Capitolo 1 - Fossili: un mondo da scoprire

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Capitolo 1 - Fossili: un mondo da scoprire
Come possiamo avere informazioni sui dinosauri e sugli altri esseri viventi che sono estinti da
molto tempo? L’unica fonte diretta di conoscenza sono i loro resti, detti fossili. La scienza che
si occupa del loro studio è la paleontologia. Viene chiamato fossile qualunque resto o traccia
di animali e vegetali vissuti in epoche passate, e che si è conservato fino ai giorni nostri. La
formazione, la conservazione e soprattutto il ritrovamento di un fossile sono frutto di una serie
di eventi molto rari ed è per questo che sono pochissimi i resti ritrovati rispetto all’effettivo
numero di organismi vissuti nel passato.
Esempio di una successione degli eventi che mostrano come un organismo può fossilizzare.
a) In un bacino lacustre o marino arriva, probabilmente trasportato
da un fiume, il cadavere di un dinosauro. La carcassa galleggia per un
certo tempo poiché i gas di fermentazione dei visceri ne impediscono
l’immediato affondamento.
b) La carcassa si deposita sul fondo. In seguito, mentre le parti molli
vengono via via decomposte da batteri e altri organismi, inizia il
ricoprimento rapido di tutto l’organismo. La sedimentazione continua e
il rettile, di cui sono rimaste solo le parti più dure, è ricoperto e isolato
in modo totale.
c) Nuovi strati di sedimento si depongono su quel fondale. I sali
minerali presenti nelle acque circolanti nei sedimenti sostituiscono le
sostanze di cui l’organismo è composto, trasformandoli così in pietre.
d) L’erosione del terreno fa affiorare lo scheletro del dinosauro, ormai
divenuto fossile.
Tutti conosciamo i dinosauri, tutti sappiamo cosa sono stati, ma a cosa
serve studiarli? E a cosa serve studiare gli altri fossili? Sono documenti
storici insostituibili per comprendere non solo dell’evoluzione della vita,
ma anche di come sono cambiati il clima, la geografia e gli ambienti
sulla Terra.
Lo sapevi che?
I resti di dinosauro sono per lo più conservati sotto forma di ossa
o
denti trasformati in roccia. Ma la pietrificazione non è l’unico modo di
conservazione degli organismi del passato.
Può raramente accadere che si conservi tutto l’organismo, inglobato, per
esempio, all’interno dell’ambra, resina fossile solidificata prodotta da antiche conifere. Alcuni
mammut sono stati rinvenuti in Siberia con le carni ancora intatte e con il loro folto mantello
peloso inclusi nel permafrost, strato di suolo permanentemente ghiacciato presente in alcune
zone della Terra alle alte latitudini.
Può accadere anche che tessuti e parti molli di un organismo si disidratino e si conservino
senza degradarsi completamente, formando una sorta di mummia naturale, come alcuni resti
di uomini preistorici pervenuti fino a noi.
Nel famoso film Jurassic Park venivano riportati in vita i dinosauri grazie
al loro sangue ritrovato in una zanzara rimasta intrappolata nell’ambra. La
fossilizzazione mediante inglobamento in ambra permette la conservazione
tridimensionale di piccoli organismi, ma di questi è rimasta soltanto una
sottile pellicola esterna, non l’intero corpo conservato. Spesso lo stato
di conservazione è così perfetto che possono essere rimasti dei dettagli
microscopici molto precisi. Ma Jurassic Park rimane fantascienza…
Tracce dal futuro - lavora in classe!
Come facciamo a sapere come si muovevano i dinosauri, cosa e come mangiavano, in quale
ambiente vivevano? Per fare questo non basta studiare le ossa e i denti, ma fossili altrettanto
importanti come le tracce che questi esseri viventi hanno lasciato. Osservando le impronte
possiamo ricostruire la postura di un animale, determinare la sua velocità, il suo modo di
camminare e otteniamo addirittura informazioni sul comportamento sociale degli animali, se
erano solitari o si muovevano in branchi. Non dimentichiamo che un animale possiede uno
scheletro solo, ma nel corso della sua vita può lasciare migliaia di tracce.
impronte della pelle
gastroliti alimentari
uova
orme
escrementi (coproliti)
tracce di predazione
Un unico dinosauro può dare origine a diversi tipi di tracce fossili. Nella sua vita, un dinosauro
può produrre orme, uova, coproliti (cioè escrementi fossilizzati), impronte della pelle, tracce di
predazione e gastroliti (sono pietre assunte per ingestione, che aiutano a triturare il cibo).
