DISPENSA CONFERENZE PRIMAVERA 2007

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Dispensa
PSICOLOGIA PER IL BENESSERE
CONFERENZE 2007
IL BENESSERE COME PROGETTO
CONOSCERE PER STARE MEGLIO
Giovedì 15 Marzo 2007
“LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’: TRA STRUTTURE DIFENSIVE E
CAMBIAMENTI. ASPETTATIVE, DELUSIONI E DESIDERI”
Patrizia Furlan
Psicologa, Psicoterapeuta, Docente, Responsabile “ Limens”, Conegliano.
Sala Informagiovani - Ingresso libero
Giovedì 29 Marzo 2007
“INTELLIGENTI SI NASCE O SI DIVENTA?
LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA E L’APPRENDIMENTO”
Franca Da Re
Psicologa, Psicopedagogista, Dirigente Scolastico, Conegliano.
Sala Informagiovani - Ingresso libero
Giovedì 5 Aprile 2007
“LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA”
Micaela Falleri
Psicologa, Psicoterapeuta.
Sala Informagiovani - Ingresso libero
Giovedì 12 Aprile 2007
“LA CAPACITÀ DI FARE FRONTE A DIFFICOLTA’ E FRUSTRAZIONI E LO SVILUPPO
DI SENTIMENTI DEPRESSIVI”
Ettore D’Antonio
Medico Psichiatra DSM ulss 7, Conegliano.
Sala Informagiovani - Ingresso libero
Giovedì 26 Aprile2007
“LE RAGIONI DELL’INCONSCIO: BELLEZZA, AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA”
Patrizia Furlan
Psicologa, Psicoterapeuta, Docente, Responsabile “ Limens”, Conegliano
Elena Daniel
Psicologa, Centro “Limens”, Conegliano
Sala Informagiovani - Ingresso libero
DISPENSA CONFERENZE PRIMAVERA 2007
IL BENESSERE COME PROGETTO CONOSCERE PER STARE MEGLIO
Giovedì 15 Marzo 2007
Dott.ssa Patrizia Furlan, Psicologa Psicoterapeuta
“LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITA TRA STRUTTURE DIFENSIVE E
CAMBIAMENTI. ASPETTATIVE, DELUSIONI E DESIDERI”
La personalità è l’insieme di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che, nella
loro integrazione costituiscono il nucleo irriducibile di un individuo che rimane tale nella molteplicità e
diversità delle situazioni ambientali in cui si esprime.
LO SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ
Prima Della psicoanalisi con le sue scoperte si pensava che il comportamento della persona
fosse sotto il controllo delle sue facoltà coscienti e razionali.
La Psicoanalisi ha sovvertito questa concezione considerando la personalità umana come un
iceberg, di cui solo la parte superficiale è visibile.
IL MODELLO TOPOGRAFICO
La psiche è costituita da:
Inconscio:
sede dei desideri, e del rimossso
Preconscio: pensieri e ricordi accessibili ma che si attivano in maniera inconsapevole o con uno
sforzo cosciente (es:avere sulla punta della lingua)
Conscio: stato di consapevolezza agisce attraverso il pensiero logico e il linguaggio verbale
IL MODELLO STRUTTURALE
– insieme delle capacità percettive e cognitive che permettono all’individuo di codificare ed agire
sulla realtà, e’ organizzato e cosciente e su di esso premono gli aspetti istintivi ed irrazionali dell’ es
oIO
– è una forza istintiva irrazionale ed infantile, scarsamente organizzato, e’ la parte istintiva che
insegue il principio di piacere, non conosce limiti.
oes
– rappresenta la componente normativa e sociale, è l’istanza morale introiettata e conduce
all’adeguamento sociale insieme delle regole e proibizioni apprese in epoca infantile, in particolare i
divieti imposti dai genitori.
I MECCANISMI DI DIFESA
osuper-io
SONO UN SISTEMA DI AUTOTUTELA CHE SERVE A PRESERVARE LA SALUTE
DELL’APPARATO PSICHICO.
FUNZIONANO ALLO STESSO MODO DELLE DIFESE DEL CORPO.
ALCUNI MECCANISMI DI DIFESA
RIMOZIONE regola il passaggio dei dati dal conscio all’inconscio
SPOSTAMENTO un vissuto doloroso viene spostato su qualche cosa di più accettabile
Es Si attribuisce malessere al lavoro, mentre è il rapporto di coppia che non funziona
PROIEZIONE qualcosa di interno viene considerato proveniente dall’esterno
Es: non vado bene a scuola è colpa dei professori che fanno preferenze e ce l’hanno con me
NEGAZIONE viene negato un vissuto doloroso o l’esistenza di un problema
Es: “Va veramente tutto bene…” Ma io non sto mica male….”
LE ESPERIENZE
NOI SIAMO IL RISULTATO DELLE NOSTRE ESPERIENZE/VISSUTI E QUESTE
CONTRIBUISCONO A STRUTTURARE LA NOSTRA PERSONALITA’
QUALI ESPERIENZE DELLA NOSTRA VITA RICORDIAMO ?
QUALI SONO STATE LE ESPERIENZE DETERMINANTI:QUELLE CHE CI HANNO
SEGNATO, CAMBIANDOCI (e/o facendoci cambiare strada)?
I PRIMI ANNI DI VITA
TUTTI I CAMBIAMENTI SONO IMPORTANTI, ALCUNI DETERMINANTI
CAMBIAMENTI: CITTA’,CASA,SCUOLA, ATTIVITA’
SPORTIVA…..
CONDIZIONI FAMILIARI: SEPARAZIONI DEI GENITORI, MATRIMONIO, NASCITA DI
UN FRATELLINO, NASCITA DI UN FIGLIO, LAVORO, MALATTIE, LUTTI…..
ASPETTATIVE
LE ASPETTATIVE DEGLI ADULTI SIGNIFICATIVI POSSONO ESSERE SCHIACCIANTI
ES: NON DEVI SBAGLIARE, NON DEVI PRENDERE BRUTTI VOTI….NON DEVI CADERE
MAI
DOBBIAMO POTER SBAGLIARE BAMBINI ED ADOLESCENTI (MA ANCHE GLI ADULTI)
DEVONO AVERE LA POSSIBILITA’ DI SBAGLIARE PER SCOPRIRE LA CAPACITA’ DI
RIALZARSI.
CHE COSA RICORDIAMO?
LE GRANDI GIOIE
I GRANDI DOLORI
LE GRANDI GIOIE
•LE ESPERIENZE GRATIFICANTI
LA PRIMA VOLTA CHE SIAMO RIUSCITI AD ANDARE IN BICICLETTA)
•I RICONOSCIMENTI
(LA MEDAGLIA D’ORO AI GIOCHI DELLA GIOVENTU’)
•I COMPLIMENTI (HAI SCRITTO IL TEMA PIU’ BELLO)
•LE SOLUZIONI TROVATE
•AVER AIUTATO QUALCUNO
•MOMENTI SPECIALI
QUESTI SONO I RITORNI ESTERNI CHE COSTRUISCONO LA NOSTRA AUTOSTIMA
MA SOPRATTUTTO…..
I LEGAMI AFFETTIVI
E’ FONDAMENTALE
LA PERCEZIONE DI ESSERE STATI
AMATI INMODO INCONDIZIONATO
CI FORNISCE LA SICUREZZA PER
CAMMINARE DA SOLI NEL MONDO
I GRANDI DOLORI
DISTACCHI, LE SEPARAZIONI: LUTTI
DERISIONI/UMILIAZIONI
FRUSTRAZIONI INGIUSTE
TRADIMENTI
DELUSIONI
LA MANCATA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE
DISTACCHI E SEPARAZIONI
TUTTE LE NOSTRE ESPERIENZE DI PERDITA RISALGONO ALLA PERDITA ORIGINARIA,
LA PERDITA DEL LEGAME FONDAMENTALE MADRE FIGLIO. PRIMA DI AFFRONTARE LE
SEPARAZIONI INEVITABILI DELLA VITA VIVIAMO IN UNO STATO DI UNICITA’ CON
NOSTRA MADRE.
