Storia L’AMMINISTRAZIONE EISENHOWER E IL RILANCIO DELL’EUROPA: DIPLOMAZIA DELLA TRANSIZIONE DI egli anni ’50 l’integrazione europea era un tema dominante sia in Europa che negli Stati Uniti. Dopo Truman, anche l’amministrazione Eisenhower si interessò alle iniziative di un piccolo gruppo di personalità politiche europee impegnate nella costruzione dell’Europa. All’interno di questa élite la figura di maggior rilievo fu quella di Jean Monnet, il primo Presidente della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Personalità dotata di notevole carisma. Monnet cominciò a lavorare per la realizzazione degli “Stati Uniti d’Europa” nell’immediato dopoguerra, ritenendo che fosse l’unica garanzia per una pace duratura e un modo per ridare all’Europa un ruolo di primo piano nelle relazioni internazionali, ormai dominate dalle superpotenze americana e sovietica. Per gli Stati Uniti l’integrazione europea offriva l’opportunità di stabilizzare e rafforzare il blocco occidentale, e di giungere prima o poi ad un più equilibrato burden sharing con gli alleati nel contesto bipolare della guerra fredda. Grazie ai frequenti viaggi di affari in America, Monnet entrò in sintonia con il modo di pensare e di fare politica americani e a creare una rete di contatti (tra cui il Segretario di Stato John Foster Dulles con il quale strinse una sincera amicizia) che gli permisero di arrivare dove molte altre personalità politiche di spicco avevano fallito. La CECA – formalmente presentata dal ministro degli N In apertura: busto di Jean Omer Marie Gabriel Monnet (Wikipedia) Firma del trattato della C.E.C.A. 74 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 CRISTIANA ERA esteri francese Schuman ma in realtà progettata da Monnet - segnò un importante riavvicinamento tra Francia e Repubblica Federale tedesca. Il primo mercato interno europeo nel settore del carbone e dell’acciaio dette una buona dimostrazione di efficienza, dando un forte impulso ai movimenti europeisti e impegnando l’amministrazione Eisenhower a sostenere un percorso sicuramente costoso per gli Stati Uniti a livello economico, ma molto importante a livello politico internazionale. Qualche anno più tardi, nell’agosto del 1954, la débacle della Comunità Europea di Difesa (CED) rappresentò uno “shattering blow” per la politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa. A Washington la CED aveva rilevanza sia sul piano simbolico che su quello reale: relativamente al primo, esso alimentava il sogno, per certi aspetti più americano che europeo, di vedere realizzati gli “Stati Uniti d’Europa”, mentre sul piano pratico avrebbe fornito un partner sufficientemente forte dal punto di vista militare e economico da impedire l’ulteriore avanzata del comunismo in Europa. Per questo motivo, il Segretario di Stato John Foster Dulles aveva dato il suo appoggio incondizionato a Monnet e all’Europa fino a minacciare una “agonizing reappraisal” della politica americana quando divenne chiaro che la Comunità non avrebbe mai visto la luce. Nonostante la delusione e le dichiarazioni di Dulles all’indomani del voto parlamentare francese che cancellava definitivamente l’idea di un esercito europeo integrato, la politica americana in Europa non fu soggetta né ad angosciose revisioni, né tantomeno a modifiche sostanziali. Questa coerenza di intenti fu perseguita sia dal Governo che dal Congresso, che nel 1954 erano ancora disposti a valutare positivamente una iniziativa che riproponesse una più stretta associazione tra i paesi europei, purché questa volontà venisse direttamente dall’Europa.1 Mon1 net, ancora a capo dell’Alta Autorità, cominciò a lavorare immediatamente dopo la bocciatura della CED. Dulles, d’altra parte, sapendo che l’amico “aveva qualcosa in mente” si adoperò per cercare di mitigare gli effetti negativi sull’opinione pubblica americana. Anche il Presidente Eisenhower si impegnò in questa direzione, e in tale circostanza tutta l’amministrazione evitò prudentemente di fare dichiarazioni che potessero essere interpretate come una forma di pressione sui partner europei poiché il dibattito per la ratifica degli Accordi di Parigi era ancora in corso. Questi ultimi riguardavano un progetto del Ministro degli Esteri britannico Eden, una alternativa alla CED, di cui però non aveva il carattere sovranazionale e quindi sarebbe dovuto risultare più accettabile per il parlamenti nazionali dei paesi coinvolti nei negoziati. Ciò nonostante, a causa della crisi che si era aperta nell’agosto precedente, Dulles e Eisenhower riuscirono solo con difficoltà e con un ambito di manovra ridotto a far nascere la UEO, l’Unione Europea Occidentale. Per poter dare un nuovo impulso al processo di integrazione europea, Monnet ricercò l’adesione dei leader dei sindacati europei alla sua nuova iniziativa: la creazione di un Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa. Secondo lo statista francese, infatti, con la creazione di un esercito sovranazionale la CED aveva precorso i tempi: i governi non erano ancora disposti a cedere una delle prerogative nazionali più sentite, quella relativa alla difesa. Era dunque evidente che l’integrazione avrebbe potuto proseguire solamente a piccoli passi. L’integrazione settoriale rappresentava per Monnet l’unico modo per riprendere e far accettare progressivamente l’dea di un’unione europea. Con l’annuncio delle proprie dimissioni dalla Presidenza dell’Alta Autorità della CECA e l’istituzione del Comitato d’Azione, Monnet volle riprendersi l’autonomia necessaria per poter lavorare a nuovi progetti. Cfr.: Ennio di Nolfo, Gli Stati Uniti e le origini della Comunità Economica Europea, in: Enrico Serra ed., Il Rilancio dell’Europa e i Trattati di Roma, Milano, Giuffrè, 1989, p. 341. STORIA 75 L’annuncio di Monnet preoccupò il Dipartimento di Stato: la CECA era considerata l’ultima speranza di tenere in vita il progetto europeo, e la direzione di Monnet era indispensabile per evitare che i governi europei esautorassero anche questa organizzazione. Nel dicembre 1954 David Bruce, rappresentante degli Stati Uniti presso la Comunità carbo-siderurgica, decise di dimettersi, proprio mentre il dibattito all’Assemblea francese sulla ratifica della UEO era al culmine. Monnet espresse al Segretario di Stato i propri timori sulle ripercussioni di tale atto sull’opinione pubblica e sui governi europei, sottolineando l’importanza di nominare immediatamente un successore e raccomandandosi che la rappresentanza alla CECA rimanesse separata da quella presso ogni singolo Stato o organizzazione internazionale.2 Il Presidente dell’Alta Autorità suggerì anche la nomina di Tomlinson, del quale nutriva piena fiducia.3 Ma Bruce non venne sostituito. Questa