Dopamina e neuroni specchio Neuroimmunologia Recettori dopaminergici La dopamina si lega a recettori metabotropici associati alla proteina G, espressi prevalentemente nel sistema nervoso centrale. Tali recettori sono implicati in molti processi neurologici: motivazione, piacere, cognitività, memoria, memoria spaziale, emozioni, apprendimento, controllo motorio fine e modulazione del segnale neuroendocrino. I recettori per la dopamina I due principali tipi di recettori per la dopamina sono il recettore D1 ed il recettore D2. La famiglia dei recettori D1 comprende i recettori D1 e D5, mentre la famiglia D2 comprende i tipi D2, D3 e D4. La funzione di modulazione delle via diretta ed indiretta del circuito motorio extrapiramidale esercitato dalla dopamina, si estrinseca mediante l’interazione con i recettori D1 e D2. I recettori per la dopamina sono legati a proteine G a formare un complesso che interagisce con l’adenilciclasi per controllare del secondo messaggero, l’AMP ciclico. I recettori della famiglia D1 provocano l’aumento dell’AMP ciclico, mentre quelli appartenenti alla famiglia D2 ne comportano la riduzione. L’attivazione dei recettori D2 è importante nella risposta antiparkinsoniana ai farmaci agonisti della dopamina. Il ruolo dell’attivazione dei memore D2 nella risposta alla terapia medica non è completamente noto. Ruolo recettoriale Una delle funzioni più importanti di queste molecole trasduttrici è il controllo del comportamento. I molteplici ruoli sono il riflesso della loro diversa struttura (sono classificati da D1 a D7) e della particolare densità nelle aree cerebrali. I farmaci antagonisti della dopamina sono utilizzati come anti-psicotici, mentre gli agonisti agiscono come psico-stimolanti. Dopamina extra-cerebrale Fuori del SNC i recettori della dopamina svolgono importanti funzioni nel sistema cardiopolmonare. Le arterie polmonari, ad esempio, esprimono i sub-tipi D1, D2, D4 e D5, i quali permettono l’effetto di vasodilatazione della dopamina nel sangue. I D4 sono stati osservati negli atri e sono associati alla contrattilità del cuore e della frequenza cardiaca. Una densità alta è stata, inoltre, dimostrata nei tubuli prossimali, nei glomeruli e nelle fibre simpatiche dei reni, con segnali che influenzano la diuresi e la natriuresi. Patologia In patologia il recettore D4 è stato associato al deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e anche alla schizofrenia, anche se le opinioni, al riguardo, non sono uniformi. La teoria di una amplificata trasduzione del segnale dopaminergico, nella psicosi delirante mantiene, tuttavia, una larga considerazione. Droghe, quali amfetamina e cocaina inducono drammatiche stimolazioni del recettore e, qualora le dosi siano eccessive, i sintomi che ne derivano sono molto simili a quelli della schizofrenia. Patologia I recettori della dopamina sono stabili. Tuttavia, i diversi farmaci possono attenuare o amplificare la loro espressione funzionale. La sotto-regolazione, dovuta agli psico-stimolanti si associa a perdita di interesse nelle attività altrimenti piacevoli e attenzione diminuita. Gli anti-psicotici, invece, sovra-esprimono i recettori e inducono tardiva discinesia, con contrazioni involontarie. Parkinsonismo La sindrome extrapiramidale è una della più importanti conseguenze dell’uso di neurolettici. Inizialmente si manifesta rigidità muscolare e acinesia, che arriva, in un trattamento prolungato, a una discinesia irreversibile. Tale condizione è molto simile alla perdita di recettori e dopamina nel Parkinsonismo, nell’area cerebrale più rappresentata del sistema dopaminergico, ossia la substantia nigra dei gangli basali. Dopamina Prodotta dai neuroni dopaminergici a partire dal precursore tirosina. Recettore D2 Se stimolato: Se bloccato: Cura per il Parkinson Cura per la Schizofrenia Circuiti dopaminergici Mesolimbico Nigrostriatale Mesocorticale Tuberoinfundinbolare Circuiti dopaminergici 1. Nigrostriatale: controlla i movimenti. 2. Mesolimbico: coinvolto nelle sensazioni di piacere, euforia e nei sintomi positivi (deliri, allucinazioni). 3. Mesocorticale: coinvolto nei sintomi positivi, negativi e in quelli cognitivi. 4. Tubero-infundimbolare: controlla secrezione di prolattina (PRL). Schizofrenia disintegrazione dell’identità, dissociazione fra i processi di pensiero, dissociazione fra pensiero e affettività, dissociazione fra pensiero, affettività e volizione. La schizofrenia comporta sempre: 1) Alterazione dell’identità dell’Io; 2) Disturbo dei processi di pensiero; 3) Incoerenza affettiva secondo i criteri del buon senso comune. Schizofrenia Sintomi positivi Deliri Allucinazioni Distorsioni nel linguaggio e nella comunicazione Eloquio disorganizzato Comportamento disorganizzato Comportamento catatonico Agitazione Schizofrenia s. negativi Appiattimento affettivo; ritiro emotivo Povertà di relazione; ritiro sociale Perdita di spontaneità Pensiero stereotipato; alogia Avolizione; anedonia Compromissione attentiva Schizofrenia Sintomi cognitivi Incoerenza Perdita dei nessi associativi Neologismi Ridotta attenzione Schizofrenia Sintomi di aggressività Ostilità Abuso verbale Abuso fisico Comportamento autolesivo Impulsività Acting out sessuale Schizofrenia Sintomi depressivi/ansiosi Umore deflesso Senso di colpa Tensione Irritabilità Preoccupazione Antipsicotici tradizionali Haldol, Serenase (aloperidolo) Largactil (clorpromazina) Moditen Depot (flufenazina) Orap (pimozide) Leponex (clozapina) Sulamid, Soliam (amisulpiride) Antipsicotici atipici Risperdal (risperdone) Zyprexa (olanzapina) Seroquel (quetiapina) Abilify (aripiprazolo) Aloperidolo (Haldol, Serenase) Indicazioni Trattamento della schizofrenia. Meccanismo d’azione Blocca recettori D2: sintomi positivi e comportamenti reattivi. Aloperidolo (Haldol, Serenase) Effetti collaterali Sintomi extrapiramidali, parkinsonismo, discinesia tardiva; Sedazione; Aumento ponderale; Galatorrea; Secchezza delle fauci, stipsi, ritenzione urinaria; Ipotensione, tachicardia. Deniban, Sulamid, Solian (amisulpiride) Indicazioni Schizofrenia acuta e cronica. Distimia. Meccanismo d’azione A bassi dosaggi blocca D2 presinaptici; a alti dosaggi blocca D2 postsinaptici. sintomi positivi e comportamenti reattivi. Può migliore i sintomi negativi. Largactil (clorpromazina) Indicazioni Schizofrenia acuta a cronica. Mania acuta. Nausea, vomito. Singhiozzo intrattabile. Disturbi aggressivi e/o esplosivi nei bambini e adolescenti. Disturbi associati a problemi di controllo degli impulsi. Meccanismo d’azione Agonismo parziale dei comportamenti reattivi. D2: Blocco H1 e M: vomito e nausea. sintomi positivi e Leponex (clozapina) Indicazioni Schizofrenia resistente al trattamento. Disturbo bipolare resistente al trattamento. Pazienti aggressivi e violenti. Meccanismo d’azione Blocco dei D2: sintomi positivi e comportamenti reattivi. Zyprexa (olanzapina) Indicazioni Schizofrenia acuta a cronica. Mania acuta. Disturbi aggressivi e/o esplosivi nei bambini e adolescenti. Disturbi associati a problemi di controllo degli impulsi. Meccanismo d’azione Blocco dei D2: sintomi positivi e comportamenti reattivi. Seroquel (quetiapina) Indicazioni