1 Prof. Luigi Cai Anno scolastico 2015/2016 CLASSE DI GRANDEZZE OMOGENEE E’ un insieme di grandezze geometriche per le quali è possibile stabilire: a) un criterio di confronto; b) un’operazione di somma. Valgono inoltre i seguenti postulati: - Postulato di Archimede: date due grandezze diverse, esiste un multiplo della più piccola che supera la maggiore. - Postulato di divisibilità: è sempre possibile dividere una grandezza in n parti congruenti. MISURA DELLE GRANDEZZE La misura di una grandezza è quel numero (razionale o irrazionale) che esprime quante volte l’unità di misura U è contenuta nella grandezza da misurare; questo numero insieme all'unità di misura U permetterà di ricostruire la grandezza iniziale. Se la misura è un numero razionale si dice che le due grandezze sono commensurabili, cioè che ammettono uno stesso sottomultiplo comune oppure che il rapporto tra le due grandezze è un numero razionale; pertanto si possono avere le situazioni: 1) A è un multiplo di U secondo un numero intero U A A=3U quindi la misura di A rispetto ad U è un numero n intero positivo e si scrive: A = n U , cioè U è contenuto n volte in A 2) A un multiplo di U secondo un numero razionale positivo (cioè una frazione o un numero periodico) U B B = 7 U/2 ===> B = 7/2 U quindi la misura di A rispetto ad U è un numero razionale positivo m/n e si scrive: A = m/n U cioè U è contenuto m/n volte in A. Se la misura è un numero irrazionale si dice che le due grandezze sono incommensurabili, cioè che non ammettono uno stesso sottomultiplo comune oppure che il rapporto tra le due grandezze non è un numero razionale. Un esempio di coppia di grandezze incommensurabili è rappresentato dalla diagonale e dal lato di un quadrato, come evidenzia il seguente teorema: Teorema La diagonale e il lato di un quadrato sono grandezze incommensurabili. Dimostrazione Supponiamo per assurdo che la diagonale AC e il lato AB del quadrato in figura abbiano uno stesso sottomultiplo comune U, cioè che esistano due numeri naturali n e m primi fra loro tali che AB= n U e AC = m U . Applicando il teorema di Pitagora al triangolo ABC si ha: 1 2 A B D C AB² + BC² = AC² (nU)²+ (nU)²= (mU)² 2 n² = m² tale relazione è assurda, perché se m è pari, m² risulterebbe divisibile per 4, mentre 2n² risulterebbe divisibile per 2 ( infatti n è dispari, poiché n e m sono primi fra loro, quindi 2n² è divisibile per 2). c.v.d. La definizione di misura comporta anche la possibilità di ricostruire la grandezza conoscendo la sua misura e l'unità di misura. Infatti si possono presentare tre casi (per semplicità si considerano i segmenti): a) misura = 3 l’unità di misura U allora il segmento si ottiene prendendo tre volte l'unità di misura b) misura = 2/3 l’unità di misura U allora per costruire il segmento si divide l'unità di misura in tre parti e se ne prendono due c) misura = 2 l’unità di misura U il problema è più complesso, perché 2 è definito dalla sezione (A1,A2), dove A1 contiene le approssimazioni per difetto e A2 quelle per eccesso: A1: 1 1.4 1.41 1.414 . . . . . 2 A2: 2 1.5 1.42 1.413 . . . . . Basta riportare su una semiretta di origine O i punti A, B, C, .. in modo tale che i segmenti OA, OB, OC , .. rappresentino le misure per difetto della classe A1, e i punti A', B', C', .. in modo che i segmenti OA', OB', OC',.. rappresentino le misure per eccesso della classe A2. O A B C P A' B' C' In base al postulato di continuità esisterà un segmento OP che fa da elemento di separazione delle due classi e la cui misura è 2 . Postulato di continuità Due classi di grandezze omogenee separate ( ogni grandezza della prima classe è minore di ogni grandezza della seconda classe) e contigue ( la differenza tra una grandezza della seconda classe e una grandezza della prima diventa sempre più piccola) ammettono un’unica grandezza di separazione delle due classi. 2