PARASSITOLOGIA La parassitologia è quel ramo della medicina

PAR AS S I T O LO G I A
La parassitologia è quel ramo della medicina-biologia che si occupa dello studio dei parassiti
intendendo per parassiti quegli organismi che vivono a spese di altri organismi chiamati ospiti.
Esistono tre forme di parassitismo: commensalismo, simbiosi mutualistica e parassitismo.
Nel commensalismo un partner trae beneficio dall’associazione e l’altro non viene danneggiato,
nella simbiosi mutualistica entrambi le specie traggono beneficio dall’associazione; nel parassitismo
il parassita vive a stretto contatto con l’ospite con beneficio per se stesso e danno per l’ospite. Noi
ci occuperemo di questi ultimi.
PROTOPARASSITI: sono così chiamati i parassiti protozoi cioè costituiti da esseri unicellulari.
Le dimensioni della cellula di un protozoo sono molto variabili, vanno dal millesimo di millimetro
fino ad un massimo di ottanta millesimi di millimetro; la cellula è costituita come tutte le cellule dei
metazoi (organismi costituiti da più cellule) ma con alcune strutture più complesse. La membrana
cellulare delimita completamente il corpo cellulare, ne determina la forma e regola gli scambi
metabolici tra ambiente esterno ed ambiente interno; è costituita da un doppio strato lipoproteico.
All’interno è racchiuso il citoplasma costituito essenzialmente da acqua in cui sono disciolti Sali
minerali, proteine, zuccheri etc; nel citoplasma sono poi contenute varie strutture indispensabili per
la vita cellulare quali i mitocondri, i ribosomi, i lisosomi l’apparato del Golgi ed infine,
importantissimo, racchiuso dalla membrana nucleare il nucleo che contiene il patrimonio genetico
sotto forma di cromosomi.
Il movimento, nei protozoi, è generato da particolari struttur come ciglia, flagelli, membrane
ondulanti, pseudopodi
1. La riproduzione può essere sessuata oppure asessuata nel qual caso si ha una divisione
binaria (la cellula si divide equamente in due parti uguali mentre tutte le strutture in essa
contenute si duplicano). In alcuni casi si può avere una duplicazione per endoduogenia che
comporta la formazione di due cellule figlie all’interno della cellula madre.
Il processo sessuale prevede la formazione di gameti (microgamete maschile e macrogamete
femminile) che si fondono tra loro dando origine ad uno zigote.
LEISHMANIA. Le leishmanie si possono presentare sotto due diverse forme 1) amastigote con
corpo tondeggiante dotato di nucleo e senza flagello 2) promastigote con corpo allungato lungo
flagello che emerge dall’estremità anteriore del parassita, assenza di membrana ondulante.
L’unico stadio presente nei mammiferi è la forma intracellulare di amastigote, mentre negli insetti
vettori è presente la forma di promastigote
Le principali specie di leishmania di interesse medico sono: L.donovani, L. tropica, L. infantum,
L. aetiopica,amazonensis, venezuelensis, mexicana, panamensis e brasiliensis.
Il ciclo del parassita inizia quando una femmina di flebotomo ( mosca ematofaga ) assume un pasto
di sangue da un mammifero infetto che presenta nel sangue macrofagi contenenti i promastigoti;
nell’intestino dell’insetto l’amastigote si trasforma in promastigote ciliato che , dopo diverse
replicazioni per scissione binaria, si trasferiscono nell’apparato boccale dell’insetto in attesa di
essere iniettato in un nuovo mammifero al pasto successivo del flebotomo. Il ciclo procede
nell’ospite mammifero quando i parassiti vengono fagocitati dalle cellule macrofage , in cui si
ritrasformano in forme amastigote.
Le leishmanie possono diverse patologie;quelle di interesse umano sono la leishmaniosi viscerale o
“kala azar” e la leishmaniosi cutanea o “bottone d’oriente”.
Leishmaniosi viscerale: tutte le forme viscerali di leishmaniosi sono caratterizzate da febbre,
splenomegalia, epatomegalia, anemia, leucopenia, piastrinopenia e v.e.s. elevata; le condizioni
generali diventano ingravescenti se la malattia non viene prontamente diagnosticata e curata.
Leishmaniosi cutanea: il periodo di incubazione di questa patologia va dalle due settimane agli otto
mesi; l’esordio è costituito da una papula eritematosa che appare nel sito dell’infezione (molto
simile alla reazione alla puntura di un insetto) che gradualmente si ingrandisce trasformandosi in un
nodulo crostoso non dolente. Nelle lesioni “umide” la base dell’ulcera si presenta essudativa:
l’evoluzione è rapida e la guarigione avviene in tre- dodici mesi lasciando una cicatrice deturpante;
nelle forme secche raramente la crosta si stacca e la guarigione avviene dopo circa due anni.
TRYPANOSOMA: il genere comprende numerose specie che parassitano tutte le classi di
vertebrati; parassitano l’uomo una specie americana, Tripanosoma cruzi e due specie africane:
Ttripanosoma brucei gambiense e Ttripanosoma brucei rodesiense.
Tripanosoma cruzi: questo parassita è l’agente eziologico della malattia di Chagas, trasmessa
all’uomo dalle cimici ematofaghe del genere Triatominae.
Nel sangue dell’uomo il parassita si presenta sotto forma allungata falciforme con un corto flagello
ed una breve membrana ondulante ; una cimice infetta, mentre si ciba del sangue,
contemporaneamente defeca, e, con le feci, depone sulla cute i parassiti presenti nel suo
intestino:l’uomo, ma soprattutto il bambino o il neonato, grattandosi per il prurito provocato dalla
saliva della cimice, introduce sotto cute i parassiti che si moltiplicano attivamente nel circolo
sanguigno. Alla comparsa degli anticorpi i parassiti , per la maggior parte, vanno a incistarsi nella
muscolatura striata, con una preferenza per la muscolatura cardiaca, mentre alcuni rimangono in
circolo liberamente o all’interno dei fagociti.
Quando un’altra cimice si nutrirà del sangue di un individuo infetto assieme al sangue succhierà
anche i parassiti che si moltiplicheranno nell’intestino, raccogliendosi poi nelle feci.
Serbatoi naturali dei tripanosomi sono il cane, il gatto, la cavia (che in molte regioni dell’America
Latina vengono allevate a scopo alimentare), ratti e topi.
Si distinguono due quadri patologici nella malattia diChagas: la forma acuta e la forma cronica.
La forma acuta della malattia che può passare inosservata e dal punto di vista parassitologico
corrisponde al periodo di intensa replicazione dei parassiti.
Nei bambini i sintomi più frequenti, dopo incubazione di 4-12 giorni, sono: edema bipalpebrale
monolaterale (segno di Romana), oppure un nodulo eritematoso (chagoma) nel punto di
penetrazione del parassita, febbre moderata, seppur con puntate febbrili fino a 39°, senso di
malessere, cefalea e mialgia: tutte queste manifestazioni si risolvono nel giro di un paio di mesi. Nei
rari casi mortali il decesso avviene per insufficienza cardiaca o meningoencefalite.
La fase cronica inizia dopo 2-4 mesi dalla penetrazione del parassita: la manifestazione clinica
preminente è una cardiomiopatia cronica con insufficienza cardiaca, aritmia,fenomeni
tromboembolici ed arresto cardiaco. La sindrome è di tipo progressivo e può portare a morte
parecchi anni dopo il primo episodio clinico
Tripanosoma brucei (gambiense e rodesiense): sono gli agenti eziologici della malattia del sonno e
vengono trasmessi all’uomo da mosche ematofaghe del genere Glossina (palpalis e morsitans)
Il parassita si presenta allungato con lungo flagello e lunga membrana ondulante; serbatoi naturali
sono i grossi erbivori africani.
I tripanosomi inoculati dalla glossina si moltiplicano negli spazi intracellulari penetrando poi nel
sangue attraverso la via linfatica locale o il dotto toracico, quindi invadono poi il sistema nervoso
centrale, il liquor e le meningi. La risposta anticorpale è spesso del tutto inadeguata a causa del
continuo mutare della struttura antigenica di superfice di questi parassiti,
La tripanosomiasi africana presenta manifestazioni cliniche complesse e differenti a seconda del
parassita: la malattia da T. gambiense si protrae per diversi mesi od anni spesso con rari segni nella
fase iniziale ed una lenta progressione della meningoencefalite:
la malattia da T. rodesiense procede invece con rapidità ed estrema gravità e può portare a morte
l’individuo nel giro di pochi mesi.
Quando i parassiti invadono il sangue, inizia il primo stadio della malattia con febbre intermittente,
cefalea, malessere, anoressia, spleno ed epatomegalia. Dopo un periodo variabile i parassiti
invadono il sistema nervoso centrale causando grave cefalea, apatia,disordine del sonno, irritabilità
e tendenza ad un comportamento antisociale.
