Repubblica Ceca

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Repubblica Ceca
Posizione geografica:
Repubblica dell'Europa centrale, comprendente le regioni storiche della Boemia, della Moravia e di parte della
Slesia. Confina a nord con la Polonia, a est con la Slovacchia, a sud con l'Austria, a ovest e a nord con la
Germania. Nata in seguito alla scissione della Cecoslovacchia in due stati, la Repubblica Ceca è divenuta
indipendente, come la Slovacchia, il 1° gennaio 1993. Lo stato ha una superficie di 78.864 km 2 e la sua capitale
è Praga.
Ordinamento dello stato:
La Repubblica Ceca è una repubblica parlamentare, basata sulla Costituzione adottata nel dicembre 1992, che ha
trasformato il preesistente Consiglio nazionale in Camera dei deputati, affiancata dal Senato in un sistema di tipo
bicamerale. Il governo ceco ha mantenuto quasi inalterata la compagine governativa della Cecoslovacchia.
Storia:
Stirpi slave si sovrapposero nel VI secolo alle preesistenti popolazioni germaniche, dando origine a Stati
indipendenti. Dopo il periodo di vassallaggio dell' impero carolingio, nel sec. IX si costituì il regno della Grande
Moravia (comprendente Moravia, Boemia e Slovacchia), soggetto all' influenza concorrente dell' impero germanico e
dell' impero bizantino. Nel sec. X, in seguito al crollo della Grande Moravia, la Slovacchia entrò a far parte del regno
d' Ungheria, mentre si costituì un principato boemo con Praga capitale; questo ebbe il suo momento di massimo
fulgore nei secc. XI-XIII, assorbendo il cristianesimo; le forti pressioni magiare indussero i principi cechi a un
avvicinamento al mondo germanico e a chiedere nel sec. XII la protezione dell' imperatore accettandone la sovranità;
Nei secoli successivi si rafforzò la tendenza occidentalizzante della Boemia, che ebbe il suo apogeo con il regno di
Carlo I, imperatore (1349) con il nome di Carlo IV. Alla sua morte incominciò la decadenza del regno. Nel 1526 un
atto della dieta di Boemia decise di affidare la corona al principe Ferdinando di Asburgo, unendo gli Stati cechi all'
Austria; questo si tradusse in un processo di snazionalizzazione, che ripetute insurrezioni non riuscirono ad arrestare.
Si creò un forte sentimento antiaustriaco tra i Cechi, che esplose nella rivoluzione del 1848, e antiungherese tra gli
Slovacchi; a Praga si costituì il Partito Nazionale Ceco, che nel 1879 ottenne alcune concessioni da Vienna. Solo con
la disintegrazione dell' Impero austro-ungarico dopo la prima guerra mondiale, che vide impegnate forze ceche contro
le potenze centrali, fu possibile per Cechi e Slovacchi la realizzazione delle ambizioni nazionali.
La Repubblica di Cecoslovacchia
La Repubblica di Cecoslovacchia, istituita a Praga il 28 ottobre 1918, comprendeva i territori di Boemia, Moravia e
parte della Slesia, già appartenenti all'impero asburgico, la Slovacchia e la Rutenia subcarpatica. La Cecoslovacchia
era uno stato plurinazionale in cui le due etnie principali, ceca e slovacca, costituivano solo il 67% della popolazione
(con il 51% di cechi); il resto della popolazione consisteva di minoranze nazionali da subito restie a far parte del
nuovo stato (22% di tedeschi, perlopiù concentrati nelle regioni montuose dei Sudeti, nella Boemia settentrionale; 6%
di ruteni di origine ucraina e 5% di magiari). Anche i rapporti tra cechi e slovacchi non furono sempre facili.
Le pretese tedesche e il patto di Monaco
In seguito all'ascesa in Germania di Adolf Hitler e del Partito nazista (1933), tre milioni di cittadini dei Sudeti di
origine tedesca aderirono al Fronte patriottico dei tedeschi dei Sudati. Nel settembre del 1938 Hitler proclamò
ufficialmente il proprio sostegno all'autodeterminazione dei tedeschi dei Sudeti. Gran Bretagna e Francia per evitare
la guerra fecero pressioni sul governo cecoslovacco affinché mantenesse un atteggiamento conciliante e con il patto
di Monaco la Cecoslovacchia perse i territori di confine occidentali e settentrionali, e con essi le più importanti
fortificazioni e difese naturali, oltre a fondamentali risorse economiche. Anche Polonia e Ungheria rivendicarono la
cessione di altri territori di confine oggetto di controversie. Alla fine di quell'anno, la Cecoslovacchia aveva perduto
quasi cinque milioni di abitanti, un quarto dei quali cechi e slovacchi.
