~,v - - w «Jf "i~ -|-,r - "V * PAG. 6 / c u l t u r a l'Unità. / mercoledì 23 dicembre W 4 scienza e tecnica Il programma spaziale italiano verso la tappa conclusiva Un appassionante enigma della attuale ricerca astronomica e o del satellite San stelle» confermerebbero l'espansione dell'universo » Dopo il recente lancio di Wallops Istanti è iniziata la preparazione del lancio in orbita «equatoriale» da un pontone galleggiante Eventi giganteschi si sono verificati un milione d'anni prima che la luce da noi ricevuta oggi fosse irradiata da tali corpi cosmici m A sinistra: il lancio del San Marco da Wallops Island. A destra: tecnici spaziali italiani nella cabina di controllo durante Il «con. to alla rovescia Ù*i i l r tJ 1- tea:-..-: Con il nome di San , è stato chiamato tutto un programma di lanci spaziali, e non solamente il tatellite propriamente detto; e, corrispondentemente, l'interesse dell'impresa non sta solamente nel corpo :osmico artificiale, ma in tutta una serie di caratteri stiche del sistema di messa in orbita e nel tipo partie delle e in , capeggiato del o di missili Scout Conferenza stampa lei professor Broglio n professor Broglio, in una inferenza stampa tenuta ieri a nella sede de»'. Coni g l i o Nazionale dette fhe. ha illiustrato i vari a w e t del programma San . ìe sono quelli riferiti anche all'articolo che pubblichiamo in questa pagina a pressato che finora otto eseniJari del satellite sono stati ostri-iti. e sette di essi r»;aAltrl quattro saranno preirati l presidente del CN e lo |et>so professor Broglio han[> indicato come uno de: ristati più brillanti del proramma la qualificazione di jnici italiani nel campo dei inci orbitali, e il contributo questo senso fornito da^i ieri"ani nonché: l'aTrezza?nto rìaSli ste?« i americani o al ri^rardo. Al» «no superflua è tuttavia apirsa a non po^hi os-?ervatol'enfasi messa in file intenzione. per la quale esilono infiniti e molto autoret i i precedenti [E" un fatto, semmai, che in tri campi si sia voluto e si jglia mortificare l'opera dei cercatori e dei tecnici itami. che si vede ora esaltata l un livello scnsib.lnicnte lù modesto) nel solo settore [spaziale -, cioè in un cam> sufficientemente lontano ille applicazioni pratiche ?r non e i custodi fgri :nteressi costituiti. . l a San o è stato , cominciò a e le linee i pe il lancio, ed ottenne di pote ef o n dia_ li imm aa rr mm ij, messi a d i s p o s i z i o n e dal. Contemporaneam e n t e . sia gli specialisti del g r u p p o di a che gli specialisti del Centro e di Firenze, diretti ddl professor Caprara. si m i s e r o al lavoro per definire il programma scientifico del lancio, e, di c o n s e g u e n z a , le caratteristiche dell'orbita e delle a p p a r e c c h i a t u r e da installare a bordo del satellite l p r o g r a m m a di ricerc h e v e n n e quindi definito in m a n i e r a precisa, concentrandolo su alcuni campi sui quali le nostre conoscenze scientifiche sono ancora rudimentali. C o m e o b i e t t i v o centrale v e n n e posta la ionosfera, ed in particolare una fascia e q u a t o r i a l e di questa. a circa 200 chilometri di quota e ricerche volgeranno a valutare la « colonna ^ di elettroni che si ha tra il satellite e ogni staz i o n e d'ascolto, e cioè a m i s u r a r e la densità e le caratteristiche e n e r g e t i c h e degli elettroni stessi a presenza di questi ha influenza r i l e v a n t e s u l l e radiocomunicazioni. ed ha p r o b a b i l m e n t e a n c h e altri influssi sulle condizioni d e l l e z o n e più v i c i n e alla superficie terrestre, costit u e n d o un e l e m e n t o della catena c h e collega i fenom e n i solari ai f e n o m e n i nella zona più vicina alla crosta terrestre T a l e dipendenza Sole-Terra è certa, ma la catena di feno- Le centrali nucleari e l'industria In vista affari per trecento miliardi Taluni riferimenti concre- nazionale e in particolare in fra i soti, per lo sviluppo di una seno