Fegato ed infezioni Il SPECIALITA’ MEDICO-CHIRURGICHE II Malattie Infettive fegato può essere aggredito direttamente da virus, batteri e protozoi. Inoltre, il viscere può essere coinvolto dagli effetti fisiopatologici di gravi processi infettivi, quali sepsi o polmonite Cause infettive non virali Eventi non infettivi Caratteristiche simili a quelle dell’epatite virale acuta possono essere manifestate da disordini non infettivi, ad esempio • Reazioni da farmaci • Intossicazione da funghi • Alterazioni circolatorie Lieve epatite, con aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina (spesso di modesta entità, x2-5) e con eventuale ittero, può conseguire a infezioni causate da – – – – Batteri Micobatteri Rickettsie Funghi Agenti batterici • In questi casi la sintomatologia più importante è solitamente extraepatica • Esempi – Sepsi – Polmonite pneumococcica – TB polmonare, miliare tubercolare – Altre infezioni batteriche: brucellosi, tularemia, peste, legionellosi Menzione particolare • Sifilide precoce, primaria o secondaria • Leptospirosi • Febbre Q (Coxiella burnetii) Tossine batteriche Età giovanile • Bacillus cereus: una tossina emetica può causare insufficienza epatica fulminante • Meccanismo: inibizione dell’ossidazione mitocondriale degli acidi grassi Grave impegno epatico può essere manifestato da talune infezioni neonatali (perinatali o connatali) Nel giovane affetto da epatopatia acuta l’epatite virale costituisce l’eventualità più probabile – Steatosi microvesicolare – Necrosi medio-zonale Virus che producono quadri epatitici, pur non essendo primariamente epatotropi Svariati agenti virali possono interessare il fegato causando una condizione clinico-patologica di epatite acuta – EBV, CMV, VZV, virus Lassa, virus della febbre gialla, HIV… Principali agenti elettivamente epatotropi • Virus dell’epatite A, HAV • Virus dell’epatite B, HBV • Virus dell’epatite D, agente delta (HDV) • Virus dell’epatite C, HCV • Virus dell’epatite E, HEV • Virus dell’epatite G, HGV Epatite fulminante • L’epatite virale acuta può essere una malattia severa • La mortalità è approssimativamente 1% nelle forme itteriche • La frequenza della malattia fulminante dipende dall’agente causale – Maggiore nell’epatite B e D – Elevata letalità assume l’epatite E al terzo trimestre di gravidanza (circa 10%) HAV • Il virus dell’epatite A appartiene alla famiglia delle Picornaviridae • Inizialmente indicato come Enterovirus tipo 72, è stato quindi collocato in un genere separato, contenente una sola specie (Heparnavirus) • Esiste un solo sierotipo Aspetti virologici • • • • Simmetria icosaedrica, 32 capsomeri Assenza di involucro pericapsidico Il diametro del virione è 27-28 nm Il genoma consiste in un filamento di RNA a polarità positiva (circa 7.500 nucleotidi) Organizzazione del genoma Stabilità Infezione sperimentale • Questo virus è stabile in un ampio range di pH ed è etere-resistente • Esso viene inattivato solo parzialmente dal trattamento a 60 °C per 10-12 ore • Le caratteristiche di resistenza rendono il virus adatto a persistere per un certo tempo nell’ambiente e nell’acqua • HAV può infettare sperimentalmente varie specie di scimmie • Il virus si replica in svariate colture cellulari ottenute dall’uomo o da primati • Si accumula in vescicole citoplasmatiche senza produrre effetto citopatico Immunoistochimica L’antigene virale (HAAg) è stato visualizzato mediante immunofluorescenza diretta nel fegato di scimmie infettate sperimentalmente La fluorescenza interessa diffusamente il citoplasma Microscopia elettronica Anticorpi Virioni sono riconoscibili nel fegato e nelle feci all’indagine elettronmicroscopica Il virus è presente nel fegato, nella bile, nel sangue e nelle feci durante la tarda fase di incubazione e nel corso della fase preitterica della malattia acuta. Gli anticorpi anti-HAV (inizialmente di classe IgM) si elevano precocemente. Durante la convalescenza la classe IgG diviene prevalente. Queste persistono indefinitamente e conferiscono una solida immunoprotezione. Serbatoio