USO DEGLI ANIMALI nella RICERCA SCIENTIFICA L’ANIMALE DA LABORATORIO Ha avuto ed ha un ruolo essenziale per la conoscenza: Dei fondamentali processi metabolici Delle funzioni fisiologiche Delle cause e dei meccanismi di insorgenza di molte malattie Di strumenti farmacologici e chirurgici utili nella terapia di molte patologie Russel e Burch: La regola delle tre R sull’impiego di animali nella ricerca RESTRICTION Limitazione del numero di animali REFINEMENT Miglioramento delle metodologie REPLACEMENT Sostituzione con altri modelli biologici o computerizzati • Le norme UE sul benessere degli animali stabiliscono che un esperimento scientifico su un animale è contro la legge se esiste un metodo scientifico alternativo. Per quanto riguarda le ricerche finanziate dall'Unione europea, la sperimentazione animale è consentita solo se gli esecutori del progetto possono chiaramente dimostrare che non esistono alternative all'uso degli animali e che i potenziali vantaggi derivanti dalla sperimentazione animale superano le eventuali sofferenze causate agli animali stessi. CVAM - Centro europeo per la validazione di metodi alternativi • L'ECVAM è stato istituito dalla Commissione europea nel 1990 per coordinare lo sviluppo e la validazione delle alternative ai metodi di sperimentazione animale. • Il Centro, che fa parte del Centro comune di ricerca dell'UE, organizza seminari periodici e unità temporanee incaricate di esaminare la situazione in corso delle prove alternative e dà consulenza in merito alla promozione dell'integrazione nei processi normativi delle prove in vitro e di altri metodi. “ANIMAL CARE” La scienza dell’animale da laboratorio si propone: • Regolamentazione della sperimentazione • Preparazione professionale del personale e certificazione di qualifiche • Diffusione dell’informazione • Aggiornamento sulle moderne tecnologie per garantire il benessere dell’animale • Educazione alla ricerca di tecniche alternative per ridurre l’uso degli animali LE FIGURE PROFESSIONALI NELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE Cat. A: addetti all'animal care Cat. B: personale tecnico addetto alla sperimentazione Cat. C: ricercatori responsabili del progetto e della conduzione dell'esperimento Cat. D: esperti in "scienza dell'animale da laboratorio. • La sperimentazione animale, condotta secondo rigidi principi etico-scientifici e in ottemperanza alle disposizioni legislative non è VIVISEZIONE Dalle più recenti statistiche emerge che: • Il maggior numero di animali è utilizzato in esperimenti dedicati alla valutazione rischio/ beneficio dei prodotti chimici cui sempre più uomo ed animali sono esposti. • La maggior parte degli esperimenti non richiede anestesia, perché le procedure non comportano dolore o sofferenza. DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 1992 n° 116 Attuazione della direttiva n° 86/609/CEE in materia di protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici Dall’esame dei testi emerge che il D. Lgs. è una modifica, in senso restrittivo della norma europea Il decreto legislativo definisce i termini di: a) Animale (da esperimento, da allevamento) b) Esperimento c) Stabilimento (di allevamento, fornitore, utilizzatore) e precisa nei dettagli le condizioni di lavoro, di stabulazione, ecc. nella sperimentazione animale In particolare: • La tipologia degli esperimenti per i quali è consentito l’uso degli animali • La figura del responsabile della specifica ricerca • La figura del medico veterinario consulente • La tipologia delle sperimentazioni che richiedono una specifica autorizzazione preventiva • I requisiti ambientali richiesti per la stabulazione • L’obbligo della registrazione degli animali utilizzati • Le procedure per la comunicazione delle esperienze agli organi competenti • Le procedure per ottenere l’autorizzazione a stabilimento utilizzatore • La legge impone obblighi da rispettare, stabilisce divieti, sancisce punizioni per inadempienze, ma non fornisce le modalità operative per ottemperare alle