auindustria nucleo energetica stenitori di programmi in sono slati esposti tonomi e di (empi anticipati paesi dell' occi* * dal prof Carlo Salretci. t-ice pper e r ii putrii ( l e u cnfufju presidente del a con- dentale. e gli astertori della di paesi. clusione delle - Giornate del- dinendeora « A* ' ~t «laabas J-f A * WJ* A S questi **%t A f f é nucleare tenute per il settore nucleare, dalle provate soluzioni USA nei giorni scorsi a vicepresidente del prof Solvetti — accogliencercato do le indicazioni secondo le ha evidentemente quali i consumi di energia di mantenere un certo equielettrica in dovrebbe- librio fra le due opposte ma ha adro essere compresi per il sollecitazioni, m favore 1970 fra i 112 e 127 miliardi dotto argomenti Tale orientadi chilawattora ( potenza in- della prima stallata fra 20 000 e 24 000 mento — e. il fatto che esso con e per il 1975 fra 157 sia apparso condiviso nella stessa e 196 miliardi di chiloicat- pari prudenza tora (installati 2S 000-37 000 occasione anche da un rapdeli industria — ha rilevalo che tra presentante i Terra il il '68 e il 7 5 sarà necessario privata. l'tnp costruire nuove centrali, per quale ha detto che nel quacomplessivi 10 700 - 17 500 dro della politica delle li. le quali dorranno esse- cenze l industria europea sare quasi tutte termiche 'con- crifica spasso le proprie cavenzionali o nucleari i. per un pacità tecnoloaiche anche m volume di affari di circa campi dove questo sacrificio non sarebbe nccessirio 300 miliardi di lire prof Solvetti ha perciò — si segnala come *n indizio messo in evidenza t interesse che la crescente pressione e USA. esercitata ehe lo sriluppo del a t t o r e nucleo - energetico presenta in campo nucleare con il oggi per l'industria, e l a dumping dei reatton ad acillustrato la possibilità ed qua. comincia a pesare in opportunità di snl'iopare in una misura tollerabile a fa-' non solo dagli enti pubin modo autonomo, un tica b l i o hanno -jià pacato reattore termico a r a n ; i t o -. a caro(cheorezzo le collusioni e un programma a lem Ì un- intervenute al rlouardo i per i reattori - velo- la politica ponernatira e tra oli cf Tali indicazioni rispon interessi monopolistici;, ma dono — come non e s/uooito finanche da alcuni ambienti agli osservatori — alla pole- industriali mica in corso sul piano inter I I I o alcuni anni fa, quando il o degli!specialisti di , e ottenne il o finanziamento, un o e di due pontoni, nati pe le i e sui meni c h e la costituisce è poco nota Oltre a questo, il S a n o svolgerà una s e r i e di rilievi sul f e n o m e n o del < convogliamene > delle radioonde e m e s s e da un satellite in orbita da parte degli strati superiori della ionosfera, c h e e convogliano » a p p u n t o , in determin a l e condizioni, le radioond e e m e s s e lungo traiettorie curve, parallele alla superficie terrestre n questi casi, s o v e n t e , tali radioonde. dopo a v e r percorso una traiettoria curva. lunga migliaia di chilometri, incontrano una zona di discontinuità nella ionosfera. c h e le dirige n u o v a m e n te verso terra Un satellite artificiale può così in molti casi « farsi s e n t i r e > da stazioni radioriceventi nascoste dalla curvatura terrestre o poste addirittura agli antipodi Un altro f e n o m e n o di q u e s t o tipo è la riflessione multipla di un fascio di radioonde a - terra - ionosferaterra. che p e r m e t t e anch'esso la ricezione di una t r a s m i s s i o n e radio fatta da un satellite da parte di stazioni poste agli antipodi o nascoste dalla curvatura terrestre, d o p o un percorso a zig-zag con d u e o più riflessioni successive. Per c o m p i e r e tali ricerche. è stata scelta un'orbita posta attorno ai 200 chilometri di altezza, e cioè al di sótto, ma non m o l t o lontana, d a l l e zone della ionosfera capaci di riflettere le radioonde, e per di più e q u a t o r i a l e San . praticamente, si m u o v e r à nel piano dell'equatore, per cui ogni ora e m e z z o circa passerà esatt a m e n t e al di sopra degli stessi punti della crosta terrestre ( satelliti posti su orbite inclinate rispetto all'equatore, i n v e c e , ripassano sopra gli stessi punti della superficie terrestre ad intervalli più l u n g h i , o possono a n c h e non farlo m a i ) a l'orbita e q u a t o r i a l e , quindi, i rilievi c o m p i u t i in un pasi \.ifiii^*i««.i un y*c*j- s a g e i o risulteranno esattam comparabili ^__ e _. n tAe _ __ ^ _ _ _ _ _ l _ 1 1 ^con A.