t. Apparato digerente 2t7 Fig' 8'14 - Rapporti dello stomaco. Anteriormente si apprezzano i rapporti con la gabbia toracica e il fegato. per trasparenza si os. servano anche i rapportidello stomaco con ilpancreas, con il rene sinistro e còn ilioton trasverso.l, d.ipolmone;2, esofago; rlessura ouòdenodisiunare;6, coton tià*àr.à;2, rene sinisrro;8, B;; coron ascendente;e ,rÀò lAl|l|f.Xt l1111lr1,;to"t''5, rmportante anastomosi tra il sistema portale epatico e il sistema della vena cava, di notevoie rilievoìn ca_ so di. patologie quali, per esempio, l,ipertensione portale. nel lume esofageo. d;;ril; attraverso il diaframma, la uella esofagea vanno a core esofageo inferiore, che succo gastrico' corrosivo' 8.5 Stomaco Lo stomaco è una dilatazione del canale alimen_ tare che fa seguito all'esofago, al di sotto del dia_ framma. E situato nella regione sovramesocolica della cavità peritoneale deil'àddome, assieme al fe_ trapas.sa gradualmente tessuti coesistono. in quella liscia; perciò i due presenti gli enzimi litici pepsina e rennina per la di_ gestione delle proteine. Ltpitelio di rivestimento assicura la costante difesa dìila superficie gastrica 2r8 ANATOMIA DELLU0MO lo muscolare sfinterico, 1o delimita rsBN 88 ;(: dal duodenc (piloro). Lo stomaco ha una capienza variabile pc: età, sesso e costituzione. La capacità media è 1,5 traverso il piloro. Lo stomaco ha la forma di un sacco dilatato in al_ to, appiattito in senso antero-posteriore quando è vuoto. Presenta un margine destro concavo e piìr breve.(piccola curvaturaldi circa l5 cm), mentrè il litri. di 1 lIdrLlto 2t9 digerente Fi9.8.16 - Sollevato il fegato si mette in luce il piccolo omento costituito da due parti che hanno diversa consistenza e trasparenza: il Legamento epatogastrico (parte flaccida) e il legamento epatoduodenale (parte tesa). 1, Lobo epatico sinistro; 2, stomaco; 3, ntlza',4, legamento epatogastrico; 5, legamento frenocolico slnistro; 6, legamento gastrocolico (radice anteriore del grande omento); 7, colon ascendente; 8, piloro; 9, cistifellea; 10, legamento epatoduodenale; 11, legamento rotondo; 12, lobo epatico destro. riose:la prima, a livello della piccola curvatura, è formata dall'anastomosi tra l'arteria gastrica sinistra (proveniente dal tripode celiaco) e l'arteria gastrica destra (ramo dell'arteria epatica); la seconda, a livel1o della grande curvatura, è costituita dall'anastomosi tra l'arteria gastroepiploica sinistra (ramo del1'arteria splenica o lienale) e l'arteria gastroepiploica destra (ramo dell'arteria gastroduodenale, a sua volta proveniente dall'arteria epatica). Inoltre, il fondo gastrico è irrorato da rami dell'arteria splenica. Le vene dello stomaco percorrono a ritroso il decorso delle arterie, ricalcandone la denominazione, e sono tributarie del sistema della vena porta.IÌinnervazione, sia simpatica sia parasimpatica, è fornita da rami del ganglio celiaco e da rami terminali del nervo vago rispettivamente; i nervi penetrano nell'organo formando i plessi mioenterico e sottlmuclso, per il controllo dell'attività motoria e di quella secretoria. La struttura microscopica dello stomaco è quella tipica del canale alimentare e presenta quattro tonache sovrapposte. La tonaca mucosa si solleva a formare pliche longitudinali, particolarmente evidenti quando I'organo è vuoto, e creste tra le quali si delimitano/ossette,nei cui fondi sboccano le ghiandole gastriche. L epitelio di rivestimento è batiprismatico semplice, con cellule ricche di microvilli, a secrezione mucosa (Fig.8.17); il ricambio dell'epitelio awie- Fig.8.17 - Epiielio di rivestimento dello stomaco formato da cellule mucipare. ANATOIIIl DELLLI 220 5q )B{t I ili]lìllriI - ,il 1' ]ml lHU' :ilulI itli. flnt -iE lf !t -t lll lli lllii i I rliitl ti,ÈI Fig.8.18 - Stomaco umano. Sezione longitudinale (a) e trasversale (b) di alcuni tubuli delle ghiandole gastriche propriameni: Le cellule delomorfe appaiono ben delimitate e sono distinguibili per l'intensa acidofìlia; le cellule adelomorfe hanno contorni :,=-r= me-: -:r- tamente distinti. ne in circa tre giorni, a partire da cellule staminali localizzale in vicinanza dello sbocco delle ghiandole nei fondi delle fossette gastriche. La lamina propria è fittamente stipata di ghiandole, diverse nelle varie parti dello stomaco. Le ghiandole del cardias sono tubulari composte, a secrezione mucosa. Contengono poche cellule endocrine che secernono serotonina. Le ghiandole gastriche propriamente dette, del fondo e del corpo, sono tubulari semplici e presentano cellule di vario tipo (Fig. B.lB). Cellule a secrezione mucosa sono presenti soprattutto a livello dello sbocco;7e cellule principali o adelomorfe,basofile, producono granuli di zimogeno contenenti pepsinogeno, precursore dell'enzima proteolitico pepsina; le cellule parietali o delomorfe, piìr grandi delle precedenti, producono acido cloridrico e sono inoltre responsabili della secrezione del fattore intrinseco, importante per 1'assorbimento della vitamina B12; cellule di tipo endocrino, parte del siste- ma endocrino diffuso (sistema endocrino gastroenteropancreatico o GEP), denominate anche argentaffini o enterocromaffini per la loro colorabi- lità con sali d'argento o di cromo, sono respons.l li della secrezione di numerosi peptidi e di ser..i, - nlna. Le ghi an dole p ilor ich e,numerose soprattutto n ;, - l'antro pilorico, sono di tipo tubulare ramificatt . secrezione mucosa neutra, con rare cellule delomr.rfe e molte cellule G secernenti gastrina, un