(J. Viorst “Distacchi”)
DERISIONI ed UMILIAZIONI
FRUSTRAZIONI INGIUSTE
TRADIMENTI
E’ proprio in virtù del tradimento che l’uomo è stato letteralmente messo al mondo” Se i nostri
progenitori non avessero tradito, Cristo non sarebbe venuto al mondo perché potesse compiersi
l’economia salvifica. Già Freud in “Significato opposto delle parole primordiali” aveva evidenziato che
la lingua contiene significati opposti per la stessa parola es: Altus (alto e profondo) sacer (sacro e
sacrilego)
Trado è composto da trans (passaggio) e do (dare), dare in consegna a qualcuno, se tradere
significava abbandonarsi ad una persona, in seguito nel gergo militare il significato è diventato
“consegnare al nemico”
(Aldo Carotenuto “Amare tradire”)
MANCATA POSSIBILITA’
DI SCEGLIERE
TRA I NOSTRI RICORDI….
ASPETTATIVE, DELUSIONI, DESIDERI
E GLI “ALTRI”
Spesso attribuiamo ad altri i nostri insuccessi o la nostra mancata realizzazione, ma se ci comportiamo
sempre nello stesso modo otterremo lo stesso risultato
A volte ci aspettiamo che siano gli altri a darci delle possibilità/occasioni e siamo delusi se ciò non
avviene
Abbiamo dei desideri/obiettivi
ed a volte non li focalizziamo e magari non ci impegniamo a
realizzarli oppure ci arrendiamo alle difficoltà. Vorrei fare…ma…
Abbiamo molta paura del cambiamento
CAMBIAMENTO
OGNI CAMBIAMENTO RICHIEDE DETERMINAZIONE
IL PAZIENTE E’ COME UN NAUFRAGO ATTACCATO AD UNO SCOGLIO…VEDE LA
TERRA FERMA A POCHI METRI DA LUI MA C’E’ UN TRATTO DI MARE CHE LI SEPARA E
SARA’ SOLO. DOVRA’ ABBANDONARE LE SUE POCHE SICUREZZE PER ACQUISIRNE
ALTRE PIU’ STABILI.
DUE INTERROGATIVI IMPORTANTI
PERCHE’ DI FRONTE AGLI EVENTI STRESSANTI DELLA VITA ALCUNE PERSONE SI
AMMALANO ED ALTRE NO?
PERCHE’ ALCUNI SI AMMALANO DI ANSIA, ALTRI DI DEPRESSIONE, ALTRI SONO
COLPITI DA ATTACCHI DI PANICO?
LA NOSTRA MENTE COME UN CRISTALLO POLIEDRICO….
IL SINTOMO PSICHICO
E’ UN SEGNALE, SERVE A COMUNICARCI CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON VA.
I SEGNALI DOVREBBERO ESSERE ASCOLTATI
CHE COSA CI PUO’ FAR STARE MALE?
FATTORI AMBIENTALI (sociali/familiari)
FATTORI BIOLOGICI
CHE COSA FARE?
CURA PSICOLOGICA
CURA FARMACOLOGICA
CURA COMBINATA
Concludendo…
LE CURE RICEVUTE DA PICCOLI
Favoriscono la preservazione del patrimonio cerebrale da adulti e, soprattutto, plasmano una
risposta da stress di gran lunga meno distruttiva. Quindi la risposta da stress ed anche la futura
suscettibilita’ a malattie, anche organiche, puo’ essere condizionata da esperienze vissute nelle
fasi piu’ precoci della vita.
DA GRANDI….
Acquisire la consapevolezza di come abbiamo vissuto e di come siamo non annulla ne’ modifica il
nostro passato, ci aiuta pero’ a sceglere le cose migliori per noi, ad inquadrare i problemi e
cercare vie di soluzione, certo, con fatica ed impegno,
Ma non c’e’ niente di facile al mondo.
I cambiamenti sono sempre difficili si perde qualcosa e si acquista qualcos’altro, si puo’ anche
sbagliare ed accettare il rischio.
C’e’ sempre tempo per migliorare, per trovare una propria dimensione per realizzare degli
obiettivi, per occuparsi di se’.
Bibliografia
“Costruzione e rottura dei legami affettivi”, John Bowlby, Raffaello Cortina Editore,1982
“La solitudine” Nicole Fabre, edizione Magi, 2004
“Amare tradire” Aldo Carotenuto, Bompiani, 2005
“Distacchi” Judith Viorst, Sperling Paperbach, 2005
“Amore odio e riparazione” Melani klein Joan Riviere, casa editrice Astrolabio, 1969
“Opere” freud Bollati Boringhieri, 1989
“La sindrome di biancaneve” Colette Dowling, Bompiani,1996
“Il piccolo principe” Antoine de Saint Exupéry Bompiani, 1994
Giovedì 29 Marzo, 2007
Dott.ssa Franca Da Re Psicologa Psicopedagogista, dirigente scolastico
INTELLIGENTI SI NASCE O SI DIVENTA? LO SVILUPPO
DELL’INTELLIGENZA E L’APPRENDIMENTO”
L’ INTELLIGENZA E’ UNA CARATTEISTICA DI DIFFICILE DEFINIZIONE
L'intelligenza è l'insieme innato di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate
dall'attività cerebrale dell'uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare,
apprendere, risolvere problemi, comprendere le idee e il linguaggio. Sebbene molti considerino il
concetto di intelligenza in un ambito più ampio, molte scuole di psicologia considerano l'intelligenza
come distinta da tratti della personalità come il carattere, la creatività o la saggezza.
ASSIMILAZIONE E ACCOMODAMENTO
Secondo Piaget, l’intelligenza è una facoltà dinamica e plastica che si caratterizza tra le altre cose nella
capacità di assimilare i dati di esperienza nei propri schemi mentali innati e di aggiustare questi
(accomodarli) tenendo conto dei dati dell’esperienza.
LA MISURAZIONE DELL’INTELLIGENZA
Fin dalla fine dell’800 la psicometria ha messo a punto strumenti per misurare l’intelligenza.
Il più noto e diffuso ancora oggi è quello della misurazione del QI, attraverso una batteria di prove di
tipo linguistico, artimetico, spaziale.
Poiché tale tipo di misurazione è pesantemente condizionato dalla cultura e della’istruzione, si sono
messi a punto strumenti cosiddetti CULTURE FREE
IL FATTORE G e le teorie multidimensionali
Tutte le misurazioni di QI si basano sull’assunto che esista un fattore generale (G) di intelligenza che è
caratterizzato da facoltà logico-deduttive, percettive, spaziali, anlitiche, ecc.
Teorie più recenti sostengono che l’intelligenza è una facoltà multidimensionale, dinamica, molto
varia.
Tutti concordano comunque nel considerarla un insieme di fattori innati che vengono però modificati
dalle esperienze e dall’ambiente.
Se intelligenti si nasce o si diventi, è diventato quindi un mero quesito accademico, privo di interesse
per gli studiosi.
LE INTELLIGENZE MULTIPLE
Alcuni teorici sostengono modelli secondo cui non si può parlare di INTELLIGENZA, ma di
INTELLIGENZE.
Il modello di GARDNER:
•Intelligenza linguistica
•Intelligenza logico-matematica
•Intelligenza spaziale
•Intelligenza cinestetica
•Intelligenza musicale
•Intelligenza personale (intra e interpersonale)
•Intelligenza naturalistica
•Intelligenza esistenziale
IL MODELLO TRIARCHICO DI STERNBERG
Il pensiero umano si compone di tre dimensioni fondamentali che si fondono in combinazioni
personali e irripetibili di intelligenze diverse in interazione con gli stili cognitivi
–pensiero analitico (capacità di giudicare, valutare, scomporre, fare confronti, rilevare contrasti,
esaminare dettagli)
–pensiero creativo (scoprire, produrre novità, immaginare, intuire)
–pensiero pratico (si realizza nell’organizzazione, nell’abilità di usare strumenti, applicarli,
attuare concretamente progetti e piani mirati a obiettivi concreti)
INTELLIGENZA EMOTIVA
STILI E “INTELLIGENZE”
Ricerche sugli stili cognitivi
•SISTEMATICO
INTUITIVO
[______________________]
•ANALITICO
GLOBALE
[______________________]
•RIFLESSIVO
IMPULSIVO
[______________________]
•VERBALE
VISUALE
[______________________]
•DIVERGENTE
CONVERGENTE
[______________________]
•CAMPODIPENDENTE
CAMPOINDIPENDENTE
[______________________]
STILI E “INTELLIGENZE”
altre ricerche
(Antoine de La Garanderie)


Analizziamo gli alunni che hanno successo per capirne le strategie di apprendimento
Emergono due profili pedagogici che configurano due strategie di lavoro per immagazzinare e
rievocare le informazioni
 Ci sono studenti che di creano “immagini mentali uditive”: si raffigurano il materiale come
immagine mentale di suono; “recitano” il materiale
 Ci sono studenti che si creano “immagini mentali visive”: si raffigurano il materiale come
immagine vera e propria; le immagini delle parole, la pagina come configurazione spaziale, ecc.
