droghe per la cura dei i disturbi metabolici: iperlipidemia

CAPITOLO 18 - DROGHE PER LA CURA DEI I DISTURBI METABOLICI: IPERLIPIDEMIA
MALATTIE METABOLICHE DEFINIZIONE
Le malattie metaboliche rappresentano una delle patologie maggiormente diffuse nei paesi più ricchi e sono sempre
caratterizzate, da situazioni dietetiche errate, da scarsa attività fisica, da abitudini sedentarie, da stili di vita non
compatibili con le esigenze dell’organismo.
Le conseguenze per gli individui affetti da disfunzioni metaboliche sono particolarmente gravi per le complicazioni di
natura patologica che riguardano, la funzionalità cardiaca, la circolazione a livello centrale e periferico, la pressione
arteriosa, l’apparato renale e il sistema nervoso centrale. Per questo motivo le autorità sanitarie cercano
costantemente di intensificare e di indirizzare interventi di natura preventiva e di sensibilizzazione sempre più mirati,
allo scopo di ridurre l’incidenza dei danni provocati dalle malattie metaboliche, in relazione al forte impatto economico,
invalidante e socio-sanitario, causato da questo tipo di disfunzioni.
Le malattie metaboliche attualmente più diffuse o quelle a maggior impatto sociale sono comunemente classificate
con i termini di: “Iperlipidemia, Obesità e Diabete”.
IPERLIPIDEMIA
L’Iperlipidemia rappresenta un insieme di alterazioni del metabolismo lipidico, caratterizzate da una modificazione
quali e quantitativa delle “Lipoproteine plasmatiche”, le quali determinano nella maggior parte dei casi “un
innalzamento dei valori di colesterolo e di LDL”; questi due fattori sono quelli che costituiscono la causa principale
delle patologie di natura cardiovascolare e ischemica.
Le caratteristiche delle iperlipidemie “sono già state illustrate nel capitolo 12”, assieme agli interventi di natura
alimentare, sociale e farmacologica più frequentemente adottati per limitare le conseguenze provocate da questa
grave disfunzione. Nello stesso capitolo sono state anche confrontate tra loro le composizioni dei due più importanti
prodotti fitoterapici utilizzati per ridurre i valori di iperlipidemia. I principali prodotti fitoterapici più comunemente
utilizzati per la cura delle iperlipidemie sono riportati nella tabella 18. 1.
Tabella 18.1 droghe vegetali ed ipocolesterolemia: schema riassuntivo dei prodotti utilizzati nei relativi studi clinici
denominazione
denominazione
parte utilizzata
principali componenti chimici
della droga
della pianta
della pianta
presenti
Aglio*
Allium sativum
bulbo
composti solforati
Carciofo*
Cynara scolymus
foglie
ac.caffeico, flavonoidi, lattoni sesquiterpenici
Cardo Mariano*
Silybum marianum
frutti
silimarina
Fieno Greco*
Trigonella foen. graec. semi
saponine steroidee, flavonoidi, fibre
Gomma Guggul
Commiphora mukul
resina
olio essenziale, triterpeni mucillagini
Riso Rs.Ferment*.
Oryza sativa
seme
monacoline
Soja
Glycine max
semi
olio di soja, lecitine, acidi grassi, steroidi veg.
AGLIO
L’Aglio, o “Allium sativum” appartenente alla famiglia delle “Liliaceae” è una pianta erbacea perenne, largamente
coltivata nel territorio italiano per uso alimentare.
Droga, è ricavata “come polvere” dai bulbi, che sono raccolti nei primi mesi estivi, per essere successivamente
decorticati, suddivisi in spicchi e lasciati essiccare all’ombra a una temperatura di circa 40°C. Oltre alla droga ottenuta
per polverizzazione sono frequentemente allestite anche “preparazioni liquide” in cui l’aglio è lascato macerare in olio
di semi di mais o di germe di grano. I componenti principali, presenti nella droga, sono costituiti da un “olio
essenziale”, ricco di composti solforati e “da enzimi”, responsabili della trasformazione dell’alliina in allicina. Le
preparazioni di aglio maggiormente utilizzate a scopo fitoterapico sono costituite, a seconda della tecnica estrattiva
adottata, da “aglio in polvere”, “olio d’aglio”, “olio essenziale d’aglio” e “aglio fermentato”.
Proprietà terapeutiche, l’aglio è dotato delle seguenti caratteristiche:
- attività anticolesterolemizzante, di inibizione della “HMG-CoA reduttasi”, (idrossi-metilglutaril-coenzima A), enzima
che svolge un ruolo chiave nella biosintesi del colesterolo, la conseguente inibizione di questo enzima blocca il
processo di formazione del colesterolo, analogamente a quanto già segnalato a proposito delle “statine”;
- azione ipolipidemizzante, di aumento dell’attività della “lipasi” nei tessuti adiposi la quale favorisce la degradazione
dei trigliceridi, facilita l’escrezione del colesterolo libero e riduce i livelli delle lipoproteine LDL, mentre aumenta quelli
delle HDL, svolgendo così un importante effetto preventivo nei confronti dell’arteriosclerosi.
