ESPERIMENTO SULLA TRANSIZIONE RESISTIVA IN SUPERCONDUTTORI HTS Introduzione I nuovi superconduttori di tipo ceramico (perovskiti) hanno una elevata temperatura di transizione che ha portato a definirli Superconduttori ad Alta Temperatura (HTS) , anche se la temperatura critica Tc è ben al di sotto di 0 centigradi. Ad esempio la ceramica YBCO1 (YBa2Cu3O7-x) ha Tc=90 K e BISCO (Bi1.6Pb0.6Sr2Ca2Sb0.1Cu3Oy) ha Tc=110 K. Esse si possono trovare in commercio in formato di pastiglie e barrette. Si tratta di materiali porosi, di colore nero, facilmente lavorabili con normali utensili, ad esempio seghe e lime per metalli o carta abrasiva. Si comportano da superconduttori al di sotto della temperatura critica ma sono buoni conduttori anche temperatura ambiente (ρ≈10-3 Ω cm). Per dare una idea: una barretta di dimensioni dell’ordine di 20x4x4 mm ha una resistenza tra gli estremi inferiore a 0.01Ω. Per questo motivo una misura di resistenza richiede l’utilizzo della configurazione a 4 contatti; infatti in una configurazione a due contatti (tipo ohmetro) le resistenze di contatto e dei cavi usati per la misura volt-amperometrica si sommerebbero a quella del campione, introducendo un errore sistematico enorme. Figura 1 Dette Rx la resistenza incognita del campione, Rw le resistenze dei cavi di collegamento e Rc la resistenza dei contatti tra cavo e campione, è ovvio che il rapporto tra la tensione V misurata tra i due terminali dell’ohmetro e la corrente fornita alla resistenza (si trascura la corrente che attraversa il voltmetro che ha di solito altissima impedenza), non vale Rx ma è invece pari alla somma di tutte le 5 resistenze in serie. Ove non sia Rc<<Rx e Rw<<Rx questo metodo di misura fornisce un risultato affetto da errrore. Il metodo a 4 contatti evita questo errore perché la maglia in cui è inserito il voltmetro ha in comune con la maglia in cui è inserito il generatore di corrente solo la resistenza del campione. La caduta di tensione su sui cavi e i contatti ove passa la corrente I che polarizza Rx non viene misurata, e la debolissima corrente che attraversa la maglia del voltmetro produce una caduta di tensione trascurabile sulle Rw e Rc. Per lo stesso motivo la misura richiede una polarizzazione del campione in corrente alternata: un segnale a.c. non si mescola a tensioni d.c. spurie (per esempio effetto Seebeck) ed è più facilmente amplificabile e rivelabile mediante lock-in. 1 YBCO è noto anche come superconduttore 1-2-3 per la proporzione in cui sono combinati i tre metalli che lo compongono. 1 1. Descrizione dell’apparato sperimentale e montaggio dei campioni Su una barretta sottile (ad esempio 20x4x4 mm) di YBCO o BISCO è possibile realizzare quattro aree di contatto distinte mediante resina conduttiva (a base di polvere d’argento). Campioni di questo tipo sono reperibili commercialmente e risultano assai comodi per utilizzare contatti a pressione mediante un connettore a pettine. Figura 2 Schema del portacampioni Nell’apparato a disposizione per questo esperimento i doppi contatti elastici del connettore fungono anche da supporto del campione sospeso entro un contenitore cilindrico di alluminio che agisce da ambiente quasi isotermo (figura 2). Due contatti vengono utilizzati per far passare una corrente alternata a qualche centinaio di Hz e di intensità di qualche decina di mA . I fili per i 4 contatti sul campione, per il termometro e per il riscaldatore passano nel bagno di azoto e risalgono lungo tre bacchette metalliche: in tal modo l’accoppiamento termico ad essi dovuto resta circa costante Il campione, una volta realizzati i contatti viene immerso in un bagno di paraffina fusa per impedire che l’umidità atmosferica possa idratare la ceramica che è porosa e fortemente igroscopica: se ciò avvenisse le proprietà del campione verrebbero modificate. Il contenitore di alluminio è sostenuto da una colonna in nylon che agisce da supporto e da debole accoppiatore termico con il bagno di azoto sottostante. La temperatura all’interno del contenitore è misurata da un sensore a diodo fissato in prossimità del campione nel connettore a pettine, e variata mediante un dissipatore a resistenza infilato in un foro praticato in un cilindretto di ottone tra la colonna in nylon e il contenitore in alluminio. 