6 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità 6.0 Scopi del capitolo Il calcolo delle probabilità ha origini antiche: se si lanciano tre dadi, le somme 9 e 10 possono essere entrambe ottenute con sei diverse combinazioni. Infatti 9 : [1, 2, 6] , [1, 3, 5] , [1, 4, 4] , [2, 2, 5] , [2, 3, 4] , [3, 3, 3] 10 : [1, 3, 6] , [1, 4, 5] , [2, 2, 6] , [2, 3, 5] , [2, 4, 4] , [3, 3, 4] (6.0.1) (6.0.2) Tuttavia, la probabilità di ottenere 10 è maggiore di quella di ottenere 9 (spiegheremo il perché, in dettaglio, nel §6.2): questo (non difficile) risultato fu pubblicato, insieme ad altri esempi simili, da Galileo Galilei nel 1656, in un’opera intitolata Sulla scoperta dei dadi. Sempre nel corso del secolo XVII, B. Pascal e P. Fermat condussero degli studi lavorando sul problema della ripartizione della posta in palio nei giochi d’azzardo, 184 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità e a questi lavori si fa riferimento come all’inizio sistematico della teoria della probabilità. L’utile ramo della matematica che supporta questo tipo di studi è il cosiddetto calcolo combinatorio: tratteremo queste problematiche nel §6.1. Sottolineiamo però, fin da ora, che la semplicità di queste questioni è solo apparente, ed il cattivo uso di nozioni probabilistiche può condurre a gravi errori di valutazione, come mostra l’esempio seguente. ♦ Esempio 6.1. Massimiliano ha tre carte, delle quali una è blu su entrambi i lati, un’altra è bianca su entrambi i lati, mentre la terza ha un lato bianco e uno blu. Massimiliano chiede l’attenzione del suo amico Gigi: pone sul tavolo una delle tre carte, scelta a caso, e constata che il lato visibile è blu. Poi chiede a Gigi: “Qual è la probabilità che anche il lato non visibile sia blu?” Gigi sorride e risponde soddisfatto: “È ovvio! Potendo escludere che la carta sul tavolo abbia i due lati bianchi, la probabilità è il 50 %!” Vedremo nel §6.2 che Gigi ha dato una risposta sbagliata. 6.1 Calcolo combinatorio Il calcolo combinatorio è la disciplina matematica che si occupa di analizzare i modi per raggruppare e/o ordinare, secondo date regole, gli elementi di un insieme finito di oggetti. Nel seguito di questa sezione ne illustreremo alcuni primi importanti concetti. Più precisamente, sia A un insieme costituito da n elementi: vogliamo imparare a contare le configurazioni che possono assumere k elementi tratti da questo insieme. Di volta in volta, sarà indispensabile precisare se si vuole tenere conto dell’ordine dei k elementi, e poi se tra questi elementi possano comparire ripetizioni dello stesso elemento. Procediamo per gradi. Permutazioni di un insieme finito Una permutazione è una sequenza ordinata, in cui ogni elemento di A compare una ed una sola volta. Ad esempio, se A = {a, b, c}, le permutazioni di A sono: abc , acb , bac , bca , cab , cba . (6.1.1) 6.1 Calcolo combinatorio 185 ◃ Esercizio 6.1. Determinare quante sono le permutazioni di un insieme A costituito da n elementi (n ≥ 1). Soluzione. Se scriviamo ogni permutazione come una sequenza ordinata, avremo: n possibili scelte per il primo elemento, (n − 1) scelte per il secondo, (n − 2) per il terzo e così via. Ricordando che (si veda la Definizione 4.3) n! = n · (n − 1) · (n − 2) · · · 2 · 1 , ( 0! = 1 per convenienza ) (6.1.2) e indicando con Pn il numero di permutazioni richiesto, abbiamo quindi (6.1.3) Pn = n! Ad esempio, per n = 3, P3 = 