disposizioni. • Pertanto i ricercatori applicano le norme, secondo un codice etico professionale • Il team di animal care and use è affiancato da un Comitato Etico (IACUC = Institutional Animal Care Unit Committee), in cui esperti di veterinaria, legislazione, clinica, di solito esterni all’istituzione, hanno funzione di revisione dei progetti e dei protocolli, di ispezione dell’ esecuzione, di valutazione dei criteri adottati per rispettare il benessere degli animali ANIMALI UTILIZZATI A FINI SPERIMENTALI (D.L. 27-1-1992 n. 116) •La stabulazione degli animali deve avvenire in condizioni ottimali; •Le condizioni ambientali devono essere controllate e la dieta deve avere composizione costante e nota durante tutta la sperimentazione; •La relazione deve menzionare le misure adottate per realizzare queste condizioni. MOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI E DEGLI ANIMALI Animali da allevamenti esterni allevamento anim Stoccaggio materiale pulito: lettiera, mangime giacenza anim quarantena lavaggio e ie sterilizzazione b b ga anim isolamento ga bb ie sperimentazione eutanasia Struttura di uno stabulario corridoio sporco area di lavaggio sporco pulito corridoio pulito ai laboratori corridoio sporco Fattori che possono influenzare il risultato sperimentale Fattori fisici Fattori chimici Fattori biologici Fattori comportamentali Temperatura Umidità Ventilazione Ciclo luce-buio Illuminazione Rumore Alimentazione Lettiera Odori, polveri, gas Insetticidi, disinfettanti Animali malati Insetti Uomo N° di animali per gabbia Presenza di animali di specie o sesso diversi Manipolazione TEMPERATURA OTTIMALE NEI LOCALI DI STABULAZIONE per alcune specie di laboratorio 20-28 °C 20-24 °C 15-21 °C 10-24 °C Primati del Nuovo mondo Topo Ratto Criceto Gerbillo Cavia Primati del Vecchio mondo Coniglio Gatto Cane Maiale riduzione assunzione cibo (g/die) Effetto del rumore sull’assunzione di cibo controllo esposti a rumore 0 1 3 4 giorni 5 6 La composizione e le modalità con cui si somministra una dieta influenzano lo stato di salute le prestazioni ed il metabolismo dell’animale. NUTRIENTI • • • • • • GRASSI FIBRE PROTEINE ZUCCHERI MINERALI ed oligoelementi VITAMINE DIETE • NATURALI a formula chiusa o aperta. Costituite da farine di avena, mais, pesce, soia. • PURIFICATE formulate miscelando ingredienti naturali, sostanze purificate ed ingredienti che hanno subito vari gradi di raffinazione • CHIMICAMENTE DEFINITE contengono nutrienti purificati, come aminoacidi liberi al posto delle proteine, zuccheri specifici, ecc. Oggi il termine “ANIMALE DA LABORATORIO” è stato sostituito con “MODELLO ANIMALE” definito come: un organismo vivente con un processo patologico trasmesso geneticamente, spontaneamente acquisito o indotto, che in uno o più aspetti ha stretta similitudine con lo stesso fenomeno che si verifica nell’uomo Che cosa è un organismo modello? • Nel secolo scorso le ricerche condotte su un numero ristretto di organismi sono state cruciali nel consentire l’avanzamento nella comprensione di numerosi processi biologici. Questo perché sotto molti aspetti le caratteristiche biologiche di base della maggior parte degli organismi sono simili, ma spesso è più semplice studiare un particolare aspetto in un organismo piuttosto che in un altro. Questi organismi più frequentemente adoperati sono definiti ”organismi modello”, dal momento che ciascuno possiede uno o più caratteristiche che lo rendono adatto a determinati studi di laboratorio. Gli organismi modello più diffusi presentano numerosi vantaggi ai fini sperimentali, come rapido sviluppo e breve ciclo vitale, taglia ridotta, pronta disponibilità, manipolabilità e diventano sempre più utili nel momento in cui sono adottati da un crescente numeroso di studiosi. Questi organismi forniscono un grande numero di dati, utilizzabili per l’analisi dei processi evolutivi, di regolazione genica, delle malattie genetiche. MODELLI NON MAMMIFERI • molti organismi non mammiferi sono utilizzabili per lo studio di processi biologici