TEORIE DELL’ATTRIBUZIONE E MOTIVAZIONE
•A CHI ATTRIBUIRE IL SUCCESSO E L’INSUCCESSO?
(perché ho successo o insuccesso?)
•LOCUS
OF CONTROL: INTERNO O ESTERNO?
(il successo/insuccesso dipende da me o no?)
•FATTORI STABILI O
INSTABILI? CONTROLLABILI O NON CONTROLLABILI?
(i fattori del successo/insuccesso sono mutevoli o immutabili? Posso controllarli o sono
ineluttabili?)
IL BUON ELABORATORE DI INFORMAZIONI
–E’
convinto che il successo può dipendere da sé, ha cause interne: sforzo, impegno, abilità
personale
–
E’ convinto che tali fattori sono mutevoli (non stabili, dipendono da sé) e quindi controllabili
–
Ha una visione dell’intelligenza come di una facoltà dinamica e plastica, quindi
“incrementabile”
–
Considera i problemi come opportunità e sfide da affrontare
–
Considera l’errore non un fallimento, ma un grado della padronanza
Giovedì 12 Aprile 2007
Dott.ssa Micaela Falleri, Psicologa Psicoterapeuta
LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA
La costruzione dell’immagine corporea
La mia vista non può esplorare ciò che si nasconde dietro le mie spalle, e soprattutto non può vedere
ciò che sono e che mi esprime.
Definizioni:
IMMAGINE:
Rappresentazione di qualcosa in sua assenza.
IMMAGINE CORPOREA:
È la rappresentazione che ognuno ha del proprio corpo e si riferisce a ciò che Schilder definisce
“schema corporeo”
Il concetto di schema corporeo
lo schema corporeo è l’ elemento costitutivo dell’identità
Il corpo è la base delle manifestazioni della PERSONALITÀ.
La corporeità è la manifestazione dell’essere al mondo.
LA BASE DELLA STRUTTURAZIONE DELLO SCHEMA CORPOREO è DATA
DALLE SEGUENTI FASI:
•la presa di coscienza della propria corporeità;
•la relativa immagine mentale che ci si forma di essa;
•i
vissuti legati all’esperienza affettiva del corpo.
Il corpo è strettamente legato alla motricità umana ed alle sue manifestazioni, tanto da essere
l’elemento che permette lo sviluppo degli automatismi motori e il controllo cosciente della motricità
intenzionale.
Fasi di acquisizione dello
schema corporeo
•L’evoluzione dello schema corporeo segue dalla nascita un certo numero di tappe predeterminate di
maturazione. Le tappe dello sviluppo si articolano in una cronologia che va da 0 a 12/14 anni circa.
•Il neuropsichiatra De Ajuriaguerra suddivide tale processo in quattro tappe:
CORPO SUBITO, da 0 a 2 mesi;
CORPO VISSUTO, da 2 mesi a 3 anni;
CORPO PERCEPITO, da 3 anni a 6 anni;
CORPO RAPPRESENTATO, da 6 anni a 12/14 anni.
Un’altra sintesi di modelli è data:
1.
SCHEMA CORPOREO INCOSCIENTE
secondo Head
Viene definito dalle referenze posturali, cioè dalle afferenze propriocettive che arrivano al
cervelletto.
Le informazioni di origine articolare, muscolare e vestibolare informano questo centro del sistema
nervoso delle posizioni scheletriche e della postura del corpo in rapporto alla forza di gravità.
2.
LA BARRIERA TATTILE INFRACOSCIENTE
secondo Anzieu;
Si identifica con la pelle, che stabilisce un limite tra ciò che è interno e ciò che è esterno al
corpo. La pelle non è soltanto il luogo del tatto, ma si può intendere quale confine corporeo e limite
dell’estensione dell’Io, limite nel senso di DISTANZA tra NOI e l’ALTRO, confine e contenitore
dell’identità psichica e psicologica.
LA PELLE:
in quanto:
in quanto:
in quanto:
INVOLUCRO - CONTENITORE - CONFINE DELL’IO
ASPETTI CHE SI SOVRAPPONGONO NEL VISSUTO DELL’ESPERIENZA
Conduttrice di sensibilità;
Di protezione tra il “dentro” ed il “fuori”;
Termoregolatore fisiologico;
Termoregolatore emotivo;
È il tramite che collega tra loro i poli del corpo: polo materiale e polo psichico – spirituale.
3.L’IMMAGINE CORPOREA COSCIENTE
secondo Schilder
L’immagine corporea (o immagine del corpo) è presente a livello percettivo nella sfera cosciente
somatognosica della corteccia celebrale.
È LA MODALITÀ CON CUI OGNUNO DI NOI PERCEPISCE IL PROPRIO CORPO
IN QUANTO AVENTE UNA DETERMINATA FORMA E CONSISTENZA E OCCUPANTE UN
CERTO VOLUME NELLO SPAZIO.
Questa immagine si realizza attraverso l’esperienza di un corpo vissuto e poi percepito, che viene
quindi investito della personalità del soggetto. Ogni percezione comprende un investimento emozionale
e affettivo, anche in riferimento alle esperienze anteriori della persona.
Tutto ciò confluisce in un’immagine di Sé cosciente, che investe appunto sia la sfera psicologica sia
quella fisiobiologica.
I differenti livelli di identità corporea
L’immagine del corpo e quindi l’identità corporea di ogni persona può avere tre livelli diversi:
•I.
Corpo fantasmatico (o immagine corporea fantasmatica);
Il corpo è dissociato: alla mancanza di globalità si sovrappongono fantasmi di spezzettamento.
•II.
Corpo immaginario (o referente posturale / frontiera tattile);
L’immagine del corpo che ne risulta non è reale, bensì relativa al vissuto emotivo – affettivo.
•III.
Corpo reale (o schema corporeo).
Si realizza l’immagine globale cognitiva del corpo reale con la conseguente riappropriazione della
propria identità corporea.
Immagine corporea
L’immagine corporea non si identifica con i limiti anatomici del nostro organismo, perché non è una
replica fedele della morfologia del corpo quale è descritta dall’anatomia.
L’ i.c. è un’IMMAGINE VISSUTA che MI FA ESSERE LA DOVE ARRIVA, con il MIO TATTO,
il MIO SGUARDO, la MIA PRESENZA, sia pure come semplice presentimento. (Galimberti).
A NESSUNO È CONCESSA L’IMMAGINE FEDELE DEL PROPRIO CORPO.
•Anche con lo specchio non raggiungo lo scopo, perché l’immagine riflessa non è sovrapponibile ma
simmetrica: la destra cioè diventa la sinistra, e siccome le due parti non sono perfettamente identiche ,
l’espressione che vedo riflessa non è la mia espressione.
•L’immagine corporea è una costruzione che il corpo compie con lo sguardo attraverso la faccia
dell’altro (“faccia” che è verbo fare in latino) ed è anche viso dal latino visus dove sono evidenti le
allusioni all’atto di vedere.
Siamo troppo inclini a credere che le circostanze del nostro pensiero siano le sole ad avere importanza.
Fondamentali per la costruzione dell’immagine corporea sono quelle parti del corpo che, per la loro
motilità, ne consentono l’esplorazione. Senza AZIONE, infatti, è praticamente impossibile comporre
un’immagine corporea, per la semplice ragione che IL MOVIMENTO È CIÒ CHE CI CONSENTE DI
UNIRE LE VARIE PARTI DEL CORPO E DI COORDINARLE CON GLI OGGETTI E CON LE
PERSONE DEL MONDO ESTERNO (es. aprassico).
OGNI TENTATIVO D’AZIONE conscio o inconscio,
OGNI DESIDERIO realizzato o rimosso CAMBIANO:

L’IMMAGINE CHE ABBIAMO DEL CORPO;


LA SUA GRAVITÀ;
IL SUO PESO.
Per questo ogni tanto ci “sentiamo leggeri” , mentre altre volte ci “sentiamo a pezzi”.
Si tratta di modi di ESSERE in quel rapporto dinamico tra corpo e mondo che l’immagine del
corpo fedelmente segue e riproduce.
È un’immagine dinamica dove convergono e si compongono gli elementi tattili, visivi, muscolari in
quella sorta di sensibilità diffusa, grazie alla quale noi ci sentiamo vivere come quella totalità unitaria
che sottende ogni azione.
