Large Animals Review, Anno 9, n. 1, Febbraio 2003 37 COME VANNO TRATTATI I VITELLI PRIVATI DEL COLOSTRO E SOTTOPOSTI A STRESS DA TRASPORTO? KAREN JACOBSEN, DVM, MS Production Medicine Section Department of Large Animal Medicine University of Georgia Athens, Georgia I vitelli inviati agli allevamenti a carne bianca, alle strutture destinate all’allevamento delle manze da latte da rimonta ed agli allevamenti da carne Holstein spesso non ricevono un’adeguata quantità di colostro prima della partenza. Lo stress determinato dal trasporto, unitamente al fatto che vengono riuniti in un’unica partita animali di provenienza diversa, può esitare in un’ulteriore compromissione del loro sistema di difesa. Il metodo ottimale di somministrare anticorpi ed altre proteine immunologicamente attive ai vitelli privati del colostro e sottoposti a stress da trasporto è attraverso trasfusioni di sangue o plasma, ma questa soluzione risulta tipicamente poco praticabile ed economicamente proibitiva, specialmente nel caso di grandi gruppi di animali. Inoltre, si deve prendere in considerazione il rischio di reazioni emolitiche dovute all’incompatibilità del sangue utilizzato o della trasmissione di malattie per via ematica o plasmatica. Oltre ad altri virus meno diffusi, attraverso la trasfusione si possono trasmettere quello della leucemia bovina, quello della diarrea virale bovina e quello della blue tongue. Quindi, per il benessere dei vitelli e la convenienza delle strutture produttive, è necessario prendere in considerazione degli approcci alternativi. PROTOCOLLI VACCINALI I vitelli neonati possono essere vaccinati perché il loro sistema immunitario, pur non essendo completamente maturo, è in grado di sviluppare risposte sia di tipo umorale che cellulare. Inoltre, nei casi di insuccesso del trasferimento passivo non si verificano problemi di interferenza con gli anticorpi di origine materna. Anche quando in alcuni vitelli di un gruppo si è avuto un adeguato trasferimento passivo, non si devono escludere a priori i protocolli vaccinali. *Da “The Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian” Vol. 22, N. 1, gennaio 2000, S14. Con l’autorizzazione dell’Editore. Per stimolare il sistema immunitario cellulare di un vitello, in particolare per quanto riguarda la risposta dell’interferon, si possono utilizzare vaccini a virus vivo modificato (MLV, modified-live virus).1-3 Poiché i prodotti immunizzanti delle differenti compagnie farmaceutiche variano sia per quanto riguarda i metodi di realizzazione che per il ceppo virale utilizzato, i veterinari devono conoscere bene lo specifico vaccino che raccomandano. A favore dell’impiego della vaccinazione depone la pubblicazione in letteratura di dati che confermano che un particolare vaccino a virus vivo modificato non determina la diffusione del virus agli altri animali dell’allevamento.4 RIDURRE AL MINIMO LA MORTALITÀ DEI VITELLI Il momento in cui vengono attuati i protocolli vaccinali può avere importanza critica. Solo un ridotto numero di ricerche controllate ha dimostrato il successo o il fallimento dei programmi attuati nell’allevamento dei vitelli ad alto rischio.4 Si definiscono “vitelli ad alto rischio” quelli che giungono alle aziende di destinazione o alle strutture di allevamento di animali a carne bianca in condizioni di parziale o completo insuccesso del trasferimento passivo. I veterinari che hanno sviluppato un’esperienza nell’allevamento di questi animali hanno messo a punto, attraverso prove ed errori, programmi in grado di ridurre le perdite dovute alla mortalità. Tuttavia, gli specifici programmi per i vitelli ad alto rischio devono essere adattati individualmente ad ogni singola struttura di allevamento bovino. Generalmente, si raccomanda il ricorso ad una associazione di vaccini a virus vivo modificato, vitamine, antibiotici metafilattici e sistemi di prevenzione della