Oltre a queste due importanti attività, la somministrazione degli estratti di aglio presenta anche altre proprietà di
minore intensità, ma altrettanto importanti:
- attività fibrinolitica, in grado di ridurre i rischi di complicazioni cardiovascolari e di formazione dei trombi,
- attività antiaggregante piastrinica, in grado di favorire la fluidificazione del sangue circolante,
- effetto antipertensivo, ottenuto attraverso un potenziamento della contrattilità della muscolatura vasale,
- effetto antiossidante, nei confronti dei radicali liberi, migliorando anche l’incidenza dei processi arteriosclerotici;
- azione antimicrobica, largamente documentata in letteratura, assieme ad attività antivirale ed antifungina,
- attività ipoglicemica, di carattere preventivo dei composti solforati, di protezione dell’insulina dalla sua degradazione.
Effetti collaterali, il problema maggiormente segnalato dai pazienti, per quanto riguarda l’utilizzo dei preparati a base
di aglio, è quello dato dalla sgradevolezza dell’odore emanato dalla bocca a seguito delle somministrazioni
giornaliere. Dai diversi studi clinici finora effettuati, sono stati evidenziati sporadici disturbi gastrointestinali e nausea di
scarsa rilevanza, oltre ad alcune segnalazioni di ipotensione, l’assunzione contemporanea di estratti di aglio e di
farmaci antiaggreganti pistrinici, se effettuata per periodi prolungati, aumenta i rischi di emorragie.
CARCIOFO
Il Carciofo o “Cynara scolymus”, appartenente alla famiglia delle “Asteraceae” è una pianta arbustiva, largamente
diffusa e coltivata per uso alimentare nei paesi a clima temperato; il carciofo è caratterizzato da un fusto eretto,
solcato da striature longitudinali e da foglie di forma regolare provviste di una spina nella parte superiore.
Droga, è ottenuta come “estratto idroalcoolico secco” dalle foglie fresche o essiccate, i principali componenti sono
rappresentati da: “acidi caffeilchinici”, (ac. clorogenico, caffeico e dicaffeilchinico), da “lattoni sesquiterpenici”,
(cinaropicrina), e da “flavonoidi”, (luteolina).
Proprietà terapeutiche, agli estratti di carciofo universalmente sono riconosciute da lungo tempo proprietà
antiossidanti, epatoprotettive, coleretiche, colagoghe e ipoglicemizzanti; più recentemente per i preparati a base di
carciofo sono state evidenziate, sperimentalmente, anche proprietà ipolipemizzanti sviluppate attraverso molteplici
meccanismi di inibizione della sintesi del colesterolo, e di escrezione dei lipidi presenti.
Efficacia clinica, gli estratti standardizzati di carciofo sono riconosciuti ufficialmente dalle principali Farmacopee,
inclusa quella europea, per le attività coleretica e ipolipemizzante.
Effetti collaterali, a seguito delle sperimentazioni finora condotte, non sono emerse particolari controindicazioni per
quanto riguarda l’uso gli estratti di carciofo, eccettuato il divieto di somministrazione durante l’allattamento, a causa
del sapore amaro e il divieto di utilizzo, come coleretico, in caso di ostruzione del dotto biliare.
CARDO MARIANO
Il Cardo Mariano co “Silybum marianum”, appartenente alla famiglia delle “Asteraceae”, una pianta arbustiva,
spontanea, ampiamente diffusa nei terreni incolti e presente in tutte le regioni dell’area mediterranea. Questa pianta è
dotata di fusto eretto, di foglie di color verde brillante, provviste di piccole spine di colore bianco e di fiori a forma di
capolino di colore rosso-violaceo.
Droga è ottenuta “come polvere” dai capolini, raccolti in estate avanzata, essiccati e sottoposti a battitura, allo scopo
di isolare e selezionare i frutti formati da “acheni”, che sono contenuti nei capolini. Negli acheni sono presenti dei
flavonoidi particolari ricchi di una sostanza chiamata ”silimarina”, che in realtà è una miscela di tre composti
denominati “silibina, silicristina e silidianina”.
Proprietà terapeutiche, studi sperimentali largamente effettuati con l’impiego di questa droga hanno evidenziato
diversi impieghi a livello terapeutico, tra cui i principali sono costituiti da:
attività antiossidanti, epatoprotettive, nefroprotettive, antitumorali, ipoglicemizzanti, antinfiammatorie ed antiulcera.