ormon. che, per effetti paracrino ed endocrino, stimola -. secrezione di acido cloridrico da parte delle cellui. delomorfe delle ghiandole del fondo e del corpo. Una spessa muscularis muclsae, con uno strata circolare interno e uno longitudinale esterno, separa la mucosa dalla sottomucosa. La tonaca muscolare (Fig.8.19) è costituita da tre strati di cellule muscolari lisce: uno longitudinale. uno circolare e uno obliquo profondo, particolara livello della regione cardiale e del fondo.A livello pilorico la tonaca muscolare costituisce un anello (sfintere pilorico), che periodicamente si apre per far defluire il chimo (cioè gli alimenti parzialmente digeriti dal succo gastrico) nell'intestino tenue. Infine vi è la tonaca sierosa,la piìr esterna, costituita dal peritoneo. mente sviluppato { l. Aqparato digerente 22t Fig. 8.19 - Organizzazione della tonaca muscolare dello stomaco; essa è composta da tre strati di fibre muscolari lisce: uno strato interno (3), in cui le fibre sono disposte obliquamente; uno strato intermedio (2), con fibre ad andamento circolare, e uno strato esterno (1), con fibre longitudinali. Questa disposizione delle fibre muscolari permette allo stomaco di contrarsi con forza riducendo il calibro del lume e facendo avanzare il contenuto in direzione del duodeno. A, Faccia anteriore; B, faccia posterio- re; C, grande curvatura; D, solco pilorico; E, piccola curvatura. 8.6 Intestino tenue Lintestino tenue costituisce il tratto piìr lungo e tortuoso del canale alimentare (in media circaT m). Fa seguito allo stomaco e continua con l'intestino crasso a livello della valvola ileocecale. Lintestino tenue è situato nella cavità addominale e si divide in due porzioni: il duodeno e f intestino tenue mesen- crovilli degli enterociti. Ciò consente l'assorbimento delle molecole provenienti dalla digestione nel circolo sanguigno e linfatico. Le cellule endocrine diffuse, assieme ai plessi nervosi sottomucoso e mioenterico, assicurano il complesso coordinamento tra la progressione del contenuto e l'attività secretoria e assorbente, mentre il tessuto linfoide diffuso e aggregato garantisce la sorveglianza rmmunologica. teriale. Iiintestino tenue riceve il chimo dallo stomaco a livello dell'ampolla duodenale, ricca di ghiandole a secrezione alcalina per contrastare l'acidità gastrica. Nel duodeno sboccano il dotto coledoco e i dotti pancreatici che vi portano la bile e il succo pancreatico, i quali contribuiscono, assieme al succo enterico prodotto dalle ghiandole intestinali, a completare la digestione dei materiali nutritizi mediante l'azione emulsionante della bile e quella litica delle lipasi, amilasi e proteasi di pròvenienza pancreatica ed enterica. La superficie assorbente dell'intestino tenue assomma a circa 100 m2. euesta estensione viene ottenuta tramite successivi ripiegamenti della superficie interna rappresentati dalle pieghe circolari, dai villi intestinali e dai mi- 8.6.1 Duodeno Il duodeno ha una ltnghezza di25-30 cm e un diametro di3,5-4 cm. È la parte fissa dell'intestino tenue, essendo situato in gran parte al di dietro del peritoneo. Ha una caratteristica forma a "C" (Fig. 8.20), con la concavità rivolta a sinistra e in alto, e presenta quattro porzioni: la prima è il bulbo duodenale,lungo circa 5 cm, lievemente dilatato; Ia seconda è la parte discendente, lunga circa 8 cm; la terza è la parte orizzontale,lunga circa 6 cm; Ia quarta, è la parte ascendente,lunga circa 6 cm, che termina nell'angolo o flessura duodenodigiunale, dove il duodeno continua con l'intestino tenue mesenteriale. 222 Il duodeno prende rapporto con il pancreas, la cui testa si inserisce strettamente nella concavità della C duodenale e, in avanti, con il lobo destro del fegato e con la cistifellea, con la flessura destra del colon, con le anse intestinali e con l'arteria e la vena mesenteri- nodigiunale al diaframma e alla parete addominale posteriore. Con l'eccezione della prima porzione, il duodeno è coperto dal peritoneo sòlo antèriormente, rimanendo quindi aderente alla superficie addominale posteriore e agli organi sopra indicati. ANATOMIA DELLLIO}1LI Sulla superficie interna del duodeno (Fig. B.l . : -livello della parete mediale della porzionè dis - dente, sono visibili due rilievi. quèlo inferiore papilla duodenale maggiore di Vater, dove sbocca. il coledoco e il dotto pancreatico maggiore. que superiore è la papilla duodenale minore di Santo: ni, dove sbocca il dotto pancreatico accessorio. : - rie del sistema portale epatico. 8.6.2 Intestino tenue mesenteriale Lintestino tenue mesenteriale è costituito da due tratti successivi, il digiuno e f ileo (Figg. 8.22 e g.l-r . 223 8, Apparato digerente Fig. 8.21 - Sezione del duodeno e del pancreas in cui si dimostra il decorso dei dotti pancreatici. 1, Papilla duodenale mìnore; 2, dotto di Santorini; 3, dotto di Wirsung; 4, corpo del pancreas, 5, coda del pancreas;6, arteria e vena mesenteriche superiori; 7, testa del pancreas; 8, papilla duodenale maggiore; 9, cole- doco;10, duodeno. { Fi1.8.22 - Disposizione delle anse dell'intestino tenue dopo apertura della parete addominale e sollevamento del grande omenlo e del colon trasverso. I pacchetti di anse appaiono regolarmente stipati e ricoprono parte del colon ascendente e tutto il colon discendente. 1, Colon trasverso; 2, mesocolon trasverso; 3, llessura duodenodigiunale; 4, digiuno; 5, colon ileopelvico; 6, vescica urinaria; 7, ileo, 8, colon ascendente; 9, depositi di grasso nel grande omento. E 224 \\-\Itr-\iÌ,i -):-- - che misurano complessivament. ;-::,, diametro progressivanrente decre s;-.