Dispensa PSICOLOGIA PER IL BENESSERE CONFERENZE 2007 IL BENESSERE COME PROGETTO CONOSCERE PER STARE MEGLIO Giovedì 15 Marzo 2007 “LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITA’: TRA STRUTTURE DIFENSIVE E CAMBIAMENTI. ASPETTATIVE, DELUSIONI E DESIDERI” Patrizia Furlan Psicologa, Psicoterapeuta, Docente, Responsabile “ Limens”, Conegliano. Sala Informagiovani - Ingresso libero Giovedì 29 Marzo 2007 “INTELLIGENTI SI NASCE O SI DIVENTA? LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA E L’APPRENDIMENTO” Franca Da Re Psicologa, Psicopedagogista, Dirigente Scolastico, Conegliano. Sala Informagiovani - Ingresso libero Giovedì 5 Aprile 2007 “LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA” Micaela Falleri Psicologa, Psicoterapeuta. Sala Informagiovani - Ingresso libero Giovedì 12 Aprile 2007 “LA CAPACITÀ DI FARE FRONTE A DIFFICOLTA’ E FRUSTRAZIONI E LO SVILUPPO DI SENTIMENTI DEPRESSIVI” Ettore D’Antonio Medico Psichiatra DSM ulss 7, Conegliano. Sala Informagiovani - Ingresso libero Giovedì 26 Aprile2007 “LE RAGIONI DELL’INCONSCIO: BELLEZZA, AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA” Patrizia Furlan Psicologa, Psicoterapeuta, Docente, Responsabile “ Limens”, Conegliano Elena Daniel Psicologa, Centro “Limens”, Conegliano Sala Informagiovani - Ingresso libero DISPENSA CONFERENZE PRIMAVERA 2007 IL BENESSERE COME PROGETTO CONOSCERE PER STARE MEGLIO Giovedì 15 Marzo 2007 Dott.ssa Patrizia Furlan, Psicologa Psicoterapeuta “LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITA TRA STRUTTURE DIFENSIVE E CAMBIAMENTI. ASPETTATIVE, DELUSIONI E DESIDERI” La personalità è l’insieme di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che, nella loro integrazione costituiscono il nucleo irriducibile di un individuo che rimane tale nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si esprime. LO SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ Prima Della psicoanalisi con le sue scoperte si pensava che il comportamento della persona fosse sotto il controllo delle sue facoltà coscienti e razionali. La Psicoanalisi ha sovvertito questa concezione considerando la personalità umana come un iceberg, di cui solo la parte superficiale è visibile. IL MODELLO TOPOGRAFICO La psiche è costituita da: Inconscio: sede dei desideri, e del rimossso Preconscio: pensieri e ricordi accessibili ma che si attivano in maniera inconsapevole o con uno sforzo cosciente (es:avere sulla punta della lingua) Conscio: stato di consapevolezza agisce attraverso il pensiero logico e il linguaggio verbale IL MODELLO STRUTTURALE – insieme delle capacità percettive e cognitive che permettono all’individuo di codificare ed agire sulla realtà, e’ organizzato e cosciente e su di esso premono gli aspetti istintivi ed irrazionali dell’ es oIO – è una forza istintiva irrazionale ed infantile, scarsamente organizzato, e’ la parte istintiva che insegue il principio di piacere, non conosce limiti. oes – rappresenta la componente normativa e sociale, è l’istanza morale introiettata e conduce all’adeguamento sociale insieme delle regole e proibizioni apprese in epoca infantile, in particolare i divieti imposti dai genitori. I MECCANISMI DI DIFESA osuper-io SONO UN SISTEMA DI AUTOTUTELA CHE SERVE A PRESERVARE LA SALUTE DELL’APPARATO PSICHICO. FUNZIONANO ALLO STESSO MODO DELLE DIFESE DEL CORPO. ALCUNI MECCANISMI DI DIFESA RIMOZIONE regola il passaggio dei dati dal conscio all’inconscio SPOSTAMENTO un vissuto doloroso viene spostato su qualche cosa di più accettabile Es Si attribuisce malessere al lavoro, mentre è il rapporto di coppia che non funziona PROIEZIONE qualcosa di interno viene considerato proveniente dall’esterno Es: non vado bene a scuola è colpa dei professori che fanno preferenze e ce l’hanno con me NEGAZIONE viene negato un vissuto doloroso o l’esistenza di un problema Es: “Va veramente tutto bene…” Ma io non sto mica male….” LE ESPERIENZE NOI SIAMO IL RISULTATO DELLE NOSTRE ESPERIENZE/VISSUTI E QUESTE CONTRIBUISCONO A STRUTTURARE LA NOSTRA PERSONALITA’ QUALI ESPERIENZE DELLA NOSTRA VITA RICORDIAMO ? QUALI SONO STATE LE ESPERIENZE DETERMINANTI:QUELLE CHE CI HANNO SEGNATO, CAMBIANDOCI (e/o facendoci cambiare strada)? I PRIMI ANNI DI VITA TUTTI I CAMBIAMENTI SONO IMPORTANTI, ALCUNI DETERMINANTI CAMBIAMENTI: CITTA’,CASA,SCUOLA, ATTIVITA’ SPORTIVA….. CONDIZIONI FAMILIARI: SEPARAZIONI DEI GENITORI, MATRIMONIO, NASCITA DI UN FRATELLINO, NASCITA DI UN FIGLIO, LAVORO, MALATTIE, LUTTI….. ASPETTATIVE LE ASPETTATIVE DEGLI ADULTI SIGNIFICATIVI POSSONO ESSERE SCHIACCIANTI ES: NON DEVI SBAGLIARE, NON DEVI PRENDERE BRUTTI VOTI….NON DEVI CADERE MAI DOBBIAMO POTER SBAGLIARE BAMBINI ED ADOLESCENTI (MA ANCHE GLI ADULTI) DEVONO AVERE LA POSSIBILITA’ DI SBAGLIARE PER SCOPRIRE LA CAPACITA’ DI RIALZARSI. CHE COSA RICORDIAMO? LE GRANDI GIOIE I GRANDI DOLORI LE GRANDI GIOIE •LE ESPERIENZE GRATIFICANTI LA PRIMA VOLTA CHE SIAMO RIUSCITI AD ANDARE IN BICICLETTA) •I RICONOSCIMENTI (LA MEDAGLIA D’ORO AI GIOCHI DELLA GIOVENTU’) •I COMPLIMENTI (HAI SCRITTO IL TEMA PIU’ BELLO) •LE SOLUZIONI TROVATE •AVER AIUTATO QUALCUNO •MOMENTI SPECIALI QUESTI SONO I RITORNI ESTERNI CHE COSTRUISCONO LA NOSTRA AUTOSTIMA MA SOPRATTUTTO….. I LEGAMI AFFETTIVI E’ FONDAMENTALE LA PERCEZIONE DI ESSERE STATI AMATI INMODO INCONDIZIONATO CI FORNISCE LA SICUREZZA PER CAMMINARE DA SOLI NEL MONDO I GRANDI DOLORI DISTACCHI, LE SEPARAZIONI: LUTTI DERISIONI/UMILIAZIONI FRUSTRAZIONI INGIUSTE TRADIMENTI DELUSIONI LA MANCATA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE DISTACCHI E SEPARAZIONI TUTTE LE NOSTRE ESPERIENZE DI PERDITA RISALGONO ALLA PERDITA ORIGINARIA, LA PERDITA DEL LEGAME FONDAMENTALE MADRE FIGLIO. PRIMA DI AFFRONTARE LE SEPARAZIONI INEVITABILI DELLA VITA VIVIAMO IN UNO STATO DI UNICITA’ CON NOSTRA MADRE. (J. Viorst “Distacchi”) DERISIONI ed UMILIAZIONI FRUSTRAZIONI INGIUSTE TRADIMENTI E’ proprio in virtù del tradimento che l’uomo è stato letteralmente messo al mondo” Se i nostri progenitori non avessero tradito, Cristo non sarebbe venuto al mondo perché potesse compiersi l’economia salvifica. Già Freud in “Significato opposto delle parole primordiali” aveva evidenziato che la lingua contiene significati opposti per la stessa parola es: Altus (alto e profondo) sacer (sacro e sacrilego) Trado è composto da trans (passaggio) e do (dare), dare in consegna a qualcuno, se tradere significava abbandonarsi ad una persona, in seguito nel gergo militare il significato è diventato “consegnare al nemico” (Aldo Carotenuto “Amare tradire”) MANCATA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE TRA I NOSTRI RICORDI…. ASPETTATIVE, DELUSIONI, DESIDERI E GLI “ALTRI” Spesso attribuiamo ad altri i nostri insuccessi o la nostra mancata realizzazione, ma se ci comportiamo sempre nello stesso modo otterremo lo stesso risultato A volte ci aspettiamo che siano gli altri a darci delle possibilità/occasioni e siamo delusi se ciò non avviene