Ho unproblema a casa” “Pronto Dottore?

Anno 8 - Numero 1 - Marzo 2009
“Pronto Dottore?
Ho un problema
a casa”
di sonia d’agostino editoriale
Quando la salute
passa anche per una
telefonata
apelli bianchi. Stiamo diventando primatisti. Si
vive di più, non c'è dubbio, merito della
medicina, della cultura e di migliorate condizioni
economiche. Ma non è detto che si viva meglio. Gli anni
si portano dietro, inevitabilmente, un bagaglio di
problemi. E spesso, lungo la strada c'è la salute che
barcolla. Il ricovero, talvolta inutile, è dietro l'angolo. E il
ricovero, se è un'angoscia per tutti, lo è di più per una
persona anziana che si vede strappata al suo mondo
familiare, fatto di amore, attenzioni, calore, amicizie,
finanche di abitudini. Talvolta anche di salutari
compatimenti. Si conosce bene il contraccolpo psichico
di un ricovero in un soggetto già fragile e per questo più
sensibile. La soluzione è, nei limiti del possibile,
l'assistenza domiciliare che entra in scena quando una
patologia non ha bisogno del ricovero.
Dalla visita specialistica, al supporto
infermieristico, alle terapie, ai controlli clinici e di
laboratorio. Servizi e strumenti a disposizione senza
uscire di casa, senza perdere l'ovattata e tranquillizzante
atmosfera di quello che si definisce “contesto familiare”.
Sia chiaro, l'assistenza domiciliare non è programmata
solo per le persone anziane. Tutti ne possono usufruire:
dal giovane che ha bisogno di terapie e non può uscire da
casa, al paziente operato in convalescenza, addirittura alla
neo madre che vuol essere aiutata nell'accudire il bimbo.
L'assistenza domiciliare è una concreta realtà. Alla
Mater Dei & Paideia basta una telefonata. Uno squillo,
in qualunque giorno, e chi ha bisogno di aiuto ha la
risposta giusta, dal clinico all'infermiere, al fisioterapista,
al tecnico radiologo, all'ortopedico, all'ostetrica, al
neurologo. La risposta giusta che nasce dall'esperienza.
Dietro quello squillo alla Mater Dei & Paideia c'è
un'organizzazione collaudata, funzionale, adeguata. E
soprattutto che sa dare sicurezza. E' proprio vero che una
telefonata ti può allungare la vita.
C
1
in questo numero
Assistenza Domiciliare
parliamo di
1 editoriale
di sonia d’agostino
3-7 Assistenza
Domiciliare
“Pronto Dottore? Ho un
problema a casa”
un’opportunità
Anno 8
Numero 1
marzo 2009
Direttore Responsabile
Sonia D’Agostino
Direttore Editoriale
Luciano Ragno
8-9 Una tecnica
rivoluzionaria
Per tirare un respirodi sollievo.
10-14 Tac Cuore
10
Quattro secondi e il cuore
racconta tutto di sè.
15 Psicologia
Sei stressato? Curati positivo
16-17 R.I.C.E
Voglia di sport &
consigli. Quattro
lettere per la caviglia
16
18-19 Pelle
Bentornata Privamera!
E’ tempo di controllare i nei.
20-21 Agopuntura
Un ago antico per mali moderni
22-24 Sport Clinique
I fattori “crescono”,
i traumi calano
22
segnaletica
gli approfondimenti
✒
? curiosità
le interviste
i pareri degli esperti
Direzione
Casa di Cura
Mater Dei S.p.A
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“Pronto Dottore?
Ho un problema
a casa”
Grafica
e Impaginazione
Stefano Navarrini
www.stefanonavarrini.it
Stampa
Litografica
Via Biordo Michelotti, 15
Roma
Autorizzazione
del Tribunale di Roma
n.263/2002
del 23 maggio 2002
Finito di stampare
marzo 2009
Foto
www.bigstockphoto.com
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Assistenza Domiciliare
un’opportunità
Rosanna Luciani*
“Pronto,
come posso aiutarla?”
E a casa arriva
l’assistenza:
specialisti e infermieri
ma non solo
utti i giorni, festivi compresi. Un
telefono sempre aperto, è lo
06330941, al quale risponde un
operatore della Paidea. A chiamare sono pazienti o loro congiunti che chiedono un'assistenza domiciliare. L'operatore trasferisce
la telefonata al Servizio di Assistenza Domiciliare Paidea-Mater Dei che valuta la richiesta. Praticamente è un Centro-filtro
che, a seconda dei casi, mette in contatto la
persona con il Centro specialistico. Il malato - ma può essere anche un familiare espone le proprie necessità. A questo punto
viene organizzato il Servizio ed entro
mezz'ora chi ha telefonato riceve la risposta.
Naturalmente si deve valutare la tipologia
dell'intervento. Le richieste sono le più disparate. Si può aver bisogno di un'assistenza infermieristica saltuaria, ad esempio per
pazienti che hanno bisogno di essere aiutati in una terapia, oppure continuativa, per
una assistenza protratta nel tempo.
L'assistenza può avere molte tipologie: quella mirata alla somministrazione di
una terapia oppure quella riservata a persone in convalescenza dopo un intervento chirurgico o perché sono state vittime di un accidente cardiovascolare o neurologico.
C'è poi un'assistenza domiciliare particolare, dedicata alle neomamme le quali
chiedono l'intervento di un’ ostetrica o di
T
una puericultrice che le aiuti nella gestione del neonato o per problemi legati all'allattamento oppure per le normali pratiche
che, per una neomamma, posso essere le
prime volte molto difficili. Ci sono poi
donne che chiedono aiuto dopo l'intervento di parto cesareo.
Fin qui la parte infermieristica. C'è
poi tutto il settore della riabilitazione, dove fisioterapisti qualificati, con il supporto
di medici fisiatri, attivano procedure di riabilitazione a casa del paziente, per qualunque tipo di problema. Dalla gestione del
paziente post chirurgico al neurologico. Le
visite mediche domiciliari, che non hanno
4
Con l’assistenza a
casa tutti i giorni si
evita spesso la
necessità di un
ricovero.
caratteristica di pronta urgenza, prevedono pediatra, neurologo, cardiologo, internista, urologo, oculista, ortopedico, geriatra, otorino. . Nei servizi a domicilio sono
previsti anche prelievi per esami di laboratorio e l'esecuzione di esami diagnostici
come Rx del torace, ecografie, elettrocardiogrammi, holter, elettroencefalografie,
elettromiografie e potenziali evocati somato-sensoriali . Con questa assistenza a
domicilio, infermieristica e medica, si evita spesso la necessità di un ricovero.
