EDUCAZIONE STRUTTURATA E STRATEGIE DI INSEGNAMENTO: PRINCIPI CARDINE E INDICAZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ SCOLASTICHE 21 Novembre 2016 Chiara Gelmini AUSL Servizio di Neuropsichiatria Infantile Correggio ASMN SSD di Genetica Clinica Unica etichetta:: Disturbi dello Spettro Autistico (include i precedenti 4 disturbi) DUE DOMINI Deficit socio comunicativi Interessi e comportamenti ripetitivi ASD is characterized by deficits in social communication and social interaction (1) and restricted repetitive behaviors, interests and activities (RRBs). Both components are required for diagnosis of ASD, social communication disorder is diagnosed if no RRBs are present. SEVERITA’ di 3 gradi Il linguaggio non è più diagnostico ma è considerato un fattore componente della sintomatologia autistica. Nel DSM V è inclusa nuova categoria unica per i disordini della comunicazione che includono disturbi del linguaggio (espressivo e misto), disturbo fonologico (“speech sound disorder”), disordini della fluenza (“stuttering”) e disordini della comunicazione sociale (pragmatica) PROFILO NEUROPSICOLOGICO SVILUPPO COGNITIVO migliori competenze visive e di performance (WISC IV indice di RP in media rispetto a indice CV solitamente deficitario) LINGUAGGIO FORMALE spesso frequente disturbo misto del linguaggio; tendenzialmente più resistenti esiti del disturbo recettivo; caratteristici i disturbi grammaticali. LINGUAGGIO FUNZIONALE pragmatica e aspetti narrativi deficitari, caratteristica l’aderenza al linguaggio letterale. SVILUPPO MOTORIO nonostante la tendenza e il piacere al movimento spesso si rileva un disturbo della motricità globale. FUNZIONI ESECUTIVE controllate primariamente dal lobo frontale riguardano comportamenti quali: pianificazione degli obiettivi, il controllo degli impulsi, l'inibizione di risposte predominanti ma inappropriate, l'organizzazione nella ricerca e la flessibilità di pensiero e di azione. Il comportamento dei bambini autistici rigido ed inflessibile, la loro perseverazione su un compito, i loro interessi stereotipati e la loro difficoltà a pianificare un'azione rappresentano l'espressione di questo deficit. DIFFICOLTÀ PRAGMATICHE Difficoltà a mantenere i turni della conversazione Difficoltà a mantenere un argomento Interpretazione letterale Difficoltà ad usare il contesto Verbosità non necessaria Risposte tangenziali Difficoltà comprensione implicito Tendenza a dominare la conversazione Parole inusuali Intellettualizzazione Parafasie semantiche Scarsa mimica Scarsa gestualità non verbale Disprosodia Ripetitività CARATTERISTICHE DELLO STILE AUTISTICO 1. Difficoltà ad attribuire significati alle esperienze, scarsa capacità di integrare le idee con conseguente deficit di generalizzazione (impara a lavarsi i denti a scuola ma non riesce a farlo a casa) 2. Tendenza a focalizzarsi sui dettagli che risultano più rilevanti del contesto generale. Questi dipendono dal livello cognitivo del soggetto (si passa da dettagli sensoriali a dettagli “intellettuali”) e sostengono la ricerca della ripetitività e dell'ordine degli eventi (bimbo che fa domande ripetitive per avere dall'adulto la stessa identica risposta; bimbo che corre fuori dalla classe perchè si diverte nel farsi rincorrere dalla maestra) 3. Distraibilità. Specialmente per stimoli di tipo visivo che attraggono in modo assorbente l'attenzione e l'interesse del soggetto. Se non li vede non si distrae. 4. Ragionamento concreto vs. astratto. Difficoltà ad accedere e comprendere il ragionamento astratto o ambiguo (ironia, modi di dire) con tendenza ad avere una visione del tipo “tutto o nulla”, specie se ordinata da regole sicure (in macchina si mettono le cinture quindi tutti devono portarle; prima si paga lo scontrino poi si prende il gelato, se faccio la spesa con il lettore ottico non si deve siglare ogni prodotto, ...) 5. Apprendimento visivo (risorsa) vs. uditivo (deficit) 6. Dipendenza dagli aiuti 7. Forte impulso a ricercare i propri interessi. 8. Sperimentazione di intensi livelli di ansia dovuti alla non prevedibilità che mostra l'ambiente circostante. 9. Peculiarità sensoriali. 