Il decorso della malattia dipende dal deterioramento cerebrale e, negli ultimi stadi, il paziente
progredisce verso una condizione di stupore con cachessia devastante e progressiva malnutrizione:
infine mostra difficoltà a svegliarsi per poi cadere in coma seguito da morte.
MALARIA. La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi del genere Plasmodium.
Le specie di plasmodium che interessano l’uomo sono quattro: P. falciparum, P. malariae, P. ovale e
P. vivax, agenti eziologici di varie forme di malaria.La malaria viene trasmessa all’uomo da zanzare
del genere Anopheles, in particolare da A. maculipennis.
Nella malaria l’uomo è l’unico serbatoio di plasmodi mentre la zanzara è l’ospite definitivo.
La sintomatologia malarica è caratterizzata da accessi febbrili con brividi, splenomegalia e anemia.
La malattia era conosciuta già diversi secoli prima dell’era cristiana , presso gli assiri, gli egiziani,
gli indiani ed i cinesi e lo stesso Ippocrate, nel quinto secolo avanti Cristo, mise in relazione la
malaria con gli ambienti paludosi e malsani; in Italia la malattia fu portata dalla Grecia e dal nord
Africa. Si dovette aspettare però la fine dell’ottocento per appurare che la trasmissione della
malattia avveniva attraverso la puntura della zanzara Anopheles; la scoperta del ruolo delle zanzare
nella trasmissione della malaria indirizzò la strategia di lotta antimalarica verso la prevenzione del
contatto uomo-vettore ed il controllo delle popolazioni di zanzare.
Per il completamento del ciclo biologico ed il mantenimento della trasmissione della malaria sono
necessari due ospiti in successione: uomo, ospite intermedio, in cui ha luogo la riproduzione
asessuata del parassita e la zanzara, ospite definitivo, in cui ha luogo la riproduzione sessuata.
Quando una zanzara femmina infetta punge un uomo per succhiare il sangue (che non utilizza come
cibo ma per la costruzione del guscio delle uova, servendosi del ferro contenuto nell’emoglobina)
assieme alla sua saliva inietta anche il parassita, contenuto nelle sue ghiandole salivari come
sporozoiti. Dopo circa un’ora dalla puntura gli sporozoiti raggiungono le cellule epatiche dove
iniziano a riprodursi; dopo un ulteriore periodo di circa dieci giorni,i parassiti abbandonano il fegato
ed invadono i globuli rossi in cui si trasformano in trofozoiti ad anello nutrendosi della parte
proteica dell’emoglobina.
I trofozoiti si dividono, all’interno del globulo rosso, trasformandosi in schizonti e originando le
caratteristiche forme a rosetta; con un ciclo regolare, ogni 48-72 ore, a seconda del parassita, gli
schizonti lisano il globulo rosso, fuoriescono e vanno a parassitare altri globuli rossi ricominciando
il ciclo eritrocitario. Con l’invasione e la distruzione dei globuli rossi ha inizio la sintomatologia
malarica.
In P.vivax e P. ovale alcuni parassiti rimangono negli epatociti causando a distanza di mesi o anni
delle ricadute, note come recidive.
Lo sviluppo dei parassiti è generalmente sincrono e perciò la lisi delle emazie è simultanea,
provocando il parossismo malarico con febbre, brividi e sudorazione associate alla liberazione dei
prodotti del catabolismo del parassita; la sintomatologia clinica presenta anche splenomegalia e
anemia. Tale parossismo si ripete periodicamente e precisamente ogni 48 ore per P. falciparum
(terzana maligna), P. vivax (terzana benigna) e P. ovale (terzana benigna); ogni 72 ore per P.
malariae (quartana).
Dopo alcuni cicli nel sangue periferico compaiono le forme sessuate (prima assenti) e precisamente
macrogametociti e microgametociti. La produzione dei gametociti segue ritmi circadiani per poter
infettare le zanzare, coincidendo con il periodo di attività del vettore.
Le forme sessuate del plasmodio eventualmente presenti nel sangue ingerito da una zanzara, giunti
nello stomaco dell’insetto, si trasformano in gameti che, unendosi, danno origine ad uno zigote
dalla forma vermicolare.
Lo zigote fuoriesce dallo stomaco e risale fino alle ghiandole salivari dell’anophele originando
migliaia di sporozoiti, pronti ad infettare un nuovo ospite umano.Poichè in una zanzara possono
svilupparsi anche alcune decine di zigoti, le sue ghiandole salivari possono contenere da 10.000 fino
a 200.000 sporozoiti,
P. falciparum infetta i globuli rossi in ogni stadio di maturazione ed età determinando una
parassitemia elevata (oltre il 20 per cento), caratteristica che lo rende particolarmente insidioso in
termini di prognosi. I primi trofozoiti ad anello compaiono verso il nono o decimo giorno. Dopo
circa 30 ore gli eritrociti infetti scompaiono dal sangue periferico e si concentrano nei capillari degli
organi interni (cervello, intestino ecc) dove inizia la schizogonia. Nei soggetti particolarmente
sensibili la malattia può facilmente evolvere nella forma grave o perniciosa sia a livello cerebrale
(encefalite febbrile acuta) che cardiaco, renale, intestinale ecc; in tali soggetti la morte può arrivare
anche entro pochi giorni dall’attacco primario.
Questo plasmodio è il responsabile di più della metà dei casi di malaria nel mondo e di quasi tutti i
decessi per malaria. Nei soggetti immuni raramente l’infezione dura più di 6-18 mesi e mai più di
due anni; il ciclo nell’insetto si completa in 9-10 giorni alla temperatura ottimale di 28 gradi e non
si compie al di sotto dei 20 gradi; ciò ha notevole importanza nella distribuzione geografica di P.
falciparum.
La lotta alle anopheles ha permesso di eradicare la malaria nelle zone temperate. I metodi usati fino
al 1945 furono essenzialmente la bonifica agraria, per eliminare le acque stagnanti, dove si
sviluppano le larve di zanzara, e il trattamento delle stesse con larvicidi a base di Sali di arsenico, si
è pure tentata la guerra biologica, con l’introduzione in Italia del pesce persico americano, ghiotto
di larve di zanzara.
Nel dopoguerra l’uso del D.D.T. per il trattamento delle pareti interne dei fabbricati presenti nelle
zone di endemia, ha rappresentato una tappa decisiva per l’eradicazione della malaria.
Chemioprofilassi: per la chemioprofilassi si utilizzano farmaci derivati dal chinino associati o meno
al proguanile. L’assunzione di farmaci antimalarici a dose singola settimanale deve essere iniziata
almeno una settimana prima del viaggio ed essere poi proseguita con regolarità durante tutto il
periodo di soggiorno nell’area a rischio e per quattro settimane dopo avere lasciata tale area.
La profilassi con farmaci da assumere a cadenza giornaliera va iniziata un giorno prima. Gruppi a
rischio sono le donne in gravidanza ed i bambini a cui vanno prescritti farmaci e posologie
specifiche.
GIARDIA DUODENALIS
La giardia duodenalis è un protozoo flagellato parassita del sistema gastroduodenale. Il parassita,a
forma di goccia, visto di lato appare come una mezza pera; nella parte ventrale è dotato di una
depressione reniforme, (il disco adesivo); possiede inoltre quattro paia di flagelli, due nuclei uniti da
un filamento e due assostili, inoltre non possiede mitocondri.
La cisti appare ovale e contiene quattro nuclei
I trofozoiti di Giardia vivono nell’intestino tenue ed aderiscono alla mucosa mediante il disco
ventrale.; si dividono per fissione binaria longitudinale. Quando i parassiti vengono trasportati nel
colon si trasformano in cisti ritraendo i flagelli, condensando il citoplasma e formando una parete
cistica: durante la maturazione della ciste si ha la duplicazione delle strutture cellulari: la ciste
infine viene emessa con le feci.
La trasmissione avviene per via orofecale diretta o indiretta.
Un fattore importante nella trasmissione della giardosi è la capacità delle cisti di sopravvivere per
lungo tempo nell’ambiente esterno in presenza di adeguate condizioni ambientali.
Il serbatoio dell’infezione è costituito principalmente dagli ospiti umani, dalle acque superficiali e
dagli oggetti e vegetali contaminati da feci umane infette.
Il periodo di incubazione varia da 5 a 25 giorni; più del 50% delle infezioni sono asintomatiche; il
50% delle persone infette sviluppa diarrea acuta con nausea, anoressia, emissione di feci acquose e
maleodoranti; le feci non contengono emazie o leucociti e rara è la presenza di muco.
La diarrea e l’infezione possono risolversi da sole o possono perdurare in forma cronica con feci
steatorroiche, malassorbimento e perdita di peso.
La prevenzione si basa sulle misure igieniche normalmente usate nei confronti delle infezioni a
trasmissione orofecale. Le cisti possono sopravvivere a lungo nell’acqua clorata alle concentrazioni
normalmente usate per la potabilizzazione.
