Aquileia Storia, arte, cultura Collocazione geografica La città di Aquileia è situata ai limiti meridionali della pianura inizi la friulana, prima che splendida laguna di Grado ed è oggi uno dei più importanti centri archeologici dell'Italia settentrionale. Tabula Peutingeriana Nella Tabula Peutingeriana (fine IV secolo d.C.) Aquileia è presentata come una città ben difesa da torri e mura possenti, con diverse strade che la collegano all'Italia e al centro Europa (via Annia, via Postumia, via Gemina, ecc.) e posizionata in prossimità dell'Adriatico Una colonia romana Aquileia fu fondata nel 181 a.C. come colonia con diritto latino. Colonia romana, postazione offensiva per le operazioni militari contro i Galli e gli abitanti di Illiria, Dalmazia e Pannonia Lambita dalle acque dei fiumi Natisone e Torre, sorgeva sull’incrocio di un cardo (via Iulia Augusta) e di un decumano (via Gemina) che si intersecavano nel Foro, il cuore della città. La città nacque dunque come centro commerciale e amministrativo. Presto Aquileia acquistò importanza anche come emporio sull’incrocio di fiumi e di strade che ancora oggi in parte si possono percorrere. Foro Foro Imperiale Imperiale (II (II secolo secolo d.C.) d.C.) Sul Foro, centro della vita politica, religiosa e commerciale, si affacciavano i templi e la Basilica (tribunale). I motivi della fondazione 290-280 a.C. Espansione romana a Nord del fiume Aesis (Esino), sul versante adriatico, e dell’Arnus (Arno) sul versante tirrenico: a nord e a sud del fiume Padus (Po) si trovavano stanziate le tribù galliche di Boi e Senoni, Insubri e Cenomani Fine del III secolo a.C. Sconfitto Annibale e messa al sicuro dai Galli transalpini l’Italia nord-occidentale , Roma doveva creare un avamposto militare e commerciale a ridosso delle Alpi Orientali: nacque Aquileia. Fondazione della Colonia La decisione della fondazione della Colonia di Aquileia fu decisa nel 183 a.C. con apposito senatus consultum. Fu realizzata nel 181 a. C. A Roma era utile una città che sbarrasse il traffico a quanti minacciavano di invadere la penisola e fosse punto di partenza per nuove spedizioni di conquista soprattutto verso la Germania meridionale e la Carinzia, famose per i loro ricchi giacimenti di ferro. Le fonti: Livio, XXXIX, 55, 5-6 Da un passo delle Storie di Tito Livio emerge che nel 183 a.C. il senato di Roma, dopo alcune incertezze relative allo stato giuridico della Colonia da fondare, decise la deduzione della colonia latina di Aquileia, che venne realizzata due anni dopo. Eletta nel 183 a.C., la commissione triumvirale deputata a sovrintendere alle operazioni di fondazione fu in grado di portare a compimento il mandato solamente nel 181 a.C. “Nec satis constabat utrum Latinam an civium Romanorum deduci placeret” Colonia a diritto latino La Colonia a diritto latino fu lo strumento del predominio sull’Italia. “Entità a sé (i coloni non erano romani), autonomia amministrativa, leggi e istituzioni proprie, cittadinanza propria. Diritto di connubium e commercium con Roma. Colonia ai diritto romano La Colonia a diritto romano era destinata alla salvaguardia delle coste (coloniae maritimae). Costituita da almeno 300 cittadini romani che conservavano lo status giuridico della città di origine Le fonti: Livio, XLIII, 17, 1 Esposta più delle altre colonie padane ad eventuali attacchi dei popoli dell’entroterra (Istri, Illiri), con opere difensive non del tutto adeguate e, presumibilmente, indebolita nel corpo coloniario da un numero di defezioni superiori al normale, Aquileia già nel 171 a.C. aveva denunciato la precarietà della sua condizione. Così, nel 169 a. C. la Colonia ricevette un supplementum, ossia un rinforzo di coloni. “Mille et quingentae familiae ex senatus consulto scriptae”. Le fonti: epigrafe di L. Manlio Acidino Tra i reperti del Foro, del Museo Archeologico di Aquileia è esposta l’epigrafe n. 23. È una tavola parallelepipeda in calcare. Inventario n. 1,dimensioni 73 x 56 x 15. L(ucius) Manlius L(uci) f(ilius) Acidinus, triu(m)vir Aquileiae coloniae deducundae. Traduzione: Lucio Manlio Acidino, figlio di Lucio, triumviro (incaricato) della fondazione della colonia di Aquileia. Bibliografia: CIL V, 873; Inscr. Aq., 27. Datazione: II-I secolo a.C. Aquileia raggiunse il suo apice sotto il dominio di Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C. –14 d.C.) divenendo capitale della X Regio “Venetia et Histria” ed accelerando quel Ricostruzione di Aquileia romana processo che ne avrebbe fatto una delle più importanti città dell’Impero romano. Suddivisioni amministrative in età repubblicana L’Italia era realtà giuridica in cui coesistevano delle res publicae autogovernate e delle praefecturae giudiziarie: le "città stato" (le colonie e i municipi) erano raggruppate in ampie circoscrizioni in cui il pretore urbano amministrava la giustizia per mezzo dei suoi delegati, i praefecti. Augusto raggruppò le colonie e i municipi italiani, o meglio, le "prefetture" in 11 grandi “distretti”: le Regioni (regiones), burocraticamente designati e con unnumero: I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X e XI. In seguito a tale suddivisione dell’Italia, i territori dell’odierno Friuli–Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino A.