Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 162 162 4 La conquista dell’Italia e dell’Impero Roma si espande e conquista l’Italia 1 Le lotte interne tra patrizi e plebei non indebolirono Roma fino al punto di impedirle di espandersi. Come i patrizi, infatti, anche i plebei volevano una città aggressiva nei commerci ed erano avidi di nuove terre da coltivare. Per ottenere questi scopi, tutta la cittadinanza era concordemente pronta alla guerra. L’espansione di Roma si realizzò con una regolarità cronometrica. Nel 493 a.C. essa assunse il dominio del Lazio. Nel 396 a.C. conquistò la potente città etrusca di Veio. Nel 390 a.C. fu invasa e incendiata dai Galli, ma si risollevò rapidamente; fra il 343 e il 290 a.C. sconfisse i Sanniti, che dominavano l’Appennino centro-meridionale, e sottomise la Campania e parte della Puglia. Contro i Romani, la città greca di Taranto chiese l’aiuto di Pirro, re del regno ellenistico dell’Epiro, in Albania. Questi sbarcò in Italia con il suo esercito e mise in gravi ROMA CONQUISTA L’ITALIA Incursioni dei Galli (IV sec. a.C.) GALLIA CISALPINA ETRURIA MARE ADRIATICO CORSICA Veio CA M PA NI A Roma Capua SARDEGNA Taranto MAR TIRRENO SICILIA Cartagine MARE IONIO AFRICA Roma nel IV sec. a.C. Roma e i suoi alleati nel III sec. a.C. Cartaginesi Magna Grecia VEIO 396 a.C. difficoltà le legioni di Roma tra il 280 e il 275 a.C., ma alla fine fu sconfitto e dovette riattraversare il Mar Adriatico. Dopo la ritirata di Pirro, i Romani divennero i padroni di tutta la Magna Grecia, Taranto compresa. Quindi marciarono sull’Italia centrale e occuparono anche l’Etruria e le Marche. Verso la metà del III secolo a.C. il loro dominio abbracciava tutto ciò che gli antichi chiamavano Italia, l’intera penisola fino alla linea che va da Rimini al fiume Magra, escludendo quindi le isole e la Pianura Padana (o Gallia cisalpina). Ormai erano universalmente riconosciuti come una delle grandi potenze del Mediterraneo. Costruendo strade e fondando colonie Roma unifica l’Italia 2 La conquista romana attenuò molte delle differenze che separavano le varie popolazioni italiche e la penisola si trovò unita nella comune cultura romana: il latino come lingua, l’alfabeto come scrittura, la L’ATTACCO DEI GALLI 390 a.C. I SANNITI 343-290 a.C. Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 163 4 - La conquista dell’Italia e dell’Impero 163 religione romana come religione ufficiale, usi e costumi romani nelle cerimonie, nei mercati, negli scambi tra città e città. In quest’opera di unificazione ebbero grande importanza: • la costruzione di una rete stradale che collegò tutti i centri principali della penisola; • la fondazione di colonie romane e latine, i centri agricoli e commerciali che Roma fondava nei territori conquistati. L’Italia viene governata con il “sistema scalare” 3 In guerra i Romani furono spietati sia contro i nemici, sia contro gli alleati che li avevano traditi. Però, finché rimasero in Italia, dopo che avevano definitivamente conquistato e pacificato un territorio, lo amministrarono con saggezza e abilità. Questa abilità si manifestò nel cosiddetto “sistema scalare”, così chiamato perché creò tra le città italiche una serie di gerarchie simili ai gradini di una scala. • Il gradino più alto di tale sistema era occupato dai municipi, cioè dalle città che, dopo la conquista, erano sempre rimaste fedeli. Esse furono accolte a pieno diritto in seno alla comunità romana e i loro abitanti divennero in tutto e per tutto cittadini di Roma. Gli stessi diritti spettavano alle colonie romane, fondate in Italia da Roma stessa o dai suoi municipi. PIRRO 280-275 a.C. I gradini sottostanti erano occupati da città federate i cui abitanti erano chiamati socii, cioè “alleati”, ed erano considerati popolazioni da tenere sotto