-.. -- . . . 1,5 cm. Lintestino tenue mesenteri:-: : - - . mente awolto dal peritoneo che 1o tier; : . la parete addominale posteriore mcdi.r .- . legamento peritoneale a r,entaglio (lri-.;':.. sentere,formato da duelamineperitone; -. - . corrono i vasi e i nervi intestinali, parte .,: : - - : .: r. -.-margine posteriore delle anse intestinali. L-.-,. testinali sono situate nel compartimento Sr,.. r : posteriore dell'addome con una radice ob- - - circa 15 cm e raggiunge, aprendosi a c. colico della cavità addominale, all'internrr --dro formato dal colon. Anteriormente le a:s. , ricoperte dal grande omento o grembiule om.:.. - - I rapporti posteriori e inferiori deldi-9iur,. . -, l'ileo variano secondo l'altezzadell'ansa con:,:. -'e si realizzano con gli organi e le formaziolri :., peritoneali per le anse superiori e con gli orgcl-- - : vici per quelle inferiori. - Fig.8.23 - lmmagine radiogralica dell'intestino tenue. ll mezzo di contrasto delinea nettamente il decorso delle anse intestinali, Le incisure corrispondono alle pieghe circolari. Nell'inserto è rappresentata l'immagine radiologica dell'ultima ansa ileale; si vedono i due labbri della valvola ileocecale. La vascolariz zazione del tenue mese nte rialc . : -rantita dai rami dell'arteria mesenterica supÈ:- : mentre le vene confluiscono nella vena mesenit:, inferiore, tributaria della vena porta. - i: nu:. La superficie interna dell'intestino tenue 8.24) preienta sottili pieghe trasversali della Fi1.8.24 - Configurazione interna dell'intestino tenue (a, b) e schema dell'organizzazione vascolare dei villi intestinali (c). 1, Pieghe circolari; 2, mesentere; 3, villi; 4, asse della piega circolare (sottomucosa);5, tonaca muscolare organizzala in due strati; 6 villi intestinali; 7, vaso chilifero assiale; 8, fasci muscolari del villo;9, muscularis mucosae',10, ghiandola intestinale; 11, arteria assiale del villo; 12, vena assiale del villo, 8. Apparato digerente 225 sa e della sottomucosa,detle pieghe circolari o valvo- le di Kerkring,assenti solo nella prima porzione del duodeno e nell'ultimo tratto dell'ileo. La tonaca mucosa è a sua volta sollevata in estroflessioni, i villi intestinali (Fig.8.25), di forma lamellare nel duodeno e man mano piìr ristrette, fino a essere francamente digitiformi nell'ileo. Lepitelio di rivestimento, batiprismatico semplice, è formato da tre tipi cellulari: enterociti, i piìr numerosi, caratterizzatida un orletto aspazzola (Fig,8.26); cellule ca- liciformi mucipare; cellule del sistema endocrino gastroenteropancreatico, responsabili della produzione di numerosi ormoni. La lamina propria della mucosa, costituita da un connettivo lasso ricco di cellule, forma 1'asse dei vilÌi e presenta le ramificazioni terminali di arterie, vene e capillari linfatici (vasi chiliferi), responsabili del trasporto dei lipidi assorbiti dall'epitelio. Nella lamina propria sono presenti numerose ghiandole tubuIari semplici (ghiandole intestinali di Galeazzi o cripte di Lieberkiihn) (Fig.8.27). Esse presentano, oltre agli enterociti, alle cellule caliciformi mucipare e alle cellule di tipo endocrino, anche cellule basali di rimpiazzo necessarie a causa del rapido ricambio dell'epitelio di rivestimento (3-5 giorni). Le cellule endocrine secernono gastrina, serotonina, secretina e pancreozimina-colecistochinina. Sul fondo delle ghiandole,le cellule piramidali di Paneth producono glicoproteine, tra cui il lisozima a funzione antibatterica. Nella lamina propria sono inoltre presenti piccole masse di tessuto linfoide, sotto forma di noduli linfatici isolati o noduli linfatici aggregati (placche di Peyer), che aumentano di numero e dimensioni nell'ileo. La funzione di queste formazioni è di limitare l'attecchimento di popolazioni batteriche presenti negli alimenti e di mantenere in equilibrio le popolazioni batteriche che costituiscono la flora intestinale, normalmente presente. La muscularis mLtcosae presenta due strati di fibrocellule muscolari, longitudinale esterno e circolare interno, con propaggini all'interno dell'asse dei villi intestinali di cui determinano movimenti di retrazione (spremitura dei Fig. 8.25 - Supedicie della mucosa dell'intestino tenue vista al microscopio elettronico a scansione. La mucosa si solleva in una grande quantità di pliche e villi, qui illustrati, che aumentano la supedicie di assorbimento della mucosa intestinale [1]. villi). Nella tonaca sottomucosa sono presenti, ma solo nella prima parte del duodeno, numerose ghiandole tubulari composte a secrezione mucosa con pH alcalino,le ghiandole duodenali di Brunner, indispensabili per proteggere f intestino tenue dall'aggressione del chimo acido proveniente dallo stomaco,ln questa tonaca è presente un plesso di fibre e piccoli gangli del sistema nervoso simpatico. La tonaca muscolare è costituita da uno strato Fig. 8.26 - Duodeno di ratto. Ultrastruttura della zona apicale di due enterociti contigui. La superficie assorbente viene notevolmente ampliata dai microvilli colti in sezione longitudinale. Nell'asse di ciascun microvillo si trova un fascio di microfilamenti che continua, per breve tratto, nella trama bito aldisotto dell'orletto striato.Tra le due nistra) si osservano complessi giunzionali. dei microvilli si notano invaginazioni della ca: si tratta di vescicole di pinocitosi. terminale situata sucellule epiteliali (a siNel punto di attacco membrana plasmati- 