© Lonely Planet Publications Capire l’Ucraina UCRAINA OGGI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236 Nonostante siano passati diversi anni dalla Rivoluzione Arancione, il futuro dell’Ucraina è tuttora incerto. STORIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238 Da secoli i venti del cambiamento, provenienti da est e da ovest, soffiano sull’Ucraina. CULTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 251 La politica, la religione e la storia hanno sempre diviso gli ucraini, che però hanno una cosa in comune: la capacità di sopravvivenza. CIBO E BEVANDE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 259 Non solo borshch – vi portiamo nel cuore della cucina ucraina. I PRODOTTI DELLA TERRA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264 Alcuni presidi e comunità del cibo in Ucraina. ARTE E ARCHITETTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 268 Dall’arte tradizionale alle avanguardie contemporanee, la verità sull’intrigante scena artistica ucraina. MUSICA E LETTERATURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 272 Scoprite band gypsy punk e poeti rivoluzionari grazie alla nostra selezione del meglio della musica e dalla letteratura ucraina. 236 UCRAINA ITALIA Ucraina oggi La Rivoluzione Arancione riposa in pace La Rivoluzione Arancione del 2004 sembra un ricordo ormai sbiadito nell’Ucraina di oggi. L’uomo che presumibilmente si macchiò di brogli elettorali, il candidato filorusso Viktor Yanukovych, è stato alla fine eletto presidente nel 2010. Dopo il fallimento delle politiche postrivoluzionarie, il ricordo dei giorni e delle notti arancioni sulla Piazza dell’Indipendenza di Kyiv si affievolisce nella memoria popolare. Gli ucraini stanno entrando in un nuovo e incerto capitolo della loro storia, mentre le redini del potere passano di mano ancora una volta. Una nazione divisa Anche il più ottimista degli ucraini ammetterebbe che la sua è una nazione divisa. La Rivoluzione Arancione fu guidata da politici che parlavano ucraino con il sostegno della popolazione della zona occidentale del paese, mentre il presidente Yanukovych rappresenta gli interessi della zona orientale e meridionale, dove si parla russo. A est del Dnipro la chiesa ortodossa domina incontrastata, mentre a ovest gli ucraini osservano svariate fedi. L’est si abbandona alla nostalgia dell’Unione Sovietica, mentre i nazionalisti dell’ovest dedicano le loro strade a Stepan Bandera (discusso leader dell’Organizzazione Nazionale Ucraina durante la seconda guerra mondiale) e ambiscono a entrare nell’Unione Europea. Odessa e Zaporizhzhya erigono monumenti a Stalin mentre gli ucraini occidentali citano Mosca nei tribunali internazionali per ottenere un risarcimento per i propri parenti esiliati in Kazakistan e Siberia. ‘Come fanno queste persone a convivere?’ verrebbe da chiedersi – ma il punto è che lo fanno. Dall’esterno si notano poche differenze – la gente mangia lo stesso cibo, ha lo stesso aspetto, si veste con gli stessi abiti economici, guida le stesse vecchie macchine sulle stesse pessime strade e la Non si fa »» Tenere le scarpe ai piedi quando si entra in casa di qualcuno, anche se dovessero dirvi di non toglierle. »» Regalare fiori in numero pari: di solito lo si fa per i funerali. »» Gettarsi sul cibo prima che gli ospiti abbiano detto smachnoho (buon appetito). »» Non portare un dono quando si è invitati a casa di qualcuno. »» Bere vodka senza prima aver fatto il brindisi. »» Stringersi la mano sulla soglia di casa – porta sfortuna. »» Lasciare una bottiglia vuota sul tavolo durante il pasto – porta sfortuna. Film da vedere Le ombre degli avi dimenticati di Sergej Paradjanov (1964) Usi e costumi hutsul. Za Dvumya Zaitsami di Victor Ivanov (1961) Film ambientato nella Kyiv d’inizio secolo. Orange Revolution (2007) Documentario di Steven York sugli eventi del 2004. religione 237 (% della popolazione) 50 8 Chiesa greco-cattolica Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Kyiv) 7 Chiesa ortodossa autocefala ucraina 26 Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca) 9 Altro