TUMORE DEL COLON-RETTO IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA DIAGNOSI E TERAPIA COLORECTAL CANCER: ITALY, CHANGES IN 10 Yrs - NEW CASES / Yr 30.000 47.000 - 1995 2005 DEATHS / Yr 18.000 16.000 1995 2005 INCIDENCE and SURVIVAL Gender Age 15-44 45-54 55-64 65-74 75+ 5 ys Survival 65% 62% 62% 49% 59% EPIDEMIOLOGIA In Europa il tumore dello colon retto è la 4° neoplasia più frequente nella popolazione maschile (11.3) e la 3° in quella femminile (11.5). Prevalente nel sesso maschile. Più frequente tra i 50 e i 70 anni (il 70% >65 aa) In Italia rappresenta la 2° causa di morte per neoplasia , in entrambi i sessi, nonostante l’incidenza sia in riduzione, con un gradiente geografico nord-sud Nel 90-95% sono Adenocarcinoma. La sede più frequentemente colpita dalla patologia è il colon prossimale (38,8%), seguito dal colon distale (29,6%) e dal retto (28,5%), mentre i restanti tumori (circa l’1%) hanno sede multipla. Il rischio di avere una diagnosi di tumore del colon-retto nel corso della vita (fra 0 e 84 anni) è di 1 caso ogni 11 uomini e 1 caso ogni 26 donne, mentre il rischio di morire è di 1 su 17 uomini e 1 donna su 46. •FATTORI DI RISCHIO • Genetici (poliposici e non poliposici) • non genetici: - fumo (RR 1.38), alcol (RR 1.16), obesità (RR 1.24 per aumento di BMI> 5kg/m2) - malattie infiammatorie croniche intestinali (RR 2.5 per pz con M.di Crohn) - dieta: RR 0.34 per pattern nutrizionale frutta e verdura e RR2.20 per pattern nutrizionale carne, patate e cereali raffinati - aspirina Si può stimare che ad un MMG con 1.500 assistiti si presenti, in media, un caso all’anno di neoplasia colo-rettale e 15 casi sospetti per patologia neoplastica del colonretto. Ai MMG devono essere forniti: informazione sul funzionamento e sulle modalità di accesso delle strutture diagnostiche (in particolare Servizi di Endoscopia) e terapeutiche. Fra esordio dei sintomi e terapia chirurgica intercorrono in media 4 mesi (range 1-24) per le localizzazioni del colon sinistro e 7 mesi (range 2-28) per quelle del colon destro. Alcuni studi suggeriscono una correlazione tra ritardo e peggioramento della prognosi. Criteri per invio alla diagnostica • • • • I sintomi tipici delle neoplasie colorettali sono presenti solo nel 40% dei casi. I pazienti tendono a sottovalutare il sintomo con un ritardo tra comparsa ed accesso al MMG che può arrivare a diversi anni. La falsa negatività degli accertamenti o il dilazionamento dell’endoscopia possono ulteriormente aumentare il ritardo. Un sanguinamento rettale di recente insorgenza in pazienti > 50 anni non deve essere attribuito a patologia benigna senza aver escluso carcinomi o polipi adenomatosi del colonretto. Tutti i pazienti > 50 anni che si presentino al MMG con nuovi, significativi e/o persistenti sintomi riferibili a patologia colorettale (dolore addominale, alterazioni dell’alvo, mucorrea, rettorragia, dimagrimento, anemia sideropenica, ecc) devono ricevere un’accurata anamnesi (inclusa quella familiare) ed essere sottoposti ad esame obiettivo comprensivo di esplorazione rettale. Gli accertamenti diagnostici devono preferenzialmente essere realizzati entro 4 settimane. Pazienti di età < 50 anni che si presentino con sintomi riferibili a patologia colorettale, in assenza di obiettività e di rischio familiare, possono essere sorvegliati per alcune settimane; se i sintomi persistono devono essere avviati ad accertamenti. Screening • L’evidenza disponibile indica che programmi di screening per il carcinoma del colon-retto, che utilizzano il test per la ricerca del sangue occulto fecale (SOF) o l’endoscopia, possono ridurre la mortalità. Le strategie devono considerare il rischio della popolazione da esaminare, rate il segmento intestino a maggior