Direttore del Servizio Infermieristico
delle Cliniche Paideia & Mater Dei
5
Assistenza Domiciliare
un’opportunità
La cura
in famiglia è
già una terapia
deve rinunciare a causa della malattia alla sua
famiglia, alle sua mura domestiche, alle sue abitudini e alla tranquillità.
ne, con piaghe da decubito, con malnutrizione,
ecc. Il paziente fragile, spesso anziano con polipatologia, presenta problematiche sanitarie difficilmente gestibili se non supportate da un'assistenza qualificata, capace di relazionarsi con
dedizione e professionalità non solo alle problematiche del malato ma anche allo stress del
“caregiver”, ossia di quella persona che maggiormente si occupa del paziente. Se non si
comprende in pieno l'ambiente in cui il paziente vive, se non si crea un rapporto di fiducia e
di collaborazione con la famiglia, l'Assistenza
Domiciliare non può essere al meglio.
to che può coinvolgere dal geriatra al chirurgo,
al cardiologo, all'urologo, all'ortopedico, all'oculista, all'infermiere professionale e alle figure
tutte dell'équipe.
Il servizio di assistenza domiciliare della
Paideia & Mater Dei rispetta questi criteri
Fin qui il lavoro dell'équipe. E la professiona-
dell'OMS?
lità che ruolo recita?
Certamente, i cardini sui quali
l'Assistenza Domiciliare deve svolgersi e, alla
Paideia & Mater Dei è così, sono il lavoro di
équipe e la professionalità. Il lavoro di équipe
fra i vari medici e fra le varie figure professionali interessate (oltre al medico e all'infermiere,
ruotano, secondo le necessità, il fisioterapista,
lo psicologo, l'assistente sociale) è finalizzato al
benessere del malato e dei suoi familiari. Il colloquio che precede l'assistenza e la continuità
dell'assistenza stessa consentono una prestazione adeguata. Naturalmente, mi riferisco alle
situazioni più complesse. Quindi questa collaborazione specialistica, non appena arriva la
richiesta di un malato o di un suo congiunto,
permette d'individuare la strategia di interven-
Intervista a Claudia Scalise
ssistenza Domiciliare è una delle più
avanzate risorse della rete dei servizi
sanitari. Essa permette di curare il malato al proprio domicilio. Parlando di Assistenza
Domiciliare non bisogna pensare solo all'intervento dell'infermiere professionale che presta le
cure del caso (somministrazione di farmaci, terapie infusionali, medicazioni…) o al medico che
effettua la visita in caso di necessità. Questo tipo
di assistenza non deve essere visto come l'anticamera di un ricovero in ospedale o, se il malato è
stato dimesso, di un nuovo ricovero. Parla
Claudia Scalise, coordina il servizio di assistenza
domiciliare di Paideia & Mater Dei.
L’A
Il neurologo perché è meglio curarsi in casa
Allora, cosa è in realtà l'Assistenza
Domiciliare?
Il paziente neurologico è fra quelli che, in maggior misura, può beneficiare di un servizio di assistenza specialistica a domicilio. Per una serie di ragioni. Innanzi
tutto, molte patologie neurologiche compromettono
seriamente l'autonomia motoria e, di conseguenza, la
possibilità di recarsi in clinica per visite e/o accertamenti. Pensiamo, ad esempio, a pazienti colpiti da ictus, con morbo di Parkinson o morbo di Alzheimer in
fase avanzata di malattia, a soggetti affetti da patologia del motoneurone. Del resto, le patologie degenerative neurologiche e cerebrovascolari, tipiche dell'età
senile, sono diventate negli ultimi decenni sempre più
frequenti in relazione all'allungamento della vita media. Non è soltanto la difficoltà dello spostamento fisico del paziente che può suggerire l'opportunità di una
visita a domicilio.
Può essere importante per lo specialista, anche ai fini
di impostare una strategia terapeutica adeguata, conoscere quali sono le esigenze e le barriere fisiche con
le quali il paziente neurologico è costretto a confrontarsi nel suo ambiente domestico. Inoltre, recandosi al
L' Assistenza Domiciliare è la possibilità
di fornire al domicilio del paziente quei servizi e
quegli strumenti che contribuiscono al mantenimento del massimo livello di benessere, salute e
funzioni. Si rivolge a persone affette da patologie croniche, menomazioni, a rischio di disabilità ed in fase di cronicità, a pazienti affetti da
malattie acute temporaneamente invalidanti, da
malattie subacute o in fase di riabilitazione, causate, ad esempio, da patologie traumatiche (fratture di femore, crolli vertebrali), neurologiche
(ictus cerebrali), sindrome da allettamento.
L'essenza dell'Assistenza Domiciliare consiste
nel curare, assistere e riabilitare gli utenti ammalati al proprio domicilio attraverso l'erogazione
di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative, socio-assistenziali.
Il paziente, nei limiti del possibile, non
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E' un aspetto molto importante. Non si
tratta solo di professionalità nel senso di capacità del singolo medico o del singolo infermiere nell'assistere il paziente. Per professionalità
si intende anche la cultura del medico nell'instaurare un rapporto con il paziente e, elemento fondamentale, con il suo nucleo familiare. Il
medico deve sapere individuare non solo i bisogni sanitari ma anche esplorare quei segnali,
spesso celati, di malessere sociale e di conflittualità legati alle difficoltà di relazione. A questo vorrei aggiungere l'interpretazione di situazioni di ansia che spesso i malati o i loro congiunti manifestano o tengono nascoste. Basti
pensare, ad esempio, ai pazienti con malattia di
Alzheimer, con sindrome da immobilizzazio-
Quindi deve essere un medico di larga competenza ed esperienza?
Proprio così. In ospedale le funzioni del
medico sono stratificate e si esercitano nell'ambito di precisi confini. Nell'Assistenza
Domiciliare l'operatore sanitario, proprio per la
complessità della prestazione, opera dentro
confini appena sfumati. Il professionista sarà in
grado di cogliere quegli aspetti di fragilità, in
termini di cura e di prevenzione, per mantenere se possibile l'autosufficienza, recuperare le
funzioni residue e garantire una buona qualità
della vita.
di Eustachio Calia
domicilio del paziente, il medico può cogliere con più
precisione il contorno affettivo ed emozionale che circonda il malato neurologico e che, talvolta, può ostacolarne il miglioramento clinico.
Per altri versi, il paziente neurologico con deficit cognitivo che spesso in studio appare disorientato e confuso, può apparire meglio compensato se osservato
nell'ambiente che è a lui familiare ed usuale, mostrando talvolta un livello sorprendente di compenso funzionale.
Il Servizio di Neurologia, che la Casa di Cura "Paideia"
ha messo a disposizione del suo bacino territoriale di
utenza, fornisce oltre alle visite specialistiche neurologiche anche l'esecuzione a domicilio di esami diagnostici neurologici quali elettroencefalografia, elettromiografia, elettroneurografia e potenziali evocati somatosensoriali. La possibilità di eseguire tali esami a
domicilio permette di risolvere quesiti diagnostici cruciali evitando spesso la necessità di ospedalizzazione.
Responsabile del Servizio di Neurologia
e Neurofisiologia Clinica - Casa di Cura Paideia
L'Assistenza Domiciliare è una grande opportunità per il paziente e per i suoi familiari
ma anche per la collettività.
