pagina 35
26 settembre 2012
L’emergenza. Scarsa prevenzione: la Provincia sotto accusa. Polemica con i sindaci
Febbre killer, il virus muta?
La Asl preoccupata: diventa impossibile trovare i focolai
Nuovo capitolo della
Febbre del Nilo mentre infuriano le polemica sulla prevenzione tra Provincia, Asl e
Comuni: il virus sfugge ai monitoraggi.
Per i biologi comincia a diventare un grattacapo, per i
medici una preoccupazione
in più. Il virus della Febbre
del Nilo sta mandando in tilt
il piano di prevenzione e
monitoraggio della Asl. Per
una ragione molto semplice:
gli unici due casi registrati
finora in provincia riguardano l’uomo, mentre i naturali vettori della malattia (uccelli, insetti e cavalli) sem-
brano diventati immuni al
contagio. E allora cosa sta
succedendo? La strategia di
controllo non è efficace oppure il virus killer sta mutando e ha modificato i suoi
canali di trasmissione?
L A PREVENZIONE . Difficili da
debellare sono le polemiche.
E ancora una volta sotto tiro finisce l’Assessorato provinciale all’Ambiente. Il problema stavolta riguarda la
prevenzione. L’Università di
Sassari e quella di Bologna
hanno studiato una lotta
biologica contro le zanzare
che trasmettono il virus agli
animali e all’uomo. Un esperimento è in corso a Cagliari, nella zona di Molentargius, mentre nell’Oristanese
(la zona più colpita dall’epidemia) il progetto non è partito. «Alla Provincia è stata
presentata un’interessante
proposta per avviare l’operazione di lotta biologica alle zanzare - attacca il capogruppo del Pd in Consiglio
provinciale, Mario Tendas La società che sta curando il
progetto insieme alle due
università non ha mai ricevuto una risposta. E gli episodi che si stanno verificando nell’Oristanese dimostrano che la situazione è ancora molto preoccupante».
L A SITUAZIONE . I casi più
gravi sono quelli degli anziani di Narbolia e Nurachi: sono in ospedale da tre settimane e le loro condizioni restano tutt’ora molto gravi.
Qualche miglioramento c’è
stato, ma il quadro clinico
non è ancora confortante.
Altre segnalazioni la Asl di
Oristano non ne ha ricevuto.
Neanche dalle scuderie, dove lo scorso anno c’era stata una vera e propria strage
di cavalli. L’unico allarme è
scattato a Usellus, dove i veterinari hanno trovato un
falchetto morto e infetto.
L E ANALISI . Mercoledì
scorso l’equipe specializzata della Asl 5 ha fatto gli ultimi prelievi sugli animali.
Mancano ancora i risultati,
ma dai primi accertamenti
pare che nessuno degli insetti finiti nelle trappole e
nessuno tra gli uccelli catturati sia positivo ai test. Anche i monitoraggi delle settimane scorse hanno dato lo
stesso risultato e questo ovviamente rende ancora più
difficile l’operazione di prevenzione. Seguire il percorso della malattia è sta diventando quasi impossibile.
I SINDACI . I primi ad accusare la Asl sono stati quelli di
Narbolia e Nurachi. Per la
stessa ragione: quando due
loro compaesani sono finiti
in ospedale, contagiati dal
virus-killer, in Comune non è
arrivata nessuna comunicazione. Ma ora il manager
dell’azienda sanitaria, Mariano Meloni, replica e alza il
tiro: «Appena abbiamo avuto la conferma che si trattava di due casi di West Nile
abbiamo informato immediatamente i sindaci - sottolinea il direttore generale Ad aprile, tra l’altro, abbiamo chiesto a tutti i Comuni
di adottare un’ordinanza
per prevenire i rischi e tutelare la salute dei cittadini».
Qualcuno forse ha sottovalutato il problema?
Nicola Pinna