10. Difficoltà nella gestione e comprensione del tempo (tra poco, un attimo, dopo). il suono della campanella della scuola faceva male alle mie orecchie in maniera simile al trapano del dentista quando tocca un nervo” Temple Grandin MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI DELLO STILE AUTISTICO 1. Forte attaccamento alle routine (sequenze della giornata, orari della televisione, modalità con cui si esegue un compito, persone con cui si eseguono le attività, luoghi in cui si eseguono le attività, attività che si sarebbero dovute svolgere in quel momento.... gestione degli imprevisti) 2. Paura e aggressività. Emerge come esito comportamentale perchè non hanno funzionato altri canali comunicativi o perchè si è instaurato un circuito di ricompense secondarie del comportamento aggressivo [il bambino mi picchia (è stanco?) → l'attività finisce → per farlo riposare mangiamo la merenda] 3. Abilità sociali limitate e scarsa empatia A: ieri è morto il mio gattino B: anche io ho un gattino si chiama Miao, adesso ci vado a giocare 4. Abilità di gioco limitate. Per noi giocare è rilassante, creativo, divertente. Per loro giocare a modo nostro è faticoso, poco divertente. Si divertono nella gestione autonoma dei propri interessi (tolleranza delle stereotipie). 5. Difficoltà nell'iniziativa. Sono molto abili nell'eseguire istruzioni, risultano spesso non motivati, “pigri”, come se nulla interessasse loro. 6. Non collaborazione. E' molto raro trovare un autistico provocatorio. La non collaborazione spesso deriva da una non comprensione della consegna e da una non adeguata presentazione delle attività (che non risuonano con lo stile del soggetto) Sintomatologia: Il comportamento Internalizzato vs Esternalizzato Il comportamento è una forma di comunicazione COME FAVORIRE L’INTEGRAZIONE: adattamento organizzativo della istituzione scuola investimento di risorse coinvolgimento di tutte le figure interne ed esterne che interagiscono con il bambino adozione di affinate metodologie di facilitazione dell’integrazione Per insegnare è necessaria la struttura. FONDAMENTALE ORGANIZZARE L’AMBIENTE CAPISCO CIO’ CHE VEDO !!!!! Strutturare significa organizzare in modo preciso e dettagliato le attività e i materiali da proporre, gli spazi di lavoro, i tempi di esecuzione e di riposo, così da rendere chiaro ed evidente, e dunque comprensibile, ciò che si richiede al bambino. Questa metodologia di lavoro limita i comportamenti problematici, spesso originati dall’ansia di non sapere cosa fare, come e quando farlo, permette di superare le limitazioni comunicative e sensoriali e consente di utilizzare, per apprendere, i punti di forza dei bambini con Disturbi dello Spettro Autistico (es. la memoria meccanica, la ripetitività, le routine e le capacità visive). La strutturazione è RASSICURANTE…anche per noi!! Strutturazione non deve però significare rigidità; la struttura deve essere flessibile, costruita in funzione dei bisogni e del livello di sviluppo del singolo e suscettibile di continue modifiche. La strutturazione ha senso nel momento in cui aiuta il bambino a capire l’ambiente in cui si trova e a rapportarsi con esso. La strutturazione è importante per inserirvi dei cambiamenti e per aiutare il bambino a “esportare” gli apprendimenti in contesti diversi, naturali e sempre più complessi (generalizzazione) “E’ come una partita a scacchi: vedi come il comportamento del bambino si modifica a seconda delle tue mosse” (papà di un bambino con ASD). Che cosa devo fare? Come lo devo fare e da cosa devo incominciare? Quando mi è richiesto di fare qualcosa? Per quanto tempo lo devo fare? Dove devo fare questa cosa? … e dopo? Cosa devo fare? Con chi lo devo fare? L’enfasi è posta sulle componenti visive della struttura, perché l’elaborazione visiva è il punto di forza attraverso cui vengono minimizzati i deficit dell’elaborazione uditiva, di comprensione linguistica, di attenzione, astrazione, memoria. Struttura facilitante: cosa significa? Non pretendere che la persona capisca aspetti astratti. Utilizzare mezzi concreti per far arrivare il messaggio. Organizzare quindi lo spazio, gli ambienti, i compiti, la scansione delle attività. Risolvere i problemi per via concreta. COME FACILITARE L’APPRENDIMENTO Considerare la MOTIVAZIONE: partire sempre dagli interessi del bambino e dalle sue motivazioni specifiche (anche quando stereotipate) per insegnare nuove abilità (di gioco, socio-relazionali, di comunicazione e linguaggio, cognitive, adattative), qualsiasi siano tali interessi. PUNTI DI FORZA E STILI DI APPRENDIMENTO • Buone capacità visuo-spaziali e di attenzione focalizzata; • Pensiero “visivo” (= pensare “per immagini”); • Buone capacità di memoria meccanica e spaziale; • Abilità potenziali di pre-lettura e lettura; • Ripetitività, adesione a routines; • Stile di apprendimento visivo, concreto, focalizzato; • Forti preferenze. EDUCAZIONE STRUTTURATA: la strutturazione del contesto (tempo e spazio) chiarisce al bambino cosa ci si aspetta da lui Fornisce prevedibilità all’ambiente (riduce l’ansia). STRATEGIE VISIVE 1. Strutturazione dello spazio (DOVE?) 2. Strutturazione del tempo (QUANDO? PER QUANTO TEMPO?) 