di mammiferi e per la maggior parte degli studi di genomica http://www.ncbi.nlm.nih.gov/About/model/mammal.html Gli Archaea sono fra gli organismi viventi più interessanti. Storicamente, sono stati considerati fra i batteri, ma i lavori più recenti dimostrano numerose differenze. Gli Archaea sono unici per due motivi. Essi rappresentano gli organismi più primitivi finora studiati e presentano numerose similitudini con alcuni fossili. Essi vivono in ambienti estremi, da cui il nome di “estremofili”. Gli studi sulle molecole che consentono agli estremofili di vivere si sono rivelati molto interessati in campi quali la bioremediation, i cambiamenti climatici globali, le biotecnologie e la produzione di energia. Inoltre, nonostante le somiglianze con i batteri e con i geni dei batteri, essi presentano caratteristiche geniche simili agli eucarioti e caratteristiche di unicità. Gli studi su questi geni unici possono fornire informazioni sull’evoluzione della vita sulla terra. I Microbi rappresentano più del 60% della biomassa terrestre. Essi sono sopravvissuti e si sono evoluti per più di 3.7 miliardi di anni e sono in grado di vivere in quasi tutti gli ambienti. La diversità ed la varietà di adattamenti ambientali indicano che I microbi hanno “risolto” già parecchio tempo fa’ problemi per i quali scienziati cercano da tempo delle soluzioni. Inoltre la maggior parte dei microbi non sono patogeni per gli uomini, gli animalin o le piante. Quindi lo studio e la comprensione dei diversi gruppi di microbi a livello genomico potrebbe dare delle risposte a sfide tuttora aperte in ambito medico, agricolo, ambientale, di processi industriali, della produzione ed uso di energia. L’ameba Dictyostelium discoideum è un potente e versatile organismo modello, grazie alla rapidità del suo ciclo vitale ed alla facilità di mantenimento, in molti ambiti della biologia cellulare e molecolare. Le cellule di Dictyostelium crescono come organismi unicellulari ma, in assenza di nutrimento, si aggregano e formano un tessuto pluricellulare, capace di differenziarsi in diversi tipi cellulari. Nel corso di questo programma di sviluppo, le amebe si servono di molti processi cellulari (chemiotassi, riarrangiamento del citoscheletro, trasduzione del segnale), formando alla fine un corpo fruttifero con spore. Dal momento che il ciclo vitale consiste di fasi unicellulari e pluricellulari, Dictyostelium fornisce preziose informazioni sui processi necessari alla pluricellularità. Saccharomyces cerevisiae, il comune lievito, è adoperato in diversi settori di ricerca già da parecchio tempo. Il genoma del ceppo da laboratorio S288C è stato completamente sequenziato nella primavera del 1996. Il lievito è quindi il primo organismo eucariotico di cui sia stato sequenziato il genoma, fornendo gli strumenti per la conoscenza del genoma umano e di altri eucarioti. Caenorhabditis elegans è un piccolo nematode del suolo ed èl’animale multicellulare meglio caratterizzato a livello genomico, genetico, embriologico, di biologia cellulare e neurobiologigia. Il suo genoma è stato completamente sequenziato. Una caratteristica peculiare di C. elegans, fra tutti gli organismi modello, è che può essere mantenuto e manipolato geneticamente con la stessa facilità e velocità di un microrganismo, pur possedendo le proprietà di un organismo animale completo. C. elegans ha un completo assetto di organi e sistemi, un complesso sistema sensorio, un comportamento coordinato e si distingue per il fatto che è possibile tracciare ognuna delle circa 1000 cellule che lo costituiscono. Inoltre sono state mappate nei dettagli la morfologia, lo sviluppo e le funzionidi tutte le sue cellule. Il moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, è stato usato nella ricerca biologica per oltre un secolo ed è considerato un interessante sistema di studio per diverse ragioni. E’ facile manipolare I suoi caratteri genetici, relativamente economico e presenta una complessità biologica paragonabile a quella di un mammifero. Molti