ENTAMOEBA HISTOLYTICA
Nel nostro apparato gastrointestinale vivono numerose amebe, praticamente tutte inoffensive con
una sola eccezione rappresentata dalla Entamoeba histolytica: nell’intestino troviamo la forma
vegetativa (trofozoite) del parassita mentre nelle feci possiamo trovare sia la forma vegetativa che la
forma cistica.
Le forme cistiche costituiscono sia la fase infettante sia la fase di resistenza del parassita. Le cisti
presentano una parete contenente chitina e quattro nuclei; il che permette loro di sopravvivere al di
fuori dell’ambiente intestinale per diversi giorni. Le forme vegetative sono invece lo stadio
biologico responsabile delle lesioni anatomiche a danno della mucosa intestinale, lesioni che
possono presentarsi anche in sedi extraintestinale.
Si riconosce pertanto una fase vegetativa commensale, in cui il parassita vive nell’intestino
nutrendosi di batteri,con parassiti di diametro 12-25 milionesimi di millimetro (forma minuta) ed
una fase patogena, (forma magna), che può raggiungere i 50-60 micron di diametro a tipica capacità
invasiva e con spiccate attitudini fagocitiche in particolare a carico degli eritrociti.
L’attività patogena inizia a manifestarsi con il passaggio del parassita dalla vita libera nel lume
intestinale all’adesione dei trofozoiti alle cellule della parete: segue la lisi delle cellule stesse ed una
notevole attività fagocitica. Nei casi in cui il parassita riesce a superare la barriera intestinale entra
nel flusso ematico e raggiunge vari organi, in particolare il fegato causando la formazione di ascessi
amebici.
Varie sono le manifestazioni cliniche causate dall’infezione da Ameba istolitica. A) amebiasi
intestinale acuta; è la forma clinica più frequente e tipica che è caratterizzata da dolori addominali
crampiformi, tenesmo e fremiti durante le evacuazioni diarroiche con presenza di muco prima e poi
mucoematiche. B) colite amebica fulminante; spesso fatale ma fortunatamente non frequente
colpisce prevalentemente in ambito pediatrico. Vi è dissenteria profusa con rapida
,disidratazione,febbre,spesso peritonite e tossiemia che porta frequentemente alla morte C)
ameboma:una rara forma di “tumor like” istologicamente caratterizzato da un aspetto
granulomatoso con presenza di trofozoiti amebici:. D) amebiasi extraintestinale: sempre secondaria
ad una forma intestinale invasiva; l’organo più colpito è il fegato con la formazione degli ascessi
amebici dovuti alla raccolta del materiale proveniente dalla lisi degli epatociti con formazione di
materiale pseudopurulento di consistenza semiliquida e di colore definito a pasta d’acciuga; il
paziente accusa febbre con dolore all’ipocondrio destro, tipicamente irradiato a spalla e scapola
sinistra
TRICHOMONAS VAGINALIS
E’ l’agente eziologico di una delle malattie sessualmente trasmesse più frequenti.
Il parassita ha la forma ovale-piriforme e misura 10-20 micron, vive sulla mucosa vaginale
nutrendosi del glicogeno delle cellule; possiede cinque flagelli: quattro situati anteriormente, il
quinto incorporato nella membrana ondulante che si limita alla metà anteriore del corpo; il nucleo è
situato nella metà anteriore del corpo ed in sua prossimità parte un assostile che fuoriesce
posteriormente.
L’infezione da tricomonas è diffusa in tutti i continenti e climi; la specie umana è l’unico ospite
naturale del protozoo e la trasmissione, nella gran maggioranza dei casi è diretta per contatto
sessuale. L’infezione si può anche contrarre alla nascita durante il passaggio attraverso il canale del
parto. Nell’ambiente esterno il parassita vive per alcune ore: è quindi possibile, anche se rara, la
trasmissione da bagni, asciugamani, ecc.
E’ un’infezione tipica dell’età fertile, rari i casi prima del menarca e dopo a menopausa.
Nella donna l’infezione si localizza esclusivamente a livello della vagina, dell’uretra e delle
ghiandole del Bartolini; nell’uomo, oltre che nell’uretra si può localizzare nella prostata e
nell’epididimo.
L’infezione interferisce con l’ambiente vaginale, causando una notevole diminuzione o la perdita
totale della flora lattobacillare residente; il conseguente innalzamento del pH facilita l’impianto di
altri batteri e di miceti..
Nella donna il quadro clinico può variare da portatore asintomatico alla vaginite acuta,
caratterizzata da copiosa leucorrea mucopurulenta, schiumosa, giallo-verdastra e maleodorante: la
mucosa della cervice può mostrare emorragie puntate che realizzano il quadro della “cervice a
fragola”. Nell’infezione cronica i sintomi, modesti, sono prurito e dispareunia.
Nell’uomo la maggioranza delle infezioni sono asintomatiche e autolimitanti.
P LA T E L M I N T I
I platelminti, o vermi piatti, sono metazoi di forma allungata e piatta a simmetria bilaterale; gli
organi interni sono immersi in un tessuto connettivale, detto parenchima, rivestito da un sacco
muscolo cutaneo che garantisce all’animale protezione forma e movimento. L’intestino manca ed è
sostituito da una cavità gastro vascolare che parte con una apertura orale e termina in uno o più rami
ciechi.I cataboliti vengono escreti per mezzo di protonefridi, canalicoli che iniziano con una cellula
cava e confluiscono nei vasi acquiferi; questi si aprono all’esterno in corrispondenza di uno o più
pori escretori.
Il sistema nervoso è costituito da gangli cerebrali e cordoni longitudinali da cui si diramano fibre
trasversali. In numerose specie si alterna una generazione sessuata e una o più fasi di
moltiplicazione larvale.
I platelminti che interessano la parassitologia umana comprendono le classi dei Trematodi e quella
dei Cestodi.
TREMATODI: i trematodi sono tutti endoparassiti e vivono nei dotti biliari, nel tratto alimentare e
nel sistema vascolare dell’ospite definitivo. Sono caratterizzati dall’alternarsi di una moltiplicazione
sessuata (allo stadio adulto) con produzione di uova,ad una generazione asessuata (ad uno stadio di
larva nel mollusco ospite intermedio).
SCHISTOSOMA: il genere schistosoma comprende agenti eziologici di alcune delle più importanti
elmintiasi dell’uomo.
Nei mammiferi sono state segnalate più di 20 specie di schistosoma, tra cui una mezza dozzina
interessano l’uomo.
I parassiti adulti producono uova opercolate che raggiungono l’ambiente esterno con le feci o le
urine; all’interno dell’uovo l’embrione matura in un miracidio o larva ciliata: se cade in acqua
l’uovo si apre entro pochi minuti liberando il miracidio che , per continuare il suo sviluppo, deve
trovare entro poche ore il suo ospite intermedio, (in genere un piccolo mollusco gasteropode).
Una volta penetrato nel gasteropode il miracidio si trasforma in cercaria (larva provvista di coda
biforcuta) che fuoriescono dalla lumaca nuotano fino a fissarsi sulla vegetazione dove, dopo aver
perso la coda, si trasformano in cisti. Le cercarie di alcune specie (opistorchis) penetrano in un
secondo ospite intermedio (in genere un pesce) nella cui muscolatura vanno ad incistarsi.Le cisti
una volta ingerite dall’ospite definitivo (uomo) si sviluppano in parassita adulto.
Nell’uomo la infestazione provoca due tipi di patologia: schistosomiasi intestinale e schistosomiasi
urinaria. In base alle caratteristiche morfologiche possiamo distinguere:
Schistosoma mansoni, con uova dotate di spina laterale, causa di schistosomiasi intestinale
Schistosoma iaponicum con uova dotate di spina rudimentale sub apicale, causa di una grave forma
di schistosomiasi intestinale
Schistosoma haematobium con uova dotate di spina terminale, responsabile della schistosomiasi
urinaria
SCHISTOSOMA mansoni: i maschi adulti sono piatti ed affilati alle estremità e sono lunghi circa
12 millimetri, curvandosi lungo la linea mediana formano un canale ginecoforo nel quale
racchiudono la femmina durante l’accoppiamento. La femmina è più lunga (17 mm) e sottile; le
uova che si rinvengono nelle feci sono già mature.
Le cercarie che si trovano nell’acqua penetrano nella pelle dell’uomo perdendo, durante questa
operazione, la coda; questa fase della durata di alcuni minuti è totalmente indolore.
Il parassita penetra nel torrente circolatorio e raggiunge i polmoni dove, in pochi giorni, raddoppia
il volume; successivamente passa nel fegato per diventare, nel giro di un mese, verme adulto e dove
si accoppia..
Dopo circa 35 giorni le coppie migrano nelle venule del colon discendente e del retto, in cui
depongono le uova; ogni femmina può deporre 500 uova al giorno. Dopo un periodo di alcuni
giorni, aiutate dallo sperone, attraverso piccole ulcerazioni, cadono nel lume intestinale e vengono
espulse con le feci.