Schizofrenia acuta a cronica. Mania acuta. Disturbi aggressivi e/o esplosivi nei bambini e adolescenti. Disturbi associati a problemi di controllo degli impulsi. Meccanismo d’azione Blocco dei D2: sintomi positivi e comportamenti reattivi. Risperdal (risperidone) Indicazioni Schizofrenia acuta a cronica. Mania acuta. Disturbi aggressivi e/o esplosivi nei bambini e adolescenti. Disturbi associati a problemi di controllo degli impulsi. Meccanismo d’azione Blocco dei D2: sintomi positivi e comportamenti reattivi. Effetti collaterali: meccanismi Recettori D2 Blocco dei D2 nello striato: sintomi motori extrapiramidali. Blocco dei D2 nell ’ ipofisi: aumento della prolattina. Blocco dei D2 nei circuiti mesocorticale e mesolimbico: peggioramento dei sintomi cognitivi e negativi. Gli psicofarmaci agiscono sul sistema nervoso e modificano il comportamento n I farmaci psicoattivi: sono quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale, interferendo con i processi connessi alla trasmissione sinaptica quali la sintesi enzimatica del neurotrasmettitore, il suo immagazzinamento nelle vescicole sinaptiche, il suo rilascio nella fessura sinaptica, la sua interazione con i recettori post-sinaptici, la conseguente apertura dei canali ionici nella membrana post-sinaptica, la ricaptazione del neurotrasmettitore nella membrana presinaptica e la deattivazione di esso da parte di enzimi specifici Fig. 4.6 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 Farmaci con azione agonista o antagonista a quella dei neurotrasmettitori nAzione dei farmaci: può essere agonista (azione simile) o antagonista (opposta) rispetto all’azione del neurotrasmettitore nI farmaci ad azione agonista: possono aumentare la disponibilità del precursore del neurotrasmettitore, stimolare l’enzima che attua la biosintesi del neurotrasmettitore, aumentare l’immagazzinamento del neurotrasmettitore nelle vescicole sinaptiche, stimolare o il rilascio del neurotrasmettitore, ritardare la ricaptazione, oppure deattivare gli enzimi che degradano il neurotrasmettitore nI farmaci ad azione antagonista: hanno un’azione opposta e riducono la disponibilità del neurotrasmettitore a livello del suo sito d’azione Fig. 4.5 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 Neurotrasmissione mediante glutammato (eccitatoria) e GABA-glicina (inibitoria) n Tipi di neurotrasmettitori: vi sono molti neurotrasmettitori, ognuno dei quali interagisce con un recettore specializzato Neurotrasmissione tra neuroni: è principalmente svolta mediante un neurotrasmettitore eccitatorio (glutammato) e due neurotrasmettitori inibitori (GABA in tutto il cervello; glicina nel tronco dell’encefalo e nel midollo spinale) Figg. 12.13 e 4.12 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 Neuromodulazione n I neuromodulatori: hanno effetti su interi circuiti neurali che sovrintendono specifiche funzioni nVisione funzionale d’insieme dei principali neuromodulatori: l’acetilcolina è un neurotrasmettitore che facilita l’apprendimento di informazioni che sono trasmesse tramite il glutammato e il GABA. La noradrenalina (o norepinefrina) aumenta lo stato attentivo, definito come prontezza nel percepire e rispondere. La serotonina riduce le possibilità di risposte impulsive e aggressive. La dopamina agisce su alcune parti del cervello che facilitano lo svolgimento di movimenti, in altre parti del cervello rinforza i movimenti che hanno determinato un premio o eliminato uno stimolo disturbante nClassificazioni. Catecolamine: dopamina, adrenalina e noradrenalina. Monoammine: dopamina, l’adrenalina, la noradrenalina, e la serotonina (indolamine). Monoamisossidasi (MAO):enzimi che disattivano le monoammine all’interno del bottone sinaptico e nel sangue. Gli inibitori della MAO aumentano la disponibilità delle monoammine Tab..4.2 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 L’Acetilcolina favorisce i processi di apprendimento e memorizzazione n Acetilcolina: è il neurotrasmettitore usato dai motoneuroni spinali e dai neuroni spinali pregangliari e postgangliari (sola divisione parasimpatica) del sistema nervoso autonomo. Induce sulla membrana potenziali post-sinaptici eccitatori o inibitori a seconda del tipo di recettore. Nel cervello i neuroni acetilcolinergici originano nel ponte del troncoencefalo (neuroni “on” che iniziano le fasi REM del sonno, quello con i sogni più vividi), nel proencefalo basale del tronco dell’encefalo (neuroni che facilitano l’apprendimento) e nel setto del sistema limbico (neuroni che facilitano la memorizzazione) nAgonisti dell’acetilcolina: il veleno della vedova nera stimola un eccesso di rilascio. Altre sostanze inibiscono l’enzima (acetilcolinesterasi) che degrada l’acetilcolina sulla membrana post-sinaptica, aumentando gli effetti dell’acetilcolina. Vi sono due tipi di recettori per l’acetilcolina. Il recettore nicotinico (ad esempio, quello presente sui muscoli volontari) è stimolato dalla nicotina. Il recettore muscarinico (ad esempio, quello presente sui neuroni post-gangliari del sistema autonomo) è stimolato da un fungo velenoso nAntagonisti dell’acetilcolina: la tossina botulinica impedisce il rilascio di acetilcolina. Il farmaco atropina blocca i recettori muscarinici. Il curaro blocca i recettori nicotinici Tab. 4.1 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 La dopamina facilita funzioni motorie, di gratificazione e di motivazione n Dopamina: è un neuromodulatore usato in circuiti motori, dell’attenzione, dell’apprendimento legato al successo o all’insuccesso dell’azione (stimolo di rinforzo) n I neuroni “motori”: originano nel nucleo della sostanza nera del mesencefalo e inviano assoni a nuclei dei gangli della base nI neuroni “della gratificazione”: originano nel sistema mesolimbico dall’area tegmentale del mesencefalo e terminano nel nucleo accumbens dei gangli della base, nell’amigdala e nell’ippocampo nI neuroni “della motivazione-memoria-pianificazione”: originano nel sistema mesocorticale dall’area tegmentale del mesencefalo e terminano nella regione prefrontale della corteccia cerebrale Tab. 4.3 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 I farmaci che agiscono sul sistema dopaminergico influenzano movimento e comportamento finalizzato n Morbo di Parkinson e dopamina: il Morbo di Parkinson (sintomi: rigidità muscolare, tremore, lentezza nei movimenti e difficoltà ad iniziare il movimento) è dovuto ad una ridotta produzione di dopamina da parte del sistema sostanza nera mesencefalica-gangli della base n L-dopa: è un farmaco precursore della dopamina (agonista) che allevia i sintomi del Morbo di Parkinson n Schizofrenia e dopamina: la Schizofrenia (allucinazioni, manie, irrazionalità del pensiero) è dovuta ad una eccessiva disponibilità di dopamina da parte del sistema mesocorticale (tegmento mesencefalicocorteccia prefrontale) n Clorpromazina e clozapina: sono farmaci (antagonisti) che bloccano i recettori della dopamina e alleviano i sintomi della Schizofrenia I farmaci agonisti e antagonisti della dopamina n Agonisti della dopamina: anfetamina, cocaina e metilfenidato inibiscono la ricaptazione della dopamina (e/o