decisione di Dulles, sempre attento alle indicazioni di Monnet, lascia quantomeno perplessi. Le ipotesi su un probabile ed indiretto “rimprovero” per aver deciso di lasciare la direzione della CECA o per non aver fatto abbastanza per impedire la débacle della Comunità di Difesa non trovano riscontro nella corrispondenza tra i due, una corrispondenza dalla quale traspare il forte rapporto di amicizia e, soprattutto, di fiducia da parte di Dulles verso le scelte operate da Monnet.4 Le vicende della CED avevano aperto una crisi nei rapporti tra 2 3 4 5 gli alleati la cui portata non era facilmente valutabile. Dulles volle probabilmente procedere con prudenza e attendere la nomina del nuovo Presidente dell’Alta Autorità. Il posto di Bruce sarebbe dovuto restare vacante per poco tempo, poiché il mandato di Monnet scadeva a febbraio. Ma le vicende politiche interne della Francia obbligarono Monnet a restare in carica fino al giugno 1955, costringendo il Dipartimento di Stato ad una attesa più lunga del previsto. Dulles tentò di convincere Monnet a restare alla guida della CECA, tuttavia, a differenza di altri capì immediatamente che non si trattava semplicemente di iniziare a lavorare liberamente per l’Europa. Infatti, Monnet aveva in mente il rilancio dell’integrazione tramite due obiettivi: in primo luogo si rendeva necessaria la rimozione degli ostacoli che avevano determinato la caduta della CED e che probabilmente avrebbero creato resistenza a qualsiasi iniziativa tesa a riproporre l’idea di unificazione europea; in secondo luogo, era necessario partire da ciò che già esisteva – l’integrazione nel settore del carbone e dell’acciaio – e proseguire in quella direzione. In base a queste considerazioni Monnet intraprese la “crociata” a favore degli Stati Uniti d’Europa attraverso l’opera di conversione delle forze che in Parlamento erano risultate ostili alla Comunità di Difesa e ideò una nuova Comunità Europea incentrata sullo sviluppo dell’energia atomica. Quest’ultimo progetto suscitò molto interesse in Dulles per più motivi.5 Esso si inseriva perfettamente nel Cfr.: The President of the European Coal and Steal Community (Monnet) to the Secretary of State, Luxembourg, December 1, 1954, in: Foreign Relations of the United States (FRUS), 1952-1954, vol.VI, prima parte, Western Europe and Canada, pp.415-416; Letter from the President of the High Authority (Monnet) to the Secretary of State, Luxembourg, October 19, 1954, in: Dwight D. Eisenhower Library – John Foster Dulles Files 1951-1959, General Correspondence and Memoranda, Conversations (DDEL/JFD-GC), Box 3, Folder 4, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Letter from the President of the High Authority of the European Coal and Steel Community (Monnet) to the Secretary of State, Luxembourg, October 19, 1954, in: DDEL/JFD-GC, Bix 3, Confidential Correspondence Subseries, Folder 4, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: The Secretary of State to the President of the High Authority of the European Coal and Steel Community (Monnet), Washington, December 14, 1954, in FRUS:, 1952-1954, vol. VI, Western European Security and Integration, p.417 Cfr.: Letter from the Acting United States Representative to the European Coal and Steel Community (Eisenberg) to the Acting Director of the Office of European Regional Affairs (Palmer), Luxembourg, June 30, 1955, pp.301-303; Letter from the Acting Director of the Office of European Regional Affairs (Palmer) to the Counselor of the Embassy in Belgium (Sprouse), Washington, July 8, 2955, pp.311-313. Entrambi i documenti in: FRUS, 1955-1957, vol. IV, op. cit. 76 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 Trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) più vasto contesto dell’”Atoms for Peace”, proposto da Eisenhower nel dicembre 1953 e, inoltre, era stato elaborato da Monnet, interlocutore europeo privilegiato dell’amministrazione americana. Del resto, lo stesso Monnet, quando scriveva al Segretario di Stato, tendeva a mettere in secondo piano il progetto presentato contemporaneamente da Johan Willem Beyen, Ministro degli Esteri olandese, per la realizzazione di un mercato interno comune. Monnet era stato costretto ad inserire in un unico documento da presentare a Messina sia l’Euratom, sia il Mercato Comune, al fine di trovare un punto di incontro tra gli interessi francesi (interessati allo sviluppo dell’energia atomica) quelli tedeschi (che vedevano con favore la creazione di uno spazio economico integrato) e quelli dei paesi del BENELUX (che temevano un asse ParigiBonn troppo potente). In questa prima fase l’iniziativa era e doveva restare europea e quindi le possibilità di azione e di influenza di Dulles furono estremamente limitate. Il Segretario di Stato espresse in varie occasione l’intenzione di intervenire, ma fu frenato da Monnet, il quale, tramite l’Ambasciata americana 6 7 a Parigi, inviava messaggi che invitavano alla cautela. Sul fronte domestico Dulles fu impegnato a contrastare la tendenza di alcuni settori dell’amministrazione americana a voler rivedere la politica economica nei confronti dei partner europei. Nei primi mesi del 1955, il Memorandum Dodge mise in discussione l’opportunità per l’amministrazione Eisenhower di continuare ad appoggiare e finanziare la Comunità europea per il carbone e l’acciaio. Il Memorandum, redatto dal Council on Foreign Economic Policy (CFEP), suscitò allarme alla CECA, la cui stabilità in quel momento dipendeva dal prestito americano e dall’appoggio politico che inevitabilmente ne derivava. Monnet, ancora alla presidenza dell’Alta Autorità anche se dimissionario, si rivolse immediatamente a Dulles.6 Era assolutamente necessario che la politica americana non cambiasse direzione in un momento in cui le personalità politiche europeiste stavano faticosamente cercando di riguadagnare le posizioni governative che avevano permesso di creare la CECA. Albert Coppe7, inviato a Washington da Monnet, cercò di dissipare i timori Cfr.: Letter from the President of the High Authority of the European Coal and Steel Community (Monnet) to the Secretary of State, Luxembourg, March 17, 1955, in: FRUS, 1955-1957, vol. IV, op. cit., p.275 Albert Coppe era il secondo vice-presidente della CECA. STORIA 77 Carbone tedesco per il Brennero John Foster Dulles 52° Segretario di Stato americano del CFEP riguardo una eccessiva discriminazione della politica della Comunità nei confronti delle imprese americane. L’appoggio di Dulles in questa circostanza fu determinante e il Dipartimento di Stato riuscì a chiudere la questione prima dell’estate, riconfermando la stessa linea politica fin lì seguita dagli Stati Uniti. La visita 8 