La valenza sociale è notevole. L'ospedalizzazione è spesso traumatica. Farsi curare a casa, quando è possibile, soprattutto in età avanzata, rappresenta un antidoto all'ansia, soprattutto quando si tratta di persona non autosufficiente. L'Assistenza Domiciliare è in grado non
solo di fornire, lì dove è necessario, aiuto sanitario al paziente recentemente dimesso dal ricovero, ma anche di cercare di mantenere uno stato di salute che possa permettere, alla persona
fragile, di non andare incontro ad ospedalizzazione, evitando così ricoveri impropri per la collettività.
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il naso
una tecnica rivoluzionaria
dei motori, smog, inquinanti degli ambienti lavorativi, ecc.). Neppure all’interno degli uffici di lavoro siamo del tutto al sicuro
in quanto spesso si sviluppa reattività nasale verso agenti provenienti dai climatizzatori, dagli arredi o dalle vernici e materiali
delle pareti e pavimenti (rinite vasomotoria). L’ingrossamento dei turbinati è anche
causato dalle allergie, che oggi sono ben più
diffuse rispetto al passato.
ivere costantemente ‘sott’acqua’,
senza respiro. Per alcuni è una fastidiosa realtà con la quale anno dopo
anno ci si trova a dover convivere. Ma il naso chiuso con il tempo diventa più che un
‘fastidio’ è un vero e proprio problema che
nemmeno i farmaci riescono ad alleviare.
Ma è davvero necessario conviverci?
Fortunatamente no. Perché la soluzione c’è. E anche molto efficace. Per dire
addio, per sempre, a quella vita ‘sott’acqua’
bisogna chiedere aiuto alla ‘radiofrequenza’. Ne parliamo con Guido Coen Tirelli,
otorino, che alla Mater Dei applica una tecnica endoscopica molto efficace per risolvere i problemi legati ai turbinati. Ed è proprio in sua compagnia che compiamo un
breve viaggio nel naso e cerchiamo di capire di più su questa tecnica che, è proprio il
caso di dirlo, fa davvero tirare un sospiro di
sollievo.
V
L’energia delle radiofrequenze è in
grado di “sgonfiare” il turbinato ingrossato
senza traumi e senza dolore in un tempo ridottissimo. Sono pertanto trattamenti veloci eseguiti in regime di day-hospital. A
differenza delle precedenti tecnologie, oggi
è sufficiente una singola applicazione per
risolvere il problema in modo radicale e definitivo.
Ci sono limitazioni legate all’età o alle
condizioni di salute?
Si possono sottoporre all’intervento
pazienti di tutte le età e condizioni di salute , l’intervento si può eseguire in anestesia
locale e il paziente può andare a casa dopo
2/4 ore dall’intervento.
Da cosa dipende questo aumento delle allergie respiratorie?
Dall’uso smodato di spray nasali, dalle sostanze inquinanti che si mischiano con
quelle naturali creando una miscela inedita,
irriconoscibile, che crea “confusione” ai nostri anticorpi. L’allergia, in fondo, è una forma di rigetto: sostanze che respiriamo, normalmente ben tollerate dalla totalità delle
persone, sono invece riconosciute dai soggetti allergici come nemici.
Quali sono le cause della cattiva respirazione nasale?
Come si può intervenire oggi per il trat-
Una delle cause più frequenti della
difficoltà respiratoria nasale è rappresentata dall’ipertrofia dei turbinati. I turbinati
non sono una patologia o un nemico da
combattere che è cresciuto nel nostro naso:
i turbinati (ne abbiamo 3 in ciascuna fossa
nasale) sono preziose strutture osteo-mucose in grado di riscaldare, umidificare, filtrare e condizionare l’aria che respiriamo.
Quindi da preservare e trattare col massimo rispetto.
tamento della cattiva respirazione nasale
da ingrossamento dei turbinati?
Si arriva all’intervento chirurgico dopo che la terapia farmacologica non è più
sufficiente ed a volte è la causa principale
della patologia. In passato i turbinati venivano bruciati o tagliati con forbici e bisturi: una soluzione radicale che privava il paziente di un apparato importante. Noi preferiamo intervenire sempre con tecnica endoscopica, attraverso l’energia delle radiofrequenze, con trattamenti che “sgonfiano”
la mucosa. Niente tagli, niente suture, niente sanguinamento o ricorso ai famigerati
tamponi nasali. Questo trattamento è anche applicabile per le riniti allergiche e vasomotorie, in adulti e bambini.
Come mai l’ipertrofia dei turbinati è così
diffusa?
I più aggiornati dati epidemiologici
ci dicono che il fenomeno è in costante aumento nelle aree cittadine ed industrializzate, a motivo degli agenti inquinanti ed irritanti che respiriamo nella vita quotidiana
delle città (gas, prodotti della combustione
Sono trattamenti lunghi e necessitano di
ricovero?
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intervista a Guido Coen Tirelli
per tirare un
respiro di sollievo
9
il cuore
prevenzione
Intervista a Paolo Pavone
strati a soli 4-5 secondi di acquisizione dell’attuale TAC. La maggiore velocità consente di “congelare” il movimento del cuore ottenendo immagini più nitide per la
diagnosi. Il tempo in cui il sistema ruota
intorno al paziente per acquisire immagini
è di 0,3 secondi, è la velocità più alta mai
raggiunta prima da altre “macchine”.
Quindi raramente sarà necessario ricorrere
a farmaci per rallentare il ritmo cardiaco. Si
studiano torace e addome in quasi 20 centimetri al secondo, in pratica in 4-5 secondi. Vorrei citare a questo proposito la colonscopia virtuale che viene eseguita in 23 secondi, riducendo pertanto gli artefatti
dovuti al movimento delle anse intestinali.
iaggio intorno e dentro una sofisticata “macchina” mentre alla
“guida” c’è un “autista” molto
esperto. Ma cosa è questa “macchina “ che,
per la prima volta, è approdata a Roma, alla “Mater Dei”? Lo chiediamo proprio chi
questa “macchina “ conosce bene, Paolo
Pavone, Responsabile Imaging Mater Dei.
In termini strettamente tecnici diciamo che rappresenta il superamento dell’era attuale della TAC, cioè la Tomografia
Computerizzata da 64 strati. Fino ad ora la
TAC da 64 strati era considerata il top per
ottenere immagini tridimensionali delle
arterie coronariche. La TAC installata alla
“Mater Dei” ha 128 detettori e quindi va
oltre il modello precedente, caratterizzandosi per una serie di novità. Crescono i
vantaggi. Per il cardiologo perché può “vedere” meglio i vasi che deve esaminare e
per il paziente perché, oltre ad avere una
diagnosi più precisa e sicura, vede ridotta
notevolmente la quantità di raggi X assorbiti. In grande sintesi, le caratteristiche di
questa nuova TAC sono: velocità, risoluzione spaziale, apertura del tunnel, riduzione della dose di raggi X, immagini tridimensionali.
V
quattro secondi
e il cuore parla
La TAC di ultima generazione “congela”
il movimento del cuore: immagini più
nitide, diagnosi più precisa.
Che vuol dire, professor Pavone, risoluzione spaziale e perché è importante
averla perfezionata ?