2 Figura 2 bis Fotografia del campione e del termometro a diodo Dato che il campione ha una resistenza di pochi centesimi di Ω anche a temperature superiori a quella critica, basterebbe mettere in serie una resistenza di 100 Ω e usare un oscillatore sinusoidale per ottenere una polarizzazione a corrente praticamente costante. Tuttavia ciò che non è costante al variare della temperatura è la resistenza di contatto tra fili e pastiglia, e tale resistenza può non essere trascurabile. E' quindi opportuno provvedere l'oscillatore di un controllo automatico della corrente erogata. La d.d.p. fra gli altri due contatti, che è ovviamente proporzionale alla resistenza elettrica del campione, è amplificata mediante un amplificatore differenziale ad elevata impedenza di ingresso. Per filtrare il rumore si usa un amplificatore selettivo di tipo lock-in. 3 1.2 Variazione e misura della temperatura L’elettronica necessaria per la misura della temperatura consiste in un alimentatore a corrente costante per polarizzare il termometro a diodo e in un circuito per la lettura di piccole variazioni della tensione VF ai capi del diodo (figura 3) . In questo schema lo stabilizzatore di tensione REF03 (U12) fornisce una tensione stabile +2.5V al pin 6, da cui si deriva una tensione stabile V1=+1.0 V tramite un partitore e un’altra tensione stabile V2=–2.5 V tramite un operazionale LT1001, a bassa deriva e offset (U10) in configurazione invertente. Un secondo LT1001 (U13) fornisce la polarizzazione a corrente costante I =10µA al diodo termometrico 1N4148 tramite la resistenza R1 (I=V1/R1). Il diodo è in configurazione a 4 terminali: i cavi r1 e r3 forniscono la corrente, r4 porta la tensione –VF in uscita e r2 retroaziona l’operazionale imponendo che l’anodo del diodo resti a massa virtuale. L’operazionale da strumentazione INA114 (U11) con guadagno G=1+50k/RG sottrae la tensione – V2 alla tensione – VF. Una capacità di qualche nF è posta in parallelo al diodo per bloccare eventuali auto-oscillazioni. Figura 3 Il circuito per condizionare il segnale del termometro a diodo Il valore di VF varia di pochi mV attorno a 1V quando avviene la transizione superconduttiva (ΔT≈2K attorno a 100K): per questo conviene usare un amplificatore differenziale per sottrarre –VF alla tensione –V2 e amplificare la differenza: in tal modo l’uscita Vout=G(V2–VF) cresce al crescere di T . Supponendo di voler esplorare una zona in cui il campione esibisca comportamento metallico (T=100K÷300K) con escursione di VF di circa 0.6V per fornire alla interfaccia una dinamica di 10V conviene scegliere G=16; per ottenere maggior risoluzione nella zona in cui il campione subisce la transizione superconduttiva (T=80K÷120K), conviene invece usare un guadagno maggiore. Il cambiamento di guadagno si può ottenere nel circuito descritto in figura 3 semplicemente cambiando il valore della resistenza RG. I guadagni nominali nel circuito a disposizione sono selezionabili con deviatore tra i valori G=16 (RG = 3.3k) e G=39 (RG = 2.2k). 4 1.3 La misura della tensione ai capi del campione Il campione superconduttore può essere polarizzato in a.c. a corrente costante da un oscillatore a doppio sfasatore, come quello illustrato in figura 4, che fornisce un segnale sinusoidale di frequenza variabile tra circa 1.5kHz e 6 kHz. Il primo operazionale (U1B) è un integratore invertente la cui uscita è sfasata rispetto all’ingresso di un angolo compreso tra π e 2π; (ad esempio sfasa di 3π/2 per ω=1/R0C0). Un altro sfasamento variabile con R (e con la frequenza), pari a arctg(ω/RC) è prodotto dal secondo operazionale (U1A): la frequenza a cui il circuito oscilla (sfasamento totale 0 ovvero 2π) è determinata dal valore della resistenza R (Trimmer R8). Figura 4: oscillatore a doppio sfasatore con stabilizzatore di ampiezza La stabilizzazione della polarizzazione è realizzata mediante retroazione: il segnale all’uscita del secondo operazionale viene rettificato da un diodo, mediato da un filtro passa-basso e la risultante tensione continua viene sommata, tramite il terzo operazionale (U3B), ad una tensione scelta manualmente con un potenziometro (R14). La tensione in uscita è quella che determina l’ampiezza del segnale di polarizzazione attraverso il moltiplicatore AD633 (U2). La sinusoide stabilizzata in tensione viene trasformata in una sinusoide stabilizzata in corrente mediante un operazionale di potenza AD841 (U4) in cui il campione è inserito come resistenza di retroazione. La corrente che attraversa il campione è la stessa che attraversa la resistenza di 100Ω posta tra l’ingresso invertente e massa, e dato che i due ingressi sono mantenuti alla stessa tensione dalla retroazione la corrente è data dalla relazione I=Vref/100. Ovvero: il valore della corrente (in mA) è il valore (in V) letto al test point P1, diviso per 10. Il segnale ai capi del campione viene prelevato da un amplificatore differenziale, filtrato e rettificato da un amplificatore lock-in la cui uscita può essere letta dall’interfaccia (figura 5). 