^h quelli c o m p i u t i nei passaggi s u c c e s s i v i . a scelta di un'orbita equatoriale, infine, permetterà di c o m p i e r e rilievi sull'andamento del campo m a g n e t i c o terrestre nella zona di . o v e le l i n e e di tale c a m p o m a g n e tico p r e s e n t a n o un andam e n t o f o r t e m e n t e anomalo C o m p i e r e d e l l e osservazioni su un f e n o m e n o o v e e q u a n d o q u e s t o presenta palesi a n o m a l i e può perm e t t e r e di raccogliere d ì t ; preziosi A bordo del S a n . infine, troverà po>to una « Bilancia di Broglio », e cioè un apparecchio sensibilissimo. m u n i t o di m a s s e mobili, il q u a l e permetterà di v a l u t a r e con una precisione ed una sensibilità v e r a m e n t e impressionanti le piccole decelerazioni nella corsa del satellite, causate dalla presenza di un'atmosfera, assai rarefatta. ma s e m p r e presente. di densità variabile e s e d e di correnti assai rapide A n c h e la tecnica del lan- clo del S a n , presenta e l e m e n t i nuovi di grand e interesse. a equatoriale, per ì motivi cui a b b i a m o a c c e n n a t o si pres e n t a v a c o m e la più consigliabile per compiere una serie di rilievi scientifici di g r a n d e interesse, ma r i c h i e d e v a la presenza di basi di lancio equatoriali, o p p u r e una tecnica di m e s sa in orbita di complessità superiore a di ricorrere ai pontoni, v e r a m e n t e brillante, p e r m i s e di risolvere il problema, per di più con una spesa relativam e n t e m o d e s t a , in q u a n t o i pontoni e s i s t e v a n o , e, a cose finite, potranno essere n u o v a m e n t e attrezzati per c o m p i e r e il lavoro pei cui e r a n o slati costruiti a scelta di un m i s s i l e a prop e l l e n t e solido, infine, p e i m e t t e un lancio più semplice. nel q u a l e si evita la difficile fase di r i f o r n i m e n t o del m i s s i l e sulla rampa di lancio E le novità si completano con il fatto che, pur ess e n d o di costruzione americana il m i s s i l e vettore ed un certo n u m e r o di apparecchiature e di impianti installati sui pontoni, molto del m a t e r i a l e scientifico usato, oltre al satellite tutto intero, è di costruzione italiana, e t o t a l m e n t e italiano è il personale preposto al lancio ed al e coll e g a m e n t o » con il satellite Per realizzare un prog r a m m a cosi d e n s o di novità, è stato necessario molto lavoro, un t e m p o non trascurabile, e la suddivis i o n e del programma in alc u n e tappe fondamentali: prima tappa, lancio balistico del satellite, da una base a m e r i c a n a , con l'assistenza attiva del p e r s o n a l e italiano S e c o n d a tappa, lancio balistico del satellite dai pontoni. nell'Oceano no. da parte di personale misto, a m e r i c a n o ed italiano Terza tappa, quella c o m p i u t a pochi giorni fa, e c i o è messa in orbita del satellite, da una base a m e ricana fissa, ad opera del personale italiano. Tra q u a l c h e m e s e , dovrà compiersi l'ultima tappa, e c i o è la m e s s a in orbita del satellite, su un'orbita equatoriale. da parte di personale i n t e r a m e n t e italiano. dalla coppia di pontoni galleggianti nell'Oceano d i a n o . lungo la linea dell'Equatore Giorgio Bracchi Già alcuni mesi-or sono abbiamo informato i nostri lettori su una grande scoperta — quella degli obietti simili a stelle — fatta dagli astronomi a m e n cani negli ultimi anni, ed e oggi importante