ANGIOSPERME Famiglie di interesse forestale più significative Ulmaceae Ulmacee Appartiene all’ordine delle Urticales con 15 generi e 150 specie diffuse principalmente nelle regioni temperate d’America, Asia e Europa. Comprende alberi e arbusti decidui a foglie semplici, alterne, spesso asimmetriche alla base, fiori fascicolati, ermafroditi o monoici, frutto: drupa o samara. I generi che interessano la flora forestale italiana sono due, Ulmus e Celtis che differiscono per i segienti caratteri: - corteccia fessurata in esemplari adulti, fioritura prima della comparsa delle foglie, frutto samara, foglie a margine doppiamente dentato ULMUS - corteccia liscia anche da adulti, fioritura contemporanea all’emissione delle foglie, frutto drupa, foglie semplicemente dentate CELTIS Ulmus Grandi alberi delle regioni temperate dell’emisfero boreale. Hanno foglie alterne, semplici, doppiamente dentate, asimmetriche alla base. Fiori tutti ermafroditi che compaiono prima delle foglie sui rami dell’anno precedente, con antere rosso purpuree. Il frutto è una samara alata, che si sviluppa e si dissemina molto rapidamente, prima del completo sviluppo delle foglie. Hanno una grande importanza come alberi ornamentali per alberature stradali, ma anche per il loro legno che è apprezzato per la durata, l’elasticità e la resistenza alle spaccature. In Italia sono spontanee due specie: l’olmo campestre (Ulmus minor) e l’olmo montano (Ulmus glabra), anche se esistono numerose forme ibride e di difficile determinazione. Chiave di riconoscimento degli OLMI spontanei e più frequentemente coltivati in Italia 1 - Foglie quasi simmetriche alla base Ulmus pumila 1 - Foglie molto asimmetriche alla base 2 2 - Samare lungamente peduncolate e densamente ciliate Ulmus laevis 2 - Samara mai come sopra 3 3 - Samara con smarginatura che raggiunge il seme non situato al centro dell 'ala Ulmus minor 3 - Samara con smarginatura che non raggiunge il seme che è centrale Ulmus glabra Ulmus minor Ulmus minor CARATTERISTICHE Grande albero che può raggiungere 30-40 m. in altezza e 2-3 m. in diametro, molto longevo (fino a 5 secoli) e a crescita rapida fino ad età avanzata. Fusto un poco sinuoso con chioma rotonda e leggermente oblunga, irregolare e folta con ramificazioni sottili e dense. Corteccia dapprima liscia, grigionerastra, poi fessurata da profondi e stretti solchi longitudinali e mediamente suberosa. Rametti sottili, glabri, a disposizione perfettamente distica sulle cacciate vigorose, di color grigio-nerastro, qualche volta con creste suberose salienti (gli alberi con tale carattere, secondo alcuni Autori, sono da scriversi alla var. suberosa). Foglie alterne, semplici, caduche, ovate, doppiamente dentate ai margini, acute o acuminate all'apice e nettamente asimmetriche alla base, di un color verde carico più o meno lucente nella pagina superiore, con qualche pelo all'ascella delle nervature nella pagina inferiore, per lo più scabre, con 7-12 (15) paia di nervature secondarie, bipartite e con breve picciolo (8-15 mm.). Stipole caduche. Fiori molto numerosi, disposti in glomeruli ascellari, ermafroditi, di color rosa-porpora. Compaiono precocemente prima della fogliazione. Il frutto è una samara largamente alata, sub-rotonda (lunghezza totale 1-2 cm.). L'ala, glabra, presenta una smarginatura terminate che va a toccare quasi il seme, non situato al centro dell'ala. Fruttifica abbondantemente a maggio, ma molti frutti sono sterili. La germinazione ha luogo, dopo due-tre settimane. La plantula ha due cotiledoni, piccoli, brevemente picciolati, obovati e nettamente auncolati; superiormente di un verde intenso, più pallidi di sotto, con ipocotile sottile di color rosso carminio, coperto di peli bianchi. Foglie primarie opposte e grossolanamente dentate, coperte di peli