Le cellule staminali da tessuto adiposo e il lipofilling

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Medicina rigenerativa
RICERCA
AL CDI, UNA PROCEDURA DI
CHIRURGIA PLASTICA INNOVATIVA
PER FAVORIRE LA GUARIGIONE DI
TESSUTI FERITI O MALATI
C
ellule staminali pluripotenti (ossia capaci di differenziarsi in vari tipi cellulari) possono
essere isolate da tessuti embrionali (cellule staminali embrionali) oppure adulti
(cellule staminali adulte). Fra queste ultime, le cellule mesenchimali sono particolarmente interessanti dal punto di vista
sia biologico che clinico per la loro versatilità. Infatti, la cellula staminale mesenchimale è in grado di differenziarsi lungo
diversi percorsi, potendo così dare origine ai precursori del tessuto osseo, cartilagineo, mieloide, endoteliale, adiposo, ed,
entro certi limiti, muscolare e nervoso.
La fonte di cellule staminali mesenchimali adulte più studiata è il midollo osseo e
queste cellule vengono isolate assieme ai
progenitori del sangue (emocitoblasti). Il
prelievo di midollo osseo è comunque una
procedura altamente invasiva che permette di ottenere una modesta quantità
di tessuto. Recentemente è stato possibile
identificare, isolare e clonare cellule staminali dal tessuto adiposo umano (ASC,
adipose-derived stem cells). Queste cellule hanno dimostrato di essere in grado
di originare cloni di tutti i citotipi che
abbiamo sopra elencato, rappresentando una interessante fonte di cellule staminali mesenchimali. Infatti, in seguito
alle procedure di liposuzione di tessuto
adiposo sottocutaneo che vengono effettuate di routine, è possibile ottenere una
quantità di tessuto adiposo variabile dai
100 ml fino a tre litri, garantendo una
importante quantità di tessuto dal quale
isolare le cellule staminali. Inoltre si tenga
conto che tutto questo materiale biologico viene usualmente eliminato, non
trovando alcuna applicazione clinica. Lo
studio delle varie espressioni fenotipiche
(recettori, enzimi, prodotti di secrezione,
molecole di adesione, etc) suggerisce che
le cellule staminali mesenchimali derivate
dal tessuto adiposo siano simili, ma non
identiche a quelle presenti nel midollo osseo o nella polpa dentaria. La figura mostra alcune cellule staminali che - presso il
Dipartimento di Medicina sperimentale
dell’Università di Pavia - abbiamo isolato
dal tessuto adiposo umano, colorato (in
blu) a livello nucleare e immunodecorato (in verde) per l’antigene CD44, ossia il
recettore per l’acido ialuronico. Recenti
studi dimostrano che le cellule staminali
derivate dal tessuto adiposo umano, cresciute su opportune matrici in particolari
condizioni, possono essere impiegate in
ingegneria tissutale per creare sostituti
artificiali del tessuto osseo, cartilagineo,
endoteliale o adiposo. Inoltre, le cellule
staminali isolate dal tessuto adiposo me-
Le cellule staminali
da tessuto adiposo
e il lipofilling
ALCUNE CELLULE STAMINALI ISOLATE DAL TESSUTO ADIPOSO UMANO, COLORATO (IN BLU) A LIVELLO NUCLEARE E IMMUNODECORATO (IN VERDE) PER IL RECETTORE DELL’ACIDO IALURONICO.
diante liposuzione possono essere utilizzate in medicina rigenerativa per favorire
la guarigione di tessuti feriti o malati. Si
ipotizza che le cellule staminali, una volta
innestate, liberino fattori di crescita e citochine mediante un meccanismo paracrino e possano stimolare le cellule staminali
residenti nel tessuto ospite, promuovendo
così una guarigione più efficace. È questa
l’innovativa procedura che viene utilizzata al Centro Diagnostico Italiano da parte del team di chirurgia plastica.
Prof. Andrea Casasco
Dirttore Sanitario CDI
e Professore Ordinario di Istologia
dell’Università di Pavia
IL LIPOFILLING
Il “lipofilling” è nato per ricostruire il
sottocute in parti del corpo dove questo
è mal rappresentato. Il tessuto adiposo
può ridursi per processi fisiologici quali
l’invecchiamento o per eventi traumatici
che possono portare alla trasformazione
del tessuto fino al suo riassorbimento. Di
solito l’evento scatenante è rappresentato dal trauma compressivo generato dall’ematoma. Quando questo si riassorbe è
possibile osservare una “degenerazione
fibroadiposa”. In casi più gravi si può
raggiungere la liponecrosi e il riassorbimento completo del tessuto. Mentre per
l’ematoma di solito il danno è creato dalla
compressione, in altri casi la liponecrosi
può essere la conseguenza di sofferenze vascolari indotte da malattie dismetaboliche o provocate da trattamenti radianti o
farmacologici . Gli innesti di grasso sono
in uso dal 1893. I risultati ottenuti sono
stati nel tempo molto variabili in funzione della tecnica utilizzata. Inizialmente
il grasso veniva prelevato in lembi e
introdotto in qualità di innesto libero.