L’immagine del corpo COME
esperienza della nostra corporeità
•L’
immagine corporea è data dalla STRUTTURA DELLA PRESENZA:
nostro modo di ABITARE il MONDO
Un esempio è dato dal dolore dell’arto fantasma:
con la sua resistenza a scomparire indica che non ci si arrende alla mutilazione, per dimenticare un
arto, per separarsi da esso bisognerebbe accettare di ignorare quella parte del mondo che prima
occupava.
Il corpo abituale si scinde dal corpo attuale in quanto scompaiono i gesti propri del maneggiare,
Merlau Ponti scrive “ il malato conosce la sua menomazione proprio perché la ignora, e la ignora
proprio perché la conosce”.
•Il rapporto misterioso tra il corpo e la sua immagine è rilevante solo a livello umano, per cui il
bambino a differenza dello scimpazè (età in cui ha da poco superato l’intelligenza strumentale di questo
ultimo) già riconosce nello specchio la sua immagine e ad essa reagisce con una serie di gesti che gli
consentono di mettere in relazione: i movimenti tratti dall’immagine e l’ambiente riflesso.
IMMAGINE CORPOREA ALTRI
identità
•LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA DIPENDE OLTRE CHE DALLA STORIA
DEL SINGOLO INDIVIDUO ANCHE DALL’INCIDENZA DELL’ELEMENTO SOCIALE.
es.
“di fronte a lui mi sento un pigmeo”;
“quando lo vedo mi si allarga il cuore”;
“in mezzo a quella folla ondeggiante mi sento affogare”.
DECISIVI A QUESTO PROPOSITO SONO GLI ALTRI, IL CUI INTERESSE POSITIVO O
NEGATIVO PER ALCUNI ASPETTI DEL NOSTRO CORPO PORTA AD UNA
MODIFICAZIONE DELLA NOSTRA IMMAGINE CHE ACCENTUA O RIMUOVE CIÒ CHE
SENTE ACCETTATO O RESPINTO.
– PROCESSI DI IMITAZIONE;
– MECCANISMI DI IDENTIFICAZIONE
– MECCANISMI DI PROIEZIONE;
– IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE
( PROIEZIONE_INTROIEZIONE)
–I CANONI COLLETTIVI DI BELLO E BRUTTO
Il corpo
L’IDENTITÀ può andare incontro a ristrutturazioni e modifiche anche radicali sul piano psicologico.
Ciò nonostante ognuno di noi mantiene la propria unicità nel corso del tempo, grazie alla
consapevolezza e alle memorie che ha di Sé, alle relazioni che ha e che ha avuto con gli altri, ad una
infinità di punti di riferimento reperibili nell’ambiente di vita (residenze, luoghi, realizzazioni,
fotografie, scritti, oggetti significativi, abitudini, linguaggi) e soprattutto, grazie al proprio corpo.
È INDUBBIO CHE L’INDIVIDUALITÀ HA INIZIO NEL CORPO.
Il numero di individui in una determinata stanza corrisponde al numero dei loro corpi.
Il corpo continua ad essere un importante elemento di identità per tutta la vita.
Le MEMORIE ed il CORPO sono i costituenti di maggior rilievo:
•Le memorie costituiscono il filo rosso della vita SOGGETTIVA;
•Il corpo è il punto di riferimento oltre che per il soggetto anche per gli ALTRI che ne fanno esperienza
dall’esterno.
•Il corpo è la caratteristica individuale che concorre maggiormente a dare CONTINUITÀ ed
UNICITÀ, è la componente di noi immediatamente percepibile all’esterno, un ponte tra il “dentro” e il
“fuori”, senza il quale NON ci potrebbero essere RELAZIONI e CONTATTI.
L’identità è una dimensione della personalità complessa e multiforme
•Ognuno
possiede svariate identità: sessuale, professionale, familiare, privata, pubblica, nazionale,
razziale, religiosa, culturale ecc.;
•Nei rapporti con gli altri e con se stessi ognuno esiste a due livelli:
a.
c’è un’identità per sé (sé soggettivo _ nucleo profondo);
•ed un’identità per gli altri (sé sociale): il modo in cui ci percepiscono e ci considerano gli altri può
essere simile ma anche molto diverso dal modo in cui noi ci consideriamo (es. identità transitorie, per
convenienza, per curiosità, per gioco o maschere … modelli identitari attraenti).
Nel realizzare i propri obiettivi non tutti hanno le stesse opportunità di partenza ed ognuno risente
delle condizioni di vita in cui è nato e cresciuto. Così se alcuni possono permettersi di giocare con
l’identità, di esplorarne le molteplici sfaccettature entrando in ruoli sociali diversi e contrapposti, altri
invece devono lottare per mantenere la propria continuità personale di fronte al rischio dell’anonimato
e della frammentazione.
L’individualità
ha inizio nel corpo.
Il RAPPORTO che ognuno stabilisce con la PROPRIA FISICITÀ è INEVITABILMENTE
DIALETTICO E COMPLESSO.
La DIMENSIONE FISICA (corpo) è una parte costitutiva dell’identità (componente intrinseca) e
tuttavia possiamo anche pensarlo come un qualcosa di indipendente nel senso che possiamo anche
“oggettivarlo”, ossia osservarlo, valutarlo, ascoltarlo, esibirlo, trasformarlo, migliorarlo, tenerlo in
efficienza oppure, al contrario, ignorare i segnali che ci invia (di benessere, malessere, dolore, fame,
sete o quanto altro) reprimerlo, punirlo, nasconderlo …
Il rapporto che il corpo assume nella vita delle persone varia in rapporto a molteplici fattori, come lo
stato di salute, l’età, le relazioni con altri corpi e persone, la fatica che riesce a sopportare in alcuni
momenti, l’efficienza con cui risponde, la bellezza, l’autonomia delle forme …
Varia anche in rapporto alle epoche storiche, alle condizioni concrete della vita, alla cultura ed alle
mode.
storia e corpo
EGIZI: il trucco e le parrucche marcavano l’appartenenza sociale ed il corpo era utilizzato soprattutto
per sedurre. La stessa arte della mummificazione aveva, nell’antico Egitto, uno scopo ed un significato
ben preciso: l’anima non avrebbe potuto sussistere nell’aldilà senza il supporto del corpo.
GRECI: ci hanno trasmesso attraverso le loro statue, ma non solo, una filosofia del corpo tutta in
positivo, basata su un rapporto sereno tra la carne e lo spirito, tra il fisico ed il mentale, tra le emozioni
della carne e la razionalità della mente.
ROMANI: aderirono alla filosofia greca che riassunsero nel celeberrimo “mens sana in corpore sano”.
Il tramonto dell’antichità classica segnò anche il DECLINO DEL CORPO. Divenne sconveniente
esibirlo, dedicargli cure persino lavarlo. Si ritennero giuste ed opportune svariate misure restrittive (es.
cilicio e rituali della flagellazione oppure innumerevoli mortificazioni della carne attraverso penitenze,
digiuni, astinenze ecc.) che avrebbero consentito di tenerlo sotto controllo e di redimerlo.
UMANESIMO e RINASCIMENTO: tornò di nuovo ad essere al centro dell’attenzione.si riprese ad
abbigliarlo, ad esibirlo, adornarlo ed a mascherarlo
Nei secoli successivi fu solo una minoranza di persone benestanti a poter intrattenere con il proprio
corpo un rapporto che non fosse meramente strumentale, ma anche espressivo ed estetico.
L’attenzione alla bellezza, all’armonia delle forme e dei movimenti rimase a lungo appannaggio dei
nobili e della corte.
Quando i lavori erano quasi tutti di ordine tipo fisico, per la maggior parte delle persone il corpo aveva
una funzione essenzialmente “strumentale”. Sociologi e storici ci hanno spiegato come contadini ed
operai vivessero il corpo come un mezzo per raggiungere un fine, mentre la cura del corpo assumeva
un significato solo in caso di malattia.
Nel 1900 la trasformazione delle mansioni lavorative, sempre meno fisiche e sempre più
smaterializzate, e l’aumento del tempo libero hanno consentito ad un numero crescente di persone di
guardare al corpo non più come ad una macchina da tener in efficienza per poter lavorare, combattere,
fare ed allattare bambini, ma come una proprietà personale dotata di valenze espressive e di emozioni
narcisistiche.
il corpo nella modernità
Negli ultimi decenni si è radicalmente modificato il modo in cui la gente UTILIZZA il corpo, SI
RAPPORTA ad esso, NE PARLA, SI ESIBISCE.