Lo smembramento e la guerra
Mentre il 15 marzo 1939 truppe tedesche occupavano Boemia e Moravia, facendone un protettorato del Reich
tedesco, la Slovacchia, sollecitata dal potente vicino, si costituì in repubblica indipendente, mentre le potenze
occidentali decisero che il futuro stato cecoslovacco si sarebbe orientato verso l'Unione Sovietica.
Gli anni del comunismo
Nel periodo tra il 1945 e il 1948 il potere dei comunisti, sostenuti dai sovietici, crebbe rapidamente: furono
nazionalizzate le industrie di base e i partiti conservatori presenti prima della guerra furono dichiarati fuorilegge:
molti anticomunisti vennero arrestati, giustiziati o costretti all'esilio. Industria, commercio e trasporti vennero
nazionalizzati, l'agricoltura collettivizzata, la Chiesa fortemente ostacolata, l'istruzione e la cultura riorganizzate
secondo linee marxiste. Ancora nel 1947, tuttavia, il potere del Partito comunista era tutt'altro che indiscusso nel
paese.
La Primavera di Praga
All'inizio del 1968 una fazione progressista del partito comunista, temendo la catastrofe, decise di intervenire
apertamente. Nel periodo che è rimasto noto come la primavera di Praga, il nuovo regime attuò una riforma liberale e
democratica del paese allentando il legame con l'Unione Sovietica. Il suo pubblicizzato "Programma d'azione"
garantiva la libertà di parola, di stampa, di riunione e di religione, un effettivo multipartitismo e riforme economiche,
tra cui il decentramento e l'incentivazione dei profitti. Oltre al sostegno massiccio della popolazione cecoslovacca, il
programma ottenne pubblici riconoscimenti dai Partiti comunisti di Romania, Iugoslavia e dell'Europa occidentale,
ma fu osteggiato dall'Unione Sovietica e dai leader degli altri paesi del blocco orientale, che temevano in casa propria
la diffusione di movimenti analoghi.
L'invasione sovietica e il regime di Husák
Presto l'Unione Sovietica e i suoi alleati decisero di bloccare l'esperimento cecoslovacco. Il 20 agosto 1968,
affermando di intervenire su richiesta dei leader comunisti cecoslovacchi, 600.000 soldati sovietici, tedesco-orientali,
polacchi, ungheresi e bulgari invasero il paese. Alcuni dei leader riformisti, vennero trasferiti a forza in Unione
Sovietica, mentre la resistenza popolare, generalmente non violenta, venne presto soffocata. L'intervento militare fu
condannato da tutto il mondo, anche da esponenti comunisti. Dopo pochi giorni un trattato permise l'illimitata
permanenza nel paese delle truppe sovietiche, tutte le riforme introdotte dal precedente regime,furono cancellate e la
Cecoslovacchia tornò ad essere uno stato comunista.
La spinta riformista
L'accelerazione dei cambiamenti politici in Unione Sovietica e nel resto dell'Europa orientale, avvenuta alla fine degli
anni Ottanta, provocò anche a Praga il riaccendersi della protesta popolare, tanto da obbligare il governo ad aprire il
dialogo con la coalizione dei movimenti dissidenti e di opposizione., il Forum civico guidato dallo scrittore ceco
Václav Havel. Nelle elezioni tenutesi nel giugno del 1990, le prime elezioni libere dal 1946, il popolo cecoslovacco
attribuì una larga maggioranza in parlamento al Forum civico e ai suoi alleati. Due anni dopo, tuttavia, la disparità di
sviluppo economico favorì il riemergere degli antichi contrasti tra cechi e slovacchi, sfociati il 1° gennaio 1993 nella
divisione ufficiale della Cecoslovacchia e nella nascita della Repubblica Ceca e della Slovacchia, guidate dai
Il governo Havel proseguì nella politica di introduzione di un'economia di mercato iniziata dalla Cecoslovacchia –
non senza creare conflitti all'interno della società – e ottenne l'associazione del paese all'Unione Europea. All'inizio
del 1994 fu firmato un accordo di pace con i paesi occidentali, atto preparatorio dell'ingresso nell'Organizzazione del
trattato dell'Atlantico del Nord (NATO).
Malgrado le tensioni che persistono per l'annosa questione dei Sudeti, che si trascina dalla seconda guerra mondiale,
le relazioni con la Germania sono migliorate e nel gennaio 1997 i due governi hanno firmato una dichiarazione di
scuse per gli arbitri commessi dai due paesi durante la guerra.
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