CELLULA ED ORGANULI Le cellule hanno dimensioni dell’ordine dei μm Variabilità nella morfologia cellulare Sec XVII: prime osservazioni al microscopio Osservazioni di T Hooke e prima definizione di “cellula” Sec XIX: viene proposta la teoria cellulare (elaborata da Schleiden, Schwann e Virchow) “ esiste un principio generale di costruzione di tutti gli esseri viventi e questo principio costruttivo è la formazione di cellule”. Nel corso del XX sec. la cellula è definitivamente riconosciuta come unità fondamentale morfologica e funzionale di tutti gli organismi viventi. Una cellula piccola ha un rapporto superficie/volume maggiore di una cellula grande della stessa forma. Il rapporto s/v deve mantenersi alto per garantire efficienza cellulare Superficie scambio/interazione ambiente est I microscopi ci permettono di studiare le cellule •Il microscopio ottico (LM, dall’inglese Light Microscope) permette di vedere forma e struttura di una cellula. Oculare Lenti dell’oculare Lenti dell’obiettivo Campione I microscopi sono caratterizzati da •potere di risoluzione •potere di ingrandimento Lenti del condensatore Fonte di luce Le osservazioni al microscopio hanno permesso di formulare la teoria cellulare I microscopi ottici ingrandiscono le cellule (sia vive che conservate) fino a 1000 volte le loro dimensioni reali. LM 1000× •Risoluzione 0,2 µm •ingrandimento 1000X Tipi diversi di microscopi ottici usano tecniche diverse per aumentare il contrasto ed evidenziare in modo selettivo le varie componenti cellulari. •Il microscopio elettronico ha un potere di risoluzione molto più elevato (è in grado d’ingrandire un’immagine anche 100 000 volte) e rivela i dettagli cellulari sia interni (TEM) che superficiali (SEM) SEM 2000 × TEM 2800 × •Risoluzione 0.2 nm •Ingrandimento 100000X Figura 4.1C – Immagine prodotta con il microscopio elettronico a scansione (SEM, Scanning Electron Microscope). Figura 4.1D – Immagine prodotta con il microscopio elettronico a trasmissione (TEM, Transmission Electron Microscope). Componenti cellulari si possono separare e studiare con tecniche come la centrifugazione differenziale Esistono due tipi di cellule: procariotiche ed eucariotiche Cellula procariotica Nucleoide Colorizzata TEM 15 000 × Procariotica (batteri) •Più piccola •Più semplice •DNA concentrato nel nucleoide non separato dal resto mediante membrana cell •Priva di organelli Eucariotica •Più grande •Struttura più complessa •DNA concentrato nel nucleo (separato dal resto mediante membrana) •Molti organelli Nucleo Cellula eucariotica Organuli Elementi strutturali di una cellula procariotica Flagelli batterici Ribosomi Capsula Parete cellulare Membrana cellulare nucleoide Pili Tutti i procarioti hanno alcune caratteristiche strutturali che consentono loro di occupare una vasta gamma di ambienti. Colonizzata TEM 70 000 × la parete cellulare, spesso avvolta da una capsula gelatinosa, ha funzione protettiva Capsula I pili sono appendici corte e sottili che permettono l’adesione ad un substrato Colonizzata TEM 16 000 × Pili Flagello Colonizzata TEM 14 000× I flagelli sono organelli locomotori: grazie al loro moto ondulatorio permettono ai batteri di muoversi in un ambiente fluido Membrana plasmatica Parete cellulare Movimento rotatorio del flagello Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Alcuni caratteri strutturali dei procarioti (evidenziabili al TEM) Il DNA è su cromosoma singolo e circolare, ancorato a membrana Plasmidi: 1 o più molecole DNA circolare di dimens. più piccole Alcune proteine sono associate al DNA con azione simile agli istoni Mesosomi: invaginazioni di membrana che forniscono ATP (energia); Depositi lipidici, polisacc., P inorg. (granuli) Mesosomi per respirazione e/o fotosintesi Nei procarioti si distinguono 2 principali linee evolutive: •Archea •Eubatteri Differiscono per caratteri strutturali, biochimici e fisiologici •Gli Archea comprendono batteri estremofili (alofili, termofili, metanogeni) molto importanti dal punto di vista ambientale ecologico esempi di Archea