© Lonely Planet Publications
Capire
l’Ucraina
UCRAINA OGGI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236
Nonostante siano passati diversi anni dalla Rivoluzione Arancione, il futuro dell’Ucraina è tuttora incerto.
STORIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238
Da secoli i venti del cambiamento, provenienti da est e da ovest,
soffiano sull’Ucraina.
CULTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 251
La politica, la religione e la storia hanno sempre diviso gli
ucraini, che però hanno una cosa in comune: la capacità di
sopravvivenza.
CIBO E BEVANDE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 259
Non solo borshch – vi portiamo nel cuore della cucina ucraina.
I PRODOTTI DELLA TERRA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264
Alcuni presidi e comunità del cibo in Ucraina.
ARTE E ARCHITETTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 268
Dall’arte tradizionale alle avanguardie contemporanee, la verità
sull’intrigante scena artistica ucraina.
MUSICA E LETTERATURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 272
Scoprite band gypsy punk e poeti rivoluzionari grazie alla nostra
selezione del meglio della musica e dalla letteratura ucraina.
236
UCRAINA
ITALIA
Ucraina oggi
La Rivoluzione Arancione riposa in pace
La Rivoluzione Arancione del 2004 sembra un ricordo ormai sbiadito
nell’Ucraina di oggi. L’uomo che presumibilmente si macchiò di brogli
elettorali, il candidato filorusso Viktor Yanukovych, è stato alla fine
eletto presidente nel 2010. Dopo il fallimento delle politiche postrivoluzionarie, il ricordo dei giorni e delle notti arancioni sulla Piazza
dell’Indipendenza di Kyiv si affievolisce nella memoria popolare. Gli
ucraini stanno entrando in un nuovo e incerto capitolo della loro storia,
mentre le redini del potere passano di mano ancora una volta.
Una nazione divisa
Anche il più ottimista degli ucraini ammetterebbe che la sua è una
nazione divisa. La Rivoluzione Arancione fu guidata da politici che parlavano ucraino con il sostegno della popolazione della zona occidentale
del paese, mentre il presidente Yanukovych rappresenta gli interessi
della zona orientale e meridionale, dove si parla russo. A est del Dnipro
la chiesa ortodossa domina incontrastata, mentre a ovest gli ucraini
osservano svariate fedi. L’est si abbandona alla nostalgia dell’Unione
Sovietica, mentre i nazionalisti dell’ovest dedicano le loro strade a Stepan
Bandera (discusso leader dell’Organizzazione Nazionale Ucraina durante
la seconda guerra mondiale) e ambiscono a entrare nell’Unione Europea.
Odessa e Zaporizhzhya erigono monumenti a Stalin mentre gli ucraini
occidentali citano Mosca nei tribunali internazionali per ottenere un
risarcimento per i propri parenti esiliati in Kazakistan e Siberia. ‘Come
fanno queste persone a convivere?’ verrebbe da chiedersi – ma il punto è
che lo fanno. Dall’esterno si notano poche differenze – la gente mangia
lo stesso cibo, ha lo stesso aspetto, si veste con gli stessi abiti economici, guida le stesse vecchie macchine sulle stesse pessime strade e la
Non si fa
»» Tenere le scarpe ai piedi
quando si entra in casa di
qualcuno, anche se dovessero
dirvi di non toglierle.
»» Regalare fiori in numero pari:
di solito lo si fa per i funerali.
»» Gettarsi sul cibo prima
che gli ospiti abbiano detto
smachnoho (buon appetito).
»» Non portare un dono quando
si è invitati a casa di qualcuno.
»» Bere vodka senza prima aver
fatto il brindisi.
»» Stringersi la mano sulla
soglia di casa – porta sfortuna.
»» Lasciare una bottiglia vuota
sul tavolo durante il pasto –
porta sfortuna.
Film da vedere
Le ombre degli avi dimenticati
di Sergej Paradjanov (1964) Usi
e costumi hutsul.
Za Dvumya Zaitsami di Victor
Ivanov (1961) Film ambientato
nella Kyiv d’inizio secolo.
