Capitolo 1 Il mercato del bene sport

A13
368
Anna Micaela Ciarrapico
Economia e sport
c
Copyright MMIX
ARACNE EDITRICE S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, 133/A-B
00173 Roma
(06) 93781065
ISBN 978-88-548-3094-3
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: aprile 2009
II edizione: marzo 2010
Indice
Introduzione
15
1 Il mercato del bene sport
1.1. Il bene sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2. Il sistema sportivo o mercato dello sport . . . . . .
1.3. La domanda di sport . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3.1. La domanda di tempo libero . . . . . . . . .
1.3.2. La domanda di un’attività di impiego del tempo
libero quale lo sport . . . . . . . . . . . . .
1.3.3. Quantità domandata e prezzo del bene sport
1.3.4. Quantità domandata di sport spettacolo . .
1.3.5. I modelli di derivazione della domanda di sport
che si basano sulla funzione di produzione .
1.3.6. Time allocation e domanda di sport . . . . .
1.3.7. Domanda di salute e domanda di sport . .
1.4. L’offerta di sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.1. L’interrelazione tra tre settori . . . . . . . .
1.4.2. L’intervento dello Stato . . . . . . . . . . .
1.4.3. Lo sport come bene pubblico . . . . . . . . .
1.4.4. Lo sport come bene meritorio . . . . . . . .
1.4.5. Le esternalità positive dello sport . . . . . .
1.4.6. Il settore del volontariato nello sport . . . .
19
19
20
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5
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34
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39
39
42
6
Economia e sport
1.4.7. Sport e settore commerciale . . . . . . . . .
1.5. Domanda e offerta di sport: le statistiche e i dati .
1.6. APPENDICE
Strumenti di microeconomia per approfondimenti del
capitolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.6.1. Derivazione della domanda di tempo libero .
1.6.2. La funzione di produzione . . . . . . . . . .
1.6.3. Costi, ricavi e derivazione dell’offerta di un
bene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.6.4. I fallimenti del mercato . . . . . . . . . . . .
1.6.5. Beni pubblici o sociali . . . . . . . . . . . .
1.6.6. La fornitura di beni pubblici . . . . . . . . .
1.6.7. Le esternalità . . . . . . . . . . . . . . . . .
44
46
2 Ricavi e costi nello sport
2.1. I ricavi delle squadre sportive . . . . . . . . . . . .
2.1.1. I ricavi da gare . . . . . . . . . . . . . . . .
2.1.2. Come determinare il prezzo dei biglietti . .
2.1.3. I ricavi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.1.4. I ricavi da sponsorizzazioni e da merchandising
2.2. I costi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.3. APPENDICE
Costi e ricavi nello sport italiano: l’esempio del calcio
2.3.1. L’evoluzione nella composizione dei ricavi nel
calcio italiano . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.3.2. I costi nel calcio italiano . . . . . . . . . . .
67
67
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3.1.
3.2.
3.3.
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83
88
obiettivi per le squadre sportive
91
Quali i possibili obiettivi . . . . . . . . . . . . . . .
91
La massimizzazione del profitto . . . . . . . . . . . 92
Il modello di Scully . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
La massimizzazione dell’utilità e l’interdipendenza tra
squadre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
97
3.5. Diversi obiettivi conducono a diversi comportamenti 100
Indice
7
4 Il mercato del lavoro dello sport
105
4.1. Il mercato del lavoro sportivo . . . . . . . . . . . . 105
4.2. L’offerta di lavoro nello sport . . . . . . . . . . . . 106
4.3. La domanda di lavoro nello sport . . . . . . . . . . 109
4.4. Il mercato del lavoro sportivo come esempio di situazione di monopsonio . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
4.5. Domanda di lavoro, produttività marginale e caratteristiche del mercato sportivo . . . . . . . . . . . . . 113
4.5.1. Domanda di lavoro sportivo e teoria del capitale
umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
4.6. Vincoli e potere monopsonistico nel mercato del lavoro
dello sport: dalla clausola di riserva al free agency . 117
4.6.1. Il tetto ai salari (salary cap) . . . . . . . . . 119
4.7. Il dibattito sulla necessità di imporre vincoli alla mobilità dei giocatori tra squadre . . . . . . . . . . . . 120
4.8. Distribuzione dei talenti e divergenza tra remunerazione e produttività marginale . . . . . . . . . . . . . 122
4.9. Quale è l’entità delle restrizioni? . . . . . . . . . . 123
5 Leghe sportive e bilanciamento della competizione 127
5.1. Come promuovere il bilanciamento nella competizione 127
5.2. Modelli di suddivisione dei ricavi e bilanciamento della
competizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
5.3. Suddivisione dei ricavi e bilanciamento della competizione: cosa si osserva nella realtà. . . . . . . . . . . 132
5.4. Preferenze dei tifosi ed incertezza del risultato . . . 133
5.5. Come misurare il bilanciamento della competizione 134
5.6. Le variabili che influenzano il bilanciamento della
competizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136
5.7. Misure dinamiche del competitive balance . . . . . . 137
5.8. Misure del competitive balance ed esperienza nord
americana ed europea a confronto . . . . . . . . . . 139
6 Leghe sportive e legislazione antimonopolistica
141
6.1. Leghe e vincoli nello sport . . . . . . . . . . . . . . 141
8
Economia e sport
6.2. Perché deve esistere una legislazione antimonopolistica? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.3. Lo Sherman Act . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.4. Perché l’agire di monopoli e di cartelli può “danneggiare” la collettività . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.5. Quali i possibili benefici di una situazione di monopolio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.6. Le leghe sportive: cenni storici . . . . . . . . . . . .