e trasmissione Si ritiene che l’unico serbatoio naturale sia rappresentato dall’uomo • L’infezione è fecale-orale Trasmissione • Il paziente è contagiante solo per un breve periodo, prima dell’esordio dei sintomi e durante la fase clinica dei prodromi • La trasmissione è solitamente è mediata da acqua o cibo contaminati, talora latte (contenitori!) trasmessa per via Via parenterale Non ha luogo una viremia persistente, quindi la trasmissione parenterale con sangue infetto, benché possibile, risulta improbabile. Aspetti temporali • Il periodo di incubazione è 2-6 settimane • L’infezione non cronicizza • L’immunità post-infettiva è permanente • L’infezione è comune nei i bambini, nei quali solitamente assume decorso benigno, subclinico Soggetti e circostanze • Ingestione di molluschi bivalvi provenienti da acque contaminate da acque fognarie, crudi o poco cotti • Viaggi verso paesi a basso standard igienico • Adulti “istituzionalizzati” • Bambini che frequentano asili • Omosessuali (pratiche sessuali) Caratteristiche epidemiologiche • Alta contagiosità, diffusione rapida fra i “contatti” • Outbreaks – spesso con sorgente puntifome identificabile in un malato o in un soggetto in fase di incubazione • Epidemie dopo la sospensione delle pratiche igieniche (disastri naturali, inondazioni) Epidemie Lo scarso igiene personale e il contatto diretto hanno un ruolo fra i bambini, in particolare fra quelli che frequentano scuole ed asili. Epidemie nelle comunità sono legate all’inquinamento delle acque o alla manipolazione del cibo. Acque fognarie possono contaminare coltivazioni di ortaggi. Sieroprevalenza • La sieroprevalenza (presenza di anticorpi nel siero espressa come percentuale del campione studiato) nei diversi strati di età fornisce informazioni sulla circolazione del virus nella popolazione • Cresce con l’età • In declino nei Paesi ad alto standard igienico ed economico Vaccinazione Vaccino inattivato adsorbito • Adulto: 1440 EL.U./dose (Havrix) = 1 ml o 50 U/dose = 1 ml (Vaqta); è consigliata una dose di richiamo dopo 6-12 mesi • Bambino (5 mesi-10 anni): 0,5 ml; è consigliata una dose di richiamo dopo 6-12 mesi Who Needs Vaccination for Hepatitis A? • Children 2 years of age and older living in areas with high rates of hepatitis A • People traveling to areas with high rates of hepatitis A • Men who have sex with men • Injecting and noninjecting drug users • Individuals with clotting-factor disorders (eg, hemophilia) • Persons with chronic liver disease • People who work directly with HAV, either through handling HAV-infected primates or working directly with the virus Immunizzazione passiva: dosaggio HBV • Virus Epatite B a DNA, famiglia Hepadnaviridae • Il diametro del virione è 42 nm • L’acido nucleico è DNA • Si distinguono diversi subtipi delle HBsAg • La membrana pericapsidica contiene l’antigene di superficie (HBsAg), che circola nel sangue anche sotto forma di – particelle sferiche di 22 nm – particelle tubulari Anti-HBs • HBsAg è la componente immunogena del vaccino contro l’epatite B • Questo antigene induce anticorpi protettivi, neutralizzanti (anti-HBs) che conferiscono immunità persistente “Core” Il nucleocapside contiene • il “core antigen” (HBcAg), • l’antigene “e” (HBeAg), • una singola molecola di DNA a doppio filamento incompleto, costituito da circa 3200 coppie di basi • una DNA polimerasi HBeAg • Polipeptide codificato nella regione precore/core • Circola come particella separata • Espresso alla superficie degli epatociti infetti • Ottenibile dalla particella di Dane previa demolizione della stessa con tensioattivi – In tal caso esprime epitopi comuni anche ad HBcAg Diffusione • HBV è uno dei patogeni virali più importanti per la specie umana • Diffusione cosmopolita – anche in popolazioni isolate geograficamente e culturalmente • Più di 2 miliardi di persone (un terzo della popolazione mondiale) è stato infettato • La mortalità è oltre un milione per anno Aspetti geografici • Nella cintura tropicale-subtropicale la prevalenza dei positivi per HBsAg