MediOrienti / di Stefano M. Torelli
@mideastorels
L’ammazza-virus divide
EgittO
irAN
AP Photo
No alle attrici rifatte in tv
La capitale mondiale dei nasi rifatti.
Così è stata rinominata Teheran,
per sottolineare quanto il ricorso
alla chirurgia plastica, soprattutto la
rinoplastica, sia diventato diffuso.
Ma, in un Paese ancora attraversato da uno zoccolo duro del conservatorismo, questo può anche essere un problema. Ne sanno qualcosa
tutte quelle attrici che si sono viste
imporre un divieto di recitare nelle
serie televisive dell’emittente della
capitale Tehran Channel. La scelta
è stata giustificata con la preoccupazione che la mania di ricorrere
al bisturi per cambiare la propria
immagine possa diventare una
moda tra le ragazze iraniane. Sarà
difficile tenere fuori dai palinsesti
tutte le attrici con il naso ritoccato,
visto quante sono. Ma, d’altra parte,
il nuovo Presidente Rouhani non
sta riuscendo neanche nell’impresa
di limitare le azioni della cosiddetta
“polizia morale”, che pattuglia le
strade per assicurarsi che le donne
rispettino gli standard islamici di
“decenza”. Eppure lo stesso Rouhani aveva avvisato: “Non siamo più
nell’età della pietra”, riferendosi
alla tendenza dei moralizzatori più
oltranzisti a interferire negli affari
personali dei cittadini.
Lo scorso 30 giugno sarebbe dovuto essere un
giorno storico per molti egiziani. Nello specifico, lo
sarebbe dovuto essere per tutti coloro che soffrono di una malattia, l’epatite C, che in Egitto è diffusissima. Questo perché, in quella data, le autorità
sanitarie del Paese avrebbero dovuto – secondo
quanto promesso mesi fa – mettere a servizio dei
cittadini quello che veniva annunciato come un
nuovo, portentoso macchinario. Chiamato Ccd, lo
strumento dovrebbe essere in grado di curare la
malattia, tramite un processo di estrazione del sangue, pulizia dal virus C e reintroduzione
del sangue nel corpo del paziente. Un sangue ormai nuovo, purificato, secondo un medico
che ha presentato il progetto alla nazione addirittura “nutriente come delle polpette”. Fatto
sta che, però, il fatidico giorno che tutti i malati aspettavano, il governo ha annunciato
l’ulteriore ritardo della messa in funzionamento del macchinario, in quanto sono necessari
ancora alcuni riscontri e devono essere eseguiti altri test. Per molti egiziani, la notizia è di
quelle che ci si sarebbe dovuti attendere: infatti una buona parte dell’opinione pubblica ridicolizza la “scoperta” scientifica, sostenendo che si tratti soltanto di una nuova trovata da
parte dei militari per fare propaganda, ma che in realtà non vi sia niente di scientificamente provato dietro il miracoloso macchinario. E, in effetti, la ricerca sarebbe partita proprio su
impulso dell’esercito, al punto che, quando (e se) l’apparecchiatura verrà resa accessibile
a tutti, lo si farà all’interno degli ospedali militari, anche se potranno avere accesso tutti
i cittadini. Il consigliere scientifico dell’ex presidente egiziano Adly Mansour, Essam Heji,
ha dichiarato che la scoperta non ha alcuna base scientifica e che, non essendo neanche
stata validata da alcuna autorità scientifica, non può essere accolta come credibile. Al contrario, vi sono già 160 malati che si sono volontariamente messi a disposizione per testare
il macchinario, convinti che possa guarirli. La questione è al centro del dibattito pubblico
in Egitto, non fosse altro per il fatto che proprio l’Egitto è il Paese al mondo con il più alto
tasso di malati di epatite C – con circa il 20% della popolazione affetta dal virus – e, allo
stesso tempo, quello con il più altro tasso di mortalità, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un problema che riguarda circa 15 milioni di persone. Al-Sisi
darà loro anche la cura contro questo virus? La risposta è rimandata di 6 mesi.
ArAbiA SAuditA
Attenzione al viagra naturale
Ha’il, città di più di 300.000 abitanti nel
Nord-Ovest dell’Arabia Saudita: nel suk
principale, i venditori espongono sacchi
di plastica con dentro centinaia di cavallette. La stessa scena si ripete nei mercati
della provincia di al-Ahsa, nel Sud-Est. E
molti uomini, per lo più in età avanzata, si
affollano a comprare le locuste. Difficile
immaginarlo, le comprano per… mangiarle. E ancora più incredibile da credere è che
lo fanno per un motivo preciso: secondo alcuni, infatti, le locuste del deserto
avrebbero delle qualità miracolose, un vero
e proprio viagra naturale. Anzi, in molti
giurerebbero che
sarebbero molto più
efficaci della famosa
pillola blu. È un
trend che si registra
da qualche anno
nel Paese, nonostante il Ministero della
Sanità e quello dell’Agricoltura abbiano
più volte avvertito i sudditi sauditi del fatto
che ingerire le cavallette potrebbe arrecare,
al contrario, seri danni alla salute, per via
delle grandi quantità di pesticidi cui questi
animali sono sottoposti vivendo nei campi
e nel deserto. E pensare che la domanda
ne ha provocato l’aumento del prezzo.
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SEttE | 28 — 11.07.2014
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Un macchinario dovrebbe guarire dall’epatite
ma l’uso è rimandato. Era solo propaganda?