6.6.1. Nascita ed evoluzione delle leghe negli USA
6.6.2. La nascita delle leghe in Europa . . . . . .
6.7. Leghe, teoria economica e legislazione antimonopolistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.8. L’impatto dei cartelli nello sport nord - americano .
142
143
144
148
150
151
153
155
157
Conclusioni
161
Riferimenti bibliografici
163
Capitolo 1
Il mercato del bene sport
1.1.
Il bene sport
Secondo la Carta degli Sport emessa dal Concilio Europeo nel
1992 il termine sport si riferisce a “tutte quelle forme di attività fisica
che, tramite la partecipazione casuale od organizzata, hanno l’obiettivo di migliorare il benessere fisico e mentale, creando relazioni
sociali ed ottenendo risultati in competizioni a tutti i livelli”.
Sappiamo che i beni possono essere classificati come beni di
consumo se soddisfano direttamente i bisogni o come beni di investimento se servono a produrre altri beni o, ancora, come beni durevoli
e non durevoli a seconda che possano essere usati una volta o più di
una volta.
Generalmente lo sport viene assimilato ai beni di consumo ma,
in alcuni casi, può anche essere visto come un bene di investimento
funzionale, per esempio, ad ottenere un migliore stato fisico e quindi
una maggiore produttività nel lavoro ed un più elevato reddito.
Lo sport, inoltre, presenta alcune caratteristiche dei beni non
durevoli ed alcune caratteristiche dei beni durevoli. Nei casi in cui i
benefici si esplicano al momento stesso del consumo, lo sport può
essere considerato un bene non durevole, nei casi in cui i benefici si
19
20
Economia e sport
evidenziano con il tempo lo sport può essere considerato un bene
durevole.
1.2.
Il sistema sportivo o mercato dello sport
Consumatori ed imprese si incontrano sul mercato che è il luogo
dove i consumatori domandano i beni e le imprese offrono gli stessi.
In Italia il sistema sportivo viene definito dalla norma UNI 8616
del marzo 1984 come “l’insieme di tutti i praticanti e di tutti i
servizi sportivi”. I cittadini che praticano sport, ovvero i praticanti,
rappresentano il lato della domanda mentre i servizi sportivi, ovvero
tutto quello che è funzionale a praticare sport, rappresentano il
versante dell’offerta. Lo sport costituisce il legame tra domanda ed
offerta e, quindi, il bene scambiato sul mercato.
Come rappresentato nella figura 1.1, i praticanti sono coloro che
sul mercato domandano il bene sport mentre i servizi e le iniziative
sportive rappresentano l’offerta di sport.
DOMANDA
Abitanti
Praticanti
Attività sportiva
Iniziative
Organizzazione / servizi
Risorse
OFFERTA
Figura 1.1
Il mercato dello sport e gli elementi costitutivi del sistema
sportivo.
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
21
Sia nel caso in cui si consideri lo sport come un bene non durevole
che nel caso in cui si consideri come un bene durevole, l’analisi della
domanda del consumatore si sviluppa nella stessa direzione e si basa
sull’ipotesi che il consumatore, nello scegliere quanto sport praticare,
voglia massimizzare la propria utilità, cioè la soddisfazione che trae
dal consumo del bene.