La più importante proprietà terapeutica del cardo mariano è costituita, senza dubbio, dall’attività epatoprotettiva della
silimarina, grazie alla quale aumenta la sintesi proteica negli epatociti, stimolando la rigenerazione epatica. La
silimarina e la silibina inibiscono inoltre la “perossidazione lipidica”, favorendo così la disintossicazione da sostanze
nocive, presenti nel fegato, nello stomaco e nell’intestino.
Efficacia clinica, la commissione sanitaria tedesca, raccomanda l’uso degli estratti di cardo mariano, (Legalon), per il
trattamento dei disturbi digestivi, per le alterazioni epatiche e come coadiuvante nel trattamento di diverse patologie
epatiche quali: epatiti virali, cirrosi alcoliche e non alcoliche ed altre forme di intossicazione epatica.
FIENO GRECO
Il Fieno greco o “Trigonella foenum graecum”, appartenente alla famiglia delle “Fabaceae”, è una pianta erbacea,
annuale, con infiorescenze a forma di triangoli, (da cui il nome di trigonella), originaria delle zone aride del medio
oriente e dell’asia minore, dove in passato era utilizzata per l’alimentazione del bestiame.
Droga, è ricavata come estratto secco dai semi, presenti nei frutti, i quali dopo aver raggiunto la maturazione vengono
lasciati essiccare all’aria e quindi sono sottoposti a battitura e a mondatura. I principali componenti, estratti dai semi,
sono costituiti da “proteine, (ricche di lisina e triptofano), saponine, (contenenti steroli), lipidi e mucillagini”.
Proprietà terapeutiche, l’attività ipolipemizzante è dovuta alla presenza delle saponine e delle mucillagini, le quali,
una volta assorbite, provocano un ispessimento del muco, che riveste la superficie intestinale, rallentando e/o
impedendo di fatto l’assorbimento di alcune sostanze nutritive, in particolare carboidrati e grassi, con conseguente
riduzione dei valori di glicemia e dei tassi di colesterolo. Inoltre il fieno greco aumenta l’escrezione, attraverso
l’intestino degli acidi biliari, (grazie alla presenza delle saponine), con conseguente riduzione delle riserve di
colesterolo presente nel fegato.
Effetti collaterali, a seguito dei test clinici in cui il fieno greco è stato studiato come ipocolesterolemizzante e come
ipoglicemizzante, sono stati osservati alcuni casi di diarrea talvolta accompagnati da flatulenza dovuti principalmente
all’escrezione troppo ravvicinata o concentrata degli acidi biliari; l’assunzoine di fieno greco se effettuata in
contemporanea a quella di farmaci è potenzialmente in grado di ridurne l’assorbimento, per cui, a titolo precauzionale,
occorre sempre distanziare nel tempo le due diverse somministrazioni.
RISO ROSSO FERMENTATO
Il riso rosso fermentato è un alimento molto comune nella cucina tradizionale cinese, ottenuto lasciando fermentare
per alcuni giorni il riso cotto, (Oryza sativa), assieme ad un lievito denominati “Monascus purpureus”.
Droga, il riso rosso fermentato contiene alcune monacoline, in particolare la “Monacolina K”, è quella che inibisce
l’azione dell’enzima, responsabile della sintesi del colesterolo, chiamato “idrossimetil-glutaril-coenzima A, (HMG-CoA).
La monacolina K è stata riconosciuta, tra le varie droghe utilizzate per questo scopo, come il più potente
anticolesterolemizzante naturale; questa sostanza svolge, in particolare, la stessa azione ipolipemizzante esercitata
dal medicinale denominato “Lovastatina”, (Mevacor), senza però possedere gli effetti collaterali.
RIFERIMENTI PRATICI
A titolo esemplificativo, per meglio illustrare, dal punto di vista pratico, le informazioni illustrate nel presente capitolo,
viene di seguito riportato un elenco dei più comuni preparati fitoterapici, reperibili in farmacia “come integratori
alimentari” e utilizzati per la riduzione dei valori diiperlipidemia. Per ciascun prodotto viene inoltre fornita la
composizione dei principi attivi presenti, la denominazione della specie vegetale di provenienza o della droga
presente.
Integratori alimentari più comuni utilizzati per la riduzione dei valori di iperlipidemia
- Arkosterol capsule: Riso rosso polvere + Policosanoli + Monacolia K.
- Colesterol Act Plus compresse: Monacolina K + Gugguil resina + Coleus radice + Caigua frutti + Ac. Folico +
Octosanolo + Beta sisterolo.
- Armolipid: Monacolina K + Coenzima Q 10 + Policosanolo + Astaxantina + Ac. Folico.
- Armolipid Plus compresse: Monacolina K + Coenzima Q 10 + Policosanolo + Berberina + Astaxantina + Ac.
Folico.
- Armolipid Prev compresse: Monacolina K + Coenzima Q 10 + Policosanolo + Berberina + Ac. Folico +
Orthosiphon.
- Normplip 5 capsule: Monacolina K + Coenzima Q 10 + Policosanolo + Gamma orizanolo + Cromo.