Orange Revolution (2007)
Documentario di Steven York
sugli eventi del 2004.
religione
237
(% della popolazione)
50
8
Chiesa
greco-cattolica
Chiesa ortodossa ucraina
(Patriarcato di Kyiv)
7
Chiesa ortodossa
autocefala
ucraina
26
Chiesa ortodossa ucraina
(Patriarcato di Mosca)
9
Altro
vodka unisce l’est e l’ovest del paese. Ma una storia turbolenta continua
ancora ad agitare le acque, e la vittoria di Yanukovych alle elezioni del
2010 è solo l’ultima onda in ordine cronologico a infrangersi sulle già
martoriate coste ucraine.
»»Popolazione:
L’Ucraina colpita duramente
L’Ucraina ha patito più di altri paesi per la recessione economica
mondiale del 2008, e i suoi cittadini ne stanno ancora pagando le conseguenze. La hryvnya è crollata e deve ancora riprendersi. I fantasmi
dei terribili anni ’90 sono riapparsi, e la gente ha cercato di cautelarsi
convertendo i risparmi in dollari ed euro o nascondendoli sotto il materasso per sottrarli alle grinfie delle banche. Sebbene le cose siano da
poco migliorate, per un paio d’anni i cantieri edili della capitale sono
rimasti fermi perché mancavano i finanziamenti; i nuovi ponti erano
interrotti a metà, le gru si stagliavano immobili contro l’orizzonte e i
futuri grattacieli non avevano che pochi piani. A un certo punto, persino
il più grande evento sportivo della storia del paese sembrava in dubbio.
Euro 2012
45,7 milioni
»»Tasso ufficiale
di disoccupazione: 8,8%
»»Popolazione
sotto la soglia
di povertà: 35%
»»Utilizzatori di
internet: 10,3
milioni (2008)
»»Inno nazio-
nale: ‘L’Ucraina
non è ancora
morta’
Ciò che unisce gli ucraini è il fatto che il paese dovrà essere pronto per
il 2012 a ospitare, insieme alla Polonia, la fase finale del campionato
europeo di calcio. Per più di tre settimane, nel giugno del 2012, gli occhi
del mondo saranno puntati sull’Ucraina, e sebbene nel paese si respiri
ancora un certo scetticismo, il comitato organizzatore assicura che tutto
si svolgerà nel migliore dei modi. È certo che una felice riuscita di Euro
2012 alimenterà la volontà dell’Ucraina di candidarsi a ospitare l’edizione
del 2022 delle Olimpiadi Invernali, un’altra potenziale opportunità per
gli ucraini di unirsi, almeno per un momento, sotto la stessa bandiera.
Libri da leggere
Siti internet
Veglie alla fattoria presso
Dikanka Racconti di Gogol
ambientati nella natia Poltava.
Breve storia dei trattori in lingua ucraina di Marina Lewycka
(Mondadori, Milano 2006)
Picnic sul ghiaccio di Andrey
Kurkov (Garzanti, Milano 2003)
Racconto kafkiano.
www.tatar.net Notizie dettagliate sui tatari, sulla loro storia,
cultura e tematiche attuali.
www.risu.org.ua Informazioni
esaustive su tutte le religioni e i
culti presenti in Ucraina.
www.artukraine.com Tutto ciò
che desiderate sapere sull’arte
ucraina.
www.cossacks.kiev.ua Cosacchi ucraini in azione.
http://associazionecucimon
do.org Nella sezione ‘Sapori e
ricette’ troverete alcune ricette
della cucina ucraina.
www.umka.com.ua Negozio
di musica ucraina online con
possibilità di acquisto.
238
Storia
La Democrazia
Arancione,
storia politica
dell’Ucraina
dall’indipendenza
alle elezioni 2010
di Matteo Cazzulani (Libribianchi,
Milano 2010)
traccia un bilancio
della Rivoluzione
Arancione a
cinque anni di
distanza: un
testo storico, ma
anche militante
che assegna un
valore positivo
alla democrazia
liberale.