L’ambito di analisi varia, invece, se si ipotizza che lo sport
abbia le caratteristiche di un bene capitale, un bene, cioè, che
serve a produrne altri. In tale ambito l’attenzione si focalizza
sul fatto che lo sport migliora lo stato di salute degli individui e
può, quindi, determinare un “rendimento” nel futuro rappresentato
dall’aumentata produttività e dal maggior reddito che ne consegue.
La natura “complessa” del bene sport fa sì che il consumatore
non sia sempre in grado di prendere decisioni perfettamente razionali.
Non sempre, infatti, ha informazioni sufficienti riguardo ai benefici
presenti e futuri che dal praticare sport derivano. Determinarne la
domanda non è quindi agevole.
Per quanto concerne l’offerta, la produzione di sport trova origine nell’operare di tre settori: il settore pubblico, il settore del
volontariato ed il settore commerciale. Poiché questi tre settori si
pongono obiettivi diversi ed usano strumenti diversi per raggiungerli,
identificare una curva di offerta è impossibile.
L’intervento dello Stato nella produzione di sport segue le linee
logiche della teoria dei fallimenti del mercato: dato che lo sport
in alcune sue manifestazioni presenta le caratteristiche, proprie dei
beni pubblici, della non escludibilità e della non rivalità, lo Stato
interviene ed il settore pubblico si sviluppa. In tal caso, infatti,
il mercato non è in grado di fornire tale bene efficientemente. Il
settore del volontariato è per definizione un settore “non for profit”
e la teoria che ne spiega il comportamento può essere considerata
la teoria dei clubs sviluppata da Buchanan (1965) ed applicata da
Weisbrod (1978, 1988) al caso dello sport. Il settore commerciale,
infine, agisce in un contesto concorrenziale e si pone come obiettivo
la massimizzazione del profitto definito come la differenza tra ricavi
totali e costi totali.
22
1.3.
Economia e sport
La domanda di sport
Nell’ambito dell’analisi neoclassica la quantità domandata di un
bene è funzione, oltre che del prezzo del bene stesso, del prezzo degli
altri beni e del reddito del consumatore. Nel caso, però, delle attività
di impiego del tempo libero (leisure goods) quali lo sport, le risorse
del consumatore, da cui dipende la quantità domandata del bene,
non si limitano al reddito ma comprendono anche la disponibilità
di tempo. Avere tempo libero a disposizione è condizione necessaria
perché gli individui possano decidere di domandare sport. Quindi,
prima di analizzare la domanda di sport, dobbiamo analizzare la
scelta dell’individuo riguardante la quantità di tempo libero di cui
decide di usufruire.
1.3.1.
La domanda di tempo libero
Nell’analisi neoclassica la domanda di tempo libero viene derivata, come la domanda di qualunque altro bene, da un processo di
massimizzazione dell’utilità.
La funzione di utilità U descrive le preferenze dell’individuo ed
è tracciata nella ipotesi che gli assiomi di riflessività, completezza,
transitività, continuità, non sazietà e convessità siano verificati
(Deaton-Muellbauer 1998).
Nella derivazione della domanda di tempo libero si ipotizza che
l’utilità del consumatore dipenda positivamente dal consumo (cresce
cioè al crescere del consumo) di beni generici qC e dal consumo di
tempo libero qL
U = U (qC , qL )
(1.1)
Tale funzione può essere rappresentata graficamente con le curve
di indifferenza riportate nella figura 1.2 che descrivono diversi livelli
di utilità totale che l’individuo ottiene con combinazioni diverse
dei due beni. Dati gli assiomi ai quali risponde la funzione di
utilità, le curve di indifferenza sono inclinate negativamente, con
convessità rivolta verso l’origine, non si intersecano mai e curve più
alte rappresentano un maggiore utilità.
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
23
L’individuo massimizza la propria utilità nel rispetto del vincolo
di bilancio che rappresenta le risorse a sua disposizione Tali risorse
verranno interamente spese nell’acquisto dei due beni qC e qL
pC qC + wqL = wT + V
(1.2)
Nella (1.2) con pC indichiamo il prezzo dei beni di consumo
qC , con w il salario che rappresenta il prezzo/costo opportunità
del tempo libero qL , con T il tempo complessivo a disposizione
dell’individuo e con V il reddito da proprietà o non da lavoro.