batteri alofili e batteri metanogeni Gli Eubacteria si suddividono in 9 gruppi, • • • • • 5 dei quali sono considerati sottogruppi di un unico clado di batteri Gram-negativi chiamati Proteobatteri. Gram-positivi Clamidie Spirochete Cianobatteri 21 I batteri hanno forme molto variabili ma sono tipicamente unicellulari e di piccole dimensioni Alcuni eubatteri hanno capacità di formare endospore: sopravvivono ad ambienti ostili in uno stato di “dormienza” Endospora •Rivestimento spesso ed impermeabile TEM 34 000 × •Perdita acqua •metabolismo ridotto •Sopravvive anche per anni 23 In condizioni favorevoli i batteri si riproducono rapidamente per scissione binaria → crescita esponenziale Riproduzione asessuata in q. manca scambio di materiale genetico Malgrado la riproduzione batterica sia asessuata esistono fenomeni di sessualità legati a scambio di materiale genetico Batteri con pilum sessuale La struttura della parete è un carattere morfologico importante per la classificazione dei batteri in Gram-positivi e Gram-negativi La parete cell. degli eubatteri è formata da un particolare polisaccaride: il peptidoglicano. Batteri Gram-pos.:blu scuro con violetto di genziana Biologia e “nicchie ecologiche” dei procarioti biochimicamente molto versatili! Tutti i viventi possono essere suddivisi in base a fonte di energia e fonte di carbonio in foto/chemio (fonte energia) auto/etero trofi (fonte C) Modalità nutrizionale Fonte Energia Fonte di Carbonio Fotoautrofo (fotosintetico) Luce solare CO2 Chemioautotrofo* Sostanze inorganiche CO2 Fotoeterotrofo* Luce solare Composto organico Chemioeterotrofo Composti organici Composti organici •Esclusiva dei procarioti Procarioti hanno metabolismi molto diversi e dunque appartengono a tutte queste categorie: es cianobatteri (fotoautrofi); batteri che usano NH 3 e H2S (chemioautotrofi); batteri fermentanti (chemioeterotrofi) come animali e protisti. I batteri sono responsabili di varie patologie umane Yersinia pestis (peste) Listeria monocitogenes (listeriosi) Staphylococccus aureus (tossine) Vibrio cholera (colera) SEM 2800× I batteri patogeni compromettono la salute perché la loro proliferazione comporta lesioni, e perché producono tossine che interferiscono con processi cellulari fondamentali (ad es la tossina del tetano interferisce con la conduzione dello stimolo nervoso; la tossina colerica altera le cascate di trasduzione del segnale; la tossina difterica blocca la sintesi proteica, etc.) Es di malattie umane di origine batterica Tetano,colera, difterite, peste, tubercolosi,ulcera gastrica, etc 31 La proliferazione di Helicobacter pylori provoca lesioni ulcerose su mucosa gastrica Ruolo ecologico dei batteri Azotofissatori e decompositori: importanza nei cicli biogeochimici •Alcuni batteri convertono sost inorganiche in composti organici •alcuni demoliscono materiali organici per renderli utilizzabili, sotto forma di sostanze inorganiche, da altri organismi. utilità nel risanamento ambientale Procarioti decompositori possono essere usati nella depurazione delle acque reflue, nei disastri petroliferi o nella decontaminazione delle miniere di metallo in disuso Braccio rotante che spruzza il liquame Letto roccioso coperto di batteri e funghi aerobi Liquami Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Deflusso 33 •Batteri “azotofissatori”: convertono l’azoto gassoso (N2) dell’atmosfera in composti azotati. Cellula eucariotica Le cellule eucariotiche sono suddivise in compartimenti con funzioni diverse –Le cellule eucariotiche sono contraddistinte dalla presenza di un vero e proprio nucleo. –Nelle cellule eucariotiche esiste un esteso e complesso sistema di membrane interne che suddivide il citoplasma in zone diverse con funzioni differenti facilitando metabolismo cellulare. Cellula eucariotica animale Una cellula vegetale ha alcune strutture che sono assenti nella cellula animale, come i cloroplasti, i vacuoli e una parete cellulare rigida (formata da cellulosa e/o lignina). Nucleo Reticolo endoplasmatico ruvido Ribosomi Apparato di