D_1416_72-33_Informativa_Prader_Willi

INFORMATIVA
all'indagine genica per la
Sindrome di Prader-Willi e
Sindrome di Angelman
D/1416/72-33
Ed. 1
Rev. 1
del 12/03/2012
ex M/1416/72-35
SOD Diagnostica Genetica
La Sindrome di Angelman (AS) e la Sindrome di Prader-Willi (PWS) sono disordini genetici
clinicamente distinti che mappano su 15q11-q13. La Sindrome di Prader-Willi è un complesso
disordine la cui diagnosi può essere difficile da stabilire clinicamente. Le basi genetiche risultano molto
eterogenee: circa il 70% dei casi è dovuto a una delezione della regione 15q11-q13 del cromosoma
paterno, il 28% è dovuto a disomia uniparentale materna mentre meno del 2 % dei casi può presentare
un errore nel processo di imprinting che causa una non espressione del gene paterno nella regione
critica della Sindrome di Prader-Willi. Anche la Sindrome di Angelman è un complesso disordine
spesso di difficile diagnosi clinica specie nei primi anni di vita.. La maggior parte dei casi deriva da una
delezione della regione 15q11-q13 del cromosoma materno (circa 70%), solo il 3-5% dei casi è dovuto
a disomia uniparentale paterna mentre è stata trovata una anomalia nel processo di imprinting in
almeno un terzo del rimanente 25 % di pazienti. Si ipotizza anche la possibilità di una mutazione a
carico del gene UBE3A riscontrata in alcuni pazienti con Sindrome di Angelman. Entrambe le sindromi
ricorrono con una frequenza di circa 1/15.000-1/20.000 nati vivi.
Analisi genica
Tipologia del campione e suo trattamento
Per effettuare la diagnosi molecolare è sufficiente un prelievo di sangue periferico o di altri
tessuti. La consulenza genetica è parte integrante del test e deve essere sempre eseguita.
La diagnosi molecolare di PW/A si basa sui seguenti metodi:
uno studio di metilazione mediante tecnica “Methylation Specific PCR” (MSPCR)
analisi mediante FISH con sonde regione specifiche, su cromosomi matafasici, ottenuti
da coltura di linfociti periferici o da tessuti fatali
La diagnosi molecolare di Sindrome di Angelman, se negativa le analisi sopra descritte si basa sul
sequenziamento delle regioni codificanti del gene UBE3A per la ricerca di mutazioni
puntiformi.
In rarissimi casi è possibile dover ripetere il prelievo di sangue o tessuto a causa di problemi
tecnici, assenza o scarsità di materiale (DNA), necessità di approfondimenti diagnostici.
E’ possibile effettuare l’analisi genica anche in epoca prenatale. L’esame viene effettuato su
DNA estratto da villi coriali o da amniociti tramite villocentesi o amniocentesi.
Nell’ambito delle malattie ereditarie, sia per analisi postnatali che prenatali, si eseguono studi
familiari per valutare la trasmissione della malattia; questo tipo di indagine oltre ad identificare i
soggetti affetti, può evidenziare casi di non paternità.
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