ritornare sulla questione. che è divenuta ormai uno degli argomenti fondamentali di molti convenni: di recente. giornali nonno riportato con notevole rilievo le affermazioni fatte ad Austin (Texas) dal dottor Sandage, a proposito di una immensa esplosione cosmica avvenuta a una distanza di cinque miliardi di anni luce. Attualmente in'nffi. nel Texas si srolge una riunione di scienziati con scopo di discutere le caratteristiche di tali -oggetti ; che si vanno continuamente arricchendo di nuovi dati, per vedere tino a quale punto e possibile azzardare una ipotesi sulla loro natura o. specialmente, sulla loro origine. Anzi, per essere più precisi, dovremmo dire: quale delle varie ipotesi fatte può essere ritenuta la pi» adatta a interpretare i dati di osservazione, poiché dal momento della scoperta molte ipotesi sono state avanzate, tutte estremamente suggestive. che l dati di osservazione immediata lasciano aperte due possibilità: o si tratta di oggetti celesti più o meno vicini, non esterni olla nostra galassia, e allora sono costituiti da stelle suoerdense, tutta la massa essendo raccolta in una sfera avente pochi chilometri di diametro, oppure di oagetti estremamente lontani, agli estremi limiti dell'universo finora esplorato, distanti da noi non meno di diversi miliardi di anni luce, fino a più di 10 100.000 km. al secondo a può essere difficile da spiegare; basterà dire che certe caratteristiche. che si notano nel loro spettro, possono essere provocate o da un estremamente grande valore della gravità superficiale. quale quella aopunto che può esservi in una stella di massa grande più o meno come il iole, raccolta però in un volume di qualche chilometro di raggio: oppure da una pravità molto bassa quale quella che può esservi in un corpo molto esteso e diluito, ma che si allontana da noi con velocità elevatissima. dell'ordine di 100 mila chilometri al secondo, come è appunto quella delle galassie più lontane, partecipanti al fenomeno dell'espansione dell'universo Naturalmente le due possibilità sono state vagliate entrambe e si è cercato di vedere aitali sono l fenomeni secondari che nell'un caso e nell'altro dovrebbero aver luono Ad esemplo, se le 'quasi stelle' fossero oggetti vicini, si dovrebbe poter constatare un moto proprio, analogo a quello di tutte le stelle vicine Se fossero poi vicinissimi, come in qualche caso si potrebbe ammettere, dovrebbero risultare addirittura ni bordi del sistema solare; in tal caso, con la loro azione gravitazionale, dovrebbero perturbare il moto dei pianeti: sarebbe come se il sistema colare fosse costituito da due Soli, sia pure con cnratteristirhe fìsiche diverge »>n analoghi agli effetti gravitazionali derivanti dalla loro massa: il moto dei pianeti dovrebbe risultare cosi perturbato che lo stesso «crebbe dovuto accorgersi della presenza delle - ouasi Sfelle - ed essere molto incerto sulla deduzione delle sue leggi planetarie Naturalmente, a ma-nnor rainone nrrebbero dovuto accorgersene gli astronomi successivi con le loro misurazioni mollo precise e con la conoscenza della legge newtoniana dell'attrazione universale, con le quali avrebbero potuto addirittura individuare il Sole o l Soli - intrusi nel nostro sistema mancanza di tutto ciò (insieme ad altri argomenti) ha fatto sì che oggi non c'è nuas» ne<:vn?!o c*>e sostiene la tesi della vicinanza delle -quasi stelle»; tutti sono concordi nell'ummetterc che le caratteristiche osservate sono la cow.cnuenza del fatto che si tratta di oggetti situati alle massime distanze oaai conosciute, e che si allontanano da noi per effetto della espansione dell'universo, alla quale tutte le galassie parler' "no e che si manifesta con una velocità di allontanamento tanto maggiore quanto maggiore è la distanza WOmila chilometri al secondo e l 1S0 mila, dei quali si parla in alcuni casi. sono la conseguenza insieme di questo fenomeno universale e della loro distutiza estrema. di tale scoperta non