Queste, cadute nell'acqua.dopo alcuni giorni liberano la larva che penetra in una piccola lumaca
d'acqua originando 200-400 sporocisti che, fuoriusciti dal gasteropode si trasformano in cercarie e,
nuotando attivamente, quando incontrano l'epidermide di un uomo, penetrano attraverso la cute.
SCHISTOSOMA haematobium. Il miracidio di questo schistosoma infesta come ospide intermedio
una chiocciola d'acqua dolce,le cercarie, penetrate nell'uomo, maturano nel sistema portale epatico e
i vermi adulti invadono le vene del plesso vescicale,causando la schistosomiasi genitourinaria.
Le uova compaiono nell'urina e , talvolta, nel liquido seminale.
SCHISTOSOMA japonicum : questa specie ha un ciclo vitale simile a quello di S.mansoni.
L'infestazione si contrae anche fuori dell'acqua, nel fango o sulle rive delle risaie: i vermi si
sviluppano rapidamente nelle vene epatiche, si accoppiano e migrano fino nei capillari dell'intestino
tenue iniziando l'ovodeposizione. Le uova mature cadono nel lume intestinale e vengono espulse
con le feci.
FASCIOLA hepatica: Fasciola hepatica è un grosso verme di circa 30 mm di lunghezza, appiattito
dorso ventralmente di forma ovale dotato di una piccola ventosa orale e di una ventosa ventrale; il
corpo è avvolto da una cuticola munita di spine chitinose. Gli organi interni sono rappresentati da
un apparato digerente ramificato e dagli organi sessuali maschile e femminile (ermafroditismo
sufficiente).
Il parassita adulto vive nei dotti biliari e nella cistifellea e si nutre prevalentemente di sangue.
Ogni giorno vengono prodotte fino 50.000 uova che vengono riversate, con la bile, nell'intestino ed
espulse con le feci. In amiente acquatico, l'uovo si apre liberando una larva che si mette alla ricerca
dell'ospite intermedio (una chiocciola del genere Limnea) in cui si trasforma formando numerose
cercarie (circa 600). Che , fuoriuscite dal mollusco si portano sui vegetali incistandosi. Le cisti
resistono anche per un anno in ambiente umido.
Ingerite da erbivori o dall'uomo.le cisti si aprono nell'intestino migrando poi nel parenchima
epatico.
I vermi provocano gravi lesioni al parenchima epatico; il parassita raggiunge la maturità sessuale ed
inizia la deposizione delle uova 70, 80 giorni dall'inizio della infestazione.
Il parassita, nell'uomo, è in grado di sopravvivere fino a 10 anni.
C E S T O D I
I cestodi sono una classe di vermi che comprende solo specie parassite, caratterizzate dall'assenza di
tubo digestivo e dall'assunzione del cibo sciolto attraverso un tegumento particolare; le forme adulte
e larvali sono prive di cilia.Gli adulti vivono nel tubo digerente dell'ospite: il corpo,appiattito,è detto
strobilo e diviso in segmenti generati da un collo che segue una testa, detta scolice. I segmenti o
proglottidi più giovani sono vicini al collo.
Lo scolice dei cestodi è dotato di organi adesivi che possono essere. ventose circolari, generalmente
presenti in numero di 4, botridi e o rostelli (coroncine di uncini chitinosi). Allo scolice segue un
collo sottile dal quale si sviluppano sempre nuove proglottidi in numero variante a seconda della
specie (dai tre dell'echinococco alle oltre tremila del botriocefalo), per cui la lunghezza può variare
da pochi centimetri a circa 20 metri.
Il sistema nervoso è rappresentato da un plesso cefalico da cui partono due cordoni principali che
percorrono tutto il verme lungo i due margini laterali.
La quasi totalità è ermafrodita ma presenta il fenomeno della proterandria (matura prima l'apparato
maschile e poi quello femminile; nella stessa proglottide non coesistono i due apparati). La
fecondazione pertanto avviene tra proglottidi di diversa età
Non esistono apparato digerente ed apparato circolatorio. I vermi si nutrono assorbendo fluidi già
digeriti dal lume intestinale dell'ospite. Alcune specie di cestodi inibiscono le reinfestazioni con
parassiti della stessa specie.Tenia solium e Tenia saginata sono raramente presenti nell'intestino
umano in più di un esemplare per cui sono stati definiti vermi solitari.
Le ultime proglottidi, cariche di uova fecondate, si staccano e vengono portate all'esterno con le feci
oppure forzando l'apertura anale con movimenti autonomi (tenia saginata).
DIFILLOBOTRIUM LATUM: lo scolice di questa tenia è provvisto di due botridi (solchi
allungati); il verme raggiunge facilmente i 10 metri di lunghezza.
Il ciclo di sviluppo richiede la presenza di due ospiti intermedi: il primo è un crostaceo copepode e
il secondo è un pesce d'acqua dolce. Dall'uovo esce una larva che deve essere ingerita dal crostaceo
entro 12 ore; i pesci di acqua dolce si infestano cibandosi del crostaceo infestato; i grossi pesci
predatori a loro volta contraggono l'infestazione nutrendosi di pesci di taglia inferiore. In questi
ultimi le larve vanno ad incistarsi nella muscolatura. L'uomo si infesta cibandosi con carne di pesce
infetta purchè non cotta o cotta non a sufficienza.
Nell'intestino umano le cisti si aprono liberando un protoscolice che aderisce alla mucosa intestinale
e si trasformano in individui adulti.
Le infestazioni umane da Difillobotrium sono generalmente sostenute da un solo esemplare che si
fissa alla parete intestinale dell'ileo o del digiuno, potendo causare, solo raramente, occlusione
intestinale. Nella maggior parte dei casi la parassitosi decorre in forma subclinica.
La sintomatologia, estremamente variabile, si manifesta dopo 1-3 settimane dall'ingestione del
pesce infestato ed è caratterizzata da disturbi nervosi,perdita di appetito, anoressia, nausea,
vomito,diarrea alternata a stipsi, dolori addominali, perdita di peso ed anemia.
La diagnosi viene effettuata tramite il ritrovamento delle uova nelle feci.
TAENIA SOLIUM. Il verme adulto può raggiungere gli 8 metri di lunghezza con 700-1000
proglottidi; lo scolice è munito di quattro ventose e di un rostrello con 22-32 uncini disposti su due
cerchi.
Allo scolice segue un collo da cui prendono origine le proglottidi.
Quando l'uomo (ospite definitivo) mangia carne di suino (ospite intermedio) cruda o poco
cotta,infetta da cisticerchi di T.solium questi liberano il protoscolice che si ancora alla parete
intestinale ed incomincia a svilupparsi a verme adulto. Le proglottidi gravide, contenenti ognuna
circa 50.000 uova abbandonano l'ospite passivamente con le feci. Le uova, ingerite da un suino, si
aprono nel duodeno liberando delle larve che, per mezzo della grande circolazione,raggiungono la
muscolatura in cui si incistano formando la cosidetta carne panicata. Le cisti entrano in una fase di
latenza in attesa di essere ingerite dall'uomo.
L'infestazione da verme adulto è per lo piu asintomatica pur provocando talvolta disturbi intestinali,
anoressia, bulimia, nausea e vomito. Al contrario una forma grave si osserva nel caso, saltuario, di
infestazioni larvali da cisticerco (in questo caso l'uomo stesso diventa ospite intermedio) in quanto
le cisti possono formarsi a livello del sistema nervoso centrale (parenchima cerebrale, meningi,
spazio sub aracnoideo e midollo spinale). In questo caso il segno clinico più frequente è l'attacco
epilettico; altri segni clinici sono; emiparesi, danneggiamento del visus, problemi motori,violenti
mal di testa, vomito e alterazioni neuropsichiatriche.
La diagnosi viene effettuate tramite la ricerca delle uova nelle feci e lo studio delle proglottidi e
dello scolice.
TAENIA SAGINATA:Il verme adulto differisce da quello della T.solium in quanto lo scolice non è
dotato di un rostrello ma solo di quattro ventose.
Un'importante caratteristica di T.saginata è che le proglottidi gravide abbandonano autonomamente
l'ospite forzando lo sfintere anale. Questa tenia si sviluppa, allo stadio adulto, solo nell'uomo; lo
stadio cistico parassita alcuni bovini, il lama e diverse antilopi.
Quando l'uomo (ospite definitivo) consuma carne di bovino (ospite intermedio) cruda o poco cotta,
infestata da cisti di T.saginata, queste si aprono nell'intestino tenue, lo scolice si ancora alla parete
intestinale e incomincia a svilupparsi il verme adulto. Il verme adulto può vivere fino a 30 anni.