bianchi. Apparato radicale fittonante fino a 10 anni circa, poi sostituito da numerose radici laterali superficiali e mediamente profonde. L'olmo campestre ricaccia vigorosamente dalla ceppaia ed emette vigorosi polloni lungo il fusto. Ulmus minor DISTRIBUZIONE Specie del centro e sud Europa (dalla Spagna fino agli Urali), Asia minore e Africa settentrionale (Marocco, Algeria e Tunisia) dove sembra introdotto dai Romani. In Italia è frequente in tutte le regioni, dal piano basale fino a 1000 m sopratutto come albero campestre, nei filari (tutore della vite), nei bordi dei campi e piantato frequentemente come albero ornamentale nei viali e nei giardini. Benché il suo legno sia considerato tra i legnami pregiati, l'olmo non è molto importante dai punto di vista forestale in quanto non forma quasi mai complessi rilevanti e monospecifici, e, allo stato spontaneo, si trova per lo più sporadico sopratutto nei boschi misti planiziari insieme a Quercus robur, Carpinus betulus, Alnus glutinosa, Fraxinus oxycarpa, Acer campestre, ecc. ECOLOGIA L'olmo campestre prospera ottimarnente nei suoli freschi, profondi e molto fertili adattandosi bene anche ai terreni argillosi. Secondo alcuni Autori è molto esigente dì luce e di calore, mentre, secondo altri, principalmente in stazioni umide, non deve essere considerato molto lucivago. Attualmente si assiste alla colonizzazione delle terre abbandonate dall'agricoltura da parte dell'Olmo campestre che rappresenta, in molti casi (nelle terre rosse e nelle crete senesi) una delle specie pioniere. L'olmo presenta una dormienza abbastanza accentuata per quanto riguarda le gemme a legno, per cui riesce facilmente a sfuggire ai geli tardivi, anche se, per la sua precoce fioritura, la produzione dei semi risulta molto spesso compromessa a causa dei freddi invernali tardivi. Ulmus minor Areale di Ulmus minor Distribuzione italiana dell’olmo campestre UTILIZZAZIONE Da unna quarantina di anni è stato decimato da una malattia provocata dallo Ophiostoma ulmi (= Ceratostomella ulmi) e, perciò, ha perduto la maggior parte della sua importanza. La propagazione dell'olmo avviene naturalmente per seme o più raramente per polloni radicali. Il legno è a porosità anulare con alburno giallastro e durame rosso-bruno e raggi parenchimatici sottili. E' pesante, semiduro, molto tenace, resistente e di lunga durata, di bell'aspetto e facile lavorazione. Viene ricercato dal carradore per mozzi, raggi di ruote, ecc., dal falegname per mobili marezzati; serve anche per oggetti da tornio, per compensati e impiallacciature. Le foglie sono un eccellente foraggio per il bestiame in quanto hanno un elevato contenuto in protidi. Per questa proprietà l'olmo campestre viene oggi favorito rispetto ad altre specie nell'esercizio del pascolo brado che, attualmente, viene attuato nei cedui della Maremma. AVVERSITA’ Senza dubbio il parassita più pericoloso per l'olmo campestre è la Grafiosi o Ceratostomella ulmi Buiss (forma conidica Graphium ulmi), tracheomicosi che in passato ha decimato migliaia di esemplari della specie e che ha portato all'introduzione dell'olmo siberiano (Ulmus pumila L.) resistente alla grafiosi, in tutte le regioni ove la malattia si era ampiamente diffusa. Tale malattia viene diffusa dagli Scolitidi, coleotteri xilofagi, che scavano gallerie sotto la corteccia degli olmi. In passato sono stati selezionati dei ceppi di olmo campestre (olmo Buiman, olmo Villagrappa 3, ecc.) resistenti a tale malattia e che vengono propagati per innesto su piede siberiano. Più recentemente sono stati selezionati doni di olmo resistenti alla Grafiosi e nello stesso tempo con pregevoli proprietà tecnologiche del legno che vengono propagati per talea. Fra gli insetti il più dannoso per l'olmo è senz'altro la Galerucella