vodka unisce l’est e l’ovest del paese. Ma una storia turbolenta continua ancora ad agitare le acque, e la vittoria di Yanukovych alle elezioni del 2010 è solo l’ultima onda in ordine cronologico a infrangersi sulle già martoriate coste ucraine. »»Popolazione: L’Ucraina colpita duramente L’Ucraina ha patito più di altri paesi per la recessione economica mondiale del 2008, e i suoi cittadini ne stanno ancora pagando le conseguenze. La hryvnya è crollata e deve ancora riprendersi. I fantasmi dei terribili anni ’90 sono riapparsi, e la gente ha cercato di cautelarsi convertendo i risparmi in dollari ed euro o nascondendoli sotto il materasso per sottrarli alle grinfie delle banche. Sebbene le cose siano da poco migliorate, per un paio d’anni i cantieri edili della capitale sono rimasti fermi perché mancavano i finanziamenti; i nuovi ponti erano interrotti a metà, le gru si stagliavano immobili contro l’orizzonte e i futuri grattacieli non avevano che pochi piani. A un certo punto, persino il più grande evento sportivo della storia del paese sembrava in dubbio. Euro 2012 45,7 milioni »»Tasso ufficiale di disoccupazione: 8,8% »»Popolazione sotto la soglia di povertà: 35% »»Utilizzatori di internet: 10,3 milioni (2008) »»Inno nazio- nale: ‘L’Ucraina non è ancora morta’ Ciò che unisce gli ucraini è il fatto che il paese dovrà essere pronto per il 2012 a ospitare, insieme alla Polonia, la fase finale del campionato europeo di calcio. Per più di tre settimane, nel giugno del 2012, gli occhi del mondo saranno puntati sull’Ucraina, e sebbene nel paese si respiri ancora un certo scetticismo, il comitato organizzatore assicura che tutto si svolgerà nel migliore dei modi. È certo che una felice riuscita di Euro 2012 alimenterà la volontà dell’Ucraina di candidarsi a ospitare l’edizione del 2022 delle Olimpiadi Invernali, un’altra potenziale opportunità per gli ucraini di unirsi, almeno per un momento, sotto la stessa bandiera. Libri da leggere Siti internet Veglie alla fattoria presso Dikanka Racconti di Gogol ambientati nella natia Poltava. Breve storia dei trattori in lingua ucraina di Marina Lewycka (Mondadori, Milano 2006) Picnic sul ghiaccio di Andrey Kurkov (Garzanti, Milano 2003) Racconto kafkiano. www.tatar.net Notizie dettagliate sui tatari, sulla loro storia, cultura e tematiche attuali. www.risu.org.ua Informazioni esaustive su tutte le religioni e i culti presenti in Ucraina. www.artukraine.com Tutto ciò che desiderate sapere sull’arte ucraina. www.cossacks.kiev.ua Cosacchi ucraini in azione. http://associazionecucimon do.org Nella sezione ‘Sapori e ricette’ troverete alcune ricette della cucina ucraina. www.umka.com.ua Negozio di musica ucraina online con possibilità di acquisto. 238 Storia La Democrazia Arancione, storia politica dell’Ucraina dall’indipendenza alle elezioni 2010 di Matteo Cazzulani (Libribianchi, Milano 2010) traccia un bilancio della Rivoluzione Arancione a cinque anni di distanza: un testo storico, ma anche militante che assegna un valore positivo alla democrazia liberale. Anche se i russi tendono a liquidare sbrigativamente gli ucraini con il nome dispregiativo di ‘piccoli russi’, l’Ucraina è stata la culla del primo stato slavo comparso nella regione. È dunque l’Ucraina ad aver dato i natali alla Russia e non viceversa. Altro particolare curioso è il fatto che questa prima entità statale, chiamata Rus’ di Kyiv, venne fondata nel IX secolo non da russi e neppure da ucraini, bensì da vichinghi – a testimonianza di quanti destini si siano intrecciati nella complessa storia di questa parte d’Europa. Invasa dai mongoli da est, sottomessa dalla Polonia e dalla Lituania da ovest e dalla Russia da nord, l’Ucraina vide definirsi la propria cultura nazionale soprattutto nelle brulle steppe centrali abitate dai cosacchi. Il tema del nazionalismo fu rilanciato nel XIX secolo da quella parte della popolazione che nell’ovest si ritrovò a vivere sotto il dominio dell’impero austro-ungarico, ma si è dovuto attendere il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 perché l’antico sogno di uno stato