Introduzione alle nanostrutture in semiconduttori Un elettrone a temperatura ambiente (T ~300 K) ha un energia E dell’ordine di kBT ~ 0.024 eV e quindi una lunghezza d’onda di de Broglie λ= 2π = k h 2 Em ≈ 10 −6 cm Si ricorda che 1 eV=1.6 10-12 erg, h=6.619 10-27 erg s, m=9.11 10-28 g. Quando un elettrone interagisce con un potenziale (ad esempio generato in un dispositivo elettronico) che varia apprezzabilmente su dimensioni dell’ordine delle decine di nanometri (nm) o meno, gli effetti quantistici nella sua propagazione non sono piu’ trascurabili, e possono diventare dominanti. In molti dispositivi elettronici oggi in uso anche nelle nostre case esistono parti le cui dimensioni sono dell’ordine di 10-100 Å, (1-10 nm). Queste parti vengono chiamate nanostrutture. Il funzionamento di questi dispositivi e’ determinato proprio dagli effetti quantistici che gli elettroni mostrano in queste parti. Dispositivi come i diodi laser di un lettore di compact disc (CD) o le testine di lettura degli hard disc a magnetoresistenza gigante non potrebbero funzionare se le nanostrutture che contengono avessero dimensioni maggiori o se gli effetti quantistici pesasero di meno. Fig.1 La figura 1 mostra in sezione uno strato di un semiconduttore (GaAs) in un altro semiconduttore (AlxGa1-xAs) spesso pochi piani atomici . Senza questi strati (indicati da QW nella figura a destra) i diodi laser non potrebbero funzionare a temperatura ambiente. Uno schema di un diodo laser e’ riportato a destra. Fig. 2 La figura 2 mostra la struttura di una testina di lettura a magnetoresistenza gigante (GMR). L’elemento sensibile e’ costituito da uno strato di Co spesso 8 strati atomici su di un film di Cu spesso 10 strati atomici su uno strato di NiFe. Attualmente la maggioranza dei dispositivi elettronici in uso ha dimensioni tali da rendere trascurabili gli effetti quantistici nella propagazione degli elettroni (oltre quelli contenuti nella cosiddetta struttura a bande dei solidi), ma dalla velocita’ con cui negli ultimi decenni tali dimensioni sono diminuite e’ molto probabile che tra 10-15 anni questo non sara’ piu’ vero. In un futuro prossimo i dispositivi in cui gli effetti quantistici contano diventeranno molto piu’diffusi. Attualmente chip delle dimensioni di un’unghia possono contenere circa 107 transistor. Questo vuol dire che le dimensioni dei singoli elementi di un transistor sono dell’ordine di 0.2 micron. Nel tempo queste dimensioni sono andate (e si preveda vadano) cosi: 1985 2000 2005 2013 1 micron 0.2 micron 0.1 micron 30 nm (prevista) Oltre che per l’aspetto applicativo, le nanostrutture in fisica sono importanti perche’ possono permettere l’osservazione di effetti quantistici non osservabili in altri sistemi. Ad esempio effetti previsti dalla teoria che in sistemi “naturali” (es. atomi, cristalli) richiederebbero campi elettrici o magnetici attualmente impossibili da creare per poter essere osservati, sono invece misurabili in nanostrutture (es. “atomi o cristalli artificiali”) appositamente realizzate. Inoltre usando nanostrutture si possono creare dispositivi che sfruttano effetti tipici della meccanica quantistica come l’entanglement. Questi effetti sono alla base del funzionamento dei futuri computer quantistici, che potranno rendere possibili in tempi ragionevoli alcuni tipi di calcoli che oggi con i computer classici richiederebbero tempi di molti ordini di grandezza piu’ lunghi per poter essere portati a termine. La figura 3 mostra alcuni esempi di nanostrutture: in alto c’e’ un quantum corral (recinto quantistico) costruito mettendo uno ad uno 54 atomi di ferro su un cerchio di 14 nm di diametro su una superficie di Cu. Sotto sono mostrate alcune fasi della costruzione della struttura. Le onde che si vedono nel recinto sono la modulazione della densita’ di carica degli elettroni intrappolati nel recinto, tipico effetto quantistico. Gli spettri riportati sotto sono la densita’ di stati elettronici misurati nel recinto. I picchi corrispondono agli autovalori dell’energia per un elettrone confinato nel recinto. Figura 3 La figura 4 mostra la distribuzione spaziale misurata della corrente che fluisce tra due pezzi di semiconduttore connessi da una strozzatura di dimensione confrontabile con λ. Le ramificazioni e le onde sono dovute alla propagazione quantistica nella strozzatura, complicate dalle fluttazioni indotte dalla disposizione casuale delle impurezze presenti. La figura 5 mostra una sezione di un quantum dot (punto quantistico) di InAs in GaAs ottenuta con un microscopio a scansione ad effetto tunnel. Le linee verticali sono i singoli piani di As separati tra di loro di 0.5 nm. I quantum dot sono promettenti per l’optoelettronica, l’elettronica