Si è MODIFICATA:
L’IMMAGINE PUBBLICA DEL CORPO,
•LA MODALITÀ DI GESTIONE,
•IL TEMPO CHE LE PERSONE DEDICANO AL FISICO.
Trasformazione del corpo
•Oggi il corpo diventa spesso un vero e proprio oggetto di culto, di attenzioni e cure di ogni tipo, tali da
arrivare talvolta persino alla sua definitiva, trasformazione (body-building, tatuaggi, piercing, chirurgia
estetica).
Corpo / sessualità
•Si è consolidato un rapporto più disinvolto ed esplicito con la fisicità, la sessualità è uscita dalla sfera
privata per entrare prepotentemente in quella pubblica, dove nudi e pornografia sono merce comune
così come si sono moltiplicate le tecnologie della salute e della bellezza (es. palestre di fitness).
canoni – moda
•Giornali,
cinema televisione hanno proposto imposto all’attenzione collettiva dei modelli di
comportamento, tipi fisici, look ed i canoni di bellezza.
•Si è diffusa l’idea che il successo di una persona dipenda dalla sua immagine. Compare nella scena
sociale un nuovo dovere, quello di tenere in ordine il proprio corpo, di esercitare su di esso
un’attenzione ed una disciplina costanti, spesso all‘origine di nuove preoccupazioni assillanti per chi ad
es. è brutto, grasso, timido ecc.
Il corpo può diventare un vero e proprio PROGETTO
•Quando i confini di sé diventano labili e fuggenti, o vengono meno altre forme di realizzazione, il
corpo offre un aggancio concreto, confini tangibili, e fornisce quelle caratteristiche di unicità e
differenza che sono alla radice di ogni identità individuale.
IL CORPO COME MATERIALIZZAZIONE DELLA VOLONTÀ INDIVIDUALE si concretizza
come segue:
a. Nel gusto di modellare o “scolpire” il corpo raggiunge il livello massimo nei body-builder, che
orgogliosamente esibiscono la loro opera in corsi e manifestazioni.
b. Nell’anoressia mentale (per motivi diversi) viene posto al centro dell’interesse il corpo o meglio il
corpo ideale (senza forma, senza volume, senza peso, piatto) per cui si attengono ad una dura
disciplina: diete, digiuni, esercizi fisici, pratiche di svuotamento ecc.
La malattia come progetto
•Quando nella vita di una persona tutto il resto è bloccato, il solo progetto per l’avvenire è quello di
essere malati e di farsi riconoscere come tali, ossia di convincere gli altri della validità del proprio
progetto – malattia, non di guarire. Al dì la della patologia e dei suoi specialisti, emergono due figure:
quella dello Stato, che in mancanza d’altro offre attraverso le istituzioni sanitarie uno statuto agli
esclusi, e quella del genitore assente, di cui lo stato prende il posto nella storia dell’individuo (T.C.
Carreteiro).
•In
casi meno estremi a seguito di un CAMBIAMENTO DRASTICO di vita che PRODUCA
ISOLAMENTO, DEPRESSIONE, SFIDUCIA, PERDITA dell’IDENTITÀ SOCIALE (vedovanza,
divorzio, licenziamento, disoccupazione ecc.) può verificarsi la ricerca di cure mediche ha in questi
casi un valore METAFORICO ed INDICA IL BISOGNO DI ESSERE PRESI IN CARICO
TEMPORANEAMENTE DA QUALCUNO IN GRADO DI AIUTARE.
IL DOLORE COME CURA
•Es. un giovane che abbia sperimentato la caduta di sicurezza ed autostima; o che sia depresso; o che
abbia subito un trauma (lutto, abbandono, separazione, emarginazione, insuccesso scolastico) può
reagire:
Usando droghe; narcotizzarsi con farmaci; praticare sport in forma esasperata ed intensiva; tatuarsi
o farsi fare piersing in zone del corpo più sensibili al dolore e a rischio di infezione; può mangiare
eccessivamente.
L’aggancio alla fisicità, alle sensazioni piacevoli o spiacevoli che provengono dal corpo,
secondo alcuni autori è una modalità con cui l’individuo può cercare di mantenere una continuità con
il proprio Io in momenti di difficoltà o prendersi una vacanza da un’identità troppo esigente o
impegnativa, che richiede standard di comportamento elevati, decisioni difficili, tensioni, conflitti.
CONDOTTE AUTOLESIONISTICHE:
hanno una dimensione patologica
ed una funzione adattiva immediata
Es. provocarsi ferite, tagli, scorticarsi le unghie, battere continuamente la testa contro il muro,
strapparsi ciocche di capelli, o le ciglia, colpirsi con oggetti, provocarsi delle bruciature, morsicarsi
l’interno delle guance ecc.
Provocandosi del dolore fisico, il soggetto prova delle sensazioni che lo fanno sentire vivo,
coinvolto in un evento intenso, che gli consentono di non pensare ad altro, di non ricordare, di
prendersi una vacanza da altri stress da altre tensioni.
Questi comportamenti hanno anche una valenza metaforica: sotto il proprio controllo, vengono
prodotte sensazioni dolorose che sono la versione in scala ridotta del dolore morale o fisico provato in
altri contesti.
SIMBOLISMO CORPOREO
“ la malattia è il luogo in cui si apprende” (Pascal).
La verità è nei recessi del corpo.
In ogni organo – cuore, reni, pancreas, stomaco – è inscritta una parte del nostro progetto di vita; in
essi si depositano i nostri pensieri e vengono espresse e trattenute le nostre emozioni. Quando un
organo si ammala viene segnalato un blocco che investe altri piani della coscienza. Ogni parte ferita del
corpo, ogni organo malato, è la pista per comprendere una causa più grande e profonda, è un segnale da
decifrare e decodificare.
Un SINTOMO è un SEGNALE che:
 calamita ATTENZIONE;
 INTERESSE;
 ENERGIA;
 mette in DISCUSSIONE L’ESISTENZA.
Questa interruzione, che sembra venire dall’esterno, noi la percepiamo come un disturbo ed in
genere abbiamo solo uno scopo: farlo sparire al più presto.
Nel SINTOMO è nascosto un SIMBOLO “espressione vitale”
Qualsiasi cosa si manifesti nel nostro corpo sotto forma di sintomo è un’espressione vitale di un
processo invisibile, di qualcosa che non è in ordine e che dobbiamo analizzare.
Ogni sintomo è una provocazione che ci offre l’opportunità di guardarci in profondità.
Comprendere il linguaggio simbolico significa decifrare i contenuti psichici e le forme “incarnate” di
quel sintomo, significa individuare il lato psicologico e spirituale di un aspetto corporeo, significa
trovare il centro della cura.
-Per salvarci la vita spesso occorre estirpare il sintomo.
-Per guarire occorre restituire alla coscienza ciò che è stato forcluso.
IL CORPO ACCOGLIE CIÒ CHE MENTE VORREBBE RIGETTARE.
•Il soggetto dopo un’offesa rifiuta di sentirsi arrabbiato. Es. L’ira si traduce in ipertensione arteriosa. Il
corpo accoglie il non detto, si ammala per offrire vantaggi secondari; la reazione rabbiosa, infatti,
trasmutata in linguaggio somatico, offre l’opportunità al soggetto di sentirsi buono e a illudersi di
essere protetto e amato. In tal senso guarire significa ritornare alla verità, per riappropriarsi della
responsabilità della propria rabbia e della propria paura, dei propri pensieri e delle proprie azioni.
•Tale percorso necessita di un lavoro volto a riportare alla coscienza ciò che nel corpo si è trasformato
per essere da un lato svelato e dall’altro celato.
“RI - TORNA A TE STESSO”
Per compiere tale processo di svelamento occorre riappropriarsi del linguaggio d’organo, ossia come la
persona abbia potuto traslare e nascondere nel corpo in modo differenziato e circoscritto la propria
paura e la libertà di esprimersi e di scegliere, di progettare, decidere ed amare.
•In tale prospettiva la guarigione non consiste in una eliminazione del sintomo corporeo, ma, attraverso
un percorso di coscientizzazione, nel renderlo inutile e superfluo.
•Lo svelamento simbolico non solo rivela l’esistenza di un conflitto psichico e razionale, ma in qualche
modo suggerisce anche la soluzione e la via di un percorso trasformativo.