226 ANATOMIA DELLUOMO rs;r;' :. coglie nella sua porzione dilatata, o ampolla -. le feci formate che, attraversato il pavimento p. ' nell'atto dell'evacuazione, vengono espuise ali ., -. no attraverso 1'orifizio anale. La morfologia generale dell'intestino crass. . ' ratteristica: il suo calibro è notevoìmente ampr - adiposo: le appendici ePiPloiche. Il cieco,prima porzione del crasso, Fig.8.27 - Duodeno. La tonaca mucosa è rivestita da un epitelio cìlindrico semplice ed è sollevata a formare i villi intestinali. Nella tonaca sottomucosa sono evidenti Ie ghiandole duodenali di Brunner (freccia). interno di fibrocellule a orientamento circolare e da uno strato esterno longitudinale, che determinano i movimenti peristaltici del tenue. La superficie esterna del tenue è rivestita dal peritoneo viscerale (tonaca sierosa). 8.7 Intestino crasso Ilintestino crasso fa seguito, a livello della valvola ileocecale, all'intestino tenue e termina aprendosi all'esterno in corrispondenza dell'orifizio anale. È situato prevalentemente nella cavitàr addominale, ma la sua parte terminale attraversa lo scavo pelvico, e quindi il pavimento pelvico, Per terminare all'esterno nella regione perineale poste- riore. Ilintestino crasso, iungo circa 1,6 m, è suddi- visibile in tre porzioni (Fig. 8.28): I'intestino cieco con l'appendice vermiforme, il colon e l'intestino retto. Lintestino crasso riceve il chilo proveniente dall'ileo a livello della vaÌvola ileocecale, che ne impedisce il reflusso. Nel lungo transito all'interno dell'intestino crasso gli enterociti prowedono all'assorbimento di molecole ancora assorbibili. Nel crasso vivono, come saprofiti, popolazioni batteriche che producono vitamine utili e prowedono a scindere ma- teriali altrimenti indigeribili. Qui awiene anche il progressivo assorbimento dell'acqua con Ìa formaTione di feci consistenti. Lintestino retto, infine, ac- è una ta i fondo cieco che fa seguito all'ultima ansa dell'i livello della fossa iliaca destra, in rapporto dir.-con le pareti anteriore e laterale dell'addome t - 8.29). Nel passaggio fra ileo e cieco è presente 1a .' ' vola ileocecale. Il cieco è caratlerizzato da un dir. ticolo lungo in media circa 7 cm,l'appendice miforme,che presenta notevoli variazioni di posizne e di ltnghezza. Il cieco continua nel colon ascendente,lungt-r ;-ca 14 cm, che si porta verso l'alto giungendo al ; sotto del lobo destro del fegato (Fig.8.30). Qui p;ga medialmente (flessura colica destra o epatltÉ diventando orizzontale o trasverso. Il colon ascei-dente è aderente alla parete posteriore dell'addom. essendo ricoperto dal peritoneo solo sulle superfi:anteriore, laterale e mediale. Il colon trasversl Pr. segue il suo decorso per circa 50 cm, fino alla milz.. dove piega bruscamente verso il basso (flessura ct'- lica sinistra o Ìienale). Il peritoneo riveste qua>completamente il colon trasverso, nella sua porzitrne cèntrale, costituendo il mesocolon trasverso, ch. divide la cavitàL peritoneale nelle due parti sor-ramesocolica e sottomesocolica. Assunto decorso t-e rticale, il colon si dirige in basso verso la fossa iliac" sinistra (colon discendente).ll colon discendente ha una lunghezza di circa 25 cm ed è nuovamente ap- plicato àlla parete addominale posteriore, essendc' rivestito dal peritoneo solo anteriormente, lateralmente e medialmente. Dalla fossa iliaca sinistra ri colon si dirige con un decorso sinuoso verso ìo scavo pelvico (colon ileopelvico o sigmoideo o slg//rrr ) dove, in corrispondenza della terza vertebra sacra- le, piega verso il basso proseguendo nelf intestino retto.Il sigma è lungo circa 40 cm ed è nuovamente dotato di un meso peritoneale. Giunto sul piano mediano perde il meso e continua con 1'ultima porzione del crasso,I'intestino retto,ltngo circa l5 cm. che si apre all'esterno con l'orifizio anale (Fig. 8.31). ,lpPLtrato digerente 227 i I 10 --3a 13__. I l 6 I 7 digerente che si estende a partire dall,ansa terminale dell,intesti_ n trasverso; 3, tenre del colon (a, libera; b, epiploica; c, mesocoli_ ileopelvico o sigma; 7, canale anale; g, sfintere anale esterno; g, intestino tenue; 13, appendice vermiforme; 14, cieco; 15, valvola pongono la vagina e la parte intravaginale del collo dell'utero. Lintestino crasso sterno dell'ano, e sbocca all'esterno, tramite I'orifi- li te seminali, nella donna tra retto e vescica si inter- irrorato da rami delle due arsuperiore fino alla metà destra inferiore per la restante parte. iore del retto è irrorata da rami è (o emorroidali) medie e inferiori sono tributarie della vena iliaca interna e, quindi, della vena cava in- 228 ANATOMIA DELLUOMO rsB\ s, - : Fig. 8.29 - Bapporti del cieco e c=l'appendice vermiforme nella fos;iliaca destra. Sono anche rappress'tati i principali dispositivi peritonea e la distribuzione delle arterie all rr:- mo tratto dell'ileo, al cieco e all'appedice. 