noradrenalina) lasciando più neuromodulatori nella sinapsi (effetto: eccitante-motivante, gratificazione, dipendenza) nAntagonisti della dopamina: il farmaco reserpina impedisce il riempimento di dopamina (noradrenalina e serotonina) nelle vescicole sinpatiche e quindi riduce la quantità dei neuromodulatori nella sinapsi (effetto calmante, depressivo) Tab. 4.4 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 I farmaci che agiscono sul sistema noradrenergico influenzano lo stato generale di attivazione cerebrale n Noradrenalina (o norepinefrina): è il neurotrasmettitore usato da neuroni i cui corpi si trovano in 7 nuclei di midollo, ponte e talamo. Il nucleo più importante è il locus ceruleus nel ponte del tronco dell’encefalo. E’ usato anche dai neuroni post-gangliari (divisione simpatica) del sistema nervoso autonomo. Induce sulla membrana neuronale potenziali post-sinaptici eccitatori o inibitori a seconda del tipo di recettore. La noradrenalina è usata in circuiti neurali correlati all’attenzione e all’attivazione cerebrale n Agonisti della noradrenalina: anfetamina e cocaina (inibisce la ricaptazione del neurotrasmettitore); la clonidina (stimola i recettori noradrenergici). Gli effetti sono simili a quelli dell’attivazione simpatica e al senso di risveglio ed euforia n Antagonisti della noradrenalina: la reserpina impedisce l’immagazzinamento di noradrenalina (serotonina e dopamina) nelle vescicole sinaptiche (effetto calmante, depressivo) Tab. 4.5 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 I farmaci che agiscono sul sistema serotoninergico influenzano lo stato generale di attivazione cerebrale n Serotonina (5-HTP): è un neuromodulatore usato nel controllo dell’umore, dell’appetito, del sonno, dell’attivazione cerebrale (arousal) e del dolore. Nel cervello i neuroni serotoninergici originano nei nuclei della linea mediana del tronco dell’encefalo (rafe) a livello di mesencefalo, ponte e bulbo (neuroni che inviano assoni alla corteccia cerebrale, ai gangli della base e all’ippocampo) n Agonisti della serotonina: la fluoxetina (Prozac) inibisce la ricaptazione e aumenta la disponibilità della serotonina. E’ usata per il trattamento della depressione, dell’ansia e dei disturbi ossessivo-compulsivi. La fenfluramina causa il rilascio di serotonina e ne inibisce la ricaptazione: e’ usato come soppressore dell’appetito negli obesi. Antagonisti della serotonina: la reserpina inibisce l’immagazzinamento della serotonina (noradrenalina e dopamina) nelle vescicole sinaptiche, riducendone la disponibilità (effetto calmante, depressivo). La dietilamide dell’Acido lisergico (LSD) e’ un potente allucinogeno con effetti simili a quelli dei funghi allucinogeni messicani; stimola recettori pre-sinaptici che inibiscono il sistema serotoninergico. L’inibizione del sistema serotoninergico induce il pensiero onirico che è simile a quello indotto da allucinogeni Tabella 4.6 di Carlson, Psicologia fisiologica, Piccin, 2003 Neuroni specchio Letteratura Curr Dir Psychol Sci. Author manuscript; available in PMC 2008 May 5. Published in final edited form as: Curr Dir Psychol Sci. 2008 April; 17(2): 136–141. Adele Diamond1 and Dima Amso2 Neurotrasmettitori mirror Alcune testimonianze convergono sulla possibilità che i neuroni specchio utilizzino, principalmente la dopamina, come neurotrasmettitore. Fenomeno delle “associazioni non cognitive”. Autismo, ADHD, schizofrenia, parkinsonismo. Correlazione con la sostanza P nella diffusione del segnale tra substantia nigra e corpo striato e corteccia pre-frontale. INTRODUZIONE Dati raccolti negli ultimi decenni sull’osservazione dell’INTERAZIONE MADRE-BAMBINO nella prima infanzia sostengono l’idea che il bambino sia dotato già in uno stadio precoce di un’ INNATA CAPACITA’ DI IMPEGNO INTERSOGGETTIVO IL SISTEMA DEI NEURONI sostenimento neuronale a questa “EMBODIED SIMULATION” che l’IMITAZIONE e di RAPPRESENTAZIONALI A SPECCHIO costituisce il capacità che viene chiamata ha la funzione di permettere generare CONTENUTI Ciò costituisce un punto di rottura con l’eredità Piagetiana e Freudiana ancorata ad una concezione egocentrica Circa 10 anni fa Rizzolatti e Colleghi scoprirono una CLASSE DI NEURONI VISUOMOTORI PREMOTORI: I MIRROR NEURONS (neuroni a specchio) I primi ad essere scoperti furono i M.N. collegati all’azione della mano I M.N. si attivano: quando la scimmia esegue AZIONI-META della mano (es. afferare un oggetto) quando OSSERVA ALTRI individui fare le stesse azioni I M.N. si collocano in una sezione della CORTECCIA PARIETALE POSTERIORE connessa con l’AREA F5 (parte rostrale della corteccia ventrale premotrice delle scimmie) LA PIU’ INTERESSANTE PROPRIETA’ DEI M.N.: una buona congruenza tra le AZIONI OSSERVATE e quelle ESEGUITE nella loro attivazione IPOTESI DERIVANTE: i M.N., dalla combinazione dell’azione osservata con quella eseguita, permettono la comprensione delle azioni prodotte dagli altri CAPACITA’ DERIVANTE: riconoscimento di 1) MODELLI MOTORI OSSERVATI 2) META INTENZIONALE DELL’ AZIONE OSSERVATA Siamo in grado di comprendere la meta dell’azione eseguita da un altro perché vi è una combinazione di: AZIONE OSSERVATA + INTERNA RAPPRESENTAZIONE DI ESSA dotata della conoscenza della meta Ulteriori studi mostrarono: Gli F5 M.N. si attivano anche quando la parte finale dell’azione osservata è nascosta Una classe di F5 M.N. “audio-visual mirror neurons” possono essere attivati anche dal suono prodotto da una stessa azione eseguita o osservata in precedenza Esiste dunque uno STESSO SUBSTRATO NEURONALE all’interno del quale vengono rilegati differenti eventi e il loro differente modo di presentarsi UN MECCANISMO FUNZIONALE AD UN LIVELLO ASTRATTO, GENERALE (a form of conceptualitation) In un recente studio s’è visto che i M.N. possono generalizzare la meta di un’azione motorio delle scimmie ad azioni che non sono nel repertorio Ciò che viene CODIFICATO ad un livello molto astratto, è la meta di un’azione anche se la scimmia non è capace di riprodurla Supporta l’idea che la descrizione sensoria degli stimoli sociali osservati è strettamente relazionata con la conoscenza sensoria motoria dell’osservatore La CAPACITA’ DEI M.N. di connettere l’ OSSERVATO INDIVIDUALE implica: con l’ OSSERVATORE LA COMPRENSIONE/RICONOSCIMENTO DELLE AZIONI non implica: UN’INTERAZIONE DIRETTA CON ALTRI INDIVIDUI Il sistema dei M.N. si arricchisce e si complica di un ulteriore scoperta: UNA NUOVA CATEGORIA DI M.N. che vengono associati al sistema combinatorio osservazione/esecuzione PER L’AZIONE DELLA BOCCA La maggior parte di questi MOUTH MIRROR NEURONS rispondono/si attivano all’osservazione di azioni ingestive (es: mordere, strappare coi denti, leccare, etc) Questi mostrano la stessa SPECIFICITA’ DEI M.N. per l’azione della mano non rispondono alla semplice presentazione dell’oggetto o alle azioni mimate della bocca ma SOLO AD UNA SPECIFICA AZIONE FINALIZZATA Una piccola percentuale dei M.M.N. invece si attivano solo durante l’osservazione delle AZIONI FACCIALI COMUNICATIVE (es: schiocco delle labbra, labbra protese, lingua protesa) Molti di questi rispondono all’esecuzione delle azioni ingestive comunque anche E’ stato ipotizzato che: la presenza dei M.M.N. è indicativa per l’esistenza di un sistema originato per comprendere I MOVIMENTI DELLA BOCCA E successivamente è stato utilizzato per sviluppare un SISTEMA COMUNICATIVO complesso ed evoluto ORO-FACCIALE più LA PROPRIETA’ DEI M.M.N. e in particolare di quelli di TIPO COMUNICATIVO: permettere un accesso più completo verso l’altrui esperienza Ciò avviene grazie all’ampliamento della stessa conoscenza del corpo relazionato dell’osservatore (observer’s own body related knowledge) verso le azioni oro facciali PUO’ IMPLICARE LA PARTECIPAZIONE DIRETTA DELL’OSSERVATORE IN UNA COMUNICAZIONE DIADICA VI E’ DUNQUE UNA NUOVA PROPRIETA’ DEL SISTEMA M.N.: Il corso delle informazioni sociali non è solo unidirezionale (dall’agente osservato all’osservatore) ma CIRCOLARE Ciò comporta UN RECIPROCO SCAMBIO BI-DIREZIONALE: UNA MATRICE DI INTERSOGGETTIVITA’ (Stern) Diversi studi dimostrano l’esistenza anche nel CERVELLO UMANO DI UN SISTEMA DI M.N basato sulla combinazione azione percepita e azione eseguita Durante l’osservazione dell’azione vi è una forte attivazione dell’AREA PARIETALE E PREMOTRICE (un’area omologa all’area delle scimmie in cui sono presenti i M.N) Il SISTEMA DI COMBINAZIONE M.N PER LE AZIONI UMANE è organizzato in DISTINTE REGIONI CORTICALI all’interno della CORTECCIA PREMOTRICE E PARIETALE POSTERIORE Esse vengono attivate in modo dipendente dalla combinazione osservazione/esecuzione delle azioni relazionate alla bocca, mano, piede. OSSERVAZIONE/ESECUZIONE DI PARTI DIVERSE DEL CORPO ATTIVAZIONE DI DIVERSE ZONE CORTICALI Un recente studio nel quale i partecipanti umani osservavano azioni comunicative della bocca eseguite da uomini, scimmie e cani mostra che: L’OSSERVAZIONE DELLE AZIONI COMUNICATIVE DELLA BOCCA DI DIFFERENTI SPECIE OSSERVATE ATTIVAZIONE DI DIFFERENTI CENTRI CORTICALI DISCORSO UMANO Parte operculare del giro frontale inferiore sx (regione di Broca) SCHIOCCO LABBRA SCIMMIE L’ABBAIARE DEL CANE Piccola parte della regione di Broca Area visuale extra-striata CIO’ IMPLICA CHE: 1 Le AZIONI COMUNICATIVE APPARTENENTI AL REPERTORIO MOTORIO dell’uomo osservatore (es: mordere,leggere)o molto vicino ad esso (es: lo schiocco delle labbra) sono tracciate all’ INTERNO DEL SISTEMA MOTORIO DELL’OSSERVATORE 2 Le AZIONI CHE NON APPARTENGONO AL REPERTORIO MOTORIO dell’osservatore sono tracciate e categorizzate alla base delle loro PROPRIETA’ VISUALI. IL COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA MOTORIO durante l’osservazione delle azioni comunicative della bocca è stato verificato anche dagli studi di Watkins tale tipo di osservazione facilita L’ECCITABILITA’ DEL SISTEMA MOTORIO coinvolto nella produzione delle stesse azioni IPOTESI: vi è una correlazione tra: SISTEMA NEURONALE (M.N) INTERSOGGETTIVITA’ L’INTERSOGGETTIVITA’ principalmente da: è caratterizzata LA SINCRONIA che emerge in una relazione tra due persone. La sincronia si basa sulla COMPRENSIONE DELLE AZIONI DEGLI ALTRI. COME AVVIENE LA COMPRENSIONE DELLE ALTRUI AZIONI? La comprensione delle azioni degli altri avviene grazie al: “MIRROR MECHANISM” (meccanismo a specchio) Esso si basa su di un MECCANISMO DI RISONANZA in cui: Il sistema motorio dell’osservatore si attiva ( attivazione dei neuroni a specchio) ogni volta che un appropriato stimolo visuale e/o acustico viene presentato. CIO’ NON IMPLICA NECESSARIAMENTE LA PRODUZIONE DI UN ESPLICITO MOVIMENTO RIZZOLATTI ET AL propongono che: esiste una RAPPRESENTAZIONE MOTORIA INTERNA di azione specifica essa si attiva nel momento dell’osservazione dell’azione e può essere utilizzata come “RESPONSE FACILITATION”(risposta facilitata) aziona la RIPETIZIONE DI UN’AZIONE SPECIFICA già presente nel repertorio motorio dell’osservatore Tutto ciò avviene solo quando UN APPROPRIATO STIMOLO VIENE PRESENTATO ( meccanismo di risonanza) Queste ipotesi vengono testate in ESPERIMENTI CON LE SCIMMIE utilizzando come OGGETTO SERIMENTALE un comportamento particolarmente sensibile allo stimolo sociale “EATING BEHAVIOR” (assunzione di cibo) L’osservazione e l’ascolto di azioni riguardanti l’assunzione di cibo ATTIVA i programmi motori di azioni simili facilitando così la loro esecuzione (FUNZIONE DEL SISTEMA A SPECCHIO) Il comportamento di nutrimento delle scimmie aumentava quando queste osservavano o solo sentivano altri individui mangiare (SINCRONIA DELCOMPORTAMENTO) Il suono invece dello strappare della carta non comporta nella scimmia ascoltatrice nessun comportamento connesso. Un’ ALTRA FORMA DI INTERSOGGETTIVITA’ è l’ “EARLY IMITATION” (imitazione precoce) studiata primariamente negli uomini E’ stato notato che il bambino piccolo riesce ad imitare i gesti facciali fatti da un adulto: aprire la bocca la protrusione della lingua la protusione delle labbra GLI INTERROGATIVI che gli studiosi si pongono sono: 1) Com’è possibile imitare gesti facciali se lui/lei non può vedere la propria faccia? 2) Come può il bambino adattare la propria espressione facciale a quella del modello di imitazione? Ciò che accade è il trasferimento della PROSPETTIVA PERSONALE del dimostratore all’interno della PROSPETTIVA DEL CORPO DEL BAMBINO (lo fa proprio, diventa suo) Lo stesso ragionamento lo possiamo applicare all’interno del MECCANISMO DI RISONANZA DEL SISTEMA MOTORIO SOSTENUTO DAL FUNZIONAMENTO DEI NEURONI A SPECCHIO Nell’imitazione precoce dei neonati i sistemi motori possono INNATAMENTE RISPONDERE SPECIFICATAMENTE ai gesti dello sperimentatore senza avere un visuale feedback della loro stessa faccia AZIONE OSSERVATA AZIONE ESEGUITA DIRETTO COLLEGAMENTO Stabilito nel SISTEMA NEURONALE A SPECCHIO Importante implicazione per lo SVILUPPO DELL’INTERSOGGETTIVITA’ Infatti l’ IMITAZIONE PRECOCE può essere un importante STRUMENTO . per comprendere le persone, l’identità di queste, gli oggetti . per entrare ed instaurare una relazione con gli altri L’”EARLY IMITATION” è stata studiata anche nei primati Per comprendere meglio la sua funzione Per tracciare una possibile linea evolutiva verso la comparsa di questo comportamento Questi studi sembrano suggerire che l’imitazione neonatale negli scimpanzè sia orientata preferenzialmente verso FACCE CON PARTICOLARI ESPRESSIONI Esperimento: è stata osservata la RISPOSTA COMPORTAMENTALE di un piccolo macaco di una settimana di fronte a gesti umani della faccia e delle mani Apertura della bocca STIMOLI Labbra protese Lingua protesa Gesti delle mani Il piccolo macaco sembrò imitare solamente la protrusione della lingua, delle labbra e l’apertura della bocca Venne scoperto che tale capacità oltre ad apparire molto presto dopo la nascita ha la tendenza a scomparire altrettanto velocemente (dura circa 2 mesi) Nonostante ciò, sappiamo che l’”EARLY IMITATION” non è l’unica caratteristica dell’essere umano; essa si è evoluta nel tempo Il fatto che i TIPI DI GESTI IMITATI abbiano un SIGNIFICATO ASSOCIATIVO Suggerisce che: Nei primati il BISOGNO DI STABILIRE UNA RELAZIONE PROFONDA TRA DUE INDIVIDUI (madre-bambino) non solo di attaccamento ma anche differenti forme di intersoggettività Può rappresentare UNA FORZA EVOLUTIVA CRUCIALE I dati sull’”EARLY IMITATIONS” sembrano suggerire che in