Capitolo 2 - Il mondo sotto di noi
Quando si parla di vita preistorica, il concetto di tempo cambia. Non si misura, come siamo
abituati, in ore, giorni o anni. Bisogna ricorrere a misure temporali molto più grandi. Oggi
sappiamo che i dinosauri vissero da circa 230 milioni a 66 milioni di anni fa.
Ma come è stata ricavata tale datazione? Semplicemente osservando che i fossili di dinosauro
si rinvengono solo in strati di roccia che comprendo questo intervallo di tempo compreso tra il
Triassico superiore (237 milioni di anni fa) e il Cretaceo superiore (66 milioni di anni fa). In rocce
più antiche o più recenti non troviamo resti di dinosauri. E, sempre dallo studio delle rocce da
cui provengono i resti, si possono trarre indizi importanti sugli antichi ambienti in cui vissero i
dinosauri e sulle loro condizioni climatiche.
Stratigrafia e datazione
Solo un particolare tipo di rocce, chiamate sedimentarie,
possono contenere i fossili. Esse si sono formate per
deposito e successivo consolidamento di materiali sui
fondi marini, lagunari, lacustri e palustri, milioni di anni
fa. Per stabilire quale strato sia il più antico e quale il più
recente, si può osservare una semplice regola: poiché
la deposizione degli strati avviene uno sopra l’altro, i più
antichi saranno quelli più in basso. Alcune volte, però, può
verificarsi il caso che la serie di rocce sedimentarie, dopo
essersi depositata, abbia subito spostamenti, slittamenti
o addirittura capovolgimenti. In questo caso, per
ricostruire il senso cronologico della successione, sono di
indispensabile aiuto particolari fossili, contenuti nei vari
strati e chiamati fossili guida. Si tratta di specie animali e vegetali che vissero per un “breve”
(in senso geologico) periodo di tempo ed ebbero una grande diffusione, come ad esempio o le
ammoniti mesozoiche. Conoscendone l’età con precisione, possiamo ipotizzare che le rocce che
li ospitano siano stati deposti nello stesso periodo. Una misura diretta dell’età delle rocce si può
avere anche utilizzando la radioattività naturale di alcuni minerali.
Lo sapevi che?
Nel corso della storia non sempre i fossili sono stati interpretati in modo
corretto. Si pensava fossero per lo più oggetti di origine soprannaturale, o
come resti di giganti e di altri esseri mitologici, e ad essi venivano attribuite proprietà magiche. La leggenda di Polifemo, gigante dall’unico occhio
posto in mezzo alla fronte che viveva, secondo Omero, in Sicilia, derivò probabilmente dal rinvenimento nell’isola di grandi crani di elefanti fossili che portano al centro un’ampia apertura
nasale, apertura che fu interpretata dagli antichi scopritori come un unico grande occhio. La
roccia con cui sono costruite le piramidi egizie contiene nummuliti, gusci fossili di microscopici
animali marini. Si diffuse così la leggenda che essi fossero lenticchie pietrificate, resti dei pasti
dei costruttori delle piramidi. Le valve di un’ostrica possono sembrare le orecchie di qualche
misteriosa creatura.
Nel suo viaggio verso Roma, San Paolo naufraga nel mare di Malta. Su quest’isola, dove trova riparo, viene morso da un serpente:
per vendicarsi, maledice tutti i serpenti dell’isola, tramutando la
loro lingua in pietra. In verità le glossopetre sono i denti isolati di
uno squalo fossile. Le belemniti sono i gusci interni di cefalopodi mesozoici simili agli attuali calamari, anticamente venivano
interpretate come le punte dei fulmini caduti sulla Terra e conficcatisi nelle rocce.
Paleontologia urbana: alla scoperta dei fossili cittadini
lavora in classe!
Se vogliamo andare alla ricerca di fossili, solitamente ci si munisce di zaino e scarponi per
mettersi in viaggio verso le montagne o verso un deserto. A volte però basta fare poca strada
e passeggiare per esempio nel centro della vostra città. Aguzzando la vista, si potranno
scorgere tra le pietre dei marciapiedi o degli scalini o nelle colonne di una chiesa dei veri fossili
incastonati nella roccia utilizzata per costruirli. Tra i fossili più comuni vanno citate le ammoniti,
molluschi marini comparsi 400 milioni di anni fa ed estinti nel grande disastro ecologico che
causò la fine dei dinosauri e di molti altri animali in tutto il mondo.
Fate un giro per la vostra città, tra chiese antiche, portici e gallerie, e cercate di
scorgere all’interno delle pietre animali di un antico passato!
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