Anche se i russi tendono a liquidare sbrigativamente gli ucraini con il
nome dispregiativo di ‘piccoli russi’, l’Ucraina è stata la culla del primo
stato slavo comparso nella regione. È dunque l’Ucraina ad aver dato i
natali alla Russia e non viceversa. Altro particolare curioso è il fatto
che questa prima entità statale, chiamata Rus’ di Kyiv, venne fondata
nel IX secolo non da russi e neppure da ucraini, bensì da vichinghi – a
testimonianza di quanti destini si siano intrecciati nella complessa storia
di questa parte d’Europa.
Invasa dai mongoli da est, sottomessa dalla Polonia e dalla Lituania
da ovest e dalla Russia da nord, l’Ucraina vide definirsi la propria cultura
nazionale soprattutto nelle brulle steppe centrali abitate dai cosacchi. Il
tema del nazionalismo fu rilanciato nel XIX secolo da quella parte della
popolazione che nell’ovest si ritrovò a vivere sotto il dominio dell’impero
austro-ungarico, ma si è dovuto attendere il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 perché l’antico sogno di uno stato indipendente potesse
finalmente realizzarsi.
Dai cimmeri ai kazari
Prima della nascita della Rus’ di Kyiv, il territorio oggi corrispondente
allo stato ucraino fu occupato da una serie di tribù. I primi ad arrivare
furono i cimmeri, nel XII secolo a.C. A essi seguirono gli sciti, fieri
guerrieri giunti dall’Asia centrale che si insediarono nella steppa nel VII
secolo a.C., più o meno nello stesso periodo in cui alcune popolazioni
greche dell’Asia Minore occidentale si stabilirono nella zona del Mar
Nero fondandovi diverse città-stato. La convivenza fra questi due gruppi
fu estremamente civile, caratterizzata da rapporti quasi simbiotici. Si
ritiene, per esempio, che le famose reliquie d’oro rinvenute nelle tombe
scite fossero state commissionate a orafi greci; una bella collezione di
monili sciti è oggi esposta nel Kyevo-Pecherska Lavra (Monastero delle
Grotte) di Kyiv.
CRONOLOGIA
482
879
989
Le origini di Kyiv non
sono storicamente
chiare. La leggenda
attribuisce la sua
fondazione ai fratelli
slavi Ky, Shchek e
Khoriv e alla sorella di
questi Lybid.
Il re nordico Oleh
arriva a Kyiv. Colpito
dalla sua posizione
strategica sul Dnipro,
tra la Scandinavia e
Costantinopoli, ne
strappa il controllo
ai propri emissari,
Askold e Dir,
uccidendoli.
Fondata la Rus’ di Kyiv,
Vladimir il Grande
adotta come religione
il cristianesimo
ortodosso. Un
battesimo di massa
sul fiume Dnipro sigilla
questo primo passo
verso l’Europa.
L’Ucraina continuò a essere terra di conquista anche in seguito, con
l’arrivo di nuove ondate di tribù nomadi (sarmati da est, ostrogoti dalla
Polonia settentrionale e unni dalla Mongolia). A rimanere al riparo
dalle invasioni furono gli slavi, originariamente stanziati in quelle
zone di confine che oggi si frappongono tra la Polonia, la Bielorussia e
l’Ucraina nord-occidentale. I primi che riuscirono a soggiogarli furono
probabilmente i kazari, una popolazione turco-iraniana del Caucaso
che giunse nella regione nell’VIII secolo d.C.
Per una cronologia facile da
consultare degli
eventi storici che
hanno caratterizzato l’Ucraina dal
IX al XX secolo,
andate sul sito
www.brama.com/
ukraine/history.
CRONOLOGIA
A nord gli scandinavi – chiamati variaghi o rus dagli slavi – avevano
iniziato a esplorare il territorio a est del Mar Baltico già nel VI secolo
d.C., fondandovi piccoli stati e creando nella regione una rete di scambi
commerciali. Centro del loro potere era Novgorod (vicino all’odierna San
Pietroburgo). Fu da qui che nell’879 il re Oleh condusse una spedizione
diretta a sud, nel corso della quale si autoproclamò sovrano di Kyiv.