Significa, in pratica, che è possibile
evidenziare strutture anatomiche anche
molto piccole. E questo senza problemi ed
in modo migliore rispetto ad altre apparecchiature. C’è un sistema, ricorro ancora ad
un termine tecnico, che si chiama “Definition AS”. Basti dire che la risoluzione massima - cioè la capacità di vedere un oggetto interno al corpo umano- è meno di un
quarto di millimetro, esattamente 0,24.
Cominciamo dalla velocità.
Ci sono pazienti che soffrono quando
Un aspetto importante per il medico
è la velocità con cui le immagini del cuore
vengono acquisite: si passa, infatti, dai 1015 secondi della apparecchiatura da 64
vengono “chiusi” in una TAC.
E’ proprio vero. La nuova TAC in attività alla “Mater Dei” si caratterizza anche
per l’apertura del tunnel. Il sistema “Defi-
10
11
il cuore
diagnosi
nition AS” è stato costruito proprio per eliminare del tutto i problemi di claustrofobia. L’apertura è di 78 centimetri contro i
65 delle attuali apparecchiature. Questo
consente di esaminare, oltre i pazienti che
soffrono di claustrofobia, anche quelli obesi ed inoltre studiare tutti i pazienti dalla
testa ai piedi in un’unica soluzione e non in
due come adesso.
Speciali schermi
azzerano le dosi inutili
di raggi X.
La claustrofobia
va in soffitta
C’è il problema, non piccolo, quello delle dosi di raggi X.
La nuova “macchina “ prodotta dalla
Siemens consente di ottenere il massimo
della riduzione delle radiazioni con tre si-
stemi. Il primo è l’ottimazione e riduzione
dei raggi X punto per punto (la TAC decide quando utilizzare più raggi o meno raggi). Il secondo è la valutazione del cuore:
c’è una tecnologia che consente di emettere raggi solo quando il cuore è quasi fermo,
cioè in telediastole. Per usare ancora
un’espressione da addetti ai lavori, si fa un
esame con non più di 2-3 mSievert, è l’unità che definisce la dose assorbita dal paziente, rispetto alle attuali 15-20 mSievert,
infine l’uso di schermi integrati, in pratica
una serie di filtri che assorbono le radiazioni inutili .
Perché, per concludere, sono importanti
le immagini tridimensionali ? E in quali
situazioni?
Le immagini acquisite con questa
“macchina “, elaborate a colori, sono disponibili alla consolle per la valutazione da
parte dell’operatore. Le applicazioni
dell’imaging tridimensionale comprendono la colonscopia virtuale, la coronarografia con TAC, l’angiografia con TAC e la
valutazione di lesioni ossee post- traumatiche o degenerative.
Il viaggio fuori e dentro la “macchina” con il radiologo finisce qui.
il cardiologo Superata la paura della coronarografia. E insieme alle tante “ombre cinesi”
intervista a Massimo Fioranelli
bili”, cioè con fattori di rischio cardiovascolari. Con la nuova TAC in questi pazienti si può
scoprire in modo preventivo - vorrei proprio
sottolineare il termine preventivo - l’estensione della malattia coronarica. Un esame per pazienti di qualunque età, anche se le maggiori
complicazioni vascolari, come è noto, si presentano prevalentemente in un’età avanzata.
Sono situazioni rare nei bambini per le quali si
ricorre alla Risonanza Magnetica.
dei conti, si tratta di un esame invasivo.
Adesso alla Mater Dei c’è un nuovo strumento
diagnostico mirato al cuore che supera i limiti
della coronarografia.
Si tratta di una TAC - Definition AS - di ultima
generazione, ultraveloce, che offre notevoli vantaggi. Permette l’acquisizione dell’intera immagine del cuore e delle coronarie. Questa acquisizione avviene nell’arco di 4-5 secondi, elemento
importante se si tiene conto che il cuore è in
continuo movimento. La TAC consente di non
avere artefatti nelle immagini.
Sono immagini non paragonabili assolutamente
a quelle ottenute con la coronarografia, soprattutto per quanto riguarda la valutazione della
parete delle arterie. Si ha così una visione complessiva dello sviluppo della malattia coronarica
globale. Altro elemento anche questo significativo perché consente di ottimizzare il trattamento.
Un cardiologo compagno di viaggio intorno alla nuova sofistica TAC entrata in funzione alla
“Mater Dei”. “Attualmente - dice Massimo Fioranelli Responsabile del Centro Cuore Mater
Dei- per valutare l’attività delle coronarie si ricorre ad un esame, la coronarografia. E’ a
tutt’oggi, nella pratica clinica, l’accertamento
di riferimento cui tutti gli esami non invasivi
vanno rapportati in termini di capacità diagnostica”.
In cosa consiste la coronarografia?
E’ un esame invasivo. Si entra nell’organismo
con un catetere e si inietta una sostanza per il
contrasto. Questo consente di effettuare confronti con immagini realizzate con raggi X. Al
momento, è l’esame più affidabile per chi soffre di una malattia coronarica, come angina,
infarto ecc. Ci sono due limiti. Si possono verificare durante l’esame complicanze vascolari.
Siamo intorno al 3-4 per cento. E arriviamo all’altro limite. L’esame con il contrasto permette di “guardare” all’interno dell’arteria mentre
la placca arteriosclerotica si forma, specialmente sulla parete del vaso. E’ un po’ come se
vedessimo “ombre cinesi” invece dell’immagine
completa. A questo proposito non dobbiamo
dimenticare che esiste una remora psicologica
da parte del paziente legata al fatto che, in fin
Come si supera il problema delle radiazioni?
Sono veramente minime. Le radiazioni non vanno a colpire il cuore perché esistono dei collimatori, una specie di paratie protettive. E così
le radiazioni sono limitate, peraltro in minima
dose, e non interessano tutto l’organismo. Questo consente di sottoporre all’esame anche una
donna in stato interessante, ovviamente con
accorgimenti aggiuntivi. Inoltre possono essere studiati pazienti già sottoposti ad interventi per problemi cardiaci per valutare le condizioni, anche a distanza, dopo un bypass o
un’angioplastica coronarica con o senza stent.
Fino ad ora questi pazienti potevano essere
controllati solo con la coronarografia. In sintesi, una TAC veramente innovativa, a tutto vantaggio della Medicina ma soprattutto del paziente.
Quali sono i pazienti d’elezione per questa nuova TAC ?
Sono soprattutto quei pazienti che presentano
dolori toracici di dubbia origine, con un elettrocardiogramma normale. Ovviamente, se l’elettrocardiogramma avesse rivelato qualche alterazione il paziente sarebbe stato subito trattato. I
pazienti di elezione sono i cosiddetti “vulnera-
12
13
il cuore
diagnosi
intervista a Eugenio Martuscelli
evita proprio la coronarografia, esame non
certo ben accettato dal paziente. Una riflessione. In Italia, come detto, si fanno
120 mila angioplastiche l’anno, cioè rivascolarizzazioni, e 240 mila coronarografie.
Questo vuol dire che centomila coronarografie erano inutili. Si sarebbero potute
evitare con un esame affidato ad una sofisticata “macchina “ coma la Cardio Tac.