si ferma qui. ma si accresce per un altro fatto estremamente notevole, per quello rioè che si riferisce alla loro luminosità Viste al telescopio, le «quasi stelle* non appaiono affatto particolarmente deboli. come la loro distanza dovrebbe determinare Al contrario' sono o-metti assai luminosi, tanto da sembrare in tutto e per tutto normali stelle della nostra galassia di più non dimostrano una struttura che le faccia assomigliare ulle galassie, unici oagetti celesti visibili ali" distanze di cui si parla C'è voluta infatti tutta una tecnica particolare di osserrnzmne rnrim e ottica, per scoprirli o meglio per, individuarli, perchè quando i telrsc» w » hanno preso fotografìe della zona in cui questi ' oggetti - si trovano, indicata dai radiotelescopi, nessuno ha notato alcunché di strano, sebbene tali oggetti fossero ben visibili nelle lastre fotografiche. Nessuno faceva caso ad essi, e tuffi consideravano appunto normali stelle della nostra galassia scoperta non si è potuta lare vitro che aitando l i t-'i » « sfronomica * stata in nrado di affinarsi al punto da individuare con sufficiente precisione la sorgente delle radioonde e ha consentito di farne l'analisi spettroscopica. C'è da agginnaere anzi che una volta ottenuto lo spettro della stella individuata. è stato difficilissimo interpretarlo e. per più di un anno esso ha costituito un enlnma insoluto poiché nessuno pensava che potesse essere analizzato am- mettendo che quella stella fosse tale tolo in apparenza, ma in realtà un oggetto dì diversa natura A conti fatti è o che queste quasi stelle - (di tali oggetti ne sono stati scoperti diversi più o meno contemporaneamente) per apparire cosi lucenti ed essere cosi lontane devono essere anche gli oggetti più liiiivnosi conosciuti. cento volte più luminosi delle maggiori galassie, la cui luminosità corrisponde a quella dei cento miliardi di stelle da cui sono <-n>tituite essere considerati galassie questi oggetti? No, perché, se lo fossero, pur essendo lontanissime, il grande telescopio di sarebbe in nrado di vederli come oggetti estesi fatto che li si veda sempre puntiformi indica che il loro volume è molto più piccolo dt quello delle galassie e ciò ren-'e ancora più nroblemnt'ca la ricerca della fonte di questa cosi grande luminosità, ostia della energia irraggiata m rapporto ul tempo Indizi di fatti remoti grande strumento ottico americano e i grandi radiotelescopi hanno messo recentemente in evidenza particolarità come pennacchi e getti di materia, che si trovano nei pressi di tali oggetti, e ehp sono indubbiamente colleaafi con essi. Si ritiene da molti che questi senni rappresentino l'inizio di una affinità eneroefica di proporzioni gigantesche, che si svolge nel seno delle - quasi stelle -, e molto probabilmente siano il risultato di un evento energetico colossale che potrebbe essersi verificato un milione di anni prima Si fi cercato di iti -ne^e questo evento, e si è visto che esso può consistere nel collasso di una enorme massa, pari a cento milioni di volt" aueiia del Sole: il fenomeno si sfollerebbe proprio nel senso che una massa di materia cosi 'grande, per il venir meno della condizione di cnullVirlo. precipita tutta insieme verso il proprio centro sprigionando poi tutta la sua energia. a tener presente che, quando si dice che questo evento si sarebbe verificato un milione di anni prima, si intende non un milione di anni fa. ma un milione di anni prima del momento in cui l'oggetto la luce che ogal riceviamo, la quale luce è sfata emessa alcuni miliardi di anni fa. Certo, se l'uomo primitivo avesse notato usare il grande telescopio del e l radiotelescopi. avrebbe potuto assistere a un tale evento, che però si era svolto in ogni caso miliardi di anni prima. Oggi comunque non dovremmo limitarci ad avanzare ipotesi, ma avremmo conosciuto con maggiore certezza che cosa accadde nel nostro universo. Alberto Masani Prossimo progenitore dell'Homo Sapiens Nell'anno 