luteola, crisomelide che si nutre del mesofillo fogliare. Molto resistente a tale insetto è risultato l'olmo ciliato (Ulmus laevis Pali.) che sembra avere anche un certo grado di resistenza alla Grafiosi. Ulmus glabra Ulmus glabra CARATTERISTICHE Albero a rapido accrescimento, non emettente polloni lungo il tronco. Può raggiungere 25 m. di altezza, con longevità inferiore all'Olmo campestre. Presenta una chioma ampia, poco folta, formata da branche sparse. Corteccia dapprima liscia, a sughero sempre sottile, poi fessurato superficialmente in scaglie piatte. Rametti assai grossi, bruno-rossastri, finemente pubescenti, sparsi (non distici). Foglie decidue, semplici, alterne, con 12-18 paia di nervature laterali, di forma variabile da suborbicolare o obovate o largamente ellittiche, di dimensioni 915 x 10 cm., doppiamente dentate al margine, nettamente asimmetriche alla base, a faccia superiore molto ruvida, più chiare e pubescenti di sotto, con picciolo molto breve (3-6 mm.). Le foglie dei rami più vigorosi si presentano spesso trifide all'apice. Fiori ermafroditi comparenti prima delle foglie in glomeruli di un rosa porpora. Frutto costituito da una samara ovata e subrotonda, lunga 2-2,5 cm., con smarginatura che non raggiunge mai il seme che è centrale. DISTRIBUZIONE Specie con areale abbastanza simile a quello dell'Olmo campestre ma che si spinge meno a Sud (dove interessa le regioni montane) estendendosi verso il Nord nelle isole britanniche, nella parte centromeridionale della penisola scandinava e nell'Ovest dell'Asia. In Italia si riscontra sulle Alpi e sugli Appennini fino all'Irpinia, da 800 a 1300-1600 m., negli orizzonti delle latifoglie eliofile e sciafile. Ulmus glabra ECOLOGIA E UTILIZZAZIONE Specie, a fototemperamento intermedio, si riscontra, come albero sporadico, nelle faggete e nelle abetine nelle zone del Castanetum e del Fagetum con preferenza per terreni assai fertili, areati e sufficientemente freschi, ma si adatta anche su frane e rocce fessurate in terreni calcarei e silicei. Si propaga come l'olmo campestre per seme, presentando una disseminazione facile e abbondante. Il seme è di difficile conservazione (la durata media della facoltà germinativa non oltrepassa il mese) e non è dormiente per cui, è consigliabile seminarlo appena raccolto, tenendo presente, nel decidere il quantitativo, che la germinabilità è bassa (25-30%). Fa parte delle latifoglie a legname pregiato, anche se di minor importanza dell'QImo campestre, e viene frequentemente impiegato a gruppi nei boschi di Cerro, Castagno e Faggio per migliorare la produzione legnosa. Produce un legno a porosità anulare, duro e molto tenace con alburno bianco e durame brunastro-chiaro. E' meno prègiato di quello dell'Olmo campestre ma viene utilizzato per i medesimi usi Anche le foglie dell'olmo montano vengono utilizzate come foraggio. Da 100 piante si possono ottenere 10-12 qli. di foraggio verde molto ricco di sostanze proteiche. Non va dimenticato che gli olmi sono da considerarsi tra le piante più resistenti alle esalazioni e vapori tossici. Ulmus glabra Areale dell’olmo montano Ulmus laevis CARATTERISTICHE Due specie esotiche sono state introdotte in Italia: l'Ulmus laevis Pallas e l'Ulmus pumila L., il primo resistente alla Galerucella luteola il secondo al Graphium ulmi. L'Ulmus laevis Pallas (= U. effusa U. pedunculata) o olmo ciliato è una specie che raggiunge i 30-35 m. con chioma assai irregolare, con fusto grosso e costoluto, foglie ovato-acuminate, molto asimmetriche alla base e pubescenti di sotto, fiori peduncolati, samara smarginata, densamente ciliata ai margini e lungamente peduncolata. Ulmus laevis Areale di olmo ciliato Ulmus pumila CARATTERISTICHE L'Ulmus pumila o olmo siberiano, introdotto in Italia per la sua resistena alla grafiosi, è