3! = 6, coerentemente con (6.1.1). ▹ Disposizioni semplici (senza ripetizioni) Sia A un insieme costituito da n elementi (n ≥ 1). Una disposizione semplice, di classe k, è una sequenza ordinata, senza ripetizioni, formata da k elementi di A. Ad esempio, se A = {a, b, c} e k = 2, le disposizioni semplici sono: ab , ac , ba , bc , ca , cb . (6.1.4) Il numero di queste disposizioni semplici è denotato Dn,k . ◃ Esercizio 6.2. Calcolare Dn,k . Soluzione. Scrivendo una disposizione semplice come sequenza ordinata, abbiamo: n possibili scelte per il primo elemento, (n − 1) scelte per il secondo, fino a (n − k + 1) per l’ultimo. In formule: Dn,k = n · (n − 1) · (n − 2) · · · (n − k + 1) = n! . (n − k)! (6.1.5) Si può notare che Dn,n = Pn . ▹ 186 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità Disposizioni con ripetizione A differenza delle disposizioni semplici, ammettiamo che nella sequenza ordinata di k elementi possano esserci ripetizioni dello stesso elemento. Inr dichiamo con Dn,k il numero di queste disposizioni con ripetizione. Sempre con A = {a, b, c} e k = 2, le disposizioni con ripetizioni sono: aa , bb , cc , ab , ac , ba , bc , ca , cb . (6.1.6) r ◃ Esercizio 6.3. Calcolare Dn,k . Soluzione. Abbiamo n possibili scelte per ognuno degli elementi della sequenza. Ne segue che r Dn,k = nk . (6.1.7) ▹ Combinazioni semplici (senza ripetizioni) Rispetto alle disposizioni semplici, in questo caso non si tiene conto dell’ordine con cui la sequenza dei k elementi è presentata. In altre parole, una combinazione semplice si identifica con un sottoinsieme di A. Ad esempio, se A = {a, b, c} e k = 2, le combinazioni semplici sono: ab , ac , bc . (6.1.8) Indichiamo con Cn,k il numero di queste combinazioni semplici. ◃ Esercizio 6.4. Calcolare Cn,k . Soluzione. Data una disposizione semplice di k elementi tutte le permutazioni di questa formano una nuova disposizione semplice ma rappresentano la stessa combinazione semplice. Siccome le disposizioni semplici relative agli stessi k elementi sono pari a Pk , cioè k!, segue che Cn,k = Dn,k n! = . Pk (n − k)! k! (6.1.9) ▹ Come abbiamo già visto nella Definizione 4.4, il numero ! " n! n = ( = Cn,k ) k (n − k)! k! (6.1.10) 6.1 Calcolo combinatorio 187 viene chiamato coefficiente binomiale. Si noti che, dal precedente ragionamento combinatorio, si evince anche il fatto, a priori non immediato, che il coefficiente binomiale è sempre un numero intero. Combinazioni con ripetizione Nella scelta dei k elementi, presi da un insieme di n elementi, non si tiene conto dell’ordine, ma si ammette la possibilità di ripetere gli elementi. Se A = {a, b, c} e k = 2, le combinazioni con ripetizione sono: aa , bb , cc , ab , ac , bc . (6.1.11) r Denotiamo con Cn,k il numero delle combinazioni con ripetizione. ◃ Esercizio 6.5 (*). Verificare che ! " n + k − 1 r Cn,k = . k (6.1.12) Soluzione. Dato un qualsiasi insieme finito A con n elementi, questo può essere posto in corrispondenza biunivoca con l’insieme {1, 2, ..., n}. Sia adesso a1 , a2 , · · · , ak una combinazione con ripetizione di k elementi di {1, 2, ..., n}. Possiamo assumere che la sequenza a1 , a2 , · · · , ak sia non decrescente (ai ≥ ai−1 , i = 2, . . . , k). Si consideri adesso la sequenza a1 , a2 + 1 , · · · , ak + k − 1 . (6.1.13) La (6.1.13) è una sequenza strettamente crescente e quindi individua una combinazione semplice di k elementi dell’insieme {1, 