stretto controllo. Tra le città federate esistevano forti disparità di trattamento. • Sul secondo gradino, infatti, si trovavano le città alleate latine e le colonie latine, i cui abitanti non avevano il pieno diritto di cittadinanza, però godevano di alcuni suoi privilegi (per esempio quello di sposare cittadini romani). • Sul terzo gradino, invece, stavano le città alleate italiche, che conservavano la libertà di amministrare i propri affari interni, ma erano escluse da tutti i diritti di cittadinanza. Tutti i membri del “sistema scalare”, tuttavia, godettero di due notevoli vantaggi: grandi vie di comunicazione e un impulso economico che l’Italia non aveva mai conosciuto prima. Con il “sistema scalare” i Romani applicarono un principio che chiamarono dìvide et ìmpera, “dividi e governa”. Esso consisteva nel dare a ciascun popolo o a ciascuna città diritti e privilegi diversi, assicurando però, anche a coloro che avevano avuto il trattamento più duro, una condizione dignitosa e una speranza di miglioramento. Non era escluso infatti che, anche tra i “federati” alcuni individui meritevoli ottenessero la cittadinanza. IL SISTEMA SCALARE NEL GOVERNO DELL’ITALIA MUNICIPI E COLONIE ROMANE Formate da cittadini romani C I TCT IÀT TAÀL LAELALTEEA TL EA TEI N E E CCOOL LOONNI EI E L LAATTI NI NEE Gli abitanti godono di alcuni privilegi ma non hanno il pieno diritto di cittadinanza CCI TI TTTÀÀ AAL LL LEEAATTEE E C I T ITTÀA LI TI CA HL IEC H E Escluse da tutti i diritti di cittadinanza Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 164 164 MODULO 4 - Roma nell’età della Repubblica I commerci con la Sicilia sono un diritto esclusivo di Cartagine 4 La conquista dell’Italia meridionale portò i Romani fino a Reggio, sull’estrema punta della Calabria. Da quel luogo, al di là dello Stretto di Messina, essi vedevano la Sicilia fertile, ricca di grano e costellata di splendide città greche, come Messina stessa, Siracusa, Catania, Agrigento; però non potevano inviarvi i propri mercanti. Un antico trattato di alleanza tra Roma e Cartagine, infatti, assegnava alla città africana di origine fenicia l’esclusiva dei commerci con l’isola. Infrangere il trattato significava scatenare una guerra che poteva segnare la rovina di LA SICILIA. L’isola appariva ai Romani come una terra splendida, ricca e costellata di innumerevoli monumenti risalenti alla colonizzazione greca. Il tempio di Segesta ne è ancora oggi uno degli esempi maggiori. IL PORTO DI CARTAGINE. Cartagine, era dotata di un porto circolare che garantiva un rifugio dalle mareggiate a più di 50 navi. Durante l’inverno esse venivano addirittura messe al coperto nei “box” ricavati nella costruzione al centro del porto. Roma, tuttavia la Sicilia rappresentava una terra di conquista troppo invitante perché i Romani intendessero rinunciarvi. Dopo lunghe e accanite discussioni in Senato e nei Comizi centuriati, i Romani decisero quindi di invadere l’isola, compiendo un atto di guerra contro la loro ex alleata. Cartagine è una città aristocratica, ricca grazie ai commerci e all’agricoltura 5 Cartagine era una città marinara e mercantile dotata di una flotta potentissima che commerciava con tutti i Paesi del Mediterraneo e persino con le coste atlantiche del Portogallo e dell’Inghilterra, da dove veniva lo stagno necessario per fondere il bronzo. Tra le sue grandi avventure sul mare, essa poteva vantare persino l’esplorazione delle coste africane, compiuta da uno dei suoi generali, Annone: un viaggio di circa 2000 chilometri oltre lo Stretto di Gibilterra (che gli antichi chiamavano “Colonne d’Eracle”) fino al Golfo di Guinea. Dopo questa impresa i mercanti cartaginesi costeggiavano regolarmente l’Africa occidentale, dove compravano avorio e oro. Una voce altrettanto importante dell’economia cartaginese