“la medicina migliore dell’uomo è l’uomo stesso. Il massimo grado di medicina è l’amore.” (Paracelso)
Se la vita è una sorta di scuola
le malattie fanno parte del piano di studio
•Non ci puniscono nè ci condannano
•Ci invitano a rispondere ad una domanda:
Cosa devo fare adesso e che cosa mi manca per essere più completo, per realizzarmi e raggiungere
l’unità?
bibliografia
•Anna Oliviero Ferraris: “La ricerca dell’identità”; Giunti Editore 2002.
•Anna Freud: “L’Io e i meccanismi di difesa”, G. Martinelli & C. s.a.s. Firenze Editori, 1967.
•Umberto Galimberti: “Il corpo”; Feltrinelli Editore, 2002.
•Alessandro Lowen: “il linguaggio del corpo”; Feltrinelli Editore, 1985.
•James I. Kepner: “Body process”; Franco Angeli Editore, 1993.
•Franco Maneti: “Dialoghi tra psiche e soma”. Magi Editore, 2006.
•Marina Massenz, Elena Simonetta: “Dal corpo fantasmatico all’identità corporea”.
Franco Angeli Editore, 1999.
•Luigi Solano: “Tra corpo e mente”; Raffaello Cortina Editore, 2001.
Giovedì 26 Aprile 2007
Dott. Ettore D’antonio, Psichiatra, Dipartimento Di Salute Mentale ulss 7 Conegliano
LA CAPACITA’ DI FARE FRONTE A DIFFICOLTA’ E FRUSTRAZIONI E LO SVILUPPO
DI SENTIMENTI DEPRESSIVI
ULSS N°7 CONEGLIANO
Difficoltà e frustrazioni
Difficoltà e frustrazioni fanno parte del normale corso della vita, ma alcune persone in reazione a
situazioni di stress sviluppano disturbi dell’umore come ansia patologica e depressione. Sono persone
che non hanno sviluppato strutture psicologiche resistenti agli eventi stressanti o sono infragilite da
situazioni di difficoltà prolungate oppure non hanno gli strumenti per integrare le esperienze dolorose.
ETÀ EVOLUTIVA
 I BAMBINI ALLEVATI RISPARMIANDO LORO IL DOLORE, LA FRUSTRAZIONE, LA
RISPOSTA NEGATIVA, DIVENTERANNO ADULTI INCAPACI DI INTEGRARE LE
FRUSTRAZIONI E FARNE UN UTILE STRUMENTO DI ESPERIENZA E DI
RAFFORZAMENTO DEL SE’.
L’ANSIA E’ UNO STATO EMOTIVO
Possiamo definire l’ansia come uno stato emotivo che va dal leggero disagio alla paura intensa.
E’ un sentimento di paura di fronte ad un pericolo, ma, mentre nell’ansia normale il pericolo è
reale o probabile, nell’ansia patologica (intesa come malattia) il pericolo è inesistente o remoto.
E’ normale sentirsi ansiosi in corrispondenza di alcuni eventi della vita (un esame, un colloquio
di lavoro…..)
ANSIA NORMALE
Emozione caratterizzata da uno stato di tensione, apprensione ed allarme per un imminente pericolo o
per eventi dannosi, associata a sentimenti di disforia (umore mutevole) o a sintomi somatici sgradevoli.
ANSIA PATOLOGICA
Le manifestazioni su descritte si verificano per eventi temuti che possono essere estremamente
improbabili o addirittura impossibili, ma vengono in ogni caso avvertiti e temuti in modo abnorme e
del tutto sproporzionato rispetto alla loro reale entità.
STRESS
Per stress s’intende la risposta di un sistema ad una sollecitazione ambientale che tende a portare il
sistema stesso lontano dal suo intervallo di funzionamento ottimale.
ANSIA STRUTTURANTE
BASSO LIVELLO D’ANSIA:
•Aumento della velocità associativa
•Aumento della velocità d’apprendimento
•Migliore capacità di formare giudizi validi sulla realtà
•Miglioramento dell’efficienza fisica
•Diminuzione del tempo di reazione agli stimoli fisici
Miglioramento
della
performance
ANSIA DESTRUTTURANTE
ALTO LIVELLO D’ANSIA:
Rallentamento della velocità associativa: BLOCCO
Apprendimento difficoltoso o impossibile: BLOCCO
•Restringimento del campo di coscienza: MONOIDEISMO
•Sfaldamento della coscienza:STATO CONFUSIONALE/STUPORE
•Impossibilità di comunicazione tra soggetto ansioso e mondo esterno
Scadimento
della
Performance/
Patologia
•
•
L’ansia può essere individuata da una triade di pattern sintomatologici riferibili rispettivamente

alla TENSIONE MOTORIA,

all’IPERATTIVITA’ DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
all’IPERATTIVITA’ e della VIGILANZA ed ATTENZIONE
TENSIONE MOTORIA

•Tremori,
mioclonie
•Sensazione
•Tensione
di instabilità
muscolare
•Dolore
•Irrequietezza
motoria
•Facile affaticabilità
IPERATTIVITA’
DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
•Dispnea
•Palpitazioni o tachicardia
•Sudorazione o mani fredde ed umide
•Secchezza delle fauci
•Vertigini o sensazione di testa vuota
•Nausea, diarrea o altri disturbi addominali
•Vampate di calore o brividi
•Minzione frequente
•Difficoltà a deglutire
IPERATTIVITA’ DI VIGILANZA ED ATTENZIONE
LE NEVROSI D’ANSIA
DISTURBO D’ANSIA DOVUTO AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE
DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE
DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO (CON E SENZA AGORAFOBIA)
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA
FOBIA SOCIALE
FOBIA SPECIFICA
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
DISTURBO ACUTO DA STRESS
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CON ANSIA
TERAPIE DELL’ANSIA
TERAPIE FARMACOLOGICHE
BENZODIAZEPINE
NEUROLETTICI TIPICI ED ATIPICI
ANTIDEPRESSIVI
BETABLOCCANTI
IPNOINDUCENTI
PSICOTERAPIE

PSICODINAMICHE
COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
DEPRESSIONE
Calo del tono dell’umore, che si manifesta sotto forma di una coloritura negativa, cupa, che assumono
i sentimenti che l’individuo prova nei confronti delle situazioni quotidiane.
Definiamo umore un “clima” emozionale stabile, pervasivo e duraturo.

Naturalmente, mutamenti di stati d’animo con caratteristiche di maggiore fluttuazione non
configurano necessariamente condizioni di patologia affettiva.

I DISTURBI DELL’UMORE
Molti dei disturbi dell'umore si manifestano con modalità episodiche, con periodi di umore
disturbato che si alternano a periodi piuttosto prolungati di funzionamento normale.
Vi sono quattro tipi di episodio dell'umore definiti nel DSM IV:
- DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE: ALMENO 2 SETTIMANE DI UMORE
DEPRESSOACCOMPAGNATO DA UN ANDAMENTO CARATTERISTICO DEI
SINTOMI DEPRESSIVI
- EPISODIO MANIACALE: ALMENO 1 SETTIMANA DI UMORE ESALTATO, EUFORICO
IRRITABILE, ACCOMPAGNATO DA UN ANDAMENTO CARATTERISTICO DEI
SINTOMI
MANIACALI;
- EPISODIO MISTO: ALMENO 1 SETTIMANA DI SINTOMI MANIACALI E DEPRESSIVI
MISTI;
- EPISODIO IPOMANIACALE: ALMENO 4 GIORNI DI UMORE ESALTATO, EUFORICO 0
IRRITABILE, CHE RISULTA MENO GRAVE RISPETTO AD UN EPISODIO
MANIACALE.
In passato si è fatta un po‘ di confusione circa i termini umore ed affetto. Il termine affettivo è infatti
anch'esso stato usato per denominare questa classe di disturbi.
E' comprensibile pertanto che umore ed affetto siano spesso stati usati uno in sostituzione dell'altro.
Il glossario DSM IV definisce come affetto "l'esperienza o l'espressione soggettiva di uno stato di
sentimento o emozione"o al contrario, umore va riferito ad un "clima emozionale piu' pervasivo e piu'
prolungato", mentre affetto va riferito a “modificazioni più fluttuanti dell'atmosfera emozionale”.
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’ UMORE
DISTURBI UNIPOLARI
DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE
EPISODIO SINGOLO 0 RICORRENTE
DISTURBO DISTIMICO
DISTURBO DEPRESSIVO N.A.S.