Pensiamo all’angoscia del paziente ed ai rischi che corre con la coronarografia. ma
anche al peso economico del soggetto e
della collettività.
La Cardio Tac
lancia l’allarme
quando
il rischio è
ancora
silenzioso
Ma la Cardio Tac ha un ruolo solo per il
controllo dopo l’angioplastica?
Certamente no, le indicazioni sono
molteplici . Adesso in pochi secondi è possibile “leggere” le coronarie. Un tempo impensabile fino a pochi fa. Tutto questo, e
rispondo alla domanda, consente di compiere accertamenti in situazioni diverse. Si
può fare prevenzione per vedere se le coronarie stanno bene e se corrono un rischio
in persone che hanno una familiarità di
eventi cardiovascolari. Oppure in soggetti
con alti fattori di rischio come ipercolesterolemia, diabete, ecc. E poi, come abbiamo detto prima, controllare le condizioni
dopo un’angioplastica o un by-pass aortocoronarico. E infine studiare quei pazienti
con sintomi di angina che hanno rivelato
situazioni dubbie durante una prova da
sforzo e con una scintigrafia.
e solite quattro chiacchiere in una
sala d’aspetto in attesa del proprio
turno. Sono pazienti che alla Casa
di Cura “Paidea” devono sottoporsi alla
Cardio Tac.
L
Professor Martuscelli, lei è consulente
per la Cardio Tac alla “Paideia”, è un
emodinamista. Perchè si ricorre alla
Cardio Tac ?
Il controllo di un paziente che ha subito una vascolarizzazione è molto importante e delicato. Bisogna avere un quadro
preciso della situazione per evitare il rischio di una ricaduta. La Cardio Tac consente di controllare, in modo estremamente affidabile, se il flusso sanguigno in
quella arteria che si era ostruita e che l’angioplastica aveva riaperto, sta scorrendo
regolarmente. E’ ad alta affidabilità e si sta
rivelando preziosa visto che in Italia in un
anno si fanno ben 120 mila angioplastiche.
Preziosa per il controllo ma lo è altrettanto in quell’accertamento delle condizioni
delle coronarie che adesso viene attuato
con la coronarografia. Questa Cardio Tac
A volte c’è il timore delle radiazioni.
Il rischio è ridottissimo perchè la
Cardio Tac ha particolari accorgimenti
tecnici che quasi azzerano le radiazioni,
peraltro limitate ad un tempo di 5-6 secondi. Nessun problema per chi soffre di
claustrofobia perchè non è un tubo come
la RM , è aperta, quindi non c’è alcun disagio.
14
vita
la piscologia aiuta
sei stressato?
curati positivo
di Paola Vinciguerra
Direttore dell'Uiap alla Clinica Paideia di Roma.
◆ facilitare le abilità di copying e le capacità di costruzione dei rapporti personali;
◆ focalizzare gli aspetti bio psico sociali
delle esperienze e delle emozioni positive.
Alla base di tale approccio vi è l'idea
di condurre e 'ancorare' le persone alla
propria capacità di far fronte agli eventi
stressanti tramite l'analisi e il rafforzamento dei fattori che favoriscono le potenzialità individuali. E' molto importante accrescere la comprensione di se stessi,
imparare a cogliere i primi segnali dell'organismo in stato di tensione. Inoltre, focalizzare l'attenzione sui fattori ed eventi
stressanti nella vita di ciascuno al fine di
esercitarsi ad usare le possibili risorse per
far fronte a tali eventi. Per raggiungere gli
obiettivi preposti è necessario il supporto
di uno psicologo che aiuti e spieghi l'utilizzo delle tecniche cognitivo-comportamentali di gestione della tensione, degli
esercizi di bioenergetica per favorire la gestione dello stress e il contatto con le proprie risorse personali, delle tecniche di respirazione e di rilassamento, delle tecniche
di training autogeno e visualizzazione guidata e gestione del disagio. Inoltre sono
molto utili esercizi di rafforzamento dell'io e di affidamento. Infine, non a tutti è
nota la possibilità di ricorrere alla tecnica
dell'EMDR per la risoluzione di traumi
specifici.
pesso ci diciamo: “sono stressato”.
Ebbene è vero! Ora ci sono prove
scientifiche le quali dimostrano che
lo stress prolungato nel tempo diventa
un'infiammazione cronica che crea vari disturbi, e che si può “leggere” negli esami
del sangue sotto forma di un aumento di
due sostanze: la proteina c-reattiva e l'interluchina-6, oltre ovviamente all'ormone
dello stress, il cortisolo.Quindi è dimostrato che gli stati emotivi possono agire ed influenzare il nostro corpo. E' ormai accertato che lo stress non solo indebolisce il sistema immunitario, ma altera l'umore rendendoci irascibili, scontenti, incapaci di
godere pienamente dei momenti di relax,
di scambio affettivo ed emotivo impedendoci di recuperare energie per affrontare gli
impegni della vita quotidiana. Per far fronte a tutto ciò un buon aiuto può essere la
psicologia positiva, molto usata negli altri
Stati europei, in Italia è quasi sconosciuta,
che ha lo scopo di prevenire i disagi psicologici prima che insorgano. La conoscenza
delle sue tecniche è particolarmente indicata per chiunque ricopra un ruolo di grande responsabilità sia nell'ambito lavorativo,
sia in quello familiare. Questa novità nel
campo della psicologia ha la funzione soprattutto di: identificare le potenzialità
personali dell'individuo; favorire l'autostima, la creatività e il benessere soggettivo;
S
15
voglia di sport
consigli
Quattro lettere
R come riposo
I come ice
C come compressione
E come elevazione
di Alessandro Caprio*
a primavera è alle porte, la voglia di
sport aumenta, e con essa anche i traumi sportivi. La caviglia e il piede sono
tra i distretti più colpiti del nostro corpo.
La distorsione è l’esasperazione di un
movimento articolare oltre i limiti del consentito, in questa evenienza sono interessati in particolar modo i legamenti , che sono le strutture
meno elastiche.
Le distorsioni della caviglia possono essere distinte in tre gradi, secondo l’entità della
lesione dei legamenti:, e cioè che vi sia rispettivamente un semplice stiramento delle fibre, la
rottura di alcune di esse o l’interruzione completa della sua
continuità (il I e II grado danno luogo alle cosiddette distorsioni stabili, il III
grado a distorsioni instabili);
Il primo
intervento in situazioni di lesioni
acute dei tessuti molli
— tendini, muscoli, legamenti — è importantissimo. Può avere,
infatti, un’influenza
decisiva sui tempi di
guarigione.
L
Ovviamente, ad ognuno dei gradi corrisponde un quadro clinico variabile, caratterizzato in genere da dolore, tumefazione, impotenza funzionale e segni di instabilità.
La prima cosa da fare è il R.I.C.E., un
termine inglese — R sta per Rest,ovvero Riposo; I per Ice, ghiaccio; C per Compression,
Compressione; E per Elevation, Elevazione —
che fa riferimento ai quattro comportamenti
chiave da adottare in queste situazioni.
