Università degli Studi di Teramo Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea Specialistica in Economia Bancaria, Finanziaria ed Assicurativa Tesi di Laurea in Economia, Analisi e Programmazione dei Sistemi Turistici “L’implementazione delle tecniche di Revenue Management negli hotel delle province di Ascoli Piceno e Fermo” ABSTRACT Il costante sviluppo del fenomeno turistico e l’impatto che questo produce nei confronti, non solo delle imprese ricettive, ma anche di settori economici correlati quali: l’artigianato, il commercio ed i servizi ne sottolineano la sempre maggiore rilevanza, tanto che le positive previsioni di una sua crescita nel futuro hanno determinato interesse in ambito accademico al punto di renderlo materia di studio in diverse discipline. Il turismo, presentandosi come sistema integrato di diversi fattori, trova la sua espansione naturale nell’industria ricettiva, in un insieme di attività imprenditoriali ed organizzazioni complementari coinvolte nella produzione e nella distribuzione del prodotto turistico. La figura del turista risulta essere l’attore principale di tale sistema e proprio la sua natura che lo porta a spostarsi dalla sua abituale dimora, per motivi legati a svago o lavoro, sottende all’esistenza di un insieme di particolari aziende denominate alberghiere che offrono come principale servizio quello del pernottamento e dell’alloggio. Servizio che, nel corso del tempo e con l’esponenziale crescita del fenomeno turistico, si è sempre maggiormente arricchito rendendo l’offerta commerciale degli alberghi variegata e complessa attraverso la predisposizione di pacchetti di servizi 1 accessori che variano dalla ristorazione, alla lavanderia ai più complessi poli sportivi o gli attualissimi wellness. Dal punto di vista prettamente economico-gestionale è possibile evidenziare come queste tipologie di aziende siano caratterizzate da una serie di fattori quali alti costi fissi, capacità strutturale limitata, servizio deperibile, variabilità della domanda e mercato segmentabile; caratteristiche che rendono le imprese in oggetto particolarmente idonee all’applicazione delle tecniche gestionali peculiari dello YieldRevenue Management, ossia tecniche finalizzate alla massimizzazione dei ricavi attraverso una gestione ottimale della domanda, che tenda a bilanciare le limitate capacità strutturali con le diverse esigenze espresse dai clienti. Tale metodologia gestionale introdotta ed applicata dapprima nel settore del trasporto aereo negli Stati Uniti, a seguito della deregolamentazione dello stesso, ha trovato successive applicazioni in molti altri ambiti all’interno del settore dei servizi come nel noleggio di automobili, nel catering e nella ristorazione, nel trasporto merci, per le imprese nel settore gas ed energetico, alberghiero e ricettivo. Al fine della delineazione dei vari contesti applicativi, dottrina e prassi hanno dato ampio spazio alla definizione del concetto di RM ed alla formulazione di un processo che riassumesse la gestione ottimale delle singole leve al fine di pervenire ad una ottimizzazione della performance economico-finanziaria. Dalle ricerche internazionali e dai lavori presenti in materia è stato quindi possibile, in ambito operativo, procedere alla definizione ed alla successiva implementazione di tale tecnica attraverso una serie di fasi successive, coordinate fra di loro e tese alla segmentazione del mercato, all’applicazione di politiche di pricing, ad una gestione della capacità ed alla previsione della domanda. Negli ultimi anni, il Revenue Management, inteso come metodologia a supporto dei processi decisionali, ha trovato un ottimo tessuto applicativo nel settore ricettivo ed in particolar modo nell’ambito delle aziende alberghiere. Il lavoro è suddiviso in tre parti. 