indipendente potesse finalmente realizzarsi. Dai cimmeri ai kazari Prima della nascita della Rus’ di Kyiv, il territorio oggi corrispondente allo stato ucraino fu occupato da una serie di tribù. I primi ad arrivare furono i cimmeri, nel XII secolo a.C. A essi seguirono gli sciti, fieri guerrieri giunti dall’Asia centrale che si insediarono nella steppa nel VII secolo a.C., più o meno nello stesso periodo in cui alcune popolazioni greche dell’Asia Minore occidentale si stabilirono nella zona del Mar Nero fondandovi diverse città-stato. La convivenza fra questi due gruppi fu estremamente civile, caratterizzata da rapporti quasi simbiotici. Si ritiene, per esempio, che le famose reliquie d’oro rinvenute nelle tombe scite fossero state commissionate a orafi greci; una bella collezione di monili sciti è oggi esposta nel Kyevo-Pecherska Lavra (Monastero delle Grotte) di Kyiv. CRONOLOGIA 482 879 989 Le origini di Kyiv non sono storicamente chiare. La leggenda attribuisce la sua fondazione ai fratelli slavi Ky, Shchek e Khoriv e alla sorella di questi Lybid. Il re nordico Oleh arriva a Kyiv. Colpito dalla sua posizione strategica sul Dnipro, tra la Scandinavia e Costantinopoli, ne strappa il controllo ai propri emissari, Askold e Dir, uccidendoli. Fondata la Rus’ di Kyiv, Vladimir il Grande adotta come religione il cristianesimo ortodosso. Un battesimo di massa sul fiume Dnipro sigilla questo primo passo verso l’Europa. L’Ucraina continuò a essere terra di conquista anche in seguito, con l’arrivo di nuove ondate di tribù nomadi (sarmati da est, ostrogoti dalla Polonia settentrionale e unni dalla Mongolia). A rimanere al riparo dalle invasioni furono gli slavi, originariamente stanziati in quelle zone di confine che oggi si frappongono tra la Polonia, la Bielorussia e l’Ucraina nord-occidentale. I primi che riuscirono a soggiogarli furono probabilmente i kazari, una popolazione turco-iraniana del Caucaso che giunse nella regione nell’VIII secolo d.C. Per una cronologia facile da consultare degli eventi storici che hanno caratterizzato l’Ucraina dal IX al XX secolo, andate sul sito www.brama.com/ ukraine/history. CRONOLOGIA A nord gli scandinavi – chiamati variaghi o rus dagli slavi – avevano iniziato a esplorare il territorio a est del Mar Baltico già nel VI secolo d.C., fondandovi piccoli stati e creando nella regione una rete di scambi commerciali. Centro del loro potere era Novgorod (vicino all’odierna San Pietroburgo). Fu da qui che nell’879 il re Oleh condusse una spedizione diretta a sud, nel corso della quale si autoproclamò sovrano di Kyiv. La città, che sorgeva sulle rive del Dnipro, godeva di una invidiabile posizione strategica tra Novgorod e Costantinopoli e sotto l’impulso di Oleh divenne capitale di un immenso stato rus unificato. Nel periodo di massima espansione, durante il regno di Vladimir il Grande (978-1015), questo vasto impero arrivò a estendersi dal Volga al Danubio e fino al Baltico, e conobbe una grande prosperità grazie ai traffici commerciali lungo il Dnipro. Ma per quanto i nordici imposero il loro dominio politico ed economico, la cultura di questa grande regione rimase sostanzialmente slava. Oltre a consolidare il territorio rus, Vladimir fece adottare il cristianesimo ortodosso quale religione di stato. Accettando il battesimo nel 989 e sposando la figlia dell’imperatore bizantino (a Khersones, fuori Sebastopoli), aprì le porte del suo regno alle influenze artistiche bizantine e fece della Rus’ di Kyiv uno stato di stampo più europeo che asiatico islamico. La Cattedrale di Santa Sofia a Kyiv testimonia tuttora la grandezza di quell’antico impero e l’importanza che il cristianesimo ortodosso rivestì sia nella vita politica sia in quella sociale. Dopo la morte dell’ultimo grande sovrano della Rus’ di Kyiv, Yaroslav il Saggio, nel 1054, l’impero iniziò a disgregarsi in una serie di principati autonomi e cessò sostanzialmente di esistere nel 1240, con il saccheggio di Kyiv da parte dei mongoli. Secondo gli storici russi e occidentali, che fanno risalire le origini degli odierni stati di Russia, Ucraina e Bielorussia alla Rus’ di Kyiv, tale avvenimento determinò uno spostamento dei centri di potere a nord e a ovest, e proprio dai principati settentrionali di Novgorod e Vladimir-Suzdal naque più tardi la Russia. Alcuni storici ucraini, tuttavia, preferiscono considerare la Russia una civiltà distinta, che si espanse da Novgorod e vi ritornò dopo il 1240. 