era l’agricoltura. Insediandosi in Africa, i Cartaginesi avevano tolto agli indigeni, i Libici, un territorio pari all’odierna Tunisia e ne avevano fatto una distesa di campi fertili che facevano coltivare dai Libici stessi dopo averli ridotti in stato di schiavitù. Questa situazione faceva sì che tra i Cartaginesi non esistessero vere e proprie differenze sociali. Tutti insieme essi formavano una ristretta ma forte aristocrazia dedita ai grandi commerci internazionali. In guerra l’esercito era comandato da generali e ufficiali cartaginesi e formato da soldati mercenari, cioè non da cittadini che combattevano gratis per la propria patria, come a Roma, ma da militari di professione che si battevano per la paga e il bottino. Essi venivano reclutati in Africa, in Spagna e ovunque ci fosse gente disposta a combattere, uccidere e morire in cambio di uno stipendio. Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 165 4 - La conquista dell’Italia e dell’Impero 165 L’uso dei corvi. Le Guerre puniche. A l p i P i r e n e i Lago Trasimeno (217 a.C.) CORSICA An nib ale Roma Canne (216 a.C.) Capua SARDEGNA MARE MEDITERRANEO Scipione Cartagena SICILIA Cartagine (distrutta nel 146 a.C.) Zama (202 a.C.) I Romani vincono sul mare la Prima guerra punica 6 Le legioni romane sbarcarono in Sicilia nel 264 a.C., dando inizio alle Guerre puniche (punicus in latino vuol dire “cartaginese”). Con qualche interruzione esse impegnarono le due città per più di un secolo e furono il più grande conflitto che il mondo antico avesse mai conosciuto. La Prima guerra punica (264-241 a.C.) si combatté prevalentemente sul mare. I Romani, che non avevano una flotta da guerra, destinarono enormi somme alla costruzione di navi. Poiché inoltre non disponevano di marinai e rematori addestrati a speronare le navi nemiche, inventarono i corvi, passerelle mobili munite di un becco con cui potevano agganciare le navi cartaginesi e lanciare i legionari all’arrembaggio. Contro ogni previsione, i Romani sconfissero la potentissima flotta nemica in tre grandi battaglie navali: in una di esse si fronteggiarono 150 000 uomini e 480 navi. Costrinsero così Cartagine ad accettare la resa e a pagare un pesantissimo tributo. La Sicilia passò interamente sotto i Romani. Poco dopo lo stesso destino toccò ad altri due avamposti cartaginesi, la Sardegna e la Corsica. Cartagine e i suoi possedimenti Roma e le sue conquiste Vittorie cartaginesi Vittorie romane 1a guerra: (264-241 a.C.) 2a guerra: (218-202 a.C.) 146 a.C. le iba Ann Romani Romani Cartaginesi I Romani distruggono Cartagine Annibale scatena la Seconda guerra punica che si conclude con l’annientamento di Cartagine 7 Poco più di vent’anni dopo scoppiò la Seconda guerra punica (218-202 a.C.). Essa fu scatenata da Annibale, un giovane e nobile condottiero cartaginese, che da sempre aveva sognato la rivincita su Roma e che decise di condurre la guerra nel cuore stesso dell’Italia. Egli si mise in marcia dalla Spagna con 70 000 soldati e alcune decine di elefanti, passò le Alpi in pieno inverno, sconfisse i Romani tre volte e nel 216 a.C. annientò le legioni nella piana di Canne, in Puglia. In quei giorni terribili i Romani credettero di avere perduto tutto: il potere e la libertà; invece furono capaci di riorganizzare un esercito. Mentre nuove legioni riconquistavano le città perdute in Italia, Publio Cornelio Scipione portò la guerra in Africa e nel 202 a.C. ottenne una grande vittoria nella piana di Zama. Annibale, per non cadere in mano ai Romani, fuggì in Oriente; Scipione fu chiamato trionfalmente “l’Africano”. Nel 146 a.C., temendo che la città rivale potesse scatenare una nuova guerra, il Senato romano fece radere al suolo Cartagine. DUE PROTAGONISTI. Annibale (moneta d’argento) e, sotto, Scipione l’Africano (bronzo, Museo nazionale di Napoli.) Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 166 166 MODULO 4 - Roma nell’età della Repubblica Le conquiste realizzate grazie alle Guerre puniche determinano la nascita dell’Impero romano e delle sue province 8 il documento Presagi di sventura Quando si sparse la notizia che Annibale era riuscito a oltrepassare le Alpi, la plebe romana cadde in preda al terrore. Molti asserirono di avere assistito a prodigi infausti contribuendo a spargere il panico. Durante l’inverno del 218 si manifestarono numerosi prodigi a Roma e dintorni; o perlomeno, come accade quando gli animi sono in preda alla superstizione, se ne annunciarono un gran numero ai quali si prestò fede alla leggera. Nel Foro Boario un toro salì fino al terzo piano e poi ne precipitò giù, spaventato dalle grida degli abitanti della casa. Immagini di vascelli si accesero in cielo. Il tempio della Speranza fu colpito dal fulmine. A Lanuvio la lancia di Giunone si spostò da sola. Nella campagna di Amiterno si videro da lontano, da varie parti, fantasmi di uomini vestiti di bianco che nessuno riuscì ad avvicinare. Nel Piceno piovvero pietre dal cielo. In Gallia un lupo trasse dal fodero la spada della sentinella e se la portò via. TITO LIVIO, Storia di Roma XXI, 62 Ecco un altro brano che ci apre uno squarcio sulla mentalità superstiziosa degli antichi. 1. Quale falso prodigio ti sembra esprimere al meglio la fantasia dei Romani in preda al panico? ........................................................................................................... 2. L’autore del brano è un grande storico romano vissuto al tempo di Augusto, un centinaio di anni dopo la fine delle Guerre puniche. Trascrivi qui sotto la frase con cui egli dà un giudizio su queste dicerìe. ...................................................................................................................... Le diverse fasi della guerra portarono Roma a conquistare la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, la Pianura Padana, la Spagna, l’Africa settentrionale e, subito dopo la fine delle guerre, la Macedonia, l’Asia Minore e la Grecia. Nel 146 a.C. Roma era ormai padrona di quasi tutte le terre che si affacciavano sul Mare Mediterraneo. I nuovi territori non furono governati con il “sistema scalare” che Roma aveva riservato all’Italia, ma divennero province e i loro abitanti non furono più né cittadini, né alleati, ma sudditi, amministrati da governatori romani chiamati proconsoli o propretori (perché ex consoli o ex pretori) e sottoposti a pesanti tributi. Quando un popolo conquista territori abitati da genti che hanno origini, lingua, tradizioni e religioni diverse dalle sue, rendendole suddite, e quando impone loro tributi destinati unicamente a riempire le proprie casse, si dice che questo popolo domina un impero. Questa parola comincia a essere attribuita a Roma quando dal governo dell’Italia passò al dominio (imperium) delle province. L’Impero romano nacque, dunque, dopo le Guerre puniche, in pieno regime repubblicano. storia delle mentalità Civis romanus sum Civis romanus sum: «Sono cittadino romano». Questa era la frase che orgogliosamente un cittadino pronunciava sia a Roma, sia nelle province dell’Impero, con la consapevolezza che essa era per lui una sorta di scudo. L’intero governo della Repubblica, infatti, sarebbe intervenuto per difendere i suoi diritti, se qualcuno li avesse calpestati. Oltre ad avere il diritto di votare, di essere eletto magistrato, ecc., un cittadino romano non poteva essere sottoposto a pene infamanti, come la fustigazione o la crocifissione (in caso di pena di morte, veniva ucciso con la spada), e non poteva essere torturato come tutti gli altri – schiavi e non cittadini – durante gli interrogatori penali. La cittadinanza