2, ..., n + k − 1}. Questa costruzione definisce una corrispondenza biunivoca tra le combinazioni con ripetizione di k elementi di {1, 2, ..., n} e le combinazioni semplici di k elementi di {1, 2, ..., n + k − 1}. Quindi ! " n+k−1 r Cn,k = Cn+k−1,k = . k ▹ Permutazioni con ripetizione Per spiegare questo concetto mantenendo una notazione insiemistica, immaginiamo una situazione anomala in cui un insieme A contenga elementi 188 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità che si ripetono. In questo caso alcune permutazioni di A saranno uguali tra loro. Ad esempio, se A = {a, b, b}, le permutazioni di A sono: abb , abb , bab , bba , bab , bba , (6.1.14) dove solo tre sono distinte. Infatti, fissata la posizione di a le permutazioni delle due posizioni contenenti b non producono permutazioni distinte di A = {a, b, b}. Questo ragionamento porta alla conclusione che le permutazioni distinte di A = {a, b, b} sono 3!/2! = 3. In generale, indicando con k1 , k2, . . . , kr il numero di volte che si ripetono rispettivamente gli elementi a1 , a2 , . . . , ar ∈ A, le permutazioni distinte divengono: n! k1 ! k2 ! · · · kr ! #r (in questa formula, si noti che n = i=1 ki ). Pnk1 ,k2 ,...,kr = (6.1.15) ◃ Esercizio 6.6. Quante diverse parole (non necessariamente di senso compiuto) di dieci lettere si possono ottenere usando una e una sola volta ognuna delle lettere che compongono la parola statistica? Soluzione. La parola statistica è composta da dieci lettere, e le permutazioni di dieci elementi sono 10! . Però, la t compare tre volte, la s, la a e la i compaiono due volte. Quindi, usando la (6.1.15), la risposta è 10! = 75600 . 3! 2! 2! 2! ▹ Il lettore dovrebbe aver notato che, nell’esercizio precedente, abbiamo applicato la (6.1.15) con n = 10, r = 5, k1 = 3, k2 = k3 = k4 = 2 e k5 = 1. ◃ Esercizio 6.7. Dobbiamo disporre a sedere intorno a un tavolo rotondo sette persone, con la seguente restrizione: Gigi è ancora arrabbiato con Massimiliano (si veda l’Esempio 6.1 della sezione introduttiva) e quindi non vuole sedersi accanto a lui. Quante possibilità abbiamo? Soluzione. Fissiamo a caso il posto di uno dei sette individui. Se non ci fossero restrizioni, avremmo P6 = 6! = 720 possibilità di far sedere gli altri. Da queste dobbiamo sottrarre le 2 · (5!) = 240 6.1 Calcolo combinatorio 189 situazioni in cui Gigi e Massimiliano sono vicini. In conclusione, la risposta al quesito è 720 − 240 = 480 . ▹ ◃ Esercizio 6.8. Un ragazzo ha cinque monete di valore pari a 1, 10, 20, 50 e 100 euro rispettivamente. Quante diverse somme (non nulle) di denaro può formare? Soluzione. Il ragazzo, per formare una somma, può usare k monete, con 1 ≤ k ≤ 5 . Quindi la risposta è ! " ! " ! " ! " ! " 5 5 5 5 5 C5,1 + C5,2 + C5,3 + C5,4 + C5,5 = + + + + 1 2 3 4 5 = 5 + 10 + 10 + 5 + 1 = 31 (per completare l’esercizio basta verificare per via diretta che tutte le somme così ottenute danno luogo a valori diversi). ▹ ◃ Esercizio 6.9. Si vuole formare una commissione di concorso con due matematici e tre fisici. La scelta può essere effettuata tra sei matematici e cinque fisici. In quanti modi diversi può essere formata la commissione? Soluzione. Due matematici possono essere scelti tra sei in ! " 6 6! = 15 = 4! 2! 2 modi. Per i tre fisici, vi sono ! " 5 5! = = 10 3 2! 