rischio,screenati il costo-efficacia, la “compliance” e la e Detection (DR: di tasso di diagnosi/mille con FOBT) dei cancri disponibilità delle. tecnologie. degli adenomi Secondo le Linee Guida Europee la DR per adenomi negli • screening Ognuna delle strategie proposte presenta problemi cheal devono affrontatiPer per poter organizzati varia fra :13.3-22.3/mille primoessere passaggio. i cancri programmi scala, relativamente al livello diai adesione, alla la avviare DR varia da 1.8diascreening 9.5/millesuallarga primo passaggio e 1.3/mille successivi. frequenza con cui proporre il test, all’età in cui iniziare lo screening. Per èla determinazione Per la valutazione dell’efficacia dell’indagine endoscopica utile misurare il del SOF il test immunologico sembra superiore al test al guaiaco per detection rate e valore valore predittivo positivo (VPP) per adenoma e per cancro. Tale valore predittivo positivo (VPP). corrisponde al tasso di diagnosi (DR) all’esame endoscopico eseguito. Le • Le indicazioni sulla modalità di screening non sono univoche. Gli strumenti più aggressivi Linee Guida Europee riportano un valore compreso tra 19.6% e 40.3% per il (come la colonscopia) avrebbero una maggiore sensibilità diagnostica a scapito della VPP degli adenomi tra 4.5 e 8.6% peraggressiva) il VPP del cancro primoaccettazione passaggio accettabilità del test, laesigmoidoscopia (meno avrebbe unaalmigliore che al circa 4% ilai30%-40% passaggi Il GISCoR ma si nonporta identifica dellesuccessivi. lesioni; il sangue occulto è piùpropone accettabilecome ma ha VPP standard valori e>=25% al primo avanzato più grave, bassa sensibilità deve essere ripetutoesame ogni dueper anni adenoma (come minimo) perchè looscreening risulti efficace. >=15% agli esami successivi.. • Per lo screening l’uso dei marcatori fecali e della colonscopia virtuale sono ancora sperimentali e non codificati. Fattori di rischio • • Storia di cancro o di adenoma, familiarità (compresa ereditarietà), malattie infiammatorie intestinali, neoplasie dell’endometrio (se diagnosticate prima dei 60 anni), acromegalia, ureterosigmoidostomia, esposizione a radiazioni per neoplasie della prostata (segnalazioni sporadiche riguardanti terapie non conformazionali). La maggior parte dei carcinomi del colon retto è però di tipo sporadico con incidenza in incremento con l’aumentare dell’età, con mediana di insorgenza di circa 70 anni ed a bassa probabilità di comparsa prima dei 50 anni. L’età superiore a 50 anni viene quindi considerata un fattore di rischio. Storia familiare di neoplasia colorettale e sorveglianza • In caso di familiarità per neoplasie colorettali, il rischio dipende dal numero di familiari affetti dalla patologia, dall’età cui si sono ammalati e dal grado di parentela. Sulla base di queste considerazioni si configurano tre possibili “gradi” di sorveglianza. 1) Diagnosi di sindrome di Lynch o HNPCC: soddisfazione dei criteri di Amsterdam. – Sorveglianza: colonscopia ogni 12-24 mesi e visita ginecologica annuale per le donne, a partire dai 25 anni di età. Le altre neoplasie presenti che fanno parte dello spettro dei tumori della sindrome, vanno controllate solo se presenti nella famiglia. 2) Parente di I grado con CCR o adenoma avanzato in età < 60 anni, oppure almeno 2 parenti di I grado con diagnosi di CCR (indipendentemente dall’ età di diagnosi). Sorveglianza: colonscopia all’ età di 40 anni oppure 10 anni prima dell’ età del parente più giovane affetto dal CCR, ripetuta ogni 5 anni 3) Parente di I grado (genitori, fratelli, figli) con CCR diagnosticato in età > 60 anni oppure 2 parenti di II grado (nonni, zii) con diagnosi di CCR. Sorveglianza: colonscopia a 40 anni e ripetuta ogni 5 anni. POLIPOSI familiare • In caso di Poliposi adenomatosa