1199 1240 1349 1475 Il principe Roman Mstyslavych unisce le popolate regioni della Galizia e della Volynia in un Granducato. Nonostante le rivolte dei proprietari terrieri, nasce una prospera società agricola. I mongoli razziano la capitale della Rus’ di Kyiv. Le già frammentate regioni orientali dell’impero vengono annesse all’Orda d’Oro mongola, spingendo numerosi abitanti alla fuga sui Carpazi. Il territorio ucraino viene attaccato quando la Polonia invade la Galizia e la sua capitale Lviv. Quasi 40 anni dopo, la Polonia si unisce alla Lituania e inizia a espandersi ancora più a est. Il khanato di Crimea, succeduto all’Orda d’Oro mongola nel 1428, diventa uno stato satellite dell’impero ottomano fino al 1772. I tatari di Crimea compiono razzie di schiavi in territorio ucraino. Storia L a R us ’ di K yiv La Rus’ di Kyiv 239 Mongoli, tatari e turchi 240 SCHIAVITÙ Storia M ongoli , tatari e turc h i L’invasione mongola che nel 1240 pose fine all’esistenza della Rus’ di Kyiv fu guidata dal nipote di Gengis Khan, Batu Khan. A seguito di questo evento, vaste aree dello stato della Rus’ furono sottomesse all’impero mongolo e raggruppate nella cosiddetta Orda d’Oro, una regione che comprendeva gran parte dell’Ucraina orientale e meridionale e diversi territori della Russia europea e della Siberia, e aveva quale capitale la città di Sarai, sul basso corso del Volga. Nel corso del tempo, i condottieri mongoli furono via via sostituiti da capi tatari, i cui discendenti divisero la regione in khanati più piccoli non appena l’orda cominciò a disgregarsi nel XV secolo. Uno di questi – il khanato di Crimea – nel 1475 divenne uno stato satellite dell’impero turco-ottomano di Constantinopoli. I tatari di Crimea, com’erano chiamati gli abitanti del khanato, continuarono a compiere razzie di schiavi in territorio ucraino, russo e polacco fino al XVIII secolo, ma quando la Russia sottomise la Crimea nel 1783 la vendetta non si fece attendere. I tatari patirono enormemente sotto il dominio russo e ancora oggi molti di loro non hanno vita facile. Testimonianze della loro potente civiltà si possono vedere a Bakhchysaray, città che solo adesso sta rinascendo dalle ceneri. Galizia-Volynia Roxelana, la potente moglie dell’imperatore ottomano Solimano il Magnifico, era una schiava ucraina, nata vicino a Lviv nel XVI secolo, che fu venduta a Kaffa (l’odierna Feodosiya) e da lì portata in Turchia. La Galizia-Volynia (regione corrispondente all’odierna Ucraina occidentale, centrale e settentrionale, che in passato inglobava anche alcuni territori della Polonia nord-orientale e della Bielorussia meridionale) era stata uno dei più potenti territori della Rus’ di Kyiv sin dal 1199, quando era salito al potere il principe Roman Mstyslavych. Dal punto di vista geografico, questa enclave si differenziava dal resto dell’impero perché si trovava abbastanza a ovest da essere al riparo dalle invasioni dei popoli venuti dall’est come i mongoli. In compenso, la sua posizione la rendeva facile preda di stati cattolici come l’Ungheria e la Polonia – o, come accadde in seguito, della Lituania. Più densamente popolata di qualsiasi altra parte della Rus’ di Kyiv, era abitata da una ricca società agricola. Fino al 1340 la Galizia-Volynia (conosciuta anche come HalychVolhynia) conservò l’indipendenza grazie a sovrani come Roman, suo figlio Danylo, suo nipote Lev e i discendenti di questo, i quali riuscirono a tenere lontani i mongoli e favorirono la crescita di Lviv e di altre città. A strappare il potere politico a questa dinastia locale furono, verso il 1340, i polacchi e i lituani, i quali si spartirono il regno e utilizzarono i territori così assoggettati come basi per espandersi verso altre aree dell’Ucraina