Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno III numero 1 - gennaio 2011 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Sospetto di Anemia Emolitica indotta da una Cefalosporina in un neonato pretermine Suspicion of hemolytic anemia induced by a Cephalosporin in a preterm infant Caimmi D, Caimmi S, Giulia Masa, Luca Artusio, Patrizia Bulzomì, Elena Labò Dipartimento di Scienze Pediatriche, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Università di Pavia (PV) Introduzione Diversi sono i meccanismi che possono spiegare le differenti reazioni di ipersensibilità a farmaci: in Letteratura vengono principalmente riportate reazioni mediate o dalle IgE o dai linfociti T. Lo European Network for Drug Allergy (ENDA) ha stabilito vari algoritmi diagnostici per valutare il tipo di ipersensibilità, pur mantenendo costante la classica classificazione di Gell e Coombs e i 4 pattern immunologici (1) (Figura 1). Le reazioni di tipo 1 (immediate) si verificano entro un’ora dalla somministrazione del farmaco, sono mediate da specifici anticorpi anti-IgE e includono tipicamente reazioni orticarioidi o anfilattiche. Queste reazioni si possono verificare sia quando vengono assunte dosi terapeutiche del farmaco, sia a dosi infinitesimali della molecola (2). Le reazioni di tipo 4 (non immediate o ritardate) sono indotte da diversi sottotipi T cellulari e si verificano entro 24-48 ore dall’assunzione del farmaco. Le reazioni di tipo 4 indotte da farmaci sono state distinte in 4 ulteriori sottogruppi (a-d) per distinguere le reazioni con attivazione macrofagica, quelle con esantemi maculari ricchi in eosinofili, quelle cutanee bollose o le reazioni caratterizzate da infiammazione neutrofila (come la pustolosi esantematosa acuta generalizzata) (2). Questi due tipi di reazioni sono i più noti e studiati. Tuttavia, occorre ricordare che esistono anche reazioni di tipo 2 (citotossiche) e di tipo 3 (a immunocomplessi), mediate da anticorpi IgG o IgM farmaco-specifici fissanti il complemento (2). Le reazioni di tipo 1 possono essere accertate e verificate tramite un’accurata raccolta anamnestica, seguita da test cutanei a lettura immediata (Prick test e Intradermoreazioni) e da test di scatenamento. Le reazioni di tipo 4 possono essere ugualmente valutate tramite test cutanei a lettura ritarda (Intradermoreazioni e Patch test) e test di scatenamento (3). Le reazioni di tipo 2 e di tipo 3, generalmente gravi e difficilmente riproducibili, possono essere investigate esclusivamente tramite un’accurata raccolta anamnestica. Se il valore predittivo positivo della storia riportata dal paziente è elevato o se la reazione segnalata è risultata grave, allora sembra corretto sconsigliare l’utilizzo della molecola sospetta e di altre molecole che con essa possano cross-reagire. Riportiamo il caso di una lattante che viene condotta in Ambulatorio per sospetta pregressa reazione di tipo 2 (anemia emolitica) associata alla somministrazione di una cefalosporina di terza generazione, in epoca perinatale. Caso Clinico Giunge all’attenzione dell’ambulatorio di Allergologia la piccola SF, di 8 mesi, inviata dal curante, per un sospetto di ipersensibilità ad alcuni antibiotici, fra cui le Cefalosporine di terza generazione. In anamnesi prossima, la lattante ha assunto Amoxicillina Clavulanato a 5 mesi e in seguito ha manifestato un’eruzione orticarioide generalizzata, che il Pediatra ha ritenuto associata alla patologia concomitante, piuttosto che al farmaco. Tenuto conto di ciò, il curante ha nuovamente prescritto la stessa molecola due mesi dopo, senza che nessuna reazione venisse questa volta registrata o quantomeno segnalata. La piccola è nata a 31 settimane di gestazione, in seguito a rottura prematura delle membrane, da gravidanza per il resto normodecorsa, senza particolari fattori di rischio. La profilassi per le membrane ialine è risultata incompleta, in quanto alla madre è stata somministrata solo una dose di steroide ante-partum. La neonata non presentava incompatibilità di gruppo o di Rh con la madre. Per distress respiratorio è stato somministrato Surfattante e trattamento preventivo delle apnee e delle bradicardie. Alla piccola è stata somministrata terapia antibiotica con Amoxicillina, dal giorno della nascita al quinto giorno di vita, nel sospetto di infezione batterica verticale al parto. Per itterizia (massimo 15.6 mg/dl in sedicesima giornata), ha effettuato 3 giorni di fototerapia. In terza settimana, è stata intrapresa terapia antibiotica con Cefotaxime, Metronidazolo, Vancomicina, Amikacina, per iniziale enterocolite necrotizzante (grado 