5 Figura 5 La catena di amplificazione per la lettura della tensione ai capi del campione Un amplificatore differenziale (INA114) con guadagno 2 amplifica un segnale dell’ordine del mV (circa 10-2Ωx100mA), un primo TL081 (IC7) moltiplica il segnale per 11, un secondo un TL081 fornisce un guadagno variabile (tra 2 e 100) e il moltiplicatore AD633 agisce da lock-in (IC6 ). Il segnale all’uscita dei due TL081 va azzerato (con ingresso a massa) tramite i potenziometri di OffsetNull (prima R 31 poi R 32), per evitare che resti una componente continua che falserebbe la risposta del lock-in, e il guadagno dell’ultimo stadio può essere variato tramite il potenziometro R24. Il segnale di riferimento attraversa uno sfasatore (IC3A) che consente di compensare eventuali sfasamenti dovuti a capacità parassite. Un deviatore (non mostrato nello schema di figura 5) consente di scambiare tra loro R e C , ovvero il segno dello sfasamento. La funzione di trasferimento del moltiplicatore qui è Vout =VinVref/10+Voffset. L’ingresso z del moltiplicatore consente di sommare una tensione continua (Voffset positivo o negativo) all’uscita. L’ampiezza del segnale di riferimento può essere variata agendo sul potenziometro R 27, e misurata al test point P11. L’amplificatore OP07 (IC5) con guadagno variabile tra 1 e 10 (R20), agisce da buffer tra in filtro passa-basso RC all’uscita del moltiplicatore e l’interfaccia. 6 2. Allestimento dell’esperimento 2.1 Calibrazione del termometro a diodo Con il campione a temperatura ambiente, posto nel circuito termometrico il guadagno al valore basso (G=16), si regola l’offset (trimmer P38) in modo da leggere una tensione all’uscita prossima a 10 V( ad es. 9V). Si connette l’uscita alla prima porta analogica dell’interfaccia LabPro (connessa a PC e alimentata) Si lanci l’applicazione LoggerPro e si predisponga l’interfaccia per due sensori di tensione (+- 10V) . Si avvia la procedura per calibrare il sensore connesso alla porta 1. Si acquisisce il valore di tensione letto e si fa corrispondere nella calibrazione a tale valore il valore della temperatura ambiente (in gradi Kelvin). Si immerge il campione nel dewar in cui è stato versato azoto liquido (Tnbp≈77.4 K) con una altezza approssimativa del liquido di circa 10 cm, e si attende che la tensione all’uscita si stabilizzi: si acquisisce il nuovo valore di tensione cui si fa corrispondere il valore di temperatura T=78 K. Questo termina la calibrazione: la sonda ora legge la temperatura in K. 2.2 Test dei circuiti di condizionamento del segnale E’ utile disporre di un oscilloscopio a due canali per verificare il corretto funzionamento dell’oscillatore e dell’amplificatore lock-in. Usando come segnale di trigger l’uscita dell’oscillatore (P2 in figura 4) collegata al canale 1 dell’oscilloscopio, si osserva sul secondo canale il segnale prelevato successivamente all’uscita del differenziale (P12) del primo stadi di amplificazione a.c. (P7) e del secondo stadio (ingresso del lock-in, P8), e poi alla uscita del lock-in (prima del filtro RC, P9 e dopo il filtro RC, P10), ed infine all’uscita. Se si osserva saturazione del segnale in qualche punto, conviene ridurre il guadagno (a.c. R24 e d.c. R20) (o l’ampiezza del segnale di eccitazione agendo sul potenziometro R14). Mediante i trimmer (R31, R32, R29) conviene minimizzare l’offset (attenzione ad usare accoppiamento d.c. per l’oscilloscopio, in questa fase). Conviene anche aggiustare l’ampiezza del segnale di riferimento (test point P13) in modo che sia dello stesso ordine di grandezza del segnale in ingresso al lock-in (P8). 3. Acquisizione dati Si connette l’uscita dell’amplificatore d.c. alla seconda porta analogica dell’interfaccia e si stabilisce una frequenza di acquisizione di circa 1/10 di Hz (un campione ogni 10 secondi) ed una durata della misura di circa 60 minuti. Si predispone un grafico della temperatura in funzione del tempo ed un grafico della tensione misurata dalla seconda sonda (proporzionale a Rx) in funzione della temperatura. Il campione viene posto dentro al dewar in cui è stato versato azoto liquido (Tnbp≈77.4 K) con una altezza approssimativa del liquido di circa 5 cm . Si inizia l’acquisizione. E’ importante che il livello dell’azoto rimanga al di sotto del riscaldatore per consentire una termoregolazione a temperature superiori a Tnbp. La temperatura del contenitore in alluminio (e di conseguenza del campione) scende all’inizio molto lentamente per effetto dei vapori sviluppati dal bagno criogenico quando si immerge il dispositivo nel dewar, fino a portarsi (in una decina di minuti) a circa 80 K, e questo consente di osservare la transizione superconduttiva. Successivamente la temperatura può viene variata mediante un riscaldatore resistivo (per effetto Joule) percorso da una corrente erogata da alimentatore d.c.. 7 3.1 Esempio di acquisizione per BISCO Un esempio di dati (tensione all’uscita del lock-in in funzione della temperatura) è riportato in figura 6. Figura 6: Transizione resistiva in un campione di BISCO 8