1, Arteria appendicolare; 2, ilec 3, fossetta cecale superiore; 4, mesoappendice; 5, appendice; 6, piega ileoappendicolare; 7, cieco. feriore: sirealizza così un importante anastomosi tra il sistema della vena cava inferiore e quello della vena porta, con importanti riflessi fisiopatologici. La tonaca mucosa dell'intestino crasso (Fig. 8.32) è liscia e priva dei villi caratteristici dell'intestino tenue. Lepitelio di rivestimento, batiprismatico semplice, presenta enterociti con orletto a spazzola, in numero decrescente man mano che ci si awicina al canale anale, e cellule caliciformi mucipare, che invece aumentano di numero distalmente. A livello del canale anale l'epitelio batiprismatico è so- stituito da un epitelio pavimentoso stratificato, che diventa cheratinizzato e simile all'epidermide (con la quale continua) in prossimità dell'orifizio anale. La lamina propria dell'intestino crasso è formata da tessuto connettivo ricco di tessuto linfoide, spesso aggregato a formare noduli sparsi, talvolta estesi alla sottomucosa; nella lamina propria sono altresì presenti numerose ghiandole tubulari semplici, simili a quelle del tenue, ma piìr ricche di cellule caliciformi mucipare. La tonaca muscolare è caratteristica, in Fig. 8.30 - Radiografia dell'intestino crasso, dopo somministrazione di mezzo dl contrasto. La funzione principale di quest'organo consiste nel veicolare, immagazzinare, disidratare e solidificare il materiale che arriva dall'intestino tenue. Lintestino crasso svolge anche una certa attività digestiva [1]. 229 Fig. 8.32 monostratif cipare. Nell intestinali a epitelio di rivestimento cilindrico nterociti e cellule caliciformi muo presenti numeroie tnlanOote te..Il fegato è situato nella regione sovramesocolica della cavità peritoneale dell,aàdome, subito al di sot_ quanto, come. si è già rilevato, lo strato longitudinale esterno è addensato a formare le caratterlstiche tre tenie che percorrono il colon dal cieco al sigma. 8.8 Fegato e vie biliari 8.8.1 Fegato to del diaframma. proiettato sulla parete anteriore del to.race (Fig. 8.33), o.ccupa qruri tutto l,ipocon_ drio di destra, parte dell'epigastrio e in piccoia par_ te l'ipocondrio di sinistra. Il fegato ha approssimativamente la forma di un grosso ovoide a maggior asse tra ta lagliata una metà secondo un so il basso da sinistra a destra. due facce, una antero-superiore, una postero-inferiore, o viscerale (Fig. B.3a). Lafac_ cia diaframmatica è convessa e presenta un lungo solco.sagittale che la divide in due parti chiamate lò_ bi: illobo sinistro, di forma triangolare, r.no .r,._ il lobo destro. Sui due labbri?el solco sagittale si inseriscono i foglietti peritoneali che formàno il so, e Legamento JolcrJorme. ANATOMIA DELIIL0\i( ì It EI Fig. 8.33 - Rapporti de ,::. , proiezioneanteriore.Sono v := trasparenza anche alcuni rac: -'scerali posteriori e inferiori c: to con organi dello spaz o sc. '= socolico e organi retroperiro'=, Stomaco; 2, colon trasverso: 3 '-- = 4, cistifellea; 5, flessura colica l=: -= 6, duodeno. =: ':.: j.. La faccia viscerale è caratterrzzata dalla presenza di tre solchi a forma di "H": un solco trasverso e due solchi sagittali, destro e sinistro. Fra i due solchi sagittali della faccia viscerale si riconoscono due piccoli lobi, non visibili sulla faccia diaframmatica dell'organo: il lobo quadrato, anteriormente, e il lobo caudato (di Spigelio), posteriormente. Nel solco trasverso, che corrisponde all'ilo dell'organo, si trovano 1'arteria epatica, la vena porta e i dotti epatici, destro e sinistro, oltre a linfatici e nervi, che costituiscono il peduncolo epatico. I1 solco sagittale destro è dilatato anteriormente in una fossa in cui è accolta la cistifellea,mentre posteriormente accoglie la vena cava inferiore. Nel solco sagittale sinistro si trovano residui fibrosi di vasi fetali: anteriormente 1l legamento rot on do, r esiduo della vena omb elicale, posteriormen - legamento yenosl, residuo del dotto venoso di Aranzio. La faccia viscerale presenta anche una serie te iI di impronte dovute ai visceri con i quali il fegato contrae rapporti: a sinistra l'impronta dello stomaco e della parte addominale dell'esofago; a destra f impronta della flessura epatica del colon, quella del duodeno e la grande impronta del rene con il surrene di destra. I rapporti deila faccia antero-superiore sono quasitutti mediati dallo stretto rapporto dell'organo con i1 diaframma: tramite questo il fegato entra in rapporto con la pleura e la base dei polmone di de- stra, con il pericardio e la faccia inferiore del cu.,:: Anteriormente, per un piccoio tratto, va a tro\-ars, . contatto diretto con la parete anteriore dell'addtrn . Il margine posteriore del fegato, arrotondato, p:.senta una zona priva di peritoneo a diretto conti-ìt_ con il diaframma. Il margine inferiore, invece, è sc .tile e ha una direzione obliqua da destra verso srn_stra e dal basso verso 1'alto. Il fegato è ricoperto quasi interamente dal perit. neo, che collega il fegato agli organi vicini e alle tì,:- ituendo numerosi legamenL:: eriore il legamento falcforni: si porta verso il diaframmer . la parete anteriore dell'addome; sul margine posteriore il legamento coronario, che circonda l'area nuda del fegato e lo collega al diaframma presentandtr ai lati due propaggini, i legamenti triangolari dt destra e di sinistra. A livello del solco trasverso si inserisce, inoltre, ll piccolo omentl,formato dall'insiente dei legamenti epatoduodenale ed epatogastrico. I1 fegato riceve sangue da due vasi: l'arteria epatica e la vena porta. La prima è un ramo del tripode celiaco ed è responsabile di circa il 20% dell'afflusso di sangue al fegato. La vena porta deriva dalla confluenza delle vene mesenteriche inferiore e superiore con la vena lienale e trasporta il sangue refluo dal canale alimentare e dalla milza; è responsabile del restante 800/o di afflusso sanguigno al fegato. 23r ,,,11[o digerente 22_ 11 +7 2+ 21 20 19 18 Fig.8.34 - Facce antero-superiore (in alto) e postero-inferiore (in basso) del fegato. 