LA POLITICA MONETARIA DELLA FEDERAL RESERVE TRA IL 2002 E IL 2004 Area dell’Euro Stati Uniti Nello scenario che presentiamo in questo rapporto ipotizziamo una svolta in senso restrittivo della politica monetaria della Federal Reserve a partire dalla fine di quest’anno. Due considerazioni in particolare puntano in questa direzione. In primo luogo la politica di bilancio rimane fortemente espansiva; il piano decennale di sgravi fiscali descritto in precedenza è destinato infatti a stimolare ulteriormente i consumi delle famiglie nel prossimo biennio e quindi a generare tensioni dal lato dei prezzi al consumo. In secondo luogo l’inflazione appare già in aumento; dopo essere scesa a gennaio di quest’anno all’1,1%, è balzata ad aprile all’1,6%. Si tratta di livelli contenuti rispetto a quelli dell’area dell’euro (fig. 1) ma che appaiono destinati nel breve termine ad aumentare, malgrado i recenti aumenti della produttività. Il punto è che l’aumento dell’inflazione intervenuto nella prima parte di quest’anno è spiegato solo in parte dal recente rincaro dei prodotti energetici; in parte esso riflette un’inflazione da servizi (esclusi i servizi energetici) che anche nella recente fase recessiva è risultata in aumento e che permane su livelli elevati (4% ad aprile). Nell’indice generale, questa inflazione da servizi è stata compensata dalle variazioni largamente negative nel comparto dei beni durevoli e non durevoli i cui prezzi hanno seguito assai da vicino, a differenza di quanto avviene nell’area dell’euro, l’andamento della domanda; è presumibile che con il ritorno della crescita americana (e Fig. 1 — Inflazione negli Stati Uniti e nell’area dell’euro mondiale) su ritmi più (Dati mensili, variazioni % tendenziali) sostenuti, anche i prezzi dei beni si muovano al rialzo spingendo pericolosamente all’insù l’indice generale dei prezzi. L’indebolimento del dollaro intervenuto in questa prima parte del 2002 rafforza queste aspettative di aumento graduale dell’inflazione, in special modo nel corso del prossimo biennio, e quindi le attese di un intervento preventivo da parte della Federal Reserve. Indicazioni circa i tempi e l’entità dell’aumento dei tassi si possono ricavare utilizzando la Taylor rule, che stima il tasso atteso sui federal funds sulla base del divario della crescita attesa dall’output potenziale e dell’inflazione attesa rispetto al suo target di medio-lungo termine. Nel caso degli Stati Uniti, questa semplice regola di policy sembra spiegare bene le mosse della Banca centrale (fig. 2). Circa la situazione attuale, la regola evidenzia l’adeguatezza dei tassi ufficiali sui livelli attuali almeno sino ai mesi estivi; la fase restrittiva della politica monetaria prenderebbe Fonte: Us Federal Reserve, Eurostat. 31 Fig. 2 — Aspettative sui tassi di interesse sulla base della Taylor Rule (Dati trimestrali, in %) Fonte: Elaborazioni su dati Us Federal Reserve. Fig. 3 — Stati Uniti: tassi a tre mesi e futures sui tassi (In %) Fonte: Thomson Financial. avvio nell’ultimo trimestre di quest’anno con un deciso aumento dei tassi ufficiali, nell’ordine di tre quarti di punto, guadagnando di intensità nel prossimo anno, quando il rialzo complessivo raggiungerebbe i due punti percentuali. Le indicazioni che si ricavano dalla Taylor Rule appaiono sostanzialmente in linea con le attese prevalenti sul mercato dei futures (fig. 3); cambia solo l’intensità del rialzo atteso nell’anno in corso, più elevato di un quarto di punto, e quello atteso nel prossimo anno, inferiore della stessa misura. I mercati scontano infatti un aumento dei tassi di interesse già nel prossimo trimestre e uno più consistente nell’ultimo trimestre di quest’anno, quando i tassi di mercato monetario, pari attualmente all’1,9%, si porterebbero al 3%. L’adeguamento dei tassi ufficiali alla congiuntura proseguirebbe nel 2003, parallelamente al ritorno dell’economia americana sui sentieri di crescita del reddito potenziale; a fine anno il tasso sui federal funds si porterebbe al 5%, sui livelli della metà del 2000 e rimarrebbe fermo su questi livelli nel corso dell’anno successivo. vorire l’ordinato svolgimento delle transazioni finanziarie. La Banca centrale ha aumentato la liquidità a disposizione del mercato monetario, per limitare le tensioni sui tassi di interesse1; con un intervento deciso al di fuori delle periodiche riunioni del Comitato monetario, la Federal Reserve ha poi tagliato di un altro mezzo punto il tasso sui federal funds. Nei tre 1 Nella settimana dell’attacco terroristico il discount borrowing, che nel corso dei primi otto mesi del 2001 era stato pari, nella media settimanale, a 143 milioni di dollari, raggiunse il record di 11,8 miliardi di dollari, per ritornare sui livelli più usuali nelle due settimane successive. 32