Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Fare la verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale OBIETTIVO Applicare differenti metodi per verificare il funzionamento di un interruttore automatico differenziale. MATERIALE NECESSARIO Pannelli mod. PDG-R/EV, PDG-1/EV, SCE-1/EV. Alimentazione trifase fissa 380-400 Vca, monofase fissa 220-230 V. Serie di cavetti con spinotti di sicurezza diametro 4 mm. Multimetro digitale per misura di tensione alternate. Pinza amperometrica per misure di corrente alternata sia nominali che disperse. Strumenti per le verifiche elettriche, prove sui differenziali, misura dell’isolamento, misura della resistenza di terra. PREPARAZIONE ALLA ESERCITAZIONE Collegare i vari componenti elettrici seguendo lo schema elettrico e pratico di figura 6 o 7. RICHIAMI TEORICI Norma CEI 64-8 Dispositivi di protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell'alimentazione 531.2 Dispositivi differenziali Un dispositivo differenziale deve assicurare l'interruzione di tutti i conduttori attivi del circuito protetto. Nessun conduttore di protezione deve passare attraverso il circuito magnetico di un dispositivo differenziale. I dispositivi differenziali devono essere scelti ed i circuiti elettrici devono essere suddivisi in modo tale che qualsiasi corrente di dispersione che possa fluire verso terra durante il funzionamento ordinario degli apparecchi alimentati non possa causare un intervento intempestivo del dispositivo differenziale. Nota - I dispositivi differenziali possono intervenire con qualsiasi valore di corrente differenziale superiore al 50% della corrente differenziale nominale di intervento. L'uso di dispositivi differenziali associati a circuiti che non siano provvisti di conduttore di protezione non deve essere considerato come una misura di protezione sufficiente contro i contatti indiretti, anche se la corrente differenziale nominale di intervento non supera 30 mA. Sistemi TN Se, una o più delle condizioni indicate per i sistemi TN contro i contatti indiretti non possono essere soddisfatte con i dispositivi di sovracorrente per alcuni componenti elettrici o per alcune parti dell'impianto, questi componenti elettrici o queste parti possono essere protetti mediante un dispositivo differenziale. Sistemi TT Se un impianto è protetto mediante un solo dispositivo differenziale, questo deve essere posto all'origine dell'impianto, a meno che la parte di impianto compresa tra l'origine ed il dispositivo non comprenda masse. Sistemi IT Quando la protezione sia assicurata mediante un dispositivo differenziale e non sia prevista l'interruzione al primo guasto, la corrente differenziale di non funzionamento del dispositivo deve essere almeno uguale alla corrente che circola in occasione di un primo guasto a terra di impedenza trascurabile di un conduttore di fase. SCHEDA 4A Pagina 1 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale La funzionalità del dispositivo differenziale deve essere verificata per accertarsi che questi intervenga con una corrente differenziale di valore uguale al 100% della sua corrente differenziale nominale Idn. Si ricorda che il tasto di prova inserito nell’interruttore differenziale serve solo per accertare la funzionalità meccanica dello stesso, provocandone lo scatto con una corrente differenziale pari a circa 2,5 volte la propria Idn. E’ bene che le prove siano opportunamente tabellate. Un esempio di tabella per la registrazione delle prove sui differenziali si trova a fine scheda. L’interruttore differenziale è OK se apre i suoi contatti entro il tempo massimo indicato nella tabella sottostante. Norma di prodotto Tipo di Corrente differenziale Interruttore CEI EN 61008-1 e CEI EN 61009 -1 I dn 2 Idn 5 Idn 500 A Tipo generale Tipo S Tempo massimo di interruzione 0,3 s 0,15 s 0,04 s 0,04 s Tempo massimo di interruzione 0,5 s 0,2 s 0,15 s 0,15 s Tempo minimo di non funzionamento 0,13 s 0,06 s 0,05 s 0,04 s I tempi di interruzione sono validi anche per i differenziali di classe A, aumentando però i valori di corrente (Idn, 2Idn, 5 Idn e 500 A) per il fattore 1,4 per differenziali con Idn >0,01 A e per il fattore 2 per i differenziali con Idn 0,01 A. Obbligo normativo di installazione dell’interruttore differenziale. Casi in cui è richiesto l’interruttore differenziale Idn max. Norma CEI / articolo (mA) di riferimento Circuiti alimentati tramite cavo piatto per posa sotto tappeto tipo 30 CEI 64-8 art. 521.1 UWRW-1. Circuiti che alimentano prese a spina in zona 3 dei locali contenti 30 CEI 64-8 art. 701.53 bagni o docce. (1) Circuiti che alimentano apparecchi di illuminazione, apparecchi di 30 CEI 64-8 art. 701.55 riscaldamento, unità per vasche per idromassaggio in zona 2 del locali contenti bagni o docce. Circuiti che alimentano prese a spina in zona 1 (piccole piscine) e in 30 CEI 64-8 art. 702.53 zona 2 delle piscine (apparecchiature di classe I). (1) Circuiti che alimentano apparecchi di illuminazione fissi di classe I 30 CEI 64-8 art. 702.55 installati in zona 2 delle piscine. (1) Circuiti che alimentano prese a spina fino a 32 A nei cantieri edili. 