1856. nella gola di Neanderthal presso . venivano rinvenuti i resti scheletrici di un individuo, di cui furono salvati solo la calotta cranica e frammenti degli arti Questi resti divennero ben presto famosi per le discussioni cui dettero luogo gli scienziati del tempo si rifiutavano di ammettere che potessero essere esistite forme umane cosi primitive, e ritenevamo esatta la diagnosi che aveva attribuito !e ossa di Neanderthal a un individuo patologico, anzi a un idiota Soltanto dopo un certo tempo «bisogna tra l'altro ricordare che è di quegli anni la pubblicazione dell'Oripine della Specie di ) si arrivò ad ammettere cha l'uomo di Neanderthal - fosse effettivamente un rappresentante d: un tipo umano primitivo scomparso A questo primo ritrovamento ne erano trattamo seguiti altri ed ora si è in grado di poter tracciare una storia dell'evoluzione della più antica umanità con una certa precisione, sempre naturalmente relativa, data la scarsità dei reperti E" accertato che l'uomo di Neanderthal non è il più antico dei nostn progenitori. ma che p r m a di lui vissero altri uomini, o meglio. ominidi, mal conosciuti, dei quali esistono scarsi e tacerti resti o di Neanderthal è conosciuto oggi in Europa. nel o Oriente, in Africa e a Giave, ed è possibile ricostruirne o scheletro n base alle ossa provenienti anche da località diverse 1 Neanderthal dell'Europa occidentale formano un gruppo abbastanza omogeneo. le cui caratteristiche salienti sono le seguenti: statura media (circa m. 1.60). stazione verticale. cranio piuttosto grande offrente una capacità variabile tra i limiti attuali (1490. 1260. 1650 e m e ) , faccia assai sviluppata. cranio appiattito, volta cranica abbassata, arcate sopraorbitarìe assai sporgenti formanti quasi una visiera. fronte sfuggente, mascella robusta e senza mento, denti grandi con canini leggermente più lunghi. Alcuni individui sembrano avere dei tratti che si avvicinano di più a quelli mo Sapiens, per cui è possibile formulare l'ipotesi che esistesse un gruppo presentante caratteri di grande variabilità* questo gruppo avrebu£ u i ì i ù O r i g i n e US Uff f ai ramo neanderthaliano che avrebbe specializzato l caratteri tipici, fino ad estinguersi per aver raggiunto una fissità estrema senza possibilità d: ulteriore evoluzione: dall'altro lato questo gruppo avrebbe continuato ad evolvere caratteri - moderni - dando cosi origine o Sapiens Conosciamo abbastanza bene gli strumenti usati dagli uomini di Neanderthal e possiamo arguire qualche cosa dei loro usi e delle loro abitudini a maggior parte del resti proviene da grotte e nel depositi di queste sono abbon- danti gli strumenti di selce appartenenti a denominata musteriana o del paleolitico medio, la quale consta di oggetti lavorati n modo da formare punte di freccia coltelli ritoccati su uno o due margini (i cosiddetti raschiatoi). un armamentario d o * . quale poteva servire a popolazioni la cui economia era basata sulla caccia e sulla raccolta. Naturalmente non si può pensare che questa gente andasse ad affrontare un elefante armata solo di una lancia dalla punta di pietra, ma dobbiamo supporre l'esistenza di trappole, come succede presso alcune popolazioni primitive attuali. i resti rinvenuti si può arguire che l'organizzazione sociale comprendesse gruppi di poche famiglie: numerosi sono anche 1 giacimenti all'aperto e si può pensare che queste genti, con- no oggi solo le ossa in connessione anatomica. A volte il cadavere veniva cosparso di ocra rossa, come a simboleggiare il sangue e quindi la vita Non sappiamo certo quali fossero le divinità adorate da queste genti: troppo spesso si è partiti dall'affermazione o dalla negazione categorica di una forma di religione presso l'uomo preistorico, condizionando ad esse il riconoscimento o meno delle sepolture e tale metodo può portare senz'altro a fraintendere i dati archeologici per avallare una tesi preconcetta, Ci si deve contentare di restare nel