poste più a est, Kyiv compresa. Tuttavia, sembra che questo breve periodo di libertà abbia lasciato in Galizia-Volynia una forte pulsione nazionalista, palpabile ancora oggi. 1569 1648 L’Unione di Lublino sancisce la nascita della Confederazione polacco-lituana, una potente monarchica elettiva comprendente anche parti del territorio bielorusso, estone, lettone, russo e ucraino. Stanchi del dominio straniero i cosacchi dell’Ucraina centrale, capeggiati da Bohdan Khmelnytsky, si ribellano contro i polacchi. CHRISTINA DAMEYER 1554 Una sessantina di anni dopo la comparsa dei cosacchi, la banda più temeraria e famosa di questi predoni della steppa – la Zaporizhzhya Sich – si insedia su un’isola sotto le rapide del Dnipro. »»Bohdan Khmelnytsky I cosacchi 241 Storia I cosacc h i Celebrati – forse con eccessivo entusiasmo – da scrittori nazionalisti quali Taras Shevchenko e Ivan Franko, i cosacchi contribuirono in maniera decisiva alla definizione dell’identità nazionale ucraina. Spuntarono dalla steppa nella parte centro-meridionale del paese, una sorta di terra di nessuno che verso la metà del XV secolo separava gli insediamenti polacco-lituani a nord-ovest da quelli tatari della Crimea. Seppur scarsamente popolata, la steppa offriva abbondanti risorse naturali e gli affamati abitanti degli insediamenti polacco-lituani iniziarono a compiervi incursioni sempre più lunghe per andare a caccia o a fare razzie di cibo. La zona attrasse anche servi della gleba in fuga, criminali, banditi e profughi di religione ortodossa. Insieme a bande semindipendenti di tatari, queste congreghe di forti bevitori diedero IL PARADISO PERDUTO Se non volete offendere gli ucraini, non dite a voce troppo alta che uno dei loro più grandi eroi è stato colui che in definitiva li ha portati alla disfatta. Un fatto che, purtroppo, è incontrovertibile almeno in parte. L’eroe in questione è l’etmano cosacco Bohdan Khmelnytsky, messosi a capo di una ribellione contro i polacchi nel 1648. Con l’aiuto della cavalleria tatara, i cosacchi annientarono l’esercito polacco nella battaglia di Pyliavtsi (vicino all’odierna Khmelnytsky). Di fronte al dilagare delle sue forze oltre Lviv, Khmelnytsky pensò di invadere la Polonia, ma infine preferì accettare un armistizio e ritornò a Kyiv da trionfatore. L’anno seguente, nel corso di un’altra battaglia contro il re polacco Casimiro, svoltasi nei pressi di Zboriv, Khmelnytsky fu tradito dai tatari suoi alleati e costretto a firmare un altro armistizio. Un terzo armistizio imposto nel 1651 lo convinse che per sconfiggere definitivamente i polacchi era necessario conquistarsi l’appoggio di una potenza straniera. Fu così che nel 1654 siglò un’alleanza militare con la Russia, ignaro che anche questa l’avrebbe presto tradito. Anziché appoggiare i cosacchi, nel 1660 la Russia entrò infatti in guerra con la Polonia per annettere l’Ucraina. Nel 1667 e nel 1668 le due potenze firmarono dei trattati di spartizione che assegnarono il controllo di Kyiv e dell’Ucraina settentrionale a est del Dnipro alla Russia e i territori a ovest del fiume alla Polonia. In seguito, l’etmano Ivan Mazepa, nel tentativo di unificare i territori ucraini divisi tra polacchi e russi, si alleò con la Svezia contro la Russia di Pietro il Grande, ma venne sconfitto a Poltava (1709). Dopo le vittorie contro gli ottomani, nel 1775 Caterina II la Grande distrusse il Sich cosacco di Zaporizhzhya. Ciò nonostante, Bohdan Khmelnytsky continua a essere venerato nel paese per la clamorosa vittoria riportata contro i polacchi. È inoltre ricordato per il fatale tradimento di cui fu vittima, mentre le sue fatali esitazioni sono cadute nel dimenticatoio. 1654 1660 1709 1772 I cosacchi si alleano con la Russia contro la Polonia. Fondano quindi il loro primo stato chiamato etmanato – il cui iniziale successo è di breve durata. Anziché appoggiare i cosacchi, la Russia dichiara guerra alla Polonia spinta dal desiderio di annettere l’Ucraina. I cosacchi tentano di liberarsi dal giogo coloniale schierandosi con la Svezia nella guerra del Nord contro la Russia. Ma sconfitti nella battaglia di Poltava, vengono giustiziati dalle forze zariste vittoriose. Gli imperi di Russia, Prussia e Austria si dividono la Confederazione polacco-lituana. 