è 520% (Asia sud-orientale, Africa subsahariana) • In Nord Europa e Nord America la prevalenza dei sieropositivi per HBsAg è minore (0,1-0,9%). • L’Italia è in posizione intermedia Infetti cronici • Rappresentano il principale serbatoio • Nel sangue del portatore la carica virale può essere elevatissima • Il numero degli infetti cronici assomma a 350 milioni • Questi individui continuano a produrre virus per molti anni • Fra gli infetti cronici non curati in maniera adeguata, il 25-40% è destinato a soccombere a cirrosi epatica o a carcinoma epatocellulare Cambiamenti epidemiologici • Nei Paesi ad elevato livello socioeconomico il tasso di trasmissione è cominciato a declinare prima della vaccinazione di massa – Cambiamento nelle forme di comportamento ad alto rischio – Prevenzione della trasmissione in contesto sanitario • La vaccinazione ha ridotto ulteriormente l’incidenza delle nuove infezioni Trasmissione verticale • Il contagio madre-neonato è frequente soprattutto nelle aree ad elevata prevalenza • Si tratta soprattutto (90-95%) di trasmissione perinatale – attraversando il canale del parto – a seguito di trasfusione materno-fetale • Il rischio è più elevato se la madre è HBeAg+ • Il neonato va incontro ad una epatite lieve, con frequente cronicizzazione Trasmissione parenterale • In passato, la trasmissione è stata associata a pratiche nosocomiali, – Contatto con o infusione di sangue ed emoderivati, trapianto, aghi, bisturi, lancette, siringhe, dispositivi riusabili per accesso venoso, dialisi renale • Lo scambio di aghi e siringhe fra tossicofili fornisce tuttora una via di diffusione importante Trasmissione sessuale Altre vie • L’infezione può essere contratta con il coito eterosessuale e mediante contatti omosessuali • Virus infettante è nella saliva e nello sperma • La vagina viene contaminata da sangue durante le mestruazioni; HBsAg è riconoscibile in diversi altri secreti, compresi quelli cervicovaginali • Il virus resiste a lungo su superfici contaminate da sangue o fluidi corporei (>settimana) • Può essere trasmesso tramite stretto e prolungato contatto interpersonale (bambini, disabili mentali istituzionalizzati) • Probabile ruolo per contatto inapparente di secrezioni infette con cute non intatta o per oggetti a contatto con mucose (spazzolini, posate, stoviglie) Gruppi a rischio • Nei Paesi a bassa endemia HBV è comune solo in gruppi a rischio (drogati, soggetti sessualmente promiscui) • Nei Paesi ad alta endemia l’infezione è meno legata a tali gruppi – trasmissione verticale – trasmissione orizzontale fra bambini piccoli Marcatori sierologici e storia naturale dell’infezione Guarigione sierologica • Nell’infezione acuta a decorso benigno HBeAg scompare prococemente , sostituito dal corrispondente anticorpo (sieroconversione HBe) • Segue la negativizzazione di HBsAg e la comparsa dopo un perido di latenza (fase “finestra”), di anti-HBs (sieroconversione HBs) • Anti-HBs è neutralizzante e conferisce immunità durevole Sieroconversione tardiva di HBe • L’epatite B che non si risolve entro sei mesi evolve cronicamente in due fasi • La prima si accompagna ad intensa replicazione virale ed è HBeAg(+) • Nella seconda – la replicazione si riduce fortemente, – il livello transaminasemico decresce, – HBV DNA e HBV DNA pol non sono più rilevabili nel plasma – HBeAg sparisce, mentre compare anti-HBe Integrazione • Il genoma di HBV è ora integrato in quello dell’ospite nella maggior parte degli epatociti • La probabilità di tale evento cresce con il trascorrere del tempo • Il genoma integrato non è in grado di provvedere alla replicazione di HBV pur assicurando l’espressione di HBsAg Mutanti pre-core Conseguenze • Mutazioni che insorgano nel promoter precore o core impediscono la produzione di HBeAg • La frequenza è proporzionale alla durata dell’infezione (frequenza del 25% nei casi osservati per almeno 16 anni) • La più comune di queste mutazioni è G→A in posizione 1986 • Si genera uno stop-codon prematuro nella regione pre-core • Il mutante pre-core tende a