Ingerite con l'erba dai bovini le uova si schiudono nel duodeno; le larve penetrano nelle pareti
intestinali e vengono trasportate dal sangue, fermandosi preferibilmente nel tessuto adiposo che
circonda i muscoli ed il cuore dove si trasformano in cisti.
Il più frequente sintomo à dovuto alla spiacevole sensazione della fuoriuscita delle proglottidi che
attivamente forzano lo sfintere anale; più raramente si riscontra nausea o diarrea, vomito, lievi
dolori addominali, sopratutto al mattino, dolori che scompaiono dopo assunzione di cibo.
L'unica diagnosi possibile si basa sul reperimento delle proglottidi e la ricerca delle uova.
TAENIA MULTICEPS (cenuro): il verme adulto è lungo circa un metro e dotato di uno scolice con
quattro ventose e un doppio rostrello; la forma larvale, detta cenuro, può raggiungere i 5 centimetri
e contenere sino a 400 protoscolici.
L'ospite definitivo è il cane; l'ospite intermedio in genere è rappresentato dagli ovini;l'uomo può
fungere da ospite intermedio quando, accidentalmente, ingerisce le uova di questa tenia disperse
nell'ambiente attraverso le feci del cane da pastore.
Questa infestazione è molto diffusa dove vi è pastorizia senza controllo sui cani da pastore i quali
possono facilmente infettarsi nutrendosi con le carcasse di pecore infestate.
Il cenuro può localizzarsi nell'occhio causando disturbi del visus, oppure nel cervello causando
violenti mal di teste, idrocefalo, nausea, alterazione nei movimenti e, nei casi più gravi, la morte
ECHINOCOCCUS GRANULOSUS: il parassita adulto vive nell'intestino tenue del cane e dei
canidi selvatici:
è lungo 7 mm ed è formato dallo scolice e da tre proglottidi,una immatura, una matura ed una
gravida; lo scolice presenta un rostrello con una doppia corona di uncini.
La forma larvale, denominata idatide, si sviluppa nell'ospite intermedio; è una larva cistica ripiena
di liquido (liquido idatideo) ; in generale le dimensioni della ciste idatidea non supera i 5-10 cm
sebbene, nell'uomo, siano state osservate cisti di 50-60 cm di diametro contenenti fino a 16 litri di
liquido. Ogni idatide contiene numerosi protoscolici e, se la ciste viene rotta o fessurizzata in
seguito ad un evento traumatico, da ogni frammento si può formare una nuova idatide.
Gli adulti vivono nell'intestino tenue dei canidi che si infettano ingerendo le idatidi contenute nei
visceri degli ospiti intermedi rappresentati da numerose specie di erbivori ed onnivori domestici e
selvatici. I protoscolici, contenuti nelle cisti si fissano alle pareti intestinali ed iniziano
l'accrescimento del parassita adulto che richiede circa 30-50 giorni. Una sola proglottide gravida
viene liberata ogni settimana; le uova, dopo l'ingestione da parte dell'ospite intermedio, liberano una
larva che tramite il circolo sanguigno può raggiungere ogni distretto corporeo: rene, milza, cuore,
polmoni, occhio, ossa, muscolo e cervello.
La via più frequente di infestazione per l'uomo è l'ingestione accidentale di verdure crude non lavate
o poco lavate contaminate da uova del parassita. L'infestazione è possibile anche in seguito di stretti
contatti con cani parassitati. Le piccole dimensioni delle proglottidi o la loro rottura accidentale
facilitano la contaminazione del mantello dell'animale; in questo caso è possibile contrarre
l'infestazione portandosi inavvertitamente le mani alla bocca dopo aver accarezzato o giocato con
l'animale.
A seconda della localizzazione d'organo possono comparire i seguenti sintomi. Localizzazione
epatica : i disturbi più frequenti sono ittero, febbricola ed epatomegalia. Localizzazione polmonare:
i sintomi caratteristici in questo caso sono la febbricola, la tosse, le manifestazioni urticarioidi ed i
dolori toracici. Nell'echinococcosi renale si possono avere coliche renali; nell'echinococcosi
cerebrale compromissione di alcune funzioni cerebrali; nell'echinococcosi ossea osteolisi con
possibilità di fratture spontanee; nelle forme oculari la ciste può arrivare ad occupare l'intera orbita;
la malattia può complicarsi fino ad avere la rottura della ciste a cui fa seguito una reazione
infiammatoria locale ed un calo drastico del visus fino alla cecità.
Fino a trent'anni fa l'unico trattamento dell'echinococcosi cistica era quello chirurgico. Oggi sono
disponibili due alternative terapeutiche: la chemioterapia ed i trattamenti percutanei..
N E MAT O D I O V E R M I CAV ITAR I
la maggior parte dei nematodi ha una forma cilindrica assottigliata alle due estremità, con il corpo
ricoperto da una cuticola incolore; la cuticola non è estensibile e durante l'accrescimento viene
sostituita quattro volte (quattro mute).
I nematodi hanno sessi separati ed i maschi sono generalmente più piccoli delle femmine, le quali
producono uova o larve. Lo sviluppo è caratterizzato da una serie di mute con perdita della cuticola.
Una delle caratteristiche di base del ciclo dei nematodi è che la trasmissione dell'infestazione
dall'ospite definitivo, dove il parassita raggiunge lo stadio adulto e si riproduce, ad un nuovo ospite
raramente si verifica per contatto diretto.
Parte dello sviluppo si compie nell'ambiente esterno o in altri ospiti, definiti ospiti intermedi, dove
si sviluppano uno o più stadi intermedi.
ASCARIS LUMRICOIDES:: Ascaris è un grosso nematode cilindrico di 15-35cm di lunghezza con
estremità caudale ripiegata; le femmine fecondate depongono 200.000 uova al giorno.
Le uova fecondate di Ascaris emesse dall'uomo con le feci, maturano in poche settimane in
ambiente alquanto umido.
Quando le uova infestanti vengono ingerite, le larve penetrano l'intestino raggiungendo il fegato,
da li, per via ematica raggiungono il cuore destro e i capillari polmonari dove si insediano e
crescono;dai polmoni risalgono fino alla faringe da dove vengono deglutiti raggiungendo così
l'intestino tenue in cui si sviluppano a vermi adulti nutrendosi di chimo.La produzione di uova
inizia circa 2 mesi dopo l'infestazione.
L'infestazione di A.lumbricoides è trasmessa tramite l'ingestione di frutta, verdura o terra
contaminata. L'ascaridosi in Italia è fortemente diminuita negli ultimi anni, ma sino a sessanta anni
fa era abbastanza frequente nelle zone rurali.
Nell'ascaridosi la migrazione delle larve nei polmoni può causare reazioni infiammatorie o di
ipersensibilità con tosse, bronchite asmatica e orticaria. La presenza del verme adulto nell'intestino
tenue può provocare dolore addominale, nausea, diarrea e vomito. Nei bambini parassitati da decine
di vermi, gli ascaridi possono causare ostruzione intestinale, con una elevata mortalità. I vermi
adulti possono migrare ed essere espulsi interi dalla bocca o dall'ano.
TRICHURIS FRICHIURA (tricocefalo): il verme adulto è composto da una parte cefalica filiforme
e da una parte caudale più grossa che contiene l'apparato genitale. Il maschio è lungo 30-45 mm, la
femmina, lunga 35-50 mm depone giornalmente circa 10.000 uova a forma di limoncino.
Le uova, per essere infestanti, necessitano di un breve periodo di maturazione in ambiente caldo
umido, dove possono sopravvivere per circa un anno: quando un uovo maturo viene ingerito
dall'uomo, la larva esce dall'uovo ed aderisce alla parete intestinale, nutrendosi di fluidi sottratti alla
mucosa. Giunto nel cieco, il parassita si inserusce con la parte cefalica nella parete intestinale e
sporge nel lume intestinale col resto del corpo.La vita media del parassita nell'intestino è di circa un
anno.
Anche l'infestazione da tricocefalo è quasi scomparsa nel nostro paese ma, in certi centri rurali il
tricocefslo parassitava la maggioranza della popolazione sino agli anni sessanta.
La parassitosi da tricocefalo è, per lo più, asintomatica; solo le persone con infestazioni massive
mostrano una sintomatologia con dolori addominali e diarrea ematica sino ad arrivare, in rari casi,
al prolasso del retto.
ANCHYLOSTOMA DUODENALE:i corpo del verme adulto è rigido con la parte cefalica
alquanto ripiegata facendogli assumere una forma ad uncino. E' dotato di una capsula boccale
rivestita di cuticola che forma quattro denti rivolti verso l'interno della cavità orale in cui sfociano
varie ghiandole che secernono sostanze anticoagulanti.
Gli anchilostomi adulti vivono nell'ultima parte delduodeno e nell'ileo dell'uomo, di cui incidono i
villi nutrendosi di sangue. Ogni femmina depone circa 25.000 uova al giorno. Le uova schiudono
solo in presenza di ossigeno ad una temperatura tra i 14 ed i 34 gradi in feci mescolate a terra umida
in assenza di luce solare diretta, lasciando uscire una larva capace di movimenti autonomi.