2 La prima parte si sviluppa attraverso la presentazione del fenomeno turistico analizzandone il sistema, gli attori e le dinamiche che lo regolano. Dal modello di Leiper del 1979, aggiornato nel 1990, è possibile evincere una definizione di turismo inteso come “un insieme complesso di individui, attività economiche, organizzazioni e luoghi che si combinano in un determinato modo col fine di fornire esperienze di viaggio. Il turismo è un’attività pluridimensionale e caratterizzata da molteplici aspetti, che interagisce con l’esistenza di numerosi individui e con molte attività economiche diverse tra loro1”. E’ evidente, quindi, che il turismo si presenta come una delle forze economiche di maggiore rilevanza globale, in quanto l’impatto di questo fenomeno si ripercuote non solo sulle imprese ricettive e ristorative, ma anche sugli altri esercizi commerciali, artigianato e settori complementari come quello dell’intrattenimento, della cultura e dei trasporti (par. 1.2). Il turismo si presenta come un sistema articolato e complesso all’interno del quale interagiscono tre elementi fondamentali: il turista, gli elementi geografici e l’industria turistica. L’insieme delle attività imprenditoriali e le organizzazioni coinvolte nella produzione del prodotto turistico danno vita al settore ricettivo (par. 1.3) a sua volta contraddistinto da una serie di sub settori interagenti fra di loro. Il punto focale di questa filiera produttiva è il settore relativo alla produzione ed all’offerta del servizio di alloggio o pernottamento, costituito delle aziende alberghiere (par. 1.3.1). Il variegato mondo delle proposte di queste ultime conserva il medesimo carattere peculiare del prodotto-servizio caratterizzato dal pernottamento e dall’alloggio al turista, eventualmente arricchito da servizi accessori opportunamente progettati e proposti in relazione alle caratteristiche delle strutture (par. 1.4). 1 COOPER C., FLETCHER J., GILBERT D., SHEPERD R., WANHILL S. “Economia del Turismo. Teoria e pratica” – Zanichelli – Bologna – 2002 – p. 3. 3 La successiva necessità di comprendere la complessità di questa attività produttiva ha generato il bisogno di analizzare il prodotto alberghiero sia dal lato della domanda (par. 1.5), che si presenta fortemente segmentata a causa della varietà e variabilità delle esigenze, sia dal lato dell’offerta (par. 1.6). La seconda parte presenta la metodologia del Revenue Management nella dottrina internazionale, partendo dalla sua contestualizzazione originaria. Il Revenue Management si configura come un insieme di tecniche decisionali tattico-strategiche finalizzate alla massimizzazione dei ricavi attraverso la gestione ottimale della domanda per bilanciare in modo conveniente le peculiarità delle strutture operative con le esigenze specifiche dei consumatori. Convenzionalmente, si fissa il momento originario della nascita del RM nel 1978 quando, negli Stati Uniti, venne adottato l’Airline Deregulation Act che diminuì il controllo sui prezzi e condusse a rapidi cambiamenti ed a una repentina innovazione nell’industria aerea non più disciplinata da rigide regolamentazioni, politiche protezioniste ed un sistema monopolistico incentrato sulle compagnie di bandiera. La progressiva apertura dei mercati a nuove compagnie low cost e charter introdusse nel settore prezzi molto bassi, determinati dalle strutture operative più snelle delle nuove entranti. Le megacarrier2 si trovarono quindi a dover decidere se mantenere i propri prezzi, con la successiva perdita di quote di mercato oppure allinearsi ai prezzi della concorrenza; nacque quindi l’esigenza di individuare ed implementare una metodologia capace di incrementare i ricavi intervenendo sui prezzi ma anche sul tasso di occupazione dei voli (par. 1.2). Amplio è il dibattito in letteratura sia sulla possibilità di dare una definizione a tale tecnica, sia sull’uso talvolta ambivalente dei termini yield/revenue 3 management. 2 Grandi vettori nazionali. MONCALIERI M. “People Express e il “decollo” della deregulation” in ALBERTI F., SCIASCIA S. “La variabile giuridica nella strategia d’impresa. Una raccolta di casi” – Guerini – Milano – 2003 – p. 151. 