3! possibilità. Quindi la risposta è 15 · 10 = 150 . ▹ ◃ Esercizio 6.10. Quante colonne bisogna giocare per avere la certezza di realizzare 13 al totocalcio? Soluzione. La risposta è data da r D3,13 = 313 = 1.594.323 . ▹ 190 6.2 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità Giochi d’azzardo e probabilità Un esperimento si dice casuale quando, condotto più volte nelle medesime condizioni, genera un risultato che non è possibile prevedere a priori. Se, ad esempio, lanciamo un dado a sei facce il risultato dell’esperimento può essere {1, 2, 3, 4, 5, 6}. Se lanciamo invece una moneta si hanno due risultati possibili: testa o croce. In questi due esempi conosciamo a priori i possibili risultati dell’esperimento, ma non siamo in grado di affermare con certezza quale si verificherà: si tratta pertanto di esperimenti casuali. La teoria della probabilità studia come esprimere quantitativamente il grado di fiducia sul verificarsi di un certo risultato. Per dare una definizione rigorosa di probabilità abbiamo bisogno di introdurre alcune notazioni. Indichiamo con Ω lo spazio campionario, cioè l’insieme di tutti i risultati possibili di un certo esperimento, e con n = #(Ω) la sua cardinalità, ovvero il numero di elementi di Ω. Ad esempio, il lancio di un dado a sei facce non truccato corrisponde alla situazione in cui Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6}. Un evento A è un sottoinsieme di Ω e la sua cardinalità nA = #(A) rappresenta il numero dei casi favorevoli al verificarsi dell’evento. Sempre nell’esempio del lancio di un dado, l’evento di realizzare un numero pari è A = {2, 4, 6} ⊂ {1, 2, 3, 4, 5, 6} = Ω. Ogni evento che risulta verificato da un unico risultato (un unico elemento di Ω) viene detto evento elementare. Dati due eventi A e B, la loro unione A ∪ B rappresenta l’evento costituito dal verificarsi dell’evento A oppure dell’evento B. Invece, l’intersezione A ∩ B indica l’evento costituito dal verificarsi sia dell’evento A che dell’evento B. Se A ∩ B = ∅ i due eventi A e B vengono detti incompatibili (non possono verificarsi simultaneamente). Il complemento CΩ (A) di un evento A rispetto a Ω è detto negazione di A e indica il suo non verificarsi (ovvero il verificarsi dell’evento complementare). La definizione classica di probabilità (probabilità matematica o probabilità a priori), dovuta a Bernoulli e Laplace, è 6.2 Giochi d’azzardo e probabilità 191 Definizione 6.1 (Probabilità matematica). La probabilità P (A) di un evento A ⊂ Ω è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli all’evento e il numero dei casi possibili. Ovvero: P (A) = nA . n (6.2.1) In questa definizione si presuppone che tutti gli eventi elementari abbiano la stessa probabilità di accadere. Osservazione 6.1. Dalla definizione segue immediatamente che: (i) la probabilità di un evento è un numero compreso tra 0 e 1; (ii) la probabilità dell’evento certo è pari a 1. ♦ Esempio 6.2. Lanciando un dado non truccato, qual è la probabilità di realizzare un numero pari? Abbiamo visto prima che, in questo caso, Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6}, mentre A = {2, 4, 6}. Quindi, in questa situazione, P (pari) = P (A) = 3 1 = , 6 2 ( 50% ) . (6.2.2) Nella Definizione 6.1 di probabilità vi sono due evidenti punti deboli: (i) Si suppone che tutti gli eventi elementari abbiano la stessa probabilità di avverarsi (eventi equiprobabili1 ). Questo comporta, inoltre, che la definizione di probabilità matematica sia circolare (ovvero un diallelon): richiede che gli eventi elementari possiedano tutti la medesima probabilità, che è però ciò che si vuole definire. (ii) La definizione è valida in presenza di un numero finito di eventi. Queste due osservazioni hanno condotto gli studiosi a sviluppare definizioni ben più generali e moderne, quali, ad esempio, la frequentistica (o a posteriori), la soggettiva e l’assiomatica. 