Il termine a destra dell’uguale, wT + V , è il reddito pieno R e
rappresenta le possibilità complessive di acquisto dell’individuo che
possono essere usate per l’acquisto di beni generici e di tempo libero.
Graficamente il vincolo può essere rappresentato come nella
figura 1.3.
Il processo di massimizzazione porta l’individuo a collocarsi sulla
più alta curva di indifferenza raggiungibile date le risorse a sua
Economia e sport
disposizione. L’equilibrio, ovvero il punto di tangenza del vincolo
di bilancio con la più alta curva di indifferenza ove è verificata
l’uguaglianza tra saggio marginale di sostituzione e rapporto tra i
17
qC
0
qL
Figura 1.2
Curve di indifferenza.
Figura 1.2 – Curve di indifferenza
L’individuo massimizza la propria utilità nel rispetto del vincolo di
bilancio che rappresenta le risorse a sua disposizione Tali risorse
verranno interamente spese nell’acquisto dei due beni qC e qL
24
Economia e sport
Capitolo I
18
Figura 1.3
Il vincolo di bilancio.
qC
(V+wT)/p
V
p
0
qL= T
qL
Figura
vincololadiquantità
bilanciodi beni di consumo e di tempo
prezzi
dei 1.3
beni–1 ,Ildefinisce
libero che l’individuo sceglie di consumare (figura 1.4)
∗
qC = f (pC , w,porta
R) l’individuo a collocarsi
(1.3) sulla
Il processo di massimizzazione
∗
qL = f (pC , raggiungibile
w, R)
(1.4) a sua
più alta curva di indifferenza
date le risorse
disposizione. L’equilibrio, ovvero il punto di tangenza del vincolo di
1.3.2.
La domanda
di un’attività
di impiego
del tempo libero
bilancio
con la più
alta curva
di indifferenza
ove quale
è verificata
lo
sport
l’uguaglianza tra saggio marginale di sostituzione e rapporto tra i
prezzi dei beni1, definisce la quantità di beni di consumo e di tempo
Per quanto
concerne lasceglie
determinazione
della quantità
che l’individuo
di consumare
(fig. 1.4)domandata
libero
delle diverse attività di impiego del tempo libero, tra cui vi è lo sport,
si può procedere in due momenti:
prima
si definisce la quantità di
q*C = f (p
C, w, R)
tempo libero che l’individuo domanda e poi, una volta dedotte le ore
1.3
q*L =di tangenza,
f (pC, w, la
R)curva di indifferenza ed il
1.4
In corrispondenza del punto
vincolo di bilancio hanno la stessa pendenza. Poiché la pendenza della curva
di indifferenza è il saggio marginale di sostituzione tra i due beni, SM S =
−∆qC1/∆q
, e la pendenzadel
delpunto
vincolo
paria a −w/p,
avremo
SM S = −w/p
In Lcorrispondenza
di ètangenza,
la curva
di indifferenza
ed il vincolo
1
di bilancio hanno la stessa pendenza. Poiché la pendenza della curva di indifferenza
è il saggio marginale di sostituzione tra i due beni, SMS = -∆qC/∆qL,e la pendenza
del vincolo è paria a –w/p, avremo SMS= -w/p
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
25
da dedicare alle attività necessarie (dormire e mangiare), si deriva
come decide di occupare le rimanenti ore. Alternativamente si può
già tenere conto nella definizione del vincolo di bilancio del fatto che
il tempo libero è la somma delle attività necessarie e delle possibili
attività ricreative; così facendo dal processo di massimizzazione
vincolata si ottiene la quantità domandata delle diverse attività.
Procedendo in entrambi i modi otteniamo la domanda marshalliana per una attività ricreativa od occupazione del tempo libero,
nel nostro caso lo sport, qS
qS = f (pS , pA , pC , R)
(1.5)
La quantità domandata dell’attività ricreativa sport è funzione
del suo prezzo pS , del prezzo delle
altre attività
Economia
e sport ricreative pA , del
prezzo dei beni di consumo pC e delle risorse del consumatore R. In
19
qC
(V+wT)/p
E
q*C
0
Figura 1.4
q*L
qL= T
qL
La quantità domandata di tempo libero e di beni di consumo in
Figura 1.4
– La quantità domandata di tempo libero e di beni di
equilibrio.
consumo in equilibrio
1.3.2 La domanda di un’attività di impiego del tempo libero quale lo
sport
26
Economia e sport
particolare la relazione tra quantità domandata di un bene/attività
impiego del tempo libero e proprio prezzo è negativa: all’aumentare
del prezzo diminuisce la quantità domandata. La curva di domanda
dell’attività
ricreativa sport può
quindi essere rappresentata come
Capitolo I
20
nella figura 1.5.