Golgi Assenti nelle cellule animali Vacuolo centrale Cloroplasto Reticolo endoplasmatico liscio Microtubulo Filamento intermedio Microfilamento Parete cellulare Mitocondrio Perossisoma Membrana plasmatica Cellula eucariotica vegetale Citoscheletro Strutture presenti nelle cellule eucarioti (protozoi e metazoi) procarioti (batteri) Cromatina o DNA si si membrana plasmatica si si Involucro nucleare si no ribosomi si si mitocondri o cloroplasti si no apparato Golgi si no parete cellulare Sì-no si reticolo endoplasmatico si no lisosomi e perossisomi si no Citoscheletro si no STRUTTURA Membrana plasmatica e membrane biologiche La membrana plasmatica è una struttura flessibile e dinamica: Deformazioni a seguito di movimento cellulare, divisione, fusione STRUTTURA DI MEMBRANA Modello a mosaico fluido (Singer e Nicolson, 1972) Membrana come “fluido bidimensionale”: proteine inserite in doppio strato lipidico Il modello a mosaico fluido è frutto di varie osservazioni sperimentali •I fosfolipidi tendono naturalmente ad organizzarsi in doppi strati •Studi mediante criofrattura •Immagini TEM di membrana evidenziano struttura “trilaminare” 1)Componente lipidica proprietà strutturali fluidità 2)Componente proteica proprietà funzionali Rapporto (lipidi/proteine) 50% ma variabile in base a tipo di membrana I lipidi sono distribuiti asimmetricamente Nelle membrana plasmatica delle cell di Schwann il rapporto proteine/lipidi molto basso guaina mielinica con funzione isolante Fosfogliceridi la componente + abbondante Sfingolipidi Glicosfingolipidi prevalgono nella membrana delle cellule nervose e cerebrali animali Il colesterolo modula la fluidità di membrana •Evita impaccamento rigido (a basse T) effetto antifreeze •Aumenta stabilità (alte T) molti legami deboli con altri lipidi •Nei vegetali basso contenuto di colesterolo, sostituiti dai fitosteroli •Opanoidi: molecole simili nei batteri Effetto della T sulla struttura di membrana (gel↔fluido) 3 diversi tipi di movimento dei lipidi di membrana “Zolle” di membrana con minore fluidità: rafts (transitori) e caveole (invaginazioni) funzione? Proteine di membrana 1) Integrali (hanno domini transmembrana) 2) Periferiche (associate ad altre proteine o a lipidi mediante legami ionici) 3) Ancorate (legate covalentemente a lipidi o glicolipidi) Le proteine transmembrana sono estratte/solubilizzate usando detergenti Le proteine integrali sono anfipatiche e interagiscono col core lipidico grazie a porzioni idrofobiche Il dominio transmembrana della glicoforina A è un alfa elica idrofobica Anche le proteine di membrana si muovono! Dimostrazione della mobilità laterale di proteine e lipidi di membrana Esp. di fusione cellulare La diffusione laterale si evidenzia anche con esperimenti di recupero di fluorescenza dopo fotosbiancamento (FRAP). •Marcatura delle proteine con sostanza fluorescente •Laser perdita fluorescenza localizzata •Diffusione della zona “sbiancata” Grado di motilità variabile per le proteine di membrana Carboidrati di membrana Associati a proteine o a lipidi sul versante esterno L’orientamento dei gruppi glucidici dipende dai meccanismi con cui si ri/generano le membrane •Componente glucidica sintetizzata e rimodelllata nel lume di reticolo e del Golgi •In seguito a fusione di vescicole con membrana esposizione vs lato esterno Il glicocalice caratterizza superficie delle cellule animali è l’insieme di gruppi glucidici (da glicolipidi e glicoproteine) Funzione - protettiva-meccanica - interazione-riconoscimento-adesione intercellulare Antigeni di superficie (carboidrati) sulla membrana degli eritrociti gruppi sanguigni Funzioni della membrana Processi di trasporto: • Trasporto passivo • Diffusione facilitata • Trasporto attivo Le proteine sono responsabili delle diverse funzioni di membrana : •Proteine di trasporto: facilitano movimento attraverso le membrane, di nutrienti come zuccheri e Aa. Proteine canale: forniscono passaggi idrofili. Tra esse ATPasi di trasporto che sfruttano l’E dell’ATP per pompare ioni da una parte all’altra