A. MARONI (Firenze - ItaUa) OSSERVAZIONI SUI P O L I E D R I 1. - Dalla dimostrazione del teorema Descartes-Eulero, relativo ai poUedri, data daUo STAUDT neUa Geometrie der Lage (l), risulta che, tagUando la superficie di un poUedro semplicemenete connesso lungo certi v — 1 spigoU (v essendo il numero dei vertici del poUedro), la superficie resta connessa e priva di successioni chiuse (2) di facce. Di questa proprietà, che è appena accennata daUo STAUDT, ho dato una dimostrazione per esteso in un articolo pubbUcato nel Periodico di Matematiche (3). Ma da queUa dimostrazione (per quanto essa lasci molta arbitrarietà neUa scelta dei v — 1 spigoU suddetti) non risulta espUcitamente che comunque siano scelti i y - 1 spigoU, purché taU da non togUere la connessione deUa superficie poUedrica, si ottiene sempre una superficie priva di successioni chiuse di facce. È appunto questo che vogUo ora dimostrare. 2. - Sia S una superficie poUedrica (aperta o chiusa), la quale contenga successioni chiuse di facce. Diremo / il numero deUe facce di S, ed l il numero dei suoi spigoU lungo i quaU si connettono le facce (esclusi dunque gU spigoU del contorno di S, se essa è aperta). Operiamo un tagUo lungo uno degU l spigoU menzionati, scelto ad arbitrio, ma in modo che il tagUo stesso non tolga la connessione deUa superficie S: ciò equivale a dire che lo spigolo scelto dovrà connettere due faccie di una successione chiusa. La nuova superficie poUedrica, Sf, ottenuta dopo il tagUo, avrà lo stesso numero f di facce, mentre il numero dei suoi spigoU non appartenenti al contorno sarà divenuto l—l. Immaginiamo di proseguire ad operare tagU come il precedente (lungo spigoU scelti ad arbitrio, ma sempre in modo da non rompere la (*) V. la traduzione di M. Pieri, § 49. (2) Chiamo successione chiusa di facce la figura formata da più facce di una superficie poliedrica, le quali possano ordinarsi in guisa che ciascuna sia consecutiva alla precedente, e la prima all'ultima. (3) Il teorema Descartes-Eulero relativo ai poliedri. Periodico di Matematiche, Serie VI, voi. I, n. 5 (1921). Atti del Congresso. 28 434 COMUNICAZIONI connessione deUa superficie poUedrica) fino a che ciò sia possibile; cioè fino a che non si sia ottenuta una superficie poUedrica, S®, la quale risulti priva di successioni chiuse di facce: diremo t ü numero dei tagU operati quando ciò sia avvenuto. La superficie S® avrà sempre f facce, ed avrà l—t spigoU non appartenenti al contorno. Ma in una superficie poUedrica connessa che non contiene successioni chiuse di facce, il numero degU spigoU non appartenenti al contorno è uguale al numero deUe facce diminuito di una unità (*) ; si ha dunque : f-l = da cui : (1) l-t t=l-f+l. Questa relazione mostra che il numero t, dei tagU che si debbono operare lungo spigoU di una superficie poUedrica S affinchè essa resti connessa e divenga priva di successioni chiuse di facce, dipende esclusivamente dal numero l degU spigoU di S non appartenenti al contorno e dal numero f deUe facce deUa superficie stessa; il numero t è dunque indipendente dagU spigoU scelti per operarvi i tagU. 3. - Sia, ora, S la superficie di un poUedro sempUcemente connesso, ü quale abbia / facce, v vertici ed s spigoU. Si ha in tal caso (la superficie essendo chiusa) : l=s ed inoltre (teorema Descartes-Eulero) : f=s + 2 — v. Sostituendo neUa (1), si ha : (2) t=v-l. Dunque : il numero degli spigoli lungo i quali è necessario tagliare la superficie di un poliedro semplicemente connesso, ottenga una superficie connessa e priva di successioni chiuse uguale al numero dei vertici del poliedro diminuito di una e sufficiente affinchè si di facce, è unità. 