Variazioni del prezzo dello sport causano spostamenti lungo la
curva
dell’intera curva possono trovare origine
caso lomentre
sport, spostamenti
qS
in variazioni nelle risorse a disposizione dell’individuo, nei gusti del
consumatore o nei prezzi
ricreative.
qS=degli
f( pS,altri
pA, pbeni/attività
1.5
C, R)
1.3.3.
Quantità
domandata
e prezzo del
bene sport
La quantità
domandata
dell’attività
ricreativa
sport è funzione del
suo prezzo pS, del prezzo delle altre attività ricreative pA, del prezzo
dei Ma
beni
di consumo
delle risorse
del consumatore
R. In
a cosa
si intende pper
domandata
nel caso del bene
C equantità
sport?
Dobbiamo
considerare
due schemi
di analisi
(Vickerman
particolare
la relazione
tra quantità
domandata
di un
bene/attività
1975
a, b):
cosiddetta
gerarchica
che distingue
tra
impiego
dellatempo
liberoimpostazione
e proprio prezzo
è negativa:
all’aumentare
una
“domanda
genitrice”
) per le
sportive
del prezzo
diminuisce
la (parent
quantitàdemand
domandata.
Laattività
curva di
domanda
strettamente
dette ed sport
una opuò
piùquindi
domande
derivate
che riguardano
dell’attività ricreativa
essere
rappresentata
come nella
le
infrastrutture,
l’equipaggiamento, il vestiario, le calzature, ecc.,
figura
1.5
e lo schema di analisi che invece vede tutti gli elementi domandati
pS
DS
0
qS
Figura 1.5
La domanda di sport.
Figura 1.5 – La domanda di sport
Variazioni del prezzo dello sport causano spostamenti lungo la
curva mentre spostamenti dell’intera curva possono trovare origine in
variazioni nelle risorse a disposizione dell’individuo, nei gusti del
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
27
Economia e sport
21
simultaneamente e che quindi non distingue tra domanda genitrice
e domanda (o domande) derivata (derivate).
Come illustrato
nella efigura
1.6,
l’approccio gerarchico
1.3.3 Quantità
domandata
prezzo
delsecondo
bene sport
nella funzione di domanda genitrice la quantità domandata misura
la partecipazione
ad unaper
dataquantità
attività domandata
sportiva, (la nel
quota
sociale
Ma
a cosa si intende
caso
del per
bene
un
club
sportivo,
l’iscrizione
ad
una
piscina
ecc.),
mentre
per
quanto
sport? Dobbiamo considerare due schemi di analisi (Vickerman
riguarda
domande derivate
la quantità
domandata
rappresenta
1975
a, b): lalecosiddetta
impostazione
gerarchica
che distingue
tra una
la
quantità
domandata
di
quei
beni
che
sono
funzionali
all’attività
“domanda genitrice” (parent demand) per le attività sportive
sportiva prescelta
di racchette
da tennis,
mazze da le
strettamente
dette ed (la
unaquantità
o più domande
derivate
che riguardano
baseball, ecc.).
infrastrutture,
l’equipaggiamento, il vestiario, le calzature, ecc., e lo
Nell’impostazione che non distingue tra domanda genitrice e
schema di analisi che invece vede tutti gli elementi domandati
domanda derivata la quantità domandata si riferisce ad un bene
simultaneamente e che quindi non distingue tra domanda genitrice e
composito sport che include vari elementi. La quantità domandata
domanda (o domande) derivata (derivate).
viene ora espressa come la spesa complessiva che il consumatore
Secondo
l’approccio gerarchico nella funzione di domanda
deve affrontare per comprare il bene composito sport.
genitrice
la quantità domandata misura la partecipazione ad una data
Ipotizziamo, per esempio, l’acquisto di una vacanza di sci. Il
attività
quota
sociale per
clubcaso,
sportivo,
l’ iscrizione
benesportiva,
composito(lasport
comprende,
in un
questo
il viaggio
dal luogoad
unadipiscina
ecc.),
mentre
per
quanto
riguarda
le
domande
provenienza alla località sciistica, il pernottamento ed ilderivate
vitto, lo la
quantità
domandata
rappresenta
la quantità domandata di quei beni
ski pass,
la scuola sci
e l’affitto dell’equipaggiamento.
che sono
funzionali all’attività
prescelta
(la più
quantità
Nell’impostazione
neoclassicasportiva
la variabile
esplicativa
impor-di
racchette da tennis, mazze da baseball, ecc.).