3 La traduzione letterale della parola yield viene data dal corrispettivo italiano “rendita”, identifica quindi lo yield management in tutta una serie di metodologie che hanno come fine ultimo quello della massimizzazione del rendimento ed è inoltre strettamente collegata al settore aereo che definisce lo yield come il rapporto miglio/passeggero; di contro, 4 Tanto la prassi quanto la dottrina aziendalistica internazionale hanno approfondito l’argomento elaborando molteplici definizioni, caratterizzate da diverse chiavi di lettura del fenomeno, enfatizzando i suoi tratti caratterizzanti (par. 1.3). L’analisi delle peculiarità delle aziende del settore del trasporto aereo ha permesso di individuare i caratteri necessari affinché si possa procedere all’implementazione delle tecniche di YRM. E’ possibile sintetizzarli nella capacità strutturale relativamente fissa, variabilità della domanda nel corso del tempo, possibilità di stimare la domanda nel corso del tempo, prodotto/servizio deperibile, struttura dei costi rigida con alti costi fissi e bassi costi variabili e mercato segmentabile (par. 1.4). Dalla verifica di questi presupposti applicativi diviene agevole lo sviluppo di un sistema orientato al revenue management articolato in fasi successive tra loro coordinate: segmentazione del mercato, implementazione di politiche di pricing, gestione della capacità e previsione della domanda (par. 1.5). Nel momento in cui viene implementato un sistema di RM diviene assolutamente necessario studiare degli indicatori qualitativi e quantitativi di riferimento, calcolabili in relazione ad intervalli temporali definiti che misurino l’andamento delle vendite e che valutino la performance del sistema stesso, determinandone o meno il raggiungimento dell’obiettivo di massimizzazione della redditività aziendale (par. 1.6). Successivamente viene esposto un sunto dettagliato ed approfondito delle principali definizioni presenti nella letteratura nazionale ed internazionale al fine di delineare un quadro generale ed esaustivo della metodologia. Della tecnica sono stati analizzati i presupposti necessari ad una sua proficua implementazione e la logica di fondo di un sistema revenue. Si è passati poi al calcolo di indicatori qualitativi e quantitativi di riferimento idonei alla misurazione dell’andamento delle vendite, capaci di valutare la la parola revenue trova il suo significato nel sostantivo “ricavo” e quindi revenue management come massimizzazione dei ricavi. 5 performance del sistema stesso focalizzandone o meno il prefissato raggiungimento dell’obiettivo di massimizzazione dei ricavi. La terza ed ultima parte, presenta dapprima uno studio approfondito e dettagliato del revenue management prettamente alberghiero ed in seguito i risultati di una ricerca empirica finalizzata alla constatazione della diffusione della conoscenza del RM relativamente alle strutture alberghiere delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Nell’ambito delle imprese di servizi, il settore alberghiero rientra a pieno titolo tra gli elettivi campi di applicabilità delle tecniche di Revenue Management. Negli ultimi anni le imprese alberghiere, sfruttando le esperienze maturate nel settore del trasporto aereo, hanno sviluppato ed applicato una serie di tecniche finalizzate alla massimizzazione del risultato derivante dall’ottimale allocazione delle camere. Nello specifico contesto, la metodologia del RM tende sia all’aumento del ricavo medio camera sia al raggiungimento della piena occupazione della struttura ricettiva perseguendo obiettivi di ottimizzazione della performance economica dell’azienda attraverso la scelta del target di clientela da servire e la formazione del prezzo ideale al quale offrire i propri servizi. L’ottimizzazione dei ricavi può essere ottenuta tramite una sistematica attività di ricerca ed analisi dell’intera domanda potenziale che l’azienda sarebbe in grado di soddisfare, minimizzando il rischi di mancati ricavi, individuando nuovi segmenti di domanda da servire ed infine, sfruttando la capacità di contribuzione di ciascun segmento attraverso la sua allocazione ottimale. Il RM alberghiero può essere configurato come un processo costituito da quattro fasi fondamentali (par. 1.2) : la segmentazione del mercato e le politiche di pricing, la previsione della domanda, la gestione della capacità ed il booking (prenotazione e vendita). La complessità del sistema, determinato anche da fattori complementari quali competenze e conoscenze da acquisire e