1, Legamenti triangolari; 2, lobo sinistro; 3, legamento falciforme,4, legamento rotondo; 5, margine inferiore; 6, cistifellea, 7, lobo destro; 8, lobo caudato; 9, vena cava inferiore; 10, area nuda del fegato; 1 1 , legamento coronario; 12, impronta del rene destro; 13, impronta colica; 14, impronta duodenale; 1 5, dotto cistico;16, lobo quadrato;17, impronta pilorica;18, dotto epatico;19, arterìa epatica;20, vena porta;21, impronta gastrica;22,appendice fibrosa; 23, impronta esofagea. La struttura del fegato è quella tipica di un organo pieno, con parenchima epiteliale costituito da epatociti. All'esterno, l'organo è rivestito da una capsula connettivale (o capsula di Glisson). !',11'interno, il parenchima presenta una caratteristica struttura cordonale, con gli epatociti uniti a formare lamine ramificate e anastomizzate tra loro (Fig. 8.35). Negli spazi fra le lamine degli epatociti decorrono sinusoidi fenestrati (Fig. 8.36). Il parenchima è organizzato in numerosi lobuli, 232 ANATOMIA DELLUONIO r!r).. - fr:::- T firl llr da tralci di connettivo, che invece non sono nell'uomo, dove i lobuli sono distinguibili strl,- - . diversa direzione delle lamine cellulari. Fig. 8.35 - Parenchima epatico. Sono evidenti le lamine di epatociti e i sinusoidi che convergono verso la vena centrolobulare. Colorazione con ematossilina-eosina. elementi piramidali o prismatici (a sezione quindi poligonale) formati dalle lamine cellulari e dai sinusoidi che convergono verso l'asse centrale, dove è pres ente un a y en a centrolob ular e (Fig. 8. 3 7 ). Alla p eriferia dei lobuli, a livello degli spigoli delle piramidi, sono presenti zone connettivali (Fig. B.3B), gli spazi portobiliari,in cui si trovano le fini diramazioni interlobulari degli elementi del peduncolo epatico: un ramo dell'arteria epatica, un ramo della vena porta e un canalicolo biliare. In alcuni animali, per esempio nel maiale, i lobuli epatici sono delimitati lorganrzzazione descritta è quella dei cos-: -. lobuli classici, dove il sangue arriva alla perile:-. lobulo, nello spazio portobiliare, tramite un -:dell'arteria epatica e un ramo della vena porta. : - di si immette nei sinusoidi e converge verso il i. , del lobulo nella vena centrolobulare. Dalle \'cn; -: trolobulari originano le vene sottolobulari € p, ' :-- progressiva confluenza,le radici delle vene epri -'- : che sboccano direttamente nella vena cava inlì: - :, dove questa è aderente al parenchima epatict-r.:: parte posteriore del solco sagittale destro. 8.8.1.1 Epatociti Lepatocito è una cellula epiteliale poliedrica diametro di circa 20-25 pm. E caratterizzata d. voluminoso nucleo ricco di eucromatina e da ur , bondante citoplasma ricco di reticolo endoplasn:..,co rugoso, reticolo endoplasmatico liscio, mitocc,:-. e accumuli di glicogeno. La superficie esterna dt-- :patocito (Fig.8.39) presenta una duplice caratter-ì,, ca: le facce che sono a contatto con i sinusoidi p vascolari dell'epatocito) presentano numerosi t,:., microvilli che talora aggettano, attraversando i r . dell'endotelio, anche all'interno del lume sinusr.---le;le facce a contatto con gli altri epatociti (poli b-.., ri) presentano invece ciascuna una profonda doc:,, che, affrontata all'analoga doccia dell' epato cito a,i,. cente, dà origine arn capillare biliare,che costituis:. l'origine a fondo cieco delle vie biliari (Fig. B.a0 t. Ai capillari biliari fanno seguito piccoli dottr :. unione con i canalicoli biliari interlobulari e i duti-li di Hering o colangioli, formati da piccole ce llu , epiteliali. I colangioli, a loro yolta, sboccano nel c.nalicoli interlobulari degli spazi portobiliari; ques. infine, confluendo fra loro nei dotti sottolobulari . man mano formando Ie vie biliari intraepatich. vanno a costituire le radici dei due dotti epatici destro e sinistro, da cui originano le vie biliari extraipatiche. 8.8.1.2 Sinusoidi epatici I sinusoidi epatici si caratterizzano per il decorsc tortuoso, il lume irregolare, ma di solito piuttostc ampio, la discontinuità della membrana basale, 1a presenza di pori o fenestrature. Le fenestrature delie Fig.8.36 - Sinusoidi epatìci, iniettaticon blu di metilene, confluenti nella vena centrolobulare. cellule endoteliali dei sinusoidi misurano al massimt 0,2 prm. Inoltre, l'endotelio sinusoidale è discontinur-r. presentando spazi di circa 1 pm tra una cellula e I'altra. Fenestrature e discontinuità, pertanto, impedi- II ' -:r,i-,i:tr,ligerente r 3 8.37 - Sezione di fegato umano nella quale si sono delimi- = 1l ='-:orr parenchimali che illustrano i concetti di lobulo classi:: oculo portale (2) e acino epatico (3). I cerchi delimitano -,-::r corrispondenti agli spazi portali;gli asterischi indicano centrolobulari. La linea tratteggiata nella parte di mez:- := acino epatico (3) indica una fessura interlobulare; appare -, --;-:e la difficoltà di individuare, nel fegato umano, il limite fra :: classici) contigui. = ,:-: - --' il passaggio degli elementi corpuscolati del ma consentono al plasma di uscire dal lume ::..rlare. Il plasma raggiunge quindi 1o spazio esi:.:rie tra il sinusoide e l'epatocito (spazio perisinu.;ale di Disse) in cui aggettano i microvilli dell'e(cfr. Fig. 8.39). Lepatocito può assumere dal :t,.rcito r ::ma presente nello spazio di Disse le sostanze ne--::sarie alle proprie attività e, nel frattempo, secerne-; le sostanze da esso elaborate. Tali caratteristiche, -ritamente alla virtuale assenza della membrana ba,..e nell'endotelio sinusoidale, garantiscono, pertan. -. la possibilità di un intimo e ampio scamblo fra il :rr-r ::riue, , :,asma e le superfici vascolari degli epatociti, che rrìSSoflo in questo modo assorbire e secernere so.:anze direttamente da e nel flusso sanguigno. 