si aveva per nascita. Però la poteva ottenere anche uno schiavo con la «manomissione», cioè con l’atto con il quale un padrone, ponendo la mano sul suo capo, lo rendeva liberto (“liberato”). Inoltre lo Stato poteva concederla con una legge per meriti speciali alle città federate, che la consideravano un premio ambitissimo. Nessuno quindi, né una città vinta né il più disperato degli uomini, cioè lo schiavo, perdeva mai la speranza di entrare nella privilegiata cerchia dei cittadini romani. In questa generosità, in parte naturale, in parte calcolata, risiedette uno dei segreti che resero Roma tanto potente. Il cittadino romano si sente a casa propria in tutto l’Impero. (Busto del I secolo a.C. ora a Boston, Museum of Fine Arts.) Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 167 4 - La conquista dell’Italia e dell’Impero 167 La conquista del bacino del Mediterraneo dopo le Guerre puniche. Ren o NT I O EA N A A TL CO O C Lione Milano Dan ubio GALLIE MAR NERO ILLIRIA ITALIA SPAGNA MACEDONIA Roma Taranto ASIA GRECIA Corinto MINORE Euf rat e Atene SIRIA Cartagine Zama MED AFRICA MARE ITER RANEO PALESTINA Alessandria CIRENAICA M Ni lo EGITTO A Vittorie romane decisive verso il 400 a.C. verso il 200 a.C. 272 a.C. Taranto completamento della conquista dell’Italia verso il 100 a.C. 202 a.C. Zama Fine della 2a guerra punica 146 a.C. Corinto Fine dell’indipendenza greca R Possedimenti romani: R O SS O In sintesi 1-2 Tra gli inizi del V secolo e la metà del III secolo a.C. Roma conquista l’Italia intera, escluse la Pianura Padana e le isole, con una serie di guerre vittoriose contro l’etrusca Veio, contro Galli e Sanniti, contro Pirro, re dell’Epiro. La comune cultura romana unisce le popolazioni assoggettate attraverso il latino, l’alfabeto, la religione ufficiale, la costruzione di una rete stradale, la fondazione di colonie. 6 Le Guerre puniche iniziano nel 264 a.C. quando le legioni romane sbarcano in Sicilia. La Prima guerra punica (264-241 a.C.) si combatte sul mare. I Romani costruiscono navi munite di corvi, passerelle mobili atte ad agganciare le navi nemiche e sbaragliano la flotta avversaria in tre battaglie costringendo Cartagine alla resa. Alla conquista della Sicilia seguono quella della Sardegna e della Corsica. 3 Roma amministra i territori occupati attraverso il “sistema scalare” e il principio del dìvide et ìmpera. Sul gradino più alto, con gli stessi diritti di cui godono i cittadini di Roma, stanno i municipi, cioè le città fedeli a Roma, e le colonie romane. I gradini sottostanti sono occupati da città federate: sul secondo gradino, le città alleate latine e le colonie latine; sul terzo gradino le città alleate italiche. 7 La Seconda guerra punica (218-202 a.C.) è scatenata dal condottiero cartaginese Annibale che porta in Italia soldati ed elefanti. Sconfigge i Romani tre volte e nel 216 a.C. a Canne, in Puglia, ne annienta le legioni. Ma Roma si riorganizza e Publio Cornelio Scipione porta la guerra in Africa: nel 202 a.C. sbaraglia a Zama i Cartaginesi e si fregia del titolo di “Africano”. Annibale fugge in Oriente. Nel 146 a.C. il Senato romano fa radere al suolo Cartagine. 4-5 La sola città nel Mediterraneo capace di rivaleggiare con i Romani è la fenicia Cartagine, che grazie a un trattato di alleanza stipulato con Roma ha l’esclusiva dei commerci con la Sicilia. Cartagine è città marinara e mercantile che gode di un’agricoltura fiorente grazie ai contadini libici ridotti in schiavitù. In guerra l’esercito è comandato da generali e ufficiali cartaginesi, ma formato da soldati mercenari reclutati ovunque. 8 Nel 146 a.C. Roma è ormai padrona della maggior parte delle terre che si affacciano sul Mare Mediterraneo. Queste diventano province, governate da proconsoli e propretori e i loro abitanti non sono più cittadini ma sudditi, sottoposti a pesanti tributi. Roma, passando dal governo dell’Italia al dominio (imperium) delle province, è ora un impero. Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 168 168 MODULO 4 - Roma nell’età della Repubblica Pagine operative Metti in ordine cronologico i seguenti avvenimenti. 1 Completa lo schema seguente relativo al “sistema scalare” del governo romano. 3 Dopo la ritirata di Pirro, i Romani divennero i padroni di tutta la Magna Grecia. Roma conquistò la potente città etrusca di Veio. Roma sottomise la Campania e parte della Puglia. I Romani occuparono l’Etruria e le Marche. Roma assunse il dominio del Lazio. Completa il brano seguente inserendo correttamente i termini riportati sotto. 2 La conquista romana attenuò molte delle differenze che separavano le varie popolazioni italiche e la penisola si trovò unita nella ................ .......................................: il ...................... come lingua, l’ ............................ come scrittura, la ................................................... come religione ufficiale, ..................................................... nelle cerimonie, nei mercati, negli scambi tra città e città. In quest’opera di unificazione ebbero grande importanza la costruzione di una ........... .......................... che collegò tutti i centri principali della penisola; la fondazione di .................. ......................................................., cioè i centri agricoli e commerciali che Roma creava nei territori conquistati. colonie romane e latine – usi e costumi romani – alfabeto – comune cultura romana – rete stradale – religione romana – latino Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 4 Cartagine era dotata di una flotta piccola e poco efficiente. V F Cartagine poteva vantare l’esplorazione delle coste africane. V F Una voce importante dell’economia cartaginese era l’agricoltura. V F Fra i Cartaginesi esistevano forti differenze sociali. V F I Cartaginesi non avevano schiavi. V F L’esercito cartaginese era formato da soldati mercenari. V F 5 Collega opportunamente alla Prima o alla Seconda guerra punica le date e i nomi riportati nelle colonne a destra e a sinistra. 218-202 a.C. Prima guerra punica 264-241 a.C. Zama Annibale Sicilia, Sardegna e Corsica 216 a.C. 202 a.C. Publio Cornelio Scipione Seconda guerra punica Canne 146 a.C. Modulo 4 IMP. (144-169) 27-09-2004 12:36 Pagina 169 4 - La conquista dell’Italia e dell’Impero 169 Completa il brano seguente inserendo correttamente i termini riportati sotto. 6 Nel ............... Roma era ormai padrona di quasi tutte le terre che si affacciavano sul Mare Mediterraneo. I nuovi territori non furono governati con il “sistema scalare” che Roma aveva riservato all’Italia, ma divennero .............................. e i loro abitanti non furono più né cittadini, né alleati, ma ....................... amministrati da governatori romani chiamati .................................. ....................... (perché ....................................... .......................................) e sottoposti a pesanti ........................ . sudditi – 146 a.C. – proconsoli o propretori – tributi – province – ex consoli o ex pretori 8 7 Rispondi alle seguenti domande. Quando si dice che un popolo domina un impero? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ Quando la parola “Impero” comincia a essere attribuita a Roma? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ Risolvi il cruciverba. DEFINIZIONI Orizzontali: 1. Città africana di origine fenicia – 2. La grande vittoria di Scipione – 3. Fu chiamato “l’Africano”. Verticali: 1. Generale cartaginese che esplorò le coste africane – 2. Scatenò la Seconda guerra punica – 3. La grande vittoria di Annibale. 1 1 2 2 3 3