coltivare, l’organizzazione di un comitato interno di revenue management, la necessaria implementazione di sistemi informatici 6 integrati connessi anche alla gestione di un booking multicanale globale, rendono di fatto questa tecnica di difficile sviluppo e diffusione soprattutto in realtà estranee all’appartenenza a catene internazionali od a grandi imprese del settore ricettivo. Proprio per questi motivi, si è voluta sviluppare una ricerca empirica al fine di verificare la presenza sul territorio della tecnica in esame ed il suo eventuale grado di applicazione (par. 1.3). L’indagine ha interessato un campione costituito dagli hotel di alta categoria del litorale delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Gli alberghi con queste caratteristiche hanno costituito un campione totale di 21 strutture. Si è riusciti ad ottenere informazioni utili da 15 di queste, per una copertura del campione di circa il 71%; l’indagine è stata sviluppata grazie all’elaborazione e successiva somministrazione di un questionario composto da una combinazione di domande aperte e chiuse a risposta multipla. I risultati di questo studio, hanno evidenziato che nella zona considerata non sono stati ancora colti i vantaggi derivanti dall’applicazione delle tecniche di RM; gli albergatori in questione si sono dimostrati ancora troppo legati ai sistemi di gestione tradizionale, non confidano nell’implementazione di tecniche manageriali orientate all’applicazione di processi decisionali tattico-strategici attuati mediante la manipolazione dei prezzi e tardano quindi a cogliere le conseguenze negative derivanti non solo dalla mancata occupazione della camera ma anche da una sua non ottimale allocazione. L’analisi che è stata condotta, nelle strutture alberghiere di alto livello delle province di Ascoli Piceno e Fermo, ha avuto come obiettivo quello di testare il grado di conoscenza delle tecniche di revenue management e, contestualmente, indagare quale fosse il livello di implementazione interno all’hotel in esame. Nel contesto analizzato, il 47% ha dichiarato di avere una conoscenza in merito alle metodologie revenue che, però, sulla base dei risultati dell’indagine, è apparsa tuttavia poco formalizzata. Si è evidenziata, quindi, una mancanza di formazione 7 professionale continua e curata attraverso la frequenza di corsi di aggiornamento, eventi formativi e convegni settoriali che potrebbero facilitare l’approccio della realtà alberghiera alle logiche del RM. Infatti, il 57% degli intervistati ha dichiarato di non partecipare ad eventi formativi, il 29% ne frequenta sporadicamente alcuni ed il 14% in maniera saltuaria. Questa criticità si presenta come diretta conseguenza della conformazione strutturale ed imprenditoriale della zona esaminata. Infatti, l’alta percentuale di strutture a gestione familiare (80%) rende difficile la diffusione di processi manageriali nell’impresa, così come porta ad uno scarso aggiornamento professionale, in quanto vi è una forte convinzione, radicata, che il metodo migliore per gestire l’azienda sia ravvedibile nel modus operandi tradizionale sedimentato nel tempo attraverso l’eredità acquisita da generazione in generazione. Probabilmente con l’ingresso delle nuove generazioni si potrebbero prospettare orizzonti diversi, in quanto si è osservato che, laddove si stia verificando questo momento di transizione, l’interesse verso la tecnica del RM sia attiva, vitale e propositiva: anche la cura della preparazione professionale viene vista come un potenziale punto di forza. Appare inoltre rilevante che, delle 7 strutture che hanno dichiarato di implementare tale metodologia, soltanto uno ne utilizzi al contempo i principi, in quanto appartenente alla catena alberghiera Best Western International. Per le altre, a seguito di successive ed approfondite analisi, è stato possibile affermare che non applicano revenue e, anche laddove vengano impiegati sporadicamente alcuni dei principi, questi non perseguono la vera filosofia peculiare del RM. Questo risultato trova giustificazione proprio nella frammentaria conoscenza della tecnica. La ricerca contenuta nel presente lavoro non ha voluto