Lo scopo è quello di contenere al massimo l’entità del danno. La maggior parte di
queste lesioni comporta la rottura dei vasi sanguigni. Risulterà quindi determinante arrestare nelle prime 24 ore l’emorragia e l’essudazione (stravaso di liquido dai capillari), affinché gonfiore e versamento, alterando i normali rapporti anatomici e causando
immobilità e dolore, non rallentino il processo
di guarigione.
Successivamente bisogna verificare tramite doverosi controlli, l’eventuale presenza di
lesioni ossee mediante esame radiografico ed
eventuali lesioni associate mediante esame di
risonanza magnetica, consultando sempre prima lo specialista di riferimento.
Con un adeguato trattamento ortopedico ( tutore, bendaggi funzionali e terapia medica) e riabilitativo (tecar, cinesi attiva e passiva,
idroterapia, propriocettiva, ecc.), la maggior
16
per la caviglia
l’avventatezza dei cosiddetti «sportivi della domenica» che, con una preparazione fisica alquanto discutibile, affrontano in maniera episodica le partitelle sui pericolosi terreni sintetici o su terreni sconnessi. Ma anche nello sport
agonistico di vertice troviamo altrettante possibilità di rischio, causato dalla «overuse syndrome», patologia da sovraccarico funzionale da
sport, con l’esasperazione del gesto agonistico e
la ripetizione ossessiva del gesto allenante. Insomma il «troppo» o il «troppo poco» nello
sport, possono essere entrambi responsabili di
svariati quadri patologici.
Prevenire è meglio che curare vale anche
in questo caso. Occorre limitare al minimo i
fattori che predispongono alla lesione. Diventa
perciò fondamentale seguire una corretta preparazione atletica,
curare l’esecuzione del
gesto atletico ed eseguire visite preventive per valutare l’appoggio plantare, con particolari apparecchiature computerizzate..
Allora per tutti
gli sportivi vale un consiglio: attenti a dove e come
mettete i piedi!.
parte dei traumi distorsivi della caviglia guarisce , anche perchè i legamenti laterali sono considerati legamenti “buoni”, vale a dire che un loro danno guarisce sempre con una cicatrice che
è tanto più valida quanto più i capi terminali
della lesione vengono mantenuti a contatto nel
periodo necessario per tale cicatrizzazione.
Quando questo non succede bisogna ricorrere al trattamento chirurgico, che oggi non
è più invasivo e traumatizzante in quanto la
maggior parte dei gesti chirurgici vengono effettuati in artroscopia, come per il ginocchio,
consentendo un rapido recupero funzionale e
un ritorno allo sport in tempi brevi.
Il rischio maggiore nasce dall’ imprudenza
e
* Responsabile del
Centro di Prevenzione e Terapia
delle Patologie
del Piede alla ClinicaPaideia
17
vita
la piscologia aiuta
Bentornata
primavera!
E’ tempo di
controllare i nei.
di Raffaele Murace*
lutare il fattore di protezione (ovvero la sua capacità protettiva) e la formulazione. Nel primo
caso si sceglierà un fattore di protezione elevato per soggetti con pelle chiara che tendono facilmente all´eritema, mentre per quanto attiene
alla formulazione del solare è opportuno ricordare che il “latte” e´ facilmente spalmabile ma
poco resistente e va quindi applicato frequentemente; la crema è generalmente più indicata
per il viso, mentre il “gel” è più adatto ad una cute grassa.
L'utilizzo di filtri solari non deve comunque autorizzare ad esporsi eccessivamente,
ne´ tantomeno escludere l´utilizzo di indumenti protettivi soprattutto nelle ore centrali della
giornata.
Questa stagione rappresenta l’occasione
giusta per una visita dermatologica. L´esposizione della cute del corpo ci deve far pensare
che è arrivato il momento di effettuare un controllo, in particolare una visita preventiva sui nei
e su eventuali neoformazioni precancerose. Alcuni nei sono assolutamente innocui, mentre
altri possono essere a rischio di trasformazione
tumorale in “melanoma”, uno dei più pericolosi tumori del nostro organismo. Ricordo che la
presenza sul corpo di un elevato numero di nei
è considerata uno dei fattori di rischio principale per la comparsa di un melanoma, che comunque può insorgere ex novo sulla nostra pelle con il rischio di essere scambiato per un neo
comune. L´incidenza di questa neoplasia sta
aumentando vertiginosamente in tutto il mon-
arrivo della bella stagione e soprattutto del sole riporta il nostro pensiero
agli effetti benefici del sole sul nostro
organismo, alla “tintarella”, al buon umore, alle
tanto attese vacanze, ma ci deve anche far pensare che i raggi ultravioletti, se si espone la nostra pelle in maniera irresponsabile, possono
provocarci gravi danni alla salute. Pensando agli
effetti che gli ultravioletti provocano sulla nostra pelle annoveriamo sì la piacevole abbronzatura, ma anche l´eritema solare, un precoce
invecchiamento della cute e a lungo andare la
fotocarcinogenesi, ovvero l´induzione alla formazione di tumori cutanei.
E´ noto come una prolungata esposizione solare aumenti la produzione di radicali liberi, sostanze tossiche che accelerano l’invecchiamento delle cellule e, quindi, anche della
pelle. A tale proposito sarà raccomandata una
dieta ricca di complessi vitaminici a base di vitamine A C E ed elementi come il selenio, la
biotina, il ferro. Queste sostanze sono peraltro
contenute negli alimenti tradizionali della dieta mediterranea o possono comunque essere
aggiunte con l´assunzione di integratori alimentari reperibili in commercio.
Un accenno naturalmente anche ai protettivi solari, ovvero formulazioni cosmetiche
(latte, crema, gel ecc.) contenenti molecole in
grado di assorbire (filtri chimici) le radiazioni
ultraviolette o di rifletterle (filtri chimici) rendendole così innocue per il nostro organismo.
Nella scelta del prodotto è assai importante va-
L’
18
do; in Italia 7 persone su centomila si ammalano di melanoma. In aumento anche gli altri tumori cutanei, quali carcinomi basocellulari e
spinocellulari.
Le linee guida sulla prevenzione primaria dei tumori della pelle (ovvero le azioni che
tendono a ridurre l´incidenza del tumore rimuovendone le cause che lo provocano) indicano chiaramente la necessità di prevenire le
ustioni solari, soprattutto in età pediatrica e ribadiscono la necessità di una corretta esposizione solare. La prevenzione secondaria (ovvero le azioni che mirano a ridurre la mortalità del
tumore) si basa invece su una maggiore accuratezza diagnostica durante la visita di controllo, avvalendosi per esempio di metodiche quali l´esame in epiluminescenza dei nei o neoformazioni cutanee in genere, e campagne informative di sensibilizzazione ed educazione sanitaria.