0ltre alle cellule endoteliali, nella parete dei sinusi troyano due tipi di cellule caratteristiche: le 'oidi ::llile di Kupffer ele cellule di lto.Le prime sono ma;:otagi fissi con citoplasma ricco di lisosomi. AvenJo posizione intraluminale,le cellule di Kupffer non .olo fagocitano residui cellulari e macromolecole ;ircolanti nel sangue, ma contribuiscono anche alla reqolazione del flusso sanguigno entro i capillari stessi. Le cellule di lto,o fat storingceils, sono cellule piir piccole, di forma triangolare in posizione subendoteliale, con poco citoplasma ricco di lipidi e vitamina A. Sono implicate nel metabolismo della vitamina A e in grado di sintetizzare collagene in condizioni patologiche. Nei sinusoidi scorre sangue misto, cioè sia arterioso proveniente dall'arteria epatica, sia venoso proveniente dai rami portali. Quest'ultimo è ricco di metaboliti assorbiti a livello intestinale. Nella microcircolazione epatica sirealizza così una rete mirabile venosa in cui i sinusoidi sono interposti fra un letto yenoso di afflusso, quello portale, e un letto venoso di deflusso, quello delle vene epatiche. Fig. 8.38 - Spazi portobiliari nei quali, immersi in tessuto connettivo, si trovano una venula (v, il vaso dilatato e ripieno di globuli rossi), un'arteriola (a) e un canalicolo biliare (cb) tappezzato da epitelio. 233 234 ANATOMIA DEL|UOMO tsBN rur_70ir.-i. sporgono entro lo spazio di Disse, interposto tra sinusoide ed patocito. 8.8. e - 1.3 Modelli di organizzazione , del parenchima epatico prismatica a sezione triangolare avente ai tre spigolr le vene centrolobulari e ne-ll'asse uno spazio pòriale con un canalicolo biliare, compresa fra due vene centrolobulari. In questo ca_ so la zona di parenchima centrale presenta una mag_ gior quantità di ossigeno, che man mano diminuisàe verso la periferia. Questi tre modelli di struttura epatica (lobulo classico, lobulo portale e acino) ,on ,òro alternativi l'uno all'altro, ma devono essere considerati come modell,i in grado di spiegare alcuni asperri fisiopato_ logici del fegato. 8.8.2 Vie biliari extraepatiche .'. -lpparato digerente 23s -'organo: il dotto epaticl di destra e quello di sinistra. . due dotti confluiscono dopo un breve decorso e -trrmano 1l dotto epaticl comune; questo, dopo circa -ì cm, riceve il dotto cistico proveniente dalla cistifel-ea e assieme a questo dà origine al dotto coledoco, -ungo circa 6-7 cm, che va a sboccare nella papilla duodenale maggiore di Vater assieme al dotto pancreatico principale (di Wirsung). A questo livello un anello di muscolatura liscia forma 1o sfintere di 0ddi, che controlla il flusso della bile e del succo pancreatico nel lume del duodeno. La cistifellea (o colecisti) è un piccolo organo caro piriforme; in condizioni normali può contenere rìno a 50-60 cm3 di bile. È situata nella fossa cistica delia faccia viscerale del fegato (parte anteriore del solco sagittale destro). La sua parte ristretta, il collo, ha un decorso tortuoso che continua con il dotto cistrco. Lepitelio che riveste le vie biliari extraepatiche è batiprismatico semplice, con brevi microvilli che garantiscono capacità secernenti e assorbenti. Nella lamina propria, soprattutto a livello del dotto cistico, sono presenti ghiandole a secrezione mucosa. Nella colecisti, la mucosa è caratteristicamente sollevata in numerose pliche permanenti anastomizzate fra Ioro (Fig. 8.41). La tonaca muscolare si organizza in iasci intrecciati. 8.8.3 Principali funzioni del fegato Il fegato produce costantemente la bile, che non viene riversata all'interno del duodeno in quanto lo sfintere di Oddi è normalmente chiuso. Pertanto, la bile fluisce verso la cistifellea dove viene concentrata. Quando necessario, particolarmente dopo f ingestione di grassi, la bile viene riversata nel lume del duodeno. Affinché ciò awenga, è necessario che i grassi contenuti nel chimo gastrico arrivino nel duodeno. La presenza di grassi stimola le cellule del sistema endocrino gastroenteropatico a secernere un ormone, la pancreozimina-colecistochinina, che svolge due compiti: uno è quello di stimolare la contrazione della muscolatura della cistifellea e rilasciare lo sfintere di Oddi; 1'altro è quello di stimolare il pancreas a secernere nel duodeno gli enzimi digestivi che esso produce (cfr. § 8.9). A questo punto la bile defluisce nel duodeno. Qui e nel restante intestino tenue,la bile serve a emulsionare i grassi che vengono scissi dalle lipasi pancreatiche. Lemulsione dei grassi a opera della bile è indispensabile anche per il loro assorbimento da parte degli enterociti intestinali. Inoltre, il fegato è interposto tra il circolo veno- Fig. 8.41 - Colecisti. La tonaca mucosa formata da un epitelio di rivestimenlo batiprismatico semplice è sollevata in pliche anastomizzate fra loro. so refluo dall'intestino e dalla milza e il sistema della vena cava inferiore; pertanto tutte le sostanze assorbite dal canale alimentare e tutte quelle derivanti dal metabolismo splenico (per esempio i prodotti dell'eritrocateresi o emocateresi, cioè della distruzione dei globuli rossi invecchiati) vengono convogliate al fegato. In questo modo,l'organo interviene in tutti i principali processi metabolici dell'organismo: in quello glucidico, immagazzinando sotto forma di glicogeno (glicogenogenesi) il glucosio ematico e rilasciandolo quando è necessario (glicogenolisi), contribuendo così al controllo della glicemia; nel metabolismo dei grassi, sia in quello del colesterolo e dei suoi derivati sia nella formazione e immagazzinamento dei trigliceridi; nell'anabolismo delle proteine, poiché il fegato sintetizza alcune delle piìr importanti proteine del sangue, come le albumine, il fibrinogeno, numerose globuline,la protrombina e al- tri fattori della coaguìazione. Il fegato partecipa anche al metabolismo della bilirubina, dei farmaci e delle sostanze tossiche che raggiungono il circolo sanguigno. 