comunque arrestarsi alla semplice verifica della diffusione della metodologia del RM, ma si è spinta oltre, analizzando anche le fasi della stessa al fine di verificare se fossero presenti capacità 8 applicative future da implementare su preesistenti processi gestionali relativi: all’acquisizione delle prenotazioni, alla segmentazione, alla strategia di prezzo ed all’analisi e previsione della domanda futura. In relazione all’attività di booking, è emerso che un buon 80% del campione monitora l’andamento delle prenotazioni, pur tuttavia in assenza di una cura scrupolosa: infatti il 60% di questi hotel non raccoglie né elabora dati al fine di costituire uno storico completo ed attendibile da utilizzare come strumento operativo. Nello specifico, viene sottovalutata la potenzialità di questo tipo di approccio che, invece, permetterebbe alle strutture di mettere in atto delle proficue ed efficaci politiche di pricing allorquando il monitoraggio delle prenotazioni evidenziasse una notevole fluttuazione delle stesse. Nella zona considerata vige inoltre la tendenza di accettare qualsiasi tipo di prenotazione (33%) e soltanto in relazione a particolari periodi privilegiare soggiorni lunghi o comunque non inferiori ai tre giorni; questo atteggiamento seppur da una parte spinga gli operatori a tendere alla piena occupazione, dall’altra non porta a perseguire l’ottimizzazione dei ricavi attraverso una selezione strategica delle prenotazioni. Concetto questo che implica anche la gestione della capacità, non perseguita da nessuna delle strutture analizzate. Il dato è stato evidenziato dalla completa estraneità della totalità del campione all’implementazione delle politiche di overbooking e da un basso comportamento strategico per fronteggiare eventi inattesi quali defezioni e cancellazioni improvvise. Gli intervistati sostengono che applicare una politica di overbooking all’interno delle loro strutture causi un notevole danno di immagine (67%), con un consequenziale ritorno di feedback negativi. In questo caso, viene data poca rilevanza a questa scelta gestionale, non sfruttando i benefici che deriverebbero dalla sua adozione, i quali tenderebbero a render nullo l’impatto di eventi quali no-show e cancellazioni improvvise sul totale del fatturato. 9 Nel 67% dei casi viene eseguito soltanto un blando richiamo telefonico, mentre il 60% del campione si tutela con la richiesta di depositi non rimborsabili o garanzie tramite carta di credito comunque non vincolanti, in quanto subordinati solo a peculiari congiunture temporali, tanto che gli albergatori dichiarano all’unanimità di adottare un atteggiamento particolarmente flessibile, restituendo il deposito o rendendolo fruibile per un ulteriore soggiorno nell’arco dell’anno. Anche la tutela del cliente in caso di domanda eccedente non viene vista come un’opportunità di far nascere da un disservizio una futura fidelizzazione dello stesso: infatti, i management delle strutture analizzate, seppur dirottando il cliente verso altri hotel limitrofi, dichiarano di perseguire tale comportamento solo su esplicita richiesta del cliente e non autonomamente, mentre, al contrario, potrebbe configurarsi come base del rapporto di fiducia tra cliente-albergatore che determinerebbe effetti positivi per le parti coinvolte, un miglioramento delle performance ed un accrescimento dell’efficacia manageriale nella risoluzione dei problemi. Atteggiamento propositivo è stato, invece, evidenziato al riguardo delle strategie adottate per sostenere una domanda particolarmente contenuta per cause prettamente esogene; infatti, nella zona interessata dall’indagine, l’80% degli albergatori ha affermato di aver eliminato i vincoli sulla permanenza del cliente e di proporre contestualmente offerte speciali, sotto forma di pacchetti all-inclusive e formule last minute. Al fine di pubblicizzare tali soluzioni, il canale scelto è quello di internet, attraverso valide politiche di web marketing. L’80% degli intervistati ha dichiarato di aver messo a punto questo tipo di strategia raggiungendo proficui risultati in termini di aumento di fatturato, incrementando la propria presenza sia su motori di