Di primaria importanza è l´autoesame
che il paziente può effettuare con l´ausilio di
uno specchio. A tale proposito è stato elaborata una semplice formula che semplifica il riconoscimento del neo a rischio, la regola
dell´ABCDE. La “A” sta per asimmetria, ovvero tracciando una linea immaginaria una metà
del neo è differente dall´altra; “B” sta per bordi,
irregolari, frastagliati; “C” sta per colore, ovvero
la presenza di più colori nell´ambito della stessa
neoformazione;“D” sta per dimensioni superiori a 5 mm. di diametro. Per ultimo la lettera “E”
che sta per evoluzione: la sensazione di avverti-
re la presenza del neo, l’eventuale dolore, la presenza di sanguinamento devono indurre il paziente a chiedere spiegazioni al medico.
L´epiluminescenza è una metodica diagnostica non invasiva che funge da ausilio al
dermatologo per il riconoscimento precoce di
una neoformazione pigmentaria a rischio di
trasformazione in melanoma, o alla individuazione delle fasi iniziali della neoplasia.
La tecnica consiste nell´apporre una
goccia di olio da microscopia sul neo e procedere all´osservazione dello stesso con un microscopio. Dalle immagini si valuta la modalità di
aggregazione delle cellule melanocitarie con il
riconoscimento degli aspetti di regolarità ed irregolarità. Una moderna interpretazione delle
immagini di un nevo porta oggi ad una accurata valutazione del rischio, con possibile indicazione chirurgica immediata o monitoraggio
oggettivo nel tempo dello stesso, grazie agli ausili informatici di rilevazione ed archiviazione
immagini.
In Paideia viene effettuato l´esame di
epiluminescenza digitale in alta definizione. I
dermatologi della Paideia sono consulenti
scientifici del progetto FIDE (Full Image Database Engine), motore mondiale di ricerca per
immagini diagnostiche in ambito di prevenzione oncologica dermatologica, sviluppato dalla
Advanced Computer Systems (ACS) e promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana
* Specialista in dermatologia alla Paideia
19
cure alternative
l’agopuntura
Un ago antico
per mali
moderni
(menopausa), senza contare che durante la
gravidanza, quando è sconsigliata l’assunzione di farmaci, l’agopuntura può rappresentare una valida alternativa terapeutica.
Assolutamente sì. Potrebbe sembrare incredibile, ma l’agopuntura è di per sé molto rilassante. E’ inoltre molto efficace per il trattamento delle sindromi ansiose e/o depressive
(con le relative “somatizzazioni”) e anche per
l’insonnia.
E' vero che grazie all’agopuntura si può dima-
Quali sono i limiti dell'agopuntura?
Naturalmente, come per ogni metodica terapeutica, l’agopuntura ha le sue indicazioni e i suoi limiti. Le risposte sono molto
individuali e strettamente legate all’entità del
problema e alla costituzione del paziente.
Chiaramente, i risultati sono migliori quando
prevale la componente funzionale, prima che
lo squilibrio si radichi a livello organico. In
generale, bastano poche sedute, addirittura
anche una, per cominciare a stare meglio. Se
dopo cinque-sei sedute il paziente non ha alcun beneficio, quasi sicuramente c'è un problema organico importante per il quale si rende necessario un approfondimento
diagnostico.
Ricordiamo
che, sebbene l’agopuntura abbia
E’ noto che l’agopuntura può controllare il dolore
ma può rappresentare una valida alternativa
terapeutica per cefalee, asma, gastrite, ecc.
agopuntura ha da tempo trovato ampio spazio nel panorama della salute.
La praticavano i cinesi tremila anni
prima di Cristo e continuano a farlo. Superati i molti pregiudizi, è ormai diventata una
metodica medica accettata, anche alla luce del
riconoscimento da parte dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità.
La cura della salute con l'agopuntura è una
realtà alla Clinica Paideia di Roma. Il Centro
è diretto da Fiammetta Wang, medico agopuntore.
L’
energetici e ripristinarne l’armonia.
In sintesi ci può spiegare qual è il meccanismo
Quali sono le persone che accedono al Centro
con il quale agisce l’agopuntura?
di Agopuntura della Paideia?
Partendo dal presupposto che nella
Medicina Tradizionale Cinese il mantenimento del buono stato di salute dipende dall’armonico fluire del “Ch’i” (l’energia vitale
che circola nel corpo seguendo percorsi ben
determinati, i meridiani o canali energetici) e
che uno squilibrio bioenergetico si può tradurre in un disturbo a livello organico, l’agopuntura, mediante la stimolazione dei “punti”, può prevenire e trattare le malattie riequilibrando il flusso all’interno dei canali
I pazienti generalmente si rivolgono all’agopuntore per “i dolori”, ma non tutti sanno che l’agopuntura può essere molto efficace anche per altre patologie quali cefalee, problemi a carico dell’apparato gastroenterico come gastrite, colite, difficoltà a digerire, stipsi -, dell’apparato respiratorio - rinite allergica, bronchite cronica, asma bronchiale -, ma
anche di pertinenza ginecologica e ostetrica
come dismenorrea, iperemesi gravidica (vomito in gravidanza), sindrome climaterica
20
origini lontane
dalla cultura occidentale, è una disciplina medica e
quindi va applicata con il dovuto rigore
professionale. Ogni paziente è unico e va considerato nella sua interezza, non semplicemente come un sintomo. Bisogna cercare di
andare a monte del problema in modo da poter ottenere il miglior risultato possibile.
Quello che ci vuole è una logica medica di integrazione in modo da poter utilizzare tutti i
mezzi a disposizione per poter fornire a ogni
paziente la soluzione più adeguata.
grire e si può smettere di fumare?
In questi casi mi piace definire l’agopuntura come un “coadiuvante”. Purtroppo,
per dimagrire bisogna stare a dieta e fare moto, per smettere di fumare ci vuole la volontà.
Ma l’agopuntura può essere un valido supporto in entrambi i casi.
Può essere utile nel fronteggiare lo stress della
vita quotidiana?
21
s
Sport clinique
ortopedia
I fattori “crescono’’
i traumi calano
I fattori di crescita
piastrinici,
un'eccezionale novità.
Un importante passo
in avanti della Ricerca.
E' già una concreta
realtà in Mater Dei &
Paideia. Ma quali sono
le applicazioni pratiche
in ortopedia?
Lo chiediamo
al Dottor Ezio Adriani
Responsabile della
Sport Clinique Mater
Dei.
orrei innanzi tutto mettere in risalto che l'utilizzo dei fattori di
crescita piastrinici viene incontro
alla soluzione di un problema non certo semplice che registriamo nella pratica clinica. Mi
riferisco ad una serie di patologie che creano
non solo dolore ma anche difficoltà sociali nella vita di relazione. Si tratta di problemi che riguardano tutte le persone, con una particolare
incidenza di quelle che praticano un'attività
sportiva. Fino ad ora le terapie erano lunghe:
fisioterapia, ipertermia, TECAR, infiltrazioni
con cortisone. Il tutto seguito da riposo e da
esercizi fisici. Naturalmente queste metodiche
non vanno eliminate. La nuova tecnica va attuata soprattutto quando non hanno funzionato le precedenti terapie.