criptosporidiosi (cfr. “Esempio di un programma di allevamento per vitelli ad alto rischio”). L’uso degli antibiotici a scopo metafilattico comporta il rischio di selezionare popolazioni batteriche antibioticoresistenti e va suggerito con cautela. La somministrazione sistemica di vitamine A, D ed E risul- 38 Come vanno trattati i vitelli privati del colostro e sottoposti a stress da trasporto? ta consigliabile, perché si tratta di composti liposolubili presenti nel colostro. Sino a che non sarà possibile condurre un maggior numero di prove controllate, i veterinari che prestano la loro opera agli allevatori di vitelli privati del colostro, sottoposti a stress da trasporto e mischiati con altri di diversa provenienza si dovranno basare sull’esperienza e sull’immunologia applicata. Le raccomandazioni e le informazioni fornite in questa sede devono essere considerate empiriche e suscettibili di modificazioni con l’acquisizione di nuovi dati. Bibliografia 1. 2. 3. 4. Cummins JM, Rosenquist BD: Partial protection of calves against parainfluenza-3 virus infection by nasal-secretion interferon induced by infectious bovine rhinotracheitis virus. Am J Vet Res 43(8):1334-1138, 1982. Cummins JM, Rosenquist, BD: Temporary protection of calves against adenovirus infection by nasal-secretion interferon induced by infectious bovine rhinotracheitis virus. Am J Vet Res 43(6):955-960, 1962. Cortese VS, West KH, Hassard LE, et al: Clinical and immunologic responses of vaccinated and unvaccinated calves to infection with a virulent typell isolate of bovine viral diarrhea virus. JAVMA 213(9):1312-1319, 1998. Cortese VS, Ellis J, Whittaker R, et al: BVD virus transmission following attenuated vaccines to BVDV seronegative cattle. Large Anim Pract 18(5):18-224, 1997. Esempio di un programma di allevamento per vitelli ad alto rischio* Si definiscono “vitelli ad alto rischio” quelli che giungono alle strutture di allevamento a carne bianca o agli allevamenti in condizioni di privazione parziale o completa del colostro e colpiti da stress da trasporto. Spesso, questi animali sono anche riuniti in partite formate da capi di diversa provenienza. All’arrivo • Trattamento: effettuare delle spugnature dell’ombelico con tintura di iodio al 7%; ripetere quotidianamente per altri due giorni. Praticare iniezioni di vitamine A, D ed E. Pesare i vitelli. • Ricovero: ricoverare i vitelli in poste adeguatamente drenate o in recinti individuali puliti, asciutti e ben ventilati e separati da una barriera che impedisca ai vitelli di giungere a contatto fra loro. • Vaccini: somministrare vaccini a virus vivo modificato (MLV) per la profilassi della rinotracheite infettiva bovina (IBR) per stimolare la risposta sistemica dell’interferon per 7-9 giorni, assicurando una protezione antivirale ad ampio spettro e stimolare l’appetito dei vitelli attraverso la risposta interferonica locale. • Nutrizione: offrire ogni giorno latte intero o latte artificiale in quantità pari all’8% del peso corporeo, suddiviso in due somministrazioni; due volte al giorno, iniziare ad offrire piccole quantità di miscele di cereali di elevata qualità (calf starter) contenenti un coccidiostatico ionoforo. Lasciare a disposizione acqua da bere a volontà. Dieci giorni dopo l’arrivo • Trattamento: effettuare la decornazione con decornatore elettrico o a pinza oppure con una pasta caustica. Attuare il controllo delle mosche. • Vaccini: somministrare vaccini tetravalenti (IBR, parainfluenza-3, virus sinciziale respiratorio bovino, diarrea virale del bovino) MLV, Moraxella bovis (se esiste il problema del “pinkeye”) e vaccini eptavalenti anticlostridici. • Nutrizione: alimentare ogni giorno gli animali con latte intero o latte artificiale in quantità pari al 10% del peso corporeo suddiviso in due somministrazioni; continuare ad offrire due volte al giorno la miscela di cereali (calf starter) contenente il