1 Ci sono esempi in cui i singoli eventi elementari non sono equiprobabili. Nella schedina 1 è più probabile di 2, etc. Lanciando un dado truccato, certi numeri potrebbero avere una maggior probabilità di uscire di altri. 192 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità Tra queste diamo di seguito la definizione assiomatica di probabilità elaborata da Kolmogorov nel 1950. Indichiamo con P(Ω) l’insieme delle parti2 di Ω, ovvero l’insieme costituito da tutti i sottoinsiemi di Ω. Definizione 6.2 (Probabilità assiomatica). Una funzione P : P(Ω) → R definisce una probabilità su Ω se soddisfa le seguenti proprietà: (i) per ogni evento A ⊂ Ω, P (A) ∈ [0, 1]; (ii) per l’evento certo Ω si ha P (Ω) = 1; (iii) se due eventi A, B ⊂ Ω sono incompatibili (A ∩ B = ∅), allora P (A ∪ B) = P (A) + P (B). Nella definizione assiomatica di probabilità non si richiede che Ω sia finito o che gli eventi elementari siano equiprobabili. Tale definizione permette di dimostrare alcune notevoli proprietà utili per il calcolo delle probabilità. Tra queste ricordiamo le seguenti: P (∅) = 0 P (CΩ (A)) = 1 − P (A) P (A ∪ B) = P (A) + P (B) − P (A ∩ B) . (6.2.3) (6.2.4) (6.2.5) ◃ Esercizio 6.11. Utilizzare i diagrammi di Venn per visualizzare le (6.2.3)–(6.2.5). Soluzione. Vogliamo sfruttare i diagrammi di Venn per la rappresentazione dello spazio campionario Ω e degli eventi. Appare intuitivamente ragionevole definire la funzione P : P(Ω) → R nel modo seguente: ad ogni insieme A ⊂ Ω, si associa Area(A) P (A) = . Area(Ω) Questa funzione soddisfa (i)–(iii) della Definizione 6.2 e, quindi, definisce una probabilità. Usando tale definizione e ponendo, per comodità, Area(Ω) = 1, Se Ω è finito di cardinalità n, $l’insieme delle parti P(Ω) ha cardinalità 2n . Infatti, % n per ogni k = 0, 1, . . . , n, esistono k sottoinsiemi contenenti $ % $ % k elementi. $ % Ora, usando il Teorema 4.3 con a = b = 1, si ottiene #(P(Ω)) = n0 + n1 + · · · + nn = 2n . 2 6.2 Giochi d’azzardo e probabilità 193 le (6.2.3)–(6.2.5) diventano facilmente visualizzabili attraverso le corrispondenti rappresentazioni di Venn. ▹ Nel caso in cui lo spazio campionario sia finito e gli eventi elementari equiprobabili, non è difficile dimostrare che la definizione assiomatica di probabilità coincide con quella matematica3 . Gli esperimenti che analizzeremo in questo testo ricadono nelle ipotesi in cui si può definire la probabilità matematica. Possiamo quindi utilizzare la definizione matematica per il calcolo esplicito della probabilità di un evento avvalendoci delle proprietà (6.2.3)–(6.2.5) illustrate tramite la definizione assiomatica. ♦ Esempio 6.3. Lanciando un dado non truccato, qual è la probabilità di realizzare un numero pari oppure un 3? La probabilità di ottenere un numero pari è stata calcolata nell’Esempio 6.2 ed è 1/2, mentre la probabilità di ottenere 3 è 1/6. Siccome i due eventi A = {2, 4, 6} e B = {3} sono disgiunti (A ∩ B = ∅) segue, dalla (6.2.5), che P (pari o 3) = P (A ∪ B) = P (A) + P (B) = 2 1 1 + = . 