9 10 11 di Coppe a Washington fornì anche l’occasione per illustrare al Dipartimento di Stato, in via ufficiosa, l’idea di Monnet di promuovere il rilancio dell’integrazione attraverso la creazione di una Comunità europea per lo sviluppo dell’energia atomica. E naturalmente venne chiesto l’appoggio americano.8 Il Segretario di Stato dovette però limitarsi a preparare il terreno per l’opinione pubblica americana, troppo delusa dalle vicende della CED e poco incline ad approvare un impegno del governo in un altro progetto europeo senza ottenere a priori precise garanzie di successo.9 Dulles quindi cercò di sfruttare al massimo l’atmosfera di ottimismo che seguì l’entrata della Germania federale nella UEO, la conclusione del trattato di pace con l’Austria e la convocazione della Conferenza dei Ministri degli Esteri a Messina. Nonostante nella dichiarazione ufficiale la nomina di Mayer fosse accolta positivamente, il Dipartimento di Stato non nascose il rammarico per la mancata rielezione di Monnet alla guida della CECA, il quale poco tempo prima aveva cambiato idea ed aveva espresso la propria disponibilità a rimanere all’Alta Autorità. Ma ormai era troppo tardi. In occasione della visita di Adenauer a Washington all’indomani della Conferenza di Messina, il Cancelliere tedesco manifestò molti dubbi sulle effettive possibilità di creare a breve una organizzazione sovranazionale, e Dulles si rammaricò profondamente del fatto che “his friend Monnet was no longer in a position to help in this field”.10 Nell’ottobre successivo, le condizioni per proseguire il lavoro del Comitato Spaak,11 incaricato di elaborare un progetto di costituzione dell’Euratom e del Mercato Comune, sembrarono Cfr.: Memorandum of a Conversation, Department of State, Washington, April 20, 1955, pp.283-287; Memorandum of a Conversation, Department of State, Washington, April 20, 1955, pp.287-289. Entrambi i documenti in: FRUS, 19551957, vol.IV, op.cit. Cfr.: New York Times (NYT), May 22, 1955, p.20; NYT, May 26, 1955, p.6; NYT, May 28, 1955, p.4 Cfr.: Memorandum of Conversation, June 14, 1955, in: United States Department Central Files Copies: Germany 19501959 (USSD, CFC/GER (50-59)), 611.62°/6-1455, pp.2-3. Dal nome del suo Presidente, Paul-Henri Spaak, Ministro degli Esteri del Belgio, già primo Presidente dell’Assemblea della CECA e Primo Ministro. 78 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 tornare favorevoli, dopo un periodo di stallo, grazie alle iniziative contemporanee di Dulles e Monnet: la nomina di Walton W. Butterworth come rappresentante americano presso la Comunità carbo-siderurgica e l’annuncio ufficiale di Monnet della nascita del Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa. Già in settembre il Segretario di Stato aveva fatto pressione su Eisenhower affinché si procedesse al più presto alla nomina di Butterworth poiché riteneva che l’assenza di un rappresentante ufficiale alla CECA rischiasse di mettere in difficoltà dal punto di vista politico tutti quelli che erano impegnati nel processo di rilancio europeo.12 L’importanza politica di questo atto, non sempre rilevata dalla storiografia, va ricercata nella scelta di Butterworth, personalità di formazione più politica che economica, e nel rango che gli fu conferito per l’incarico: quello di ambasciatore.13 In tal modo Dulles volle sottolineare l’appoggio americano alla Comunità europea e la volontà dell’amministrazione di favorire i negoziati in corso a Bruxelles sotto la direzione di Spaak.14 Il Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa del gennaio 1955 doveva costituire uno strumento di pressione sui governi europei impegnati nel rilancio al fine evitare che un possibile ritorno alle politiche nazionaliste dei Parlamenti dei sei Paesi membri potesse ripetere quanto era accaduto per la CED. Il Dipartimento di Stato non mancò di evidenziare quanto fosse importante tale iniziativa.15 Il Comitato d’Azione riaccese le speranze sulla 12 13 14 15 16 17 18 possibilità che a Bruxelles si potesse raggiungere dei risultati concreti16 e questo bastò a ricreare un clima di fiducia all’interno dell’amministrazione Eisenhower. Verso la fine dell’anno, però, la situazione peggiorò. La Gran Bretagna, ostile sin dall’inizio al rilancio di Messina, richiamò da Bruxelles i propri rappresentanti, mentre la Germania mantenne un atteggiamento tiepido nei confronti del pool atomico. Quest’ultimo fatto preoccupava Monnet più della posizione inglese e infatti il “problema” tedesco divenne l’argomento principale dei due successivi incontri che ebbe con Dulles in ottobre e in dicembre. Bonn si era divisa in merito alla questione dello sfruttamento dell’energia atomica: il ministro Erhard, su spinta degli industriali tedeschi, cercava un accordo bilaterale con gli Stati Uniti pensando che la Germania avrebbe ottenuto vantaggi maggiori attraverso contatti diretti con l’industria americana. Ma questo avrebbe messo in seria difficoltà i negoziati per l’Euratom, senza contare che Adenauer, ormai anziano, molto presto non sarebbe più stato in condizione di guidare il paese. Era perciò necessario appoggiare il progetto mentre il Cancelliere era ancora in carica e in una posizione tale da poter forzare la mano all’opposizione.17 Dulles promise a Monnet che avrebbe fatto quanto poteva per favorire la creazione di una Agenzia Atomica Europea18, e in tal modo ebbe inizio per lui la battaglia a sostegno dell’unificazione europea, che si rivelerà essere non Cfr.: Message from the Secretary of State to the President, Washington, September 20, 1955, in: Dwight D. Eisenhower Library – John Foster Dulles Files, 1951-1959, Chronological Series (DDEL/JFD-CF), Box 12, Folder 14, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Memorandum of Conversation, Department of State, Washington, February 10, 1956, 4 p.m., in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op.cit., p.405; Pierre Melandri, Les Etats-Unis et le “défi” européen, 1955-1958, Paris, Presses Universitaires de France, p.63 Cfr.: Memorandum of Conversation with Mr. Butterworth, Washington, July 5, 1955, in: DDEL/JFD_GC, Box 1, Folder 2, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Editorial Note, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op.cit., pp.331-332. Cfr.: Minutes of Cabinet Meeting, Camp David (Maryland), November 22, 1955, in: Minutes and Documents of the Cabinet Meetings of President Eisenhower (CMPE), University Publications of America Cfr.: Memorandum of Discussion at the 284th Meeting of the National Security Council, Washington, May 10, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., p.79. Cfr.: Memorandum of a Conversation, Paris, December 17, 1955, in: