1 L’omotetia DEFINIZIONE. Dato un punto O ed un numero reale k, si dice omotetia di centro O e rapporto k, quella trasformazione del piano che associa ad ogni punto A il corrispondente punto A’ tale che • i punti O, A e A’ siano allineati • il rapporto OA è uguale alla costante k OA Omotetia inversa Se i punti A e A’ sono disposti dalla stessa parte rispetto ad O, l’omotetia si dice diretta. DEFINIZIONE. Se i punti A e A’ sono disposti da parti opposte rispetto ad O, l’omotetia si dice inversa. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 214 1 1 Le proprietà delle figure omotetiche Consideriamo, ad esempio, i triangoli ABC e A’B’C’ che si corrispondono in un’omotetia diretta (a) e indiretta (b) di centro O e caratteristica k = 1 . Notiamo che: 3 i lati corrispondenti dei due triangoli sono paralleli e di conseguenza gli angoli corrispondenti nei due triangoli sono congruenti; i lati corrispondenti non sono congruenti, ma il loro rapporto è sempre pari al valore di k. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 214 2 1 Le proprietà delle figure omotetiche PROPRIETÀ. L’omotetia, diretta ed inversa, fra due figure stabilisce una corrispondenza biunivoca tra i punti del piano che: • mantiene il parallelismo tra i lati lasciando quindi inalterata l’ampiezza degli angoli; • cambia le misure dei lati corrispondenti, secondo un rapporto costante uguale alla caratteristica. In sintesi: il parallelismo fra i lati Omotetia la posizione nel piano e la misura dei lati Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 215 3 1 Le proprietà delle figure omotetiche Consideriamo i triangoli ABC e A’B’C’ che si corrispondono in un’omotetia diretta di centro O e caratteristica k = 3 In questo caso il triangolo ottenuto rappresenta un ingrandimento del triangolo ABC. In generale è possibile dire che: PROPRIETÀ. Le dimensioni di una figura in una omotetia (diretta o inversa) dipendono dal valore del rapporto: • per k > 1 si ottiene un ingrandimento; • per k < 1 si ottiene un rimpicciolimento. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 215 4 2 La similitudine DEFINIZIONE. La similitudine è una trasformazione geometrica che si ottiene applicando alla stessa figura e in successione un’isometria ed un’omotetia (o viceversa). Le figure che si corrispondono in questo tipo di trasformazione si dicono simili. Consideriamo le seguenti figure ottenute componendo: • una traslazione di vettore v1 con un’omotetia di centro O e k = • un’omotetia diretta di centro O e k = 2 con una simmetria assiale di asse a. 1 2 In entrambi i casi i due triangoli ABC e A”B”C” hanno gli angoli congruenti, mentre si è modificata la lunghezza dei lati corrispondenti che tuttavia mantengono un rapporto costante. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 217 5 2 La similitudine PROPRIETÀ. La similitudine è una trasformazione geometrica che lascia immutate le ampiezze degli angoli, ma varia la lunghezza dei segmenti corrispondenti secondo un rapporto costante che si chiama rapporto di similitudine e si indica con k. In sintesi: la lunghezza dei segmenti Similitudine la congruenza fra gli angoli DEFINIZIONE. Due o più poligoni si dicono simili quando hanno gli angoli ordinatamente congruenti e le misure dei lati omologhi legate da un rapporto costante. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 217 6 2 I criteri di similitudine dei triangoli Consideriamo due triangoli ABC e A’B’C’ in cui poniamo le condizioni A = A’ ; B = B’ ; C = C’ Se misuriamo i lati corrispondenti e calcoliamo i loro rispettivi rapporti, troveremo che sono in proporzione ovvero che hanno lo stesso rapporto: A’B’ : AB = B’C’ : BC = C’A’ : CA = k Possiamo concludere che: 1° CRITERIO DI SIMILITUDINE. Due triangoli sono simili se hanno gli angoli ordinatamente congruenti. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 219 7 2 I criteri di similitudine dei triangoli Consideriamo due triangoli ABC e A’B’C’ in cui poniamo le condizioni A = A’ A’B’ : AB = A’C’ : AC = k Se misuriamo con il goniometro le altre due coppie di angoli corrispondenti troveremo che: B = B’ C = C’ Calcolando il rapporto tra l’altra coppia di lati omologhi, troveremo che anche quest’ultima ha lo stesso rapporto delle prime due coppie di lati omologhi: B’C’ : BC = A’B’ : AB = A’C’ : AC = k Possiamo dedurre che: 2° CRITERIO DI SIMILITUDINE. Due triangoli sono simili se hanno due lati proporzionali e l’angolo fra essi compreso congruente. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 219 8 2 I criteri di similitudine dei triangoli Consideriamo due triangoli ABC e A’B’C’ in cui poniamo la condizione A’B’ : AB = B’C’ : BC = A’C’ : AC = k Se misuriamo con un goniometro l’ampiezza degli angoli, vedremo che quelli corrispondenti hanno la stessa ampiezza: A = A’ ; B = B’ ; C = C’ Possiamo dedurre che: 3° CRITERIO DI SIMILITUDINE. Due triangoli sono simili se hanno i lati corrispondenti in proporzione. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 219 9 3 I teoremi della similitudine Il teorema della parallela al lato di un triangolo TEOREMA. In un triangolo, una parallela ad un lato individua un nuovo triangolo simile a quello dato e divide i lati intersecati in segmenti direttamente proporzionali. In simboli: AD : DC = BE : EC Una conseguenza di tale teorema è che: TEOREMA. La parallela ad un lato di un triangolo condotta per il punto medio di un altro lato divide il terzo lato in due segmenti congruenti. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 222 10 3 I teoremi della similitudine Il teorema delle altezze corrispondenti di due triangoli simili TEOREMA. In due triangoli simili le altezze sono proporzionali alle rispettive basi. In simboli: C’H’ : CH = A’B’ : AB Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 222 11 3 I teoremi della similitudine Il teorema dei perimetri di due poligoni simili TEOREMA. Il rapporto tra i perimetri di due triangoli simili è uguale al rapporto tra le misure di due lati corrispondenti; in simboli: 2pABC : 2pABC AB: AB k Più in generale: TEOREMA. Il rapporto tra i perimetri di due poligoni simili è uguale al rapporto tra le misure di due lati corrispondenti. TEOREMA. Tutte le misure lineari corrispondenti di due poligoni simili stanno tra loro nello stesso rapporto di similitudine. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 223 12 3 I teoremi della similitudine Il teorema delle aree di due poligoni simili TEOREMA. Il rapporto tra le aree di due poligoni simili è uguale al quadrato del rapporto tra due lati corrispondenti; in simboli: Area: Area AB : AB k 2 2 2 Ad esempio, considerando la figura a lato, 4 AB: AB 3 Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 224 AABCD 16 4 2 AABCD 9 3 13 4 Il primo teorema di Euclide Consideriamo i triangoli ABC e AHC. Per il primo criterio di similitudine i due triangoli sono simili e hanno i lati omologhi in proporzione, quindi: AB : AC = AC : AH Consideriamo i triangoli ABC e HBC. Per il primo criterio di similitudine i due triangoli sono simili e hanno i lati omologhi in proporzione, quindi: AB : BC = BC : HB Alla luce delle precedenti proporzioni possiamo enunciare il seguente TEOREMA. In ogni triangolo rettangolo ciascun cateto è medio proporzionale tra l’ipotenusa e la proiezione del cateto stesso sull’ipotenusa. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 225 14 4 Il secondo teorema di Euclide Consideriamo i triangoli rettangoli AHC e HBC. Essi hanno gli angoli ordinatamente congruenti AHC = CHB = 90° CAH = HCB ACH = HBC I due triangoli sono dunque simili ed avranno i lati corrispondenti in proporzione: AH : HC = HC : HB Alla luce di questa relazione possiamo enunciare il seguente TEOREMA. In ogni triangolo rettangolo l’altezza relativa all’ipotenusa è media proporzionale tra le proiezioni dei cateti sull’ipotenusa. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 226 15 4 Interpretazione geometrica dei teoremi di Euclide Primo teorema di Euclide TEOREMA. In un triangolo rettangolo il quadrato costruito su uno dei due cateti è equivalente ad un rettangolo che ha per dimensioni l’ipotenusa e la proiezione del cateto stesso sull’ipotenusa. Secondo teorema di Euclide TEOREMA. In un triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’altezza relativa all’ipotenusa è equivalente ad un rettangolo che ha per dimensioni le proiezioni dei cateti sull’ipotenusa. Area 2 - Capitolo 2 - PAG. 227 16