campo di caute ipotesi. e non voler presumere di poter ricostruire la mentalità dei paleantropi e le cause e le idee che erano alla oase delle loro azioni Possiamo soltanto esaminare resti e cercare di interpretarli senza però voler porre le nostre - ''"C'nti iJrnr»ta»inni — 2 vita nomarl*i usassero le erotte più per pratiche religiose e come ripari temporanei eh? non come dimora stabile Più interessanti sono tuttavia le notizie che si possono raccogliere su quella che potè essere la vita spirituale dell'uomo di Neanderthal notl/'e che si ricavano da dati provenienti dalle numerose sepolture. ! morti venivano sepolti nella nuda terra, a volte con protezioni di pietre, ed accanto ad essi venivano deposte armi ed offerte di cibo, quali parti di animali di cui resta- fi\rn* re-alti e t n . nca Ad esempio, noi possiamo supporre l'esistenza d'un culto dell'orso, in quanto in alcune caverne delle Alpi sono state rinvenute cassette di pietra contenenti ingenti quantità di ossa di orso accuratamente deposte: questo fatto è stato mes so in relazione con il culto dell'orso praticato n tempi moderni dai cacciatori delle zone settentrionali, per quali questo animale costituisce la principale fonte di sussistenza n varie sepolture musteriane sono state rinvenute corna e denti di animali, ma non possiamo dire altro se non che esisteva un rapporto tra uomo e animale: non è però possibile chiarire l'essenza di tale rapporto, né si può andare oltre le semplici ipotesi Un altro aspetto della cultura dei neanderthaliani, che ha dato luogo a numerose e contrastanti ipotesi, è quello riguardante il cannibalismo e il culto dei crani- sono stati rinvenuti in gran numero crani e mandibole isolate, per 1 qu.''i le interpretazioni possibili vanno da quelle che sostengono trattarsi di reliquie o trofei (alcune popolazioni USJUO portare sempre appresso le mandibole o altre ossa dei parenti defunti) a quelle che pensano trattarsi semplicemennte di ossa disperse appartenenti a sepolture sconvolte. Alcuni crani presentanti mutilazioni particolari vengono interpretati come testimonianze di cannibalismo rltuv ie: sappiamo infatti che esistono v a n e -forme di cannibalismo e cioè un cannibalismo orofano causato dalla fame o semplicemente dal gusto della -arne umana, un cannibatismn maaico. per cui chi lo pratica ritiene che. mangiando carne umana, ci si possa impa dronlre delle virtù magiche proprie dei vari organi: infine un cannibalumo rituale nel quale particolari cerimonie e riti connessi con credenze di tipo religioso accompagnano il pasto - l ritrovamento che più di tutti ha fatto pensare al cannibalismo rituale presso 1 neanderthaliani è stato quello effettuato al e Circeo: si tratta di un cranio ben conservato. rinvenuto sul pavimento di una grotta che al era chiusa, forse per una frana. in piena età glaciale. Esso poggiava sul parietale sinistro e presentava due mutilazioni: una. prodotta probabilmente da uno strumento appuntito. nella regione temporo-orbltaria destra, e l'altra, un'ampia apertura trapezoidale, nella regione occipitale. l cranio era circondato da un ovale di pietre, e tutto intorno si trovavano ossa di cervo, bue e cavallo. confronti etnografici mostrano che mutilazioni simili sono effettuate dagli attuali cacciatori di teste per estrarre il cervello a scopo rituale. Gli elementi a nostra disposizione sono quindi abbastanza numerosi per poter stabilire l'esistenza di una vita spirituale già complessa nelle sue maniresiazioni. e possiamo perciò parlare d: j n a 'orma di religione, della credenr-a in una vita oltre la morte, come mostrano le sepolture acrurate e ricche di oggetti d; corredo funebre, dell'esistenza di riti e credenze quali appunto il cannibalismo e il culto de; crani, di tutto un mondo cioè, che se anrhe ci sfugge nella sua vera essenza ci mostra tuttavia un - progenitore" » ben diverso da quello che avevano visto i primi scopritori dello Uomo di Neanderthal. r. 9.