sistemi organici nei mammiferi hanno omologhi ben conservati in Drosophila, e le ricerche su Drosophila hanno già permesso interessanti scoperte su alcune forme tumorali, su malattie degenerative, sul comportamento, l’immunità, l’invecchiamento, l’ereditarietà, lo sviluppo. • Il pesce zebra Danio rerio, è usato come organismo modello per le sue piccole dimensioni, il suo breve ciclo vitale, la facilità di allevamento e la capacità di presentare rapide mutazioni, interessanti ai fini della conoscenza di patologie umane. Lo sviluppo embrionale del pesce zebra può essere seguito grazie alla trasparenza dell’uovo e somiglia molto a quello di organismi superiori, permettendo di studiare lo sviluppo e le possibili mutazioni. Con l’uomo condivide poi il sangue, i reni, ed il sistema ottico. Inoltre il suo genoma è metà di quello del topo e dell’uomo, il che rappresenta un vantaggio per individuare geni “chiave” dei vertebrati. MAMMIFERI RODITORI Il topo è il modello di mammifero più vicino all’uomo. Le sequenze geniche che codificano per diverse proteine coinvolte in processi vitali presentano un elevato grado di somiglianza fra uomo e topo. Per questi motivi il topo si è rivelato un prezioso modello nella ricerca in ambiti quali la biologia dello sviluppo, la genetica, l’immunologia. Il sequenziamento del suo genoma fornisce inoltre un sistema per lo studio e la comprensione di patologie umane e delle relative strategie terapeutiche http://www.ncbi.nlm.nih.gov/About/model/mammal.html Il ratto rappresenta il modello principale nello studio del legame geni-funzione. Il grande numero di ceppi inbred (~400) e la vasta quantità di dati disponibili sul ratto forniscono fondamentali strumenti per lo studio delle malattie dell’uomo. Alcuni modelli di malattia umana sono ottenibili solo nel ratto, che rappresenta quindi una risorsa unica per sa conoscenza delle basi genetiche di tali patologie. Il ratto è anche un modello di studio per la fisiologia dell’apparato cardio-vascolare, della circolazione polmonare, del metabolismo, del controllo neurologico, delle differenze genere-correlate e età-correlate, degli studi sull’ipertensione e sui sistemi di neurotrasmissione. TOPO (mus musculus) RATTO(rattus norvegicus) Durata di vita Pubertà Ciclo estrale gravidanza pseudogestazione Peso alla nascita N° nati Svezzamento Peso svezzamento 24 – 36 mesi 6-8 settimane ≈ 5 giorni 18-21 giorni 10-12 giorni ≈1,5 g 8-10 21-23 giorni ≈10 g ≈ 3 anni 45 gg. femmina, 50 gg. maschio Peso adulto Temperatura rettale Ritmo cardiaco 20-25 → 40-50 36- 37 °C (ambiente 20-24 °C) ≈ 400-700 /min Frequenza resp. Pressione arteriosa Fabbisogno alimentare Fabbisogno idrico ≈80-200/min ≈100/140 mm Hg 3-4 g/20 g p.c./die 300-600 g 37,5- 38,5 °C (ambiente 20-24 °C) ≈ 270-350 /min ≈66-114/min ≈110/120 mm Hg 3-7 ml ≈ 5 giorni 19-23 giorni 12 –14 giorni ≈4,5 g 8-12 21-23 giorni ≈50 g 10-20 g/die 20-45 ml CAVIA (cavia porcellus) Durata di vita ≈ 6-8 anni Pubertà 70 gg. (femmina), 28-35 gg. (Maschio) Ciclo estrale 14-19 giorni gravidanza 59-72 giorni Peso alla nascita 75-100 g N° nati 8-12 Svezzamento 15-20 giorni Peso allo svezzamento 180-240 g Peso adulto 600-1000 g Temperatura rettale 38,2-40,5 °C (ambiente 20-24 °C) Ritmo cardiaco ≈ 226-400 /min Frequenza respiratoria ≈69-104/min Fabbisogno alimentare ≈ 30 g/die Fabbisogno idrico ≈85 ml+ 30 g foraggio verde CRICETO (mesocricetus auratus - cricetulus griseus) Durata di vita ≈ 570 giorni Pubertà 6-8 sett. (femmina), 8-12 sett.