2) e Nutrizione Parenterale Totale. La terapia è stata interrotta per il riscontro di anemia emolitica con valori di Emoglobina di 5 mg/dl. I valori dell’emoglobina sono poi progressivamente risaliti, nonostante la neonata abbia necessitato di 3 trasfusioni di emazie concentrate. Nella norma sono risultati il dosaggio del G6PD, della Vitamina B12, e dei folati, la ricerca di sferociti, l’elettroforesi dell’emoglobina, la sierologia per Citomegalovirus, Parvovirus B19, Ebstein-Barr Virus, Herpes Virus 6 e negativo è risultato il Test di Coombs. Escluse dunque dai patologi neonatali le principali eziologie di anemia emolitica del neonato, la piccola è stata dimessa con diagnosi di anemia emolitica presumibilmente indotta da farmaci. Il sospetto eziologico dei patologi verteva sulla terapia della NEC e per tale motivo alla piccola non sono mai state prescritte Cefalosporine di Terza Generazione (né altre molecole utilizzate per la NEC). Discussione I farmaci più frequentemente associati a reazioni emolitiche di tipo 2 sono il Cefotetan, il Ceftriaxone e la Piperacillina; fra le varie classi di antibiotici, comunque, le Cefalosporine sono comunque le molecole più chiamate in causa (4). Al di là dell’agente causante la reazione, occorre ricordare che le reazioni allergiche di tipo 2 non possono essere testate, né verificate a posteriori. Infatti, vi è una controindicazione assoluta all’esecuzione di test di scatenamento o di induzione di tolleranza nei casi in cui l’ipersensibilità anamnestica sia rappresentata da una reazione grave non IgE mediata, quale una Sindrome di Stevens-Johnson, una sindrome DRESS (Drug Reaction with Eosinophilia and Systemic Symptoms), una necrolisi epidermica tossica, un’epatite o un’anemia emolitica (5). Tenuto conto della gravità della reazione riportata, quindi, il principale consiglio da dare alla famiglia e al curante sarebbe quello di astenersi dal somministrare le molecole sospettate di aver causato la manifestazione. Tuttavia, affinché una reazione di tipo 2 abbia luogo, con conseguente anemia emolitica, devono passare almeno 5-15 giorni dall’assunzione del farmaco (3). Secondo tale considerazione, i farmaci utilizzati per la NEC (e quindi anche il Cefotaxime) non possono aver causato l’emolisi, mentre l’Amoxicillina somministrata alla nascita potrebbe esserne il possibile agente causale. Nonostante ciò, in Letteratura, vista l’esiguità dei report pubblicati, non è chiaro se il farmaco debba ancora essere in uso al momento della reazione, ma così sembra (6, 7). Sarebbe quindi da escludere una reazione farmaco-indotta. Se tuttavia le nostre considerazioni fossero inadeguate, occorre sottolineare come il curante abbia autonomamente e forse inconsapevolmente già effettuato un test di scatenamento prescrivendo alla bambina Amoxicillina Clavulanato per ben due cicli terapeutici. Al curante e alla famiglia abbiamo quindi risposto che alla piccola può essere attualmente prescritto qualsiasi antibiotico e che l’emolisi neonatale non è stata farmaco-indotta e al momento non c’è motivo di sospettare altri tipi di ipersensibilità a farmaci, né esistono indicazioni a testare alcuna molecola. Fig. 1 Bibliografia 1. Blanca M, Romano A, Torres M, Férnandez J, Mayorga C, Demoly P, Bousquet PJ, Merk HF, Sanz ML, Ott H, Atanaskovic-Markovic M. Update on the evaluation of hypersensitivity reactions to betalactams. Allergy 2009;64:183-93. 2. Torres MJ, Blanca M. The complex clinical picture of b-lactam hypersensitivity: penicillins, cephalosporins, monobactams, carbapenems, and clavams. Med Clin N Am 2010;94:805-20. 3. Demoly P, Romano A. Update on beta-lactam allergy diagnosis. Curr Allergy Asthma Rep 2005;5:9-14. 4. Garratty G. Drug-induced hemolytic anemia. Hematology Am Soc Hematol Educ Program 2009:73-9. 5. Khan DA, Solenky R. Drug allergy. J Allergy Clin Immunol 2010;125:S126-37. 6. Kakaiya R, Cseri J, Smith S, Silberman S, Rubinas TC, Hoffstadter A. A case of acute hemolysis after ceftriaxone: immune complex mechanism demonstrated by flow cytometry. Arch Pathol Lab Med 2004;128:905-7. 7. Garratty G. Immune hemolytic anemia associated with drug therapy. Blood Rev 2010;24:143-50. Trimestrale di divulgazione scientifica dell'Associazione Pediatrica di Immunologia e Genetica Legge 7 marzo 2001, n. 62 - Registro della Stampa Tribunale di Messina n. 3/09 - 11 maggio 2009 Direttore scientifico Carmelo Salpietro - Direttore responsabile Giuseppe Micali - Segreteria redazione Basilia Piraino - Piera Vicchio Direzione-Redazione: UOC Genetica e Immunologia Pediatrica - AOU Policlicnico Messina www.geneticapediatrica.it/rigip