La larva non si nutre nell'ambiente esterno e può continuare il suo sviluppo solo nell'uomo; la via di
trasmissione è quasi esclusivamente percutanea. Giunte a contatto con la pelle dell'uomo le larve vi
penetrano, il sangue le trasporta al cuore destro ed ai polmoni. Dai capillari polmonari le larve
penetrano negli alveoli e poi nei bronchi; infine risalgono la trachea e, arrivate nel retrobocca,
vengono deglutite con la saliva e raggiungono l'intestino tenue dove, in 5-6 settimane si trasformano
in adulti ed iniziano la produzione di uova che vengono portate all'esterno per mezzo delle feci.
Nel dopoguerra Anchilostoma duodenalis era diffuso nelle campagne e nelle cave in quasi tutto il
territorio nazionale. Ora la situazione è radicalmente mutata, in seguito al miglioramento delle
condizioni di vita (uso dei servizi igienici e di stivali per il lavoro nei campi).
Nell'anchilostomiasi le larve possono creare una modica reazione locale con prurito e, durante la
migrazione nei polmoni, reazioni infiammatorie e di ipersensibilità. L'infestazione acuta può
manifestarsi con dolore addominale, nausea, perdita di peso e diarrea.
ANISAKIS: L'anisakidosi è una zoonosi dovuta a forme larvali di nematodi ascaroidei appartenenti
al genere Anisaki. Le forme adulte vivono nello stomaco di mammiferi marini (ospiti definitivi) e
producono uova che, eliminate con le feci dell'ospite, liberano larve che vengono ingerite da varie
specie di crostacei; pesci e cefalopodi si infestano ingerendo i crostacei parassitati.
I mammiferi marini (cetacei e pinnipedi) si infestano cibandosi di pesci o cefalopodi parassitati.
L'uomo si inserisce in questo ciclo come ospite accidentale, infestandosi con le larve vive presenti
sui visceri o nella muscolatura dei pesci, nella quale migrano qualche ora dopo la morte dell'ospite.
La parassitosi si contrae consumando pesci e cefalopodi crudi o sottoposti a procedimenti quali la
salagione, l'affumicazione o la marinatura che non siano stati idonei a uccidere le larve.
L'anisakidosi umana ha assunto importanza sanitaria sempre maggiore in alcuni paesi, quali il
Giappone, dove è diffusa l'aiyudine di consumare pesci o cefalopodi crudi, ma casi umani vengono
segnalati sempre più spesso negli Stati Uniti ed in alcuni paesi europei, Italia compresa.
L'anisakidosi umana presenta una forma gastrica ed una forma intestinale. Nella forma gastrica è
caratterizzata da nausea,vomito ed epigastralgie con perdita di appetito: le forme intestinali
presentano dolori addominali, nausea, vomito, febbre, diarrea e leucocitosi.
ENTEROBIUS VERMICULARIS (ossiuri): La femmina è lunga 9-12 mm ha una coda rettilinea ed
affilatail maschio è lungo 2-5 mm e la coda ricurva.
Quando è gravida la femmina non depone le uova nell'intestino umano, ma le accumula nel proprio
utero; a questo punto la femmina abbandona la mucosa intestinale, a cui stava attaccata, e migra
verso l'apertura anale, La femmina forza l'apertura anale e depone le uova sulle pliche mucocutanee
perianali: nelle donne entra spesso nella vulva e, talvolta, risale l'utero; la migrazione avviene
durante la notte e, ogni femmina, depone circa 12.000 uova.
L'uovo matura rapidamente formando una larva che, già nell'uovo subisce due mute, diventando la
forma infettante
Quando le uova vengono ingerite dall'uomo, le larve escono nel duodeno e raggiungono il cieco
dove si trasformano in adulto, senza compiere migrazioni in altri organi. Le uova rimangono vitali
circa due settimane in ambiente umido e temperatura non elrvata.
L'enterobiosi è una parassitosi cosmopolita frequente sopratutto nelle comunità infantili; enterobius
reinfesta ciclicamente lo stesso ospite ed i conviventi,
I bambini si grattano la zona perianale per alleviare il prurito provocato dalle femmine che mordono
la mucosa per aiutarsi ad avanzare; il trasporto delle uova dall'ano alla bocca con le dita è uno dei
metodi principali di autiinfestazione.
Enterobius si fisa con le labbra alle pareti del cieco, dell'appendice e del colon; il parassita si ciba di
particelle solide presenti nella massa fecale. Occasionalmente Enterobius è stato trovato negli
organi dell'apparato genitale femminile dove può causare granulomi a livello dell'ovaio e delle tube.
La diagnosi si differenzia da quella delle altre elmintiasi intestinali in quanto difficilmente possono
essere reperite uova nelle feci (a causa del metodo di deposizione delle stesse da parte delle
femmine), Per la diagnosi si ricorre allo scotch test.
DRACUNCULUS MEDINENSISl dracunculus è un nematode lungo e sottile con dimorfismo
sessuale assai accentuato; il maschio è lungo 4 centimetri e la femmina120 centimetri. Nelle
femmine gravide, gli uteri, che occupano quasi tutto il corpo, contengono circa tre milioni di larve.
Dopo un anno dall'infestazione, la femmina gravida migra nel tessuto sottocutaneo degli arti e, dalla
sua estremità cefalica emette una sostanza tossica che irrita i tessuti e provoca la formazione di una
tumefazione ed una vescicola.Quando il paziente bagna l'arto per alleviare il dolore, al contatto con
l'acqua il verme ulcera la pelle ed emette un essudato latteo con migliaia di larve. Dopo un ora circa
il bruciore si rinnova, il paziente si bagna nuovamente,e l'emissione di larve si ripete; in poche
settimane la femmina depone tutte le sue uova e muore.
Le larve ingerite da piccoli crostacei del genere cyclops,si sviluppano nell'ospite; entro tre
settimane, la larva è in grado di infestare l'ospite definitivo che, bevendo ingerisca il cyclops, il
crostaceo viene digerito e la larva di dracunculus attraversate le pareti intestinali dell'uomo,
raggiunge,per via linfatica i tessuti connettivi retroperitoneali; entro 70 giorni le femmine sono
fecondate, ma raggiungono le dimensioni definitive solo dopo un anno.
Dal punto di vista della terapia, non esiste un trattamento medico. E' ancora valido l'antico metodo
di estrazione per arrotolamento su un bastoncello, operazione che dura per più gioni.
FILARIE: le filarie costituiscono un gruppo di nematodi trasmesso da insetti ematofagi che fungono
da vettori; sono gli agenti eziologici delle filariosi, gravi malattie fortemente deilitanti, la maggior
parte delle quali è presente solo nelle regioni tropicali.
WUCHERERIA BANCROFTI: Wuchereria è un nematode filiforme; la femmina genera embrioni
detti microfilarie la cui produzione è costante per 5 anni per poi calare progressivamente. I vermi
adulti vivono raggomitolati nel sistema linfatico, a monte dei gangli che non possono attraversare.
Le microfilarie misurano circa 300 micron di lunghezza per 8 micron di larghezza e sono avvolte in
una guaina; ospitano batteri simbionti del genere Wolbachia e sono i principali agenti eziologici
delle filariosi linfatiche.
Le microfilarie si concentrano nel sangue periferico nelle ore notturne, durante il giorno si ritirano
nei capillari polmonari; gli ospiti intermedi sono le zanzare. Pervenute nello stomaco delle zanzare
le microfilarie perdono la guaina e maturano raggiungendo la proboscide dell'insetto da cui vengono
trsferite all'uomo quando questo viene punto.Successivamente si localizzano in prossimità dei
gangli linfatici provocando delle dilatazioni nodulari in cui i nematodi maturano e si accoppiano; le
prime microfilarie compaiono nel sangue periferico dopo circa 9 mesi dall'infestazione.
La gravità di questa filariosi linfatica, mai letale, dipende dalla risposta dell'ospite e dal numero dei
parassiti adulti; W.bancrofti è il più importante agente eziologico della elefantiasi tropicale.Molti
dei vermi vivono nei vasi linfatici attorno ai testicoli e ai dotti spermatici.
Entro qualche anno i parassiti determinano ostruzione dei vasi linfatici causando ipertrofia cronica
della cute e del tessuto sottocutaneo con formazione di masse pesanti sino a 80 kg.; nel 90% dei casi
l'elefantiasi colpisce gli arti inferiori e lo scroto nei maschi, nelle donne frequentemente le
mammelle ed i genitali esterni.
BRUGIA MALAY e BRUGIA TIMORI: assieme a W.bancrofti, Brugia malay e Brugia timorisono
responsabili della filariosi linfatica. L'elefantiasi colpisce quasi esclusivamente gli arti inferiori ed è
generalmente neno invalidante di quella da Wuchereria.