(maschio) Ciclo estrale ≈ 4 giorni gravidanza 15-19 giorni (20-21) * Peso alla nascita ≈2-4 g (1,5-2,5) * N° nati 5-7 Svezzamento 18-20 giorni (21) * Peso allo svezzamento ≈30-40 g Peso adulto 100-140 g Temperatura rettale 35,8-37 °C (ambiente 20-24 °C) Ritmo cardiaco ≈ 380-412 /min Frequenza respiratoria ≈33-127/min Fabbisogno alimentare 7-15 g/die Fabbisogno idrico 8-12 ml (4-5) * (16-18) * (40-45) * *in verde per il c. griseus CONIGLIO (oryctolagus cuniculus) Durata di vita ≈ 7-8 anni (max 15 anni) Pubertà Varia secondo la razza da 4 a 12 mesi Ciclo estrale poliestro gravidanza 28-36 giorni Peso alla nascita 30-70 g N° nati 6-10 Svezzamento 6-8 settimane Peso adulto 2,5-6 kg Temperatura rettale 38,5-40 °C (ambiente 15-21 °C) Ritmo cardiaco ≈ 200-250 /min Frequenza respiratoria ≈38-60/min Fabbisogno alimentare 25-49 g/kg/die Fabbisogno idrico 62-140 ml/kg STANDARDIZZAZIONE DEGLI ESPERIMENTI CON ANIMALI La variabilità di una popolazione può essere di origine genetica o ambientale • La variabilità ambientale in condizioni artificiali può essere in gran parte controllata mediante standardizzazione delle tecniche di stabulazione, alimentazione ecc. • La variabilità genetica è controllata con adatti metodi di allevamento e selezione STANDARDIZZAZIONE GENETICA DEGLI ANIMALI DA LABORATORIO Uno dei fattori che maggiormente contribuisce alla variabilità dei risultati sperimentali è il BACKGROUND GENETICO degli animali da laboratorio ANIMALI DA LABORATORIO stato genetico RANDOM BREEDING (outbred) INBREEDING (inbred) HYBRID BREEDING (ibridi F1) COISOGENICI e CONGENICI TRANSGENICI KNOCKOUT Accoppiamenti fra non consanguinei Accoppiamenti fratello-sorella per almeno 20 generazioni Accoppiamento fra due linee consanguinee Linee mutanti Linea in cui un carattere genetico è introdotto o tolto dallo sperimentatore Controllo della qualità genetica La contaminazione genetica di un ceppo inbred può avere cause svariate e rimanere non identificata per un certo tempo È quindi necessario controllarne regolarmente l’uniformità e l’autenticità UNIFORMITÀ e AUTENTICITÀ Sono testati mediante test di istocompatibilità •“in vivo” praticando un innesto cutaneo: l’attecchimento o il rigetto dipendono in gran parte dalla compatibilità dell’aplotipo MHC tra il donatore e il ricevente •“in vitro” utilizzando test sierologici •Con la ricerca di markers biochimici (isozimi) specifici mediante elettroforesi •Con la ricerca di markers del DNA La tecnica del congelamento degli embrioni riduce l’inevitabile “deriva genetica” ANIMALI OUTBRED Gli animali outbred sono indicati con un simbolo indicante l’allevatore o rivenditore, seguito da due punti e dal simbolo dello stock costituito da 1-4 lettere. Es. Han: NMRI • Derivano dall’incrocio RANDOM di individui di uno “stock chiuso” • Lo scopo è quello di evitare l’ inbreeding e mantenere la variabilità genetica (∆F<1%) • A questo scopo è necessario disporre di un numero elevato di riproduttori (almeno 25 coppie di genitori) • Il minimal breeding si ottiene mediante: a) La scelta delle coppie b) La scelta dei soggetti riproduttori b) La scelta dei B random soggetti 5 coppie riproduttori riproduttori F a) La scelta delle coppie A (fxs) C random 80 coppie riproduttori generazioni Evitare incroci fra consanguinei Scegliere come riproduttori ad ogni generazione un ugual numero di soggetti da ogni famiglia c) Ridurre la velocità di passaggio da una generazione alla successiva, usando i riproduttori più a lungo possibile e costituendo le coppie della successiva generazione con i nati dell’ultima nidiata. ANIMALI INBRED • Sono animali prodotti dall’accoppiamento di due genitori che presentano un certo grado di parentela fra loro, quindi F A (fxs) Presentano un grado di omozigosi superiore alla media della popolazione B random 5 coppie riproduttori C random 80 coppie riproduttori generazioni • La riduzione di eterozigosi (aumento di omozigosi) è misurata mediante il coefficiente di inbreeding (F), compreso fra 0 e 100, che aumenta ad ogni generazione inbred in rapporto al grado di parentela tra i componenti la coppia ANIMALI INBRED • Per ogni generazione di accoppiamento fra cugini primi l’incremento di omozigosi è dell’8 %, fra fratellastri è circa del 10 %, fra fratelli e sorelle (f x s) o genitori e figli è del 19 % • Il coefficiente aumenta rapidamente alle prime generazioni, mentre rallenta man mano che si avvicina al valore massimo, tendendo asintoticamente a 100 Un ceppo è considerato inbred dopo almeno 20 generazioni di accoppiamenti fra fratelli e sorelle o