La città, che sorgeva sulle rive del Dnipro, godeva di una invidiabile
posizione strategica tra Novgorod e Costantinopoli e sotto l’impulso di
Oleh divenne capitale di un immenso stato rus unificato. Nel periodo di
massima espansione, durante il regno di Vladimir il Grande (978-1015),
questo vasto impero arrivò a estendersi dal Volga al Danubio e fino al
Baltico, e conobbe una grande prosperità grazie ai traffici commerciali
lungo il Dnipro. Ma per quanto i nordici imposero il loro dominio
politico ed economico, la cultura di questa grande regione rimase
sostanzialmente slava.
Oltre a consolidare il territorio rus, Vladimir fece adottare il cristianesimo ortodosso quale religione di stato. Accettando il battesimo
nel 989 e sposando la figlia dell’imperatore bizantino (a Khersones,
fuori Sebastopoli), aprì le porte del suo regno alle influenze artistiche
bizantine e fece della Rus’ di Kyiv uno stato di stampo più europeo che
asiatico islamico. La Cattedrale di Santa Sofia a Kyiv testimonia tuttora
la grandezza di quell’antico impero e l’importanza che il cristianesimo
ortodosso rivestì sia nella vita politica sia in quella sociale.
Dopo la morte dell’ultimo grande sovrano della Rus’ di Kyiv, Yaroslav
il Saggio, nel 1054, l’impero iniziò a disgregarsi in una serie di principati
autonomi e cessò sostanzialmente di esistere nel 1240, con il saccheggio
di Kyiv da parte dei mongoli. Secondo gli storici russi e occidentali, che
fanno risalire le origini degli odierni stati di Russia, Ucraina e Bielorussia alla Rus’ di Kyiv, tale avvenimento determinò uno spostamento dei
centri di potere a nord e a ovest, e proprio dai principati settentrionali
di Novgorod e Vladimir-Suzdal naque più tardi la Russia. Alcuni storici
ucraini, tuttavia, preferiscono considerare la Russia una civiltà distinta,
che si espanse da Novgorod e vi ritornò dopo il 1240.
1199
1240
1349
1475
Il principe Roman
Mstyslavych unisce le
popolate regioni della
Galizia e della Volynia
in un Granducato.
Nonostante le rivolte
dei proprietari terrieri,
nasce una prospera
società agricola.
I mongoli razziano
la capitale della
Rus’ di Kyiv. Le già
frammentate regioni
orientali dell’impero
vengono annesse
all’Orda d’Oro
mongola, spingendo
numerosi abitanti alla
fuga sui Carpazi.
Il territorio ucraino
viene attaccato
quando la Polonia
invade la Galizia e
la sua capitale Lviv.
Quasi 40 anni dopo,
la Polonia si unisce
alla Lituania e inizia a
espandersi ancora
più a est.
Il khanato di Crimea,
succeduto all’Orda
d’Oro mongola
nel 1428, diventa
uno stato satellite
dell’impero ottomano
fino al 1772. I tatari
di Crimea compiono
razzie di schiavi in
territorio ucraino.
Storia L a R us ’ di K yiv
La Rus’ di Kyiv
239
Mongoli, tatari e turchi
240
SCHIAVITÙ
Storia M ongoli , tatari e turc h i
L’invasione mongola che nel 1240 pose fine all’esistenza della Rus’ di Kyiv
fu guidata dal nipote di Gengis Khan, Batu Khan. A seguito di questo
evento, vaste aree dello stato della Rus’ furono sottomesse all’impero
mongolo e raggruppate nella cosiddetta Orda d’Oro, una regione che
comprendeva gran parte dell’Ucraina orientale e meridionale e diversi
territori della Russia europea e della Siberia, e aveva quale capitale la
città di Sarai, sul basso corso del Volga.