2 6 3 Vediamo, adesso, le soluzioni relative ai due esempi proposti nella sezione introduttiva. ◃ Esercizio 6.12. Calcolare la probabilità di ottenere somma rispettivamente 9 e 10, lanciando tre dadi non truccati. Soluzione. Il numero totale di risultati che si possono ottenere dal lancio dei 3 dadi è r n = D6,3 = 63 = 216 . Ora osserviamo che un risultato con tre numeri uguali può presentarsi in un unico modo. Un risultato con due numeri uguali può comparire in tre modi diversi, mentre se i tre numeri sono diversi, questo risultato può comparire in 3 Se Ω è un insieme finito di cardinalità n, possiamo definire la probabilità assiomatica nel modo seguente. Si definisce la probabilità di ogni elemento a ∈ Ω pari a P ({a}) = 1/n. Per un evento A = {a1 , . . . , ak } ⊂ Ω si definisce la probabilità come #k #k P (A) = i=1 P ({ai }) = i=1 1/n = k/n = nA /n , che coincide con la probabilità matematica definita nella (6.2.1). 194 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità 3! = 6 modi diversi. Applichiamo ora queste considerazioni per calcolare nA e nB , avendo indicato con A e B, rispettivamente, l’evento che la somma sia pari a 9 e a 10. Usando (6.0.1) e (6.0.2), possiamo scrivere: nA = 6 + 6 + 3 + 3 + 6 + 1 = 25 nB = 6 + 6 + 3 + 6 + 3 + 3 = 27 . Quindi concludiamo che le rispettive probabilità valgono P (nove) = P (A) = 25 nA = ; n 216 P (dieci) = P (B) = nB 27 = , n 216 da cui, come già osservato da Galileo, concludiamo che la probabilità di ottenere 10, lanciando tre dadi, è maggiore di quella di ottenere 9. ▹ ◃ Esercizio 6.13. Risolvere (correttamente!) il problema posto da Massimiliano a Gigi nell’Esempio 6.1 sopra. Soluzione. In tutto vi sono sei facce, di cui tre blu e tre bianche. Denominiamo 1 e 2 le due facce che appartengono alla carta blu, e 3 la faccia blu della carta con i due lati diversi fra loro. È possibile che la faccia visibile all’inizio del gioco sia 1, 2, o 3 con la stessa probabilità, quindi Ω = {1, 2, 3}. Ora, l’evento A che l’altro lato della carta sia blu è A = {1, 2}, perché solo 3 presenta l’altro lato bianco. Quindi la probabilità richiesta da Massimiliano a Gigi vale P (A) = 2/3. ▹ 6.3 Esercizi di riepilogo ◃ Esercizio 6.14. Nel gioco del Lotto, quando si gioca un ambo su una ruota fissa, la vincita viene pagata 250 volte la posta giocata. Valutare se si tratta di un pagamento equo. Soluzione. Su una ruota fissata vengono estratti a caso cinque numeri (senza ripetizione) tra 1 e 90. Tale estrazione genera, su questa ruota, un numero di ambi pari a ! " 5 5! = 10 . C5,2 = = (5 − 2)! · 2! 2 D’altra parte, in tutto i possibili ambi relativi a 90 numeri sono: ! " 90 90! = 45 · 89 = 4005 . C90,2 = = (90 − 2)! · 2! 2 6.3 Esercizi di riepilogo 195 Ne deduciamo che la probabilità di realizzare un ambo mediante una singola puntata su una ruota fissa è data da: 1 10 ≈ . 4005 400 Quindi un pagamento equo per una vincita sarebbe da stimare intorno a 400 volte la posta giocata. ▹ P (ambo) = ◃ Esercizio 6.15. Nei test di accesso alle Facoltà scientifiche si presentano, molto spesso, 25 domande a risposta multipla con quattro scelte. Se uno studente risponde a caso senza guardare le domande, con quale probabilità indovina esattamente k ≤ n risposte? Soluzione. Il numero n delle possibili risposte all’intero test (lo spazio campionario) è pari al numero delle disposizioni con ripetizione formate da sequenze di venticinque elementi da un insieme di quattro elementi. Segue, dalla (6.1.7), r che n = D4,25 = 425 . Cerchiamo adesso quante di queste hanno esattamente $ % k risposte esatte. Ci sono 25 k possibili scelte per le k risposte esatte. Inoltre, fissate le k risposte esatte, le restanti 25 − k dovranno risultare sbagliate e questo può accadere in 325−k modi diversi (le restanti risposte, dovendo essere sbagliate, hanno solo tre scelte). In definitiva si ha $25% 25−k 3 P (k esatte) = k 25 . 