La Bronchite Infettiva……….. una vecchia amica Torino, 3 ottobre 2013 Bronchite Infettiva La bronchite infettiva aviare è una malattia a diffusione mondiale, presente in tutti quei paesi dove si è sviluppata un’industria avicola. È responsabile di notevoli perdite economiche legate a scarsa crescita, peggioramento dell’indice di conversione, aumento del numero di scarti e mortalità nei broilers, calo dell’ovodeposizione e minore qualità dell’uovo in ovaiole e riproduttori. 2 Storia • È stata osservata per la prima volta in Nord Dakota nel 1930 • L’eziologia virale è stata determinata nel 1936 (Beach e Shalm) • Isolato nel 1937 su uovo embrionato (Beaudette e Hudson) • Nel 1946 furono fatte le prime prove di vaccinazioneinfezione per salvaguardare le pollastre (Van Roeckle) • Nel 1956 venne fatta la prima differenziazione in sierotipi (Massachussetts e Connecticut) – Jungherr et al. • Nel 1962 segnalata la nefrite-nefrosi (Winterfield e Hitchner) 3 Agenda Eziologia Patogenesi Forme cliniche Protezione Situazione italiana Eziologia RNA virus a singolo filamento (80-200 nm di diametro) pleomorfo CORONAVIRIDAE (terzo gruppo insieme a quello del tacchino e del fagiano) Dotato di envelope La corona è formata da peplomeri lunghi 17-20 nm Questo virus va facilmente incontro a mutazioni e ricombinazioni genetiche • Genoma completamente sequenziato – 27600 nucleotidi • Ceppo prototipo Massachussets 82828 (M41) • • • • • • • 5 6 Struttura 4 proteine strutturali: • S proteina Spikes • M proteina di membrana • E proteina dell’envelope • N proteina del nucleocapside La proteina S si divide in 2 subunità: • S1 ruolo maggiore nell’indurre immunità (520 aa) • S2 base peplomero ed ancoraggio membrana (625 aa) La proteina S1 è quella più frequentemente sottoposta a variazioni antigeniche responsabili della comparsa dei diversi sierotipi; su di essa si trovano gli epitopi che inducono la produzione di Ab VN 8 Modello di struttura della proteina “S” sulla superficie del virus S1 → hypervariable region; 386 base pairs S2 Virion membrane (Cavanagh, 1983) Nuovi sierotipi emergono come risultato di minimi cambiamenti nella sequenza aminoacidica della porzione S1 del genoma virale Eziologia I virus della BI possono essere differenziati: • Sierotipi • Patotipi • Immunotipi • Genotipi La determinazione del sierotipo si basa su tipizzazione sierologica (virus neutralizzazione e inibizione emoagglutinazione) La caratterizzazione genomica viene effettuata tramite RT-PCR o RFLP (Restriction enzyme fragment lenght polymorphism) 10 Eziologia • Riconosciuti 5 gruppi genomici in parte rispondenti ai sierotipi • In generale buona correlazione tra sierotipo e genotipo tuttavia…… • Talora ceppi appartenenti a diversi sierotipi con elevato grado di omologia nella sequenza nucleotidica • Oppure stessi sierotipi con sequenze nucleotidiche che differiscono in modo rilevante 11 Eziologia Molti sierotipi e genotipi: • Massachusetts (M41, H120), D207, D274, 793B (4/91, CR88), D388 (QX), Q1, IT-02, B1648/D8880, D1466, D3128, Ark, Conn, Delaware, Florida, California, Holte etc • In diversi Paesi circolano diverse varianti • Alcune varianti circolano per parecchio tempo altre passano e, talvolta, riemergono • Nuovi sierotipi emergono come risultato di minimi cambiamenti nella sequenza aminoacidica della porzione S1 del genoma virale (2-3%) 12 Patogenesi Infezione (altamente infettiva rapida diffusione): • Bocca • Congiuntiva • Prime vie respiratorie Trasmissione: • Contatto • Con l’aria (anche a distanza, fino a 5 km) Localizzazione: • In base al tropismo 13 Patogenesi • Il periodo di incubazione è molto breve (18-36 ore) • Dopo sole 24 ore negli animali infettati sperimentalmente compaiono dispnea, tosse, rantoli starnuti, formazione di essudato nasale e oculo congiuntivale • In condizioni di laboratorio i sintomi scompaiono 4 giorni pi • La prima localizzazione avviene a livello delle prime vie respiratorie • Dopo una breve viremia il virus si localizza a livello polmonare, reni, ovaio, ovidutto, tonsille cecali • Al 20mo giorno pi il virus non è più identificabile a livello degli organi bersaglio (clearance a seguito della risposta immunitaria) 14 Forme cliniche Animale giovane: • Grave forma respiratoria • Tappi tracheali e mortalità • Nefrite/nefrosi 15 Forme cliniche Animali adulti • Calo della deposizione • Uova fragili • Uova bianche • Uova deformi • Albume liquido 16 Forme cliniche Infezione da ceppo QX in pollastre • Lesioni tanto più gravi quanto più precoce è l’infezione • Ovidutto cistico (false layers) 17 Forme cliniche 18 Forme cliniche 19 Forme cliniche Infezioni da ceppo QX in broilers • Forme respiratorie • Nefriti 20 Forme cliniche Lesioni da Q1 • Forma respiratoria • Proventricolite • Assottigliamento parete duodenale 21 Forme cliniche Isolato con frequenza da forme respiratorie (anche banali) • SHS (metapneumovirus, E. Coli, microclima) • Colisetticemie (infezioni da MG e MS) 22 ???? Protezione Innumerevoli sierotipi Soluzione: 1 vaccino per ogni ceppo? 