Abbiamo dei desideri/obiettivi ed a volte non li focalizziamo e magari non ci impegniamo a realizzarli oppure ci arrendiamo alle difficoltà. Vorrei fare…ma… Abbiamo molta paura del cambiamento CAMBIAMENTO OGNI CAMBIAMENTO RICHIEDE DETERMINAZIONE IL PAZIENTE E’ COME UN NAUFRAGO ATTACCATO AD UNO SCOGLIO…VEDE LA TERRA FERMA A POCHI METRI DA LUI MA C’E’ UN TRATTO DI MARE CHE LI SEPARA E SARA’ SOLO. DOVRA’ ABBANDONARE LE SUE POCHE SICUREZZE PER ACQUISIRNE ALTRE PIU’ STABILI. DUE INTERROGATIVI IMPORTANTI PERCHE’ DI FRONTE AGLI EVENTI STRESSANTI DELLA VITA ALCUNE PERSONE SI AMMALANO ED ALTRE NO? PERCHE’ ALCUNI SI AMMALANO DI ANSIA, ALTRI DI DEPRESSIONE, ALTRI SONO COLPITI DA ATTACCHI DI PANICO? LA NOSTRA MENTE COME UN CRISTALLO POLIEDRICO…. IL SINTOMO PSICHICO E’ UN SEGNALE, SERVE A COMUNICARCI CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON VA. I SEGNALI DOVREBBERO ESSERE ASCOLTATI CHE COSA CI PUO’ FAR STARE MALE? FATTORI AMBIENTALI (sociali/familiari) FATTORI BIOLOGICI CHE COSA FARE? CURA PSICOLOGICA CURA FARMACOLOGICA CURA COMBINATA Concludendo… LE CURE RICEVUTE DA PICCOLI Favoriscono la preservazione del patrimonio cerebrale da adulti e, soprattutto, plasmano una risposta da stress di gran lunga meno distruttiva. Quindi la risposta da stress ed anche la futura suscettibilita’ a malattie, anche organiche, puo’ essere condizionata da esperienze vissute nelle fasi piu’ precoci della vita. DA GRANDI…. Acquisire la consapevolezza di come abbiamo vissuto e di come siamo non annulla ne’ modifica il nostro passato, ci aiuta pero’ a sceglere le cose migliori per noi, ad inquadrare i problemi e cercare vie di soluzione, certo, con fatica ed impegno, Ma non c’e’ niente di facile al mondo. I cambiamenti sono sempre difficili si perde qualcosa e si acquista qualcos’altro, si puo’ anche sbagliare ed accettare il rischio. C’e’ sempre tempo per migliorare, per trovare una propria dimensione per realizzare degli obiettivi, per occuparsi di se’. Bibliografia “Costruzione e rottura dei legami affettivi”, John Bowlby, Raffaello Cortina Editore,1982 “La solitudine” Nicole Fabre, edizione Magi, 2004 “Amare tradire” Aldo Carotenuto, Bompiani, 2005 “Distacchi” Judith Viorst, Sperling Paperbach, 2005 “Amore odio e riparazione” Melani klein Joan Riviere, casa editrice Astrolabio, 1969 “Opere” freud Bollati Boringhieri, 1989 “La sindrome di biancaneve” Colette Dowling, Bompiani,1996 “Il piccolo principe” Antoine de Saint Exupéry Bompiani, 1994 Giovedì 29 Marzo, 2007 Dott.ssa Franca Da Re Psicologa Psicopedagogista, dirigente scolastico INTELLIGENTI SI NASCE O SI DIVENTA? LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA E L’APPRENDIMENTO” L’ INTELLIGENZA E’ UNA CARATTEISTICA DI DIFFICILE DEFINIZIONE L'intelligenza è l'insieme innato di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall'attività cerebrale dell'uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare, apprendere, risolvere problemi, comprendere le idee e il linguaggio. Sebbene molti considerino il concetto di intelligenza in un ambito più ampio, molte scuole di psicologia considerano l'intelligenza come distinta da tratti della personalità come il carattere, la creatività o la saggezza. ASSIMILAZIONE E ACCOMODAMENTO Secondo Piaget, l’intelligenza è una facoltà dinamica e plastica che si caratterizza tra le altre cose nella capacità di assimilare i dati di esperienza nei propri schemi mentali innati e di aggiustare questi (accomodarli) tenendo conto dei dati dell’esperienza. LA MISURAZIONE DELL’INTELLIGENZA Fin dalla fine dell’800 la psicometria ha messo a punto strumenti per misurare l’intelligenza. Il più noto e diffuso ancora oggi è quello della misurazione del QI, attraverso una batteria di prove di tipo linguistico, artimetico, spaziale. Poiché tale tipo di misurazione è pesantemente condizionato dalla cultura e della’istruzione, si sono messi a punto strumenti cosiddetti CULTURE FREE IL FATTORE G e le teorie multidimensionali Tutte le misurazioni di QI si basano sull’assunto che esista un fattore generale (G) di intelligenza che è caratterizzato da facoltà logico-deduttive, percettive, spaziali, anlitiche, ecc. Teorie più recenti sostengono che l’intelligenza è una facoltà multidimensionale, dinamica, molto varia. Tutti concordano comunque nel considerarla un insieme di fattori innati che vengono però modificati dalle esperienze e dall’ambiente. Se intelligenti si nasce o si diventi, è diventato quindi un mero quesito accademico, privo di interesse per gli studiosi. LE INTELLIGENZE MULTIPLE Alcuni teorici sostengono modelli secondo cui non si può parlare di INTELLIGENZA, ma di INTELLIGENZE. Il modello di GARDNER: •Intelligenza linguistica •Intelligenza logico-matematica •Intelligenza spaziale •Intelligenza cinestetica •Intelligenza musicale •Intelligenza personale (intra e interpersonale) •Intelligenza naturalistica •Intelligenza esistenziale IL MODELLO TRIARCHICO DI STERNBERG Il pensiero umano si compone di tre dimensioni fondamentali che si fondono in combinazioni personali e irripetibili di intelligenze diverse in interazione con gli stili cognitivi –pensiero analitico (capacità di giudicare, valutare, scomporre, fare confronti, rilevare contrasti, esaminare dettagli) –pensiero creativo (scoprire, produrre novità, immaginare, intuire) –pensiero pratico (si realizza nell’organizzazione, nell’abilità di usare strumenti, applicarli, attuare concretamente progetti e piani mirati a obiettivi concreti) INTELLIGENZA EMOTIVA STILI E “INTELLIGENZE” Ricerche sugli stili cognitivi •SISTEMATICO INTUITIVO [______________________] •ANALITICO GLOBALE [______________________] •RIFLESSIVO IMPULSIVO [______________________] •VERBALE VISUALE [______________________] •DIVERGENTE CONVERGENTE [______________________] •CAMPODIPENDENTE CAMPOINDIPENDENTE [______________________] STILI E “INTELLIGENZE” altre ricerche (Antoine de La Garanderie) Analizziamo gli alunni che hanno successo per capirne le strategie di apprendimento Emergono due profili pedagogici che configurano due strategie di lavoro per immagazzinare e rievocare le informazioni Ci sono studenti che di creano “immagini mentali uditive”: si raffigurano il materiale come immagine mentale di suono; “recitano” il materiale Ci sono studenti che si creano “immagini mentali visive”: si raffigurano il materiale come immagine vera e propria; le immagini delle parole, la pagina come configurazione spaziale, ecc. TEORIE DELL’ATTRIBUZIONE E MOTIVAZIONE •A CHI ATTRIBUIRE IL SUCCESSO E L’INSUCCESSO? (perché ho successo o insuccesso?) •LOCUS OF CONTROL: INTERNO O ESTERNO? (il successo/insuccesso dipende da me o no?) •FATTORI STABILI O INSTABILI? CONTROLLABILI O NON CONTROLLABILI? (i fattori del successo/insuccesso sono mutevoli o immutabili? Posso controllarli o sono ineluttabili?) IL BUON ELABORATORE DI INFORMAZIONI –E’ convinto che il successo può dipendere da sé, ha cause interne: sforzo, impegno, abilità personale – E’ convinto che tali fattori sono mutevoli (non stabili, dipendono da sé) e quindi controllabili – Ha una visione dell’intelligenza come di una facoltà dinamica e plastica, quindi “incrementabile” – Considera i problemi come opportunità e sfide da affrontare – Considera l’errore non un fallimento, ma un grado della padronanza Giovedì 12 Aprile 2007 Dott.ssa Micaela Falleri, Psicologa Psicoterapeuta LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA La costruzione dell’immagine corporea La mia vista non può esplorare ciò che si nasconde dietro le mie spalle, e soprattutto non può vedere ciò che sono e che mi esprime. Definizioni: IMMAGINE: Rappresentazione di qualcosa in sua assenza. IMMAGINE CORPOREA: È la rappresentazione che ognuno ha del proprio corpo e si riferisce a ciò che Schilder definisce “schema corporeo” Il concetto di schema corporeo lo schema corporeo è l’ elemento costitutivo dell’identità Il corpo è la base delle manifestazioni della PERSONALITÀ. La corporeità è la manifestazione dell’essere al mondo. LA BASE DELLA STRUTTURAZIONE DELLO SCHEMA CORPOREO è DATA DALLE SEGUENTI FASI: •la presa di coscienza della propria corporeità; •la relativa immagine mentale che ci si forma di essa; •i vissuti legati all’esperienza affettiva del corpo. Il corpo è strettamente legato alla motricità umana ed alle sue manifestazioni, tanto da essere l’elemento che permette lo sviluppo degli automatismi motori e il controllo cosciente della motricità intenzionale. Fasi di acquisizione dello schema corporeo •L’evoluzione dello schema corporeo segue dalla nascita un certo numero di tappe predeterminate di maturazione. Le tappe dello sviluppo si articolano in una cronologia che va da 0 a 12/14 anni circa. •Il neuropsichiatra De Ajuriaguerra suddivide tale processo in quattro tappe: CORPO SUBITO, da 0 a 2 mesi; CORPO VISSUTO, da 2 mesi a 3 anni; CORPO PERCEPITO, da 3 anni a 6 anni; CORPO RAPPRESENTATO, da 6 anni a 12/14 anni. Un’altra sintesi di modelli è data: 1. SCHEMA CORPOREO INCOSCIENTE secondo Head Viene definito dalle referenze posturali, cioè dalle afferenze propriocettive che arrivano al cervelletto. Le informazioni di origine articolare, muscolare e vestibolare informano questo centro del sistema nervoso delle posizioni scheletriche e della postura del corpo in rapporto alla forza di gravità. 2. LA BARRIERA TATTILE INFRACOSCIENTE secondo Anzieu; Si identifica con la pelle, che stabilisce un limite tra ciò che è interno e ciò che è esterno al corpo. La pelle non è soltanto il luogo del tatto, ma si può intendere quale confine corporeo e limite dell’estensione dell’Io, limite nel senso di DISTANZA tra NOI e l’ALTRO, confine e contenitore dell’identità psichica e psicologica. LA PELLE: in quanto: in quanto: in quanto: INVOLUCRO - CONTENITORE - CONFINE DELL’IO ASPETTI CHE SI SOVRAPPONGONO NEL VISSUTO DELL’ESPERIENZA Conduttrice di sensibilità; Di protezione tra il “dentro” ed il “fuori”; Termoregolatore fisiologico; Termoregolatore emotivo; È il tramite che collega tra loro i poli del corpo: polo materiale e polo psichico – spirituale. 3.L’IMMAGINE CORPOREA COSCIENTE secondo Schilder L’immagine corporea (o immagine del corpo) è presente a livello percettivo nella sfera cosciente somatognosica della corteccia celebrale. È LA MODALITÀ CON CUI OGNUNO DI NOI PERCEPISCE IL PROPRIO CORPO IN QUANTO AVENTE UNA DETERMINATA FORMA E CONSISTENZA E OCCUPANTE UN CERTO VOLUME NELLO SPAZIO. Questa immagine si realizza attraverso l’esperienza di un corpo vissuto e poi percepito, che viene quindi investito della personalità del soggetto. Ogni percezione comprende un investimento emozionale e affettivo, anche in riferimento alle esperienze anteriori della persona. Tutto ciò confluisce in un’immagine di Sé cosciente, che investe appunto sia la sfera psicologica sia quella fisiobiologica. I differenti livelli di identità corporea L’immagine del corpo e quindi l’identità corporea di ogni persona può avere tre livelli diversi: •I. Corpo fantasmatico (o immagine corporea fantasmatica); Il corpo è dissociato: alla mancanza di globalità si sovrappongono fantasmi di spezzettamento. •II. Corpo immaginario (o referente posturale / frontiera tattile); L’immagine del corpo che ne risulta non è reale, bensì relativa al vissuto emotivo – affettivo. •III. Corpo reale (o schema corporeo). Si realizza l’immagine globale cognitiva del corpo reale con la conseguente riappropriazione della propria identità corporea. Immagine corporea L’immagine corporea non si identifica con i limiti anatomici del nostro organismo, perché non è una replica fedele della morfologia del corpo quale è descritta dall’anatomia. L’ i.c. è un’IMMAGINE VISSUTA che MI FA ESSERE LA DOVE ARRIVA, con il MIO TATTO, il MIO SGUARDO, la MIA PRESENZA, sia pure come semplice presentimento. (Galimberti). A NESSUNO È CONCESSA L’IMMAGINE FEDELE DEL PROPRIO CORPO. •Anche con lo specchio non raggiungo lo scopo, perché l’immagine riflessa non è sovrapponibile ma simmetrica: la destra cioè diventa la sinistra, e siccome le due parti non sono perfettamente identiche , l’espressione che vedo riflessa non è la mia espressione. •L’immagine corporea è una costruzione che il corpo compie con lo sguardo attraverso la faccia dell’altro (“faccia” che è verbo fare in latino) ed è anche viso dal latino visus dove sono evidenti le allusioni all’atto di vedere. Siamo troppo inclini a credere che le circostanze del nostro pensiero siano le sole ad avere importanza. Fondamentali per la costruzione dell’immagine corporea sono quelle parti del corpo che, per la loro motilità, ne consentono l’esplorazione. Senza AZIONE, infatti, è praticamente impossibile comporre un’immagine corporea, per la semplice ragione che IL MOVIMENTO È CIÒ CHE CI CONSENTE DI UNIRE LE VARIE PARTI DEL CORPO E DI COORDINARLE CON GLI OGGETTI E CON LE PERSONE DEL MONDO ESTERNO (es. aprassico). OGNI TENTATIVO D’AZIONE conscio o inconscio, OGNI DESIDERIO realizzato o rimosso CAMBIANO: L’IMMAGINE CHE ABBIAMO DEL CORPO; LA SUA GRAVITÀ; IL SUO PESO. Per questo ogni tanto ci “sentiamo leggeri” , mentre altre volte ci “sentiamo a pezzi”. Si tratta di modi di ESSERE in quel rapporto dinamico tra corpo e mondo che l’immagine del corpo fedelmente segue e riproduce. È un’immagine dinamica dove convergono e si compongono gli elementi tattili, visivi, muscolari in quella sorta di sensibilità diffusa, grazie alla quale noi ci sentiamo vivere come quella totalità unitaria che sottende ogni azione. L’immagine del corpo COME esperienza della nostra corporeità •L’ immagine corporea è data dalla STRUTTURA DELLA PRESENZA: nostro modo di ABITARE il MONDO Un esempio è dato dal dolore dell’arto fantasma: con la sua resistenza a scomparire indica che non ci si arrende alla mutilazione, per dimenticare un arto, per separarsi da esso bisognerebbe accettare di ignorare quella parte del mondo che prima