alcune specie di primati il NEONATO E’ CAPACE DI SINTONIZZARE IL SUO COMPORTAMENTO con quello osservato da altri individui IL SISTEMA SENSORIO-MOTORIO È GIÀ PRE-STABILITO PER ESSERE COORDINATO CON L’ESPERIENZA DI QUALCUN ALTRO IN SENSO PARTECIPATORIO “ALTERO CENTERED PARTECIPATION” è una delle caratteristiche alla base dell’INTERSOGGETTIVITA’ PRIMARIA I bambini possegono un’intera gamma di capacità: per sintonizzare le loro menti con quelle degli altri per condividere l’esperienza della 1°e 3°persona E’ stato ipotizzato: CAPACITA’ INNATA DI CONDIVIDERE L’ESPERIENZA DEGLI ALTRI (potrebbe essere assegnata) Da UN MECCANISMO NEURONALE I NEURONI A SPECCHIO Un aspetto che le neuroscienze dovrebbero approfondire di più è: Se il SISTEMA COMBINATORIO dei M.N. è: Confinato a comprendere le azioni oppure Utilizzato anche all’interno dell’”alterocentered partecipation” Prima di diventare verbale e simbolico IL BAMBINO ACQUISTA FORME PIU’ COMPLESSE DI INTERSOGGETTIVITA’ Una di queste e la piu’importante nello sviluppo della capacità di interazione e condivisione dell’esperienza con gli altri è “UNDERSTANDING INTENTIONS” (comprensione delle intenzioni) In una SEQUENZA DI AZIONI (es. raccogliere una penna per scrivere) MOTORIE la META FINALE dell’intera azione (es: scrivere su un pezzo di carta) è sempre presente nella MENTE dell’agente essa (LA META) si riflette in ogni azione motoria della sequenza L’INTENZIONE DELL’AZIONE E’ STABILITA PRIMA DELL’INIZIO DEI MOVIMENTI (quando noi stiamo per compiere un’azione prediciamo anche la sua conseguenza) Le evidenze raccolte dagli studi sulle scimmie suggeriscono che queste utilizzano IL SISTEMA DEI M.N PER OTTIMIZZARE LE LORO INTERAZIONI SOCIALI Perciò si può supporre che IL SISTEMA DEI M.N SIA UTILIZZATO PER PROPOSITI SOCIALI Venne inoltre notato che i neuroni nella corteccia dorsale premotrice possono velatamente simulare i comportamenti osservati dagli altri ciò avviene anche quando la RELAZIONE TRA: EVENTO OSSERVATO IL COMPORTAMENTO MOTORIO PRODOTTO è appresa attraverso le associazioni stimolo/risposta Una data azione può essere prodotta dalle piu’svariate intenzioni SUPPONIAMO: una persona osserva un’altra afferrare una tazza I M.N specifici per l’azione “afferrare” si attivano nel cervello dell’osservatore Ciò che avviene è: una semplice EQUIVALENZA MOTORIA tra: AZIONE OSSERVATA e LA SUA RAPPRESENTAZIONE MOTORIA nel cervello dell’osservatore Cio’ ci può informare sul “CHE COSA” è tale azione ma non sul “PERCHÉ” l’azione è accaduta Determinare il “perché” = DETERMINARE L’INTENZIONE scoprire la meta non ancora eseguita L’OPINIONE TRADIZIONALE: i M.N codificano il “che cosa” e non il “perché” di un’azione sembra essere rovesciata da recenti dati elettrofisiologici Nel LOBO PARIETALE INFERIORE delle scimmie sono stati scoperti M.N con interessanti proprietà. I M.N nel IPL si ATTIVANO in associazione ad azioni motorie delle scimmie solo quando questi sono coinvolti in UNA SPECIFICA AZIONE INDIRIZZATA VERSO SPECIFICHE METE Es: alcuni tipi di neuroni si attiveranno solamente se la scimmia afferra un pezzo di cibo per portarlo alla bocca e non per riporlo in un contenitore I M.N NEL IPL CODIFICANO LA STESSA AZIONE MOTORIA IN MODO DIFFERENTE IN BASE ALLA META FINALE DELL’AZIONE percio’ ESSI SI ATTIVERANNO ANCHE IN TEMPI DIFFERENTI PROPRIETA’ DEI M.N PARIETALI RICONOSCERE LA META DELL’AZIONE MOTORIA OSSERVATA DISCRIMINARE AZIONI MOTORIE IDENTICHE IN BASE ALLA SEQUENZA DELL’AZIONE NELLA QUALE QUESTE SONO COLLOCATE PERMETTE ALLE SCIMMIE DI PREDIRE QUAL’E’ IL RISULTATO DELL’AZIONE OSSERVATA PERMETTE DI INDIVIDUARE L’INTENZIONE DELL’AZIONE INDIVIDUALE MECCANISMO DI COMPRENSIONE DELLE INTENZIONI si basa su L’ATTIVAZIONE DI UNA SPECIFICA CATENA MOTORIA che porterà UNA RAPPRESENTAZIONE INTERNA DI CIO’ NELL’OSSERVATORE L’AZIONE CHE L’ AGENTE ANDRA’ A COMPIERE LA FREQUENZA DELLA SEQUENZA DI UN’AZIONE (osservate o eseguite nell’ambiente sociale) crea PERCORSI PREFERENZIALI DI INFERENZE/PREDIZIONI prodotti dal CONCATENAMENTO DI DIFFERENTI M.N. CHE CODIFICANO: AZIONE MOTORIA OSSERVATA ATTRIBUIRE INTENZIONI L’AZIONE IN CUI IN QUEL CONTESTO DOVREBBE SEGUIRE PREDIRE UNA NUOVA IMMINENTE META (scoprire l’intenzione di un’azione A = predire la sua lontana meta; della successiva azione B SI DEDUCE CHE: L’organizzazione del sistema motorio può fornire un SUBSTRATO PER PERCEPIRE/DEDURRE LE INTENZIONI Per lo sviluppo di un SISTEMA MOTORIO ADATTATO è intrinsecamente necessario possedere un CONCETTO DI INTENZIONE Per guidare il corpo nello spazio verso un fine LE EMOZIONI FUNZIONE IMPORTANTE per Acquisire conoscenza individuale Riorganizzare la conoscenza di sé in base al risultato delle relazioni con gli altri L’ATTIVITA’ COORDINATA DEI SISTEMI NEURONALI sensorio-motorio + affettivo nell’automatizzazione delle risposte comportamentali degli organismi viventi E’ IMPORTANTE PER LA SOPPRAVVIVENZA L’INTEGRITA’ DEL SISTEMA SENSORIO-MOTORIO appare critica nel RICONOSCIMENTO DELLE EMOZIONI MANIFESTATE DAGLI ALTRI IL SISTEMA S-M SOSTIENE LA RICOSTRUZIONE DI CIO’ CHE ESSO PUO’ SENTIRE/PROVARE attraverso SIMULAZIONE DELLA CONDIZIONE DEL CORPO POSTO IN RELAZIONE EMPATIA UN RECENTE STUDIO mostra che: l’esperienza di disgusto ATTIVA LA STESSA e STESSA STRUTTURA la stessa sensazione espressa dalla mimica facciale di qualcun altro NEURONALE (nella stessa collocazione) L’INSULA ANTERIORE L’essere toccato ATTIVA LA STESSA STRUTTURA NEURONALE e l’osservazione di qualcuno che viene toccato S II-PV (una regione corticale multimodale) Neurotrasmettitori mirror Alcune testimonianze convergono sulla possibilità che i neuroni specchio utilizzino, principalmente la dopamina, come neurotrasmettitore. Fenomeno delle “associazioni non cognitive”. Autismo, ADHD, schizofrenia, parkinsonismo. Correlazione con la sostanza P nella diffusione del segnale tra substantia nigra e corpo striato e corteccia pre-frontale. Parkinsonismo Predisposizione immunogenetica e inneschi infettivi Storia Descritta per primo da James Parkinson, nel 1817, come “paralisi agitante” Incidenza di 228 malati su una popolazione di 100.000 Di solito comincia tra i 50 e 65 anni (talvolta l’età è inferiore a 40) Sintomi primari Esordio lento Tremore Rigidità Bradicinesia Disturbo dell’andatura Perdita di equilibrio Tremore Insorge in modo lieve, talvolta a una mano, poi braccia e gambe Maggiore a riposo e con una tensione emotiva Di solito è peggiore da un lato Alcuni pazienti non presentano tale sintomo Rigidità Rigidità e diminuito tono muscolare comportano un aumento della resistenza al movimento passivo delle articolazioni (gomiti, polsi, collo) Bradicinesia Lentezza dei movimenti Sopratutto all’inizio di questi Scarsa capacità di scrivere, di abbottonare e alzarsi da sedie basse Espressione amimica, per la bradicinesia dei muscoli facciali Linguaggio lento e ridotto di tono Andatura Deambulazione con piccoli passi corti Corpo proteso in avanti Uso dell’alluce per la deambulazione Alcuni malati stentano a fermarsi Instabilità posturale Perdita di equilibrio, per riduzione dei riflessi posturali Postura piegata in avanti e ginocchia flesse camminando Ridotta eccitazione della