della membrana. Proteine che trasportano e- (es.: citocromi e Fe-prot.) •Enzimi come proteine ancorate a membrana •Recettori : partecipano ai mecc di segnalazione intercell. •Proteine di giunzione intercellulare Permettono la comunicazione e l’adesione tra cellule nei tessuti. •Proteine importanti intercellulare per riconoscimento ed adesione •Proteine di ancoraggio al citoscheletro e alla matrice extracellulareche stabilizzano e modellano la membrana cellulare:es: anchirina, spettrina etc. Proteine che formano connessione tra membrana e la matrice extracellulare (es: fibronectine, laminine) Esistono cellule “polarizzate” in cui le diverse porzioni di membrana svolgono funzioni diverse Il nucleo è il centro di controllo della cellula – Il nucleo è organulo sferoidale (Ø 5 μm) più grande ed è separato dal citoplasma tramite l’involucro nucleare. – l’involucro nucleare è formato da 2 membrane formate da doppi strati fosfolipidici e proteine, presenta pori ed è in continuità col RE. Cromatina –Il nucleo è il centro di controllo genetico della cellula eucariotica perché contiene il DNA che dirige tutte le attività cellulari. Nucleo Nucleolo Membrana nucleare a doppio strato Poro Figura 4.7 Reticolo endoplasmatico ruvido Ribosomi organizzazione strutturale del nucleo e dell’involucro nucleare Il DNA è presente nel nucleo come lunghe molecole lineari i cromosomi, associato a proteine Il N di cromosomi è tipico di una specie (es 46 nell’uomo) I cromosomi sono evidenti solo in periodi particolari (es. mitosi), altrimenti massa indistinta: cromatina L’involucro nucleare delimita il “nucleoplasma” Involucro nucleare: 2 membrane fosfolipidiche fuse a livello dei pori nucleari e in continuità con il RE Le proteine “lamìne” formano il nucleoscheletro nella matrice nucleare (nel nucleoplasma) e la lamina nucleare (reticolo fibroso appena sotto l’involucro membranoso) : strutture proteiche di sostegno al nucleo laminopatie umane DIFETTI GENETICI A CARICO DELLE LAMINE nuclei deformi Versante esterno dell’involucro nucleare è rivestito da actina. Connessione tra cito- e nucleoscheletro La matrice nucleare è una fitta rete di sostegno a cui si associano cromosomi ed enzimi Complesso del poro nucleare (NPC) •Punto di fusione tra le due membrane •Simmetria ottagonale •Trasportatore o tappo centrale •Unica via comunicazione tra nucleo e citoplasma traffico macromolecolare controllato dentro e fuori dal nucleo. RNA, ribosomi e proteine Passaggio controllato (facilitato o ostacolato) a livello del poro nucleare DINAMICITA’ STRUTTURALE DELL’INVOLUCRO NUCLEARE Durante la divisione nucleare (mitosi) l’involucro nucleare si dissolve per poi riformarsi mitosi “aperta” Nucleolo : zona densa •Sito di trascrizione e maturazione degli rRNA assemblaggio di subunità ribosomali •Contiene porzione fibrillare (RNA) e granulare (proteine ribosomali+RNA) I nucleoli possono essere più di uno, a seconda dello stato celluare Il nucleolo si trova associato alle regioni di DNA con i geni per l’rRNA o “nucleolar organization region” (NOR) Reticolo endoplasmatico: sistema di canali, sacchi e vescicole membranose •delimita un lume interno •Strutturalmente e funzionalmente diviso in liscio e rugoso La composizione biochimica dei 2 tipi di RE è stata determinata grazie a tecniche di centrifugazione differenziale. -Rottura della cellula -centrifugazioni successive e prolungate permettono di separare comparti cellulari in base a densità Il RER è associato ai ribosomi Sede di : •sintesi di proteine destinate a secrezione e vari organuli (golgi lisosomi, membrana pasmatica..) •Ripiegamento proteico •Associazioni tra polipeptidi •Modificazioni postraduzionali N-glicosilazione idrossilazione Formazione ponti S-S Aggiunta di glicolipidi La glicosilazione sulle proteine avviene a livello di specifici aa, Nel RER avviene la N-glicosilazione, la O-glicosilazione avviene in altri settori cellulari Il reticolo endoplasmatico liscio (REL o SER) Ha aspetto tubulare svolge molteplici funzioni Grazie a varietà dgli enzimi inglobati