occupava. Il corpo abituale si scinde dal corpo attuale in quanto scompaiono i gesti propri del maneggiare, Merlau Ponti scrive “ il malato conosce la sua menomazione proprio perché la ignora, e la ignora proprio perché la conosce”. •Il rapporto misterioso tra il corpo e la sua immagine è rilevante solo a livello umano, per cui il bambino a differenza dello scimpazè (età in cui ha da poco superato l’intelligenza strumentale di questo ultimo) già riconosce nello specchio la sua immagine e ad essa reagisce con una serie di gesti che gli consentono di mettere in relazione: i movimenti tratti dall’immagine e l’ambiente riflesso. IMMAGINE CORPOREA ALTRI identità •LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA DIPENDE OLTRE CHE DALLA STORIA DEL SINGOLO INDIVIDUO ANCHE DALL’INCIDENZA DELL’ELEMENTO SOCIALE. es. “di fronte a lui mi sento un pigmeo”; “quando lo vedo mi si allarga il cuore”; “in mezzo a quella folla ondeggiante mi sento affogare”. DECISIVI A QUESTO PROPOSITO SONO GLI ALTRI, IL CUI INTERESSE POSITIVO O NEGATIVO PER ALCUNI ASPETTI DEL NOSTRO CORPO PORTA AD UNA MODIFICAZIONE DELLA NOSTRA IMMAGINE CHE ACCENTUA O RIMUOVE CIÒ CHE SENTE ACCETTATO O RESPINTO. – PROCESSI DI IMITAZIONE; – MECCANISMI DI IDENTIFICAZIONE – MECCANISMI DI PROIEZIONE; – IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE ( PROIEZIONE_INTROIEZIONE) –I CANONI COLLETTIVI DI BELLO E BRUTTO Il corpo L’IDENTITÀ può andare incontro a ristrutturazioni e modifiche anche radicali sul piano psicologico. Ciò nonostante ognuno di noi mantiene la propria unicità nel corso del tempo, grazie alla consapevolezza e alle memorie che ha di Sé, alle relazioni che ha e che ha avuto con gli altri, ad una infinità di punti di riferimento reperibili nell’ambiente di vita (residenze, luoghi, realizzazioni, fotografie, scritti, oggetti significativi, abitudini, linguaggi) e soprattutto, grazie al proprio corpo. È INDUBBIO CHE L’INDIVIDUALITÀ HA INIZIO NEL CORPO. Il numero di individui in una determinata stanza corrisponde al numero dei loro corpi. Il corpo continua ad essere un importante elemento di identità per tutta la vita. Le MEMORIE ed il CORPO sono i costituenti di maggior rilievo: •Le memorie costituiscono il filo rosso della vita SOGGETTIVA; •Il corpo è il punto di riferimento oltre che per il soggetto anche per gli ALTRI che ne fanno esperienza dall’esterno. •Il corpo è la caratteristica individuale che concorre maggiormente a dare CONTINUITÀ ed UNICITÀ, è la componente di noi immediatamente percepibile all’esterno, un ponte tra il “dentro” e il “fuori”, senza il quale NON ci potrebbero essere RELAZIONI e CONTATTI. L’identità è una dimensione della personalità complessa e multiforme •Ognuno possiede svariate identità: sessuale, professionale, familiare, privata, pubblica, nazionale, razziale, religiosa, culturale ecc.; •Nei rapporti con gli altri e con se stessi ognuno esiste a due livelli: a. c’è un’identità per sé (sé soggettivo _ nucleo profondo); •ed un’identità per gli altri (sé sociale): il modo in cui ci percepiscono e ci considerano gli altri può essere simile ma anche molto diverso dal modo in cui noi ci consideriamo (es. identità transitorie, per convenienza, per curiosità, per gioco o maschere … modelli identitari attraenti). Nel realizzare i propri obiettivi non tutti hanno le stesse opportunità di partenza ed ognuno risente delle condizioni di vita in cui è nato e cresciuto. Così se alcuni possono permettersi di giocare con l’identità, di esplorarne le molteplici sfaccettature entrando in ruoli sociali diversi e contrapposti, altri invece devono lottare per mantenere la propria continuità personale di fronte al rischio dell’anonimato e della frammentazione. L’individualità ha inizio nel corpo. Il RAPPORTO che ognuno stabilisce con la PROPRIA FISICITÀ è INEVITABILMENTE DIALETTICO E COMPLESSO. La DIMENSIONE FISICA (corpo) è una parte costitutiva dell’identità (componente intrinseca) e tuttavia possiamo anche pensarlo come un qualcosa di indipendente nel senso che possiamo anche “oggettivarlo”, ossia osservarlo, valutarlo, ascoltarlo, esibirlo, trasformarlo, migliorarlo, tenerlo in efficienza oppure, al contrario, ignorare i segnali che ci invia (di benessere, malessere, dolore, fame, sete o quanto altro) reprimerlo, punirlo, nasconderlo … Il rapporto che il corpo assume nella vita delle persone varia in rapporto a molteplici fattori, come lo stato di salute, l’età, le relazioni con altri corpi e persone, la fatica che riesce a sopportare in alcuni momenti, l’efficienza con cui risponde, la bellezza, l’autonomia delle forme … Varia anche in rapporto alle epoche storiche, alle condizioni concrete della vita, alla cultura ed alle mode. storia e corpo EGIZI: il trucco e le parrucche marcavano l’appartenenza sociale ed il corpo era utilizzato soprattutto per sedurre. La stessa arte della mummificazione aveva, nell’antico Egitto, uno scopo ed un significato ben preciso: l’anima non avrebbe potuto sussistere nell’aldilà senza il supporto del corpo. GRECI: ci hanno trasmesso attraverso le loro statue, ma non solo, una filosofia del corpo tutta in positivo, basata su un rapporto sereno tra la carne e lo spirito, tra il fisico ed il mentale, tra le emozioni della carne e la razionalità della mente. ROMANI: aderirono alla filosofia greca che riassunsero nel celeberrimo “mens sana in corpore sano”. Il tramonto dell’antichità classica segnò anche il DECLINO DEL CORPO. Divenne sconveniente esibirlo, dedicargli cure persino lavarlo. Si ritennero giuste ed opportune svariate misure restrittive (es. cilicio e rituali della flagellazione oppure innumerevoli mortificazioni della carne attraverso penitenze, digiuni, astinenze ecc.) che avrebbero consentito di tenerlo sotto controllo e di redimerlo. UMANESIMO e RINASCIMENTO: tornò di nuovo ad essere al centro dell’attenzione.si riprese ad abbigliarlo, ad esibirlo, adornarlo ed a mascherarlo Nei secoli successivi fu solo una minoranza di persone benestanti a poter intrattenere con il proprio corpo un rapporto che non fosse meramente strumentale, ma anche espressivo ed estetico. L’attenzione alla bellezza, all’armonia delle forme e dei movimenti rimase a lungo appannaggio dei nobili e della corte. Quando i lavori erano quasi tutti di ordine tipo fisico, per la maggior parte delle persone il corpo aveva una funzione essenzialmente “strumentale”. Sociologi e storici ci hanno spiegato come contadini ed operai vivessero il corpo come un mezzo per raggiungere un fine, mentre la cura del corpo assumeva un significato solo in caso di malattia. Nel 1900 la trasformazione delle mansioni lavorative, sempre meno fisiche e sempre più smaterializzate, e l’aumento del tempo libero hanno consentito ad un numero crescente di persone di guardare al corpo non più come ad una macchina da tener in efficienza per poter lavorare, combattere, fare ed allattare bambini, ma come una proprietà personale