coccidiostatico. Lasciare a disposizione acqua da bere a volontà. Allo svezzamento e trasferimento (4-8 settimane di età) • Trattamento e ricovero: vaccinare i vitelli e sottoporli a trattamento antielmintico 3-4 giorni prima dello svezzamento e della loro rimozione da poste e recinti. Attuare eccellenti misure di controllo delle mosche nei recinti di gruppo. Rilevare il peso e l’altezza dei vitelli. Dopo il trasferimento, tenerli in gruppi di 10 (massimo) per il primo mese e poi in gruppi di 20 (massimo) fino all’età di 5-6 mesi. Offrire zone ombreggiate e ripari dal vento e dalla pioggia. • Vaccini: somministrare un vaccino a virus vivo modificato tetravalente più pentavalente per la leptospirosi, eptavalente anticlostridico ed anti-Moraxella bovis (se esiste il problema del pinkeye). • Nutrizione: offrire una miscela di cereali da accrescimento abbinata al pascolo o ad un fieno di qualità eccellente due volte al giorno; tenere il cibo davanti ai vitelli svezzati. Età di cinque mesi • Trattamento: continuare con le misure di controllo delle mosche; considerare il ricorso a sistemi di trattamento del dorso degli animali vicino al cibo o all’acqua, spray o apparecchi antimosche. Eliminare i capezzoli supplementari nelle manze da latte. Pesare i vitelli e misurarne l’altezza. • Vaccini e trattamenti antielmintici: somministrare vaccino tetravalente MLV + leptospirosi, eptavalente anti-clostridico, anti-brucellosi ed anti-Moraxella bovis (facoltativo). Effettuare il trattamento antielmintico dei vitelli. • Nutrizione: offrire una miscela di cereali da accrescimento abbinata al pascolo o a fieno di qualità eccellente. Sei mesi di età (vaccinazione di richiamo) • Trattamento: pesare i vitelli e misurarne l’altezza. • Vaccini: effettuare il richiamo di tutti i vaccini somministrati all’età di cinque mesi, tranne la brucellosi. • Nutrizione: offrire una miscela di cereali da accrescimento abbinata al pascolo o a fieno di qualità eccellente. 13 mesi di età (un mese prima della prima fecondazione delle manze da latte) • Trattamento: continuare ad applicare eccellenti misure di controllo delle mosche. Misurare l’altezza dei vitelli mediante piani inclinati marcatori. Stabilire i punteggi di condizione corporea. • Vaccini e trattamenti antielmintici: somministrare vaccini tetravalenti MLV + leptospirosi, eptavalente anticlostridico e anti-Moraxella bovis (facoltativo). Effettuare il trattamento antielmintico dei vitelli. • Nutrizione: offrire una razione mista totale o una miscela di cereali per manze da abbinare a pascoli o fieno di qualità eccellente. 23 mesi di età (manze prossime al parto) • Trattamento: spostare i vitelli in gruppi di manze chiusi. Stabilire il peso dei vitelli (mediante misurazione o stima visiva). Determinare i punteggi di condizione corporea. • Vaccini ed antielmintici: somministrare un vaccino tetravalente inattivato più pentavalente antileptospirosi, eptavalente anti-clostridico ed anti-Moraxella bovis (facoltativo). Effettuare il trattamento antielmintico dei vitelli. • Nutrizione: offrire una razione contenente elevati livelli di energia e proteine e povera di sodio; monitorare attentamente l’assunzione di sostanza secca per prevenire il bilancio energetico negativo prima del parto. La razione totale consumata deve avere una differenza fra cationi ed anioni della dieta negativa; evitare i foraggi ricchi di potassio. Nota: fare in modo che tutti i vitelli abbiano sempre a disposizione dell’acqua fresca 24 ore al giorno, soprattutto quelli giovani prima dello svezzamento. Gli studi condotti hanno dimostrato che questi animali crescono più rapidamente e sono più sani quando possono bere a volontà. * Le raccomandazioni fornite in questo esempio sono basate sull’esperienza clinica o non su dati di ricerca. I veterinari devono adattarle alla situazione individuale dei loro clienti variandole azienda per azienda.