ricerca che su portali, primo fra tutti Booking.com, che ha portato maggiore visibilità a livello internazionale alle strutture in questione. In relazione alla tipologia di clientela (tendenzialmente abitudinaria e ritenuta non idonea alla comprensione di una tariffazione flessibile) ed alla location (seppur forte di un turismo caratterizzato da alte presenze, nel periodo estivo, ma ritenuto 10 comunque poco dinamico), gli albergatori nel 93% dei casi optano per l’adozione del tradizionale listino prezzi fisso, suddiviso in alta, media e bassa stagione. Soltanto l’hotel appartenente al circuito Best Western applica una tariffazione flessibile, strutturata per mezzo di una griglia tariffaria orientativa con differenti tipologie di prezzi, variabili sia in relazione al tempo di prenotazione 4, sia in relazione al target di clientela e al binomio tipologia di stanza/servizi accessori, comunque sempre differenziati per giorni della settimana. Questo metodo consente alla struttura in questione di redigere un amplio set di proposte da offrire al potenziale cliente e di elaborare la tariffa giusta in relazione al tempo di prenotazione ed alle esigenze personali dell’ospite, al fine di mirare ad una piena occupazione e, al contempo, anche all’ottimizzazione dei ricavi. Le motivazioni addotte dalla maggioranza delle figure intervistate in rappresentanza delle strutture oggetto d’indagine, contrarie all’adozione di una tariffazione flessibile, sono riscontrabili soprattutto nella già citata tipologia di clientela, con la quale si relazionano contestualmente al luogo in cui operano. Ma l’indagine ha evidenziato anche la mancanza di una segmentazione della clientela che miri a delineare i diversi target forniti dalla struttura, in modo tale da adeguare ad ogni segmento evidenziato una tipologia di prezzo in relazione a tempi e servizi accessori. Infatti, mentre il 27% dichiara di non effettuare nessuna segmentazione, il 60% applica, di contro, propone una segmentazione al fine di una differenziazione strutturale legata alle varie tipologie di camere disponibili all’interno degli hotel. Questo tipo di approccio appare comunque molto utile in una futura ottica revenue perché permetterebbe la successiva allocazione ottimale dei vari target di clientela individuati. 4 Con proposte connesse a restrizioni economiche e temporali quali: last minute (nelle quali a fronte di una prenotazione a ridosso della data di arrivo si beneficiano di sconti sino al 20%), hot deal (che richiedono prenotazioni effettuate con una settimana di anticipo sulla data di arrivo, con sconti pari al 25%)ed early web (con prenotazione anticipata di tre settimane e sconti pari al 30%). 11 Soltanto 2 delle 15 strutture hanno dichiarato la volontà, espressa mediante la prospettiva futura, di abbandonare il “vecchio” listino a favore di una struttura dei prezzi variabili, nonostante, come evidenziato da questo lavoro, i responsabili degli hotel del campione riconoscano le potenzialità delle politiche di prezzo per attirare nuovi segmenti di clientela (67%) e sostenere una domanda inferiore alle aspettative (47%). L’unica politica seguita attivamente dal 60% del campione, soprattutto nella località di San Benedetto del Tronto, è quella della destagionalizzazione, intesa non solo come riduzione delle tariffe in bassa stagione al fine di creare un flusso turistico, ma anche come arricchimento della propria offerta commerciale, in modo da supportare il prezzo e motivare la potenziale clientela con eventi e proposte legate al mondo culturale, professionale ed al wellness. Infatti, alcune strutture si sono dimostrate particolarmente sensibili alla problematica, evidenziando spiccate doti imprenditoriali poste in essere al fine di creare un flusso turistico variegato (leisure, business & corporate) nei mesi invernali. In ambito culturale, una struttura in particolare, ha promosso il Festival Movie 2.0, nato dalla diffusione dei player video digitali portatili e videofonini, avente l’obiettivo di premiare chi meglio ha interpretato l’idea di intrattenimento cinematografico sul micro schermo. Altre strutture, più orientate al settore relax e