionizzanti 2) Stelle rosse = energia radiante forse insufficiente 3) Stelle gialle (di tipo solare…): forse OK Tuttavia: a) Stelle grandi (massicce): vivono molto poco b) Stelle piccole: energia radiante forse insufficiente c) Stelle variabili: sbalzi radiativi possibilmente letali Zona di abitabilità galattica I MAGGIORI limiti della definizione classica 8) la fonte di energia è di tipo radiativo (stella centrale) e l’intera teoria si sviluppa intorno all’equilibrio radiativo; 9) si basa sulla vita per come la conosciamo noi, ovvero basata sulla chimica del carbonio. Condizioni pre-biotiche nel Sistema Solare (oltre la Terra)… ? Condizioni pre-biotiche nel Sistema Solare (oltre la Terra)… ? La chimica della vita C carbonio H idrogeno N azoto O ossigeno P fosforo S zolfo La base è l’ACQUA. Unica ? Acqua e altri solventi organici Specie Formula chimica Tfus (°C) Tebo (°C) Tmin,f.a. (°C) Tmax,f.a. (°C) Acqua H2O 0 + 100 +5 + 55 Metano CH4 - 183 - 161 - 180 - 160 Ammoniaca NH3 - 78 - 33 - 70 - 50 Metanolo CH3OH - 97 + 65 - 90 0 Classe O5, R=18RSOLE, T=38000 K Acqua 564 – 785 Metano 5719 – 8808 Ammoniaca 1220 – 1472 Metanolo 814 – 1812 Classe A0, R=2.5RSOLE, T=10800 K Acqua 6.3 – 8.8 Metano 64 – 99 Ammoniaca 14 – 17 Metanolo 9.1 – 20 Classe G2, R=RSOLE, T=5777 K Acqua 0.72 – 1.00 Metano 7.34 – 11.31 Ammoniaca 1.57 – 1.89 Metanolo 1.05 – 2.33 Classe M0, R=0.63RSOLE, T=3920 K Acqua 0.21 – 0.29 Metano 2.13 – 3.28 Ammoniaca 0.45 – 0.55 Metanolo 0.30 – 0.67 EQUAZIONE DI DRAKE (1961) N = Ns fp ne fl fi fc fL Ns = numero di stelle nella Via Lattea fp = frazione di stelle con pianeti ne = numero di pianeti, per sistema, in grado di ospitare la vita fl = frazione di pianeti ne che ha effettivamente sviluppato la vita fi = frazione di pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti fc = frazione di esseri intelligenti in grado di comunicare fL = frazione di vita del pianeta durante la quale esiste una civiltà evoluta N = Ns fp ne fl fi fc fL N = Ns fp ne fl fi fc fL L’EQUAZIONE DI DRAKE N = Ns fp ne fl fi fc fL ESEMPIO Ns = numero di stelle nella Via Lattea 200 miliardi fp = frazione di stelle con pianeti 0,5 ne = numero di pianeti, per sistema, in grado di ospitare la vita 0,5 fl = frazione di pianeti ne che ha effettivamente sviluppato la vita 0,5 fi = frazione di pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti 0,2 fc = frazione di esseri intelligenti in grado di comunicare 0,2 fL = frazione di vita del pianeta durante la quale esiste una civiltà evoluta 1 milionesimo (10.000 anni) Paradosso di Fermi N = 1000 Una spiegazione del paradosso di Fermi. Le grandi distanze astronomiche (150 Km/h) 2560 ore > 3 mesi (1000 Km/h) 384 ore = 16 giorni Terra – Sole = 150 milioni di Km = 1 Unità Astronomica (UA) > 114 anni > 17 anni Terra – Giove = 5,2-1 UA = 4,2 UA = 630 milioni di Km 480 anni 71 anni Terra – Alfa Centauri 265000 UA 40.000 miliardi di Km .... !!! ... !!! IL PROBLEMA DELLA COMUNICAZIONE M13 Le grandi distanze e il problema della comunicazione. inizio fine Civiltà 1 t PIANETA 1 d Civiltà 2 PIANETA 2 t = d / c t SETI ? La via opposta a Drake… Ipotesi della « rarità della Terra » Ward & Brownlee, Rare Earth: Why Complex Life is Uncommon in the Universe, Copernicus (Springer-Verlag), New York, 2000 (336 p.) L’ «equazione della rarità della Terra» N = Ns fp ne fpm fg fi fc fL fm fj fme Ns = numero di stelle nella Via Lattea ne = numero medio di pianeti, per sistema, nella zona abitabile stellare fg = frazione di stelle nella zona di abitabilità galattica fp = frazione di stelle con pianeti fpm = frazione di pianeti rocciosi (non gassosi) fi = frazione di pianeti con forme di vita elementare fc = frazione di pianeti con forme di vita complesse fl = frazione della vita del pianeta in cui è presente una forma di vita complessa fm = frazione di pianeti abitabili con un grande satellite (come la Luna) fj = frazione di sistemi con pianeti giganti fme = frazione di pianeti ove siano accadute poche estinzioni di massa I limiti delle «equazioni della vita»… Se l’equazione di Drake appare molto ottimista e quella della rarità della Terra è, al contrario, estremamente pessimista, va però detto che quest’ultima accoglie fattori che Drake non ha considerato negli anni ‘60, quali la zona di abitabilità galattica, i fattori stabilizzanti della Terra (l’azione della Luna e le perturbazioni secolari dei pianeti giganti) e, in ultimo, la «tranquillità» del sistema planetario, che evidentemente non deve essere eccessivamente ricco di elevati fattori di rischio estinzione per la vita. Tuttavia nessuna delle due considera, ad esempio, la possibilità che la vita si sviluppi in pianeti dalla densa atmosfera, o su satelliti rocciosi di pianeti, anche al di fuori della fascia di abitabilità. Una versione migliorata dovrebbe, ad esempio, non considerare solo i «pianeti», ma tutti i corpi che appartengono al sistema planetario e che, per un motivo o per l’altro, siano caratterizzati da abitabilità. … e le nostre conoscenze limitate sul fenomeno «vita» Qual è l’elemento chimico VERAMENTE fondamentale per la vita ? L’importanza del FOSFORO nei processi vitali Adenina Timina Citosina Guanina Scheletro formato da blocchi di 2-deossiribosio giunti da gruppi fosfato L’importanza del FOSFORO nei processi vitali Il «ponte» dei gruppi fosfato si basa su un legame particolare, detto legame fosfodiesterico. Solo il fosforo, per le sue caratteristiche fisiche di valenza ed elettronegatività, è in grado di assicurare questo legame…! Il fosforo (e quindi la vita) portato sulla Terra dai meteoriti ? CONCLUSIONI 1) La ricerca di pianeti extrasolari e, fra questi, di pianeti che ospitano forme di vita, è una scienza molto giovane. 2) Essa appare tuttavia estremamente promettente e soprattutto di enorme valenza interdisciplinare. 3) La ricerca della vita richiede infatti conoscenze di meccanica celeste, termodinamica, fluidodinamica, astrfisica stellare e galattica, planetologia, geologia e meteorologia planetaria, chimica, biologia, astrobiologia. 4) Né vanno ignorate le implicazioni culturali in senso più ampio, ad esempio filosofiche, antropologiche, religiose, che vengono aperte dalla prospettiva che si scoprano forme di vita aliene. LA RICERCA PROSEGUE, A TUTTO CAMPO…!