30 CEI 64-8 art. 704.471 (1) Circuiti che alimentano prese a spina nei locali agricoli (escluso i 30 CEI 64-8 art. 705.412.5 locali ad uso residenziale). Circuiti in locali agricoli (escluso i locali ad uso residenziale). 500 CEI 64-8 art. 705.422 Circuiti che alimentano componenti elettrici fissi in luoghi 30 CEI 64-8 art. 706.471.2 conduttori ristretti. (1) Circuiti che alimentano prese a spina nelle aree di campeggio. 30 CEI 64-8 art. 708.3.3.2.6 Un interruttore differenziale non deve proteggere più di 3 prese Circuiti terminali in luoghi a maggior rischio in caso di incendio se 300 CEI 64-8 art. 751.04.1 racchiusi in involucri con grado di protezione inferiore a IP4X. Circuiti che alimentano prese a spina fino a 32 A nei locali ad uso 30 CEI 64-8 art. 710.413.1.3 medico di gruppo 1. Tutti i circuiti nei locali ad uso medico di gruppo 2 se non 30 CEI 64-8 art. 710.413.1.3 alimentati dal sistema IT-M. (1) A meno che l’alimentazione avvenga tramite trasformatore di isolamento o SELV. SCHEDA 4A Pagina 2 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Le Norme relative a dispositivi differenziali per usi domestici e similari sono: 18 (del 1980, in vigore sino al 30:06:2000); - Norma CEI EN 61008-1 CEI 23-42 del 11 1999; - Norma CEI EN 61009-1 CEI 23-44 del 11 1999. - Norma CEI 23- Quando, come nel caso di alcuni apparecchi a posa fissa per elaborazione dati e di alcuni apparecchi di cottura per comunità, la corrente di dispersione verso terra sia di valore elevato e risulti superiore alla metà della corrente nominale differenziale del dispositivo differenziale utilizzabile per la protezione del circuito, la protezione contro i contatti indiretti può essere ottenuta per es. realizzando le condizioni di un sistema TN, con la installazione di un trasformatore a due avvolgimenti e collegando le masse degli apparecchi utilizzatori ad un punto (generalmente il neutro oppure, nel caso di trasformatore monofase, il punto centrale), messo a terra, dell'avvolgimento secondario del trasformatore. La protezione contro i contatti indiretti viene in questo caso assicurata dai dispositivi scelti per proteggere contro le sovracorrenti il circuito secondario. Esistono apparecchi utilizzatori di Classe I, come per es. alcune realizzazioni costruttive di personal computer, macchine da scrivere, registratori di cassa, apparecchiature elettromedicali, ecc., incorporanti circuiti elettronici che funzionano in corrente continua, che possono produrre, in caso di guasto a massa, correnti con componenti continue tali da compromettere il funzionamento dei dispositivi differenziali posti a protezione dei relativi circuiti di alimentazione. In questi casi si raccomanda di prendere adeguati provvedimenti allo scopo di assicurare la protezione contro i contatti indiretti, ricorrendo alla protezione per separazione elettrica o, nell'ambito della protezione per interruzione automatica dell'alimentazione, a dispositivi differenziali di tipo A oppure di Tipo B (Pubblicazione IEC 755). Nessun provvedimento è richiesto invece per la protezione addizionale contro i contatti diretti. L'impiego di dispositivi differenziali aventi corrente nominale non superiore a 30 mA è considerato una misura di protezione addizionale contro i contatti diretti. Per questa ragione l'impiego di questi dispositivi è particolarmente giustificato per la protezione di apparecchi utilizzatori trasportabili, mobili o portatili, alimentati tramite cavi flessibili, la cui usura od invecchiamento può comportare l'asportazione dell'isolamento o la rottura dell'eventuale conduttore di protezione. I circuiti terminali dei locali ad uso medico di gruppo 1, che alimentino prese a spina con corrente nominale sino a 32 A, devono essere protetti con interruttori differenziali aventi corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA (protezione addizionale). Si deve fare particolare attenzione per assicurare che l’uso simultaneo di numerosi apparecchi, collegati allo stesso circuito, non possa causare scatti intempestivi degli interruttori differenziali. SCHEDA 4A Pagina 3 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verifica del funzionamento del differenziale, metodo 1 Metodo in cui una resistenza parzialmente variabile è collegata tra un conduttore attivo a valle del dispositivo differenziale D e le masse. La corrente viene aumentata riducendo il valore della resistenza variabile Rp. La corrente differenziale Id alla quale il dispositivo differenziale funziona non deve essere superiore alla corrente di funzionamento nominale differenziale Idn. Si raccomanda di disinserire il carico durante la prova. Figura 1 Verifiche del funzionamento dei dispositivi differenziali. Metodo 1 Note al metodo 1: - 1 Nei sistemi IT può essere necessario collegare un punto del sistema direttamente a terra durante la prova per ottenere il funzionamento del dispositivo differenziale. - 2 Se