4 Valutando, per k = 0, 1, . . . , 15, la formula precedente si ottiene: k 0 1 2 3 4 5 6 7 P (k esatte) 0.0008 0.006 0.025 0.064 0.118 0.165 0.183 0.165 k 8 9 10 11 12 13 14 15 P (k esatte) 0.124 0.124 0.078 0.041 0.019 0.007 0.0007 0.0002 Osservando questi valori si scopre, forse con sorpresa, che sbagliare tutte le risposte ha circa la stessa probabilità di indovinarne 14 e che il numero di risposte esatte più probabile è 6. Questo calcolo non deve però invogliare gli studenti a compilare i test di accesso a caso. Infatti, la soglia è quasi sempre tra 13 e 15 e le probabilità sono tra 0.7 % e 0.02 %. È interessante osservare che molti studenti, cercando di rispondere esattamente a tutte le domande, totalizzano un punteggio inferiore a 6, cioè meno di quello che, molto probabilmente, avrebbero totalizzato se avessero risposto a caso. ▹ 196 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità ◃ Esercizio 6.16. È più probabile ottenere almeno un 6 lanciando quattro dadi o ottenere un doppio 6 lanciando due dadi ventiquattro volte4 ? Soluzione. Per risolvere questo esercizio facciamo uso della (6.2.4). Sia A = {si ottiene almeno un 6 lanciando quattro dadi} . Il complementare di A è C(A) = {non si ottiene alcun 6 lanciando quattro dadi} . Per calcolare la probabilità di C(A) osserviamo che lo spazio campionario è r = 64 elementi (per ogni dado ci sono sei possibilità) mentre il costituito da D6,4 r = 54 (ogni dado ha solamente cinque numero di elementi di C(A) è pari a D5,4 possibilità se vogliamo escludere che esca il 6). Segue che P (C(A)) = (5/6)4 da cui, tenendo conto della (6.2.4), ! "4 5 P (A) = 1 − P (C(A)) = 1 − = 1 − 0.482 = 0.518 . 6 Allo stesso modo, sia B = {si ottiene un doppio 6 lanciando due dadi ventiquattro volte} , e C(B) = {non si ottiene alcun doppio 6 lanciando due dadi ventiquattro volte} , r = 36 risultati possibili che, nei venPer ogni lancio dei due dadi ci sono D6,2 r = 3624 . Il numero di elementi di C(B) è pari tiquattro lanci, diventano D36,24 a 3524 (bisogna escludere l’unico caso in cui lanciando due dadi si ottiene un doppio 6). Segue che ! "24 35 = 1 − 0.508 = 0.492 . P (B) = 1 − P (C(B)) = 1 − 36 ▹ 4 Nel 1654 un certo Cavalier de Méré propose a Pascal una stranezza da lui riscontrata giocando d’azzardo, e considerata quasi un paradosso: egli aveva riscontrato che, puntando sull’uscita di almeno un 6 in quattro lanci di un dado non truccato, riusciva più facile vincere che perdere, e quindi l’evento assumeva probabilità maggiore di 1/2; mentre, puntando sull’uscita di almeno un doppio 6 in ventiquattro lanci di due dadi, accadeva il contrario, per cui l’evento in questione doveva avere probabilità minore di 1/2. Dato che il rapporto 4/6 tra numero di lanci e numero di risultati possibili era lo stesso in entrambi i giochi, il de Méré riteneva (e non solo lui) che i due eventi dovessero avere invece uguale probabilità. 