LA RISPOSTA CEREBRALE ALLA BELLEZZA AUREA

LA RISPOSTA CEREBRALE ALLA BELLEZZA AUREA
La bellezza è oggettiva o soggettiva?
Indubbiamente ognuno di noi vive la propria esperienza estetica in base a fattori soggettivi, ma giocano un
ruolo importante anche principi a base biologica che permettono il riconoscimento oggettivo del bello.
C. Di Dio, E. Macaluso e G. Rizzolatti (2007) hanno condotto uno studio per chiarire il rapporto esistente tra
fattori oggettivi e soggettivi nella percezione della bellezza.
Gli autori hanno analizzato l’effetto estetico dei parametri oggettivi nelle opere d’arte studiando le
attivazioni cerebrali (fMRI) in 14 volontari, non esperti in critica dell’arte, durante l’osservazione di alcune
immagini di sculture d’arte classica e rinascimentale. Queste opere sono riconosciute dalla cultura
occidentale come rappresentazioni della bellezza oggettiva: esse presentano un parametro che sembra
rappresentare la bellezza ideale, la proporzione aurea.
Figura 1- Doriforo di Policleto
Sono state presentate agli osservatori 15 immagini bidimensionali di sculture classiche e rinascimentali. In
alcune di esse il parametro originale della bellezza aurea era stato modificato, ottenendo degli stimoli
leggermente distorti.
Gli stimoli sono stati presentati in tre condizioni sperimentali diverse:
1- Condizione di osservazione: i volontari dovevano osservare le sculture come se si trovassero in un
museo, senza alcuna richiesta particolare, in modo da evocare una risposta cerebrale spontanea
alla visione delle opere d’arte.
2- Condizione di giudizio estetico: i volontari dovevano giudicare gli stimoli presentati in base a giudizi
estetici.
3- Condizione di giudizio di proporzione: era chiesto agli osservatori di giudicare gli stimoli in base a
giudizi di proporzione.
Alla base dell’esperimento vi erano due ipotesi da verificare. Innanzitutto si presumeva che le proporzioni
delle opere originali avrebbero stimolato una maggior attività nelle aree del cervello deputate alla
mediazione del piacere, in particolar modo nell’insula. La seconda ipotesi era che l’aumento del segnale
sarebbe risultato superiore durante la prima condizione di osservazione, nella quale non era richiesta una
valutazione esplicita degli stimoli.
Entrambe le ipotesi sono state confermate. Le immagini canoniche sono state in gran parte valutate
positivamente mentre le immagini modificate sono state generalmente valutate negativamente ed è stato
rilevato come l’osservazione delle immagini nelle quali era presente la proporzione aurea abbia
determinato delle attivazioni cerebrali diverse rispetto a quelle in cui non era presente. È stato riscontrato
che nel giudicare un’opera come “brutta” o “bella” vi sarebbe l’attivazione congiunta di popolazioni di
neuroni corticali che rispondono alle proprietà fisiche degli stimoli e di neuroni situati nell’insula.
Quindi, in conclusione si può affermare che il giudizio estetico è mediato sia da fattori soggettivi sia da
parametri oggettivi biologici insiti in ogni essere umano.
Fonti:
-
C. Di Dio, E. Macaluso, G. Rizzolatti, La bellezza aurea. Risposta cerebrale alle sculture classiche e rinascimentali,
“Psicoart”, n.1, 2010