il carico è inserito, si deve accertare che la sua corrente di dispersione sia trascurabile. - 3 Sospendere la prova se il voltmetro indica una tensione minore di (U0 – UTP). Esempi: 230-50 = 180 V; 230-25 = 205 V. SCHEDA 4A Pagina 4 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verifica del funzionamento del differenziale, metodo 2 Principio di un metodo in cui la resistenza variabile Rp è collegata tra un conduttore attivo a monte del dispositivo differenziale D ed un altro conduttore attivo a valle. La corrente viene aumentata riducendo il valore della resistenza variabile Rp. La corrente Id alla quale il dispositivo differenziale funziona non deve essere superiore a Idn. Si raccomanda di disinserire il carico durante la prova. Se il carico è inserito, si deve accertare che la sua corrente di dispersione sia trascurabile. Figura 2 Verifiche del funzionamento dei dispositivi differenziali. Metodo 2 SCHEDA 4A Pagina 5 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verifica del funzionamento del differenziale, metodo 3 Principio di un metodo che utilizza un dispersore ausiliario. La corrente viene aumentata riducendo il valore della resistenza variabile Rp. Si misura allora la tensione tra le masse (UT tensione di contatto) ed un dispersore ausiliario indipendente (sonda di tensione). Si misura anche la corrente Id alla quale il dispositivo differenziale funziona, che non deve essere superiore alla corrente nominale Idn dell’interruttore in prova. Deve essere soddisfatta la seguente condizione: UT UL ( Id / Idn ) dove UL è la tensione di contatto limite convenzionale. Note: Questo metodo 3 può essere utilizzato solo quando il locale permette di realizzare il dispersore ausiliario. Nei sistemi IT può essere necessario collegare un punto del sistema direttamente a terra durante la prova per ottenere il funzionamento del dispositivo differenziale. Figura 3 Verifiche del funzionamento dei dispositivi differenziali. Metodo 3 È consigliabile verificare che il tempo di intervento non superi i limiti ammessi dalla Norma impianti, Norma CEI 64-8. Vedere i tempi di intervento per i sistemi TN, TT e IT. SCHEDA 4A Pagina 6 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verifica del funzionamento del differenziale, metodo 4 Per la prova di funzionamento degli interruttori differenziali si possono adottare i sistemi di misura di seguito esposti dove si utilizzano strumenti dedicati allo scopo. Figura 4 Schema per la verifica della funzionalità dei differenziali con strumentazione dedicata. Strumento di verifica collegato direttamente ai morsetti a valle del dispositivo in prova e la terra. Verifica del funzionamento del differenziale, metodo 5 Figura 5 Schema per la verifica della funzionalità dei differenziali con strumentazione dedicata. Strumento di verifica collegato direttamente alle prese a spina protette dallo stesso dispositivo differenziale. SCHEDA 4A Pagina 7 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verificare la funzionalità di un interruttore differenziale con corrente nominale di intervento differenziale Idn = 30 mA Figura 6 Verifica di funzionamento della protezione differenziale da 30 mA tipo A. Se non disponete di un reostato come indicato nello schema del metodo 3 (variabile tra 5 k e 15 k, corrente 50 mA), potete utilizzare la “combinazione” dei due guasti a massa per ottenere svariati valori di corrente e verificare il funzionamento delle protezioni differenziali. Essendo il differenziale in questione con corrente nominale Idn = 30 mA, per l’intervento è sufficiente combinare i valori di resistenza di guasto da 50 k e 15 k. E’ anche possibile creare delle dispersioni di corrente maggiore, in tal caso la protezione differenziale sollecitata maggiormente, impiega un tempo minore per intervenire. Questo però non è dimostrabile con la sola rilevazione della corrente di dispersione, si deve ricorrere a strumentazione appositamente costruita per il rilievo dei tempi di intervento. SCHEDA 4A Pagina 8 di 10 Verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Verificare la funzionalità di un interruttore differenziale con strumentazione dedicata Lo strumento va predisposto e collegato secondo le modalità espresse dal costruttore nel relativo manuale d’uso. Figura 7 Verifica di funzionamento dei differenziali con uno strumento dedicato. SCHEDA 4A Pagina 9 di 10 Fare la verifica funzionale di un interruttore automatico differenziale Ditta / verificatore .................................................... N. POSIZIONE o CIRCUITO Tabella VERIFICA del FUNZIONAMENTO delle PROTEZIONI DIFFERENZIALI Sistema elettrico TT TN DISPOSITIVO DIFFERENZIALE TIPO In (A) IT Idn (A) …….. di ….... PROVA Id (A) t (ms) TASTO DI PROVA FUNZIONA NON FUN ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... ... ................................................ ........................... ..... ..... ..... ..... ..... ..... Esempio di tabella per la registrazione delle prove sui differenziali. SCHEDA 4A Pagina 10 di 10