Progressivamente si è compreso come
fosse necessario, al fine di stabilizzare il percentuale di riassorbimento del 30%. Il tiva rispetto alle punture sottocutanee di
risultato volumetrico, avere poche cellule riassorbimento interessa di solito i primi materiali biocompatibili proposte dalla
separate in grado di prendere connessione tre mesi post-operatori. Molte ricerche medicina estetica si ottiene infatti un efrapidamente con la sede ricevente. Queste sono state condotte ad oggi per analizzare fetto più duraturo e si limitano ai minimi
cellule prelevate con cannule sottili col- gli effetti del lipofilling indipendenti dalla termini le complicanze .
legate a siringhe venivano inizialmente modifica del volume dei tessuti sottocuta- Cosa prevede il futuro della ricerca ?
setacciate. In seguito S. Cooleman ha nei: sono stati infatti descritti quadri di Sicuramente si assisterà ad un
descritto come fosse utile sottoporre miglioramento del trofismo dei tessuti allargamento dei campi di applicazione
l’aspirato a centrifugazione per dividere molli soprattutto in corrispondenza di dell’innesto di cellule adipose e ad un
le cellule dal sangue e dal contenuto delle esiti cicatriziali da ustione, decubito, miglioramento nella tecnica di prelievo
cellule rotte in tempi brevi. Sembra infat- radiazione e invecchiamento cutaneo ed innesto rivolta a rendere più costante
ti che lasciando troppo tempo le cellule (ipercheratosi, macchie ed atrofia del la qualità del risultato volumetrico
a contatto con l’ambiente esterno si atti- sottocute). In quest’ultimo caso, le mani e terapeutico. Inoltre, essendo utile
vino processi di ossidazione che portano e il volto rappresentano le sedi elettive potere sottoporre il paziente a più
a sofferenza e perdita di gran parte delle per il trattamento. L’effetto sul dorso sedute e disporre di materiale senza
cellule. Attualmente le cellule adipose uti- delle mani è di attenuazione dell’evidenza essere eccessivamente traumatici nei
lizzate a scopo ricostruttivo vengono pre- della trama vascolare superficiale e delle confronti del sito donatore, anche i
levate dagli arti inferiori o dall’addome, strutture tendinee. Per il volto oltre alla sistemi di conservazione e di crescita in
utilizzando una anestesia locale associata ripresa del volume, si ottiene una riduzio- vitro risultano essere importanti filoni
a sedazione per evitare al paziente sensa- ne delle lesioni superficiali, attenuazione di studio.
zioni dolorose. Tale procedura chirurgica delle macchie e miglioramento dell’elaè eseguibile anche in day surgery. Il volu- sticità con perdita di quell’aspetto “a
me di tessuto da reinnestare dipende dalle carta di sigaretta”. È per questo motivo
dimensioni dell’area ricevente: nel caso di che il lipofilling rappresenta in molti casi
una mammella si possono raggiungere i un’utile alternativa all’uso di fillers rias- Prof. Franz Baruffadi Preis
200-300 cc., per una lesione da radia- sorbibili e non riassorbibili. A fronte di Medico Chirurgo,
zione possono essere sufficienti 10 cc. La una procedura chirurgica più impegna- Responsabile Chirurgia Plastica CDI
tecnica prevede solitamente una ipercor- FIGURA 1. LA FOTO EVIDENZIA UN DANNO CRONICO A RADIAZIONE A SEGUITO DI UNA NEOPLASIA DEI TESSUTI MOLLI.
rezione che tenga in FIGURA 2. A TRE MESI DAL LIPOFFILING, LA LESIONE SI È CHIUSA PER SECONDA INTENZIONE RAGGIUNGENDO LA COMPLETA
COPERTURA ED UN DISCRETO MIGLIORAMENTO NELLA ELASTICITÀ
considerazione una
2
quota di riassorbi- 1
mento. Nella maggioranza dei casi
trattati è stato possibile quantizzare una
perdita di vantaggi
più che una perdita
di volume, non potendo ovviamente
sottoporre i pazienti
a prelievi seriali dell’area trattata nel
periodo post-operatorio. Alcuni autori
hanno riportato una
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