a singolo elettrone etc. Alcuni dei principali problemi nel campo delle nanostrutture sono quello di inventare la nanostruttura che’ puo’ risolvere un particolare problema, quello di costruirla come voluto, quello di verificare se i singoli atomi sono andati nel posto voluto, e quello di verificarne il funzionamento. Uno degli scopi delle esercitazioni di laboratorio di questo corso e’ quello di cominciare a vedere come si possono osservare alcuni effetti di confinamento quantistico (=confinamento in una regione spaziale di dimensioni tali da rendere gli effetti quantistici appezzabili) sugli elettroni in un semiconduttore. L’altro e’ quella di mettere gli studenti davanti al problema di montare parzialmente un sistema di misura, provare e caratterizzare le singole componenti e l’intero sistema di misura, trovare le condizioni migliori di funzionamento, valutare gli errori, e valutare il grado di accordo tra i risultati delle misure ed i risultati attesi. Fig. 5 Fig. 4 Le misure saranno misure di fotoluminescenza a temperatura variabile (77 K – 300 K) di quantum well (pozzi quantistici) in semiconduttori III-V (principalmente GaAs) e misure di tunneling risonante in doppie barriera di GaAs. Le nanostrutture in semiconduttori si chiamano quantum wells quando il confinamento e’ in una sola dimensione (per esempio nella direzione z il sistema ha dimensioni dell’ordine di l, mentre in x e y esse sono >>l), quantum wires quando il confinamento e’ un due dimensioni, e quantum dots quando e’ in tre dimensioni. Il corso e’ cosi’ organizzato: si inizia con lezioni “teoriche” per spiegare il comportamento di un elettrone in una nanostruttura in un semiconduttore, gli autovalori della sua energia, l’intrazione tra elettrone e campo elettromagnetico, la sua eccitazione e diseccitazione, lo spettro di luminescenza, il trasporto in una doppia barriera di potenziale. Seguiranno lezioni per spiegare il funzionamento dei sistemi che saranno usati per la misure (laser, criostato, amplificatore lock-in, fotodiodo e tubo fotomoltiplicatore…..), le procedure da adottare ed i metodi di analisi dei dati. Dopo queste lezioni gli studenti divisi in gruppi si altreneranno nei pomeriggi per montare, caratterizzare, usare l’apparato sperimentale ed analizzare i dati. Alla fine ogni gruppo presentera’ una relazione scritta sull’attivita’ svolta in laboratorio, sui dati ottenuti e sul loro significato. Bibliografia, linkografia… M. F. Crommie, C. P. Lutz, D. M. Eigler, Science 262, 218 (1993) http://www.almaden.ibm.com/vis/ come vedere nanostrutture http://www.owlnet.rice.edu/~phys600/natelson/notes/characterization.pdf http://www.nano.gov/ Strutture elettroniche di alcuni semiconduttori Per calcolare la struttura elettronica di un pezzo macroscopico di semiconduttore bisognerebbe risolvere l’equazione di Schroedinger di un sistema di 1022 – 1023 nuclei interagenti tra di loro e con ~1024 elettroni. Per semplificare il problema, ricorandosi che le masse dei nuclei sono molto differenti da quelle degli elettroni e che quindi si puo’ cercare di disaccoppiare i moti degli uni da quelli degli altri, un primo passo e’ l’approssimazione di Born-Oppenheimer, cioe’ quella di scrivere la funzione d’onda del sistema come il prodotto di una funzione delle sole coordinate dei nuclei per una funzione delle coordinate degli elettroni, che dipende parametricamente dalle coordinate dei nuclei. In questa maniera si trascurano dei temini che accoppiano il moto degli elettroni a quello dei nuclei. La funzione d’onda elettronica viene calcolata fissando le posizioni dei nuclei. Il calcolo della funzione d’onda elettronica puo’ essere ulteriormrnte semplificato facendo l’approssimazione di scrivere questa come determinante di Slater di funzioni d’onda a singola particella. Queste possono venire calcolate considerando che ogni elettrone si muove nel potenziale dei nuclei fermi ed in quello medio di tutti gli altri elettroni. Queste approssimazioni trascurano parte degli effetti di correlazione elettrone-elettrone. Se il semiconduttore e’ cristallino (periodico) il momento cristallino k e’ un buon numero quantico ed ogni autostato puo’ essere identificato da k e dall’ indice di banda. Per gli stati pieni a piu’ alta energia (banda di valenza) e gli stati vuoti a piu’ bassa energia (banda di conduzione) la relazione tra k e l’energia per il diamante, il Si e il Ge (tutti cristallizzano con la stessa struttura fcc con un a base costituita da una coppia di atomi, fig. 6) e’ riportata in figura 7. Struttura cristallina del diamante e della zincoblenda Lunghezza di legame [Å] C Si Ge GaAs 1.4 2.37 2.45 2.46 dimensione della cella convenzionale [Å] 3.57 5.43 5.66 5.67 Fig. 6