FRUS 1955-1957, vol.IV, op.cit., p.368. STORIA 79 Dwight David Ike Eisenhower 34° Presidente degli Stati Uniti solo una questione internazionale ma anche una vicenda interna all’amministrazione, a causa delle pressioni dell’Atomic Energy Commission (AEC) per un accordo bilaterale con la Germania. Dulles fece in modo di ritardare l’avvio dei negoziati con Bonn per permettere a Spaak di preparare il suo rapporto finale e a Monnet di redigere un documento del Comitato d’Azione con il quale si chiedeva ai governi europei di approvare la creazione di una agenzia atomica dotata di poteri sovranazionali. Il 1955 si concluse con l’emergere di nuove difficoltà riguardanti soprattutto l’instabilità politica francese, ma l’amministrazione americana decise ugualmente di “ufficializzare” la disponibilità degli Stati Uniti a sostenere l’unificazione europea ancora una volta.19 Però la prudenza che caratterizzava la politica statunitense dopo la débacle della CED rese vaghi i toni delle dichiarazioni. A Washington, infatti, 19 20 21 22 al di fuori del Dipartimento di Stato e di taluni ambienti governativi il consenso interno all’iniziativa di Messina era tutt’altro che scontato.20 Per questo motivo vennero accolte positivamente sia l’iniziativa dei Sei membri della CECA, sia quella patrocinata dalla Gran Bretagna in seno all’OECE,21 senza alcun riferimento alla preferenza di Washington per la prima. Il Dipartimento di Stato aveva studiato le due proposte con la conclusione che non fossero necessariamente in contrasto, ma Dulles e Eisenhower erano convinti che solamente il progetto della Comunità europea offrisse delle vere opportunità in tema di integrazione. Nel gennaio 1956 la crisi francese si concluse con le elezioni che portarono al governo i socialisti con Guy Mollet come Primo Ministro, da tutti considerato un sostenitore dell’europeismo (era membro, infatti, del Comitato d’Azione). A quel punto Dulles decise che era tempo di agire. Il Dipartimento di Stato, congiuntamente all’Atomic Energy Commission, studiò i modi e le forme di un futuro intervento americano in favore dei membri della CECA nel settore dell’energia atomica,22 e in breve le linee generali indicate dal Segretario vennero approvate, rimandando ad una indagine più approfondita l’analisi delle conseguenze economiche e strategiche di tale aiuto. La posizione dell’AEC si era allineata, dunque, a quella assunta dal Dipartimento di Stato. Dulles cercò anche di forzare la mano, arrivando a proporre eventuali emendamenti alle leggi esistenti sull’energia atomica nel caso in cui queste avessero dovuto limitare la portata del supporto econo- Cfr.: Memorandum from the Secretary of State to the President, Washington, January 9, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit, p.388; cfr.: Editorial Note, che riproduce in parte il discorso di Eisenhower del 21 novembre 1955, in: FRUS, 1955-1957, vol.XIX, National Security Policy, pp.150-151. Cfr.: Pierre Melandri, op. cit., pp.60-61. Quella che poi diventerà l’EFTA, European Free Trade Agreement, un patto di cooperazione che implica legami meno stretti fra i membri, cioè una formula molto più consona allo stile anglosassone, poco incline ai vincoli posti da un’integrazione. Cfr.: Memorandum from the Secretary of State to the President, Washington, January 9, 1956, in: FRUS, vol.IV, op. cit., p.389; Memorandum for the Secretary of State, Washington, January 11, 1956, in: Ann Whitman File - Dwight D. Eisenhower Presidential Papers, Dulles-Herter Series (AWF/DDEPP, Dulles-Herter Series), Box 5, Folder 4, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Priceton, NJ. 80 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 mico e politico degli Stati Uniti all’Europa.23 La pressione del Segretario di Stato era dettata dall’imminenza degli incontri che si sarebbero tenuti a Washington con alcuni rappresentanti dei governi alleati, il più importante dei quali era quello con il Primo Ministro e il ministro degli Esteri britannico. A Bruxelles l’ostruzionismo britannico aveva causato non pochi problemi e Dulles voleva che fosse chiara la politica che l’amministrazione avrebbe perseguito nel caso in cui Londra avesse obbligato Washington a compiere una scelta tra il progetto dell’OECE e quello della CECA. Dulles si rese conto che, in ogni caso, la Gran Bretagna non avrebbe partecipato alla costruzione dell’Europa e si convinse che quest’ultima si poteva fare anche senza l’alleato principale.24 Monnet era di opinione diversa: illudendosi di poter reinserire il governo inglese nei negoziati, attraverso il Comitato d’Azione egli lanciò un nuovo invito “agli altri paesi europei” affinché partecipassero al processo di integrazione.25 Contemporaneamente, Monnet contattò gli americani perché facessero pressioni su Eden mentre era a Washington.26 In realtà i risultati dell’incontro furono molto modesti e non andarono oltre una generica manifestazione di neutralità da parte britannica nei confronti dell’Euratom. E dall’Europa arrivarono nuovi problemi. La Francia chiese agli Stati Uniti di avviare delle trattative per la concessione di know how e materiale atomico. Ciò mise in evidente difficoltà 23 24 25 26 27 28 29 30 il Dipartimento di Stato che già cercava di ritardare il negoziato con la Germania. Una qualsiasi azione in favore dell’una o dell’altra parte avrebbe sicuramente danneggiato il rilancio di Messina27 e tuttavia l’apertura delle trattative non avrebbe potuto essere rinviata ancora per molto tempo. Non potendo esporsi troppo con atti che in Europa sarebbero stati interpretati come misure coercitive,28 Dulles sperò che le attività del Comitato d’Azione fossero in grado di coinvolgere maggiormente i governi europei nel tentativo di far uscire i negoziati dalla situazione di stallo in cui si trovavano a causa della mancata presentazione delle conclusioni del Comitato Spaak. Il Segretario di Stato mise al corrente Monnet delle difficoltà causate dalla circostanza che dall’Europa non arrivava alcuna proposta concreta relativa all’organizzazione delle due future Comunità europee. Questa incertezza impediva agli Stati Uniti di definire la loro politica europea nelle sue linee essenziali, sebbene a Monnet venisse garantito l’impegno del Dipartimento di Stato nel tentativo di impostare un’azione diplomatica immediata nel caso in cui gli eventi lo avessero richiesto.29 Nel marzo successivo, l’annuncio di Eisenhower di voler mettere a disposizione dei Paesi interessati 20 tonnellate di uranio 23530 non ebbe gli effetti desiderati: questa mossa aumentò gli equivoci in Europa costringendo Dulles a contattare immediatamente le ambasciate ame- Cfr.: Memorandum of a Conversation, Washington, January 25, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.392-393. ibid. Cfr.: Incoming Telegram to the Secretary of State, Paris, January 19, in: John Foster Dulles Papers, Selected Correspondence and Related Material (JFD Papers/SC), Jean Monnet, Box 106, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Telegram from the Ambassador in Italy (Luce) to the Department of State, Rome, February 4, 1956, in: FRUS, 19551957, vol.IV, op. cit., p.403. Cfr.: Telegram from the Ambassador in France (Dillon) to the Department of State, Paris, February 3, 1956, pp.401-402; Telegram from the Ambassador in Germany (Conant) to the Department of State, Bonn, February 9, 1956, p.414. Entrambi i documenti in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit.. Cfr.: Memorandum for the President, Department of State, Washington, February 3, 1956, in: AWF/DDEPP, Dulles-Herter Series, Box 5, Folder 6, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ; Letter from John Foster Dulles to Jean Monnet, February 10, 1956, in: JFD Papers/SC, Jean Monnet, Box 106, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Ibid. Cfr.: Statement by the President announcingdetermination to make uranium available for peaceful uses, February 22, 1956, in: Public Papers of the Presidents of the United States: Dwight D. Eisenhower (DDEPP), pp.258-259. STORIA 81 ricane delle principali capitali europee affinché chiarissero le intenzioni americane e confermassero l’immutato interesse degli Stati Uniti per il progetto di Messina.31 Questa circostanza dà la misura del ristretto ambito di manovra in cui il governo americano poteva intervenire senza causare effetti negativi. Il Rapporto Spaak, contenente le linee generali lungo le quali si sarebbe sviluppata l’integrazione economica dell’Europa, venne finalmente approvato anche se i rapporti all’interno dei partner dell’Alleanza atlantica si facevano sempre più tesi a causa dell’emergere di nuovi problemi sul piano internazionale.32 Quasi contemporaneamente, l’AEC presentò una relazione basata sullo studio di eventuali proposte americane al fine di incoraggiare i paesi della CECA ad approvare l’Euratom. Il memorandum si esprimeva positivamente in relazione al rilancio europeo ma i termini restavano alquanto generici. La Commissione sottolineò che il documento non era vincolante poiché, con molta probabilità, le condizioni esposte sarebbero state soggette a cambiamenti.33 Dulles non poté intervenire in alcun modo per ampliare le concessioni proposte nel memorandum perché temeva la reazione degli europei. Lo stesso Lewis Strauss, allora presidente dell’AEC, avrebbe voluto presentare al Senato i dettagli riguardanti i termini per l’assegnazione delle 20 tonnellate di uranio arricchito promesse da Eisenhower per lo sviluppo pacifico dell’energia atomica.34 31 32 33 34 35 36 37 A questo proposito, Strauss domandò a Monnet quali conseguenze, a suo avviso, avrebbe avuto tale gesto. Monnet riteneva che l’opinione pubblica europea avrebbe difficilmente compreso il motivo per cui gli Stati Uniti erano tanto desiderosi di riservare quelle 20 tonnellate di uranio ad una Comunità che ancora non esisteva neanche sulla carta. La possibilità che la scelta di Washington venisse interpretata come un tentativo per costringere i governi europei a realizzare l’Euratom convinse l’amministrazione americana che ancora una volta era più prudente aspettare per non compromettere i risultati di un anno e mezzo di faticose trattative.35 In questo modo si spiega l’atteggiamento estremamente conciliante, ben diverso da quello assunto nel 1953-1954, del Segretario di Stato nei confronti di Guy Mollet, il cui governo era alle prese con difficoltà interne che rischiavano di compromettere l’adesione francese ai negoziati europei.36 Il legame venutosi a creare tra Euratom e CEE infastidiva Dulles, il quale temeva, come Monnet, che quel vincolo ritardasse l’approvazione della Comunità atomica. “We see no need for a linking of the common market and of EURATOM at this time”37 sottolineò il Segretario di Stato in una direttiva alle ambasciate americane in Europa. Probabilmente riteneva che una delle cause che avevano ostacolato la ratifica della Comunità di Difesa fosse stato l’allungamento dei tempi dei negoziati e che questo ritardo avesse impedito di cogliere Cfr.: Telegram from the Secretary of State to the Embassy in the Federal Republic of Germany, Washington, March 30, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.420-421. Le tensioni che si crearono tra gli alleati occidentali riguardavano le questioni franco-tedesche relative alla Saar e alla Mosella, le iniziative unilaterali degli Stati Uniti in materia di disarmo e, relativamente alla Francia, la questione algerina. Cfr.: Letter from the Chairman of the Atomic Energy Commission (Strauss) to the Secretary of State, Washington, April 13, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.423-429. Cfr.: Telephone call to Admiral Strauss, April 25, 1956, 12:10 p.m., in: Dwight D. Eisenhower Library - John Foster Dulles Files 1951-1959, Telephone Conversations Series (DDEL/JFD-TC), Box 4, Folder 16, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Memaorandum of a Conversation, Paris, April 28, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.432-433. Cfr.: Incoming Telegram from Paris to the Secretary of State - corrected copy, May 5, 1956, in: United States State Department Central Files: Europe 1955-1957 (USSD/EUR (55-57)), 740.00/5-556, National Archives, Washington D.C. Cfr.: Circular Airgram from the Secretary of State to certain Diplomatic Missions, Washington, July 13, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., p.451. 82 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 un momento favorevole. Era opportuno, quindi, non indugiare nelle trattative per il Mercato Comune. In realtà, nei mesi successivi furono le questioni legate all’Euratom a creare tensione fino al punto di rimettere in discussione l’ottimo rapporto tra Washington e Bonn. In luglio, la Repubblica Federale si trovò al centro di una nuova diatriba interna. I rappresentanti dell’industria privata tedesca facevano pressioni su Adenauer affinché alla futura Comunità atomica non venisse conferito che un generico potere di controllo sul materiale fissile. Monnet suggerì che il Dipartimento di Stato specificasse che la vendita di materiale fissile da parte americana sarebbe stata effettuata soltanto ad una autorità comparabile all’AEC, in modo da escludere automaticamente qualsiasi possibilità di accordi bilaterali con singoli governi.38 Tuttavia, le voci che nel frattempo si erano diffuse di un imminente ritiro delle truppe statunitensi dal continente