Prezzo
quota
sociale
circolo
tennis
Prezzo
racchette
tennis
D
0
Partecipazione
n. quote circolo tennis
Figura 1.6
D
0
Quantità racchette tennis
Domanda genitrice e domanda derivata.
Figura 1.6 – Domanda genitrice e domanda derivata
28
Economia e sport
tante, nella funzione di domanda, è il prezzo. Determinare il prezzo
per un’attività sportiva non è facile. Il prezzo relativo allo svolgimento di un’attività sportiva ne riflette il costo ed è composto da
vari elementi: il costo di accesso ad eventuali strutture sportive, il
costo di affitto o di acquisto del necessario equipaggiamento, il costo
del tempo necessario per svolgere l’attività sportiva ecc.
Quindi, così come lo sport risulta essere un bene composito,
anche il prezzo del bene “sport” è un prezzo composito.
Più formalmente si ipotizza che i costi che concorrono a determinare il prezzo di un’attività sportiva siano di due tipi: costi fissi
e costi variabili.
I costi fissi si riferiscono a quei costi che l’individuo deve affrontare “una tantum”, che non dipendono dalla quantità di sport intesa
come frequenza con la quale si pratica un’attività sportiva (quote
di iscrizioni o quote associative a club o strutture sportive, costo
dell’equipaggiamento ecc.).
I costi variabili dipendono, invece, dalla frequenza con la quale si
pratica una certa attività sportiva e sono: il costo di utilizzo/accesso
alle strutture sportive, il costo di affitto dell’equipaggiamento ecc.
Il prezzo inteso come somma dei costi fissi e variabili influenza
la decisione dell’individuo riguardante se svolgere o meno una data
attività sportiva, mentre la frequenza con la quale un individuo
decide di praticare un’attività sportiva dipende dai soli costi variabili: maggiori i costi variabili, minore la frequenza con la quale un
individuo svolgerà una data attività sportiva.
Un altro elemento che influenza la frequenza con cui si pratica
uno sport è la quantità di tempo necessaria (il golf, per esempio
è un’attività sportiva che richiede un uso intensivo di tempo). Il
praticare un dato sport si ipotizza che sia negativamente correlato
al tempo necessario per svolgere tale sport: maggiore il costo opportunità legato all’utilizzo di tempo, minore la frequenza con cui tale
sport si pratica.
Data la natura composita del bene sport, nonché del prezzo
dello sport, è molto difficile stimare la sensibilità della quantità
domandata a variazioni del prezzo, nonché i rapporti di sostituibilità
e complementarietà tra attività sportive.
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
29
La sensibilità della quantità domandata a variazioni del prezzo
è misurata dall’elasticità della domanda al prezzo
e=
∆qS
qS
∆pS
pS
(1.6)
Nell’equazione (1.6) al numeratore abbiamo la variazione percentuale
della quantità domandata di una attività sportiva e al denominatore
abbiamo la variazione percentuale del prezzo di tale attività.
I rapporti di sostituibilità e di complementarietà tra attività
sportive sono invece misurati dall’elasticità incrociata che misura
la sensibilità della quantità domandata di un attività sportiva (qS1 )
rispetto a variazioni del prezzo di un altra attività (pS2 )
e=
∆qS1
qS1
∆pS2
pS2
(1.7)
Se l’elasticità incrociata ha segno negativo le attività saranno
tra loro complementari, se avrà segno positivo le attività saranno
tra loro sostitute.
L’analisi neoclassica della domanda di beni ipotizza inoltre che
le preferenze degli individui siano le stesse e che quindi gli individui
differiscano unicamente per il livello del reddito. Per le attività
ricreative come lo sport si è invece notato che tale ipotesi non è
realistica in quanto alcune variabili socio-economiche risultano molto
rilevanti nel determinare le preferenze degli individui. Tali variabili
sono l’età, il genere, il backround culturale e l’occupazione.