familiare, i soggetti portatori della mutazione su APC devono essere seguiti con retto-sigmoidoscopie dalla pubertà e con colonscopie, quando compaiono i polipi. La colectomia profilattica deve essere programmata al termine dello sviluppo (intorno ad i 20 anni di età) se le colonscopie precedenti non hanno già posto il dubbio di trasformazione maligna di uno o più polipi. • I parenti di I°grado dei pazienti affetti da poliposi attenuata vanno sorvegliati con colonscopie a partire dai 18 anni di età, da ripetere ogni 12 anni. • Sorveglianza post-polipectomia • Carcinoma ereditario Indagine genetica • • • E’ indicata solo nel sospetto di forme ereditarie. Esse sono: la Poliposi colica familiare (FAP, FAP attenuate, poliposi associata al gene MUTYH/MAP, sindrome di Gardner e di Turcot), la HNPCC (cancro colorettale ereditario non poliposico), le poliposi amartomatose (Peutz-Jeghers, poliposi giovanili). Il test genetico dovrebbe essere offerto quando la sindrome è evidente clinicamente (allo scopo di identificare la mutazione e guidare lo screening nei familiari a rischio), ai familiari di soggetti con diagnosi genetica nota (sempre allo scopo di guidare i programmi di screening) e quando clinicamente la sindrome è sospetta ma non certa (esempio in soggetti con più di dieci adenomi). Deve essere ricordato che la mutazione è presente nello 80-90% dei soggetti con Poliposi colica familiare (FAP), nel 50-70% di quelli con HNPCC, nel 30-70% di quelli con Peutz-Jeghers. In pazienti con familiarità per HNPCC la sorveglianza deve essere effettuata con colonscopia, deve iniziare all’età di 25 anni e deve essere ripetuta ogni 1-2 anni fino all’età di 75. Questi soggetti sono a rischio anche per altre neoplasie e devono quindi effettuare altri accertamenti preventivi (es. stomaco, utero, vie urinarie). In pazienti con familiarità per FAP la sigmoidoscopia dovrebbe essere offerta ogni 1-2 anni ai soggetti che non hanno la mutazione a partire dall’età di 13-15 anni fino all’età di 30 anni e poi ogni 5 anni. Stadiazione della neoplasia La stadiazione clinica è fondamentale per impostare correttamente il trattamento e deve essere la più completa e precisa possibile. La pianificazione degli esami necessari alla stadiazione dovrà essere volta a definire: - il grado di infiltrazione (T) - la presenza di linfonodi interessati (N) - la presenza di metastasi (M) COLON -Ecografia addominale: esame di primo livello per il rapporto costobeneficio utile nella stadiazione pre-operatoria. -Radiografia del torace: indispensabile ed integrata eventualmente dalla TC torace -TC addomino pelvica con mdc: ha valore diagnostico di primo livello per il parametro T, buona accuratezza per il parametro M, utile per il parametro N. -RMN epatica: esame di II livello in caso di lesioni focali di dubbia interpretazione. -Ecografia epatica con mdc (CEUS): esame di II livello nella diagnosi differenziale di lesioni focali epatiche. -PET TC: esame di II livello, nell’interpretazione di lesioni dubbie e nella valutazione delle recidive. -Marker tumorali sierici (CEA): prognostici RETTO -Ecografia addominale: esame di primo livello per il rapporto costo-beneficio utile nella stadiazione pre-operatoria. -Radiografia del torace: indispensabile ed integrata eventualmente dalla TC torace -TC addomino pelvica con mdc: ha valore diagnostico di primo livello per il parametro T, buona accuratezza per il parametro M, utile per il parametro N. - ECO trans-anale (o trans-vaginale): per la definizione del T e dell’N e relative scelte terapeutiche - RMN pelvica: per la definizione del T e dell’N e relative scelte terapeutiche -RMN epatica: esame di II livello in caso di lesioni focali di dubbia interpretazione. -Ecografia epatica con mdc (CEUS): esame di