irritarono Adenauer e, nonostante i tentativi di smentita da parte di Washington, si aprì una crisi nelle relazioni tedesco-americane.39 Dalla Germania i critici puntavano il dito contro la politica americana, accusata di lasciare poco spazio agli alleati. Sebbene i toni fossero accesi, l’Ambasciata americana a Bonn e il Dipartimento di Stato ritennero che la situazione non fosse preoccu38 39 40 41 42 43 44 45 pante e che gli attacchi di Adenauer nei confronti degli Stati Uniti40 fossero dovuti più al tentativo di rafforzare la posizione interna del proprio partito che al reale intento di contrastare la politica di Washington. Pertanto, Dulles, Monnet e del vice presidente della CECA, Franz Etzel41 non esitarono ad esercitare pressioni su Adenauer, Hallstein e Franz Joseph Strauss.42 Nel frattempo, i negoziati in corso a Bruxelles per la stesura dei trattati vennero interrotti: le condizioni poste dai francesi furono giudicate inaccettabili dagli altri cinque governi europei. A Washington, Lewis Strauss cercava di porre termine ai continui rinvii operati dal Dipartimento di Stato sull’apertura di negoziati bilaterali per l’energia atomica.43 A Bonn emersero dubbi anche su alcuni aspetti del Mercato Comune, notoriamente quelli legati alla politica sociale. In questo clima di generale pessimismo, i promotori del rilancio europeo e il governo americano iniziarono una serie di colloqui e consultazioni in vista della successiva riunione dei ministri degli Esteri della CECA il cui risultato avrebbe decretato il successo o la fine del processo di unificazione europea.44 Era necessario che la politica estera tedesca mantenesse le caratteristiche filo-comunitarie che il Cancelliere le aveva conferito. A questo scopo, Etzel e Monnet sollecitarono Von Brentano45 perché convincesse Cfr.: Memorandum of a Conversation, Paris, July 14, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.453-455. La documentazione sull’argomento è piuttosto ampia, si rimanda perciò solo ad alcuni documenti e testi ritenuti, tra tutti, i piu significativi. Cfr.: Memorandum of a Conversation, Bonn, October 4, 1956, in: USSD, CFC/GER (50-59), 611.62A/10-456; Pierre Melandri, op. cit., pp.118-119; Alfred Grosser, Les Occidentaux. Les pays de l’Europe et les EtatsUnis depuis la guerre, Paris, Fayard, 1978, pp.216-217. Cfr.: Incoming Telegram from Conant to the Secretary of State, Bonn, September 26, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/9-2656, National Archives, Washington D.C.; Incoming Telegram from Conant to the Secreatary of State, Bonn, September 27, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/9-2756, National Archives, Washington D.C. Cfr.: Telegram from the Assistant Chief of the Mission in Berlin (Gufler) to the Department of State, Berlin, October 4,1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.472-473. Hallstein era, all’epoca, Ministro degli Esteri, mentre Franz Joseph Strauss rappresentava gli interessi dell’industria privata tedesca. Cfr.: Memorandum from the Under Secreaty of State (Hoover) to the Secretary of State, Washington, October 14, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.476-477. Cfr.: Telegram from the United states Representative to the European Coal and Steel Community (Butterworth) to the Department of State, Luxembourg, October 25, 1956, in : FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.477-478. Heinrich von Brentano, Ministro degli Esteri Tedesco dal 1955 al 1961. STORIA 83 Konrad Herman Josef Adenauer - Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca Adenauer a mantenere e confermare la linea politica fin lì seguita. Anche il Dipartimento di Stato, tramite l’Ambasciatore Conant, fece pressioni sul Cancelliere, il quale si impegnò a mantenere l’appoggio tedesco alla Comunità atomica.46 Mentre si cercava di far rientrare la crisi in Europa, l’intervento militare anglo-francese in Egitto provocò una nuova e profonda frattura all’interno dell’Alleanza atlantica, con effetti imprevisti anche sull’integrazione europea. In Francia il mancato appoggio statunitense intensificò il sentimento di anti-americanismo già ampiamente presente nel paese.47 Mollet si rese conto che la crisi in Egitto offriva al suo governo l’opportunità di accelerare i negoziati per l’Euratom e il Mercato Comune.48 Infatti, 46 47 48 49 50 grazie alla politica americana e al ritiro britannico, la leadership europeista francese guidata da Mollet, Maurice Faure e Christian Pineau fu in grado di presentare l’integrazione europea non come una minaccia per l’economia francese, ma come un mezzo per il raggiungimento di molteplici obiettivi: indipendenza economica dagli Stati Uniti, controllo dell’industria tedesca, possibilità di spartire gli oneri delle riforme da attuare nelle colonie, opportunità di portare avanti un progetto di sfruttamento dell’energia atomica rivelatosi troppo oneroso per la Francia e, infine, ristabilimento del prestigio nazionale.49 Contemporaneamente, gli eventi in Ungheria convinsero anche Adenauer che l’unione europea doveva essere realizzata al più presto, affinché l’Europa occidentale potesse sottrarsi alla “scomoda” leadership di Washington. In novembre, Mollet e Adenauer ricercarono un’intesa in un incontro a due.50 I risultati dell’incontro furono positivi e permisero ai negoziati di procedere speditamente. A Washington si guardava con soddisfazione a questi recenti, e per molti aspetti imprevisti, sviluppi. Monnet, non più in una posizione di primo piano ma ancora in grado di inserirsi nel processo in atto, si incontrò con l’ambasciatore americano a Parigi, Dillon, al quale suggerì che gli Stati Uniti sostenessero l’Euratom, non appena il trattato fosse stato firmato, con un generoso programma di aiuti e di cooperazione nel settore tecnico. Questa mossa avrebbe avuto il vantaggio di ristabilire parte di quel prestigio che il governo americano aveva perso in Europa.51 Ancora una volta le idee dell’uomo Cfr.: Telegram from the United States Representative to the European Coal and Steel Community (Butterworth) to the Department of State, Luxembourg, October 26, 1956, pp.478-479; Telegram from the Ambassador in Germany (Conant) to the Department of State, Bonn, October 30, 1956, pp.480-481. Entrambi i documenti in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit. Per i dati specifici, cfr.: Reports on Foreign Public Opinion: post-crisis opinion in Western Europe, August 15, 1957, in: The Declassified Documents Reference System: 1992 (DDRS/92), vol.XVIII, No.5, September-October 1992, numero di identificazione del documento: 002624. Cfr.: Pierre Guillen, Europe as a Cure for French Impotence? The Guy Mollet Government and the Negotiation of the Treaties of Rome, in: Ennio di Nolfo ed., Power in Europe? II Great Britain, France, Germany and Italy and the origins of the EEC 1952-1957, Berlin, de Gruyter, 1992, p.515. Ibid., pp.513-515. Cfr.: Memorandum of Conversation, Washington, November 27,1956, in: USSD, CFC/GER (50-59), 611.62A/11-2756. 