“L'impiego dei fattori di crescita piastrinici si è rapidamente esteso a molte branche
della medicina. Vorrei citare - aggiunge Adriani- l'ortopedia, la chirurgia plastica, la chirurgia otorinolaringoiatrica, la chirurgia generale,
la neurochirurgia, l'urologia, la chirurgia vascolare. Mi soffermo in particolare, ovviamente, sull'ortopedia. Le indicazioni più impor-
“V
22
dell'artrosi del ginocchio; periartrite scapoloomerale . "Come si vede- prosegue Adrianisono patologie molto diffuse non solo fra gli
anziani e gli sportivi come si può ritenere. La
procedura è in più fasi: dopo l'importante colloquio preliminare con il paziente, si procede
ad un normale prelievo venoso seguito dall'estrazione del plasma ricco di piastrine che precede la centrifugazione. Si pratica l'iniezione in
anestesia locale. Naturalmente con l'aiuto prezioso dell'ecografia per raggiungere proprio
l'area interessata, in pratica è un' iniezione ecoguidata. Il tutto in ambulatorio. Solitamente
basta un'applicazione. Senza problemi. Il paziente può tornare a casa con l'avvertenza di
posizionare ad intervalli del ghiaccio sulla parte trattata. Fin qui la metodica, le indicazioni e
il trattamento. Bisogna però aggiungere che
questa importante tecnica va attuata in strutture adeguate e con il supporto dell’ ematologo.
Questa metodica offre indubbi vantaggi
nel'accelerare i processi di guarigione dei tessuti ma le infinite possibilità di cura devono
ancora essere studiate ed accertate dalla scienza medica che dovrà validarne l'utilizzo.
tanti in campo ortopedico riguardano le alterazioni da guarigioni ossee, i ritardi di consolidamento, la pseudoartrosi, la chirurgia della
spalla (decompressione sub-acromiale e riparazione della cuffia dei rotatori) e la
chirurgia del ginocchio, e precisamente la
ricostruzione del legamento crociato anteriore, purtroppo molto frequente negli sportivi, e
la riparazione di lesioni cartilaginee. Altre
indicazioni sono la perdita di sostanze cutanee
in traumatologia, i ritardi di guarigione delle
ferite senza infezione e infine nelle tendiniti
croniche". Adriani si sofferma in modo particolare sulle patologie tendinee che possono essere diverse: epicondilite, nota come "gomito
del tennista"; epitrocleite; fascite plantare; tendinopatie croniche a carico del tendine di
Achille; tendinite ischio-crurale; pubalgia; trocanterite o periartrite dell'anca; primo stadio
Come e perché
il ‘laboratorio
piastrine’
agisce nella
ricostruzione
tissutale
individuazione della presenza di
particolari molecole ad attività induttiva e chemio tattica all'interno
dei granuli piastrinici, dette fattori di crescita piastrinici, ha aperto da alcuni anni
nuove prospettive ed applicazioni in campo
medico e chirurgico per questi particolari
elementi del sangue. In particolare nella rigenerazione dei tessuti. L'utilizzo è ampio,
per dare qualche esempio va dalla Chirurgia ortopedica, alla Medicina sportiva alla
Neurochirurgia. Risale alla fine degli anni '
70 il riconoscimento alle piastrine ed ai
macrofagi del ruolo di primo piano nell'attivazione di un processo riparativo. E que-
L’
di Luca Termine
23
s
Sport clinique
ortopedia
dopo miscelazione con attivatori quali la
Trombina autologa o il Cloruro di Calcio,
vengono utilizzate in :
Chirurgia Ortopedica maggiore o
non: come emostatico/collante e stimolante dell'osteogenesi nelle artroprotesi d'anca, ginocchio, spalla, nelle cisti aneurismatiche, stabilizzazioni vertebrali,condromalacia.Chirurgia Vascolare: endoprotesi aortiche, iliache, aneurismi aortici. Chirurgia
Maxillo Facciale. Dermatologia: ulcere trofiche, postraumatiche, diabetiche. Chirurgia plastica e ricostruttiva. Oculistica: lesioni corneali, cheratiti erpetiche ecc. Medicina sportiva: lesioni muscolari e tendinee
postraumatiche. Neurochirurgia: radicoliti
e radicolopatie del rachide. Chirurgia addominale: resezioni epatiche, splenectomie.
Nell'arco di pochi anni l'impiego delle piastrine si è moltiplicato e non solo per
uso prettamente trasfusionale, anche in
considerazione del bassissimo costo di
produzione a paragone degli elevatissimi
costi dei tessuti artificiali ingegnerizzati. I
vantaggi sono innumerevoli, considerando
l'assoluta sicurezza degli emocomponenti
autologhi dal punto di vista immunologico
ed infettivo, l'assenza di effetti collaterali
per qualsivoglia modalità di somministrazione (intraoperatoria, infiltrativa, spray,
epilesionale ecc.) ed in ultimo per la facilità
di prelievo e preparazione. Sussistono, di
contro, controindicazioni al loro utilizzo
particolarmente per quei pazienti con
anamnesi clinica di piastrinopenia immunologica e non o malattie ematologiche a
carico della funzionalità piastrinica, nonché assunzione di farmaci antiaggreganti
per patologie correlate.
sto per la capacità di aggregazione ed adesività delle piastrine nei confronti di tessuti in flogosi attiva o in presenza di lesioni.
Negli anni le ricerche si sono intensificate
con l'identificazione di oltre 30 fattori di
crescita piastrinici.
In pratica, le piastrine sono paragonabili a laboratori-serbatoi cellulari che
elaborano, immagazzinano e quindi rilasciano numerosi fattori di crescita capaci di
stimolare la riproduzione di cellule staminali, mesenchimali, fibroblasti, osteoblasti,
cellule endoteliali ed epiteliali in genere,
nonché la neoangiogenesi . Quali siano i
meccanismi più reconditi mediante i quali
le piastrine esplicano i loro effetti non è del
tutto noto. Questi effetti, di sicuro, sono legati al lento e costante rilascio locale dei
fattori di crescita, contenuti in abbondanza
nei granuli alfa delle piastrine, e all'azione
di tutta una serie di mediatori chimici. Tutte queste sostanze, normalmente presenti
nell'organismo, vengono prodotte presso le
Unità Operative di Immunoematologia e
Medicina Trasfusionale a partire da donazioni autologhe (dello stesso paziente),
qualora previste dal programma preoperatorio, o da normali prelievi in provetta con
Sodio Citrato (7 - 10 ml), garantendo le
condizioni di sterilità proprie degli emocomponenti trasfusionali. Possono essere
successivamente conservate in congelatori
appositi : questo consente lo stoccaggio di
aliquote di un solo prelievo per terapie prolungate nel tempo, senza dover nuovamente riprelevare il paziente.
Appare pertanto evidente che data
l'ampia varietà di bersagli cellulari dei fattori piastrinici, i campi di applicazione sono in continua espansione. Attualmente le
piastrine autologhe, risospese in piccole
quantità di plasma (PRP, Plasma ricco in
piastrine) e con diverse modalità di somministrazione sia in forma semplice che
* U.O.C. Immunoematologia e Medicina
Trasfusionale - Ospedale San Pietro,
Fatebenefratelli di Roma e Consulente Paideia
24