24 Protezione Deve essere chiaro 1 concetto! La proteina S induce la formazione di Ab neutralizzanti E’ importante nella comparsa di nuove varianti, poiché piccole variazione (2-3%) degli aminoacidi inducono la comparsa di nuovi sierotipi (S1) PERO’ la restante parte del genoma è invariata 25 Protezione Numerose esperienze di campo e studi di laboratorio hanno dimostrato come la vaccinazione con 2 o più sierotipi di vaccini vivi di IB conferisce un’ampia protezione anche verso ceppi eterologhi Alcuni sierotipi sono protectotipi, ovvero possono cross proteggere verso altri sierotipi eterologhi Questo ha portato alla creazione di un Protectotype protocol secondo il quale può essere ottenuta una significativa cross protezione utilizzando ceppi antigenicamente dominanti 26 Protezione Sierotipizzazione e determinazione del genotipo sono OTTIMI strumenti per la ricerca e le indagini epidemiologiche Il Protectotipo fornisce informazioni su quello che succede realmente ai nostri animali ! Il concetto di protectotipo si basa sul livello di Cross Immunizzazione (CIS) che esiste tra diversi ceppi di IB 27 Protezione 28 Protezione 29 Protezione 30 Protezione Modello sperimentale • Vari schemi di vaccinazione • Challenge 5 settimane pv • Test di protezione 5/7 giorni dopo il challenge 1 giorno 14 giorni Ma5 Nulla Nulla 4/91 Ma5 Ma5 Ma5 4/91 Nulla Nulla 31 Protezione 32 Protezione 33 Protezione 34 Protezione Nel BROILER La vaccinazione con ceppo Mass e 4/91 protegge contro molte (ma non tutte) le varianti di IB Per una protezione verso ceppi eterologhi meglio vaccinare prima con Mass e poi con 4/91 piuttosto che con tutti e due insieme 35 Protezione De Witt et al – GD Deventer (2011) 36 Protezione De Witt et al – GD Deventer (2011) 37 Protezione Nelle GALLINE OVAIOLE L’utilizzo di un priming con Mass e successiva vaccinazione con 4/91 amplia la protezione verso i virus varianti della IB La rivaccinazione con vaccino inattivato (con uno o due ceppi di IB) mantiene elevato il titolo di Ab circolanti durante la deposizione (Ab VN) 38 Situazione in Italia • I primi casi di IB in Italia furono segnalati nel 1956 quasi in contemporanea da Petek, Papparella e Catellani; il sierotipo circolante era il classico Massachussets • La prima segnalazione di un nuovo sierotipo risale al 1965 con il ceppo nefropatogeno 1731PV • Da allora fino agli anni ‘80 molti isolamenti, da segnalare in particolare il 3794/Fo/83 • Studi condotti da IZSLER hanno dimostrato 1731PV e 3794/Fo/83 appartengono al sierotipo 624I segnalato per la prima volta nel 1994 • Questo indica che tale sierotipo è molto circolato negli anni 60-80 ed è rimasto presente fino agli ‘90 39 Situazione in Italia • Nel periodo anni ‘90 fino agli inizi del 2000 vi è stata un’ampia circolazione della variante inglese 793B (tuttora presente nel nostro territorio) • All’inizio del 2000 vi è stata un’ampia circolazione della variante IT02 • La prima segnalazione in Italia del ceppo variante D388 (QX strain) risale al 2005 nell’area Nord della penisola 40 Situazione in Italia Dati dell’IZS delle Venezie riferiti all’anno 2012 793B QX Q1 M41 54% 37 6 3 41 GRAZIE PER L’ATTENZIONE, MA………. ……non ho ancora finito! Esperienza personale 3 allevamenti di 100.000 capi ciascuno in ventilazione forzata 1 allevamento con 180000 in ventilazione forzata Stesso proprietario/stessi operai Management di basso livello Forma respiratoria pronunciata a 3 settimane Imponente rialzo della mortalità (fino a 0,7% al giorno) Lieve/grave rigonfiamento dei reni con accumulo di acido urico nei tubuli • Infezioni secondarie da E. coli • Resistenza ai trattamenti antibiotici • Mortalità non rientra nella normalità per tutto il ciclo • • • • • • • 43 44 Esperienza Personale Segnalazione QX da IZS TO Vecchio programma vaccinale: 1 sola vaccinazione spray con H 120 a 1 giorno di vita in incubatoio Nuovo programma: • 1 giorno: H 120 spray in incubatoio • 5 giorni: variante 793/B a 5 spray in allevamento • 21 giorni: ceppo Mass fortemente immunogeno (Ma5) idro (solo per animali macellati dopo i 50 giorni) 45 46 47 48 Esperienza personale • La mortalità media nel secondo ciclo di vaccinazione si è ridotta dal 10,5% del primo ciclo al 7,67%; • Il peso medio è stato di 2,593 kg (ciclo precedente 2,635 kg) • Indice di conversione è passato da 1,99 ad 1,9 • La mortalità rispetto ai precedenti cicli non vaccinati è passata dal 18,6% al 7,67% (-10,93%) • Su circa 500000 capi accasati per ciclo equivale ad una riduzione di 55000 capi morti per ciclo produttivo • Considerando un peso medio di 2,6 kg corrisponde a 143000 kg di carne prodotti in più per ciclo 49 Esperienza personale • L’indice di conversione è passato dal 2,27 dei cicli non vaccinati all’attuale 1,9 • Ciò corrisponde ad un risparmio di 370 gr di mangime per ogni kg di carne prodotto • Considerando una produzione di circa 1,200,000 kg di carne per ciclo corrisponde ad un minor consumo di mangime pari a 444000 kg per ciclo produttivo • Considerando un prezzo medio del mangime pari a 39 euro/qle il risparmio è pari 168,720 euro 50 GRAZIE PER L’ATTENZIONE