nella sua membrana: •sintetizza i lipidi (acidi grassi, fosfolipidi, steroidi) e quindi le membrane e gli ormoni steroidei; •Detossifica: demolisce/modifica chimicamente tossine, farmaci e molecole estranee (es. antibiotici, pesticidi) nelle cellule del fegato (ossidasi citocromo P450); •immagazzina e rilascia ioni calcio nelle cellule muscolari: importante per controllo della contrazione •Metabolismo carboidrati (cell fegato) Ruolo del REL nel catabolismo del glicogeno epatico E’ presente l’enzima glucosio-6-fosfatasi. Che produce Glucosio dalla forma fosforilata (Glu 6P) permettendogli di uscire dalle cellula epatica nel sangue Il fegato, sotto controllo ormonale, contribuisce a mantenere costante il livello ematico del glucosio. La glucosio-6-fosfatasi è presente in fegato, reni e cellule intestinali. Assente in cell. muscolari e cervello che utilizzano il glucosio per attingere E. Lo sviluppo di RER e SER riflette il tipo di attività cellulare REL sviluppato in cellule di ghiandole che producono ormoni steroidei (es testicoli) o impegnate in detossificazione (fegato) e/o in soggetti che assumono farmaci cronicamente RER sviluppato in cellule di ghiandole che secernono enzimi o producono ormoni proteici I ribosomi sono complessi formati da RNA e proteine •Presenti in eucarioti e procarioti •Ogni ribosoma consiste di 2 subunità , unite solo al momento della traduzione (sintesi proteica) •La dimensione del ribosoma e delle sue subunità è espressa in unità “Svedberg” (che indica il coefficiente di sedimentazione in ultracentrifugazione in gradiente di densità) Strutture 3D complesse - adesi a membrane RIBOSOMI (RE e m. est involucro nucleare) - liberi NB: Presenti ed attivi anche in mitocondri e cloroplasti proteine di membrana, lume vescicole, secrezione Proteine citoplasmatiche Apparato di Golgi •Sistema di dischi membranosi appiattiti (cisterne) e vescicole associate •Sede di modificazione e smistamento delle proteine •Ha polarità funzionale (Golgi cis-ingresso proteine; mediale; trans-uscita proteine) Nel Golgi operano enzimi glicosil-trasferasi e glicosidasi che modificano e rimodellano porzione zuccherina di glicoproteine Avviene la O-glicosilazione (Ser e Treo) Solfatazione su zuccheri e la sintesi di glicolipidi e sfingomielina La composizione biochimica enzimatica è diversa nei vari settori del Golgi (vescicole spola) anterogrado RE cis Golgi Golgi mediale trans Golgi membrana/secrezione/organuli (vescicole spola) senso retrogrado LISOSOMI Vescicole delimitate da singola membrana (Ø 50nm- 1μm) ripiene di enzimi idrolitici digestione endocellulare di molecole di varia natura (proteine, lipidi, zuccheri, acid nucleici) Le idrolasi lisosomiali agiscono a pH acido generato e mantenuto da pompe protoniche di membrana Lisosoma primario : pieno di enzimi inattivi (pH non acido) Fusione (lisosoma primario+ vacuolo alimentare-digestivo) lisosoma secondario: pH acido ed enzimi attivati -Parte del materiale digerito rilasciato nel citosol riciclo - Materiale non digerito corpi residui 1)espulsi dalla cellula 2) accumulati nel citoplasma Varie funzioni dei lisosomi •Eterofagia (nutrimento organismi unicellulari) •Autofagia (digestione di strutture cellulari usurate riciclo materiali •Reazione immunitaria (macrofagi) •Morfogenesi (sviluppo embrionale e metmorfosi) •Digestione extracellulare (es. Spermatozoo, funghi,..) Via autofagica 1. Un vacuolo autofagico a doppia membrana avvolge struttura da digerire 2. Si fonde con lisososma primario 3. Digestione 4. Espulsione di scarti e/o accumulo di residui Gli enzimi destinati ai lisosomi sono prodotti nel RER ed indirizzati con una “marcatura” chimica specifica (mannosio 6-P) Lisosomi e patologie Silicosi e asbestosi: Particelle /fibre ingerite da macrofagi morte cellulare fibrosi del tessuto polmonare Patologie autoimmuni, es artride reumatoide: articolazioni danneggiate da enzimi lisosomiali rilasciati negli spazi extracellulari. Malfunzionamento dei lisosomi malattie da accumulo (base genetica: difetti negli enzimi o