- Adige appartennero alla decima regione d’Italia (Xregio), denominata Venetia et Histria. Aquileia fu designata capitale di questa Regione e la città diventò uno dei più importanti centri di scambio commerciale dell’Impero romano. Posizione strategica Grazie ad una buona rete viaria e ad un imponente porto fluviale, Aquileia divenne sempre più importante, a causa di un consistente commercio e lo sviluppo di un raffinato artigianato (vetri, ambre, fictilia, gemme…). La Via Sacra e il porto fluviale Il porto fluviale: crocevia di traffici commerciali Costruito lungo le sponde del fiume Natissa cui confluivano, in età romana, le acque dei fiumi Torre e Natisone, aveva la banchina a doppio livello per essere usata da imbarcazioni di stazza diversa e per contenere il flusso delle maree. Ampliato da Il porto fluviale Claudio (I sec. d C.), era largo 48 metri, lungo circa 350, ed era costruito con grandi blocchi di pietra d'Istria squadrati, con anelli per l'ormeggio delle navi. Traffici tra le regioni danubiane e l’area mediterranea Si commerciava materiale edilizio come la pietra d'Istria, i marmi dalla Grecia e dall'Africa settentrionale, la sabbia per la lavorazione del vetro e poi vino, olio, olive, lana, ambra, oro, spezie. Altri prodotti: il pesce conservato ed una salsa, chiamata "garum", sempre a base di pesce, che qui veniva sapientemente confezionata ed esportata ovunque. La qualità della lana era conosciuta in tutto l'impero. Aquileia divenne tra le tre città più importanti Strade Via Julia Augusta verso il Norico; Via Annia e la via Emilia verso Italia centrale e Roma; Via Gemina verso est (Lubiana ed i Balcani); Via Flavia verso Trieste, raggiungeva Pola e la Dalmazia; Un'altra strada raggiungeva Cividale e, attraversate le valli del Resti di strada romana ad Aquileia Natisone, proseguiva verso Nord; Via Postumia che arrivava fino a Genova, attraversando la pianura Padana. Via terra giungevano ad Aquileia minerali metalliferi, bestiame, legname, schiavi e ambra grezza proveniente dai giacimenti del mar Baltico. Da Colonia a Municipio (90-89 a.C.) Colonie Erano città fondate da Roma intese come propaggini della civitas Romana, organizzate sin dalle origini secondo lo schema amministrativo romano, con ripartizione del potere tra un organo assembleare, detto curia o senato, e i magistrati. Municipi Erano comunità preesistenti cui era stata riconosciuta la cittadinanza romana. Formalmente autorizzati a servirsi di leggi e istituzioni proprie, si erano comunque adeguati a tale schema già nell'età repubblicana, a seguito di un lungo processo di assimilazione e di attrazione culturale. 58-50 a.C. Come governatore della Gallia Cisalpina e dell’Illirico, Cesare soggiornò più volte ad Aquileia, nel cui territorio fece anche svernare le legioni impegnate nella guerra gallica. Provvide alla riorganizzazione difensiva ed amministrativa di tutto il settore prealpino ed alpino orientale. Oltre alla costituzione della colonia di Tergeste (Trieste), a Cesare va attribuita la fondazione, forse come vicus, di Iulium Carnicum (Zuglio) e la costituzione, o il riordino, di Forum Iulii (Cividale), che ottenne, in seguito, dallo stesso Cesare lo statuto municipale. Augusto ed età imperiale Aquileia capitale della X Regio Ampliamento e monumentalizzazione dell'antico abitato Porto fluviale e splendidi edifici pubblici. Massimo sviluppo IV sec. d. Decadenza e declino 167 - primo assalto da parte delle truppe dei Quadi e dei Marcomanni; 238 d.C. - bellum Aquileiense, alla fine del quale le truppe che presidiavano la città ebbero la meglio su Massimino il Trace e sulle sue milizie, che ne sostenevano la candidatura al titolo imperiale; III secolo d.C. - crisi generale; IV secolo - Con Diocleziano Aquileia tornò ad essere una delle più grandi città dell'impero: vi si aprì la zecca e fu posta la sede del governatore della X Regione e del comandante