corteccia Normal e PD Gangli della base Importanti nel controllo della motricità e della cognitività Gangli della base caudato, putamen, nucleus accumbens, globus pallidus, substantia nigra, nucleo subtalamico Disfunzione dei nuclei della base Tremori – movimenti oscillatori involontari Atetosi – movimenti lenti delle dita e mani Chorea – bruschi movimenti dei muscoli facciali e degli arti Ballismo – violenti movimenti Distonia – persistente postura anomala Parkinson’s & Huntington’s Disease Sintomi secondari Alterazioni linguaggio Depressione Espressione amimica Paura o ansia Micrografia Difficultà a deglutire Sbavatura Dolori e parestesie Difficoltà di memoria e pensiero rallentato Alterata funzione sessuale Demenza o confusione Disturbi urinari di vario tipo, ma soprattutto poliuria Disturbi del sonno Affaticamento Constipazione Lesioni cutanee Anosmia Mancanza di energia e debolezza muscolare Processo patogenetico Accumulo neuronale di una proteina pre-sinaptica, denominata α-sinucleina Accumulo di altre proteine tossiche (corpi di Lewy, fibrille e neuriti) Riduzione della trasmissione dopaminergica nei gangli della base Forme autosomiche dominanti e recessive in circa 5% dei casi Mutazioni genetiche da fattori ambientali negli altri casi Oppure danni mitocondriali Sesso maschile, esposizione a pesticidi, FANS ed estrogeni dopo la menopausa Molecular mimicry Neurology. 2000 Nov 14;55(9):1398-401 Monoclonal antibodies against Epstein-Barr virus cross-react with alphasynuclein in human brain. Woulfe J, Hoogendoorn H, Tarnopolsky M, Munoz DG. Using antibodies generated against the latent membrane protein 1 of Epstein-Barr virus, intense immunoreactivity of Lewy bodies (in PD and dementia with Lewy bodies) and glial cytoplasmic inclusions (in multiple system atrophy) was demonstrated. ELISA and Western blotting techniques confirmed that this immunolabeling was due to cross-reactivity of the antiviral antibody with alpha-synuclein, a neuronal protein implicated in the pathogenesis of PD. This example of cross-reactivity between Epstein-Barr virus and alpha-synuclein may bear implications for further elucidating infectious or autoimmune mechanisms in PD. Alzheimer e Parkinson Arch Neurol. 2001 Nov;58(11):1817-20 Alpha-synuclein in familial Alzheimer disease: epitope mapping parallels dementia with Lewy bodies and Parkinson disease. Lippa CF, Schmidt ML, Lee VM, Trojanowski JQ. BACKGROUND: Alpha-synuclein is a major component of Lewy bodies (LBs) in Parkinson disease and dementia with LBs and of glial cytoplasmic inclusions in multiple system atrophy. However, epitope mapping for alpha-synuclein is distinctive in different neurodegenerative diseases. The reasons for this are poorly understood but may reflect fundamental differences in disease mechanisms. OBJECTIVE: To investigate the alpha-synuclein epitope mapping properties of LBs in familial Alzheimer disease. RESULTS: The brains of persons with familial Alzheimer disease showed consistent staining of LBs with all antibodies, similar to Parkinson disease and dementia with LBs but different from alpha-synuclein aggregates that occurred in multiple system atrophy. CONCLUSIONS: These data suggest that the epitope profiles of alpha-synuclein in LBs are similar, regardless of whether the biological trigger is related to synuclein or a different genetic pathway. These findings support the hypothesis that the mechanism of alpha-synuclein aggregation is the same within cell types but distinctive between cell types. La progressione dei sintomi Sintomi principali (bradicinesia) (acinesia): difficile inizio del movimento Rigidità muscolare Patologia I neuroni della substantia nigra (SN), muoiono. Tali neuroni producono, di norma, un neurotrasmettitore, la dopamina Le cellule che producono dopamina inviano il segnale alle cellule del nucleo caudato, putamen, e globus pallidus dei gangli della base, nel telencefalo Corpi di Lewy mesencefalo Demenza correlata al Parkinson Le allucinazioni sono pronunciate Farmaci dopaminergici e anticolinergici hanno un effetto allucinogeno Corpi di Lewy diffusi Cambiamenti tipo Alzheimer nell’anziano Efficacia di anti-esterasi Immunogenetica Il parkinsonismo idiopatico (definito, in modo non del tutto appropriato, come malattia di Parkinson) è un disturbo neurodegenerativo a etiologia sconosciuta, ma che è stato associato a una patogenesi immunomediata. Analizzando 45 pazienti tedeschi (tutti caucasici) è stata notata una frequenza maggiore, statisticamente significativa, rispetto ai controlli, di DQB1*06. Studio importante L’aspetto patologico del parkinsonismo è rappresentato dalla perdita dei neuroni dopaminergici nel circuito nigro-striato, in associazione a un processo immunitario e infiammatorio, nel quale il sistema di istocompatibilità gioca un ruolo centrale. Per valutare la eventuale predisposizione immunogenetica, sono stati messi a confronto 528 pazienti, con 3430 controlli, nel Regno Unito. Da tale confronto emerge una suscettibilità alla malattia, che poggia sulla presenza di DRB1*03, tale da suggerire un supporto patogenetico al processo flogistico, che accompagna e promuove la perdita dei neuroni dopaminergici. Autoimmunità anti-GM1 L’autoimmunità, nel parkinsonismo, è stata da tempo ipotizzata. Tale condizione sarebbe rivolta nei confronti di alcune componenti strutturali dei neuroni dopaminergici, quali i gangliosidi. Sotto questo aspetto, il confronto tra 147 pazienti e 186 controlli sani, ha permesso di verificare la presenza significativa di anti-GM1, prevalentemente di tipo IgM e soprattutto nella forma con tremore dominante. α-sinucleina La risposta adattativa anti-GM1 si accompagna a un’altra specifica autoimmunità, la quale riguarda l’α-sinucleina. Gli aggregati intraneuronici denominati corpi di Lewy sono presenti in numerose patologie del sistema nervoso centrale. Essi rappresentano un marcatore istologico caratteristico del parkinsonismo. In tali corpi inclusi, è stato rilevato che la serina in posizione 129 dell’α-sinucleina è fosforilata. EBV La fosforilazione di questa proteina può comportare una danno e può indurre una risposta autoreattiva, soprattutto in presenza di una risposta linfocitaria nei confronti del virus di Epstein-Barr, per mimetismo molecolare con la proteina 1 di envelope dell’agente infettivo. Caso clinico A sostegno di questa osservazione, è stato riportato il caso di un ragazzo di 16 anni, il quale, a seguito di una encefalite da EBV, documentata con indagine sierologica, ha manifestato un parkinsonismo secondario, regredito dopo 60 giorni, in presenza di anticorpi anti-neuronali del peso di 130 Kda. Infezioni e risposte Le caratteristiche immunologiche del parkinsonismo sono state, dunque, osservate con linfociti T specifici e autoanticorpi (antiGM1 e anti-α-sinucleina), sia nel sangue periferico, sia nel sistema nervoso centrale, ipotizzando un processo integrato tra la suscettibilità immunogenetica e un innesco infettivo. Influenza virus In un altro caso descritto, una giovane di 22 anni è colpita da una encefalopatia, a seguito di infezione H1N1, con diverse disfunzioni ipotalamiche, insonnia e