nel targeting degli enzimi vs lisosomi) Es Tay-Sachs (accumulo di lipidi nelle cellule cerebrali) Pompe (accumulo di glicogeno negli epatociti) Gaucher (accumulo di glucocerebrosidi) PEROSSISOMI Piccoli organelli racchiusi da membrana contenenti enzimi ossidativi La presenza di corredi enzimatici specifici permette di evidenziare i perossisomi distinguendoli da altre vescicole tecniche citochimiche: (reazione con substrato specifico forma prodotto colorato o elettrondenso) Gli enzimi perossisomiali (ossidasi) ossidano vari substrati (composti azotati, xenobiotici, ecc.) trasferendo H all’O2 per dare H2O2. H2O2 è tossico Enzimi catalasi (abbondanti nel lisosoma) H2O2 H2O +O2 In fegato e rene i perossisomi hanno azione detossificante Sono inoltre sede •di beta-ossidazione degli acidi grassi •della sintesi di alcuni lipidi Biogenesi dei perossisomi Le proteine interne e di membrana del perossisoma originano da ribosomi liberi e contengono specifiche seq aa di targeting. Parte dei lipidi di membrana sintetizzate nel perossisoma stesso NB: Biogenesi simile a mitocondri e plastidi: divisione binaria di perossisomi preesistenti (a differenza di lisosomi che originano per gemmazione del RE) HP2: Oppure origine da vescicole del RE?? MITOCONDRI Organelli delimitati da 2 membrane; m est liscia, m interna si ripiega (creste) e delimita la matrice Funzione: respirazione cellulare (produzione di ATP) enzimi coinvolti inglobati nella m int e nella matrice. Differenze tra membrana int ed est. •Composizione proteica (70% proteine in m int) •Permeabilità (elevata in m est e con porine., impermeabile la m. int) I mitocondri possiedono un proprio genoma (20-1000 kb) •Circolare (come nei batteri) •Con geni per: rRNA, tRNA e proteine mt (NB i geni mt seguono schema di eredità particolare in quanto derivano dalla cellula uovo linea materna) Il mt dispone anche di un proprio apparato di traduzione (ribosomi e tRNA) Ma non è completamente autonomo in q riceve maggior parte degli enzimi e proteine dalla cellula (geni nucleari) Es enzimi per duplicare e trascrivere proprio DNA •Proteine destinate a mt sono sintetizzate su ribosomi liberi e contengono seq segnale specifiche. •Anche lipidi di membrana sono importati dal citosol Biogenesi dei mitocondri Si formano per divisione da mt pre-esistenti organelli semiautonomi Abbondano nei tessuti con alta richiesta energetica (es muscolo) A volte assumono forme particolari I mitocondri costituiscono una rete inerconnessa? Pochi grandi mitocondri “ramificati” ed estesi in tutta la cellula (piuttosto che numerosi, distinti e piccoli). CLOROPLASTI E PLASTIDI •Tipici di cellula eucariotica vegetale •Famiglia plastidi : proplastidi cromoplasti, cloroplasti, leucoplasti (= amiloplasti, elaioplasti) • sede di conversione energia luminosa in chimica •Più complessi rispetto ai mitocondri (2 membrane + tilacoide con analogia funzionale alla m int mt) •Biogenesi per divisione •corredo genetico proprio organelli semiautonomi 1. Spazio intemembrana 2. Stroma 3. Lume del tilacoide Teoria dell’endosimbiosi Mitocondri e plastidi derivano da batteri fagocitati da cellule (protoeucariotiche) + grandi, con cui si è instaurata simbiosi vantaggio reciproco (protezione-alimento vs capacità fotosintetica/ respiratoria) La teoria dell’endosimbiosi spiega la nascita della cellula eucariotica Osservazioni a favore della teoria dell’endosimbiosi •Doppia membrana (int batterica (creste come mesosomi)- est cellulare) •Dimensioni •Ribosomi simili ai batteri •DNA circolare e con meccanismo di duplicazione analogo ai batteri •Omologia a livello di sequenza rRNA Citoscheletro: complessa rete di filamenti e tubuli proteici che si estende nel citosol, dal nucleo alla faccia interna della membrana citoplasmatica Funzioni: •sostegno strutturale •Mantenimento forma cellulare •Movimento cell. ed organuli •Adesione e segnalazione cell. •Divisione cellulare •Associazione con enzimi citosolici? 