dotata di valenze espressive e di emozioni narcisistiche. il corpo nella modernità Negli ultimi decenni si è radicalmente modificato il modo in cui la gente UTILIZZA il corpo, SI RAPPORTA ad esso, NE PARLA, SI ESIBISCE. Si è MODIFICATA: L’IMMAGINE PUBBLICA DEL CORPO, •LA MODALITÀ DI GESTIONE, •IL TEMPO CHE LE PERSONE DEDICANO AL FISICO. Trasformazione del corpo •Oggi il corpo diventa spesso un vero e proprio oggetto di culto, di attenzioni e cure di ogni tipo, tali da arrivare talvolta persino alla sua definitiva, trasformazione (body-building, tatuaggi, piercing, chirurgia estetica). Corpo / sessualità •Si è consolidato un rapporto più disinvolto ed esplicito con la fisicità, la sessualità è uscita dalla sfera privata per entrare prepotentemente in quella pubblica, dove nudi e pornografia sono merce comune così come si sono moltiplicate le tecnologie della salute e della bellezza (es. palestre di fitness). canoni – moda •Giornali, cinema televisione hanno proposto imposto all’attenzione collettiva dei modelli di comportamento, tipi fisici, look ed i canoni di bellezza. •Si è diffusa l’idea che il successo di una persona dipenda dalla sua immagine. Compare nella scena sociale un nuovo dovere, quello di tenere in ordine il proprio corpo, di esercitare su di esso un’attenzione ed una disciplina costanti, spesso all‘origine di nuove preoccupazioni assillanti per chi ad es. è brutto, grasso, timido ecc. Il corpo può diventare un vero e proprio PROGETTO •Quando i confini di sé diventano labili e fuggenti, o vengono meno altre forme di realizzazione, il corpo offre un aggancio concreto, confini tangibili, e fornisce quelle caratteristiche di unicità e differenza che sono alla radice di ogni identità individuale. IL CORPO COME MATERIALIZZAZIONE DELLA VOLONTÀ INDIVIDUALE si concretizza come segue: a. Nel gusto di modellare o “scolpire” il corpo raggiunge il livello massimo nei body-builder, che orgogliosamente esibiscono la loro opera in corsi e manifestazioni. b. Nell’anoressia mentale (per motivi diversi) viene posto al centro dell’interesse il corpo o meglio il corpo ideale (senza forma, senza volume, senza peso, piatto) per cui si attengono ad una dura disciplina: diete, digiuni, esercizi fisici, pratiche di svuotamento ecc. La malattia come progetto •Quando nella vita di una persona tutto il resto è bloccato, il solo progetto per l’avvenire è quello di essere malati e di farsi riconoscere come tali, ossia di convincere gli altri della validità del proprio progetto – malattia, non di guarire. Al dì la della patologia e dei suoi specialisti, emergono due figure: quella dello Stato, che in mancanza d’altro offre attraverso le istituzioni sanitarie uno statuto agli esclusi, e quella del genitore assente, di cui lo stato prende il posto nella storia dell’individuo (T.C. Carreteiro). •In casi meno estremi a seguito di un CAMBIAMENTO DRASTICO di vita che PRODUCA ISOLAMENTO, DEPRESSIONE, SFIDUCIA, PERDITA dell’IDENTITÀ SOCIALE (vedovanza, divorzio, licenziamento, disoccupazione ecc.) può verificarsi la ricerca di cure mediche ha in questi casi un valore METAFORICO ed INDICA IL BISOGNO DI ESSERE PRESI IN CARICO TEMPORANEAMENTE DA QUALCUNO IN GRADO DI AIUTARE. IL DOLORE COME CURA •Es. un giovane che abbia sperimentato la caduta di sicurezza ed autostima; o che sia depresso; o che abbia subito un trauma (lutto, abbandono, separazione, emarginazione, insuccesso scolastico) può reagire: Usando droghe; narcotizzarsi con farmaci; praticare sport in forma esasperata ed intensiva; tatuarsi o farsi fare piersing in zone del corpo più sensibili al dolore e a rischio di infezione; può mangiare eccessivamente. L’aggancio alla fisicità, alle sensazioni piacevoli o spiacevoli che provengono dal corpo, secondo alcuni autori è una modalità con cui l’individuo può cercare di mantenere una continuità con il proprio Io in momenti di difficoltà o prendersi una vacanza da un’identità troppo esigente o impegnativa, che richiede standard di comportamento elevati, decisioni difficili, tensioni, conflitti. CONDOTTE AUTOLESIONISTICHE: hanno una dimensione patologica ed una funzione adattiva immediata Es. provocarsi ferite, tagli, scorticarsi le unghie, battere continuamente la testa contro il muro, strapparsi ciocche di capelli, o le ciglia, colpirsi con oggetti, provocarsi delle bruciature, morsicarsi l’interno delle guance ecc. Provocandosi del dolore fisico, il soggetto prova delle sensazioni che lo fanno sentire vivo, coinvolto in un evento intenso, che gli consentono di non pensare ad altro, di non ricordare, di prendersi una vacanza da altri stress da altre tensioni. Questi comportamenti hanno anche una valenza metaforica: sotto il proprio controllo, vengono prodotte sensazioni dolorose che sono la versione in scala ridotta del dolore morale o fisico provato in altri contesti. SIMBOLISMO CORPOREO “ la malattia è il luogo in cui si apprende” (Pascal). La verità è nei recessi del corpo. In ogni organo – cuore, reni, pancreas, stomaco – è inscritta una parte del nostro progetto di vita; in essi si depositano i nostri pensieri e vengono espresse e trattenute le nostre emozioni. Quando un organo si ammala viene segnalato un blocco che investe altri piani della coscienza. Ogni parte ferita del corpo, ogni organo malato, è la pista per comprendere una causa più grande e profonda, è un segnale da decifrare e decodificare. Un SINTOMO è un SEGNALE che: calamita ATTENZIONE; INTERESSE; ENERGIA; mette in DISCUSSIONE L’ESISTENZA. Questa interruzione, che sembra venire dall’esterno, noi la percepiamo come un disturbo ed in genere abbiamo solo uno scopo: farlo sparire al più presto. Nel SINTOMO è nascosto un SIMBOLO “espressione vitale” Qualsiasi cosa si manifesti nel nostro corpo sotto forma di sintomo è un’espressione vitale di un processo invisibile, di qualcosa che non è in ordine e che dobbiamo analizzare. Ogni sintomo è una provocazione che ci offre l’opportunità di guardarci in profondità. Comprendere il linguaggio simbolico significa decifrare i contenuti psichici e le forme “incarnate” di quel sintomo, significa individuare il lato psicologico e spirituale di un aspetto corporeo, significa trovare il centro della cura. -Per salvarci la vita spesso occorre estirpare il sintomo. -Per guarire occorre restituire alla coscienza ciò che è stato forcluso. IL CORPO ACCOGLIE CIÒ CHE MENTE VORREBBE RIGETTARE. •Il soggetto dopo un’offesa rifiuta di sentirsi arrabbiato. Es. L’ira si traduce in ipertensione arteriosa. Il corpo accoglie il non detto, si ammala per offrire vantaggi secondari; la reazione rabbiosa, infatti, trasmutata in linguaggio somatico, offre l’opportunità al soggetto di sentirsi buono e a illudersi di essere protetto e amato. In tal senso guarire significa ritornare alla verità, per riappropriarsi della responsabilità della propria rabbia e della propria paura, dei propri pensieri e delle proprie azioni. •Tale