Nel corso del tempo, i condottieri mongoli furono via via sostituiti da
capi tatari, i cui discendenti divisero la regione in khanati più piccoli
non appena l’orda cominciò a disgregarsi nel XV secolo.
Uno di questi – il khanato di Crimea – nel 1475 divenne uno stato satellite dell’impero turco-ottomano di Constantinopoli. I tatari di Crimea,
com’erano chiamati gli abitanti del khanato, continuarono a compiere
razzie di schiavi in territorio ucraino, russo e polacco fino al XVIII
secolo, ma quando la Russia sottomise la Crimea nel 1783 la vendetta
non si fece attendere. I tatari patirono enormemente sotto il dominio
russo e ancora oggi molti di loro non hanno vita facile. Testimonianze
della loro potente civiltà si possono vedere a Bakhchysaray, città che
solo adesso sta rinascendo dalle ceneri.
Galizia-Volynia
Roxelana, la
potente moglie
dell’imperatore
ottomano
Solimano il
Magnifico, era una
schiava ucraina,
nata vicino a Lviv
nel XVI secolo,
che fu venduta a
Kaffa (l’odierna
Feodosiya) e da lì
portata in Turchia.
La Galizia-Volynia (regione corrispondente all’odierna Ucraina occidentale, centrale e settentrionale, che in passato inglobava anche alcuni
territori della Polonia nord-orientale e della Bielorussia meridionale) era
stata uno dei più potenti territori della Rus’ di Kyiv sin dal 1199, quando
era salito al potere il principe Roman Mstyslavych. Dal punto di vista
geografico, questa enclave si differenziava dal resto dell’impero perché si
trovava abbastanza a ovest da essere al riparo dalle invasioni dei popoli
venuti dall’est come i mongoli. In compenso, la sua posizione la rendeva
facile preda di stati cattolici come l’Ungheria e la Polonia – o, come accadde in seguito, della Lituania. Più densamente popolata di qualsiasi
altra parte della Rus’ di Kyiv, era abitata da una ricca società agricola.
Fino al 1340 la Galizia-Volynia (conosciuta anche come HalychVolhynia) conservò l’indipendenza grazie a sovrani come Roman, suo
figlio Danylo, suo nipote Lev e i discendenti di questo, i quali riuscirono
a tenere lontani i mongoli e favorirono la crescita di Lviv e di altre città.
A strappare il potere politico a questa dinastia locale furono, verso il
1340, i polacchi e i lituani, i quali si spartirono il regno e utilizzarono
i territori così assoggettati come basi per espandersi verso altre aree
dell’Ucraina poste più a est, Kyiv compresa. Tuttavia, sembra che questo breve periodo di libertà abbia lasciato in Galizia-Volynia una forte
pulsione nazionalista, palpabile ancora oggi.
1569
1648
L’Unione di Lublino
sancisce la nascita
della Confederazione
polacco-lituana, una
potente monarchica
elettiva comprendente
anche parti del
territorio bielorusso,
estone, lettone, russo
e ucraino.
Stanchi del dominio
straniero i cosacchi
dell’Ucraina centrale,
capeggiati da Bohdan
Khmelnytsky, si
ribellano contro i
polacchi.
CHRISTINA DAMEYER
1554
Una sessantina di anni
dopo la comparsa dei
cosacchi, la banda più
temeraria e famosa
di questi predoni
della steppa – la
Zaporizhzhya Sich – si
insedia su un’isola
sotto le rapide del
Dnipro.
»»Bohdan Khmelnytsky
I cosacchi
241
Storia I cosacc h i
Celebrati – forse con eccessivo entusiasmo – da scrittori nazionalisti quali Taras Shevchenko e Ivan Franko, i cosacchi contribuirono in maniera
decisiva alla definizione dell’identità nazionale ucraina. Spuntarono
dalla steppa nella parte centro-meridionale del paese, una sorta di terra
di nessuno che verso la metà del XV secolo separava gli insediamenti
polacco-lituani a nord-ovest da quelli tatari della Crimea.