wellness, stanno progettando centri SPA interni, sulla base di studi di mercato che vedono la posizione centrale della località di appartenenza come un punto di forza per attirare potenziali clienti di regioni limitrofe, che sarebbero disposti a passare dei week-end all’insegna del benessere sulla costa marchigiana. Altri alberghi stanno potenziando la propria offerta nel settore business & corporate attraverso la prevista affiliazione alla neonata fondazione del Convention Bureau Piceno (CBP). Questo organismo, attraverso la gestione coordinata delle strutture appartenenti, garantirà l'organizzazione di eventi, nonchè l'acquisizione e la direzione di congressi. 12 In tal modo verrà costituita una rete interagente di aziende specializzate nel settore come: alberghi, centri congressuali, promotori ed agenzie. Il tutto con il supporto delle istituzioni del territorio, attraverso il coordinamento di un comitato organizzativo locale che tenderà alla creazioni di importanti sinergie operative in ambito business. Anche in relazione all’analisi ed alla previsione della domanda, la tipologia della clientela delle strutture alberghiere esaminate rende questa attività superflua nel 53% dei casi. Infatti in relazione a ciò, gli albergatori dichiarano di non elaborare alcun tipo di previsione della domanda futura, in quanto forti di una cospicua percentuale di clientela fissa fidelizzata, sia estiva (attraverso il turismo leisure) sia invernale (con il settore business & corporate), che rende il loro lavoro ciclico e pianificato. Potenzialmente queste strutture sarebbero in grado di attuare un’attività di forecast, in quanto dotate di mezzi informatici idonei: infatti, dall’indagine si è evidenziato che l’80% delle strutture oggetto del campione fanno uso di software altamente versatili con funzionalità di database e proiezione di statistiche, che di fatto non vengono sfruttate. Concludendo l’analisi, è possibile evidenziare che la conoscenza delle tecniche di revenue management nella zona considerata non è diffusa, così come la sua implementazione: anche le varie fasi relative al booking, al forecast ed al pricing appaiono inadeguate. In particolar modo, la coincidenza tra proprietà e gestione dell’azienda si configura come un punto di debolezza delle strutture oggetto d’indagine, che le porta a perseguire obiettivi quali la personalizzazione del servizio e la massima cura del cliente, ma non lo sviluppo di strategie capaci di sanare un ampio ventaglio di esigenze diverse, anche al di fuori della pura domanda di alloggio. Anche il dato sulle dimensioni delle strutture esaminate consente di giustificare la poca diffusione della tecnica RM. 13 Il campione, essendo composto dal 67% di imprese di piccole dimensioni con un quantitativo di stanze inferiori alle 50 unità, non sente l’esigenza di porre in essere metodologie che abbiano alla base scelte tattico-strategiche tese all’incremento dell’occupazione, minimizzando le stanze invendute. Nel caso specifico, gli albergatori, grazie alla clientela fidelizzata, tendono comunque al pieno impiego, seppur non perseguendo l’ottimizzazione dei ricavi. Dall’indagine si evince inoltre che risulta poco curata l’opera di raccolta dati a fini sia previsionali sia di controllo dell’andamento delle prenotazioni: dell’ 80% delle strutture che hanno dichiarato di effettuare il monitoraggio, soltanto 6 si affidano ad uno storico, focalizzando l’attenzione sulle prenotazioni concluse (50%) e sul lead time (33%), affidando il momento decisionale al manager (50%), supportato comunque dalle elaborazioni del sistema informatico (50%). In questo caso non viene sfruttata a pieno le potenzialità di queste informazioni, che se opportunamente gestite potrebbero guidare le scelte gestionali verso l’adozione di politiche volte a fronteggiare periodi di basse richieste, per cogliere opportunità vantaggiose in momenti di alta domanda. In considerazione dello sviluppo delle politiche di pricing, appare cruciale il fatto che solo una struttura gestisca le tariffe in modo flessibile, mentre le altre rimangono ancorate al tradizionale listino prezzi. In questo caso specifico, gli albergatori, pur