1.3.4.
Quantità domandata di sport spettacolo
Quella fino ad ora analizzata è la domanda di sport del consumatore/praticante ma lo sport può essere anche inteso come sport
spettacolo ed allora quando si parla di domanda si vuole identificare
la relazione tra prezzo e numero di biglietti richiesti per un incontro,
30
Economia e sport
tra prezzo e numero di abbonamenti per un campionato o tra prezzo
e presenze ad un incontro o match sportivo (figura 1.7).
Si nota che la relazione tra prezzo e quantità domandata è
comunque una relazione negativa: maggiore è il prezzo minore è la
quantità di biglietti domandata ed acquistata.
La posizione
della curva di domanda
è, poi, determinata dalle
Capitolo I
24
preferenze dei consumatori/tifosi, dalle risorse a loro disposizione e
ancora dal prezzo delle attività di intrattenimento alternative
1.3.5.
differiscano unicamente per il livello del reddito. Per le attività
ricreative come lo sport si è invece notato che tale ipotesi non è
I realistica
modelli di
domanda
di sport che
si basano
in derivazione
quanto alcunedella
variabili
socio-economiche
risultano
molto
rilevanti
nel determinare
le preferenze degli individui. Tali variabili
sulla
funzione
di produzione
sono l’età, il genere, il backround culturale e l’occupazione.
Oltre 1.3.4
all’impostazione
neoclassica
nell’ambito della quale, dato
Quantità domandata
di sport/spettacolo
il tempo libero a disposizione dell’individuo, questi decide di domandare sport
se la
o piacere
egli traedi dal
faredel
Quella
finosoddisfazione
ad ora analizzata
è lache
domanda
sport
consumatore/praticante
ma
lo
sport
può
essere
anche
inteso
come
attività sportiva è superiore ai costi connessi, è possibile derivare
sportdispettacolo
ed allora quando
si parla di domanda
vuole
la domanda
sport rifacendosi
all’impostazione
incentratasisulla
identificare la relazione tra prezzo e numero di biglietti richiesti per un
funzione di produzione dell’individuo.
incontro, tra prezzo e numero di abbonamenti per un campionato o tra
Generalmente
la funzione
produzione
riferita alle imprese e
prezzo e presenze
ad un di
incontro
o matchèsportivo.
rappresenta le relazione tecnica che connette l’impiego dei fattori
Prezzo
biglietti
D
0
Figura 1.7
Quantità domandata
biglietti
Relazione tra prezzo dei biglietti e numero di biglietti per una
Figura
1.7 del
– Relazione
tradiprezzo
biglietti e numero di biglietti
partita
campionato
basketdei
maschile.
per una partita del campionato di basket maschile
Si nota che la relazione tra prezzo e quantità domandata è
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
31
produttivi (inputs) alla quantità di prodotto (output) che si ottiene
con metodi di produzione tecnicamente efficienti (vedi appendice).
Nei modelli di derivazione della domanda di sport la funzione di
produzione è invece riferita all’individuo.
Nel modello di Becker la quantità di sport è la risultante del
processo produttivo mentre nel modello di Grossman lo sport è uno
dei fattori produttivi.
1.3.6. Time allocation e domanda di sport
Nel modello di Becker (1965) l’utilità dell’individuo non dipende
direttamente dai beni di consumo qC e dal tempo libero qL bensì da
una serie di beni o attività, Qi
U = U (Q1 , Q2 , . . . , Qi )
(1.8)
Qi = f (qLi , qCij )
(1.9)
dove
La (1.9) rappresenta la funzione di produzione di un’attività Qi :
per produrre una attività Qi è necessario impiegare come inputs il
tempo libero qL e alcuni beni di mercato qCj .
Per esempio, se l’attività di impiego del tempo libero è giocare a
tennis, tale attività richiederà utilizzo di tempo e di beni di mercato
quali le scarpe, l’abbigliamento appropriato e la racchetta da tennis.
Questo modello è utile per capire come il tempo complessivo è
distribuito tra le varie attività. La quantità di “fattori” da impiegare,
beni di consumo e tempo, dipende dai rispettivi prezzi: pCj per i
beni di consumo e w per il tempo. Quando i prezzi variano, variano
anche le proporzioni con le quali i fattori vengono domandati e
impiegati.