DISTURBI BIPOLARI
 DISTURBO BIPOLARE I°EPISODIO MANIACALE SINGOLO
 PIU’ RECENTE EPISODIO IPOMANIACALE
 PIU’ RECENTE EPISODIO MANIACALE
 PIU’ RECENTE EPISODIO MISTO
 PIU’ RECENTE EPISODIO DEPRESSIVO
 DISTURBO BIPOLARE II°DISTURBO CICLOTIMICO
 DISTURBO BIPOLARE N.A.S.
• MALATTIE NEUROLOGICHE DEGENERATIVE (ES. PARKINSON, MALATTIA DI
HUNTINGTON)
• MALATTIE CEREBROVASCOLARI (ES. DEPRESSIONE DOPO UN EPISODIO DI
ICTUS)
• CONDIZIONI METABOLICHE (ES. DEFICIENZA DI VITAMINA B 12)
• CONDIZIONI ENDOCRINE (ES. IPER‑ 0 IPO‑ TIROIDISMO)
• CONDIZIONI AUTOIMMUNI (ES. LUPUS ERYTHEMATOSUS SISTEMICO)
• INFEZIONI VIRALI 0 DI ALTRO TIPO (ES. EPATITE, MONONUCLEOSI, HIV)
• NEOPLASIE (ES. CARCINOMA DEL PANCREAS).
Sostanze che possono indurre disturbi dell'umore clinicamente significativi:
INTOSSICAZIONE DA SOSTANZE: ALCOOL, ALLUCINOGENI, AMFETAMINE E
SOSTANZE ORRELATE, COCAINA, FENCICL1DfNA E SOSTANZE CORRELATE,
INALANTI, OPPIACEI, SEDATIVI, IPNOTICI ED ANSIOLITICI.
ASTINENZA DA SOSTANZE: ALCOOL, AMFETAMINE E SOSTANZE
CORRELATE,COCAINA OCAINA, SEDATIVI, IPNOTICI ED ANSIOLITICI.
FARMACI: ANALGESICI, ANESTETICI, ANTICOLINERGICI, ANTICONVULSIVANTI,
ANTIIPERTENSIVI, CONTRACCETTIVI ORALI, FARMACI ANTIPARKINSONIANI,
FARMACI ANTI ULCERA, FARMACI CARDIACI E PSICOTROPI (ANTIDEPRESSIVI,
BENZODIAZEPINE, ANTIPSICOTICI, DISULFIRAM), MIORILASSANTI, STEROIDI,
SULFONAMIDI.
METALLI PESANTI E TOSSINE: BIOSSIDO DI CARBONIO, GAS NERVINI, INSETTICIDI
ORGANOFOSFORICI, MONOSSIDO DI CARBONIO, SOSTANZE VOLATILI COME
BENZINE E VERNICI.
PREVALENZA: 5.8 %
INCIDENZA: 3% (F); 1% (M)
RAPPORTO M/F: 1:2
FAMILIARITA’: RISCHIO 2‑ 3 VOLTE PIU‘ ELEVATO NEI PARENTI DI I° GRADO;
RISCHIO 2 VOLTE PIU‘ ELEVATO NEI GEMELLI MONOZIGOTI RISPETTO A QUELLI
DIZIGOTI.
ETA D'ESORDIO: 30‑ 40 AA. (NEL 10% DEI CASI DOPO I 60 ANNI).
SINTOMI PRODROMICI: LABILITA'EMOTIVA, TENSIONE, ASTENIA, IPORESSIA,
DIFFICOLTA’ DI CONCENTRAZIONE, ANSIA INSONNIA, CEFALEA.
SINTOMI DI STATO:
Umore depresso, anedonia, ansia, rallentamento o agitazione psicomotoria, difficolta‘ di
concentrazione, diminuzione dell'autostima, indecisione, ruminazione mono ‑ od oligoideica; in
alcuni casi deliri olotimici (di colpa, di indegnita', di dannazione, di poverta', di rovina,
ipocondriaci, nichilistici), piu' raramente deliri incongrui all’umore (di persecuzione, di
influenzamento, di veneficio, di inserzione/trasmissione del pensiero);
nei casi piu' gravi fenomeni dispercettivi (illusioni ed allucinazioni visive ed uditive); alternanza
diurna con peggioramento al mattino, sintomi neurovegetativi (insonnia piu' spesso terminale 0
ipersonnia, iporessia 0 iperfagia, diminuzione della libido).
Decorso: decorso episodico, piu' raramente cronico.
Si distingue: depressione maggiore episodio singolo con 0 senza manifestazioni psicotiche,
depressione maggiore ricorrente con 0 senza sintomi psicotici, distimia (sintomi depressivi cronici
attenuati).
TEMPERAMENTI AFFETTIVI
LA PREDISPOSIZIONE GENETICA al DISTURBI DELL'UMORE SI RIVELA NON SOLO
ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI EPISODI DEPRESSIVI E/O MANIACALI PARZIALI 0
COMPLETI, MA ANCHE ATTRAVERSO SFUMATE CARATTERISTICHE
TEMPERAMENTALI DELLA PERSONALITA' PREMORBOSA ED INTERCRITICA.
Le caratteristiche temperamentali, che si manifestano in genere fin dall'infanzia, condizionano, insieme
al complesso delle inclinazioni e disposizioni innate, le esperienze relazionali piu' antiche e, con queste,
determinano successivamente le modalita' di rapporto con l'ambiente esterno da cui, a loro volta,
finiscono spesso con l'essere alimentate e favorite.
I temperamenti affettivi rappresentano quindi un anello intermedio tra stato di benessere e di “malattia”
ma possono costituire anche, delle forme subcliniche di disturbo dell'umore, riscontrabili nei soggetti
che hanno gia' manifestato o sono a rischio di sviluppare un episodio depressivo o maniacale franco e
nei loro familiari.
In questi casi non vengono in genere considerati, da chi ne soffre, un fenomeno patologico, ma
piuttosto come uno "stile di vita”; le caratteristiche fenomeniche sono attenuate ma persistenti e
possono presentare aspetti disadattativi sul piano lavorativo e familiare ma anche adattativi e produttivi,
non di rado socialmente approvati e desiderabili
IN BASE ALLE TIPOLOGIE, DESCRITTE ORIGINARIAMENTE DA KRAEPELIN E DA
KRETSCHMER ED AI CRITERI DIAGNOSTICI PIU' RECENTEMENTE MESSI A PUNTO
DA AKISKAL E KOUKOPOULOS, VENGONO DISTINTI 4 DIFFERENTI
TEMPERAMENTI AFFETTIVI:
TEMPERAMENTO CICLOTIMICO
TEMPERAMENTO IPERTIMICO
TEMPERAMENTO DEPRESSIVO (0 DISTIMICO)
TEMPERAMENTO IRRITABILE
TEMPERAMENTO DEPRESS[VO:
UMORE E LIVELLO DI ENERGIE ABITUALMENTE BASSI, CON:
* Tristezza, malinconia, pessimismo, incapacità di gioire, scarsa
fiducia in se stessi, autocritica, sentimenti di inadeguatezza e di colpa.
* Paura di sbagliare, tendenza a preoccuparsi, a rimuginare sugli
eventi negativi
* insicurezza, indecisione, scrupolosita', coscienza, autodisciplina
* tranquillita', passivita‘, introversione, riservatezza
* scetticismo, ipercritica, sarcasmo, aumentato bisogno di sonno (piu‘ di 9 ore per notte)
TRATTAMENTI:
FARMACOTERAPIA: Antidepressivi (triciclici, ssri, inibitori delle M.A.0); regolatori del tono
dell'umore nelle forme ricorrenti ed in quelle croniche (augmentation),neurolettici nelle forme con
sintomi psicotici.
PSICOTERAPIE E RIABILITAZIONE:
PSICOTERAPIE COGNITIVE
In termini generale il contributo dato dalla psicoterapia alla terapia farmacologica, si può riassumere
in questo modo:
migliora il livello di conoscenza del paziente nei confronti della propria malattia e con essa sviluppa
una maggior tolleranza alla sofferenza depressiva.
favorisce l’adesione al progetto terapeutico
migliora la tolleranza agli effetti collaterali della terapia farmacologica.
riduce le ricadute
BELLEZZA, AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA.
LE RAGIONI DELLINCONSCIO
DOTT.SSA PATRIZIA FURLAN
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE LIMENS CONEGLIANO (TV)
Giovedì 24 Aprile 2007
Dott.ssa Patrizia Furlan psicologa, psicoterapeuta, Dott.ssa Elena Daniel, Psicologa.
LE RAGIONI DELL’INCONSCIO. BELLEZZA AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA
ELOGIO DELL’ APPARENZA….