parkinsonismo. Nella cosiddetta pandemia del 2009, sono stati osservati alcuni casi di encefalite, anche se un reale neurotropismo del virus influenzale non è ancora ammesso da tutti i ricercatori. Rna HN Tuttavia, già nel 1974 furono dimostrati antigeni influenzali in alcuni neuroni ipotalamici e nella substantia nigra, nel cervello di pazienti con parkinsonismo post-encefalitico. In altri casi, è stato individuato Rna virale nel liquido cerebrospinale. Corpi di Lewy Oggi si è arrivati a considerare la possibilità, che alcuni ceppi del virus A possono infettare i neuroni, soprattutto a livello di sub stantia nigra, cerebellum e ippocampo, sia nell’uomo, sia nei modelli sperimentali. Alcuni autori, pertanto, hanno ipotizzato il neurotropismo di tale virus, che può essere responsabile della formazione di corpi di Lewy. Helicobacter È stato condotto un interessante studio sulla possibile associazione tra helicobacter pylori e parkinsonismo. Su 30 pazienti, controllati con placebo, nei quali il disturbo neurologico si accompagnava alla persistenza della infezione gastrica, è stata somministrata una terapia eradicante. Tutti coloro che hanno ricevuto la terapia antibiotica hanno ottenuto dei risultati molto interessanti, sia per la bradi/ipocinesia, sia per la rigidità muscolare. HP e immunogenetica Altri lavori convergono sulla capacità dell’helicobacter di incidere sulla progressione della malattia, innescando un circuito patogenetico riferito, essenzialmente, al mimetismo molecolare. In altri studi si propone, addirittura uno schema patogenetico, nel quale l’infezione si associa alla predisposizione immunogenetica, proprio in quelle forme definite, per lungo tempo idiopatiche. VacA e GM1 L’autoimmunità anti-GM1, nel parkinsonismo, può essere spiegata mediante il mimetismo molecolare. I gangliosidi sono in gradi di legare molti agenti infettivi. È stato elegantemente dimostrato che la citotossina vacuolizzante VacA di helicobacter pylori si lega all’epitelio della mucosa gastrica, mediante il GM1. In questo modo, una risposta anti-VacA, può coinvolgere anche il ganglioside, generando il presupposto patogenetico del parkinsonismo. Adesine HP Molto convincente è anche l’osservazione, per la quale, in persistenza di helicobacter pylori, nei pazienti con parkinsonismo, influenza l’assorbimento della levodopa, riducendone i livelli plasmatici. Infatti, incubando il batterio con varie soluzioni contenenti il farmaco, la quantità libera di levodopa si riduce. Tale fenomeno, in vivo, sarebbe dovuto al legame tra adesine batteriche e la stessa levodopa. Streptococcus È stato riportato il caso di un giovane, che presentava un grave disturbo acinetico, con rigidità, due settimane dopo un episodio di faringite. La RMN cerebrale evidenziava alterazioni localizzate nei gangli della base, associate a un alto titolo anti-streptococcico e anche antigangli basali. Caso clinico In un altro caso riportato in letteratura, un ragazzo di 16 anni manifestava un lieve parkinsonismo rigido/acinetico, poco dopo una infezione streptococcica. Dopo la sospensione dei cortisonici, ebbe un rapido deterioramento neurologico, dall’esito fatale, per una encefalite simil-letargica. Il titolo anti-streptolisinico era molto elevato. Neuropatologia comportamentale Lo spettro dei disturbi neurologici post-streptococcici è piuttosto ampio e include, oltre la corea, anche la sindrome di Tourette, la distonia e il parkinsonismo, per quanto attiene le disfunzioni del movimento. A queste osservazioni si aggiungano anche le forme psichiatriche (in particolare i disturbi emotivi) e le alterazioni nel ritmo del sonno. In tutti questi casi è stata proposta una genesi autoimmune, per mimetismo molecolare con strutture nervose. Anti-CD46 L’adesina di streptococco pyogenes interagisce con la fibronectina, una delle molecole di adesione, che permette il legame delle cellule alla matrice. Tuttavia, uno dei legami più importanti dello streptococco pyogenes è dato da una molecola ubiquitaria, che regola il complemento, denominata CD46, la quale funziona da recettore anche per due virus, quello del morbillo e HHV-6. M protein Il legame recettoriale di tale molecola si verifica con le proteina M batteriche. Mediante questo legame lo streptococco evade l’azione del complemento e riesce a penetrare all’interno dell’epitelio faringeo, oppure interagire con i cheratinociti, mediante il dominio C delle proteine M stesse. Helicobacter pylori Helicobacter pylori è un batterio gram-, munito di 4-6 flagelli, ricurvo o spiraliforme, isolato per la prima volta da Marshall e Goodwin nel 1987 dalla mucosa gastrica dei primati. Possiede un glicocalice (mucopolisaccaride), il quale funziona da importante mediatore nel fenomeno di adesione alla mucosa gastrica. Localizzazione Si localizza a livello dello stomaco e in aree di metaplasia gastrica duodenali o esofagee. Insinuandosi nello strato mucoso, dal quale risulta protetto dall'acido, anche per la costituzione entro il muco di nicchie ecologiche ad alto pH, legate alla formazione di ioni ammonio attraverso una fortissima attività ureasica sull'urea ambientale. Antro e altrove HP si trasmette in maniera endemica in tutto il mondo. Quando si esaminano soggetti asintomatici, ogni volta che si evidenzia HP, si osserva una gastrite istologica. La ricerca di HP è spesso positiva a livello dell'antro, ma può essere evidenziato nelle zone di metaplasia (esofago, fondo e duodeno). Caratteristiche e funzioni dei principali fattori di patogenicità Batterio Gram-, spiraliforme, flagellato CagA Il Gene CagA è presente nel 60% dei ceppi e rappresenta il primo gene non conservato; esprime una proteina di superficie di circa 130 kDa, considerata tra i principali immunodominanti del batterio. Gli anticorpi anti-CagA sono presenti nel 100% dei sieri di pazienti infetti da HP, che presentano l'ulcera peptica e solo nel 62% dei pazienti sofferenti di gastrite. Effetti CagA La proteina è associata a comparsa di ulcera duodenale, gastrite cronica atrofica, adenocarcinoma gastrico. Stimola la produzione di IL8, importante fattore chemiotattico per i linfociti impegnati nell'evoluzione del processo infiammatorio. VacA Il Gene VacA codifica una citotossina di 87 kDa; la citossina altera il normale traffico di vescicole del compartimento endosomiale profondo che, fondendosi tra loro, formano le caratteristiche vacuolizzazioni. L'ammoniaca prodotta dall'attività ureasica dell'HP diffonde negli endosomi, all'interno dei quali, protonandosi, vi rimane sequestrata. Tipologia Tipo I : ceppo citotossico caratterizzato dalla presenza del gene CagA; Tipo II: ceppo non citotossico caratterizzato dalla mancanza del gene CagA. Danno tissutale adesività, ossia la capacità di adesione all'epitelio gastrico; endocitosi, ossia la penetrazione di HP nelle cellule dell'epitelio gastrico, come fattore di lesione, rendendo difficile l'eradicazione con chemioterapici; attività ureasica, con lesione, dovuta a liberazione di NH4+; enzimi istolesivi, quali lipasi, fosfolipasi e proteasi, con modificazione della mucosa; flagelli, il cui ruolo va ancora chiarito; citotossina, per la quale la virulenza varia