242 Storia I l controllo russo Mar Nero. Storie e miti del Mediterraneo d’Oriente di Neal Ascherson (Einaudi, Torino 1999) è un affascinante affresco delle civiltà – e dei barbari – che si contesero la supremazia nel Mar Nero, dagli sciti della preistoria ai fondatori della Odessa multiculturale del XIX secolo. vita a comunità autonome di stampo militaristico che divennero note con il nome di kozaky (cosacchi), da un termine turco che significa ‘fuorilegge, avventuriero o persona libera’. Alla loro guida veniva posto un capo eletto democraticamente, chiamato etmano. Il gruppo più famoso di cosacchi fu quello che si stanziò immediatamente a valle delle rapide (za porozhy) del basso Dnipro sull’Isola Zaporizhska, dove costruì un sich (forte; v. p231). Pur essendo stati assimilati dai territori polacco-lituani nel 1569, e aver occasionalmente combattuto come mercenari nell’esercito confederato, i cosacchi continuarono a godere di ampia autonomia. Condussero con successo diverse campagne contro i turchi e i tatari, assediando due volte Istanbul (nel 1615 e nel 1620) e saccheggiando le città sul Mar Nero di Varna (nell’odierna Bulgaria) e Kaffa (l’attuale Feodosiya, nella penisola della Crimea). Inoltre, a differenza dei milioni di contadini della confederazione polacco-lituana che si convertirono alla Chiesa uniate, rimasero fedeli al cristianesimo ortodosso. Nel XVII secolo i cosacchi risposero al tentativo polacco di rinsaldare il controllo sulla steppa con una serie di rivolte mirate a ottenere un’autonomia ancora maggiore. Nel 1654 diedero vita a un loro etmanato, ribadendo così il concetto dell’autodeterminazione ucraina. Ma nonostante i successi iniziali, con l’andare del tempo le rivolte militari cosacche favorirono soltanto un avvicendamento di potere, giacché il controllo supremo della regione passò dai polacchi ai russi. Il controllo russo Senza l’Ucraina e le sue abbondanti risorse naturali, la Russia non sarebbe mai diventata una delle nazioni più potenti del mondo. Dal momento che la regione offriva uno sbocco sul Mar Nero, nel XVIII secolo, dopo una serie di guerre contro i turchi, la Russia cominciò a espandersi nell’Ucraina meridionale. Fu Caterina II la Grande a condurre la campagna di colonizzazione e ‘russificazione’. Nel 1775, lo stesso anno in cui il suo esercito distrusse la comunità cosacca sorta sull’Isola Zaporizhska, la zarina annesse la regione alla provincia imperiale della ‘Nuova Russia’ e affidò al governatore Grygory Potëmkin l’incarico di favorire l’arrivo di coloni e di edificare nuove città. Potëmkin contribuì così alla fondazione delle odierne Dnipropetrovsk, Sevastopol (Sebastopoli) e Simferopol, ma morì prima che Odessa fosse completata. Nel 1772 le potenze di Prussia, Austria e Russia decisero di cancellare la Polonia dalla carta geografica suddividendosi i suoi territori. A seguito di queste spartizioni (1772-95), l’Ucraina occidentale finì in gran parte in mano russa, anche se l’area intorno a Lviv, nell’estremo ovest di questa vasta regione, andò all’impero austro-ungarico retto dalla dinastia asburgica. Quando nel 1876 le autorità zariste misero 1775 1783 1825 1854 Durante l’avanzata dell’esercito zarista verso sud, Potëmkin costruisce villaggi mentre l’imperatrice Caterina la Grande fa distruggere l’insediamento cosacco di Zaporizhzhya. Conquistata la penisola di Crimea, Caterina la Grande fa distruggere tutte le moschee. Molti tatari fuggono. Il Palazzo del Khan di Bakhchysaray sopravvive perché l’imperatrice lo trova ‘romantico’. Molti dei decabristi che tentarono il colpo di stato a San Pietroburgo provenivano dall’Ucraina. Maria Volkonskaya, moglie di uno dei congiurati, aveva anche stretti legami con il paese. Francia e Inghilterra decidono di frenare l’avanzata della Russia verso il Mar Nero e il Mediterraneo. Scoppia la guerra di Crimea, durante la quale Sevastopol affronta un assedio di 349 giorni.