MANSONELLA OZZARDI: gli adulti di Mansonella ozzardi vivono nei tessuti adiposi viscerali e
nel mesentere. Le microfilarie, che misurano circa 200 millesimi di millimetro, sono presenti nel
sangue e non sono provviste di guaina. La Mansonella viene trasmessa dal morso di alcune mosche
ematofage (simulium e culicoides).
M.ozzardi è diffusa dallo Yucatan al nord dell'Argentina ed è frequente nel bacino del rio delle
Amazzoni e dell'Orinoco.
Provoca eosinofilia,dolori alle giunture, chiazze eritematose e pruriginose e adenite inguinale.
Mansonella perstans: gli adulti, molto mobili, vivono nella cavità pleurica, pericardica e peritoneale
e nei tessuti perineali.
Le microfilarie, lunghe circa 200 millesimi di millimetro,sono sprovviste di guaina e vivono nel
sangue fino a tre anni dopo la morte degli adulti.
Questo nematode viene trasmesso da una piccola mosca ematofaga del genere culicoides nelle
foreste tropicali; è diffuso in Africa tropicale e nelle regioni settentrionali del Sudamerica.
Può provocare eosinofilia e disturbi di natura allergica.
ONCOCERCA VOLVULUS: il maschio ha una lunghezza di circa 3 cm: la femmina è lunga circa
50 cm, è sottilissama e più volte arrotolata su se stessa come una matassa, è ovovivipara e le
microfilarie, lunghe 250-350 micron sono prive di guaina.
Gli adulti vivono prevalentemente in noduli fibrosi nel connettivo sottocutaneo e la loro vita
riproduttiva è di circa dieci anni.Le microfilarieescono dai noduli e migrano nel connettivo
sottocutaneo e vivono fino a 30 mesi.I vettori sono mosche del genere Simulium in Africa ed in
America centrale.
La prima parte del loro sviluppo nell'uomo ha luogo nel tessuto connettivo in cui si formeranno
lentamente i noduli sopra nominati.
Le microfilarie migranti nel derma provocano prurito, eruzioni papulopustolose, dermatiti licheniformi e lesioni eczamatoidi; lLe lesioni più gravi però sono quelle oculari di tipo cronico o
progressivo che colpiscono prevalentemente i maschi. Si hanno così congiuntiviti, opacità cotonosa
alla cornea, cheratite sclerosante, cataratte secondarie, uveiti e talvolta alterazione dell'umor vitreo.
Si possono pure avere corioretinite, nevriti ottiche e atrofia del nervo ottico.
LOA LOA: gli adulti di questa filaria sono assai mobili muovendosi nel tessuto sottocutaneo e
vivono circa 15 anni; le microfilarie,lunghe circa 300 millesimi di millimetro hanno una guuaina
poco colorabile e non ospitano, unico caso tra le filarie, batteri del genere Wolbachia.
Le microfilarie hanno periodicità diurna; le larve infestanti vengono trasmesse dal morso di tafani
del genere Chrysops: lo sviluppo nell'uomo richiede circa un anno
Gli adulti migrano nei tessuti sottocutanei alla velocità di 1 cm al minuto, provocando edemi fugaci
e pruriginosi noti come: edema del Calabra..
Le microfilarie possono provocare corioretiniti, meningiti ed encefaliti-
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ARTROPODI
Gli artropodi sono degli animali invertebrati carattarizzati da smmetria bilaterale, organizzazione
metamerica del corpo che è rivestito da un esoscheletro chitinoso e presenza di appendici articolate
appaiate, anch'esse ricoperte di cuticola chitinosa. Internamente gli artropodi sono caratterizzati
dalla presenza di una cavità, l'emocele, riempita dall'emolinfa, che contiene i vari organi interni.
Gli artropodi che interessano la parassitologia umana appartengono alle classi Acaridi e Insetti.
ACARIDI: gli artropodi appartenenti agli acaridi hanno il corpo ovale e senza segni esterni di
segmentazione; hanno 4 paia di zampe, le due paia anteriori dirette anterolateralmente, le ultime
duedirette posterolateralmente. L'apparato boccale è di tipo pungitore-succhiatore: l'apparato
respiratorio, tracheale, è ridotto nelle specie più adattate al parassitismo e assente nell'acaro della
scabbia: le femmine sono dotate ventralmente di una apertura per l'ovoposizione.
Dalle uova emergono larve con 6 zampe che si nutrono, crescono e si trasformano in ninfe a 8
zampe, per poi trasformarsi in adulti.
Gli acaridi più importanti per la parassitologia umana sono le zecche e gli acari della scabbia.
ZECCHE DURE le zecche dure non sono molto grandi (da qualche mm a non più di 1 cm); sono
appiattite dall'aspetto ovale dovuto al grosso addome; la parte cefalica del corpo si assotiglia in un
rostro per formare l'apparato boccale pungente-succhiante.Queste cimici sono provviste di uno
scudo dorsale, che nei maschi copre tutto il dorso e nelle femmine solo la parte anteriore del dorso il
resto del corpo è ricoperto da un tegumento pieghettato ed elastico che, durante il pasto può
estendersi permettendo al parassita di ingerire quantità di sangue molte volte superiori al proprio
peso corporeo. Le femmine depongono in una sola volta sino 18.000 uova in ammassi, dopo di che
muoiono. Dalle uova, dopo 30-50 giorni, escono larve che attendono sull'erba il passaggio di un
ospite adatto su cui trasferirsi per il loro primo pasto di sangue; si trasformano in ninfe con otto
zampe e infine in adulti che si accoppiano sull'ospite..
Alcune specie compiono tutto lo sviluppo da larva ad adulto su un solo ospite, altre, dopo ogni
pasto, si lasciano cadere a terra, compiono una gase di sviluppo e quindi parassitano in periodi
successivi nuovi ospiti, spesso di specie diverse.
Queste zecche possono trasmettere all'uomo la Rickettsia conorii, responsabile della febbre
bottonosa e Coxiella burnetii, responsabile della febbre Q.
ZECCHE MOLLI: queste zecche non sono fornite di scudo dorsale. Questi parassiti di giorno si
nascondono nel terreno o nel pavimento delle stalle e delle abitazioni e, di notte si nutrono sugli
animali domestici e sull'uomo.
La durata del pasto va da pochi minuti a 2-3 ore, dopo di che si lasciano cadere a terra..
Sono di grande importanza medica perchè trasmettono la Borrelia, che la zecca può passare alle sue
uova; più in generale le zecche possono provocare: 1) dermatosi con prurito, gonfiore, ulcerazioni
nel sito della puntura; 2) avvelenamento dovuto all'inoculazione dei liquidi salivari tossici; 3)
dissanguamento che in certi casi può provocare una seria anemia; 4) paralisi da zecche di tipo
flaccido, talvolta con esito letale; 5) otoacariasi, invasione del canale uditivo; 6) infezioni, quali
piroplasmosi, babesiosi, rickettsiosi, che si manifestano con febbri emorragiche ed encefaliti,
spirochetosi e tularemia.
SARCOPTES SCABIAE: l'acaro della scabbia è di piccole dimensioni, tanto da esser difficilmente
visibile ad occhio nudo, di forma ovalare senza occhi e con 5 zampe robuste ma corte.
La femmina gravida scava, nello strato corneo della pelle umana, una galleria tortuosa alla velocità
di 5 mm al giorno depositandovi 2-3 uova al giorno. Questi canali sono in rilievo e grigi a causa
delle feci che la femmina depone mentre procede. Dopo aver deposto una cinquantina di uova la
femmina nuore.
Dalle uova escono larve esapode che, emerse dal tunnel si riparano nei follicoli piliferi o sulla
superficie della pelle in piccoli crateri che si scavano; si trasformano poi in larve octopode e,
finalmente, in adulti, maschi e femmine.
I giovani adulti si accoppiano ed i maschi muoiono poco dopo, senza penetrare nel derma. Le
femmine fecondate restano in superficie fino a quando le uova non sono quasi mature; in questo
periodo possono diffondersi per contatto cutaneo a nuovi ospiti,
Nella polvere delle stanze delle persone affette da scabbia norvegese si rinvengono numerose
femmine dell'acaro che sopravvivono per alcune oe.
All'inizio della terza settimana le femmine presenti sulla pelle cominciano a scavare una galleria e a
deporre le uova.
Gli acari, raggiungono il numero massimo di 500 entro pochi mesi per poi diminuire, generalmente
il numero di 20, grazie alle difese immunologiche dell'ospite, ma quasi mai si ha una guarigione
spontanea. L'irritazione causata da questi parassiti è di origine allergica.
Una dermatosi crostosa generalizzata, dovuta a deficienza immunologica dell'ospite, può portare il
numero dei parassiti a circa 3 milioni per individuo parassitato: errori diagnostici che portino a
trattamento con corticosteroidi possono trasformare la semplice scabbia in scabbia norvegese.