una specie che raggiunge i 25-30 m con chioma assai irregolare, con fusto grosso e costoluto, foglie ovatoacuminate glabre su tutte e due le facce, lievemente asimmetriche alla base, samara ovata e sessile. Celtis E’ un genere che comprende circa 70 specie, diffuse nell’Europa meridionale, in America settentrionale, in Asia e nelle regioni tropicali. Si tratta di alberi robusti, per lo più decidui con foglie decorative. I fiori, verdi, sbocciano in primavera insieme alle giovani foglie, quelli maschili raccolti in grappoli, quelli bisessuali isolati all’ascella delle foglie. I frutti sono una drupa globosa, con un nocciolo centrale ricoperto da una sottile polpa commestibile, molto apprezzata dagli uccelli, e da una spessa buccia di color rosso scuro o viola che a maturità diventa nera. Si possono ricordare alcune delle principali specie: C. australis (Europa meridionale), C. caucasica (Asia meridionale, Caucaso, Europa orientale), C. glabrata (Asia minore, Caucaso), C. turnefortii (Europa orientale e meridionale), C. mississippiensis (Stati Uniti), C. occidentalis (Stati uniti), C. laevigata (Stati Uniti Sud-orientali), C. sinensis (Cina, Corea e Giappone). Celtis australis Celtis australis CARATTERISTICHE Albero longevo, caducifoglio, alto fino a 25 m, a fusto dritto, spesso breve e molto ramificato, scanalato alla base, con chioma densa ed espansa, la corteccia è grigia, liscia e con piccole striature orizzontali. Le foglie sono alterne, con picciolo lungo fino a 15 mm, da ovatte a oblungo-lanceolate, con apicee molto acuminato e base cuneato-arrotondata, sviluppate in modo asimmetrico rispetto alla nervatura mediana. La lamina e verde scuro superiormente, scbra, verde chiaro e pubescente in feriormente, con tre nervature pricipali e con margine seghettato. I fiori, piccoli e verdi, generalmente peduncolati, possono essere unisessuali o bisessuali, solitari o riuniti in piccoli grappoli. Il frutto è una drupa tondeggiante di cira 1 cm a maturità nerastra. ECOLOGIA E’ specie eliofila e termo-xerofila, molto frugale, amante dei luoghi aridi e assolati, su suoli di preferenza calcarei e anche molto rocciosi, nei quali riesce a insinuarsi con il profondo apparato radicale (per tale motivo e conosciuta anche con il nome di "spaccasassi"). Nel nostro Paese si spinge fino a 800 m di altitudine. Oltre a essere un elemento della vegetazione rupicola (colonizza talvolta anche ruderi e vecchi muri), si rinviene anche nei boschi termofili di caducifoglie. DISTRIBUZIONE Bacino del Mediterraneo e Isole Azzorre. In Italia è diffusa in tutto il territorio; è probabile che l'attuale diffusione sia legata alla sua ampia coltivazione, sia in campagna che in città, essendo specie che facilmente si spontaneizza. UTILIZZAZIONE Longevo, frugale e a rapido accrescimento, il Bagolaro si presta bene per alberature stradali e per il rimboschimento di pendii aridi e sassosi. Legno, duro, compatto, elastico, di colore grigio-biancastro a giallastro, e utilizzato per la costruzione di pezzi di macchine che richiedono tenacia e flessibilita, di ruote, stanghe, remi, stecche da biliardo, basti e per lavori di tornio. II legno e il carbone sono ottimi combustibili. Pianta mellifera e il fogliame rappresenta un ottimo foraggio. La corteccia ha proprietà concianti e tintorie (conferisce una colorazione gialla alla lana). II frutto è edule ed assai appetito dalla fauna ornitica. Nella medicina tradizionale il decotto di foglie serviva contro la dissenteria e le emorragie. Il decotto di foglie con malva era somministrato contro il mal di reni. Celtis australis Areale del bagolaro o spaccasassi Confronto genere Ulmus 1 2 3 1 - Ulmus minor, olmo campestre 2 - Ulmus glabra, olmo montano 3 - Ulmus laevis, olmo siberiano 4 - Ulmus ciliata, olmo ciliato 4