84 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 politico francese suscitarono l’entusiasmo di una larga parte dell’ambiente politico americano legato al Dipartimento di Stato, sebbene tale entusiasmo venisse frenato successivamente dagli inviti alla cautela provenienti dall’ambasciata di Bonn. Conant, infatti, temeva che indirizzare l’attenzione quasi totalmente sull’Euratom, di cui venivano esagerati gli effetti e l’importanza, potesse comprometterne la ratifica in parlamento;52 inoltre, le vicende di Suez avevano reso ostile alla Francia una parte dell’opinione pubblica tedesca, la quale non era troppo favorevole ad un’intesa con essa.53 La proposta, pertanto venne lasciata cadere. In pochi mesi le vicende internazionali avevano ridato vigore all’intero processo. Paradossalmente, gli Stati Uniti ottennero una maggiore coesione dell’Europa occidentale opponendosi agli interessi europei in questo breve arco di tempo che non in dieci anni di promesse e di sostegno all’integrazione. Suez trasformò l’orgoglio nazionale francese da elemento di divisione in elemento unificatore, orientando la Francia verso una nuova concezione del ruolo dell’Europa e della propria funzione al suo interno. Non più, quindi, il ristabilimento del ruolo internazionale tramite 51 52 53 54 55 56 l’impero coloniale, ma tramite l’Europa dei Sei. Verso la fine del 1956, l’amministrazione americana ritenne giunto il momento di abbandonare la politica di prudenza che aveva adottato fino a quel momento. Il 18 novembre Eisenhower annunciò una sostanziale riduzione del prezzo dell’uranio arricchito e la disponibilità di Washington a fornire una quantità di uranio sufficiente a far funzionare una centrale nucleare per un periodo di tempo indefinito.54 La creazione di una commissione di tre esperti (Wise Men), suggerita dal Comitato d’Azione di Monnet55 e decisa dai governi della CECA al fine di preparare il programma atomico della futura Comunità, rappresentò l’occasione per una seconda iniziativa da parte del Dipartimento di Stato: Dulles invitò i Wise Men a Washington. L’incontro avrebbe avuto una valenza politica, oltre che economica: gli Stati Uniti sarebbero stati messi al corrente degli obiettivi della Comunità atomica e, perciò, avrebbero potuto valutare i termini più vantaggiosi di una cooperazione; nel contempo, Dulles avrebbe avuto modo di riaffermare, nelle fasi conclusive dei negoziati, il fermo supporto americano alla Commissione di Bruxelles.56 Cfr.: Letter from the Ambassador in France (Dillon) to the Secretary of State, Paris, November 19, 1956, pp.487-488; Telegram from the Ambassador in France (Dillon) to the Department of State, Paris, November 19, 1956, pp.488-489. Entrambi i documenti in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit. Cfr.: Telegram from the Ambassador in Germany (Conant) to the Department of State, Bonn, November 26, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.489-490. Cfr.: Outgoing Telegram from the Secretary of State to the American Embassy in Bonn, Washington, December 3, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/12-356; Outgoing Telegram from the Secretary of State to the American Embassy in Bonn, Washington, December 4, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/12-456; Incoming Telegram from Conant to the Secretary of State, Bonn, December 5, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/12-556; Memorandum of a Conversation, Washington, December 4, 1956, in: USSD/EUR (55-57), 740.00/12-456. Tutti i documenti collocati ai National Archives, Washington DC. Cfr.: Statement by the President announcing additional steps to accelerate the development of Nuclear Power abroad, November 18, 1956, pp.299-300, in: Public Papers of the Presidents of the United States: Dwight D. Eisenhower (DDEPP); Accelerating the Development of Nuclear Power abroad, November 17, 1956, in: The Department of State Bulletin (DSB), vol.XXXV, No.911, December 10, 1956, pp.926-927. Cfr.: Résolution des 19 et 20 septembre 1956, in: Action Committee for the United States of Europe, Recueil des communiqués et déclarations du Comité d’Action pour les Etats-Unis d’Europe 1955-1965, Lausanne, Centre de Recherches Européennes, 1965, p.32. Cfr.: Memorandum from the Assistant Secretary of State for European Affairs (Elbrick) and the Special Assistant to the Secretary of State for Atomic Energy Affairs (Smith) to the Secretary of State, Washington, December 3, 1956, p.491; Memorandum of a Conversation, Department of State, Washington, February 4, 1957, 11 a.m., p.513; Letter from the Secretary of State to the Chairman of the Atomic Energy Commission (Strauss), Washington, February 5, 1957, p.515. Tutti i documenti, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit. STORIA 85 Anche Monnet attribuiva grande importanza alla visita dei “Wise Men” a Washington, evento che egli seguiva con particolare interesse per gli esiti che potevano derivarne e, probabilmente, perché l’istituzione di questo gruppo di esperti era stata, ancora una volta, una sua idea. In una lettera a Dulles, Monnet sottolineò l’importanza del momento: i negoziati si avviavano a conclusione e il governo Mollet era determinato a procedere con la ratifica dei trattati in parlamento. Pertanto, Monnet si rivolse al Segretario di Stato affinché arrangiasse un incontro ufficiale tra i “Wise Men” e Eisenhower, evento che in Europa sarebbe stato giudicato estremamente significativo dal punto di vista politico.57 Dulles seguì le indicazioni di Monnet58 ed un incontro con il Presidente americano venne fissato per il 6 febbraio. A Washington, le trattative con la rappresentanza europea procedettero speditamente, nonostante il fatto che le condizioni poste dal governo americano impedissero alla Comunità atomica di costruire un impianto di separazione isotopica che l’avrebbe resa indipendente dagli Stati Uniti. L’annuncio di Eisenhower del novembre precedente rendeva la produzione dell’uranio arricchito troppo costosa, anche per le finanze congiunte di sei paesi. Inoltre, l’istituzione dell’impianto stesso richiedeva uno sforzo economico eccessivo, pertanto il gruppo di esperti europei decise di sacrificare “momentaneamente” il progetto, rinviando la sua definizione e attuazione ad una data non ben precisata.59 D’altra parte, ciò che gli americani ottenevano 57 58 59 60 su un piano erano poi costretti