consapevoli del vantaggio che comporterebbe loro una diversa politica dei prezzi, sia in relazione ai nuovi potenziali clienti che potrebbero attirare (67%), sia in relazione alla possibilità di sostenere una domanda inferiore alle aspettative (47%), hanno espresso perplessità nei confronti di una eventuale implementazione di una griglia tariffaria orientativa. La possibile percezione di iniquità da parte della clientela fidelizzata nei confronti di una metodologia fondata sulla manovra dei prezzi secondo la logica della discriminazione, si è evidenziata essere il problema principale. In questo caso, al fine di perseguire una sapiente implementazione della tecnica, si potrebbe proporre un’integrazione tra la tradizionale gestione ed il revenue 14 management: ai clienti fidelizzati sarebbe riservato un RM speciale, basato sullo stato di relazione focalizzato non solo sul prodotto alloggio, ma anche sullo spin-off che il cliente fedele fornisce, e ai clienti non fidelizzati il RM tradizionale. Indubbiamente, il problema etico, affrontato anche nella letteratura, è presente, ma comunque se ne sostiene la sua graduale risoluzione grazie all’azione combinata di modalità di prevenzione, gestione e risoluzione dei problemi emersi nei rapporti con la clientela a seguito dell’implementazione di politiche di RM, grazie anche ad un massiccio sviluppo del canale internet che di fatto aumenta la mole di informazioni a disposizione dei consumatori. Proprio la progressiva futura diffusione di informazioni, nel caso specifico della metodologia del revenue management alberghiero, sia nella cultura imprenditoriale sia nella mentalità del consumatore, potrebbe spingere gli imprenditori a distaccarsi dalla tradizionale gestione dell’hotel ed implementare tale tecnica, sfruttando le potenzialità delle strutture di proprietà attraverso una migliore allocazione delle camere, già altamente segmentate (60%), perseguendo obiettivi di piena occupazione, bilanciando opportunamente i diversi periodi annuali: il tutto perseguendo l’obiettivo di ottimizzazione dei ricavi. Naturalmente, proporre l’implementazione di una tecnica come quella del RM sottende alla necessità un sostanzioso utilizzo di mezzi informatici appropriati, al fine di incrementarne l’efficacia. La presente indagine ha portato alla luce un largo utilizzo di sistemi informatizzati (80%), anche potenzialmente validi ed utili per una prima fase di sperimentazione della tecnica; sarebbe comunque idoneo da parte degli utenti un’applicazione maggiore delle caratteristiche dei loro software, al fine di uno studio dei dati immagazzinati ed elaborati per curare l’attività di monitoraggio e di forecast. Infatti, la previsione della domanda futura non viene praticata nel 53% dei casi, principalmente a causa della forte componente di clientela fidelizzata. 15 Il cliente fedele per gli alberghi è un innegabile fattore positivo, in quanto consente loro di poter curare agevolmente la gestione, pianificandola con largo anticipo. Occorrerebbe comunque una maggiore attenzione da parte dei responsabili all’aspetto previsionale, inteso come componente centrale ed indispensabile per ottimizzare effettivamente i ricavi, poiché prevedere chi comprerà significa tentare di capire quanto sarà disposto a comprare e, di conseguenza, a quale tariffa. Di contro, le strutture che effettuano questo tipo di studio, nella totalità dei casi si basano sui dati storici, elaborando previsioni annuali (71%) e verificandole con cadenza mensile e settimanale (nei periodi di maggiore affluenza); talvolta anche incrociando i propri dati con quelli di altre strutture appartenenti allo stesso gruppo. Come si evince dal presente lavoro, un revenue management che persegua obiettivi di massimizzazione dei ricavi deve necessariamente configurarsi come un insieme di fasi integrate fra di loro. La realtà esaminata appare ancora poco formalizzata ed i caratteri analizzati evidenziano che difficilmente si potrà assistere ad un rapido passaggio dai modus operandi tradizionali ad una effettiva implementazione delle tecniche di RM nelle strutture di alta categoria delle province di Ascoli Piceno e Fermo. 16