a seconda della capacità di esprimere e produrre la tossina vacuolizzante (VacA) e la proteina associata (CagA). Effetti In considerazione degli effetti prodotti e delle patologie che si realizzano come conseguenza della presenza di HP, è opportuno analizzare i fattori di virulenza grazie ai quali il microrganismo riesce a manifestare il suo potere patogeno. Questi fattori possono essere classificati in diretti e indiretti. Effetti diretti e indiretti Quelli diretti sono rappresentati dagli elementi strutturali del batterio, come la motilità, l’adesività, l’invasività, e la produzione di sostanze lesive (tossine, ureasi, proteasi, mucinasi, lipasi e fosfolipasi, fattore d’inibizione acida, alcooldeidrogenasi). Quelli indiretti, invece sono rappresentati dai mediatori della flogosi come il PAF, i leucotrieni, le citochine (es. a-TNF). Colonizzazione Il batterio, una volta penetrato nel tubo digerente attraverso la via orale, raggiunge l’epitelio gastrico, che rappresenta il suo habitat naturale Per far ciò deve contrastare quella che rappresenta fisiologicamente la prima barriera alla colonizzazione di qualsiasi germe, cioè l’acido cloridrico prodotto dallo stomaco. Ureasi Proprietà fondamentale, per quanto riguarda questa prima fase di colonizzazione della mucosa gastrica, è rappresentata dalla capacità di sintesi di un enzima molto attivo sulla superficie batterica, l’ureasi, che rappresenta il 6% delle proteine di HP. L’ureasi idrolizza l’urea, che è normalmente presente nelle secrezioni gastriche, dando luogo alla produzione di ammoniaca e bicarbonati. Cocchi Proprietà fondamentale, per quanto riguarda questa prima fase di colonizzazione della mucosa gastrica, è rappresentata dalla capacità di sintesi di un enzima molto attivo sulla superficie batterica, l’ureasi, che rappresenta il 6% delle proteine di HP. L’ureasi idrolizza l’urea, che è normalmente presente nelle secrezioni gastriche, dando luogo alla produzione di ammoniaca e bicarbonati. Ammoniaca Inoltre, l’ammonio così prodotto, favorisce la penetrazione del batterio intervenendo nell’idrolisi e nella rottura dello strato mucoso. Dunque HP è avvolto da una nube chimica, alcalina, che riesce a neutralizzare l’aggressione dell’acido e, così protetto, procede, sospinto dai flagelli e favorito dalla forma a spirale, verso l’epitelio gastrico. L’ureasi è anche il candidato più promettente per la realizzazione di un vaccino contro HP. Internalizzazione Il batterio riesce a oltrepassare lo strato di muco vischioso, che protegge la mucosa, utilizzando anche altri enzimi quali le proteasi e le fosfolipasi A2 e C, i quali permettono di rompere le catene fosfolipidiche della porzione idrofobica del muco. Questo determina una perdita graduale della viscosità del muco stesso e un aumento della retrodiffusione degli ioni H+. Flagelli Una caratteristica importante posseduta da tutti gli Helicobacter è quella di muoversi rapidamente entro il muco, in modo tale da sfuggire all’acidità gastrica. Questa proprietà è da riferire alla forma a spirale e alla presenza di quattro-sette flagelli unipolari. Flagelline I geni (flaA, flaB, flbA) codificanti per le proteine che compongono il filamento dei flagelli, sono stati clonati. Tramite l’inattivazione di questi geni è stato possibile produrre anche dei mutanti immobili di HP. Gli esperimenti finora condotti su modelli animali hanno mostrato che ceppi di HP resi immobili, possiedono anche un minore potenziale di colonizzazione. VacA Non appena i batteri lasciano il lume gastrico e penetrano nello strato di muco, cominciano a moltiplicarsi, ponendosi in contatto diretto con le cellule epiteliali gastriche. Questo è possibile in quanto HP sembra possedere, sulla sua superficie, delle adesine complesse, capaci di riconoscere specifici recettori espressi dalle cellule gastriche. La citotossina vacuolizzante (VacA), prodotta solo da alcuni ceppi di HP è una tossina di natura proteica che sembra potenziare l’effetto patogeno del microrganismo. VacA La presenza di ceppi produttori di citotossina vacuolizzante si riscontra maggiormente in pazienti con ulcera peptica, rispetto a quelli con solo gastrite cronica antrale. Sebbene il gene CagA sia presente nella maggior parte dei ceppi ulcerogenici, non è necessario per l’espressione e l’azione della citotossina vacuolizzante. Invece, per la sua espressione e funzione è importante la presenza del gene VacA . Azione combinata A questo proposito è stato osservato che i ceppi di HP che possiedono i geni CagA e VacA inducono nelle cellule gastriche una più alta secrezione del mediatore flogistico interleuchina 8, che è un potente fattore chemiotattico dei polimorfonucleati(PMN). L’attivazione e la stimolazione dei PMN e degli altri mediatori immunologici, innescata dall’interleuchina 8 e dai fattori di virulenza batterica quale l’ureasi, l’ammoniaca, i lipopolisaccaridi, e le citotossine, induce la produzione di leucotrieni e gammainterferon, tutti fattori citotossici. Quindi, la risposta immunologica, nata per limitare il processo flogistico, finisce per dare un contribuito allo sviluppo dell’infezione da HP. Predisposizione non HLA La predisposizione genetica dell’ospite è considerata un cofattore nello sviluppo dell’ulcera peptica. Infatti la predisposizione ad ammalare è diversa da soggetto a soggetto in rapporto al gruppo sanguigno. Soggetti con gruppo sanguigno 0 hanno un rischio maggiore di ammalare rispetto a soggetti con altri gruppi. Questo potrebbe essere legato al fatto che l’HP possiede una maggiore capacità di aderire alle cellule portatrici dell’antigene Lewis, espresso anche dalle cellule della mucosa gastrica di pazienti con gruppo sanguigno 0. Linfoma L'infezione da HP è stata associata con linfoma gastrico non-Hodkin e con altri disordini linfoproliferativi quali il MALT (Tessuto Linfoide Associato alla Mucosa gastrica) e il linfoma (MALToma ) Nel 92% dei campioni ottenuti da pazienti con linfoma gastrico, è stata accertata la presenza di HP. Anti-CD49d La fibronectina è una proteina di 250 kDa della matrice extracellulare, che gioca un ruolo fondamentale nella adesione e comunicazione tra cellule, oltre che nello sviluppo di malattie. La citotossina CagA, localizzata sulla superficie di helicobacter pylori, mostra un mimetismo molecolare con la fibronectina, mediante il quale il batterio riesce a diffondersi all’interno dell’organismo ospite. Anti-CD49d Uno dei recettori più importanti della fibronectina è una molecola di adesione, denominata α4 integrina, o CD49d, la quale riveste un ruolo fondamentale nella linfopoiesi e nel reclutamento infiammatorio dei leucociti. L’antiCD49d, pertanto, è il simile molecolare di HP, per la CagA. La laminina, una delle glicoproteine maggiori della lamina basale, che permette l’adesione e la differenziazione delle cellule, è un importante recettore di helicobacter pylori. Anche l’altra importante citotossina vacuolizzante, denominata VacA, la quale provoca effetti sulla funzione e la morfologia delle cellule epiteliali gastriche, è in grado di legare la fibronectina, tanto quanto la laminina. AntiCD49d, pertanto è pure il simile molecolare di VacA.