genitori e figli. Alla 21a generazione F= 98,6 %, cioè il 98,6% dei geni originariamente eterozigoti sono stati fissati in omozigosi. La consanguinetà e l’inbreeding permettono di costituire linee pure in seno alla popolazione originaria, che si diversificano sempre più man mano che il coefficiente di inbreeding aumenta* Generazione 1600 Aa 0 1 % eterozigosi 100 400 AA 800 Aa 400 aa 2 400 AA 200 AA 400 Aa 200 aa 400 aa 25 3 600 AA 100 AA 200 Aa 100 aa 600 aa 100 Aa 50 aa 4 700 AA 50 AA 50 700 aa 12,5 6,25 *ipotetico caso di autofecondazione da 1600 eterozigoti con 1600 geni “A” e 1600 “a” . Se consideriamo 10-20 caratteri diversi (polieterozigosi) avremo classi separate di omozigoti per ogni carattere. CONSEGUENZE dell’ INBREEDING sono: SCARSO VIGORE L’aumento di omozigosi relativa a geni letali o semiletali e la perdita di geni utili alla salute degli individui, rende i ceppi INBRED poco prolifici, meno resistenti alle infezioni e alle variazioni ambientali, causando la “morte genetica” di molte linee VARIABILITÀ fra le linee pure La variabilità genetica diminuisce nella singola linea pura, ma aumenta tra le linee più o meno secondo il sistema di allevamento adottato: • A linee parallele • A linea singola A linee parallele Combinazione dei due sistemi A linea singola 0 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 1 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 2 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 3 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 4 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 5 0 0 0 00 0 0 0 00 0 0 0 00 Nel sistema a linee parallele le linee si diversificano sempre più ad ogni generazione. Dopo 12 generazioni ognuna può essere considerata come una sottolinea a sé. Nel sistema a linea singola ciò è evitato in quanto ogni individuo non dista più di una generazione dal genitore comune. Nella pratica si adotta una combinazione fra i due sistemi di allevamento. In ogni generazione, una parte di individui sono destinati ad accoppiamenti random per non più di tre generazioni (in queste condizioni il grado di inbreeding si mantiene praticamente costante) la prole è utilizzata per la sperimentazione e non per la riproduzione, una parte è destinata al mantenimento della linea pura. COMMETTEE on STANDARDIZED NOMENCLATURE for INBRED STRAINS OF MICE • Un ceppo inbred è identificato da un codice composto da 1-4 lettere maiuscole. Es. A; DBA, WAG. • I nomi alfanumerici di alcuni vecchi ceppi (C3H; C57BL) sono stati mantenuti perché già ampiamente accattati e riconosciuti. • Al fine di facilitare la comparazione dei risultati è essenziale, nella descrizione degli esperimenti, la corretta nomenclatura. • I ceppi inbred possono essere suddivisi in sottoceppi: dopo 819 generazioni di accoppiamenti (fxs) un ceppo stabilizzato viene diviso in linee parallele che diventeranno sottoceppi se si individuano differenze. Il simbolo del sottoceppo è apposto a quello del ceppo, separato da una barra (es. C57BL/6J). • Derivano dall’incrocio di due ceppi aa IBRIDI bb inbred • Sono eterozigoti per tutti i geni per F1 CC i quali i ceppi parentali differiscono DD • Sono più vigorosi, resistenti e ee prolifici dei ceppi parentali FF • Sono geneticamente uguali, ma Meiosi a non risentono della depressione b dovuta alla consanguineità e B C risentono meno delle influenze c D d ambientali e E f F • Possono talora presentare risposte non uniformi (effetto Tryon), forse sono Aa per la migliore capacità di indicati con le Bb adattamento all’ambiente sigle dei ceppi Cc • Generalmente accettano trapianti materno e da ambedue i ceppi parentali paterno Dd separati da • Non sono destinati alla Ee una barra. riproduzione Ff AA BB cc dd EE ff A CEPPI INBRED specie ceppo caratteristiche topo Elevata incidenza tumori mammari Atrico, privo d cellule T Modello di patologie autoimmuni (artrite da collagene). Elevata incidenza di tumori mammari Sviluppa epilessia audiogena Obeso Manca di linfociti T e B. Può quindi ricevere trapianti (es. tumori umani) senza rigetto Iperteso Normoteso (usato come controllo) C3H nude DBA/1 DBA/2 OB SCID (severe combined immunodefiency) Ratto SHR Wistar Kyoto ANIMALI MUTANTI COISOGENICI e CONGENICI ANIMALI MUTANTI COISOGENICI • Gli animali coisogenici derivano dalla occasionale comparsa, in un ceppo inbred, di una mutazione utile ai fini sperimentali, che viene stabilizzata Il ceppo coisogenico è geneticamente simile al ceppo originario, tranne che per il gene mutato • La nomenclatura contiene il nome completo del ceppo di provenienza e del sottoceppo separati da una barra e l’indicazione del gene mutante. Es. BALB/cRij-nu indica un ceppo BALB/c portante l’allele “nude” e mantenute a Rijswijk (Olanda) ANIMALI MUTANTI CONGENICI • Gli animali congenici derivano dall’introduzione, mediante opportuni incroci (cicli di intercrossing / backcrossing per almeno 10 volte), di una mutazione recessiva presente in un ceppo inbred (donatore) Il ceppo congenico è geneticamente simile al ceppo originario, tranne che per il gene donato e per alcuni geni concatenati al locus di interesse La nomenclatura è simile a quella degli animali coisogenici. CEPPO INBRED A + cross CEPPO D donatore m X + + intercross + X m backcross m + X + m m m ANIMALI TRANSGENICI Gli animali transgenici derivano dall’introduzione di un gene esogeno nel DNA di un ceppo inbred stabilizzato • Microiniezione del DNA nel pronucleo • È la più comune, per la semplicità e l’alta percentuale di espressione. La posizione all’interno del cromosoma ed il numero delle copie della sequenza di DNA sono casuali, per cui ogni “fondatore” sarà diverso dagli altri. Il vantaggio sta nel fatto che il DNA esogeno si trova in tutti i tessuti dell’individuo, compreso quello germinale. • Infezione con • Semplice, ma a bassa espressione e limiti nella retrovirus lunghezza di DNA che può essere inserito. Il tessuto germinale può non essere interessato • Più complessa. Il tessuto germinale può non • Trasferimento di essere interessato cellule embrionali Gli animali transgenici sono indicati dal nome del pluripotenti nella ceppo, seguito dal simbolo del transgene. Es. cavità blastocistica C57BL/6J-TgN (GG)L (N=inserzione non omologa) Infezione con retrovirus •Sfrutta la capacità dei virus di introdurre il proprio genoma nella cellula ospite, provocandone la trasfezione •L’inoculazione nella cavità blastocistica delle particelle virali provocherà “l’infezione” di alcune cellule (trasfezione) •Le cellule così modificate, come le altre rimaste indenni, contribuiranno alla formazione di un individuo “mosaico” o “chimerico” •Se le cellule trasfettate non andranno a costituire tessuto germinale il frammento di DNA non sarà trasferito alla prole e si perderà alla prima generazione Trasferimento di cellule embrionali pluripotenti nella cavità blastocistica • Se si introducono cellule staminali embrionali totipotenti nella cavità blastocistica, queste contribuiranno alla formazione dei tessuti dell’intero organismo • I metodi utilizzati sono: Elettroporazione Infezione virale Microiniezione ANIMALI KNOCKOUT • Gli animali knockout sono individui in cui uno specifico gene viene sostituito con un allele inattivo • La tecnica consiste nel “disabilitare” selettivamente un gene target in cellule staminali embrionali • Gli animali knockout consentono di studiare le specifiche funzioni del gene sostituito BARRIERATI ANIMALI DA LABORATORIO stato sanitario CONVENZIONALI Allevati in ambienti privi di particolari misure protettive SPECIFIC PATHOGEN FREE (SPF) Privi di germi patogeni GERM FREE Privi di patogeni e non patogena GNOTOBIOTICI (mono/eteroxenici) Ospitano una flora batterica nota (flora intestinale introdotta artificialmente) e rigorosamente non patogena QUALITÀ MICROBIOLOGICA CONVENZIONALI (CV) BARRIERA NESSUNA riderivazione per isterectomia GERM FREE (GF) + Flora batterica resistente alla colonizzazione (CRF) ASSOLUTA controlli microbiologici SPECIFIC PATHOGEN FREE (SPF) SISTEMA SPF stretto (allevamento) classico (sperimentazione)