della flotta dell'Alto Adriatico. L’età cristiana Si era intanto formata una forte comunità cristiana che si richiamava alla predicazione dell'apostolo Marco e che ebbe presto i suoi martiri: le Quattro Vergini ed i Santi Ermagora e Fortunato. Nel 313 d.C. il Constitutum Costantini diede loro la possibilità di professare apertamente la propria fede ed il vescovo Teodoro volle la fondazione dei primi edifici religiosi. L'evangelizzazione dell'Istria e dei Battistero adiacente la Basilica Balcani, dell'Ungheria e dei territori che arrivano fino al Danubio partì da qui; l'ampiezza della giurisdizione rese Aquileia una delle maggiori sedi vescovili della cristianità e la grande autorità del suo prelato fu aumentata dall'attribuzione al vescovo del titolo di Patriarca. L’assedio di Giuliano l’Apostata Nel 361 Aquileia fu assediata dalle truppe di Giuliano l'Apostata, che deviarono il corso del fiume Natissa facendo decadere l'importanza del porto cittadino a vantaggio del porto della vicina Grado. L’assedio di Alarico e Attila Nel 401 i Visigoti di Alarico espugnarono e saccheggiarono la città decretandone la fine politica e militare. Attila, a capo degli Unni, nel 452, attraverso una serie impressionante di invasioni perpetuate a più riprese, rese Aquileia una distesa di rovine. Gli aquileiesi, comprese le personalità ecclesiastiche, si rifugiarono sulle vicine isole di Grado, ben sapendo che i barbari, timorosi e poco pratici dell'acqua, mai si sarebbero inoltrati lungo i canali della laguna. Periodo longobardo Nel 568 il popolo longobardo conquista anche il Friuli ed indica Cividale come capitale del suo primo ducato. Aquileia è troppo vicina a Grado e alla costa Adriatica, territorio oramai soggetto a Ravenna. Grado diventa, così, sede episcopale in antitesi ad Aquileia. Basilica di S. Eufemia a Grado Periodo buio e rinascita Di Aquileia nel corso dei secoli VI-VIII sappiamo ben poco. La popolazione cittadina, dopo la calata degli Unni, fu dimezzata. Per assistere ad una rinascita della città bisognerà attendere il 1000-1100 Mosaico della Basilica La Basilica È la prima Chiesa costruita dal Vescovo Teodoro dopo il 313. Si trattava di due aule parallele i cui pavimenti sono ancora osservabili nella Cripta degli Scavi (per quello che riguarda l'aula settentrionale) e all'interno della Basilica attuale (per l'aula meridionale). La Basilica La Basilica è stata ricostruita varie volte. Alla fine del V secolo venne ricostruita sull'area dell'aula meridionale ampliata verso Est ed arricchita ad Ovest con un nartece ed un Battistero. Nel IX secolo con il Patriarca Massenzio la Chiesa assunse l'aspetto che ancora oggi mantiene, con la costruzione delle tre absidi, della cripta e della Chiesa dei pagani di fronte alla facciata. Il campanile Nel secolo XI, grazie all'azione del patriarca Poppone, venne costruito il campanile e vennero sostituiti i capitelli della navata. Alla fase gotica risalgono le murature attuali, dai capitelli in su, e le coperture, ricostruite dopo il terremoto del 1348. Il Patriarcato Il 3 aprile 1077 il patriarca Sigeardo di Beilstein ottenne dall'imperatore Enrico IV l'investitura feudale di duca del Friuli, marchese d'Istria e il titolo di principe, costituendo quindi il principato ecclesiastico di Aquileia, feudo diretto del Sacro Romano Impero. Il 6 luglio 1751 papa Benedetto XIV soppresse il patriarcato di Aquileia con la bolla Iniuncta nobis sollecitata da Venezia e dagli Asburgo d'Austria. Al Casa medievale a Grado suo posto vennero erette l'arcidiocesi di Udine e l'arcidiocesi di Gorizia in modo tale che si risolvesse il problema di un'unica diocesi divisa tra la giurisdizione austriaca e veneziana. Dominazione veneziana Nel XV secolo la città fu occupata dai veneziani. Aquileia tuttavia continuò a dare il suo nome al patriarcato omonimo. Nel 1509 fu conquistata dal Sacro Romano Impero durante la Guerra della Lega di Cambrai, ritornando sotto la Repubblica di Venezia al termine della guerra, la città Aquileia nel 1493 seguì successivamente le sorti della Repubblica di Venezia, venendo annessa dagli Asburgo (salvo una breve parentesi napoleonica) con il Trattato di Campoformio. I guerra mondiale Nel 1918, dopo la sconfitta dell'Impero Asburgico nella prima guerra mondiale, fu annessa all'Italia, separata da quella che era la Contea di Gorizia e unita al resto del Friuli. G. D’Annunzio ad Aquileia ai funerali di Randaccio Patrimonio dell’Umanità Nel 1998 l’Unesco ha inserito la zona archeologica e la Basilica Patriarcale di Aquileia nel Patrimonio dell’Umanità Sepolcreto romano