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Domenica 24 aprile 2005
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Benedetto
dal Signore
Ai sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli della
Diocesi.
“Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo”:
l’espressione del salmo esprime bene i sentimenti
che proviamo in questo momento di festa per l’elezione del nuovo pontefice, Benedetto XVI.
Abbiamo vissuto giornate di profondo dolore
per la morte di Giovanni Paolo II, papa amato intensamente e profondamente da tutti, e ci siamo
stretti attorno alla sua memoria con profonda fede
nella risurrezione e con rinnovata speranza
nell’azione potente dello Spirito Santo, guida vera
della Chiesa.
Oggi lo Spirito inonda i nostri cuori della sua
consolazione e della sua pace: «Habemus Papam»,
abbiamo il nuovo Papa, dono grande per tutta la
Chiesa e l’umanità intera. Lo stesso nome che ha
scelto è una “benedizione” per chiunque crede e
anche per quanti attendono dalla Chiesa il grande
dono della verità del Vangelo nella testimonianza
della carità.
«Fare la verità nella carità» è la formula fondamentale della vita cristiana: così si era espresso,
nell’omelia pronunciata lunedì 18 in san Pietro
durante la S. Messa per l’elezione del Pontefice, il
cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI.
Quell’appello solenne e forte a trovare in Cristo la
sintesi compiuta della verità e della carità appare
oggi l’indicazione di un programma semplice e
profondo insieme, da perseguire con cura in tutta
la vita della Chiesa, dal Magistero dei suoi pastori
e sacerdoti all’insegnamento teologico e catechistico, alla predicazione e formazione del popolo di
Dio. Questo è ciò che caratterizza, del resto, la
missione propria della Chiesa in questo nostro
tempo: offrire agli uomini sballottati da tante idee,
proposte e messaggi contradditori, che lasciano
aperti vie e comportamenti diversi privi di spessore veritativo, la luce e la forza sconvolgente del
Vangelo di colui che ha detto “Io sono la via, la
verità e la vita” e “Chi mi segue sarà autenticamente libero”.
Il richiamo al pericolo del relativismo in campo
teologico, morale e pastorale, che in quella circostanza il cardinale Ratzinger ha rivolto, ha suscitato un ampio consenso per la chiarezza e l’orientamento espressi e per le vie indicate a perseguirne il
superamento. Così in modo semplice, ma sicuro e
preciso, è stato offerto un solido criterio di verifica
per tracciare la via della Chiesa nel terzo millennio. Credo che questa omelia, come tanti altri interventi di questi ultimi mesi fatti dal cardinale
Ratzinger, possa delineare il percorso che egli, divenuto Papa, proporrà a tutta la Chiesa.
Per ogni tempo, Dio offre alla Chiesa e all’umanità il “suo” pastore, il “suo” Papa per guidare non
solo la barca di Pietro, ma quella del pensiero e della vita di ogni cristiano. È questa la convinzione
che deve alimentare la nostra fiducia nel nuovo
Pontefice, la stretta comunione con la sua persona e
il suo Magistero, l’obbedienza fedele e sincera ai
suoi indirizzi dottrinali e pastorali, perché lui è
Pietro e dove c’è Pietro c’è Cristo, che ha fondato
la sua Chiesa sul Principe degli Apostoli di cui Benedetto XVI è successore. Per me Vescovo e per
voi tutti, sacerdoti e fedeli, sia dunque questo l’impegno che ci assumiamo nei confronti del nuovo
Pontefice, al quale va la nostra più piena e devota
adesione di mente, di cuore e di vita.
Papa Benedetto XVI sarà certamente una guida
forte e coraggiosa e un riferimento insostituibile al
quale guardare con sicurezza circa la fede delle
nostre comunità. Una fede chiara, fondata
sull’amore di Cristo, vissuta con verità nell’amore
verso tutti, vera e integra secondo il Credo della
Chiesa, fonte di gioia piena e serena. In continuità
con il suo predecessore, Giovanni Paolo II, l’attuale Pontefice continuerà a indicare l’unica via che
conduce alla pienezza della vita, quella di Gesù
Cristo, Risorto e Vivente nella sua Chiesa, la comunità dei credenti, che testimonia nella carità il
suo Vangelo. Egli infatti è il vero uomo nuovo sul
quale si può fondare quell’umanesimo integrale
che rende adulta la fede e la vita di ogni persona.
† Cesare Nosiglia, arcivescovo
vescovo di Vicenza
- segue a pagina 2 -
Crisi di governo
sostanziale
La crisi di Governo, sostanziale anche
se non formalizzata, che si è aperta
nella Casa delle libertà dopo la netta
sconfitta alle Regionali, ripropone negli
scenari del bipolarismo italiano un’instabilità preoccupante. Le vicende seguite al voto, con le dimissioni dei ministri dell’Udc, non possono essere archiviate come semplice rimpasto o come
normale dialettica di coalizione. Indipendentemente dalla conclusione delle trattative all’interno
della maggioranza, alcuni punti sono emersi chiaramente.
- Segue a pagina 11 -
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