Seppur scarsamente popolata, la steppa offriva abbondanti risorse
naturali e gli affamati abitanti degli insediamenti polacco-lituani iniziarono a compiervi incursioni sempre più lunghe per andare a caccia
o a fare razzie di cibo. La zona attrasse anche servi della gleba in fuga,
criminali, banditi e profughi di religione ortodossa. Insieme a bande
semindipendenti di tatari, queste congreghe di forti bevitori diedero
IL PARADISO PERDUTO
Se non volete offendere gli ucraini, non dite a voce troppo alta che uno dei loro più
grandi eroi è stato colui che in definitiva li ha portati alla disfatta. Un fatto che, purtroppo, è incontrovertibile almeno in parte.
L’eroe in questione è l’etmano cosacco Bohdan Khmelnytsky, messosi a capo di
una ribellione contro i polacchi nel 1648. Con l’aiuto della cavalleria tatara, i cosacchi
annientarono l’esercito polacco nella battaglia di Pyliavtsi (vicino all’odierna Khmelnytsky). Di fronte al dilagare delle sue forze oltre Lviv, Khmelnytsky pensò di invadere
la Polonia, ma infine preferì accettare un armistizio e ritornò a Kyiv da trionfatore.
L’anno seguente, nel corso di un’altra battaglia contro il re polacco Casimiro, svoltasi nei pressi di Zboriv, Khmelnytsky fu tradito dai tatari suoi alleati e costretto a
firmare un altro armistizio. Un terzo armistizio imposto nel 1651 lo convinse che per
sconfiggere definitivamente i polacchi era necessario conquistarsi l’appoggio di una
potenza straniera. Fu così che nel 1654 siglò un’alleanza militare con la Russia, ignaro
che anche questa l’avrebbe presto tradito.
Anziché appoggiare i cosacchi, nel 1660 la Russia entrò infatti in guerra con la Polonia per annettere l’Ucraina. Nel 1667 e nel 1668 le due potenze firmarono dei trattati di
spartizione che assegnarono il controllo di Kyiv e dell’Ucraina settentrionale a est del
Dnipro alla Russia e i territori a ovest del fiume alla Polonia.
In seguito, l’etmano Ivan Mazepa, nel tentativo di unificare i territori ucraini divisi
tra polacchi e russi, si alleò con la Svezia contro la Russia di Pietro il Grande, ma venne
sconfitto a Poltava (1709). Dopo le vittorie contro gli ottomani, nel 1775 Caterina II la
Grande distrusse il Sich cosacco di Zaporizhzhya.
Ciò nonostante, Bohdan Khmelnytsky continua a essere venerato nel paese per la
clamorosa vittoria riportata contro i polacchi. È inoltre ricordato per il fatale tradimento di cui fu vittima, mentre le sue fatali esitazioni sono cadute nel dimenticatoio.
1654
1660
1709
1772
I cosacchi si alleano
con la Russia contro
la Polonia. Fondano
quindi il loro primo
stato chiamato
etmanato – il cui
iniziale successo è di
breve durata.
Anziché appoggiare
i cosacchi, la Russia
dichiara guerra alla
Polonia spinta dal
desiderio di annettere
l’Ucraina.
I cosacchi tentano
di liberarsi dal giogo
coloniale schierandosi
con la Svezia nella
guerra del Nord contro
la Russia. Ma sconfitti
nella battaglia di
Poltava, vengono
giustiziati dalle forze
zariste vittoriose.
Gli imperi di Russia,
Prussia e Austria
si dividono la
Confederazione
polacco-lituana.
242
Storia I l controllo russo
Mar Nero. Storie e
miti del Mediterraneo d’Oriente di
Neal Ascherson
(Einaudi, Torino
1999) è un affascinante affresco
delle civiltà – e
dei barbari – che
si contesero la supremazia nel Mar
Nero, dagli sciti
della preistoria
ai fondatori della
Odessa multiculturale del XIX
secolo.
vita a comunità autonome di stampo militaristico che divennero note
con il nome di kozaky (cosacchi), da un termine turco che significa
‘fuorilegge, avventuriero o persona libera’. Alla loro guida veniva posto
un capo eletto democraticamente, chiamato etmano. Il gruppo più
famoso di cosacchi fu quello che si stanziò immediatamente a valle
delle rapide (za porozhy) del basso Dnipro sull’Isola Zaporizhska, dove
costruì un sich (forte; v. p231).
