Derivatore invertente Il circuito derivatore invertente è un dispositivo che dà in uscita un segnale proporzionale alla derivata del segnale d’ingresso; ossia la forma d’onda d'uscita è la derivata della forma d’onda d’ingresso. Un circuito derivatore è quello riportato in figura. Calcolo della funzione d’uscita per un generico segnale d'ingresso Si calcola la funzione d'uscita. Tenendo conto dell'equipotenzialità degli ingressi (V− = V+ = 0) , e che gli ingressi non assorbono corrente, si ha: I C (t ) = I R (t ) ⇒ C ⋅ d(Vi − V− ) V− − Vo = dt R ⇒ Vo = − RC ⋅ dVi dt La tensione d'uscita è proporzionale alla derivata del segnale d’ingresso. Calcolo della funzione d’uscita in notazione simbolica con ingresso sinusoidale. L'amplificatore operazionale sé in configurazione di amplificatore invertente, per cui: Vo = − ZR ZC ⋅ Vi = − R ⋅ V i = − jωRC ⋅ V i − jX C L'uscita risulta sfasata in ritardo di 90° rispetto all'ingresso. Nel piano complesso si ha: Im Vi Re Vo Si scrive la funzione di trasferimento e se ne calcola modulo e fase: 1 G (jω) = G (jω) = ωRC = 2πfRC Vo Vi = − jωRC ϕ=− π → −90° 2 π . L’ampiezza invece dipende da ω . 2 Amplificazione e frequenza sono direttamente proporzionali, quindi all’aumentare della frequenza aumenta l’amplificazione, e viceversa. La fase non dipende da ω ed è sempre − - Se ω → 0 ⇒ G (jω) → 0 - Se ω → ∞ ⇒ G (jω) → ∞ Il problema si presenta alle alte frequenze, alle quali l'amplificazione tende ad assumere il suo massimo valore. Sovrapposti la segnale d'ingresso sono presenti le tensioni di rumore, tensioni di ampiezza molto piccola ed elevata frequenza, che vengono derivate, insieme al segnale d'ingresso, con la massima amplificazione, portando l'uscita in zone di funzionamento non lineari rendendo problematico il corretto funzionamento del circuito. L'elevato valore dell'amplificazione alle alte frequenze è dovuto alla capacità la cui reattanza è inversamente proporzionale alla frequenza, ossia alle alte frequenze la capacità tende ad assumere le caratteristiche di un corto circuito (reattanza di valore praticamente nullo). Per impedire che il ramo contenente la capacità presenti un'impedenza troppo bassa, ossia per limitare l'amplificazione alle alte frequenze, si mette in serie alla capacità una resistenza di opportuno valore, come riportato in figura. Derivatore invertente reale Alle alte frequenze la reattanza capacitiva X C diminuisce e aumenta l’amplificazione. Bisogna, quindi, impedire che il ramo contenente la capacità diventi un cortocircuito inserendo in serie alla capacità una resistenza R, così che l'impedenza del ramo contenente la capacità avrà in ogni caso un valore finito, limitando l'amplificazione alle alte frequenze. 2 La funzione d'uscita è: Vo = − R R Vi = − ⋅ R 1 − jX C R1 1 X 1− j C R1 ⋅ Vi = − R ⋅ R1 1 1 1− j ωR 1 C ⋅ Vi La funzione di trasferimento è: G (jω) = G ( jω) = − R ⋅ R1 R ⋅ R1 1 1− j 1 ωR 1 C 1 ⎛ 1 ⎞ ⎟⎟ 1 + ⎜⎜ ⎝ ωR 1 C ⎠ 2 ⎛ 1 1 ⎞ ⎟⎟ = π + arctg ϕ = π − arctg⎜⎜ − ωR 1 C ⎝ ωR 1 C ⎠ Al variare della frequenza, si ha: ⎛ 1 ⎞ 1 ⎟⎟ >> 1 ⇒ 1 è trascurabile rispetto a ⎜⎜ Se ω → 0 ⇒ ωR 1 C ⎝ ωR 1 C ⎠ ⇒ G (jω) = ωRC e ϕ = 3 Se ω → ∞ ⇒ 2 ⇒ π π si c om porta da derivatore invertene =− 2 2 1 1 << 1 ⇒ è trascurabile rispetto a 1 ⇒ ωR 1 C ωR 1 C ⇒ G (jω) = R e ϕ = π si c om porta da amplificatore invertene