INSETTI
Gli insetti hanno il corpo diviso in tre regioni: capo, torace ed addome. Le loro appendici sono: un
paio di antenne tre paia di pezzi boccali e tre paia di zampe; inoltre due paia di ali, eccetto che in
alcuni insetti a carattere primitivo (apterigoti) o quando le ali siano state secondariamente del tutto o
in parte perse per adattamento.
Lo sviluppo, dall'uovo all'adulto, può avvenire gradualmente senza metamorfosi, per cui gli adulti
differiscono dagli stadi giovanili essenzialmente solo per le dimensioni, oppure per metamorfosi
incompleta, per cui l'individuo passa attraverso lo stadio dell'uovo,di ninfa e di insetto perfetto;
infine, negli insetti a metamorfosi completa, l'insetto passa attraverso lo stadio di uovo, larva, pupa
ed insetto perfetto.
CIMICI: questa famiglia comprende 91 specie di insetti ematofagi. La maggior parte sono parassiti
di uccelli e pipistrelli, tranne due specie: Cimex lectularius e Cimex hemipterus, che sono associate
all'uomo.
Cimex lectularius è un insetto nocivo degli ambienti domestici, diffuso in tutto il mondo; non
infesta solo l'uomo ma anche pipistrelli, pollame ed altri animali domestici. Cimex hemipterus è
presente sopratutto nelle regioni calde dell'Africa, America ed Asia.
Sono insetti di forma ovalare, appiattiti dorsoventralmente, privi di ali funzionali, delle dimensioni
di 4-6 x 3 mm, di colore giallo marrone. Gli adulti e tutti gli stadi ninfali sono ematofagi, parassiti
obbligati di ospiti vertebrati; l'ultimo segmentodegli arti porta un paio di artigli; l'addome, suddiviso
in 11 segmenti aumenta notevolmente di volume, durante il pasto.
Queste due cimici depongono le uova preferibilmente su superfici ruvide e sopratutto in fessure,
crepe ed al di sotto della carta da parati. Una femmina depone fino a 200 uova che, dopo una decina
di giorni si schiudono liberando una ninfa molto simile all'adulto e che, come questo, si alimenta di
sangue: la trasformazione in adulto richiede tre settimane; la vita attiva di una femmina adulta dura
normalmente un centinaio di giorni, durante i quali pungerà l'ospite circa 150 volte.
Adulti e ninfe si alimentano preferibilmente di notte, quando i loro ospiti dormono; le cimici
vengono attratte sopratutto dal calore e dall'anidride carbonica emessi dall'uomo più che dall'odore.
Sia le ninfe che gli adulti possono sopravvivere senza cibarsi anche per un anno; la diffusione
ambientale delle cimici può avvenire attraverso coperte infestate o vecchi mobili con cimici
nascoste nelle fessure, Nelle abitazioni dove vi sono infestazioni elevate è possibile riconoscere le
tipiche deiezioni fecali sparse sulle pareti o sui mobili e l'odore caratteristico emesso dalle
ghiandole metasternali.
Sperimentalmente è stato dimostrato che le cimici possono essere infette da numerosi patogeni (tra
cui i virus dell'epatite e dell'HIV) ma in natura sembra non rivestire alcun ruolo come vettori.
Tuttavia i morsi delle cimici sono molto irritanti e possono causare infezioni secondarie a seguito
del continuo grattamento, Se le condizioni permettono alle cimici di aggredire continuamente
l'uomo e se il loro numero è elevato, possono contribuire a determinare forme di anemia cronica,
sopratutto nei bambini
TRIATOMINAE: sono insetti ematofagi obbligati e sono state riconosciute essere in grado di
trasmettere Trypanosoma cruzi, agente eziologico della malattia di Chagas.
Gli adulti sono di forma tozza e privi di ghiandole odorose; sono di colore nero o marrone e
possono presentare delle macchie o delle bande rosse, marroni, gialle, arancioni o rosa distribuite
lateralmente sul dorso, sul torace e sugli arti.
Le Triatominae necessitano di un pasto di sangue lungo che può durare circa 30 minuti e solo
alcune specie provocano un morso doloroso. Il ciclo di sviluppo di questi insetti prevede uno stadio
di uovo, cinque stadi ninfali ed uno stadio di adulto; le ninfe e gli adulti di entrambi i sessi sono
ematofagi.
Le femmine possono produrre sino a 600 uova in piccoli lotti alcuni giorni dopo aver fatto un
abbondante pasto; dalle uova escono delle ninfe che sono in grado di resistere diverse settimane
senza cibarsi. Le ninfe, dopo il pasto, aumentano il loro peso fino a 9 volte e gli adulti 2-4 volte.
Durante o appena dopo il pasto di sangue, le cimici iniziano a defecare eliminando l'eccesso di
acqua contenuta nel sangue ingerito assieme a sfere di acido urico.
La maggior parte delle Triatominae sono presenti nell'America centro meridionale, Nelle abitazioni
umane contaminate da cimici sono presenti centinaia di insetti, ognuno dei quali si alimenta ogni 49 giorni, Le triatomine però sono importanti in quanto vettrici di Trypanosoma cruzi,
PIDOCCHI: i pidocchi sono insetti privi di ali, dal corpo fortemente appiattito dorsoventralmente
con un capo piccolo ed allungato, il torace largo e l'addome segmentato; l'apparato boccale,di tipo
succhiatore, presenta, al suo interno, una serie di denti che vengono estroflessi al momento della
puntura; gli arti sono forniti di grossi uncini, per meglio aggrapparsi ai peli. Vivono come
ectoparassiti permanenti dell'uomo e dei primati e sono dotati di un alto grado di specificità
parassitaria.
L'uomo è infestato da due specie di pidocchio: Pediculus capitis e Pediculus humanus.
I pidocchi sono degli insetti che trascorrono tutta la vita sull'ospite; non lo abbandonano mai
volontariamente tranne nel caso in cui devono trasferirsi su un nuovo ospite; sono ematofagi un tutti
gli stadi della loro vita ed estremamente ospite-specifici Pidocchi che infestano altre specie animali,
se trasferiti all'uomo non riescono a sopravvivere.
Pediculus capitis vive tra i capelli e depone le uova sulla radice del capello: Pediculus humanus
depone le uova sulle fibre dei vestiti e si reca sul corpo dell'ospite solo per alimentarsi.
Le uova dei pidocchi vengono chiamate lendini, sono di colore bianco madreoerlaceo, vengono
attacate al capello mediante una sostanza collante molto tenace e rimangono attaccate ai peli anche
dopo la schiusura; il guscio vuoto, riempiendosi d'aria, li fa apparire di colore bianco trslucido.
Le femmine circa 24 ore dopo la fecondazione iniziano a deporre le uova: P.capitis depone un
singolo uovo per capello sui capelli intorno al collo o dietro le orecchie. P. humanus depone gruppi
di uova sulle fibre, sopratutto in corrispondenza delle cuciture o della cintura degli indumenti.
Le ninfe che fuoriescono dalle uova sono del tutto simili all'adulto, seppur di dimensioni ridotte, e
sono ematofage; i pidocchi sono poco resistenti al digiuno e non resistono oltre le 55-85 ore senza
cibarsi. Le feci hanno un bassissimo contenuto di acqua esono prodotte sotto forma di una sottile
polvere nera; il sangueè aspirato lentamente a causa del ridotto diametro della proboscide, per cui il
pidocchio compie in un giorno piccoli e frequenti pasti di sangue.
I pidocchi sono vettori di una Rickettzia (Rickettzia provazekii) agente eziologico del tifo, della
Bartonella quintana, agente della febbre dei 5 giorni e di Borrelia recurrentis, agente eziologico
della febbre ricorrente..
PHTHIRUS PUBIS: noto anche come piattola, si localizza su qualsiasi zona coperta di peli, incluse
le cilia e, solo raramente , lo si può trovare sui capelli; è spesso associato ai peli fell'area genitale.
Questu pidocchio ha una forma particolarmente arrotondata, (diametro di 1mm per il maschio e
2mm per la femmina); il torace è molto corto e fuso con l'addome. Phthirus pubis + fornito di
artigli più grandi e robusti di qielli del pidocchio dei capelli in quanto questo pidocchio è
maggiormente adatto a scalare peli rari e robusti, come quelli delle ascelle, dell'area genitale e delle
sopraccilia.
P.pubis depone diverse uova per pelo, con una cadenza di 3 uova al giorno.
P.pubis viene trasmesso con il contatto sessuale. Da un punto di vista clinico il prurito è stato
segnalato meno frequentemente delle cosidette macule ceruleae; queste lesioni, dal colorito
bluastro,sono dovute alla presenza di un pigmento di colore blu, dovuto alla trasformazione
dell'eme d'origineematica in un prodotto simile alla biliverdina: scompaiono in poco tempo senza
lasciare alcuna traccia. Per eliminare questa infestazione è indispensabile un trattamento
antiparassitario.