percorso necessita di un lavoro volto a riportare alla coscienza ciò che nel corpo si è trasformato per essere da un lato svelato e dall’altro celato. “RI - TORNA A TE STESSO” Per compiere tale processo di svelamento occorre riappropriarsi del linguaggio d’organo, ossia come la persona abbia potuto traslare e nascondere nel corpo in modo differenziato e circoscritto la propria paura e la libertà di esprimersi e di scegliere, di progettare, decidere ed amare. •In tale prospettiva la guarigione non consiste in una eliminazione del sintomo corporeo, ma, attraverso un percorso di coscientizzazione, nel renderlo inutile e superfluo. •Lo svelamento simbolico non solo rivela l’esistenza di un conflitto psichico e razionale, ma in qualche modo suggerisce anche la soluzione e la via di un percorso trasformativo. “la medicina migliore dell’uomo è l’uomo stesso. Il massimo grado di medicina è l’amore.” (Paracelso) Se la vita è una sorta di scuola le malattie fanno parte del piano di studio •Non ci puniscono nè ci condannano •Ci invitano a rispondere ad una domanda: Cosa devo fare adesso e che cosa mi manca per essere più completo, per realizzarmi e raggiungere l’unità? bibliografia •Anna Oliviero Ferraris: “La ricerca dell’identità”; Giunti Editore 2002. •Anna Freud: “L’Io e i meccanismi di difesa”, G. Martinelli & C. s.a.s. Firenze Editori, 1967. •Umberto Galimberti: “Il corpo”; Feltrinelli Editore, 2002. •Alessandro Lowen: “il linguaggio del corpo”; Feltrinelli Editore, 1985. •James I. Kepner: “Body process”; Franco Angeli Editore, 1993. •Franco Maneti: “Dialoghi tra psiche e soma”. Magi Editore, 2006. •Marina Massenz, Elena Simonetta: “Dal corpo fantasmatico all’identità corporea”. Franco Angeli Editore, 1999. •Luigi Solano: “Tra corpo e mente”; Raffaello Cortina Editore, 2001. Giovedì 26 Aprile 2007 Dott. Ettore D’antonio, Psichiatra, Dipartimento Di Salute Mentale ulss 7 Conegliano LA CAPACITA’ DI FARE FRONTE A DIFFICOLTA’ E FRUSTRAZIONI E LO SVILUPPO DI SENTIMENTI DEPRESSIVI ULSS N°7 CONEGLIANO Difficoltà e frustrazioni Difficoltà e frustrazioni fanno parte del normale corso della vita, ma alcune persone in reazione a situazioni di stress sviluppano disturbi dell’umore come ansia patologica e depressione. Sono persone che non hanno sviluppato strutture psicologiche resistenti agli eventi stressanti o sono infragilite da situazioni di difficoltà prolungate oppure non hanno gli strumenti per integrare le esperienze dolorose. ETÀ EVOLUTIVA I BAMBINI ALLEVATI RISPARMIANDO LORO IL DOLORE, LA FRUSTRAZIONE, LA RISPOSTA NEGATIVA, DIVENTERANNO ADULTI INCAPACI DI INTEGRARE LE FRUSTRAZIONI E FARNE UN UTILE STRUMENTO DI ESPERIENZA E DI RAFFORZAMENTO DEL SE’. L’ANSIA E’ UNO STATO EMOTIVO Possiamo definire l’ansia come uno stato emotivo che va dal leggero disagio alla paura intensa. E’ un sentimento di paura di fronte ad un pericolo, ma, mentre nell’ansia normale il pericolo è reale o probabile, nell’ansia patologica (intesa come malattia) il pericolo è inesistente o remoto. E’ normale sentirsi ansiosi in corrispondenza di alcuni eventi della vita (un esame, un colloquio di lavoro…..) ANSIA NORMALE Emozione caratterizzata da uno stato di tensione, apprensione ed allarme per un imminente pericolo o per eventi dannosi, associata a sentimenti di disforia (umore mutevole) o a sintomi somatici sgradevoli. ANSIA PATOLOGICA Le manifestazioni su descritte si verificano per eventi temuti che possono essere estremamente improbabili o addirittura impossibili, ma vengono in ogni caso avvertiti e temuti in modo abnorme e del tutto sproporzionato rispetto alla loro reale entità. STRESS Per stress s’intende la risposta di un sistema ad una sollecitazione ambientale che tende a portare il sistema stesso lontano dal suo intervallo di funzionamento ottimale. ANSIA STRUTTURANTE BASSO LIVELLO D’ANSIA: •Aumento della velocità associativa •Aumento della velocità d’apprendimento •Migliore capacità di formare giudizi validi sulla realtà •Miglioramento dell’efficienza fisica •Diminuzione del tempo di reazione agli stimoli fisici Miglioramento della performance ANSIA DESTRUTTURANTE ALTO LIVELLO D’ANSIA: Rallentamento della velocità associativa: BLOCCO Apprendimento difficoltoso o impossibile: BLOCCO •Restringimento del campo di coscienza: MONOIDEISMO •Sfaldamento della coscienza:STATO CONFUSIONALE/STUPORE •Impossibilità di comunicazione tra soggetto ansioso e mondo esterno Scadimento della Performance/ Patologia • • L’ansia può essere individuata da una triade di pattern sintomatologici riferibili rispettivamente alla TENSIONE MOTORIA, all’IPERATTIVITA’ DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO all’IPERATTIVITA’ e della VIGILANZA ed ATTENZIONE TENSIONE MOTORIA •Tremori, mioclonie •Sensazione •Tensione di instabilità muscolare •Dolore •Irrequietezza motoria •Facile affaticabilità IPERATTIVITA’ DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO •Dispnea •Palpitazioni o tachicardia •Sudorazione o mani fredde ed umide •Secchezza delle fauci •Vertigini o sensazione di testa vuota •Nausea, diarrea o altri disturbi addominali •Vampate di calore o brividi •Minzione frequente •Difficoltà a deglutire IPERATTIVITA’ DI VIGILANZA ED ATTENZIONE LE NEVROSI D’ANSIA DISTURBO D’ANSIA DOVUTO AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO (CON E SENZA AGORAFOBIA) DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA FOBIA SOCIALE FOBIA SPECIFICA DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DISTURBO ACUTO DA STRESS DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CON ANSIA TERAPIE DELL’ANSIA TERAPIE FARMACOLOGICHE BENZODIAZEPINE NEUROLETTICI TIPICI ED ATIPICI ANTIDEPRESSIVI BETABLOCCANTI IPNOINDUCENTI PSICOTERAPIE PSICODINAMICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI DEPRESSIONE Calo del tono dell’umore, che si manifesta sotto forma di una coloritura negativa, cupa, che assumono i sentimenti che l’individuo prova nei confronti delle situazioni quotidiane. Definiamo umore un “clima” emozionale stabile, pervasivo e duraturo. Naturalmente, mutamenti di stati d’animo con caratteristiche di maggiore fluttuazione non configurano necessariamente condizioni di patologia affettiva. I DISTURBI DELL’UMORE Molti dei disturbi dell'umore si manifestano con modalità episodiche, con periodi di umore disturbato che si alternano a periodi piuttosto prolungati di funzionamento normale. Vi sono quattro tipi di episodio dell'umore definiti nel DSM IV: - DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE: ALMENO 2 SETTIMANE DI UMORE DEPRESSOACCOMPAGNATO DA UN ANDAMENTO CARATTERISTICO DEI SINTOMI DEPRESSIVI - EPISODIO MANIACALE: ALMENO 1 SETTIMANA DI UMORE ESALTATO, EUFORICO IRRITABILE, ACCOMPAGNATO DA UN ANDAMENTO CARATTERISTICO DEI SINTOMI MANIACALI; - EPISODIO MISTO: ALMENO 1 SETTIMANA DI SINTOMI MANIACALI E DEPRESSIVI MISTI; - EPISODIO IPOMANIACALE: ALMENO 4 GIORNI DI UMORE ESALTATO, EUFORICO 0 