3. Prevedibilità e ripetizione delle attività proposte (CHE COSA?) 4. Cura per la motivazione (PERCHE’?) è necessario organizzare: SPAZIO TEMPO ATTIVITA’ MATERIALI Perché i bambini capiscano, prevedano, comunichino. Predisposizione di un contesto facilitante (i vantaggi di un ambiente prevedibile): STRUTTURAZIONE AMBIENTE Disposizione dei banchi Orologio Strutturazione delle attività-routine Le regole della sezione/classe (espresse in positivo, descritte in modo operativo, poche max 8, cartelloni efficaci con simboli) Tempi di lavoro/ difficoltà (con simboli pittorici) Organizzazione del materiale VISIVO Strutturare lo spazio fisico • identificabile visivamente (luoghi precisi indicano attività precise) • circoscritto (con confini precisi che delimitino lo spazio di attività) • essenziale (senza elementi di distrazione che non si useranno col bimbo) • comodo e confortevole (sia per il bambino che per noi) • privo di elementi di attrazione troppo forte Strisce visive Cartellone regole Cartellone incarichi Storie sociali Imparare sequenze di azioni ANALISI DEL COMPITO Preparare il tavolo Preparare la cartella da soli Strutturare il tempo Quanto deve durare un’attività • quali indicatori usare per far capire quando si comincia e quando si finisce una attività (segnali sonori, comportamenti da eseguire es togliere scarpe..) Proporre alternanza di attività (lavoro e relax) Concordare le regole (scriverle sempre) LA STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE PERMETTE Diminuzione dei problemi di comportamento diminuzione dell’ansia diminuzione della trappola della confusione aumento della comprensione » aumento della comunicazione » aumento della prevedibilità » aumento dell’indipendenza » aumento dei significati condivisi Vd cartella attività UNA STRUTTURA EFFICACE CI PERMETTE DI STABILIRE LE REGOLE E CI AIUTA A FARLE RISPETTARE ALCUNE REGOLE DELL’APPRENDIMENTO Insegnare un obiettivo alla volta, a piccoli passi Pensare all’utilizzo funzionale prima di passare ad altro Occuparsi della generalizzazione Non chiedere di aspettare ma dare un sostituto verbale o motorio Rendere le attività “salienti” cioè con una caratteristica che li identifica Routine per le attività Presentazione delle attività previste Cartellone regole (visivo, proposizioni positive non divieti, poche e semplici) Stime dei tempi di lavoro (visivo) Stime della difficoltà (visivo) Organizzazione del materiale Attribuire al bambino risorse/riconoscere abilità Controllare i tempi di lavoro Attenzione alla comprensione delle consegne Procedure di controllo (uso del timer) Attenzione alle situazioni scatenanti (spesso nei momenti non strutturati) • non aver paura di riproporre le attività • imparare prima una competenza (un gioco) e poi spenderla a livello sociale • distinguere differenti aspetti di ogni attività: 1) interesse 2) abilità di gioco 3) abilità sociali APPRENDIMENTO DEL BAMBINO CON AUTISMO Abilità/punti di forza: Pensiero visivo Capacità di seguire routine Capacità di eseguire consegne visive o scritte Capacità di cogliere i dettagli Precisione Capacità di usare congegni meccanici ed elettronici Cosa serve all’insegnante? Identificare i rinforzi Modellare il comportamento Sapere cosa insegnare Sapere come insegnare Misurare i propri risultati RESISTENZA AL CAMBIAMENTO Quando il noto si trasforma in nuovo.. Questione alimentare Gestione della toilette Andare a dormire Cambiare aula Cambiare insegnante Cambiare posto in classe Cambiare strada Cambiare programma !!!!! Gestire un imprevisto !!!!! Funzionamento cognitivo Modalità di apprendimento Obiettivi di apprendimento Strategie di apprendimento Insegnare un obiettivo alla volta A piccoli passi Pensare all’uso funzionale Occuparsi della generalizzazione (materiali-persone-luoghi) Grazie per l’attenzione e buon lavoro!