3 Elementi strutturali principali, diversi per struttura, dimensione, distribuzione diametro monomeri-struttura funzione Microtubuli 25-15 nm Tubulina α e β Tubo cavo di 13 protofilamenti Motilità cell. (ciglia e flagelli), forma cell., movimento intracell. di cromosomi e organelli, vescicole Microfilamenti 7 nm Actina G→actina F 2 catene di actina F intrecciate Contraz. muscolo, ciclosi, movimento ameboide, divisione cell, forma Filamenti intermedi 8-12 nm Varie proteine 8 protofilamenti dimerici associati Sostegno, forma cell., lamina nucleare, Lo studio del citoscheletro si avvale delle moderne tecniche di microscopia e dell’uso di farmaci specifici (Es: colchicina e taxolo→microtubuli; citocalasina D e falloidina→microfilamenti) Proprietà meccaniche diverse nei vari componenti •Flessibilità actina (microfilamenti) •Rigidità- resistenza a compressione microtubuli •Flessibilità- estensibilità filamenti intermedi - assonemali: strutt. stabili associate al movimento→ciglia,flagelli microtubuli - citoplasmatici:strutt.dinamiche→forma, movimento di vescicole e cromosomi, polarità assone I microtubuli sono cilindri cavi con pareti formate da 13 polimeri lineari (:protofilamenti) di eterodimeri di tubulina (α + β); orientamento specifico→polarità intrinseca polarità nel microtubulo •L’estremità positiva + dinamica (si allunga e accorcia) •Estremità negativa “bloccata” e ancorata a proteine del centro organizzatore dei microtubuli (contenente anelli di tubulina γ) •Attività dei microtubuli modulata dalle proteine MAP I microtubuli sono strutture molto dimaniche L’assemblaggio dei microtubuli procede attraverso una fase di nucleazione iniziale (lenta)→oligomeri e foglietti; seguita da fase di allungamento alle estremità (+veloce) per aggiunta progressiva di altri eterodimeri. Quando l’eterodimero si associa al mt si idrolizza il GTP MICROFILAMENTI Coinvolti nei cambi di forma cell; adesioni cell-cell e matrice; moto ameboide; ciclosi; solco di clivaggio in citocinesi; “corteccia cellulare”; contraz. muscolare. Il costituente fondamentale microfilamenti è l’actina dei Più molecole di actina G (globulare) polimerizzano per dare actina F (filamentosa) L’orientamento dei monomeri è specifico→polarità del microfilamento Molte e varie proteine possono associarsi ai filamenti di actina modulandone la funzione L’actina globulare lega ATP in una sorta di tasca proteica Esistono diverse forma di actina (famiglia genica) es: muscolo specifiche e non muscolari; ARP Nel muscolo l’interazione con la proteina motrice miosina produce la contrazione muscolare a) b) I fasci di actina che costituiscono l’asse portante dei microvilli dell’eptitelio intestinale (a) e dei filopodi di macrofago (b) sono ancorati ad una trama filamentosa sub-membrana I fasci di actina formano le stress fiber tensione nei punti di contato cellula-cellula e cellula-matrice Filamenti intermedi I filamenti intermedi (diametro 8-12 nm) sono le strutture più stabili del citoscheletro •funzione di sostegno meccanico (es desmosomi, lamina nucleare, collegamento tra organuli) •Tessuto-specifici (importanza diagnostica→tumori e test prenatali) •Proteine costituenti i FI sono divise in classi Cheratine (epitelio); vimentine (connettivi); desmine (muscolo); neurofilamenti (cell. nervose); lamìne nucleari (trama interna involucro nucleo) Le proteine dei FI costituiscono un’unica grande famiglia genica •Sono tutte proteine fibrose con dominio centrale (conservato per seq AA e struttura) a bastoncello coinvolto nell’assemblaggio dei protofilamenti •Domini N e C terminali molto variabili secondo funzione specifica Modello per assemblaggio di filamenti intermedi Dimero proteico (super-elica) → affiancamento sfalsato laterale tra dimeri→ protofilamento → 8 protofilamenti formano un FI Interconnessione tra gli elementi citoscheletrici Il citoscheletro è formato da una rete di filamenti intermedi, microtubuli e microfilamenti tra loro interconnessi I FI (verde) sono collegati agli altri elementi grazie alla proteina plectina (rosso) Così citoscheletro sopporta compressione, tensione, conferisce rigidità ma assicura anche dinamismo.