4. - Osserviamo ora che una superficie poliedrica priva di successioni chiuse di facce è evidentemente sviluppabile in un piano, senza che sia necessario tagUarla ulteriormente. Dunque dal teorema dimostrato al n. 3 segue che : tagliando la superficie di un poliedro semplicemente connesso lungo v—1 spigoli scelti ad arbitrio, ma in modo da non romperne la connessione, la superficie del poliedro si rende sviluppabile su di un piano. (*) V. il mio articolo citato. A. MARONI: Osservazioni sui poliedri 435 Non si può dire che, affinchè la superficie del poUedro possa svilupparsi su di un piano, sia proprio necessario di operare tutti i w - 1 tagli che la rendono priva di successioni chiuse di facce. Per esempio, se un poUedro possiede un angoloide (certamente non convesso), la somma deUe cui facce sia uguale a quattro angoli retti, la superficie del poliedro potrà divenire svüuppabüe su di un piano anche se non viene tagUata lungo uno spigolo deU' angoloide suddetto, sebbene le facce di un angoloide formino una successione chiusa. In tal caso, il numero dei tagU occorrenti per rendere svüuppabüe su di un piano la superficie del poUedro sarà, al più, v—2. Ma è facile persuadersi, pensando, per es., ai più noti poUedri convessi, che in moltissimi casi occorre effettuare tutti i v— 1 tagU, affinchè la superficie del poUedro possa svilupparsi su di un piano. Possiamo quindi concludere che « il numero v — 1 è il massimo numero di spigoli lungo i quali va tagliata la superficie di un poliedro semplicemente connesso, avente v vertici, per poterla sviluppare in un piano, senza romperne la connessione ». II. 1. - Se indichiamo con vi U numero degU angoloidi i-spigoU di un poUedro sempUcemente connesso, con fh il numero deUe sue faccie A-latere, e con s U numero dei suoi spigoU, si hanno le note relazioni: h ' * / ^Vi + ^fn-s (1) K ' \ i +2 h daUe quaU, eUminando s, si ha il sistema equivalente: / ) 2 2 6 - 4 + 2 <t-2)i>i (2) V s=\^ivt ' \ h I ^(h-2)fh=-4, \ h i + ^2vi i Sorge ora la questione di sapere se, dati i numeri v% ed fh, soddisfacenti la seconda e la terza deUe relazioni (2), esiste sempre un poUedro sempUcemente connesso avente Vi angoloidi i spigoU (i=S, 4,....) ed fh faccie h latere (h=3, 4,....) In altre parole: il soddisfare aUe (2) è senza dubbio condizione neccessaria perchè i numeri s, Vi, /&, siano relativi ad un poUedro sempUcemente connesso ; questa condizione è essa anche sufficiente? Le considerazioni che seguono sono rivolte a stabiUre che la risposta da darsi a questa questione è negativa. Per dimostrar ciò basterà dare un esempio 436 COMUNICAZIONI dal quale risulti che, pur avendo scelti certi numeri Vf, f%, s, soddisfacenti le (2), non esiste il corrispondente poUedro. 2. - Limitiamoci a considerare poUedri aventi solo facce trilatere (f*=fs=fG=....=0). Le (2) aUora si scrivono: i 2/3=4+ 2 (i-2)Vi % /3_=-4 + 2 2 ^ (3) EUminando fn fra la seconda e la terza di queste relazioni, si ha il sistema equivalente : (4) Se si pone: #3 = 1 ; ^4=4; v5 = l ; v&=v1==v»= ....=0 si verifica subito che la terza deUe relazioni (4) è soddisfatta ; le altre due danno poi : f3=8; _ = 12. Ebbene, vogUamo provare che il poUedro corrispondente non esiste. 3. - Proviamo, infatti, a costruire il poUedro. Sia A il vertice del suo angoloide pentaedro, e siano ABC, A CD, ADE, AEF, AFE, le facce trilatere concorrenti nel vertice A. Poiché il poUedro deve avere, in tutto, 6 vertici, esso non ne avrà altri all'infuori di A, B, C, D, E, F. Sia, per es., B il vertice deU'angoloide triedro, e quindi siano C, D, E, F, i vertici degU angoloidi tetraedri. Unito C con F, dovrà essere BCF una faccia del poUedro. Ora, poiché F deve esser vertice di un angoloide tetraedro, ed in esso concorrono già le facce FEA, FAB, FBC, ne segue che, unito C con E, il triangolo FCE deve essere un'altra faccia del poUedro. Ma aUora dal vertice C partirebbero 5 spigoU del poUedro: CD, CA, CB, CF, CE; mentre C deve A. MARONI: Osservazioni sui poliedri 437 esser vertice di un angoloide tetraedro. Ciò prova che non è possibile costruire un poliedro a faccie triangolari con soltanto un angoloide pentaedro, un angoloide triedro, e quattro tetraedri. Si deve dunque concludere che le relazioni (2) non rappresentano condizioni sufficienti per l'esistenza di un poUedro sempUcemente connesso; e sorge perciò il dubbio che fra gU elementi di un poliedro, oltre aUe relazioni note ve ne sia qualche altra, di natura più riposta, finora sfuggita aU' indagine degli studiosi.