6.4 Esercizi proposti 197 ◃ Esercizio 6.17. Qual è la probabilità che su p persone, tutte nate in anni non bisestili, almeno due abbiano la stessa data del compleanno? Soluzione. Ogni persona può avere il compleanno in 365 giorni diversi. Lo spazio campione ha quindi n = 365p elementi. Sia A = {almeno due persone hanno lo stesso compleanno} , e C(A) = {tutti hanno il compleanno in giorni diversi} . La cardinalità di C(A) è data dalle disposizioni semplici di classe p dell’insieme formato dai giorni dell’anno. Segue, dalla (6.1.5), che nC(A) = D365,p = 365!/(365 − p)! . Infine, utilizzando la (6.2.4), P (A) = 1 − P (C(A)) = 1 − ! 365! (365 − p)! 365p " . Calcolando P (A) per alcuni valori di p si trova p 10 20 23 50 60 100 P (A) 0.116 0.411 0.507 0.970 0.994 0.999 Si osservi che già tra ventitre persone la probabilità è circa del 50 % e che tra cinquanta persone è quasi certo che ci siano due persone con lo stesso compleanno. Si noti inoltre che la probabilità cresce notevolmente per p compreso tra 1 e 50 assestandosi su valori prossimi ad 1 per valori di p maggiori. ▹ 6.4 Esercizi proposti ◃ Esercizio 6.18. Venti squadre di calcio disputano un campionato (girone all’italiana, con andata e ritorno). Quante partite vengono disputate in tutto? ◃ Esercizio 6.19. Determinare quante colonne sono necessarie per giocare al totocalcio un sistema rispettivamente con: (i) 5 triple; 198 Calcolo combinatorio ed elementi di probabilità (ii) 7 doppie; (iii) 3 triple e 6 doppie. ◃ Esercizio 6.20. Le targhe automobilistiche sono composte nell’ordine da: due lettere, tre cifre, due lettere (si usa l’alfabeto anglosassone, composto da 26 caratteri). Quante automobili possono essere immatricolate? ◃ Esercizio 6.21. Il Cagliari ha battuto la Juventus 4 a 3. In quanti modi possibili possono essersi succedute le reti? ◃ Esercizio 6.22. In quanti modi diversi possiamo distribuire undici matite uguali in cinque cassetti? ◃ Esercizio 6.23. Ripetere l’esercizio precedente, imponendo che in ogni cassetto ci sia almeno una matita. ◃ Esercizio 6.24. Uno studente universitario ha programmato di sostenere nella sessione invernale gli esami X e Y . Sia A l’evento supera l’esame X e B l’evento supera l’esame Y con P (A) = 0, 7, P (B) = 0, 5 e P (A ∩ B) = 0, 4. Calcolare la probabilità che non superi nessuno dei due esami. ◃ Esercizio 6.25. Dieci paia di scarpe sono collocate alla rinfusa dentro un cassettone. Vengono tirate fuori dal cassettone quattro scarpe a caso. Calcolare la probabilità che tra le quattro scarpe ci sia almeno un paio. 6.5 Commenti e note bibliografiche P. Fermat, G.W. Leibnitz e B. Pascal sono ritenuti i precursori del calcolo combinatorio. È interessante osservare che alcuni anni fa uno storico della matematica dell’Università di Stanford (R. Netz), riesaminando il puzzle di Archimede Stomachion, è giunto alla conclusione che si trattasse di un vero trattato sul calcolo combinatorio. Sottolineiamo che la vastità, l’importanza e la complessità dei temi trattati all’interno di tutto ciò che si etichetta come teoria della probabilità è tale da rendere questo nostro capitolo solo uno strumento per cogliere un primo, e purtroppo superficiale, senso generale di queste problematiche. 6.5 Commenti e note bibliografiche 199 Per ulteriori approfondimenti, anche in relazione allo studio di situazioni in cui si presentano un numero infinito di eventi, si può consultare l’ottimo testo di Dall’Aglio ([7]).