II livello nella diagnosi differenziale di lesioni focali epatiche. -PET TC: esame di II livello, nell’interpretazione di lesioni dubbie e nella valutazione delle recidive. - Rettoscopia con strumento rigido: utile nella definizione della distanza della neoplasia dal margine anale. -Marker tumorali sierici (CEA): prognostici 1987 Introduzione sistema TNM American Join Committee on Cancer (AJCC) International Union Against Cancer (IUCC) I parametri TNM possono essere definiti clinicamente, con metodiche di immagine, o con studio istopatologico • cT, cN, cM parametri definiti clinicamente • uT, uN, uM parametri definiti con studio ecografico (ultrasonografico) • pT, pN, pM parametri definiti mediante valutazione istopatologica • ypT, ypN, ypM parametri definiti mediante valutazione istopatologica su paziente sottoposto a trattamento neo-adiuvante COLON: sopravvivenza attesa Stadio TNM I II (A,B,C) III (A,B,C) IV (A,B) Stadio AJCC Stadio Dukes T1,T2,N0,M0 A,B1 T3,T4,N0,M0 B2,B3 T1-4,N1-2,M0 C T1-4,N1-2,M1 D OS a 5 anni (%) 85-95 60-80 30-65 <5 Fattori prognostici negativi in pazienti con carcinoma del colon radicalmente operato - estensione del tumore oltre la sierosa (pT4) - coinvolgimento linfonodale loco-regionale (pN1-N2) - meno di 12 linfonodi esaminati - istologia scarsamente differenziata - invasione linfatica/vascolare/perineurale - presentazione clinica con perforazione/occlusione - livelli di CEA pre-operatori >5.0 ng/ml RETTO: sopravvivenza attesa Linfonodi regionali del retto Linfonodi mesorettali, Linfonodi emorroidari superiori, medi ed inferiori, Lindonodi mesenterici inferiori, Linfonodi iliaci interni, Linfonodi latero-sacrali, presacrali e del promontrorio sacrale (di Gerota) Linfonodi inguinali……… • Ogni altra localizzazione linfonodale (es. metastasi linfonodi inguinali) viene considerata come metastasi a distanza (M) • Definizione di retto medio-basso: sede anatomica al di sotto della riflessione peritoneale <12 cm dal margine anale (retto extraperitoneale) - Stadiazione definita con: esplorazione rettale, rettoscopia, RM pelvica (ecografia endorettale se non disponibile RM), TC toraceaddome - Pazienti in stadio cT1-T2 N0 (u) indicazione terapeutica: chirurgia non preceduta da chemio-radioterapia - Pazienti in stadio cT3-T4 e/o N+ (u) indicazione terapeutica: trattamento pre-operatorio con chemioterapia (5-fluorouracile in infusione continua protratta o capecitabina) in combinazione con radioterapia (5040 cGy in 28 frazioni da 180 cGy), seguita dopo 6-8 settimane dal termine del trattamento da chirurgia con TME, e chemioterapia adiuvante in relazione allo stadio clinico iniziale e allo stato patologico dopo chirurgia. Trattamento sistemico Retto (<12 cm dalla RA) Chemio e Radioterapia concomitante neoadiuvante Chemioterapia adiuvante Chemioterapia in fase metastatica Colon Chemioterapia sistemica – Adiuvante – In fase metastatica Followup Le linee guida dell’AIOM che hanno come riferimento quelle ESMO ed ASCO indicano nel follow-up: - esame clinico ogni 4 mesi per i primi 3 anni, poi ogni 6 mesi per i due anni successivi. Non vi sono evidenze che indichino l’utilità degli enzimi epatici. - CEA ogni 4 mesi per i primi 3 anni, poi ogni 6 mesi per i 2 anni successivi. - colonscopia dopo un anno dall’intervento, poi ogni 3 e quindi ogni 5 anni. Nei pazienti senza uno studio del colon preoperatorio, la colonscopia va effettuata entro 6-12 mesi dall’intervento. - non c’è ancora evidenza che ecografia e TC dell’addome superiore aumentino la sopravvivenza, ma in considerazione della possibilità di una diagnosi precoce di metastasi epatiche operabili, devono essere effettuate ogni 6-12 mesi per i primi 3 anni. - non c’è indicazione all’uso routinario di Rx e TC del torace, ma in