Pur essendo stati assimilati dai territori polacco-lituani nel 1569, e
aver occasionalmente combattuto come mercenari nell’esercito confederato, i cosacchi continuarono a godere di ampia autonomia. Condussero
con successo diverse campagne contro i turchi e i tatari, assediando
due volte Istanbul (nel 1615 e nel 1620) e saccheggiando le città sul Mar
Nero di Varna (nell’odierna Bulgaria) e Kaffa (l’attuale Feodosiya, nella
penisola della Crimea). Inoltre, a differenza dei milioni di contadini della
confederazione polacco-lituana che si convertirono alla Chiesa uniate,
rimasero fedeli al cristianesimo ortodosso.
Nel XVII secolo i cosacchi risposero al tentativo polacco di rinsaldare il controllo sulla steppa con una serie di rivolte mirate a ottenere
un’autonomia ancora maggiore. Nel 1654 diedero vita a un loro etmanato, ribadendo così il concetto dell’autodeterminazione ucraina. Ma
nonostante i successi iniziali, con l’andare del tempo le rivolte militari
cosacche favorirono soltanto un avvicendamento di potere, giacché il
controllo supremo della regione passò dai polacchi ai russi.
Il controllo russo
Senza l’Ucraina e le sue abbondanti risorse naturali, la Russia non
sarebbe mai diventata una delle nazioni più potenti del mondo. Dal
momento che la regione offriva uno sbocco sul Mar Nero, nel XVIII
secolo, dopo una serie di guerre contro i turchi, la Russia cominciò a
espandersi nell’Ucraina meridionale. Fu Caterina II la Grande a condurre
la campagna di colonizzazione e ‘russificazione’. Nel 1775, lo stesso anno
in cui il suo esercito distrusse la comunità cosacca sorta sull’Isola Zaporizhska, la zarina annesse la regione alla provincia imperiale della ‘Nuova
Russia’ e affidò al governatore Grygory Potëmkin l’incarico di favorire
l’arrivo di coloni e di edificare nuove città. Potëmkin contribuì così alla
fondazione delle odierne Dnipropetrovsk, Sevastopol (Sebastopoli) e
Simferopol, ma morì prima che Odessa fosse completata.
Nel 1772 le potenze di Prussia, Austria e Russia decisero di cancellare la Polonia dalla carta geografica suddividendosi i suoi territori.
A seguito di queste spartizioni (1772-95), l’Ucraina occidentale finì in
gran parte in mano russa, anche se l’area intorno a Lviv, nell’estremo
ovest di questa vasta regione, andò all’impero austro-ungarico retto
dalla dinastia asburgica. Quando nel 1876 le autorità zariste misero
1775
1783
1825
1854
Durante l’avanzata
dell’esercito zarista
verso sud, Potëmkin
costruisce villaggi
mentre l’imperatrice
Caterina la Grande
fa distruggere
l’insediamento
cosacco di
Zaporizhzhya.
Conquistata la
penisola di Crimea,
Caterina la Grande fa
distruggere tutte le
moschee. Molti tatari
fuggono. Il Palazzo del
Khan di Bakhchysaray
sopravvive perché
l’imperatrice lo trova
‘romantico’.
Molti dei decabristi
che tentarono il
colpo di stato a
San Pietroburgo
provenivano
dall’Ucraina. Maria
Volkonskaya, moglie
di uno dei congiurati,
aveva anche stretti
legami con il paese.
Francia e Inghilterra
decidono di frenare
l’avanzata della Russia
verso il Mar Nero e il
Mediterraneo. Scoppia
la guerra di Crimea,
durante la quale
Sevastopol affronta un
assedio di 349 giorni.