divenire dominante nella popolazione virale “quasispecie” • Il virus continua a replicare attivamente • La malattia tende a evolvere in maniera più severa • La terapia antivirale tende ad essere meno efficace Interpretazione dei marcatori sierologici anti-HBc IgM IgG + + + +/+ +/+ + + - HBsAg + + + + - HBeAg + + + - anti-Hbe + + - anti-HBs + - - - - - + - - - - - - + periodo d'incubazione epatite acuta portatore persistente portatore persistente convalescenza guarigione infezione recente senza HBsAg documentabile guarigione con perdita di anti-HBs immunizzazione senza infezione o guarigione con perdita di anti-HBc Patogenesi • Strategia “hide and infiltrate”, di guerriglia • HIV non è direttamente citopatico • Non c’è correlazione fra livello di replicazione virale ed severità della malattia Immunità e malattia Immunità ed esito • Pazienti con deficit nell’immunità T cellulare possono avere viremia elevata e malattia epatica lieve • L’immunità dell’ospite ha un ruolo importante del determinare la lesione epatocitaria • Nell’epatite acuta ha luogo una intensa lisi degli epatociti • Nell’epatite fulminante l’eliminazione degli antigeni virali può essere molto rapida • L’epatite acuta itterigena solitamente non cronicizza • Nell’epatite cronica la risposta immune è relativamente debole e risulta inefficace nel rimuovere il virus Incubazione • Il periodo d’incubazione (intervallo fra l’esposizione e l’aumento delle aminotrasferasi) è 30-180 giorni (picco 60-90) • L’intervallo fra l’esposizione e la comparsa di HBsAg nel siero può scendere a 1-2 settimane Clinica • L’esordio è generalmente insidioso • La malattia decorre in tre fasi, preitterica, itterica e di risoluzione • La probabilità di contrarre la malattia itterigena è in funzione dell’età – <10% nei bambini sotto ai 5 anni – 30%-50% nelle età successive Cronicizzazione Esito • Molti (30%-90% ) bambini piccoli e il 2%-10% degli adulti vanno incontro ad infezione cronica • La maggior parte delle sequele gravi insorgono in un contesto di cronicità • La letalità dell’infezione acuta è circa 0.5%-1%. • La maggior parte dei casi adulti si concludono con la guarigione clinica e virologica e con la produzione di anticorpi protettivi Conseguenze a lungo termine Diagnosi mediante ricerca del DNA virale • L’infezione cronica è spesso asintomatica • Tuttavia i rischio di incorrere in una epatite cronica è alto e la mortalità prematura per cirrosi ed epatoma sarebbe 15%-25% Immunoprofilassi post-esposizione • Passiva con HBIG – la pronta somministrazione i.m. di 800 U (adulto), 400 U (bambino) può fornire una protezione parziale – Può seguire la somministrazione di una seconda dose dopo un mese, oppure l’immediato avvio di un procedimento vaccinale. Vaccinazione • I vaccini contengono HBsAg ricombinante • L’immunizzazione é efficace negli individui “vergini”, mentre risulta inefficace nei portatori di HBsAg o anti-HBs • Essa fa parte delle vaccinazioni dell’età evolutiva ed é raccomandata per gli individui a rischio Soggetti a rischio • omosessuali maschi • drogati parenterali • contatti sessuali e domestici (conviventi) di portatori di HBV • pazienti in dialisi • emofilici che ricevono fattori antiemofilici (VIII e XI) • medici, infermieri, laboratoristi nosocomiali • lavoratori mortuari • residenti e personale di assistenza in istituti per ritardati mentali • neonati figli di madre infetta (il rischio é maggiore se la madre é HBeAg(+) Terapia • L’epatite B acuta non richiede nessun trattamento se non un’attento monitoraggio della funzione epatica – mediante misurazione dei livelli plasmatici delle transaminasi e del tempo di protrombina • A ciò si aggiunga il trattamento di supporto Trapianto di fegato • Riservato alle forme giunte all’ultimo stadio – Acute (fulminanti) – Croniche (cirrosi scompensate) Epatite cronica • L’obiettivo del trattamento dell’epatite B cronica consiste nel ridurre l’infiammazione, i sintomi, e l’infettività • Le opzioni di trattamento comprendono – PegInterferone alfa-2a, – Lamivudina, – Adefovir Dipivoxil.