Evoluzione della canzone Italiana (anni 50) La nascita della musica leggera in Italia fu influenzata soprattutto dal melodramma (opera lirica) e dalla canzone napoletana. Quest'ultima, pur avendo alle spalle una lunga tradizione, incominciò a diffondersi al di fuori della Campania solo dopo l'unità d'Italia. Sia il melodramma sia la canzone napoletana proponevano delle melodie molto orecchiabili, da cantare a voce spiegata, su testi spesso di argomento amoroso o sentimentale. Queste caratteristiche costituiranno gli elementi indispensabili della canzone melodica (o "all'italiana"). Funiculì funiculà è una celebre canzone napoletana scritta nel 1880 dal giornalista Giuseppe Turco e musicata da Luigi Denza. Il testo fu ispirato dall'inaugurazione della prima funicolare del Vesuvio, costruita nel 1879, per raggiungere la cima del Vesuvio. La canzone, eseguita alla festa di Piedigrotta, descrive quindi ai napoletani e soprattutto ai turisti i vantaggi offerti dal nuovo mezzo di trasporto, che permette di salire senza fatica, ammirando il panorama. In breve tempo la melodia divenne celebre in tutto il mondo, consentendo all'editore Ricordi di venderne un milione di copie in un solo anno. Tra le due guerre il fascismo controlla gli sviluppi della musica leggera Negli anni venti si diffondono anche in Italia i dischi e la radio, che permettono di ascoltare canzoni straniere e quindi mettono in crisi il predominio incontrastato della canzone melodica. Anche con il cinema sonoro si diffuse la conoscenza di stili musicali completamente diversi da quelli tradizionali. Il fascismo, però, conduceva una politica di tipo nazionalistico anche in campo musicale, cioè ostacolava il più possibile la diffusione delle canzoni straniere. Il regime incoraggiava viceversa la diffusione di canzoni di stile molto tradizionale, di carattere allegro e spensierato, spesso dal contenuto banale o insignificante, che davano l'idea di un'Italia in cui tutto andava bene e la gente non aveva problemi. Alla fine degli anni trenta incominciavano però a diffondersi anche in Italia le cosiddette orchestre ritmiche che proponevano versioni italiane di grandi successi stranieri. Dopo la seconda guerra mondiale nasce il Festival di Sanremo Dopo la seconda guerra mondiale in Italia si diffusero velocemente tutte le mode straniere: dalle canzoni di Cole Porter e Frank Sinatra al jazz di Louis Armstrong e Benny Goodman, dalle colonne sonore dei film di Hollywood ai ritmi sudamericani della samba e della rumba. Nel 1951, forse per rilanciare la tradizione canora nel nostro paese, nasce a Sanremo il “Festival della canzone italiana”. A Sanremo, fin dagli inizi, dominano i cantanti che ripropongono i testi e le melodie più tradizionali: Nilla Pizzi, Claudio Villa, Luciano Tajoli e Achille Togliani. Trionfano canzoni con titoli come “Grazie dei fior” “Tutte le mamme” “Vola colomba” ecc. I temi sono sempre gli stessi (l'amore, la mamma, qualche volta la patria) e per di più trattati con molta retorica: in pochi anni il festival di Sanremo diventa il simbolo dell'Italia sentimentale e lacrimosa. Verso la fine degli anni 50 si ha la contrapposizione tra "melodici" e "urlatori" Verso la fine degli anni 50 si affermano alcuni cantanti italiani che prendono a modello i rockers americani come Elvis Presley e i Platters. Nel '58 Tony Dallara lancia “Come prima”, la prima canzone ritmica italiana, che assume cioè elementi della musica rock. Si determina cosi una spaccatura fra "melodici", cioè cantanti che restano legati alla tradizione della canzone all'italiana, e "ur1atori", cioè i cantanti che accolgono elementi tipici del rock and roll. Fra questi ultimi si impone dapprima Peppino di Capri, che rinnova la canzone napoletana inserendovi dei ritmi rockeggianti; ma è Domenico Modugno, che nel '58 trionfa a Sanremo con “Nel blu dipinto di blu” a portare una decisa ventata di novità. Il successo mondiale di questa canzone apre le porte della notorietà a cantanti come Mina, Adriano Celentano e Gianni Morandi che resteranno per decenni fra i cantanti italiani più conosciuti nel mondo.