8.9 Pancreas Il pancreas è una ghiandola extramurale situata in posizione retroperitoneale, all'altez za della prima e seconda vertebra lombare.Il mesocolon trasverso lo attraversa orizzontalmente con la sua inserzione alla parete addominale posteriore e lo divide in due parti: una in rapporto con la regione sovramesocoIica,l'altra in rapporto con la regione sottomesocolica. 236 ANATOÀ,IIA DELLLTI"l 27 26 25 20 19 18 17 :'- Fig.8.42 - Pancreas e altri organi retroperitoneali dell'addome visti dall'avanti. Asportati il peritoneo parietale e il foglietto ante' :. la fascia renale, si osservano alcuni rapporti viscerali anteriori dei due reni, in particolare con le varie porzioni del duodeno: :-pancreas. La preparazione degli organi e dei vasi che occupano lo spazio retroperitoneale e stata ottenuta asportando il peric^:: :=rietale posteriore, 1, Arteria gastrica sinistra; 2, esofago; 3, tronco celiaco; 4, arteria lienale; 5, rene sinistro; 6, arteria e vena -=::-teriche superiori; 7, muscolo quadrato dei lombì; 8, aorta addominale; 9, arteria mesenterica inferiore; 10, muscolo psoas: 11.',-:' = e vena iliache interne, 12, uretere; 13, piega ombelicale mediale; 14, piega ombelicale mediana; 15, vescica urinaria, 16, doi:c :='=rente; 17, retto; 18, arteria iliaca esterna; 19, vasi testicolari; 20, arteria e vena iliache comuni; 21 , vena cava inferiore; 22, rene c=.", 23, duodeno;24, pancreas;25, arteria gastroduodenale;26, coledoco;27,vena porta;28, ghiandola surrenale destra. Il pancreas (Fig. B.a2) presenta una voluminosa fesra inserita nella concavità della C duodenale; do- po un breve restringimento (istmo), assume forma rettangolare prolungandosi verso sinistra (corpo) e termina assottigliandosi con \a coda, che si dirige verso I'ilo della milza. Lasse dell'organo è lesg:: mente obliquo dal basso in alto e da destra a s-r-stra. Tramite il peritoneo parietale posteriore, il p.:- creas ha rapporto anteriormente con la parete prrsi.- ! 237 Apparato digerente riore dello stomaco, con il mesocolon trasverso e con iÌ colon, con il duodeno e con le anse intestinali. Posteriormente prende rapporto con l'ultimo tratto del coledoco, la vena porta, la vena cava inferiore, l'aorta, l'arteria e la vena mesenteriche superiori, il rene e i1 surrene di sinistra e il peduncolo renale di destra. Sul margine superiore dell'organo è scavata una profonda doccia in cui decorrono l'arteria e la vena lienale. Il peritoneo ricopre il pancreas anteriormente; la coda, invece, nella sua parte terminale può essere completamente rivestita dal peritoneo, risultando unita alf ilo della milza da una doppia piega peritoneale in cui decorrono i vasi splenici. Il pancreas presenta due dotti escretori (cfr. Fig. 8.21): il dotto pancreatico principale, o di Wirsung, che parte dalla coda e giunge fino alla testa dell'organo per sboccare, assieme al coledoco, nell'ampolIa di Vater; il dotto accessorio, o di Santorini, che si trova nella porzione superiore della testa, come ramo del dotto principale, e sbocca nella papilla duodenale minore. Ilirrorazione del pancreas è garantita dalle arterie pancreaticoduodenali superiori e inferiori, rami dell'arteria lienale, dell'arteria epatica e dell'arteria mesenterica superiore. Le vene reflue sono tributarie del sistema della vena porta. Nel pancreas coesistono (Fig. B.a3) una formazione ghiandolare esocrina, simile per alcuni aspetti a quella delle ghiandole salivari sierose, e una parte endocrina, formata da piccoli agglomerati di tessuto epiteliale endocrino o isolotti di Langerhans, per la descrizione dei quali si rimanda al Capitolo 13 (Apparato endocrino). La componente esocrina, preponderante, è co.stituita da adenomeri tubuloacinosr a secrezlone slerosa. Gli acini sono formati da cellule prismatiche con abbondante reticolo endo- Fig. 8.43 - Struttura del pancreas. ll parenchima ghiandolare è sepimentato da setli connettivali interlobulari e presenta numerosi acini sierosi esocrini; all'interno del parenchima sono evidenti alcunì isolotti di Langerhans (frecce), che costituiscono la porzione endocrina del pancreas. plasmatico rugoso, uno sviluppato apparato di Golgi e numerosi granuli di secreto (granuli di zimogeno) che contengono una serie di enzimi come lipasi, amilasi, chimotripsina, carbossipeptidasi, ribonucleasi. Questi enzimi vanno a costituire ll succo pan- creatico,che ha un pH elevato in quanto ricco di ioni bicarbonato. La secrezione e la formazione dei granuli di zimogeno è sotto il controllo di ormoni quali la secretina e la pancreozimina-colecistochinina, prodotti dalle cellule del sistema endocrino diffuso a livello delle cripte intestinali del duodeno. La secretina, in particolare, è responsabile della secrezione degli ioni bicarbonato da parte delle cellule dei dotti escretori degli adenomeri pancreatici. Tale secrezione è indispensabile ai fini della neutralizzazione degli ioni H+ presenti nel chimo che giunge al duodeno dallo stomaco.