R1 Il circuito presenta una frequenza di taglio f t , ossia quella frequenza alla quale il modulo della funzione di trasferimento si riduce di un fattore 2 rispetto al suo massimo valore. La pulsazione di taglio si ottiene imponendo che il modulo della funzione di R 1 trasferimento, a tale pulsazione, sia ⋅ : R1 2 R ⋅ R1 1 ⎛ 1 ⎞⎟ 1 + ⎜⎜ ⎟ ⎝ ω t R 1C ⎠ 2 = R 1 ⋅ R1 2 ⇒ 1 ⎛ 1 ⎞ ⎟⎟ 1 + ⎜⎜ ⎝ ω t R 1C ⎠ 3 2 = 1 2 ⇒ 2 ⇒ ⎛ 1 ⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ = 1 ω R C ⎝ t 1 ⎠ ⇒ ω t R 1C = 1 ⇒ A tale frequenza la fase subisce una variazione di ϕ = π + arctg ωt = 1 R 1C ⇒ ft = 1 2πR 1C π : 4 1 π π 1 = π + arctg = π+ =5 1 ω t R 1C 4 4 ⋅ R 1C R 1C La frequenza a guadagno unitario è quella frequenza alla quale il guadagno (il modulo della funzione di trasferimento alle basse frequenze) vale 1: 1 1 ⇒ f1 = RC 2πRC ω1 RC = 1 ⇒ ω1 = Le condizioni di progetto, se non ci sono particolare richieste, sono: RC = T ; R = 10R 1 dove T è il periodo del segnale d'ingresso. π 3 2 π 5 4 G ( jω) dB 20 log R1 R f1 ft log f ϕ π 0 0,1f t diagramma di Bode del modulo ft 10f t log f diagramma della fase Risposta del circuito all’onda triangolare Se in ingresso mettiamo un segnale ad onda triangolare otteniamo in uscita un segnale ad onda quadra. ⎧ 4ViM (t − kT) − ViM ⎪ ⎪⎪ T v i (t ) = ⎨ ⎪ 4V T ⎪− iM ⎛⎜ t − − kT ⎞⎟ + ViM ⎪⎩ T ⎝ 2 ⎠ 4 per per kT ≤ t < T + kT 2 T + kT ≤ t < T + kT 2 Vi ViM t − ViM Vo VoM t − VoM Risposta alla rampa in salita, per 0 ≤ t < Vo (t ) = − RC dVi (t ) 4RCViM d ⎛ 4V ⎞ = − VoM = − RC ⎜ iM t − ViM ⎟ = − dt dt ⎝ T T ⎠ Risposta alla rampa in discesa, per Vo (t ) = − RC T 2 T ≤t<T 2 dVi (t ) ⎤ 4RCViM d ⎡ 4V ⎛ T⎞ = − RC ⎢ − iM ⎜ t − ⎟ + ViM ⎥ = = VoM dt dt ⎣ T ⎝ 2⎠ T ⎦ Riassumendo ⎧ 4RCViM ⎪− T ⎪ v o (t ) = ⎨ ⎪ 4RCV iM ⎪ T ⎩ per per kT ≤ t < T + kT 2 T + kT ≤ t < T + kT 2 Risposta del circuito all’onda quadra ⎧ ⎪ ViM ⎪ v i (t ) = ⎨ ⎪ ⎪− ViM ⎩ kT ≤ t < per T + kT 2 T + kT ≤ t < T + kT 2 per 5 Vi ViM t − ViM Vo VoM t − VoM L’uscita, durante il tempo in cui Vi è costante, è nulla. Si ha, invece, un transitorio d’uscita negli istanti in cui la tensione d’ingresso commuta da livello alto a livello basso, e viceversa. In tali istanti si ha una variazione della tensione d’ingresso ∆V i = ±2ViM . Non potendo la tensione ai capi della capacità variare istantaneamente, tale variazione ∆Vi si avrà sulla resistenza R 1 , con conseguente variazione della ∆Vi corrente i C (t ) di una quantità ∆i C = . Poiché istante per istante i C (t ) = i R (t ) , R1 analoga variazione di corrente si dovrà avere per i R (t ) , ∆i C = ∆i R , con conseguente variazione istantanea della tensione Vo (t ) di una quantità pari a ∆Vo = − R∆i C = − R R ∆Vi = m 2ViM . R1 R1 La capacità, attraverso R 1 , si carica, partendo dal valore m ViM , alla tensione ± ViM , secondo l’equazione. v C (t ) = ± ViM + (m ViM m ViM )e − t R 1C = ± ViM m 2ViM e − t R 1C t − ⎛ ⎞ R 1C ⎟ ⎜ d ± ViM m 2ViM e t ⎜ ⎟ dv C (t ) 2ViM − R1C ⎝ ⎠ =C Quindi: i C (t ) = i R (t ) = C =m e ⇒ dt dt R1 t − R ⇒ v o (t ) = − R ⋅ i R (t ) = m 2ViM e R1C , R1 R 2ViM , che decresce R1 esponenzialmente. In particolare si avrà un impulso positivo in corrispondenza dei fronti di discesa, e un impulso negativo in corrispondenza dei fronti di salita del segnale d’ingresso. in uscita si avrà una forma d’onda impulsiva di ampiezza m 6