considerazione della possibilità di una diagnosi precoce, devono essere effettuate ogni 6-12 mesi per i primi 3 anni. - l’esecuzione di una 18F-FDG-PET è indicata in presenza di recidiva dubbia o di rialzo del CEA senza evidenza di malattia all’imaging tradizionale • Per il carcinoma del retto medio-basso vale quanto già riportato per il carcinoma del colon e retto alto. In considerazione del rischio di ricaduta locale è indicata specificatamente in corso di follow-up l’esecuzione di ecografia endorettale, che va eseguita per i primi 3 anni ogni 4-6 mesi TERAPIA APPROCCIO PERIOPERATORIO nel k retto Il trattamento chemioradioterapico concomitante con derivati del 5-FU. Dopo l’intervento e valutazine della risposta, chemioeterapua adiuvante con schemi contenti oxaliplatino-5FU. TRATTAMENTO DELLA MALATTIA AVANZATA OBIETTIVI: - aumento della resecabilità epatica (20% vivo a 5 anni senza malattia) - prolungamento della sopravvivenza (fino a 23-24 mesi) - palliazione dei sintomi - miglioramento della qualità di vita La chemioterapia eseguita in pazienti asintomatici risulta più efficace in termini di qualità di vita e sopravvivenza (livello di evidenza I) I regimi di combinazione ( 5fluorouracile, oxaliplatino, irinotecan, farmaci biologici a bersaglio molecolare come bevacizumab e aflibercept [anti-vegf], cetuximab e panitumumab [anti-EGFR]). RADIOTERAPIA sintomatica (emorragia /occlusione/ metastasi osee) CHIRURGIA PALLIATIVA in caso di ostruzione o sanguinamento Biomarcatori nei tumori gastrontestinali Hypertension: incidence and RR (gr 3-4) Anti-VEGF All grade HTN 23.6% RR 3.02 P<0.001 No. of studies Bevacizumab (events/sample size) Control (events/sample size) Incidence (95% CI), % Relative risk (95% CI) Overall 20 588/6754 75/5902 7.9 (6.1-10.2) 5.37 (4.23-6.82) Colorectal cancer 7 278/3028 50/2969 8.6 (5.7-12.8) 5.24 (3.89-7.05) NSCLC 4 108/1230 9/841 9.0 (6.1-13.2) 7.06 (3.66-13.62) Renal cell cancer 3 55/779 2/693 7.1 (3.4-14.1) 8.99 (2.72-29.72) Breast cancer 3 103/1091 4/794 8.5 (3.1-21.2) 14.80 (0.92-238.51) Pancreatic cancer 2 32/563 5/550 5.5 (2.2-12.7) 5.52 (2.12-14.35) Malignant mesothelioma 1 21/268 5/258 22.6 (13.3-35.8) 2.49 (0.94-6.59) Tumour type Adapted from Ranpura V, et al. Am J Hypertens 2010;23(5):460-8. Tossicità cutanea: farmaci anti-EGFR EGFRBLOCKADE • ↑ Apoptosis • Keratinocyte differentiation promotion • Unblockade cutaneus Chemokine production Alteration of keratinocyte terminal differentiation and synthesis process • Stratum corneum thinning • Inflammatory cells Infiltration into the follicles Proteic and/or lipidic component compromission? Excessive water loss Alteration of VEGF expression Alteration synthesis nail’s leaf at matrix level Angiogenesis inhibition •↑ VEGF under certain conditions Paronychia Teleangiectasia Pyogenic granuloma XEROSIS Fullicular rash Epidermis Fissures TERAPIA CURE PALLIATIVE E ASSISTENZA DOMICILIARE il ruolo del medico di medicina generale in Oncologia dovrebbe avere come obiettivo principale, dopo la diagnosi, il trattamento di supporto e la gestione al domicilio durante la chemioterapia e nella malattia avanzata in BSC. BISOGNI DEL PAZIENTE CON TUMORE colorettale: - tossicità da chemioterapia ( astenia, neutropenia, febbre, anemia, inappetenza, mucosite, parestesie, …) - difficoltà fisiche ad accedere al DH Oncologico terapie di supporto e prelievi di sangue a domicilio attivazione ADI - difficoltà ad alimentarsi contatti con i nutrizionisti - dolore non controllato Sono in corso studi per l’attivazione dei Medici di Cure Palliative già al momento della diagnosi sarebbe necessario iniziare da subito una COLLABORAZIONE tra ONCOLOGI, MEDICI DI BASE, PALLIATIVISTI per la migliore gestione dei bisogni del paziente con tumore avanzato