Comunque, le quantità di tempo libero qL e di ciascun bene qCj
impiegate per la produzione di Qi sono scelte sempre in modo da
rendere massima l’utilità nel rispetto del vincolo di bilancio; l’utilità
a sua volta dipende, anche se indirettamente attraverso la funzione
di produzione, da qL e qC .
32
Economia e sport
Osserviamo, però, che essendo il costo opportunità di un ora di
tempo libero impiegata in ciascuna attività sempre w, ed il prezzo
per ciascun bene j impiegato in qualunque attività sempre pCj , è
possibile aggregare le varie attività di impiego del tempo libero in
un’unica variabile, qL ed i vari beni di consumo in un’unica variabile
qC . Il risultato sarà una funzione di utilità che dipende da qL e qC
come nel modello convenzionale neoclassico.
Possiamo dire, quindi, che la quantità di sport Qs è l’output di
un processo produttivo nel quale i fattori impiegati dall’individuo
sono il tempo libero ed i beni di consumo. Esisteranno attività di
impiego del tempo libero a maggior intensità di tempo e altre a
maggior intensità di beni. Tra le attività di impiego del tempo libero,
le attività sportive si ritiene siano ad alta intensità di tempo. Inoltre,
se distinguiamo tra attività di impiego del tempo libero “superiori”
ed “inferiori”, a seconda di come varia la partecipazione a queste
attività in funzione del reddito, lo sport è ritenuto un’attività di
lusso in quanto all’aumentare del reddito la partecipazione aumenta
più che proporzionalmente.
Nel modello di allocazione del tempo alla Becker, mentre l’impiego ed il consumo di beni di consumo può continuare ad aumentare,
il tempo è un fattore finito. Man mano che il tempo diventa scarso
e costoso la produzione ed il consumo dell’individuo si indirizzerà
verso attività ad alta intensità di beni mentre verranno via via
abbandonate attività ad alta intensità di tempo (Vickerman 1980).
La funzione di produzione dell’individuo “alla Becker” risulta
uno strumento appropriato per determinare la domanda per attività
ricreative o di impiego del tempo libero, come lo sport, in quanto
permette di determinare sia la domanda per una data attività sportiva, domanda “genitrice”, che le domande derivate per le cosiddette
facilities o attrezzature.
1.3.7.
Domanda di salute e domanda di sport
Nel modello di Grossman (1972) la domanda di salute ha implicazioni dirette per la domanda di attività fisica e sportiva. Secondo
Capitolo 1. Il mercato del bene sport
33
Grossman la funzione di produzione per il bene salute S è la seguente
S = f (D, W, HS, E)
(1.10)
Per ottenere un certo ammontare di output/salute si richiede
l’impiego dei fattori riportati nella parentesi e che sono: un corretto
regime alimentare D, buone condizioni di lavoro W , buone condizioni
dei servizi sanitari HS ed esercizio fisico o sport E. In questo caso
l’esercizio fisico o sport non è l’output ottenuto ma uno dei fattori
che determina lo stato di salute dell’individuo.
Indagini svolte evidenziano che per gli individui di età superiore
ai 30 anni lo sport viene considerato come un mezzo per mantenere
o migliorare lo stato di salute. Lo sport può, quindi, essere visto
come un bene di investimento che ha un suo rendimento: la migliore
salute di cui si può godere negli anni futuri ed il maggior reddito
che la migliore salute permette di ottenere.
Si investe in sport, quindi, per ottenere una migliore salute, per
poter lavorare di più e per ottenere un maggior reddito.
Il rendimento dell’investimento in sport dipende da due elementi:
dal saggio di salario e dal numero di giorni di buona salute generati
dall’aumentato esercizio fisico.
Il saggio di salario ha un duplice effetto: se aumenta, maggiore
sarà il rendimento del bene salute, ma un maggiore salario significa
anche un maggiore costo del tempo necessario per fare esercizio
fisico. Il senso delle relazione tra esercizio fisico e reddito risulta
ambiguo.
Un’altra variabile che influenza la domanda del bene salute è il
fattore età. Anche questo fattore agisce tramite due canali. Da un
lato, man mano che la persona invecchia, il tasso di deprezzamento
del capitale salute aumenta e quindi è richiesto più investimento in
esercizio fisico per mantenere invariato il livello dello stock di salute;
dall’altro, avvicinandosi gli anni del pensionamento, il beneficio
dell’investimento in esercizio fisico si esplicherà in un minor lasso
temporale e quindi sarà più limitato.