IRRITABILE, CHE RISULTA MENO GRAVE RISPETTO AD UN EPISODIO MANIACALE. In passato si è fatta un po‘ di confusione circa i termini umore ed affetto. Il termine affettivo è infatti anch'esso stato usato per denominare questa classe di disturbi. E' comprensibile pertanto che umore ed affetto siano spesso stati usati uno in sostituzione dell'altro. Il glossario DSM IV definisce come affetto "l'esperienza o l'espressione soggettiva di uno stato di sentimento o emozione"o al contrario, umore va riferito ad un "clima emozionale piu' pervasivo e piu' prolungato", mentre affetto va riferito a “modificazioni più fluttuanti dell'atmosfera emozionale”. CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’ UMORE DISTURBI UNIPOLARI DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE EPISODIO SINGOLO 0 RICORRENTE DISTURBO DISTIMICO DISTURBO DEPRESSIVO N.A.S. DISTURBI BIPOLARI DISTURBO BIPOLARE I°EPISODIO MANIACALE SINGOLO PIU’ RECENTE EPISODIO IPOMANIACALE PIU’ RECENTE EPISODIO MANIACALE PIU’ RECENTE EPISODIO MISTO PIU’ RECENTE EPISODIO DEPRESSIVO DISTURBO BIPOLARE II°DISTURBO CICLOTIMICO DISTURBO BIPOLARE N.A.S. • MALATTIE NEUROLOGICHE DEGENERATIVE (ES. PARKINSON, MALATTIA DI HUNTINGTON) • MALATTIE CEREBROVASCOLARI (ES. DEPRESSIONE DOPO UN EPISODIO DI ICTUS) • CONDIZIONI METABOLICHE (ES. DEFICIENZA DI VITAMINA B 12) • CONDIZIONI ENDOCRINE (ES. IPER‑ 0 IPO‑ TIROIDISMO) • CONDIZIONI AUTOIMMUNI (ES. LUPUS ERYTHEMATOSUS SISTEMICO) • INFEZIONI VIRALI 0 DI ALTRO TIPO (ES. EPATITE, MONONUCLEOSI, HIV) • NEOPLASIE (ES. CARCINOMA DEL PANCREAS). Sostanze che possono indurre disturbi dell'umore clinicamente significativi: INTOSSICAZIONE DA SOSTANZE: ALCOOL, ALLUCINOGENI, AMFETAMINE E SOSTANZE ORRELATE, COCAINA, FENCICL1DfNA E SOSTANZE CORRELATE, INALANTI, OPPIACEI, SEDATIVI, IPNOTICI ED ANSIOLITICI. ASTINENZA DA SOSTANZE: ALCOOL, AMFETAMINE E SOSTANZE CORRELATE,COCAINA OCAINA, SEDATIVI, IPNOTICI ED ANSIOLITICI. FARMACI: ANALGESICI, ANESTETICI, ANTICOLINERGICI, ANTICONVULSIVANTI, ANTIIPERTENSIVI, CONTRACCETTIVI ORALI, FARMACI ANTIPARKINSONIANI, FARMACI ANTI ULCERA, FARMACI CARDIACI E PSICOTROPI (ANTIDEPRESSIVI, BENZODIAZEPINE, ANTIPSICOTICI, DISULFIRAM), MIORILASSANTI, STEROIDI, SULFONAMIDI. METALLI PESANTI E TOSSINE: BIOSSIDO DI CARBONIO, GAS NERVINI, INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI, MONOSSIDO DI CARBONIO, SOSTANZE VOLATILI COME BENZINE E VERNICI. PREVALENZA: 5.8 % INCIDENZA: 3% (F); 1% (M) RAPPORTO M/F: 1:2 FAMILIARITA’: RISCHIO 2‑ 3 VOLTE PIU‘ ELEVATO NEI PARENTI DI I° GRADO; RISCHIO 2 VOLTE PIU‘ ELEVATO NEI GEMELLI MONOZIGOTI RISPETTO A QUELLI DIZIGOTI. ETA D'ESORDIO: 30‑ 40 AA. (NEL 10% DEI CASI DOPO I 60 ANNI). SINTOMI PRODROMICI: LABILITA'EMOTIVA, TENSIONE, ASTENIA, IPORESSIA, DIFFICOLTA’ DI CONCENTRAZIONE, ANSIA INSONNIA, CEFALEA. SINTOMI DI STATO: Umore depresso, anedonia, ansia, rallentamento o agitazione psicomotoria, difficolta‘ di concentrazione, diminuzione dell'autostima, indecisione, ruminazione mono ‑ od oligoideica; in alcuni casi deliri olotimici (di colpa, di indegnita', di dannazione, di poverta', di rovina, ipocondriaci, nichilistici), piu' raramente deliri incongrui all’umore (di persecuzione, di influenzamento, di veneficio, di inserzione/trasmissione del pensiero); nei casi piu' gravi fenomeni dispercettivi (illusioni ed allucinazioni visive ed uditive); alternanza diurna con peggioramento al mattino, sintomi neurovegetativi (insonnia piu' spesso terminale 0 ipersonnia, iporessia 0 iperfagia, diminuzione della libido). Decorso: decorso episodico, piu' raramente cronico. Si distingue: depressione maggiore episodio singolo con 0 senza manifestazioni psicotiche, depressione maggiore ricorrente con 0 senza sintomi psicotici, distimia (sintomi depressivi cronici attenuati). TEMPERAMENTI AFFETTIVI LA PREDISPOSIZIONE GENETICA al DISTURBI DELL'UMORE SI RIVELA NON SOLO ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI EPISODI DEPRESSIVI E/O MANIACALI PARZIALI 0 COMPLETI, MA ANCHE ATTRAVERSO SFUMATE CARATTERISTICHE TEMPERAMENTALI DELLA PERSONALITA' PREMORBOSA ED INTERCRITICA. Le caratteristiche temperamentali, che si manifestano in genere fin dall'infanzia, condizionano, insieme al complesso delle inclinazioni e disposizioni innate, le esperienze relazionali piu' antiche e, con queste, determinano successivamente le modalita' di rapporto con l'ambiente esterno da cui, a loro volta, finiscono spesso con l'essere alimentate e favorite. I temperamenti affettivi rappresentano quindi un anello intermedio tra stato di benessere e di “malattia” ma possono costituire anche, delle forme subcliniche di disturbo dell'umore, riscontrabili nei soggetti che hanno gia' manifestato o sono a rischio di sviluppare un episodio depressivo o maniacale franco e nei loro familiari. In questi casi non vengono in genere considerati, da chi ne soffre, un fenomeno patologico, ma piuttosto come uno "stile di vita”; le caratteristiche fenomeniche sono attenuate ma persistenti e possono presentare aspetti disadattativi sul piano lavorativo e familiare ma anche adattativi e produttivi, non di rado socialmente approvati e desiderabili IN BASE ALLE TIPOLOGIE, DESCRITTE ORIGINARIAMENTE DA KRAEPELIN E DA KRETSCHMER ED AI CRITERI DIAGNOSTICI PIU' RECENTEMENTE MESSI A PUNTO DA AKISKAL E KOUKOPOULOS, VENGONO DISTINTI 4 DIFFERENTI TEMPERAMENTI AFFETTIVI: TEMPERAMENTO CICLOTIMICO TEMPERAMENTO IPERTIMICO TEMPERAMENTO DEPRESSIVO (0 DISTIMICO) TEMPERAMENTO IRRITABILE TEMPERAMENTO DEPRESS[VO: UMORE E LIVELLO DI ENERGIE ABITUALMENTE BASSI, CON: * Tristezza, malinconia, pessimismo, incapacità di gioire, scarsa fiducia in se stessi, autocritica, sentimenti di inadeguatezza e di colpa. * Paura di sbagliare, tendenza a preoccuparsi, a rimuginare sugli eventi negativi * insicurezza, indecisione, scrupolosita', coscienza, autodisciplina * tranquillita', passivita‘, introversione, riservatezza * scetticismo, ipercritica, sarcasmo, aumentato bisogno di sonno (piu‘ di 9 ore per notte) TRATTAMENTI: FARMACOTERAPIA: Antidepressivi (triciclici, ssri, inibitori delle M.A.0); regolatori del tono dell'umore nelle forme ricorrenti ed in quelle croniche (augmentation),neurolettici nelle forme con sintomi psicotici. PSICOTERAPIE E RIABILITAZIONE: PSICOTERAPIE COGNITIVE In termini generale il contributo dato dalla psicoterapia alla terapia farmacologica, si può riassumere in questo modo: migliora il livello di conoscenza del paziente nei confronti della propria malattia e con essa sviluppa una maggior tolleranza alla sofferenza depressiva. favorisce l’adesione al progetto terapeutico migliora la tolleranza agli effetti collaterali della terapia farmacologica. riduce le ricadute BELLEZZA, AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA. LE RAGIONI DELLINCONSCIO DOTT.SSA PATRIZIA FURLAN PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA PRESIDENTE ASSOCIAZIONE LIMENS CONEGLIANO (TV) Giovedì 24 Aprile 2007 Dott.ssa Patrizia Furlan psicologa, psicoterapeuta, Dott.ssa Elena Daniel, Psicologa. LE RAGIONI DELL’INCONSCIO. BELLEZZA AUTOIMMAGINE ED AUTOSTIMA ELOGIO DELL’ APPARENZA…. “Solo la gente mediocre non giudica dall’apparenza..” Gridò Dorian Gray. Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde BELLEZZA I bambini belli sono più amati. Da una ricerca americana emerge come i bambini più belli ricevano più complimenti, siano più vezzeggiati, Più seguiti ed abbiano maggiore attenzione da parte degli insegnanti. LA BELLEZZA NON CONTA? …da piccola mi dicevano che ero una bambola, da adolescente che sembravo dipinta, sono sempre stata schiava della mia bellezza anche se mi apriva molte porte, gli altri se lo aspettavano…. Ero costretta ad essere bella per non deludere. LA BELLEZZA CONTA Ci formiamo la prima impressione di qualcuno attraverso l’immagine esterna. (bello non bello,curato, ben vestito ordinato pulito…) La prima impressione si modifica con difficoltà perché noi cerchiamo conferme alle nostre idee, perciò la prima impressione è importante. AUTOSTIMA L’autostima è legata al sentirsi degni d’amore, al sentirsi capaci. E’ il valore che si costruisce di sé e ci si riconosce attraverso i ritorni esterni e che permette la costruzione di sicurezze interne. Autostima significa guardarsi con benevolenza e non avere bisogno di sentirsi perfetti. LA PRIMA IMMAGINE CHE COSTRUIAMO SU NOI STESSI VIENE DALL’ESTERNO, UN BAMBINO NON POSSIEDE ALLA NASCITA UN’IDEA DI SE STESSO, QUESTA SI COSTRUISCE ATTRAVERSO L’INTERAZIONE CON IL MONDO. I BAMBINI CHE HANNO LA PERCEZIONE DI ESSERE AMATI SARANNO ADULTI PIU’ SICURI, CON UNA MIGLIORE AUTOSTIMA ED UNA PIU’ SVILUPPATA CAPACITA’ DI ADATTAMENTO AGLI EVENTI DELLA VITA. PARTONO CON UN EQUPAGGIAMENTO MIGLIORE. AUTOSTIMA SIGNIFICA GUARDARSI CON BENEVOLENZA E NON AVERE BISOGNO DI ESSERE PERFETTI L’AUTOSTIMA E’ LA VALUTAZIONE DI SE’, CHE ESPRIME LA MISURA IN CUI UNA PERSONA SI CONSIDERA CAPACE, IMPORTANTE E DI VALORE. DAL PUNTO DI VISTA PSICOANALITICO ESSA SI DISPIEGA COME UN APPOGGIO DI NATURA NARCISISTICA CHE L’IO RICEVE DAL SUPER-IO PER CUI IL SOGGETTO NON TEME PUNIZIONI O RIPROVAZIONI. (G.GALIMBERTI) NON SI NASCE GIA’ STIMATI La costruzione dell’autostima è un processo che si dispiega per tutta la vita coerentemente con lo sviluppo della personalità nel suo complesso. Il concetto di AUTOSTIMA si evolve con l’età, si sviluppa e si differenzia con l’aumentare delle esperienze, attraverso le interazioni con gli altri, con i successi ed i fallimenti. UNA METAFORA un contadino aveva piantato delle zucche nel suo terreno. Per qualche motivo chiuse una piccola zucca, attaccata al gambo, in un vaso di vetro. Al momento del raccolto vide che la zucca era cresciuta con la forma e le dimensioni del vaso. Siamo forgiati dall’ambiente nel quale siamo cresciuti e con grande difficoltà siamo in grado di spingerci oltre i limiti che confinano la concezione che abbiamo di noi stessi. Qualsiasi siano i nostri confini CIO’ CHE UN UOMO PENSA DI SE STESSO DETERMINA O PIUTTOSTO, INDICA IL SUO DESTINO. Henry David Thoreau BELLEZZA ED AUTOSTIMA IL CORPO RAPPRESENTA UNO DEI LUOGHI PRINCIPALI IN CUI SI METTONO IN SCENA LE VICENDE ALTERNE E TRAVAGLIATE DEL PROPRIO SENTIMENTO DI IDENTITA’… UNO DEI DESIDERI BASILARI DELLA VITA E’ PIACERE A SE STESSI A. CAROTENUTO 2005 “AMARE TRADIRE” IL CORPO E’ VERAMENTE LO SPECCHIO DELL’ANIMA? AUTOSTIMA E BELLEZZA CHI HA UNA BUONA AUTOSTIMA SI SENTE PIU’ BELLO? CHI E’ BELLO HA UNA MIGLIORE AUTOSTIMA? LA BELLEZZA INTERIORE NUTRIRE IL PRPRIO INTERNO E’ IMPORTANTE PERCHE’ LA BELLEZZA E’ EFFIMERA? Il corpo, attraverso cure ed attenzioni può difendersi dalle ingiurie del tempo. Un obiettivo importante è imparare ad invecchiare bene nel proprio corpo sentirsi bene ed emanare una bella ed armoniosa immagine. CORPO VISTO E VISSUTO Corpo e psiche costituiscono una unità inscindibile. Il corpo rappresenta, infatti, il sostegno della propria identità ed un tramite nella relazione con gli altri, ma non sempre l’autoimmagine corrisponde all’immagine esterna. Dispercezioni sono presenti in adolescenza e nel caso di alcune patologie mentali. BELLEZZA E CURA ESTETICA La cura dell’estetica del corpo in dosi adeguate esprime sia una buona accettazione di sé, sia una cura attenta della relazione con l’altro. La trascuratezza del corpo è associata al trascurare aspetti interni, ma anche disinteresse per la relazione con l’altro. QUALSIASI COSA HA ESATTAMENTE IL VALORE CHE NOI GLI ATTRIBUIAMO La dimensione estetica può anche essere iperinvestita ed il corpo strumentalizzato dove il corpo bello può attrarre al posto di altre qualità, diventando così l’involucro fragile di un vuoto interiore. Così L’aspetto narcisistico, da sana difesa può diventare una membrana a tenuta stagna, spostando o distraendo dai bisogni autentici. MODELLI CULTURALI La pubblicità, la tv, gli specchi, spingono a rimanere nel carattere visivo. Ma quale epoca e quale cultura hanno mai promosso la bruttezza o il sovrappeso? ….L’essenziale è invisibile agli occhi… Si pensa che in alcune culture essere in sovrappeso sia auspicabile, ma non certo per modelli estetici bensì per dimostrare uno stato di benessere economico, mentre in altre l’essere grassi indica l’appartenenza ad una classe povera, i ricchi possono permettersi di mangiare meglio. Chirurgia estetica e passaggio all’azione •Correggere inestetismi che pregiudicano la costruzione di una buona immagine di sé. •Modificare la forma del corpo. Dietro ad ogni domanda c’è una persona diversa e dunque un profilo psicologico differente. La chirurgia estetica, interviene su una immagine del corpo che ha una sua storia costruita nel corso del tempo fin dall’infanzia, perciò bisogna agire con prudenza. L’AUTOIMMAGINE QUALSIASI COSA LA NOSTRA MENTE CONCEPISCA PUO’ ESSERE RAGGIUNTA DAL CORPO SI FORMA NEI PRIMI ANNI DI VITA, PRESUMIBILMENTE NELLE SEGUENTI PRPORZIONI 50% da 0 a 4 anni 30% da 4 a 8 anni 10% da 8 a 14 anni. Rimane poco per noi. Noi siamo il prodotto finale dei nostri pensieri e della nostra consapevolezza Credenze limitanti, complessi di inferiorità (o di superiorità) meccanismi difensivi, occultate paure e risentimenti, sono i filtri percettivi che distorcono l’immagine di noi e della realtà Migliorare la propria vita è possibile per tutti con impegno, interesse e rispetto per sé. Tutti gli esseri umani hanno il sacrosanto diritto di essere felici, di stare bene con la propria immagine e di cercare, se necessario di migliorarla. E’ importante perciò imparare a conoscersi e ad accettarsi come si è. Poi si cercherà di dare il meglio di se stessi cercando di raggiungere la migliore forma possibile. guai a voler essere quello che non si può diventare. Il primo passo da compiere è perciò quello di valorizzare il proprio spirito. Il corpo contiene qualcosa di molto più sublime di quello che normalmente appare. Ivo Pitanguy “Imparando con la vita” 1996