a rendere su un altro: il trattato Euratom trascinava con sé quello che istituiva il Mercato Comune e questi rimaneva in sordina rispetto al primo. Al momento della conferenza di Messina, il Mercato Comune si era presentato come un progetto vago che alcuni dei promotori del rilancio erano stati costretti ad accettare in cambio dell’adesione di alcuni paesi senza i quali il progetto atomico non avrebbe potuto essere realizzato. Gli Stati Uniti cominciarono ad occuparsi del Mercato Comune solo poco prima della firma dei trattati. Il CFEP prospettò l’eventualità che nel futuro le esportazioni statunitensi risentissero in modo consistente dell’istituzione di una barriera doganale comune (TEC).60 Tuttavia, l’amministrazione Eisenhower scelse di rimandare il problema per non compromettere un progetto che, dopo tante difficoltà, sembrava finalmente realizzarsi. Dopo la firma dei trattati, avvenuta a Roma il 25 marzo 1957, nei vari parlamenti europei iniziò il dibattito per la ratifica. Monnet, lasciato in disparte nelle ultime fasi negoziali, riprese l’iniziativa in occasione del dibattito in Germania: i socialisti non avevano ancora deciso se appoggiare o meno Adenauer e sembravano propensi ad aspettare la ratifica francese. Ciò significava rinviare il dibattito a dopo le elezioni che sarebbero tenute di lì a poco e si correva il rischio di incontrare ulteriori difficoltà con il nuovo Bundestag. Questa eventualità poteva creare, a sua volta, problemi in Francia dove la situazione politica Cfr.: Letter from Jean Monnet to John Foster Dulles, Paris, January 30, 1957, in: JFD Papers/SC, Atomic Weapons and Disarmament, Box 113, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Priceton, NJ. Cfr.: Memorandum for the President, Washington, January 31, 1957, in: AWF/DDEPP, Dulles-Herter Series, Box 6, Folder 8, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Cfr.: Aide-memoire from MM. Armand, Etzel, and Giordani to the Secretary of State and the Chairman of the Atomic Energy Commission, Washington, February 4, 1957, in: AWF/DDEPP, Dulles-Herter Series, Box 6, Folder 10, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ; Memorandum of Conference with the President, The White House, Washington, February 6, 1957, 3 p.m., in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., p.517; Pierre Melandri, op.cit., pp.129-131. Cfr.: Report by the Subcommittee on Regional Economic Integration of the Council on Foreign Economic Policy to the Council, Washington, November 15, 1956, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.482-486. 86 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2012 era permanentemente instabile. Monnet si recò a Bonn e convinse il leader socialista Ollenhauer ad appoggiare il Cancelliere in parlamento.61 Anche il Dipartimento di Stato dovette intervenire per bloccare il tentativo di alcuni politici olandesi di separare il dibattito sull’Euratom da quello per la CEE,62 ma, infine, in luglio i due trattati vennero ratificati dai parlamenti francese e tedesco. I due ostacoli maggiori erano stati superati. Il rilancio di Messina si concludeva a soli due anni di distanza, con grande soddisfazione dell’amministrazione americana e dell’élite europeista di Spaak e Monnet, la quale aveva posto le premesse per la ripresa del dialogo sull’integrazione dopo le amare vicende della Comunità di Difesa. Gli anni 1954-1957 furono, dunque, caratterizzati da un cambiamento nella strategia politica del Dipartimento di Stato, pur mantenendo la continuità negli obiettivi della politica estera americana. Il metodo della pressione diretta aveva avuto effetti controproducenti, pertanto Dulles fu costretto a cambiare tattica, adottando metodi indiretti e affidandosi alla mediazione di altri interlocutori, cosa che gli consentì di evitare reazioni negative come quelle provocate dal suo famoso e radicale intervento del 15 dicembre 1953. Questo nuovo atteggiamento, che diventò poi la nuova politica dell’intera amministrazione, venne “sperimentato” già in occasione della creazione della UEO, nella quale l’apporto del Segretario americano fu non meno importante di quello dei suoi promotori.63 L’espediente di trasformare la minaccia del “bastone” nell’offerta della “carota” era un gioco politico più consono alla mentalità europea e quindi più facilmente accettabile dai governi e dall’opinione pubblica europea. Le pressioni rimasero una costante dell’amministrazione Eisenhower, ma dopo il 1954 assunsero la forma più discreta della promessa di aiuti economici e condizioni di scambio vantaggiose, nonché di pieno appoggio politico. In questo contesto, l’opera di Monnet, personaggio che godeva di grandissimo prestigio negli Stati Uniti e che intratteneva rapporti personali con i più alti funzionari dell’amministrazione americana, fornì il sostegno ideale per l’attuazione della nuova strategia. E’ difficile stabilire quali sbocchi avrebbe avuto il rilancio europeo senza l’appoggio del Dipartimento di Stato e di Dulles. Sicuramente il gruppo di esperti di Bruxelles da solo non sarebbe stato in grado di garantire il successo dell’iniziativa: l’intrecciarsi di spinte europee contrastanti avrebbe impedito ai governi di perseguire con continuità una politica europeista che doveva necessariamente passare attraverso i parlamenti nazionali che rappresentavano il vero ostacolo all’integrazione. Queste considerazioni consentono di rivalutare appieno il ruolo svolto dagli Stati Uniti e da singole personalità sia americane che europee in una fase che tradizionalmente viene definita “europea”. Al contrario, si dovrebbe parlare di una componente europea e di una componente americana che si intrecciarono fino a non essere più scindibili l’una dall’altra e che, sotto il profilo personalistico, si riassumono nel rapporto di amicizia-collaborazione tra John Foster Dulles e Jean Monnet. 61 Cfr.: Jean Monnet, Mémoires, Paris, Fayard, 1976, p.497. Cfr.: Telegram from the Secretary of State to the Embassy in the Netherlands, Washington, June 21, 1957, in: FRUS, 1955-1957, vol.IV, op. cit., pp.559-560. 63 Cfr.: Hans-Jurgen Grabbe, Konrad Adenauer, John Foster Dulles and West Gerrman-American Relations, in: Richard Immerman ed., John Foster Dulles and the diplomacy of the Cold War, Princeton, Princeton University Press, 1990, pp.109-132; Message from the Secretary of State to the President, London, September 29, 1954, in: AWF/DDEPP, Dulles-Herter Series, Box 3, Folder 7, Seeley G. Mudd Manuscript Library, Princeton, NJ. Questo documento evidenzia non solo l’importanza del contributo del Segretario di Stato, ma anche la volontà americana di non “abbandonare l’Europa fino a che essa si muoveva verso l’unità”. 62 STORIA 87