“Solo la gente mediocre non giudica dall’apparenza..”
Gridò Dorian Gray.
Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde
BELLEZZA
I bambini belli sono più amati.
Da una ricerca americana emerge come i bambini più belli ricevano più complimenti, siano più
vezzeggiati, Più seguiti ed abbiano maggiore attenzione da parte degli insegnanti.
LA BELLEZZA NON CONTA?
…da piccola mi dicevano che ero una bambola, da adolescente che sembravo dipinta, sono sempre
stata schiava della mia bellezza anche se mi apriva molte porte, gli altri se lo aspettavano…. Ero
costretta ad essere bella per non deludere.
LA BELLEZZA CONTA
Ci
formiamo la prima impressione di qualcuno attraverso l’immagine esterna. (bello non bello,curato,
ben vestito ordinato pulito…)
La prima impressione si modifica con difficoltà perché noi cerchiamo conferme alle nostre idee,
perciò la prima impressione è importante.
AUTOSTIMA
L’autostima è legata al sentirsi degni d’amore, al sentirsi capaci. E’ il valore che si costruisce di
sé e ci si riconosce attraverso i ritorni
esterni e che permette la costruzione
di sicurezze interne.
Autostima significa guardarsi con benevolenza e non avere bisogno di sentirsi perfetti.
LA PRIMA IMMAGINE CHE COSTRUIAMO SU NOI STESSI VIENE DALL’ESTERNO, UN
BAMBINO NON POSSIEDE ALLA NASCITA UN’IDEA DI SE STESSO, QUESTA SI
COSTRUISCE ATTRAVERSO L’INTERAZIONE CON IL MONDO.
I BAMBINI CHE HANNO LA PERCEZIONE DI ESSERE AMATI SARANNO ADULTI PIU’
SICURI, CON UNA MIGLIORE AUTOSTIMA ED UNA PIU’ SVILUPPATA CAPACITA’ DI
ADATTAMENTO AGLI EVENTI DELLA VITA. PARTONO CON UN EQUPAGGIAMENTO
MIGLIORE.
AUTOSTIMA SIGNIFICA GUARDARSI CON BENEVOLENZA E NON AVERE BISOGNO DI
ESSERE PERFETTI
L’AUTOSTIMA E’ LA VALUTAZIONE DI SE’, CHE ESPRIME LA MISURA IN CUI UNA
PERSONA SI CONSIDERA CAPACE, IMPORTANTE E DI VALORE.
DAL PUNTO DI VISTA PSICOANALITICO ESSA SI DISPIEGA COME UN APPOGGIO DI
NATURA NARCISISTICA CHE L’IO RICEVE DAL SUPER-IO PER CUI IL SOGGETTO NON
TEME PUNIZIONI O RIPROVAZIONI. (G.GALIMBERTI)
NON SI NASCE GIA’ STIMATI
La costruzione dell’autostima è un processo che si dispiega per tutta la vita coerentemente con lo
sviluppo della personalità nel suo complesso. Il concetto di AUTOSTIMA si evolve con l’età, si
sviluppa e si differenzia con l’aumentare delle esperienze, attraverso le interazioni con gli altri, con i
successi ed i fallimenti.
UNA METAFORA
un contadino aveva piantato delle zucche nel suo terreno. Per qualche motivo chiuse una piccola
zucca, attaccata al gambo, in un vaso di vetro. Al momento del raccolto vide che la zucca era cresciuta
con la forma e le dimensioni del vaso.
Siamo
forgiati dall’ambiente nel quale siamo cresciuti e con grande difficoltà siamo in grado di
spingerci oltre i limiti che confinano la concezione che abbiamo di noi stessi. Qualsiasi siano i nostri
confini
CIO’ CHE UN UOMO PENSA DI SE STESSO DETERMINA O PIUTTOSTO, INDICA IL SUO
DESTINO.
Henry David Thoreau
BELLEZZA ED AUTOSTIMA


IL CORPO RAPPRESENTA UNO DEI LUOGHI PRINCIPALI IN CUI SI METTONO IN
SCENA LE VICENDE ALTERNE E TRAVAGLIATE DEL PROPRIO SENTIMENTO DI
IDENTITA’… UNO DEI DESIDERI BASILARI DELLA VITA E’ PIACERE A SE STESSI A.
CAROTENUTO 2005 “AMARE TRADIRE”
IL CORPO E’ VERAMENTE LO SPECCHIO DELL’ANIMA?
AUTOSTIMA E BELLEZZA
CHI HA UNA BUONA AUTOSTIMA SI SENTE PIU’ BELLO?
CHI E’ BELLO HA UNA MIGLIORE AUTOSTIMA?
LA BELLEZZA INTERIORE
NUTRIRE IL PRPRIO INTERNO E’ IMPORTANTE PERCHE’ LA BELLEZZA E’
EFFIMERA?
Il corpo, attraverso cure ed attenzioni può difendersi dalle ingiurie del tempo. Un obiettivo importante è
imparare ad invecchiare bene nel proprio corpo sentirsi bene ed emanare una bella ed armoniosa
immagine.
CORPO VISTO E VISSUTO
Corpo e psiche costituiscono una unità inscindibile.
Il corpo rappresenta, infatti, il sostegno della propria identità ed un tramite nella relazione con gli altri,
ma non sempre l’autoimmagine corrisponde all’immagine esterna.
Dispercezioni sono presenti in adolescenza e nel caso di alcune patologie mentali.
BELLEZZA E CURA ESTETICA
La cura dell’estetica del corpo in dosi adeguate esprime sia una buona accettazione di sé, sia una cura
attenta della relazione con l’altro. La trascuratezza del corpo è associata al trascurare aspetti interni, ma
anche disinteresse per la relazione con l’altro.
QUALSIASI COSA HA ESATTAMENTE IL VALORE CHE NOI GLI ATTRIBUIAMO
La dimensione estetica può anche essere iperinvestita ed il corpo strumentalizzato dove il corpo
bello può attrarre al posto di altre qualità, diventando così l’involucro fragile di un vuoto interiore.
Così L’aspetto narcisistico, da sana difesa può diventare una membrana a tenuta stagna,
spostando o distraendo dai bisogni autentici.
MODELLI CULTURALI
La pubblicità, la tv, gli specchi, spingono a rimanere nel carattere visivo. Ma quale epoca e
quale cultura hanno mai promosso la bruttezza o il sovrappeso?
….L’essenziale è invisibile agli occhi…
Si pensa che in alcune culture essere in sovrappeso sia auspicabile, ma non certo per modelli
estetici bensì per dimostrare uno stato di benessere economico, mentre in altre l’essere grassi indica
l’appartenenza ad una classe povera, i ricchi possono permettersi di mangiare meglio.
Chirurgia estetica e passaggio all’azione
•Correggere inestetismi che pregiudicano la costruzione di una buona immagine di sé.
•Modificare la forma del corpo.
Dietro ad ogni domanda c’è una persona diversa e dunque un profilo psicologico differente.
La chirurgia estetica, interviene su una immagine del corpo che ha una sua storia costruita nel corso del
tempo fin dall’infanzia, perciò bisogna agire con prudenza.
L’AUTOIMMAGINE
QUALSIASI COSA LA NOSTRA MENTE CONCEPISCA PUO’ ESSERE RAGGIUNTA
DAL CORPO
SI FORMA NEI PRIMI ANNI DI VITA, PRESUMIBILMENTE NELLE SEGUENTI
PRPORZIONI
50% da 0 a 4 anni
30% da 4 a 8 anni
10% da 8 a 14 anni.
Rimane poco per noi.
Noi siamo il prodotto finale dei nostri pensieri e della nostra consapevolezza
Credenze limitanti, complessi di inferiorità (o di superiorità) meccanismi difensivi, occultate paure e
risentimenti, sono i filtri percettivi che distorcono l’immagine di noi e della realtà
Migliorare la propria vita è possibile per tutti con impegno, interesse e rispetto per sé.
Tutti gli esseri umani hanno il sacrosanto diritto di essere felici, di stare bene con la propria
immagine e di cercare, se necessario di migliorarla. E’ importante perciò imparare a conoscersi e ad
accettarsi come si è. Poi si cercherà di dare il meglio di se stessi cercando di raggiungere la migliore
forma possibile. guai a voler essere quello che non si può diventare. Il primo passo da compiere è
perciò quello di valorizzare il proprio spirito. Il corpo contiene qualcosa di molto più sublime di quello
che normalmente appare.
Ivo Pitanguy “Imparando con la vita” 1996
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